Doc. LXXXVII, n. 3-A

RELAZIONE DELLA XIV COMMISSIONE
(Politiche dell'Unione europea)

Presentata alla Presidenza il 17 dicembre 2020

(Relatrice: IANARO)

sulla

RELAZIONE CONSUNTIVA SULLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALL'UNIONE EUROPEA
(Anno 2019)

(Articolo 13, comma 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234)

Presentata dal Ministro per gli affari europei
(AMENDOLA)

Approvata dalla Commissione il 17 dicembre 2020, a conclusione dell'esame svolto ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 3, del regolamento

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RELAZIONE DELLA COMMISSIONE

  La Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2019, è stata presentata dal Governo in adempimento degli obblighi fissati dalla legge 24 dicembre 2012, n. 234.
  Ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della citata legge n. 234, il Governo è tenuto a trasmettere al Parlamento – entro il 28 febbraio di ogni anno – un documento che fornisca tutti gli elementi conoscitivi necessari per valutare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno precedente.
  Si tratta, pertanto, del principale strumento per una verifica ex post dell'attività svolta dal Governo e della condotta assunta nelle sedi decisionali europee, nel quadro di una costante interlocuzione e di un raccordo con il Parlamento su tali temi.
  A questo scopo, il documento deve indicare:
   a) gli sviluppi del processo di integrazione europea registrati nell'anno di riferimento, con particolare riguardo alle attività del Consiglio europeo e del Consiglio dell'Unione europea, alle questioni istituzionali, alla politica estera e di sicurezza comune nonché alle relazioni esterne dell'Unione europea, alla cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni e agli orientamenti generali delle politiche dell'Unione;
   b) la partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e in generale alle attività delle istituzioni europee per la realizzazione delle principali politiche settoriali, con particolare riferimento alle linee negoziali che hanno caratterizzato la partecipazione italiana;
   c) l'attuazione in Italia delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale, l'andamento dei flussi finanziari verso l'Italia e la loro utilizzazione, con riferimento anche alle relazioni della Corte dei conti europea, accompagnati da una valutazione di merito sui principali risultati annualmente conseguiti;
   d) il seguito dato e le iniziative assunte in relazione ai pareri, alle osservazioni e agli atti di indirizzo delle Camere.

