Legislatura: 16Seduta di annuncio: 114 del 14/01/2009
Primo firmatario: MISITI AURELIO SALVATORE
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 14/01/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 14/01/2009 Resoconto MISITI AURELIO SALVATORE ITALIA DEI VALORI PARERE GOVERNO 14/01/2009 Resoconto CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE) INTERVENTO PARLAMENTARE 14/01/2009 Resoconto MISITI AURELIO SALVATORE ITALIA DEI VALORI
DISCUSSIONE IL 14/01/2009
NON ACCOLTO IL 14/01/2009
PARERE GOVERNO IL 14/01/2009
DISCUSSIONE IL 14/01/2009
RESPINTO IL 14/01/2009
CONCLUSO IL 14/01/2009
La Camera,
premesso che:
la crisi finanziaria in corso dimostra come sia necessario mettere sotto controllo gli strumenti finanziari, in particolare quelli internazionali che muovono quantità incredibili di denaro, e definire con più precisione il ruolo degli istituti di credito anche al fine di impedire devastanti conflitti di interesse;
viceversa, il Governo non ha trovato di meglio che abbattere alcuni dei baluardi costruiti dopo la crisi del 1929. Infatti uno dei presupposti usciti dalla crisi del 1929, per evitare di ricadere nella crisi, era quello di distinguere il destino delle imprese da quello del settore finanziario;
infatti, tra le regole auree del dopo crisi del 1929 c'era la netta distinzione dei compiti tra settore finanziario e settore produttivo. Una norma di garanzia contro la commistione di interessi. Già la scelta di costruire un sistema bancario universale attraverso la soppressione in Italia nel 1992 della distinzione tra banche commerciali e attività finanziarie è stata discutibile anche alla luce della crisi attuale. Semmai dovrebbero essere portati dei correttivi, forse occorrerebbe tornare alla situazione quo ante;
il Governo, con l'articolo 14 del provvedimento in esame, e purtroppo anche la Banca d'Italia hanno deciso di consentire alle banche di aumentare la loro partecipazione al capitale delle imprese e, nella direzione contraria, di consentire alle imprese di aumentare la loro partecipazione nel capitale delle banche;
esattamente quello che dopo il 1929 si era cercato di evitare nella fondata convinzione che la commistione di interressi tra banche e imprese industriali, commerciali, ecc. potesse portare solo guai;
del resto dopo la crisi Parmalat si era detto solennemente di volere addirittura garantire che l'attività bancaria avesse al suo interno una netta distinzione tra l'attività volta a costruire i prodotti finanziari da vendere e chi distribuisce gli stessi prodotti ai cittadini, in modo da evitare il conflitto di interessi che è venuto a galla dopo le indagini della magistratura sulle crisi Cirio, Parmalat, ecc.;
da un lato il Governo fa roboanti dichiarazioni sull'esigenza di mettere sotto controllo il mercato finanziario e dall'altro sta consentendo una pratica «incestuosa» tra banche e imprese e per di più lo fa, per quanto lo riguarda, per decreto-legge;
non si comprende come la citata disposizione possa rimediare alla crisi finanziaria in essere, semmai potrebbe aggravarla, togliendo una garanzia contro il ripetersi di condizioni pericolose;
la questione della distinzione dei ruoli tra banca e impresa non è cosa di poco conto perché in una fase di crisi finanziaria ottenere credito non è accessibile a tutti allo stesso modo ed è chiaro che se qualche imprenditore si troverà nella più favorevole posizione di essere un importante azionista di una banca ha ragionevoli possibilità di partire da una posizione di vantaggio nell'ottenere credito, visto che il futuro degli amministratori della banca dipenderà anche dalla valutazione dell'azionista imprenditore;
certo, alcuni statuti bancari prevedono che gli amministratori interessati ad una delibera si astengano dal voto, ma è situazione già nota anche sul piano politico. Infatti non abbiamo dimenticato quando nel consiglio dei Ministri venivano prese decisioni in assenza di qualcuno direttamente interessato al provvedimento che ci teneva a sottolineare come non fosse presente alla decisione, salvo essere assolutamente tranquillo sui risultati finali. La decisione infatti è sempre stata conforme agli interessi dell'assente. Nelle banche accadrà la stessa cosa. L'assente non avrà motivo di preoccuparsi, i suoi amici provvederanno a garantirlo adeguatamente,
impegna il Governo
a prendere le opportune iniziative per la distinzione dei ruoli nel sistema economico e dei poteri che in esso vengono esercitati con particolare riguardo alla prevenzione di conflitti di interesse ed all'indebita commistione tra imprese ed istituti di credito.
9/1972/50. Misiti.
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moralita' della vita economica
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