Doc. IV-ter, N. 14-A

RELAZIONE
DELLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI

(Relatore: VINCI)

sulla

RICHIESTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITÀ, AI SENSI DELL'ARTICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLA COSTITUZIONE, NELL'AMBITO DI UN PROCEDIMENTO PENALE

nei confronti del deputato

EMANUELE FIANO

(procedimento n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR)

PERVENUTA DAL TRIBUNALE DI MILANO – I SEZIONE PENALE

il 2 agosto 2018

Presentata alla Presidenza il 28 aprile 2021

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  Onorevoli Colleghi ! – La Giunta per le autorizzazioni riferisce su una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata dal Tribunale di Milano nell'ambito del procedimento penale n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR., pendente nei confronti di Emanuele Fiano, pervenuta alla Camera il 2 agosto 2018.

  La Giunta ha dedicato all'esame della questione le sedute del 15 e 29 gennaio, del 26 febbraio, del 14 e 28 ottobre e del 10 dicembre 2020, nonché del 21 aprile 2021, delle quali si allegano i resoconti.

  Il procedimento penale, pendente presso il Tribunale di Milano, è originato dalla querela sporta in data 30 marzo 2016 da Gianroberto Casaleggio in ragione dell'offesa arrecata alla reputazione sua personale e della Casaleggio Associati nel marzo 2016. Dopo la morte di Casaleggio, nell'aprile 2016, il querelante è rappresentato dal figlio Davide.
  La vicenda risale, infatti, all'8 marzo 2016, data in cui sul sito del Partito Democratico (www.partitodemocratico.it) veniva pubblicato un articolo, non firmato, dal titolo «#m5spy, la sottovalutazione clamorosa di M5S fa pensare alla collusione».
  Tale testo si riferiva ad un altro articolo pubblicato il 5 marzo 2016 sul quotidiano Il Foglio, dal titolo «Cos’è, per i grillini, l'inevitabile controllo dei Casaleggios», a firma del giornalista Salvatore Merlo.
  All'inizio dell'articolo si affermava: «Questa storia la conoscono tutti i parlamentari, e tutti gli ex parlamentari, del Movimento cinque stelle. Eppure non è stata mai raccontata da nessun giornale» e a seguire erano riportate le parole di Tancredi Turco, allora deputato, che – eletto nelle liste del M5S – era da poche settimane uscito dal Gruppo M5S. Questi affermava di essere venuto a sapere nel settembre 2014, insieme ad altri esponenti del Movimento, che la «Casaleggio Associati non solo aveva avuto informazioni sui [loro] server di posta elettronica», ma anche che «qualcuno da lì aveva potenzialmente accesso al [loro] sistema di archiviazione e comunicazione interno, parlamentari5stelle.it, quello che usano i deputati, dove si depositano documenti», fatto su cui, per quanto riportato nell'articolo ed affermato dal deputato Turco, gli esponenti del M5S discussero anche in assemblea e sul quale Turco ed altri scelsero di non fare denuncia «solo per il bene del Movimento. Ma la cosa diede ’fastidio’, si fa per dire, a tanti». Il giornalista de Il Foglio proseguiva ricordando anche che già «nell'aprile 2013 era stata violata la posta elettronica di Giulia Sarti, giovane deputata emiliana – fidanzata fino al 2012 con il più noto degli espulsi e grande accusatore di Gianroberto Casaleggio, Giuseppe Favia».
  Nell'articolo si sosteneva che l'attività di controllo del sistema in uso al MoVimento 5 Stelle avrebbe avuto inizio il 30 settembre 2014, quando, su indicazione della Casaleggio Associati, la deputata Carinelli e la responsabile della comunicazione Loquenzi, «senza informare il responsabile legale del gruppo, Alessio Villarosa», consegnarono ad un tecnico informatico di una ditta torinese fornitrice di servizi per la Casaleggio la password di accesso a quel sistema. Il tecnico, sempre per come riportato da Il Foglio, era pagato dal Gruppo parlamentare M5S 550 euro al giorno, più viaggio e rimborso spese. Di qui il riferimento all'uso dei soldi pubblici.
  L'articolo del giornalista Merlo aveva poi ricevuto una serie di commenti da parte di molti, soprattutto parlamentari, tra cui vari appartenenti al MoVimento 5 Pag. 3Stelle, attraverso post sui social network pubblicati anche sulle pagine di alcuni quotidiani.
  L'articolo pubblicato l'8 marzo 2016 sul sito del Partito Democratico sostanzialmente raccoglieva i commenti e le reazioni di molti esponenti del PD.
  Venivano infatti riportate le parole di Ettore Rosato («Le notizie di oggi [...] sono ancora più gravi e dimostrano quanto è intollerabile quello che è accaduto. È paradossale poi che si siano usati soldi pubblici per spiare i deputati da parte di una società privata. Ci vuole grande immediata trasparenza»), di David Ermini, di Andrea Romano («A Quarto hanno giocato con la camorra, a Bagheria con gli abusi edilizi e in parlamento sembra emergere un intreccio inquietante tra attività di controllo illegali dei parlamentari e un uso opaco, al limite della malversazione, dei soldi pubblici. Un intreccio esplosivo su cui i 5 Stelle, il direttorio e soprattutto il vicepresidente della Camera Di Maio, devono fare chiarezza, e non limitarsi a chiederla. Il watergate a 5 Stelle è la conseguenza della totale mancanza di trasparenza del movimento, dei suoi bilanci e dei rapporti ambigui con la Casaleggio associati. In una democrazia come è possibile che un privato assoggetti al suo controllo, con contratti capestro, con forme di controllo illegale e di intimidazione l'attività istituzionale di persone che dovrebbero rappresentare i cittadini ?»), di Stefania Covello, di Alessia Morani e di Claudio Martini. Ed erano anche incluse le immagini dei tweet (definiti post nell'atto di denuncia) di Ernesto Carbone («Casaleggio spia i suoi coi soldi degli italiani, Grillo tace, Di Maio fischietta come a Quarto, intervenga magistratura #gurugate») e di Emanuele Fiano («Si spiano con euro dei contribuenti decidono a casa Casaleggio nessuno sa chi o cosa e parlano di democrazia ? La faccia come il culto #gurugate»).