  In particolare, la Relazione dovrebbe consentire al Parlamento di verificare se ed in quale misura il Governo abbia rappresentato a livello europeo una posizione coerente con gli indirizzi definiti dalle Camere, come previsto dall'articolo 7 della medesima legge n. 234 del 2012, salvo che non abbia potuto attenersi agli indirizzi medesimi per ragioni che comunque devono essere motivate.
  In via preliminare, occorre sottolineare come la Relazione consuntiva relativa al 2019 sia stata trasmessa al Parlamento il 18 maggio 2020, a quasi tre mesi dalla scadenza del termine del 28 febbraio, previsto ai fini della presentazione dalla legge n. 234 del 2012. Il rispetto della tempistica per la presentazione del documento, oltre a rendere più efficace la valutazione dell'azione svolta dal Governo a livello europeo nell'anno di riferimento, è strumentale ad una corretta articolazione temporale della fase programmatica e dell'attuazione degli orientamenti nel quadro delle procedure definite dalla legge n. 234. La pandemia da COVID-19 ha, inoltre, reso necessaria l'adozione di misure straordinarie inedite per rispondere agli effetti della crisi, innescando una revisione degli orientamenti di carattere strategico e influendo sull'andamento del negoziato sul nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (QFP).
  La Relazione consuntiva per il 2019, analogamente alle precedenti, è articolata Pag. 4in quattro parti. Il documento presenta una struttura complessivamente coerente con le previsioni legislative della legge n. 234 del 2012.
  La prima parte è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e alle questioni istituzionali e, a sua volta, consta di due capitoli. Il primo concerne le questioni istituzionali caratterizzate, in primo luogo, dal rinnovo delle principali istituzioni europee, in connessione con l'avvio del nuovo ciclo 2019-2024, e dall'entrata in operatività della nuova ripartizione dei seggi del Parlamento europeo a seguito dell'uscita del Regno unito dall'Unione europea, che comporta per l'Italia un aumento dei seggi da 73 a 76. Nel documento si dà conto, inoltre, della posizione del Governo italiano in favore dello svolgimento della Conferenza sul futuro dell'Europa, posizione che è stata successivamente esplicitata nel non paper, approvato dal Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) il 14 febbraio 2020, nel quale si indica che la discussione sul futuro dell'Europa dovrà prevedere un forte coinvolgimento della società civile e dei Parlamenti nazionali.
  Nel capitolo, avente ad oggetto le politiche macroeconomiche, la Relazione dà conto dell'andamento dei lavori nel 2019 sulla revisione del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (MES) e sul completamento dell'Unione bancaria. La Relazione riporta, inoltre, le principali determinazioni adottate nel 2019 nell'ambito delle procedure del «semestre europeo».
  La seconda parte della Relazione è incentrata sulle specifiche misure adottate nel quadro delle politiche orizzontali e delle politiche settoriali. Si tratta della parte più consistente del documento, contenente indicazioni per ciascuna politica o settore di attività dell'Unione.
  La parte terza, che riguarda l'attuazione delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale, evidenzia l'avanzamento finanziario, misurato in termini di rapporto percentuale tra spesa certificata al 31 dicembre 2019 e risorse programmate nell'ambito degli obiettivi tematici (OT). Al 31 dicembre 2019, il livello di spesa complessiva certificata è pari al 28,5 per cento del totale delle risorse programmate (53,2 miliardi di euro) per i 51 Programmi operativi cofinanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo sociale europeo (FSE) del ciclo di programmazione 2014-2020.
  La parte quarta concerne il coordinamento nazionale delle politiche europee, con particolare riguardo al ruolo e alle attività del Comitato Interministeriale per gli Affari Europei, nonché agli adempimenti di natura informativa del Governo al Parlamento e agli enti territoriali.
  Di particolare interesse sono i dati relativi ai flussi di atti e documenti trasmessi dal Governo alle Camere, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 234 del 2012, nell'ambito del cosiddetto meccanismo di informazione qualificata. Su oltre 6.874 atti e documenti dell'UE presi in esame dal Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, 36 progetti di atti legislativi (direttive, regolamenti e decisioni) e 271 atti di natura non legislativa (libri verdi, libri bianchi, comunicazioni) sono stati segnalati dal Governo alle Camere in ragione della loro particolare rilevanza e del potenziale interesse per il Parlamento; inoltre, con riferimento ai progetti di atti legislativi sono state trasmesse le relazioni predisposte dalle amministrazioni competenti.
