Doc. LVII, n. 2-bis-A-bis

RELAZIONE DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE
(BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)

Presentata alla Presidenza il 9 ottobre 2019

(Relatrice di minoranza: LUCASELLI)

sulla

NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2019

(Articoli 7, comma 2, lettera b), e 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196)

presentata dal presidente del consiglio dei ministri
(CONTE)

Trasmessa alla Presidenza il 1o ottobre 2019  

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I N D I C E

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  Onorevoli Colleghi ! — La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019 (NADEF) riporta una crescita annuale del PIL reale allo 0,1 per cento, dallo 0,2 del DEF, stimandone nel complesso la crescita nominale per il 2019 all'1 per cento, rispetto all'1,2 per cento del DEF.
  Il quadro tendenziale descritto dallo scenario macroeconomico evidenzia un trend della crescita 2019 sul 2020 al ribasso, dallo 0,8 allo 0,4 per cento, rispetto a quanto prefigurato nel DEF.
  L'evidente stagnazione dell'economia italiana nel 2019 è dovuta principalmente ad una crescita insufficiente della domanda interna, resa ancora più flebile dal tasso di crescita dei consumi delle famiglie allo 0,4 per cento in media d'anno, tra i più bassi dal 2014, con un ritmo di aumento degli investimenti molto basso rispetto al 2018.
  La NADEF per il 2019 descrive un bilancio pubblico sotto pressione a causa di politiche di spesa onerose compensate con la scorsa legge di bilancio attraverso l'ulteriore incremento delle clausole IVA, portate dai 23 miliardi di euro nel 2020 a quasi 29 miliardi nel 2021.
  Tra gli obiettivi del nuovo Governo, punto cardine è il rilancio della crescita assicurando contemporaneamente l'equilibrio dei conti pubblici. Nell'attuale fase economica, l'obiettivo della crescita è di fondamentale importanza per contrastare, attraverso il rilancio di investimenti, l'indebolimento dell'economia. Tuttavia gli obiettivi programmatici descritti sono vuoti da questo punto di vista ed anticipano una manovra finanziaria per il 2020 ulteriormente modificata rispetto ai propositi iniziali annunciati dal Governo.
  Dal quadro finanziario di insieme e dai provvedimenti descritti che formeranno la manovra di bilancio 2020 non emerge nessuna misura concreta e lungimirante per favorire la crescita e a sostegno delle piccole e medio imprese.
  Si punta alla realizzazione di misure di crescita e sviluppo attraverso interventi quali la sterilizzazione delle clausole IVA, la riduzione del cuneo fiscale e la lotta all'evasione fiscale, che da sola costa 7 miliardi di euro.
  A tale riguardo, nella NADEF sono elencati ben 22 disegni di legge, tra i quali, solo per fare alcuni esempi, quelli relativo alla riduzione del cuneo fiscale e alle misure di sostegno alla genitorialità e alle famiglie.
  È evidente che un numero così ragguardevole di disegni di legge collegati vada a svuotare ulteriormente la concretezza della manovra prevista, rimandando e frammentando gli interventi e dilazionandone, di conseguenza, l'efficacia alla fase attuativa degli stessi.
  Nello specifico, è necessario soffermarsi sulla misura più volte annunciata dal Governo relativa al taglio del cuneo fiscale sul lavoro. A tale intervento sono destinati appena 2,7 miliardi da luglio 2020 e 5,4 miliardi per il 2021, con flebili effetti che nulla hanno a che fare con i programmi annunziati dal Governo e che non portano valore aggiunto alle tasche dei lavoratori italiani.
  Dunque, non solo scarse risorse messe a disposizione per la crescita segnatamente per il tessuto imprenditoriale, ma regolamentate con misure che non avranno efficacia sulla crescita economica del Paese nel medio periodo.
  Uno degli aspetti sui quali con forza intendiamo ritornare è relativo alla misura di rimodulazione delle aliquote IVA differenti in base al metodo di pagamento, misura a nostro avviso palesemente discriminatoria verso i più deboli non detentori di strumenti di pagamento elettronici.Pag. 6
  Riteniamo infatti che il contrasto all'evasione fiscale abbia senso se applicato su grandi numeri e sugli attori di grandi flussi economico-finanziari, in primis le banche, e non sulle fasce più deboli della società. Dall'abolizione del contante gli unici a trarne vantaggio saranno i grandi istituti di credito unitamente alle grandi realtà economiche, non qualificandosi, pertanto, come uno strumento prioritario nella lotta all'evasione.
