CAMERA DEI DEPUTATI

Doc. XXII, n. 41

PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE

d'iniziativa della deputata GRIBAUDO

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione dei giovani in Italia e sull'efficacia delle politiche giovanili

Presentata il 26 febbraio 2020

  Onorevoli Colleghi! – La crisi economica iniziata nel 2008, che perdura in Italia e in Europa con una lunga stagnazione del lavoro e dei redditi, ha definitivamente rovesciato una delle profonde convinzioni della cultura novecentesca: il continuo miglioramento delle condizioni di vita delle future generazioni rispetto a quelle che le hanno precedute. I giovani, la componente fondamentale per il presente e per il futuro del nostro Paese, così bisognoso di forze fresche, di innovazione e di competenze, sono stati e continuano a essere ostacolati da barriere di ogni tipo. Dapprima nell'accesso a una formazione di qualità, visti i drammatici risultati dei test INVALSI 2019, che ci narrano di un Paese con differenze territoriali inaccettabili nella comprensione di un testo di italiano o nella soluzione di un problema matematico. La situazione peggiora all'avanzare dell'età, e dei costi da sostenere per proseguire gli studi. I dati Almalaurea ci parlano di un preoccupante calo delle immatricolazioni all'università, in controtendenza rispetto al resto del mondo occidentale. Un disinvestimento nelle risorse umane che si concretizza in 40.000 immatricolazioni in meno negli ultimi dieci anni, pari al 13 per cento del totale. Coloro che, comunque, riescono a proseguire e a concludere gli studi spesso abbandonano il nostro Paese dopo un periodo di scarso successo o di mancata valorizzazione nel mondo del lavoro, attratti all'estero da stipendi più alti fino al 61 per cento. Secondo i dati ISTAT, 150.000 cittadini italiani si sono trasferiti all'estero nel 2018: in gran parte erano giovani.
  Nonostante gli sforzi condotti negli ultimi anni per contrastare il fenomeno, mediante gli strumenti nazionali e la realizzazione di strategie straordinarie quali la Garanzia giovani, il tasso di disoccupazione giovanile nel 2018 si attestava ancora su livelli alti (32,2 per cento), accompagnato da un dato ancora più preoccupante: quello dei giovani non occupati e non in istruzione e formazione, noti con l'acronimo «NEET», che riporta che un giovane su quattro nel nostro Paese non studia né lavora: un esercitoPag. 2 di 875.000 ragazzi. Questa realtà incide fortemente sulla possibilità di andare a vivere da soli, un traguardo difficilmente raggiungibile anche per coloro che lavorano a basso reddito o studiano senza alcuna agevolazione o borsa di studio. In tutti questi casi l'indipendenza abitativa non è una scelta. La casa dei genitori diviene così un inevitabile senso unico: sono in questa condizione il 49,3 per cento dei giovani fra i 25 e i 34 anni di età, secondo i dati di EUROSTAT, contro una media europea del 28,5 per cento.
  Impossibile, di fronte a questa situazione, aspettarsi buone notizie dal punto di vista demografico. Secondo i dati raccolti dal Rapporto Giovani dell'Istituto Toniolo, i ragazzi italiani vorrebbero diventare genitori a 28 anni e fare almeno due figli. Ma nella realtà aspettano almeno tre anni in più e fanno un figlio in meno.
  Nel frattempo, i giovani maturano aspettative e mentalità completamente diverse da quelle dei loro coetanei della generazione precedente. Sono nati e cresciuti senza il muro di Berlino e con una percezione diversa dell'Unione europea, oltre che con l'abitudine alla multiculturalità e all'etno-diversità. Per i ragazzi italiani il mondo digitale è stato un costante compagno di crescita: essi hanno vissuto i ritmi esponenziali dell'innovazione tecnologica contemporaneamente ai loro progressi formativi e possiedono un'innata capacità di relazionarsi con essa, tanto che alcuni studi li hanno definiti «nativi digitali».
  Proprio per questo motivo, però, spesso non sono in grado di controllare quegli stessi strumenti con i quali hanno una familiarità innata: in particolare, rispetto alla propria privacy, alla veridicità o alla falsità delle informazioni a disposizione, nonché all'utilizzo lecito o illecito della tecnologia per fini personali. Allo stesso tempo, i giovani rischiano di essere disillusi dalla durata della crisi e della stagnazione economica e le loro aspettative e aspirazioni rischiano una pericolosa involuzione.
  Attorno alle macro-tematiche, questioni profonde condizioneranno la loro vita di adulti: l'educazione civica, sessuale e culturale e lo sport. Sono sporadiche le ricerche che ci avvertono di tendenze che il legislatore dovrebbe indirizzare e ancora più difficile è riuscire ad avere una visione d'insieme che permetta strategie di lungo periodo. Più spesso accade che siano eventi drammatici, come la prostituzione minorile auto-promossa o le conseguenze terribili delle situazioni di bullismo e cyberbullismo, ad accendere brevemente i riflettori sulle giovani generazioni, generando proposte settoriali che rischiano di mancare dell'organicità necessaria alla soluzione di problemi complessi.
  Per questi motivi si propone di istituire una Commissione di inchiesta sulla condizione dei giovani in Italia e sulle politiche giovanili, con particolare riferimento alla loro efficacia.
  All'articolo 1, infatti, l'oggetto dell'inchiesta è simmetricamente diviso in due parti. La prima riguarda l'indagine da effettuare sulla condizione dei giovani rispetto all'occupazione, alla formazione, all'abitazione, alla salute, alle loro prospettive e aspirazioni, compresa quella di creare una famiglia, nonché alla loro visione del mondo in generale.
  La seconda parte riguarda ciò che lo Stato attivamente fa (o vorrebbe fare) per risolvere i loro problemi, rispetto a tutti i punti citati.
  L'articolo 2 fissa in venti il numero dei deputati componenti la Commissione, nonché in dodici mesi la durata della stessa.
  Gli articoli 3 e 4 disciplinano i poteri e i limiti della Commissione e l'obbligo del segreto, in base alle prassi parlamentari e alle regole specificamente previste dal Regolamento della Camera dei deputati e dalla Costituzione.
  L'articolo 5 disciplina l'organizzazione della Commissione e la dotazione finanziaria della stessa, parte della quale è vincolata a indagini demoscopiche.