  Un apposito capitolo riguarda le misure poste in essere per dare attuazione al diritto dell'UE e per risolvere il contenzioso. In particolare, la Relazione evidenzia come, nel corso del 2019, si sia registrata l'archiviazione di venti procedure d'infrazione, tra cui alcuni dossier particolarmente sensibili e complessi quali: il mancato recupero degli aiuti concessi dalla regione Sardegna a favore del settore della navigazione in Sardegna (procedura n. 2015/2067); il non corretto recepimento della direttiva 2004/80/CE relativa all'indennizzo delle vittime di reato (procedura n. 2011/4147); il divieto di impiego di latte concentrato o in polvere nelle produzioni lattiero-caseari (procedura n. 2014/4170); Pag. 5la violazione della direttiva 2005/29/CE relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori (procedura n. 2013/2169).
  Nel contempo sono pervenute ventisette nuove contestazioni formali di inadempimento. Rispetto alle complessive 70 procedure di fine 2018, pertanto, il numero delle procedure a fine 2019 era lievemente aumentato attestandosi a 77, di cui 66 per violazione del diritto dell'Unione europea e 11 per mancata attuazione di direttive dell'Unione europea. Il numero maggiore di violazioni si confermava essere relativo a questioni in materia ambientale, con 21 procedure aperte.
  La Relazione riporta come, alla data del 31 dicembre 2019, vi siano ancora nove procedure pendenti ai sensi dell'articolo 260 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), per mancata esecuzione di una precedente sentenza della Corte di giustizia, e come, con riferimento a cinque procedure, la Corte di giustizia dell'Unione europea abbia già pronunciato la sentenza di accertamento della violazione del diritto dell'Unione, ai sensi dell'articolo 258 del TFUE. Particolare preoccupazione destano le procedure su cui la Corte ha già pronunciato la sentenza di condanna ai sensi dell'articolo 260 del TFUE, con rilevanti conseguenze finanziarie. Al 31 dicembre 2019, l'Italia aveva già pagato sanzioni pecuniarie per circa 655 milioni di euro per le seguenti cinque procedure d'infrazione: n. 2007/2229 sui contratti di formazione lavoro; n. 2012/2202 relativa al mancato recupero degli aiuti concessi a favore delle imprese nel territorio di Venezia e Chioggia; n. 2007/2195 relativa alla gestione dei rifiuti in Campania; n. 2003/2077 relativa alle discariche abusive; n. 2004/2034 sul trattamento delle acque reflue urbane.
  Da ultimo, la Relazione è accompagnata da cinque allegati, che presentano, oltre all'elenco degli acronimi (appendice V), informazioni riguardanti i Consigli dell'Unione europea e i Consigli europei svolti nel corso del 2019, con l'indicazione dei temi trattati e delle deliberazioni assunte (appendice I); i flussi finanziari dall'Unione europea all'Italia con la situazione degli accrediti registrati al 31 dicembre 2019 e degli interventi, in termini di impegni e pagamenti, alla data del 31 ottobre 2019 per la programmazione 2014-2020 (appendice II); le direttive attuate dall'Italia nel 2019 (appendice III); i seguiti dati agli atti di indirizzo (o documenti conclusivi) approvati dalla Camera e dal Senato (all. IV).
  In particolare, il quarto allegato contiene un elenco degli atti approvati dalla Camera e dal Senato, su proposte legislative e altri documenti europei, e per ognuno di essi è riportato per intero il dispositivo, accompagnato da una descrizione delle azioni per darvi seguito.
  La Relazione non prende in considerazione gli atti di indirizzo approvati dal Parlamento in occasione dello svolgimento delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri rese in vista dei Consigli europei, che pure contribuiscono alla definizione degli orientamenti su specifiche questioni in corso di negoziazione e delle linee generali della politica europea dell'Italia. Appare, pertanto, opportuno tenere conto di tali atti, al fine di rafforzare ed agevolare ulteriormente la capacità di verifica della coerenza dell'azione del Governo nelle sedi europee con gli orientamenti dettati dal Parlamento.
  Il documento ha, infine, ricevuto i pareri favorevoli di tutte le Commissioni permanenti. La IV Commissione (Difesa) ha rilevato l'opportunità di una revisione della decisione assunta dal Consiglio UE il 27 marzo 2015, con la quale è stato istituito il c.d. «meccanismo Athena» nell'ambito della Politica estera e di sicurezza comune.