  Agli aspetti sopraelencati si aggiunge un ulteriore paradosso: dalla lotta all'evasione fiscale sarebbero attesi 7,2 miliardi di euro di maggiori entrate. È evidente la scarsa attendibilità di una cifra così incerta e aleatoria come quella dei proventi derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, dal momento che è verosimile il rischio di ulteriori clausole di salvaguardia, già verificatosi negli anni passati, che altro non farebbero che posticipare di un altro anno l'aggiustamento dei conti richiesto da Bruxelles.
  A conferma della sovrastima del suddetto gettito è opportuno ribadire anche che la fatturazione elettronica quale misura antievasione era stata quantificata in circa 2,5 miliardi di euro; la cosiddetta “pace fiscale” introdotta dal precedente Governo ha previsto un gettito di 25 miliardi in 5 anni.
  Mentre la sola limitazione dell'uso del contante, accompagnata da una contestuale incentivazione della moneta elettronica, al di là degli aspetti discutibili già citati, può nel lungo periodo produrre deboli effetti positivi nella lotta all'evasione, ben lontani da siffatto gettito.
  Ribadiamo ancora una volta la debolezza dell'economia italiana caratterizzata da un debito ancora significativo e da dubbie prospettive di crescita che continuano ad incidere in maniera negativa sulla tenuta e sulle potenzialità dell'intero sistema sociale ed economico del nostro Paese.
  Come gruppi di opposizione vogliamo evitare di ritrovarci nelle situazioni già vissute nei mesi passati dove ad annunci plateali di nuovi “boom economici” sul modello degli anni Sessanta, corrispondano poi immobilismo economico e irrealistiche misure di crescita. Chiediamo pertanto al Governo prioritariamente di disattivare totalmente le clausole di salvaguardia relative all'aumento dell'IVA e delle accise sulla benzina e sui tabacchi previsto a legislazione vigente a partire dal 2020, escludendo, fin da subito, ipotizzati interventi di rimodulazione dell'IVA.
  Chiediamo altresì di intervenire nell'immediato nell'ambito del disegno di legge di bilancio per il 2020, e non nel collegato ad hoc, sull'impatto del cuneo fiscale sulle imprese, i liberi professionisti e i lavoratori, utilizzando le risorse provenienti dal finanziamento del reddito di cittadinanza per il quale la legge di bilancio 2019 prevede per l'anno 2020 uno stanziamento di oltre 8 miliardi di euro.
  Riteniamo fondamentale che vengano introdotte già nel prossimo disegno di legge di bilancio disposizioni volte a favorire l'occupazione e l'imprenditorialità femminile, unitamente a misure tese a promuovere e garantire la parità retributiva di genere, oltre che favorire la conciliazione delle esigenze di vita professionale e vita privata.
  Chiediamo che venga ulteriormente garantito, in ogni caso, che le paventate misure di agevolazione, potenziamento ed estensione dei pagamenti elettronici, attraverso una maggiore diffusione dell'utilizzo di strumenti tracciabili, non comportino dei limiti e dei conseguenti aggravi economici per le famiglie e le imprese e si realizzino a costo zero, senza commissioni.
  Sarebbe opportuno, in tale contesto, avviare l'introduzione di una “vera” flat tax per famiglie e imprese, partendo dalla definizione di una flat tax sui redditi incrementali, con un'aliquota unica per tutti, per poi procedere ad un intervento generale, con particolare riguardo ai redditi medio-bassi.
  È inoltre necessario prevedere, anche con accordi internazionali, interventi volti a contrastare la grande evasione sulle transazioni digitali (web tax).
  Ribadiamo, come gruppi di opposizione, le nostre criticità rispetto alle misure così come delineate nella NADEF, Pag. 7segnatamente per quanto attiene al sostegno alla crescita economica e, in particolar modo, al sostegno alle piccole e medio imprese, paradossalmente grandi escluse dalla manovra.
  I gruppi di opposizione sono fermamente convinti che sia assolutamente necessario e urgente invertire la rotta e avviare nuove e più incisive politiche per lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Ylenja LUCASELLI,
Relatrice di minoranza.