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PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE

Art. 1.
(Istituzione e compiti)

  1. È istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione dei giovani in Italia e sull'efficacia delle politiche giovanili, di seguito denominata «Commissione».
  2. La Commissione ha il compito di:

   a) approfondire la conoscenza sulla condizione dei giovani italiani di età compresa tra 14 e 34 anni in merito:

    1) alla composizione demografica;

    2) al grado di istruzione e di formazione;

    3) alla condizione occupazionale;

    4) alle caratteristiche della disoccupazione e dell'inoccupazione giovanili;

    5) alle aspettative previdenziali dei giovani, nonché alla conoscenza e all'utilizzo di forme previdenziali integrative;

    6) alla condizione di salute dei giovani;

    7) alle modalità, alle motivazioni e agli ostacoli relativi all'indipendenza abitativa, con particolare riferimento ai motivi di studio, lavoro, collocazione geografica, contesto sociale e reddito familiare;

    8) alle intenzioni e alle opportunità di creare nuovi nuclei familiari;

    9) alle modalità di spostamento quotidiano nei percorsi casa-studio-casa o casa-lavoro-casa;

    10) alla partecipazione a forme di associazionismo, allo svolgimento di attività di volontariato, all'adesione al servizio civile nazionale o regionale, nonché all'adesione a qualsiasi tipo di organizzazione del Terzo settore;

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    11) alla fruizione del patrimonio storico e artistico, nonché alla partecipazione attiva e passiva alle attività culturali e dello spettacolo;

    12) al grado di internazionalizzazione delle loro esperienze di studio o di lavoro; al grado di adesione al progetto europeo, di conoscenza delle istituzioni dell'Unione europea e di riconoscimento delle sue azioni;

    13) alla partecipazione alla dimensione politica;

