ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01891/086

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 96 del 02/12/2008
Firmatari
Primo firmatario: CAUSI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/12/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
POMPILI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
GASBARRA ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
BACHELET GIOVANNI BATTISTA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
COSCIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
CUPERLO GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
GENTILONI SILVERI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
AMICI SESA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
META MICHELE POMPEO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
RECCHIA PIER FAUSTO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
RUGGHIA ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
TIDEI PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008
TOCCI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2008


Stato iter:
03/12/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE VOTO 03/12/2008
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 03/12/2008
Resoconto COSENTINO NICOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 02/12/2008

INVITO AL RITIRO IL 03/12/2008

PARERE GOVERNO IL 03/12/2008

DISCUSSIONE IL 03/12/2008

NON ACCOLTO IL 03/12/2008

PARERE GOVERNO IL 03/12/2008

RESPINTO IL 03/12/2008

CONCLUSO IL 03/12/2008

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1891/86
presentato da
MARCO CAUSI
testo di
mercoledì 3 dicembre 2008, seduta n.097

La Camera,
premesso che:
l'articolo 78 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge 6 agosto 2008 n. 133, ha previsto la nomina di un Commissario straordinario del Governo, nella figura del Sindaco del Comune di Roma, «per la ricognizione della situazione economico-finanziaria del Comune e delle società da esso partecipate, con esclusione di quelle quotate nei mercati regolamentati, e per la predisposizione ed attuazione di un piano di rientro dall'indebitamento pregresso»;
sia dal punto di vista giuridico, sia dal punto di vista contabile non sussisteva la necessità di procedere al commissariamento del Comune di Roma poiché l'esposizione finanziaria del suddetto Comune deriva da talune anticipazioni di cassa resesi necessarie per il mancato trasferimento da parte della Regione Lazio di risorse dovute al Comune di Roma per un ammontare superiore ad un miliardo di euro, di cui 765 milioni per i servizi minimi del trasporto pubblico locale Tale ritardo nei trasferimenti è stato a sua volta determinato dal rinvio dei trasferimenti erariali alla Regione medesima;
la situazione di indebitamento finanziario del Comune di Roma si configura, quindi, come esposizione finanziaria a breve termine da cui si sarebbe potuti rientrare non appena la Regione avesse adempiuto ai propri obblighi finanziari;
la proposta di piano di rientro è stata presentata dall'ufficio commissariale in data 30 settembre 2008, ed il comma 4 del sopra citato articolo 78 prevede che il Governo debba approvarlo entro 30 giorni;
la gestione commissariale del Comune riguarda tutte le entrate di competenza e tutte le obbligazioni assunte alla data del 28 aprile 2008, con bilancio separato rispetto a quello della gestione ordinaria e resta pertanto nella competenza ordinaria degli organi comunali la gestione del periodo successivo alla data del 28 aprile 2008;
la proposta di piano di rientro per il Comune di Roma si configura essenzialmente come una lunga lista di spese che necessitano di copertura in quanto solo in parte si tratta di spese effettivamente impegnate alla data del 28 aprile come richiesto dalla normativa, mentre per gran parte si tratta di spese il cui obbligo non è maturato entro quella data e che vengono quindi inserite impropriamente nello stesso piano di rientro;
a titolo di esempio, si rileva come la proposta inserisca nella massa passiva una serie di voci di spesa i cui impegni giuridici non si erano concretizzati alla data del 28 aprile 2008, né lo sono alla data odierna, ma potrebbero emergere in futuro, con un rilevante grado d'incertezza sull'an, sul quantum e sul profilo temporale ditali obblighi, come ad esempio i presunti oneri che potrebbero derivare da sentenze avverse connesse all'attuale contenzioso giudiziario, relativo soprattutto ad espropri, per un valore cifrato in 775,3 milioni;
in generale si rileva che la proposta di piano di rientro inserisce nelle passività le spese di parte corrente maturate dall'ordinaria attività dell'amministrazione nel periodo intercorrente fra il primo gennaio e il 28 aprile del 2008, per un ammontare di 1.265,8 milioni, ma non inserisce le analoghe voci di entrata corrente che non siano state già incassate;
in definitiva la situazione che si delinea è quella in cui l'amministrazione ordinaria del Comune, chiamata a far fronte alle spese correnti di soli otto mesi durante il 2008, manterrà quasi interamente la disponibilità delle risorse in entrata per l'intero anno, mentre la gestione commissariale dovrà accollarsi, e a sua volta accollare allo Stato ed ai contribuenti, le spese ordinarie dei primi quattro mesi dell'anno senza poter utilizzare la corrispondente quota parte delle entrate;
una ulteriore anomalia si rileva nel fatto che la proposta di piano di rientro inserisce nella massa passiva l'intero stock del debito comunale, cifrato in 6,98 miliardi, accumulatosi in trent'anni e aumentato negli ultimi sette anni meno che nei venti precedenti, e comunque meno del debito dell'intera pubblica amministrazione italiana;
l'applicazione dello stesso criterio alla Repubblica Italiana comporterebbe il rientro dell'intero debito pubblico accumulato, mentre invece la valutazione di equilibrio della finanza pubblica avviene definendo l'avanzo primario necessario a garantire il servizio del debito in essere;
l'applicazione di un corretto criterio dovrebbe portare l'ufficio commissariale non già a chiedere allo Stato di accollarsi l'intero debito del Comune, quanto a definire il livello dell'avanzo primario (ovvero margine operativo netto) che il bilancio ordinario del Comune dovrà essere messo in condizione di raggiungere e di mantenere nei prossimi anni;
è su questa valutazione che andrebbe definito un apporto da parte dello Stato, finalizzato non tanto a ripianare il debito quanto a sostenere un equilibrio di bilancio al cui interno la sostenibilità del debito non comporti la contrazione dell'offerta di servizi e degli investimenti per la città Capitale della Repubblica;
il decreto legge n.112 ha disposto che la Cassa depositi e prestiti concedesse al Comune di Roma per l'anno 2008 una anticipazione di 500 milioni di euro per far fronte alla mancanza di liquidità;
rilevato che:
il presente provvedimento dispone il rimborso alla Cassa depositi e Prestiti dei suddetti 500 milioni di euro per il 2008 e finalizza gli ulteriori 500 milioni di euro assegnati al Comune di Roma per il 2009, dalla delibera CIPE del 30 settembre 2008, alle medesime finalità previste dall'articolo 78 del citato decreto legge n. 112 del 2008;
non è previsto nessun rendiconto circa l'utilizzo delle risorse assegnate, pari a i milione di euro;
non risulta chiarito il meccanismo ed il criterio con cui si è proceduto alla redazione della proposta di piano di rientro per il Comune di Roma in quanto solo in parte si tratta di spese effettivamente impegnate alla data del 28 aprile come richiesto dalla normativa disposta dal decreto-legge n. 112 del 2008;
non si comprende il criterio adottato in merito al ripiano dell'intera massa passiva dello stock del debito comunale,