  I destinatari della querela di Casaleggio – presentata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma – erano Ernesto Carbone – deputato della XVII legislatura – Emanuele Fiano, Ettore Rosato, Andrea Romano e l'ignoto autore dell'articolo pubblicato sul sito del Partito Democratico ovvero il responsabile del sito medesimo.
  Tra i procedimenti giudiziari originati dalla querela vi è quello nei confronti del deputato Fiano, trasferito da Roma per competenza territoriale il 18 luglio 2016 ed iscritto a ruolo il 21 settembre 2016 presso il Tribunale di Milano.
  Il deputato Fiano è stato convocato con decreto di citazione diretta a giudizio del 25 ottobre 2017 per la prima udienza dibattimentale, fissata per il 4 giugno 2018. Nel corso di tale udienza la difesa dell'on. Fiano ha depositato una memoria, che è agli atti (benché priva degli allegati), nella quale – dopo aver chiesto che si accerti e si dichiari la liceità penale della condotta ascritta al deputato Fiano in forza della scriminante prevista dall'articolo 51 del codice penale ovvero che si accerti e si dichiari l'insussistenza dell'elemento soggettivo – si domanda di assolvere il deputato perché il fatto non costituisce reato. In estremo subordine, è eccepita l'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione ai sensi della legge n. 140 del 2003.
  Nell'udienza del 25 giugno 2018, fissata per lo scioglimento della riserva presso la I sezione penale del Tribunale di Milano, il giudice, «ritenuto che allo stato [...] non risulti evidente l'applicabilità dell'articolo 68, I co., Cost., né la sussistenza di ulteriori ipotesi di proscioglimento ai sensi dell'articolo 129 c.p.p.», ha sospeso il processo e disposto la trasmissione degli atti alla Camera dei deputati ai fini della pronuncia di quest'ultima sull'applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione. L'ordinanza di sospensione è pervenuta alla Camera il 2 agosto 2018; il procedimento giudiziario risulta ancora sospeso.
  Poiché in base a quanto riportato nella memoria del deputato Fiano, con riferimento al procedimento scaturito dalla querela di Casaleggio nei confronti del deputato Ettore Rosato per lo stesso fatto, in data 18 gennaio 2017 il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trieste aveva richiesto al GIP l'archiviazione del procedimento, sul presupposto Pag. 4che «è pacifico che le asserzioni dell'on. Rosato attengono alla sicurezza delle comunicazioni elettroniche dei parlamentari, per cui sembra lapalissiano che siamo nell'ambito di applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione», si è prospettata in Giunta l'opportunità di una verifica preliminare in merito allo stato e agli eventuali esiti dei procedimenti giudiziari nei confronti di tutti gli altri soggetti, in particolare i deputati, destinatari della querela. Conseguentemente, prima di procedere all'audizione dell'interessato, sono state richieste agli uffici giudiziari competenti notizie in merito allo stato e agli eventuali esiti dei procedimenti nei confronti degli altri soggetti destinatari della querela: dal Tribunale di Milano è pervenuta copia del fascicolo integrale degli atti del procedimento penale pendente presso quel Tribunale, senza tuttavia che da tale documentazione sia stato possibile trarre elementi utili per individuare i diversi procedimenti penali iniziati nei confronti degli altri soggetti raggiunti dalla querela a suo tempo sporta per i medesimi fatti; nemmeno a seguito di ulteriori contatti con l'autorità giudiziaria è stato possibile ottenere alcuna documentazione chiarificatrice in tal senso.
  L'interessato è stato quindi invitato a fornire alla Giunta i chiarimenti opportuni ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento della Camera ed è stato ascoltato in audizione nella seduta del 14 ottobre 2020.
  In tale occasione l'on. Fiano, dopo avere ricordato che la querela che lo ha raggiunto insieme agli altri deputati del Gruppo del Partito Democratico Ernesto Carbone, Andrea Romano ed Ettore Rosato deriva da un'affermazione (relativa all'utilizzo dei fondi del Gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle per pagare attività che avrebbero consentito alla Casaleggio Associati l'accesso al sistema informatico del medesimo Gruppo) tratta dal contenuto di un articolo pubblicato sul quotidiano il Foglio, nel quale erano riportate dichiarazioni virgolettate di alcuni ex parlamentari del Movimento 5 Stelle, che non gli risulta siano mai stati querelati. L'on. Fiano ha quindi evidenziato che la sua attività è consistita nel commentare l'articolo del quotidiano, che non fu, tra l'altro, l'unico articolo di stampa apparso sul tema e ha fatto presente che, a commento dell'articolo citato, apparvero sul sito del Partito Democratico altri tweet, di contenuto analogo al suo, anche di ulteriori parlamentari, anch'essi mai querelati. L'interessato ha inoltre fatto presente che non si è proceduto contro nessuno degli altri tre deputati raggiunti da querela, evidenziando in particolare che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste ha chiesto l'archiviazione della denuncia contro il deputato Rosato, ritenendo evidente l'insindacabilità delle opinioni da egli espresse. Nell'audizione, il deputato Fiano ha segnalato inoltre che il deputato