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PARERI DELLE COMMISSIONI PERMANENTI

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PARERE DELLA I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

  La I Commissione,
   esaminata, per gli aspetti di propria competenza, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3);
   preso atto dei contenuti della Relazione, la quale è stata predisposta dal Governo e trasmessa alle Camere il 18 maggio 2020;
   rilevato, in particolare, quanto agli ambiti di competenza della Commissione, come la Relazione, nell'ambito del capitolo 1 della parte seconda, affronti il tema delle politiche sulla migrazione;
   segnalato, al riguardo, come la Relazione ricordi che l'Italia ha mantenuto alta la pressione nei confronti dell'Unione europea in occasione degli eventi di soccorso in mare di migranti, con l'obiettivo di ottenere una redistribuzione degli stessi tra tutti gli Stati membri;
   osservato come la Relazione faccia notare che l'impegno dell'Italia, fortemente intensificato nella seconda parte del 2019, ha prodotto un positivo risultato durante il Vertice di Malta del 23 settembre 2019, in occasione del quale è stata condivisa una Dichiarazione comune da parte di Italia, Malta, Francia e Germania, assistiti dalla Presidenza di turno finlandese e dalla Commissione europea;
   osservato come tale Dichiarazione affermi, tra l'altro, che la responsabilità sul richiedente asilo, compreso l'eventuale rimpatrio in caso di diniego della protezione, ricade interamente sullo Stato membro di ricollocazione, mentre i Paesi di primo ingresso debbono occuparsi dei primi controlli medici e di sicurezza sui migranti;
   segnalato come la Relazione ricordi che l'Italia ha confermato la propria richiesta di una revisione radicale del Regolamento Dublino, in grado di superare il principio della responsabilità dello Stato membro di primo ingresso, il quale continua a penalizzare fortemente gli Stati di frontiera marittima esterna;
   osservato come la Relazione segnali che il Governo ha, inoltre, continuato a difendere la cosiddetta logica di «pacchetto» della riforma del Sistema comune europeo d'asilo, in forza della quale i diversi progetti legislativi sono da considerare tra loro interconnessi sia sul piano tecnico sia sul piano politico e, pertanto, debbono essere approvati all'esito di un accordo complessivo che deve includere anche un'equa riforma del Regolamento Dublino;
   rilevato come l'Italia abbia più volte evidenziato che l'Unione europea deve investire maggiormente sulla cosiddetta «dimensione esterna» della politica migratoria, perché soltanto agendo sulle «cause profonde della migrazione» e migliorando le condizioni di vita della popolazione (in particolare giovanile) nei Paesi terzi, sarà possibile Pag. 9scongiurare la partenza e la morte in mare di molti migranti economici e, al contempo, stroncare il business delle organizzazioni criminali;
   ricordato che, proprio per garantire l'effettiva cooperazione dei Paesi terzi sul piano dei rimpatri, l'Italia ha sostenuto e chiesto con insistenza di uniformare trasversalmente tutte le politiche europee al principio di «premialità» dei Paesi terzi che siano concretamente collaborativi in materia di rimpatri di propri connazionali irregolarmente entrati in Europa e senza titolo per permanervi;
   preso atto che la Relazione ricorda che l'Italia ha, altresì, sottolineato la necessità di includere nella complessiva strategia europea in campo migratorio anche un maggiore impegno sul piano del reinsediamento dei rifugiati, nonché la possibilità di sviluppare corridoi umanitari verso l'Europa per le persone più vulnerabili (come l'Italia ha continuato a fare nel 2019) o di avviare progetti sperimentali per la presentazione di domande di asilo al di fuori dell'Unione europea;
   considerato poi come la Relazione segnali che il Governo ha proseguito nel 2019 l'impegno a favore dell'integrazione socio-lavorativa, di breve e di lungo periodo, dei cittadini migranti, con particolare attenzione alle fasce vulnerabili (minori stranieri non accompagnati e titolari di protezione);