    14) alla tipologia dei mezzi utilizzati ai fini dell'informazione e al tempo a essa dedicato; alle tematiche percepite come più importanti per la società e a quelle di maggiore interesse personale, nonché alla fiducia nei mezzi di informazione;

   b) analizzare compiutamente il numero, il carattere, i settori di azione e l'organicità delle politiche giovanili in Italia, in particolare rispetto ai criteri di efficienza, efficacia e uniformità nel territorio nazionale, riguardanti:

    1) le politiche di integrazione e di rispetto della multiculturalità e dell'etno-diversità tra i giovani, con particolare riferimento al contesto educativo;

    2) la promozione del diritto allo studio scolastico e universitario;

    3) le azioni intraprese a ogni livello territoriale e a ogni grado dell'istruzione volte a contrastare l'abbandono scolastico, a favorire l'orientamento allo studio e al lavoro nonché a garantire percorsi di formazione alternativi o aggiuntivi alla scuola e all'università, che costituiscano un mezzo di avviamento professionale, di apprendimento di arti e di mestieri o di sviluppo dell'imprenditorialità giovanile;

    4) l'integrazione tra le politiche del lavoro e la capillarità dei suoi strumenti, nonché i risultati da prodotti rispetto agli obiettivi dichiarati, con particolare riferimento alle agenzie per il lavoro, ai centri per l'impiego, alla promozione della Garanzia giovani e di altri programmi nazionali,Pag. 5 regionali, locali o settoriali per la ricerca attiva del lavoro;

    5) gli effetti della vigente normativa previdenziale sull'età pensionabile e sull'importo della pensione dei giovani;

    6) l'azione di informazione e di prevenzione effettuata a ogni grado d'istruzione e dagli enti territoriali a tutti i livelli per quanto riguarda il consumo di tabacchi, alcolici, superalcolici e stupefacenti; l'offerta di consulenza psicologica gratuita o agevolata; gli incentivi e le opportunità di praticare attività sportiva; l'educazione sessuale e la prevenzione rispetto alla diffusione di malattie sessualmente trasmissibili; l'educazione a una corretta alimentazione; le azioni per garantire il rispetto nelle relazioni tra i sessi;

    7) le opportunità e gli incentivi per raggiungere l'indipendenza abitativa, attraverso l'utilizzo di un immobile di proprietà della famiglia, l'acquisto della prima casa, incentivi alla locazione anche a canone agevolato;

    8) i bonus e gli incentivi previsti per chi ha figli in età compresa tra 0 e 18 anni, la possibilità di utilizzare congedi per maternità e per paternità e il loro effettivo utilizzo; la disponibilità di asili nido e di altre strutture per la prima infanzia;

    9) l'offerta di trasporto pubblico per il tragitto casa-studio-casa e casa-lavoro-casa rispetto alla domanda, le agevolazioni nei trasporti per i giovani, la possibilità e la volontà di utilizzare, nonché l'effettivo utilizzo, di mezzi di mobilità sostenibile, con particolare riferimento alla ciclabilità, la frequenza nell'uso di un mezzo di trasporto privato e l'utilizzo di forme di mobility sharing;

    10) le opportunità a disposizione per l'associazionismo e il volontariato giovanile, l'ampiezza, la promozione e l'efficacia dei programmi di servizio civile nazionale e regionale;

    11) le politiche di incentivo e le agevolazioni per la fruizione del patrimonio storico e artistico, nonché per la partecipazionePag. 6 attiva e passiva alle attività culturali e dello spettacolo;

    12) le agevolazioni e i programmi previsti per lo svolgimento di periodi di studio o di lavoro ovvero di viaggi all'estero, con particolare riferimento ai programmi dell'Unione europea, e le caratteristiche dell'insegnamento delle lingue straniere nella scuola e nell'università italiane, anche nel confronto metodologico con altre esperienze europee e internazionali;