Rosato, all'epoca presidente del Gruppo parlamentare del Partito Democratico, inviò l'8 marzo 2016 una lettera alla Presidente della Camera – che lo stesso Fiano ha successivamente prodotto ed è agli atti della Giunta – con la quale ne sollecitava l'intervento a tutela di prerogative parlamentari costituzionalmente garantite. A giudizio dell'interessato, tale lettera, inviata evidentemente in qualità di capogruppo del Partito Democratico, sostanzia – con una presa di posizione politica formale – quanto da egli affermato commentando il citato articolo. In conclusione, l'interessato ha evidenziato di avere espresso un giudizio di natura politica nell'ambito dell'esercizio delle sue funzioni, sulla base di fatti citati in un articolo di giornale, che non risulta querelato, riportante dichiarazioni di diversi deputati del Gruppo Movimento 5 Stelle, che denunciavano quanto poi riportato nei tweet e ha ribadito che l'opinione espressa nei commenti suoi e di altri parlamentari è stata formalizzata dall'allora capogruppo del Partito Democratico in un atto ufficiale a nome del Gruppo, inviata a nome di tutti di deputati iscritti a tale Gruppo parlamentare, lui incluso, con richiesta di intervento della Presidenza della Camera. L'interessato ha altresì fatto presente che, per quanto di sua conoscenza, l'autorità giudiziaria non ha proceduto nei confronti degli altri colleghi.Pag. 5
  Sulla base della lettura della documentazione – e considerato quanto dichiarato dall'on. Fiano nella citata audizione del 14 ottobre – sono emersi i seguenti aspetti della vicenda, che sono stati considerati ai fini della proposta di deliberazione nel senso dell'insindacabilità avanzata alla Giunta sin dalla seduta del 28 ottobre 2020:
   per uno dei querelati per lo stesso fatto contestato anche al deputato Fiano, e cioè l'on. Rosato – il GIP presso il Tribunale di Trieste ha disposto l'archiviazione, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, il quale ha considerato evidente l'applicabilità al caso dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge n. 140 del 2003. Parimenti, non risulta che l'Autorità giudiziaria abbia ritenuto di procedere nei confronti degli altri due parlamentari raggiunti dalla medesima querela. Emerge, pertanto, che soltanto il giudice del Tribunale di Milano ha disposto la trasmissione degli atti alla Camera dei deputati, in relazione alla posizione del deputato Fiano, non ritenendo evidente l'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, né la sussistenza di ulteriori ipotesi di proscioglimento ai sensi dell'articolo 129 del codice di procedura penale;
   il tweet del deputato Fiano, così come quello del deputato Carbone, è inserito in «immagine», di modo che entrambi sono stati tratti dai rispettivi account personali sulla piattaforma social Twitter dei due parlamentari e semplicemente riportati nella pagina web del Partito Democratico. In altri termini, le espressioni contestate, per come sono state riportate nell'articolo, sono state estrapolate da un contesto più ampio, nel quale lo stesso deputato Fiano replicava a numerosi interlocutori – perfino con l'invito a sporgere denuncia nel caso in cui le notizie commentate fossero state false – spiegando che il suo tweet non riportava opinioni sue personali, bensì faceva riferimento a dichiarazioni di deputati del Gruppo del MoVimento 5 Stelle, inserite nel citato articolo a firma di Salvatore Merlo, pubblicato sul Foglio;
   pur non essendo stati individuati atti presentati o interventi svolti in sedi parlamentari proprie dal deputato Fiano con riferimento alla vicenda, occorre considerare adeguatamente sia la presenza, nell'articolo pubblicato sul sito web del Partito Democratico, di diversi commenti e reazioni di numerosi parlamentari (alcuni dei quali accomunati dal medesimo hashtag), sia, soprattutto, la lettera dell'on. Rosato, allora capogruppo del PD, al Presidente della Camera, con la quale si chiedeva un intervento a tutela di prerogative, costituzionalmente garantite, appartenenti ai membri del Parlamento. Tali elementi testimoniano della rilevanza attribuita alla questione da parte del Gruppo parlamentare del quale l'onorevole Fiano fa parte, che è stata all'origine di un'intensa attività, che non si è limitata unicamente alla critica e alla polemica politiche sui mezzi di comunicazione, ma è sfociata altresì in un'istanza ufficiale del capogruppo in sede istituzionale. Nel caso in esame appare possibile valutare tale istanza alla stregua di un atto caratteristico dell'attività parlamentare, svolto non a titolo personale ma in rappresentanza di tutti i componenti del Gruppo, in particolare di quei parlamentari che avevano formulato considerazioni critiche sulla vicenda, tra i quali l'onorevole Fiano. Alla luce degli elementi sopra illustrati, il contenuto del tweet dell'onorevole Fiano riprodotto sul sito web del Partito Democratico – che, va ribadito, essendo stato estrapolato da un contesto più ampio, non è rappresentativo della più complessa attività politica svolta sul punto dal deputato, oltre che da altri parlamentari appartenenti al suo stesso Gruppo parlamentare – va fatto rientrare nel campo di applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, trattandosi di opinioni espresse nell'esercizio della funzione parlamentare.