   osservato come la Relazione, nell'ambito del capitolo 2 della Parte seconda, rechi un paragrafo riguardante il settore della cybersicurezza, ricordando che, nell'ambito delle azioni intraprese per la realizzazione del mercato unico digitale, la Commissione UE ha rivolto l'attenzione alla certificazione dei prodotti ICT (tecnologie dell'informazione e della comunicazione) ai fini della cybersicurezza;
   segnalato come la Relazione, nell'ambito delle politiche di sicurezza comune, sottolinei la rilevanza, anche nel 2019, dell'azione italiana di tutela e promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel mondo, tenendo nella necessaria considerazione la condizione di maggiore vulnerabilità di donne e bambine in contesti di crisi;
   preso atto con favore che, nell'ambito del capitolo 12 della Parte seconda, la Relazione segnala come, nel corso del 2019, l'azione di promozione delle politiche di parità e pari opportunità sia proseguita attraverso l'adozione di un ventaglio di misure convergenti verso l'obiettivo di ridurre le disparità di genere nei vari settori della vita sociale ed economica e promuovere percorsi di partecipazione inclusiva e paritaria delle donne;
   ricordato, in tale contesto, come le misure di prevenzione e contrasto alla violenza maschile sulle donne costituiscano uno degli assi portanti della più ampia strategia per la parità di genere;
   segnalato a tale riguardo come la Relazione evidenzi che nel corso del 2019 il Governo ha dato ulteriore impulso al Piano Strategico Nazionale sulla violenza 2017-2020, attraverso il quale Pag. 10l'Italia ha definito l'insieme delle misure necessarie per dare attuazione alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla violenza maschile contro le donne (cosiddetta Convenzione di Istanbul);
   richiamato in particolare, nell'ambito del capitolo 12 della Relazione, il paragrafo relativo alle politiche per la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni, in particolare per quanto riguarda l'impegno contro la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere;
   rilevato come la Relazione, in materia di giustizia e affari interni, evidenzi che l'Italia ha sostenuto, anche per gli aspetti connessi alla sicurezza interna, l'impostazione della nuova Agenda strategica 2019-2024 adottata dal Consiglio europeo del 20 giugno 2019, sottolineando come il compito dell'Unione europea sia quello di sostenere le autorità degli Stati membri, mettendo a disposizione strumenti normativi e tecnici che consentano alle polizie nazionali di affrontare la dimensione transnazionale dei fenomeni criminali;
   ricordato come, in questa prospettiva, l'Italia abbia sostenuto l'impostazione del Consiglio volta a sviluppare un approccio integrato e multidisciplinare, in grado di garantire sinergie fra tutte le agenzie che si occupano di sicurezza, considerato, peraltro, che tale modello è già stato fatto proprio dalle Forze di polizia italiane, le quali operano in stretto raccordo in seno ad organismi interforze, sia a livello centrale sia a livello periferico;
   segnalato come, nella parte della Relazione sull'innovazione e lo sviluppo tecnologico nella Pubblica Amministrazione, si affermi che il Governo è pertanto impegnato a individuare ed elaborare modalità e dispositivi operativi che favoriscano una più efficiente cooperazione a livello centrale e a livello locale, per assicurare piena coerenza delle politiche governative sul digitale;
   ricordato, in particolare, a tale ultimo proposito, il Piano triennale per l'informatica nella Pubblica Amministrazione (pubblicato la prima volta nel 2017 e aggiornato annualmente) il quale sviluppa la strategia digitale del settore pubblico, in linea con i principi generali dettati dall’eGovernment Action Plan 2016-2020, e individua specifiche aree di applicazione progettuale come la CIE (Carta d'identità elettronica), pagoPA, l'adozione di standard, architetture e norme comuni, l'interoperabilità, le linee guida di design, l’open source, SPID (il sistema pubblico di identità digitale per accedere ai servizi pubblici) e ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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PARERE DELLA II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)

