Doc. XII-quinquies, N. 31

ASSEMBLEA PARLAMENTARE DELL'OSCE

Sessione Annuale di Lussemburgo

Risoluzione su «Educare gli scolari a evitare la tratta di esseri umani»

Trasmessa il 24 settembre 2019

Pag. 2

RISOLUZIONE SU «EDUCARE GLI SCOLARI A EVITARE LA TRATTA DI ESSERI UMANI»

  1. Ricordando le Risoluzioni dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE sulla tratta di esseri umani approvate dall'Assemblea Parlamentare dell'OSCE a San Pietroburgo (1999), Bruxelles (2006), Oslo (2010), Belgrado (2011), Monaco (2012), Istanbul (2013), Baku (2014), Helsinki (2015), Tbilisi (2016), Minsk (2017) e Berlino (2018), e tutti gli impegni dell'OSCE relativi alla lotta alla tratta di esseri umani, nonché le iniziative degli Stati partecipanti per attuare il Piano d'azione dell'OSCE per la lotta alla tratta di esseri umani (2003 e 2005), nonché l'Appendice a tale Piano d'azione (2013),

  2. Ricordando la Decisione del Consiglio dei Ministri dell'OSCE di Sofia sui Bisogni speciali in materia di protezione e assistenza dei bambini vittime della tratta (2004), la Decisione del Consiglio dei Ministri dell'OSCE di Bruxelles sulla lotta allo sfruttamento sessuale dei bambini (2006), la Decisione dei Ministri dell'OSCE di Madrid sulla lotta allo sfruttamento sessuale dei minori in Internet (2007), le Decisioni dei Ministri dell'OSCE di Vienna sul Rafforzamento delle iniziative di prevenzione della tratta degli esseri umani e sul Rafforzamento delle iniziative per combattere tutte le forme di tratta dei minori, ivi compreso lo sfruttamento sessuale, nonché tutte le altre forme di sfruttamento sessuale dei bambini (2017); nonché la Decisone dei Ministri dell'OSCE di Milano sul Rafforzamento delle iniziative di prevenzione e lotta alla tratta dei minori, ivi compresi i minori non accompagnati (2018),

  3. Ricordando il Protocollo di Palermo del 2000 per prevenire, reprimere e punire la tratta delle persone, in particolare delle donne e dei bambini, che integra la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalità organizzata transnazionale, allegato alla suddetta Convenzione,

  4. Allarmata dal fatto che, secondo le ultime ricerche mondiali dell'Organizzazione internazionale del lavoro, in ogni dato momento 16 milioni di persone sono sfruttate nell'ambito del traffico di manodopera, 4,8 milioni di persone nell'ambito della tratta a fini di sfuttamento sessuale, e 4 milioni sono sfruttate nell'ambito di lavori forzati imposti dalle autorità pubbliche, quali lavoro penitenziario, servizio militare forzato e lavori di pubblica utilità forzati,

  5. Preoccupata dal fatto che, secondo le ricerche dell'Organizzazione internazionale del lavoro, una su quattro delle vittime della tratta è un bambino,

  6. Consapevole che i bambini di tutte le condizioni socio-economiche possono essere facile preda dei trafficanti poiché non conoscono e non comprendono la minaccia che la tratta comporta, e che questa vulnerabilità può essere aggravata da ulteriori fattori, quali precedenti esperienze di violenza e abbandono, collocamento in istituti, fuga da casa, la condizione di minore separato dalla famiglia o non accompagnato, disabilità, appartenenza ad una minoranza nazionale, assenza di un certificato di nazionalità o di nascita, la condizione di richiedente asilo, rifugiato o sfollato interno, o povertà,

  7. Preoccupata dal fatto che i trafficanti sfruttino le tecnologie della comunicazione legate a Internet per adescare sistematicamente i bambini nella tratta e in altre Pag. 3forme di sfruttamento sessuale coinvolgendo – secondo uno studio effettuato su 6.000 segnalazioni a CyberTipline, il Centro nazionale statunitense per i bambini scomparsi e sfruttati (NCMEC) – un bambino in una conversazione/gioco di ruolo a sfondo sessuale come metodo di adescamento, piuttosto che come obiettivo (34 per cento); chiedendo a un bambino immagini sessualmente esplicite che lo ritraggono (33 per cento); stabilendo un rapporto positivo col bambino, spesso con complimenti e lodi; parlando di interessi «comuni» o esprimendo apprezzamenti («likes»)/commenti ai post online dei bambini, etc. (29 per cento); inviando immagini non richieste e sessualmente esplicite che ritraggono i trafficanti stessi (23 per cent); facendo finta di essere più giovani (20 per cento); offrendo a un bambino immagini sessualmente esplicite che li ritraggono (10 per cento); proponendo ai bambini uno scambio di immagini (9 per cento); offrendo ricompense in cambio di contenuti espliciti (8 per cento),

