ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01386/113

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 40 del 22/07/2008
Firmatari
Primo firmatario: BORGHESI ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/07/2008


Stato iter:
23/07/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/07/2008
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
 
PARERE GOVERNO 23/07/2008
VEGAS GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 23/07/2008
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/07/2008

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/07/2008

ACCOLTO IL 23/07/2008

PARERE GOVERNO IL 23/07/2008

DISCUSSIONE IL 23/07/2008

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 23/07/2008

CONCLUSO IL 23/07/2008

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1386/113
presentato da
ANTONIO BORGHESI
testo di
mercoledì 23 luglio 2008, seduta n.041

La Camera,
premesso che:
nel nostro paese esiste da tempo la necessità di interventi strutturali finalizzati ad un sostanziale riequilibrio tributario;
in Italia il sistema tributario tende fisiologicamente a perdere quella progressività che dovrebbe invece essere la sua connotazione fisiologica;
nel nostro paese si registra una costante tendenza all'evasione fiscale, che rende il nostro sistema tributario più pesante ed ingiusto per quei cittadini che assolvono il loro dovere di onesti contribuenti e l'eccessiva pressione fiscale resta uno dei principali problemi da affrontare e risolvere anche nella prospettiva di rilanciare i consumi;
bisogna ricordare che in Italia il sistema di welfare è particolarmente complesso e capillare e tuttavia non se ne possono tacere i costi;
è stato ricordato che l'attuale Governo ha intenzione di rispettare gli impegni assunti dall'Italia in Europa, anche di quelli assunti dal Governo precedente sostenuto da una diversa maggioranza e tra questi impegni vi è quello di ridurre il deficit non aumentando le tasse;
questo obiettivo può essere perseguito e raggiunto nel nostro Paese solo procedendo ad un'effettiva perequazione tributaria: in particolare appare necessario riferirsi a settori e soggetti particolarmente forti, capaci di produrre enormi utili; bisogna evitare che questi soggetti possano cedere alla tentazione della speculazione, tentazione particolarmente forte soprattutto in alcuni settori produttivi, economici e finanziari;
incrementare la base imponibile e di aliquota sui soggetti operanti nel settore bancario, assicurativo e petrolifero appare una scelta condivisibile;
non appare condivisibile l'idea che le imposte in questi settori siano sostanzialmente inutili perché possono essere, anzi, vengono comunque traslate sul consumatore finale: il fenomeno della traslazione è possibile certo ma anche evitabile, con gli accurati accorgimenti e controlli;
il Ministro dell'economia e delle finanze durante la discussione generale sul decreto alla nostra attenzione ha affermato che il Governo decidendo di tassare l'industria petrolifera esclude: «che avvengano fenomeni di traslazione, anzi, assumiamo che ci saranno fenomeni di ulteriore contribuzione»: tale affermazione è interpretata dal presentatore come un impegno, con la consapevolezza che tale può essere esclusivamente se ci saranno i controlli necessari affinché la traslazione effettivamente non avvenga;
nel caso del petrolio, dell'energia e del gas, si interviene con il decreto alla nostra attenzione con un'addizionale all'Ires del 5,5 per cento che, tra le altre cose, per questo settore, annulla quella riduzione dell'aliquota di tale imposta dal 33 al 27,5 per cento, operata dal governo precedente. La maggiore aliquota non si applica agli extraprofitti, ma a tutti gli utili delle imprese del settore con ricavi maggiori di 25 milioni di euro nell'anno precedente e comunque a tutte le aziende con ricavi superiori a 10 milioni;
le misure previste si riferiscono all'anno in corso e sono affiancate da un irrobustimento delle royalties sulle estrazioni nazionali di idrocarburi e dalla ricontabilizzazione delle scorte ai fini fiscali, per sottoporre a Ires le plusvlanze realizzate grazie al caro petrolio;
alle misure sul settore petrolifero si aggiungono quelle sul settore bancario ed assicurativo delineando l'area degli interventi della cosidetta Robin tax;
appaiono, comunque, criteri di discrezionalità evidenti nelle scelte operate: si è deciso di intervenire solo in alcuni settori evitando di estendere le medesime misure anche a quelle imprese che in altri settori hanno realizzato particolari aumenti nei ricavi in virtù dell'aumento dei prezzi di questi ultimi mesi;
prendendo a riferimento i ricavi, e non i profitti, tra l'altro i ricavi relativi a un esercizio diverso da quello in cui si applica, si potrebbero colpire anche profitti ordinari, alzando il costo del capitale delle imprese coinvolte, con effetti potenzialmente negativi sugli investimenti interni e dall'estero;
alcune riflessioni di fondo restano comunque da fare rispetto alla volontà redistributiva dichiarata dal Governo: in particolare il «Fondo di solidarietà per i ceti meno abbienti», che dovrebbe finanziare una carta acquisti per alleggerire l'onere di acquisto dei beni alimentari e il costo delle bollette per i cittadini che versino in stato di bisogno è alimentato per il solo 2008 e per soli 200 milioni di euro, meno del 10 per cento del gettito atteso dalla Robin tax in quell'anno;
il rischio di traslazione non è questione di scuola, ma costituisce un rischio reale, specie in condizioni di oligopolio come quelle che caratterizzano i mercati dell'energia;
come ha ricordato l'Autorità sull'energia, bisogna evitare che le misure adottate nei confronti delle imprese petrolifere, delle banche e delle assicurazioni, si traducano in nuovi aumenti delle tariffe per i cittadini;
appare comunque ineludibile, per contenere i costi, riflettere sulla necessità di rimodulare gli oneri sulla fiscalità generale, in particolare con riferimento alla voce più consistente tra questi oneri, ovvero quella riguardante gli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili ed assimilate, rispetto ai quali bisogna precisare che attualmente sono a carico dei cittadini che li pagano in bolletta, senza tra l'altro che si sia sufficientemente chiarito ai contribuenti cosa si intende con la voce assimilate;
sempre nell'ottica di un contenimento dei costi per i cittadini è necessario riflettere sulla gestione del mercato del gas, che potrebbe essere aperto ad un maggiore livello di concorrenza;
con riferimento al divieto di traslazione potrebbe essere utile il coinvolgimento, anche in coordinamento con l'Autorità sull'energia, dell'Antitrust, che utilizzando il concetto di dominanza collettiva, cioè di collusione tacita in ambiente oligopolistico ed osservando l'andamento dei prezzi e dei margini di profitto può tentare di sanzionare comportamenti volti a traslare l'imposta,

impegna il Governo

ad attuare costantemente tutti i necessari controlli affinché non si verifichi nessun tentativo di traslazione a carico dei cittadini dei costi relativi all'ampliamento di elementi della base imponibile e di aliquota sui soggetti operanti nel settore bancario, assicurativo e petrolifero, ed in particolare a vagliare l'opportunità di estendere alla fase dei controlli la partecipazione dell'Antitrust.
9/1386/113. Borghesi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aumento dei prezzi

costo del capitale

idrocarburo

imposta

industria del gas

industria petrolifera

investimento estero

legislazione antitrust

orientamento agricolo

prezzo dell'energia

produzione d'energia

trivellazione