impegna il Governo:

a sollecitare il Commissario straordinario del Governo a riformulare il piano di rientro proposto, in particolare al fine di ottenere una valutazione più attenta e rigorosa della massa passiva, un contenimento delle proposte di incrementi di spesa, con particolare riferimento a quelle che risultano giuridicamente non obbligatorie alla data del 28 aprile 2008;
a sollecitare il Commissario straordinario del Governo affinché sia adottata una diversa impostazione del piano rientro, volta non tanto ad ottenere il ripiano dello stock del debito pregresso, ma piuttosto ad una proiezione nel tempo degli equilibri fra le entrate e le spese comunali necessarie per garantire i servizi essenziali e gli investimenti prioritari per la città Capitale della Repubblica, oltre che per assicurare la sostenibilità del debito, ancorando così a questa previsione strutturale l'apporto aggiuntivo di risorse di cui Roma necessita;
a domandare in ogni caso all'amministrazione commissariale un rendiconto sull'utilizzo dei 500 milioni assegnati per il 2008 e sui 500 milioni assegnati per il 2009, da predisporre rispettivamente entro i mesi di febbraio 2009 e 2010, che indichi le finalizzazioni delle risorse ottenute in termini di servizi erogati, di loro costo unitario e di investimenti realizzati nel territorio.
9/1891/86. Causi, Pompili Gasbarra, Argentin, Bachelet, Carella, Coscia, Cuperlo, Gentiloni Silveri, Giochetti, Amici, Madia, Meta, Morassut, Recchia, Rugghia, Tidei, Tocci.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

alleggerimento del debito

chiusura dei conti

debito

entrata

espropriazione

indebitamento

margine commerciale

nomina del personale

pareggio del bilancio

rimborso

scorte

societa' d'investimento

spesa