  La II Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

PARERE DELLA III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunicati)

  La III Commissione,
   esaminata per le parti di competenza la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3);
   apprezzato l'impegno con il quale il Governo ha sostenuto la centralità della politica di allargamento nell'agenda europea, con particolare riferimento all'integrazione europea dei Balcani Occidentali, contribuendo in maniera costruttiva ad attuare in concreto la nuova Politica europea di vicinato, rivolta sia ai Paesi del Partenariato orientale (Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina), sia a quelli del Vicinato meridionale (Algeria, Autorità palestinese, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia);
   valutato positivamente il sostegno alle iniziative europee volte a rafforzare il dialogo politico e la cooperazione con i Paesi africani, anche in coerenza con il dichiarato impegno della nuova Commissione a rendere il 2020 un anno dedicato all'Africa;
   evidenziata l'esigenza di assicurare, nell'ambito del negoziato sul prossimo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, un'adeguata dotazione del nuovo Strumento per il Vicinato, lo sviluppo e cooperazione internazionale, anche al fine di riservare una quota adeguata di fondi per finanziare la cooperazione con il Vicinato e l'Africa subsahariana, incluso l'ambito migratorio,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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PARERE DELLA IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa)

  La IV Commissione,
   esaminata, per la parte di propria competenza, la «Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2019» (Doc. LXXXVII, n. 3);
   considerato che, per quanto concerne i profili di competenza della Commissione Difesa, rilevano in particolare i primi due paragrafi del capitolo 10 della parte seconda della Relazione, dedicati, rispettivamente, alla «Politica estera e di sicurezza comune» e alla «Politica di sicurezza e difesa comune»;
   sottolineato come la Relazione, con riguardo alla Politica estera e di sicurezza comune, precisi che il Governo ha lavorato affinché l'area mediterranea, caratterizzata da forte instabilità, assumesse una dimensione centrale, confermando l'accento sull'elaborazione di politiche migratorie efficaci, nonché sullo sviluppo della capacità dei Paesi vicini di gestire in proprio i fenomeni che impattano sulla sicurezza dell'Europa;
   evidenziato, con riguardo alla Politica di sicurezza e difesa comune, che nel 2019 è stata avviata la fase di attuazione e consolidamento della Cooperazione strutturata permanente (PESCO), con l'obiettivo di assicurare efficienza decisionale e rigorosi meccanismi di verifica degli impegni assunti dagli Stati partecipanti e che, in particolare, nell'ultimo periodo dell'anno, è stato formalmente avviato il processo di revisione strategica della PESCO, che mira a rivedere le procedure di gestione della Cooperazione strutturata permanente per renderla sempre più rilevante ed efficace,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   valuti il Governo l'opportunità di adoperarsi in sede europea perché sia rivista la decisione assunta dal Consiglio UE il 27 marzo 2015, con la quale è stato istituito il c.d. «meccanismo Athena» nell'ambito della Politica estera e di sicurezza comune. La revisione auspicata è nel senso che il Consiglio opti per un ampliamento delle c.d. spese comuni, disponendo un finanziamento diretto e totale delle stesse e ridefinendo la quota annuale versata dagli Stati membri non solo in relazione al PIL nazionale degli Stati ma tenendo anche in considerazione il numero dei dispositivi (uomini e mezzi) messi a disposizione dal singolo Stato membro nelle operazioni.

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PARERE DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE
(Bilancio, tesoro e programmazione)

  La V Commissione,
   esaminata la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

PARERE DELLA VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)

  La VI Commissione,
   esaminata la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

PARERE DELLA VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)

  La VII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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PARERE DELLA VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)

  La VIII Commissione,
   esaminata la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3), per le parti di competenza;
   preso atto che la Relazione, relativamente alle politiche ambientali, sottolinea che esse sono attualmente interessate dalle iniziative nell'ambito del green deal, presentato nel mese di dicembre 2019, e dalla revisione in corso degli obiettivi climatici nella prospettiva di rendere l'Unione europea un continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050;
   evidenziato che la parte terza, che riguarda l'attuazione delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale, mostra come, rispetto ad altri obiettivi, le performance migliori dell'avanzamento finanziario, misurato in termini di rapporto percentuale tra spesa certificata al 31 dicembre 2019 e risorse programmate nell'ambito degli obiettivi tematici (OT) si riscontrano per l'OT7 «Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete» con una quota di spesa certificata del 36,6 per cento sulle risorse programmate,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

PARERE DELLA IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

  La IX Commissione,
   esaminata la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3), per le parti di competenza;
   premesso che la Relazione dà conto dello stato di attuazione dei principali dossier in corso di esame con particolare riferimento, per quanto riguarda il settore delle comunicazioni, al mercato unico digitale, allo sviluppo del 5G e delle reti di ultima generazione, nonché alle iniziative in corso volte a rafforzare la cybersicurezza;
   considerato che, con riferimento al settore dei trasporti, oltre che a dar conto delle attività svolte dal Governo con riferimento alla definizione delle disposizioni relative all’ omologazione dei veicoli, si Pag. 15dà conto delle attività riferite al pacchetto dei regolamenti sull'autotrasporto, con riferimento al cabotaggio delle merci, recentemente pubblicati; inoltre con riferimento alla discussione in corso sulla revisione della rete trans-europea globale in termini di inclusione di nuovi nodi e aggiornamento dello stato di sezioni stradali, ferroviarie e fluviali, la Relazione dà conto delle trattative alle quali l'Italia ha partecipato e delle posizioni assunte, con particolare riferimento ai profili concernenti il finanziamento di tali infrastrutture;
   segnalato che, con riferimento al trasporto aereo, ampio spazio è dedicato alla descrizione delle attività finalizzate alla conclusione di accordi globali e Common Aviation Area (CAA) condotti dalla Commissione europea, nonché alle iniziative per la protezione ambientale nel trasporto aereo con l'obiettivo di riduzione delle emissioni gassose, al fine di garantire l'impegno internazionale, comunitario e nazionale per il contenimento dei cambiamenti climatici;
   rilevato che, con riferimento al settore marittimo, la Relazione dà conto delle attività del Governo in relazione all'implementazione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi (2014/94/UE),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

PARERE DELLA X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo)

  La X Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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PARERE DELLA XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)

