ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01762/018

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 91 del 24/11/2008
Firmatari
Primo firmatario: PALADINI GIOVANNI
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 24/11/2008


Stato iter:
24/11/2008
Fasi iter:

DICHIARATO INAMMISSIBILE IL 24/11/2008

CONCLUSO IL 24/11/2008

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1762/18
presentato da
GIOVANNI PALADINI
testo di
lunedì 24 novembre 2008, seduta n.091

La Camera,
premesso che:
l'attuale crisi finanziaria sta provocando una vera e propria recessione anche nel nostro Paese;
già oggi assistiamo a un profondo peggioramento dell'economia reale perché gli effetti della crisi si stanno propagando in tutto il sistema produttivo e dei servizi;
l'aumento vertiginoso della cassa integrazione ed il calo degli investimenti pongono come priorità il rilancio dell'economia e dell'occupazione e il sostegno ai redditi delle classi popolari;
lo Stato non si può limitare a fornire una sorta di ammortizzatore sociale solo agli istituti di credito in difficoltà;
il vero problema è rappresentato dal deficit di domanda con il rischio di una possibile deflazione che rappresenta il male maggiore da combattere;
questo rischio deriva dall'intenso processo di redistribuzione dei redditi e della ricchezza, processo che, analogamente a quanto accade negli anni '20 che precedettero la depressione del 1929, ha lentamente eroso il motore dell'economia;
in Italia, metà della ricchezza è posseduta dal 10 per cento delle famiglie;
questo dato ha come conseguenze la crescita degli investimenti speculativi e non produttivi che producono bolle immobiliari e finanziarie ed il calo dei consumi determinando una crisi generalizzata dell'economia;
in uno studio della Banca d'Italia si calcolava che la propensione al consumo di un euro di maggiore ricchezza era di soli 10 centesimi per un consumatore con reddito medio, ma di 80 centesimi per un cittadino meno abbiente, mentre per chi percepisce un reddito alto la quota che va ai consumi era pari a zero;
a ottobre, le ore di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) sono arrivate a quota 23 milioni;
nell'industria la sola cassa integrazione ordinaria è cresciuta a settembre rispetto all'anno scorso del 69 per cento;
in Lombardia sono 800 le aziende che hanno chiesto la CIG; nella provincia di Torino sono 260; il Nordest è in recessione;
alla crisi ormai consolidata del tessile, si aggiunge quella dell'auto, dell'elettrodomestico, del chimico, della siderurgia, e perfino dell'alimentare, un classico settore anticiclico;
i fondi per gli ammortizzatori sociali stanziati nella legge finanziaria per il 2009 sono pari a quelli dell'anno scorso (480 milioni circa), con l'aggiunta di 150 milioni di euro finalizzati alla copertura della CIG in deroga, ossia quella destinata alle aziende che altrimenti non ne avrebbero diritto; risorse da giudicare del tutto insufficienti;
sono a rischio almeno 200 mila posti di lavoro nonché il lavoro di 300-400 mila precari, tra i quali 200 mila precari non stabilizzati della pubblica amministrazione;
molti altri lavoratori sono in queste settimane licenziati: lo testimonia l'aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione, mentre le figure del lavoro così detto atipico (apprendisti, interinali, collaboratori, ecc.) sono senza alcun sostegno al proprio reddito,

impegna il Governo

a prendere le opportune iniziative per:
incrementare la dotazione del Fondo per l'occupazione e le risorse per gli ammortizzatori sociali;
estendere forme di sostegno al reddito a tutti i lavoratori che attualmente non ne hanno diritto (parasubordinati, associati in partecipazione con apporto di solo lavoro, lavoratori a termine, lavoratori non subordinati delle cooperative, ecc.);
sostenere i processi di formazione e riqualificazione dei lavoratori.
9/1762/18. Paladini.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

automobile

cassa integrazione

conferenza intergovernativa CE

crisi monetaria

deflazione

lavoro atipico

licenziamento

poverta'

recessione economica

riconversione professionale

rilancio economico

soppressione di posti di lavoro