    13) il grado di effettivo svolgimento dell'educazione civica nelle scuole e la presenza di programmi istituzionali, a qualsiasi livello territoriale, di stimolo all'interesse per la politica e all'abitudine a informarsi in maniera cosciente e plurale;

   c) acquisire le proposte operative che provengono dalle istituzioni territoriali, scolastiche e universitarie, da fondazioni ed enti di ricerca, dalle associazioni locali di cittadini, dagli enti del Terzo settore, dai sindacati e dalle altre organizzazioni di categoria, nonché dalle organizzazioni rappresentative degli studenti e dei giovani;

   d) acquisire gli elementi oggettivi e le proposte operative che provengono dall'Unione europea, nonché informazioni sulle politiche giovanili adottate negli altri Paesi membri dell'Unione rispetto a quanto previsto dalla lettera b);

   e) riferire alla Camera dei deputati indicando eventuali interventi, anche di carattere normativo, ritenuti utili al fine di migliorare la condizione dei giovani in Italia e l'efficacia delle politiche giovanili.

Art. 2.
(Composizione e durata)

  1. La Commissione è composta da venti deputati, nominati dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare.
  2. Con gli stessi criteri e con la stessa procedura di cui al comma 1 si provvede Pag. 7alle sostituzioni che si rendano necessarie in caso di dimissioni dalla Commissione o di cessazione dal mandato parlamentare.
  3. Il Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei componenti, convoca la Commissione per la costituzione dell'ufficio di presidenza. L'ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, è eletto ai sensi dell'articolo 20, commi 2, 3 e 4, del Regolamento della Camera dei deputati.
  4. La Commissione conclude i propri lavori entro dodici mesi dalla data della sua costituzione e presenta alla Camera dei deputati, entro i successivi sessanta giorni, la relazione finale sulle indagini svolte.

Art. 3.
(Poteri e limiti)

  1. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale.
  2. La Commissione ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto.
  3. Sulle richieste a essa rivolte l'autorità giudiziaria provvede ai sensi dell'articolo 117 del codice di procedura penale. L'autorità giudiziaria può trasmettere copie di atti e di documenti anche di propria iniziativa.
  4. La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia ai sensi del comma 2 sono coperti dal segreto.
  5. Per il segreto di Stato nonché per il segreto d'ufficio, professionale e bancario si applicano le norme vigenti.

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  6. Per le testimonianze rese davanti alla Commissione, si applicano le disposizioni degli articoli da 366 a 384-bis del codice penale.
  7. La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari.

Art. 4.
(Obbligo del segreto)

  1. I componenti della Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni d'ufficio o di servizio sono obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti di cui all'articolo 3 che la Commissione abbia sottoposto al segreto funzionale.
  2. La violazione dell'obbligo di cui al comma 1, nonché la diffusione, in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, di atti e documenti del procedimento di inchiesta dei quali è stata vietata la divulgazione, sono punite ai sensi delle leggi vigenti.

Art. 5.
(Organizzazione dei lavori)

  1. La Commissione, prima dell'inizio dei lavori, adotta il proprio regolamento interno a maggioranza assoluta dei propri componenti.
  2. Le sedute sono pubbliche. Tuttavia, la Commissione può deliberare, a maggioranza semplice, di riunirsi in seduta segreta.
  3. La Commissione, per lo svolgimento dei suoi compiti, si avvale della collaborazione delle regioni, degli enti locali, dell'Istituto nazionale di statistica, delle università, delle rappresentanze sociali, delle associazioniPag. 9 culturali e di quartiere, delle associazioni anche locali che promuovono il dialogo interculturale e l'inclusione sociale e degli istituti pubblici e privati che si occupano dei giovani. La Commissione si avvale altresì dell'opera di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie di soggetti interni ed esterni all'amministrazione dello Stato autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò deputati e dai Ministeri competenti.
  4. Per lo svolgimento delle sue funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente della Camera dei deputati. La Commissione può stabilire, con il regolamento interno di cui al comma 1, le modalità di pubblicazione delle spese dalla stessa sostenute, fatte salve quelle connesse ad atti e documenti soggetti al regime di segretezza.
  5. Le spese per il funzionamento della Commissione sono poste a carico del bilancio della Camera dei deputati e sono stabilite in 80.000 euro, di cui il 50 per cento utilizzabile esclusivamente per la realizzazione di indagini demoscopiche.