  La XI Commissione,
   esaminata, per quanto di competenza, la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3);
   considerato che la relazione dà analiticamente conto delle attività svolte dall'Italia nell'ambito dell'Unione europea nel corso del 2019;
   preso atto dell'impegno del Governo nel contrasto della disoccupazione, specialmente quella giovanile, anche ricorrendo ai programmi operativi nazionali finanziati dal Fondo sociale europeo, tra cui, in particolare, il Programma operativo nazionale dell'Iniziativa per l'occupazione giovanile – PON IOG, il Programma operativo nazionale sistemi di politiche attive per l'occupazione – Pon SPAO e il Programma operativo complementare del Pon SPAO – Poc SPAO, con le cui risorse sono stati finanziati incentivi all'assunzione, rispettivamente, di giovani NEET (not in education, employment or training) e di lavoratori del meridione («Occupazione sviluppo sud»);
   apprezzata la partecipazione italiana al processo di approvazione della direttiva (UE) 2019/130, che modifica la direttiva 2004/37/CE, in materia di esposizione a sostanze chimiche cancerogene o mutagene nei luoghi di lavoro, al negoziato sul testo contenente la proposta di direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell'Unione europea, concluso con l'adozione definitiva della direttiva (UE) 2019/1152, nonché a quello per l'adozione del testo finale del regolamento istitutivo della Autorità europea del lavoro (ELA);
   rilevata la prosecuzione, nel corso del 2019, della partecipazione del Governo italiano alle attività nell'ambito della Piattaforma europea sul lavoro non dichiarato, nonché nello specifico comitato riguardante l'attività ispettiva;
   preso atto dell'impegno italiano nella ricerca di soluzioni di compromesso nel negoziato, non ancora concluso, per l'approvazione della riforma del regolamento 883/2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale;
   apprezzato l'impegno del Governo nel negoziato che ha portato all'approvazione della direttiva (UE) 2019/1158 relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza (Work life balance), impegno che continua con la partecipazione a un Gruppo di lavoro tecnico per l'elaborazione di linee guida per la trasposizione della nuova normativa europea negli ordinamenti nazionali;Pag. 17
   segnalate le numerose iniziative realizzate nel 2019 per il contrasto del fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, a sostegno del Piano triennale di interventi in corso di definizione da parte del Tavolo caporalato, elaborate attraverso il coordinamento e l'integrazione delle risorse europee, nazionali e regionali, con l'obiettivo di evitare la frammentazione della spesa e la sovrapposizione degli interventi,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

PARERE DELLA XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)

  La XII Commissione,
   esaminata, per le parti di propria competenza, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

PARERE DELLA XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)