  In data successiva alla citata seduta del 28 ottobre 2020, è poi intervenuta la trasmissione da parte del Tribunale di Milano Pag. 6del fascicolo delle indagini della Procura della Repubblica, nel quale si faceva riferimento al procedimento originario proveniente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, dove era stata sporta la denuncia-querela nei confronti dell'on. Fiano e degli altri tre deputati Ernesto Carbone – deputato della XVII legislatura – Andrea Romano ed Ettore Rosato. Sulla base delle indicazioni contenute nel fascicolo trasmesso, identificative del procedimento originario, sono state pertanto avviate dalla Presidenza della Giunta le opportune interlocuzioni con gli uffici giudiziari di Roma, Bologna e Trieste per conoscere l'esito dei procedimenti aperti nei confronti degli altri tre deputati raggiunti da querela per lo stesso fatto riguardante l'on. Fiano. Sono quindi pervenute alla Presidenza della Giunta comunicazioni ufficiali, da parte delle competenti procure della Repubblica, relative all'avvenuta archiviazione dei procedimenti da parte dei giudici dei tribunali di Roma, di Trieste e di Bologna nei confronti, rispettivamente, dei deputati Andrea Romano, Ettore Rosato ed Ernesto Carbone.

  Nella seduta successiva dedicata alla questione, il 10 dicembre 2020, anche in considerazione delle predette archiviazioni, rappresentanti ulteriori conferme delle argomentazioni già svolte nella precedente seduta, è stata rinnovata la proposta alla Giunta di deliberare nel senso della insindacabilità. Nella stessa seduta il Presidente ha dato notizia di una lettera del querelante, Davide Casaleggio, nella quale questi informava la Giunta di star valutando con gli avvocati «se rimettere o meno la querela contro Emanuele Fiano»; alla luce di questa comunicazione, la Giunta, pur disponendo degli elementi necessari per la deliberazione, ha concordato sull'opportunità di rinviare l'esame del documento ad altra seduta, in vista della possibile conclusione del procedimento giudiziario mediante remissione della querela.