  8. Preoccupata dal fatto che, nella ricerca del NCMEC, i bambini si rendono vulnerabili inavvertitamente, con comportamenti on-line ad alto rischio, ad esempio mentendo e affermando di essere più grandi per avere accesso a determinate piattaforme che consentono loro di comunicare con persone più grandi; prendendo l'iniziativa nella comunicazione online e/o proponendo uno scambio con i delinquenti, chiedendo ad esempio un corrispettivo finanziario, alcol/droga, regali, etc. in cambio di contenuti sessualmente espliciti che li ritraggono; e inviando fotografie o video espliciti che li ritraggono (attività nota come «sexting») ad un altro utente,

  9. Allarmata dal fatto che l'età media riscontrata dallo studio del NCMEC per l'adescamento online era 15 anni, e che quasi tutti i bambini hanno dichiarato di non conoscere il delinquente, eccetto che per la comunicazione online,

  10. Consapevole che l'Istituto per la lotta alla tratta di esseri umani (Human Trafficking Institute) ha segnalato che nel 2018 nel 28 per cento dei procedimenti penali federali per tratta negli Stati Uniti la vittima aveva conosciuto il trafficante attraverso i social media,

  11. Allarmata dal fatto che la maggior parte dei bambini non sono preparati ai ricatti, ai maltrattamenti, alla forza, alla coercizione psicologica o alle false promesse di un lavoro, un'istruzione e un'avventura sentimentale, utilizzate dai trafficanti per soggiogare i bambini,

  12. Consapevole che i bambini possono non chiedere aiuto perché non comprendono ciò che gli è successo, per paura dei trafficanti, paura di esser puniti o perché non sono informati delle possibilità di scelta a loro disposizione, o perché non si fidano delle autorità,

  13. Preoccupata dalle segnalazioni secondo le quali vi sono bambini che vanno a scuola di giorno e di notte sono vittime della tratta,

  14. Incoraggiata dal fatto che le organizzazioni non governative (ONG) quali il progetto Frederick Douglass Family Initiatives Protect, A21, Just Ask, il NCMEC e altre ancora hanno realizzato dei corsi per le scuole in base all'età degli allievi per insegnare agli studenti ad evitare le trappole della tratta, e per formare i docenti in modo che sappiano individuare e aiutare gli studenti che possano essere caduti nella trappola della prostituzione e in altre forme di sfruttamento sessuale,

L'Assemblea Parlamentare dell'OSCE:

  15. Chiede agli Stati partecipanti dell'OSCE di cominciare a educare preventivamente gli studenti per evitare che cadano nelle trappole della tratta sin da una giovane età e prima che i trafficanti possano cominciare ad adescare i bambini;

  16. Invita gli Stati partecipanti dell'OSCE a valutare la percentuale di vittime della tratta costituita da bambini, l'età Pag. 4media d'ingresso dei bambini nella tratta, i tipi di tratta nei quali sono coinvolti i minori, e se le vittime in età infantile siano concentrate in determinate regioni, città o scuole nei rispettivi Stati, o siano appartenenti ad una particolare minoranza;

  17. Richiede agli Stati partecipanti dell'OSCE di individuare i corsi nei quali si possa facilmente integrare la prevenzione della tratta, ad esempio i corsi su argomenti quali salute, governo, storia, giustizia penale o educazione sessuale;

  18. Invita gli Stati partecipanti dell'OSCE a considerare varie modalità di formazione degli insegnanti e dei consulenti d'orientamento, quali i corsi online, l'obbligo di formazione continua degli insegnati, o la partecipazione di persona a seminari;

  19. Chiede agli Stati partecipanti dell'OSCE di collaborare con i distretti scolastici, le forze dell'ordine, le agenzie di tutela dell'infanzia e della famiglia, i centri di accoglienza per i giovani in fuga e senza casa, le ONG per la lotta alla tratta, e le comunità culturali o religiose nella formazione alla prevenzione e nella definizione di un protocollo unificato e scritto per rispondere alle vittime individuate;

  20. Incoraggia gli Stati partecipanti dell'OSCE a prestare particolare attenzione alla prevenzione dell'abuso da parte dei trafficanti delle tecnologie di comunicazione legate a Internet, offrendo ai bambini un'educazione completa e continua al fine di evitare comportamenti online ad alto rischio, quali mentire sulla propria età affermando di essere più grandi per accedere a determinate piattaforme che consentono la comunicazione con persone più grandi d'età; prendere l'iniziativa nella comunicazione online e/o proporre uno scambio (corrispettivo finanziario, alcol/droga, regali, etc.) con i delinquenti in cambio di contenuti personali sessualmente espliciti, e inviare di fotografie o video espliciti ritraenti la propria persona ad un altro utente;

  21. Incoraggia gli Stati partecipanti a insegnare agli adolescenti a distinguere tra un'offerta di lavoro credibile e un'offerta di lavoro che possa essere una porta d'ingresso nella tratta di esseri umani, in particolare quando tali offerte sono associate ad eventi importanti noti perché comportano alti tassi di sfruttamento sessuale;

  22. Incoraggia gli Stati partecipanti a realizzare programmi di prevenzione culturalmente idonei ai bambini autoctoni e agli altri gruppi vulnerabili in ogni contesto locale, data la prevalenza di persone appartenenti a questi gruppi nella tratta di esseri umani.