  La XIII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVII, n. 3);
  premesso che:
   — nella Relazione si richiama l'attenzione sull'attività svolta dal Governo, nell'ambito del negoziato per la definizione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'Unione europea 2021-2027, volta a contrastare ulteriori tagli alle politiche tradizionali dell'Unione (politica di coesione economica e sociale e politica agricola comune), il cui ruolo resta centrale per assicurare equità e sostenibilità nel contesto dell'integrazione europea e della globalizzazione;Pag. 18
   — in particolare, l'Esecutivo si è adoperato al fine di ottenere una ripartizione delle risorse volta a privilegiare i Paesi e le regioni maggiormente colpiti dalla crisi economico-finanziaria;
   — per quanto riguarda l'agricoltura, il Governo ha difeso i fondi destinati al settore agricolo nazionale e si è opposto alla prosecuzione del meccanismo di c.d. convergenza esterna dei pagamenti diretti agli agricoltori, che premia l'estensione delle aziende agricole senza tenere conto di aspetti rilevanti come la qualità delle colture, l'intensità degli investimenti effettuati, l'occupazione generata dal settore agricolo e i costi del terreno e dei fattori produttivi;
  rilevato che:
   — nel documento in esame, si evidenzia come, nel corso del 2019, il Governo abbia continuato a partecipare ai negoziati, tuttora in corso, sulla riforma della PAC, formulando osservazioni finalizzate alla modifica dei testi delle proposte legislative;
   — nello specifico, la posizione dell'Esecutivo è quella di assicurare almeno il mantenimento di adeguate risorse per il finanziamento della PAC, sottolineando l'esigenza di garantire un equo reddito ai produttori agricoli, anche alla luce delle frequenti crisi verificatesi negli ultimi anni, garantendo allo stesso tempo la semplicità gestionale ed il contenimento degli oneri amministrativi connessi;
   — in tale ambito, un impegno particolare è stato dedicato all'armonizzazione del nuovo modello di governance proposto, per consentirne la compatibilità con l'assetto costituzionale italiano, di natura regionalistica;
   — in collaborazione con Regioni e province autonome, si è dato avvio ai lavori preparatori del Programma Strategico Nazionale attraverso la predisposizione di nove documenti strategici (policy brief) che individuano i principali fattori di forza, debolezza, opportunità e minacce dell'agricoltura italiana e rilevano le principali fonti dei dati da utilizzare per la definizione dei relativi target;
   — per quanto riguarda il «regolamento orizzontale» il Governo ha presentato e sostenuto in sede di Consiglio, tra le altre, la modifica che consente agli Stati membri di riconoscere nuovi organismi pagatori nell'ambito delle Regioni che ne siano prive, in considerazione delle esigenze nazionali;
  rilevato altresì che:
   — la Relazione ricorda che nel novembre 2019 la Commissione europea ha presentato due proposte legislative che stabiliscono le disposizioni transitorie per l'estensione a tutto il 2021 dell'attuale quadro regolamentare della PAC; ricorda, inoltre, che l'Esecutivo, al fine di mitigare le difficoltà finanziarie degli agricoltori dovute alle avverse condizioni climatiche, alle emergenze fitosanitarie e alla crisi di alcuni settori produttivi, ha chiesto ed ottenuto l'autorizzazione all'erogazione di anticipi PAC fino al 70 per cento degli importi Pag. 19concessi sotto forma di pagamenti diretti e fino all'85 per cento per il sostegno garantito per lo sviluppo rurale;
  considerato che:
   — come messo in risalto, in più di un'occasione, dalla Corte dei Conti europea, si registra, da parte del nostro Paese, un sensibile ritardo nell'utilizzo dei fondi europei, in parte attribuibile alla difficoltà delle Regioni di impiegare il volume delle risorse loro assegnate;
   — l'Italia, nel 2019, ha utilizzato solo il trenta per cento delle risorse europee, contro una media del quaranta per cento del resto dell'Unione;
   — è opportuno che l'Esecutivo si adoperi affinchè siano introdotti più efficaci sistemi di monitoraggio e verifica della capacità di spesa dei fondi europei da parte delle Regioni, anche in vista della complessa sfida che il nostro Paese è chiamato ad affrontare nei prossimi anni per contrastare i danni economici e sociali provocati dalla crisi epidemiologica tuttora in atto e delle ingenti risorse che, proprio a questo scopo, saranno messe a disposizione dall'Unione europea;
  osservato che:
   — relativamente al settore della pesca, nel documento si sottolinea come il Governo abbia continuato nell'applicazione del regolamento (UE) n. 1380/2013, che ha previsto l'introduzione graduale dell'obbligo di sbarco di individuate specie quando queste non possono essere destinate al consumo umano diretto in quanto di taglia inferiore a quella prevista per la commercializzazione;
   — si sottolinea altresì come, nel corso del 2019, sia continuata la collaborazione con gli Stati membri realizzata nei vari contesti internazionali e siano proseguite, in sede unionale, le attività di negoziato relativamente al testo del nuovo regolamento sui controlli sulle attività di pesca;
   — nel quadro dell'attuazione del Programma operativo (PO) del FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca), il Governo segnala infine che, al 31 dicembre 2019, sono state attivate 51 delle 54 misure previste dal Programma a valere su tutte le sei Priorità;
  considerato, infine, che:
   — nell'ambito delle politiche sul clima-energia, con riferimento alla Strategia a lungo termine dell'Unione per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra conformemente all'accordo di Parigi, è stata varata una proposta per inserire misure volontarie per il settore agricolo finalizzata alla limitazione delle emissioni, e per Pag. 20modificare il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima, al fine di ottimizzare il ruolo delle filiere connesse alla produzione delle biomasse di origine forestale ed agroforestale, in un'ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale;
  esprime

PARERE FAVOREVOLE