  Infine, nella seduta del 21 aprile 2021, si è preso atto che, a distanza di oltre quattro mesi, l'adombrata intenzione di pervenire a un componimento della vicenda giudiziaria non si era concretizzata e si è reiterata la proposta alla Giunta di deliberare nel senso dell'insindacabilità.

  Sulla base delle predette argomentazioni, nella seduta del 21 aprile 2021, la Giunta ha ritenuto applicabile al caso di specie la prerogativa di cui all'articolo 68, primo comma, della Costituzione e ha conseguentemente deliberato, a maggioranza, nel senso della insindacabilità delle dichiarazioni del deputato Emanuele Fiano.

Gianluca VINCI, relatore

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ALLEGATO

Estratto dei resoconti sommari della Giunta per le autorizzazioni del 27 novembre 2019, del 15 e 29 gennaio, del 26 febbraio, del 14 e 28 ottobre, del 10 dicembre 2020 e del 21 aprile 2021.

Mercoledì 27 novembre 2019

Comunicazioni del Presidente.

  La Giunta concorda.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, comunica che in una prossima seduta sarà avviato l'esame della richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità pervenuta dalla I sezione penale del tribunale di Milano nell'ambito di un procedimento per diffamazione nei confronti del collega Emanuele Fiano (Doc. IV-ter, n. 14), sulla quale ha conferito l'incarico di riferire alla Giunta al deputato Gianluca Vinci.

Mercoledì 15 gennaio 2020

Richiesta di deliberazione pervenuta dal tribunale di Milano nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano (procedimento n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR).
(Doc. IV-ter, n. 14).

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Giunta riprende l'esame della richiesta in titolo, rinviato da ultimo il 27 novembre 2019.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca l'esame di una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità che scaturisce da un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano, pendente presso il tribunale di Milano (procedimento n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR) (Doc. IV-ter, n. 14).
  Invita quindi il relatore Gianluca Vinci a illustrare la questione alla Giunta.

  Gianluca VINCI (Lega), relatore, riferisce che il documento in titolo riguarda un procedimento penale pendente presso il tribunale di Milano, originato dalla querela sporta in data 30 marzo 2016 da Gianroberto Casaleggio in ragione dell'offesa arrecata alla reputazione sua personale e della Casaleggio Associati nel marzo 2016. Dopo la morte di Casaleggio, nell'aprile 2016, il querelante è rappresentato dal figlio Davide.
  La vicenda risale, infatti, all'8 marzo 2016, data in cui sul sito del Partito Democratico (www.partitodemocratico.it) veniva pubblicato un articolo, non firmato, dal titolo «#m5spy, la sottovalutazione clamorosa di M5S fa pensare alla collusione».
  Tale testo si riferiva ad un altro articolo pubblicato il 5 marzo 2016 sul quotidiano Il Foglio, dal titolo «Cos’è, per i grillini, l'inevitabile controllo dei Casaleggios», a firma del giornalista Salvatore Merlo.
  All'inizio dell'articolo si affermava: «Questa storia la conoscono tutti i parlamentari, e tutti gli ex parlamentari, del Movimento cinque stelle. Eppure non è stata mai raccontata da nessun giornale» e a seguire erano riportate le parole di Tancredi Turco, allora deputato, che – eletto nelle liste del M5S – era da poche settimane uscito dal Gruppo M5S. Questi affermava di essere venuto a sapere nel settembre 2014, insieme ad altri esponenti del Movimento, che la «Casaleggio Associati non solo aveva avuto informazioni sui [loro] server di posta elettronica», ma Pag. 8anche che «qualcuno da lì aveva potenzialmente accesso al [loro] sistema di archiviazione e comunicazione interno, parlamentari5stelle.it, quello che usano i deputati, dove si depositano documenti», fatto su cui, per quanto riportato nell'articolo ed affermato dal deputato Turco, gli esponenti del M5S discussero anche in assemblea e sul quale Turco ed altri scelsero di non fare denuncia «solo per il bene del Movimento. Ma la cosa diede “ fastidio ”, si fa per dire, a tanti». Il giornalista de Il Foglio proseguiva ricordando anche che già «nell'aprile 2013 era stata violata la posta elettronica di Giulia Sarti, giovane deputata emiliana – fidanzata fino al 2012 con il più noto degli espulsi e grande accusatore di Gianroberto Casaleggio, Giuseppe Favia».
  Nell'articolo si sosteneva che l'attività di controllo del sistema in uso al MoVimento 5 Stelle avrebbe avuto inizio il 30 settembre 2014, quando – su indicazione della Casaleggio Associati – la deputata Carinelli – nell'articolo indicata quale capogruppo, ma in effetti Vicepresidente Vicario-Portavoce – e la responsabile della comunicazione Loquenzi – senza informare il capogruppo e rappresentante legale del MoVimento Alessio Villarosa – consegnarono ad un tecnico informatico di una ditta torinese fornitrice di servizi per la Casaleggio la password di accesso a quel sistema. Il tecnico, sempre per come riportato da Il Foglio, era pagato dal Gruppo parlamentare M5S 550 euro al giorno, più viaggio e rimborso spese. Di qui il riferimento all'uso dei soldi pubblici.
  L'articolo del giornalista Merlo aveva poi ricevuto una serie di commenti da parte di molti, soprattutto parlamentari, tra cui vari appartenenti al MoVimento 5 Stelle, attraverso post sui social network pubblicati anche sulle pagine di alcuni quotidiani.
  L'articolo pubblicato l'8 marzo 2016 sul sito del Partito Democratico sostanzialmente raccoglieva i commenti e le reazioni di molti esponenti del PD.
  Venivano infatti riportate le parole di Ettore Rosato («Le notizie di oggi [...] sono ancora più gravi e dimostrano quanto è intollerabile quello che è accaduto. È paradossale poi che si siano usati soldi pubblici per spiare i deputati da parte di una società privata. Ci vuole grande immediata trasparenza»), di David Ermini, di Andrea Romano («A Quarto hanno giocato con la camorra, a Bagheria con gli abusi edilizi e in parlamento sembra emergere un intreccio inquietante tra attività di controllo illegali dei parlamentari e un uso opaco, al limite della malversazione, dei soldi pubblici. Un intreccio esplosivo su cui i 5 Stelle, il direttorio e soprattutto il vicepresidente della Camera Di Maio, devono fare chiarezza, e non limitarsi a chiederla. Il watergate a 5 Stelle è la conseguenza della totale mancanza di trasparenza del movimento, dei suoi bilanci e dei rapporti ambigui con la Casaleggio associati. In una democrazia come è possibile che un privato assoggetti al suo controllo, con contratti capestro, con forme di controllo illegale e di intimidazione l'attività istituzionale di persone che dovrebbero rappresentare i cittadini ?»), di Stefania Covello, di Alessia Morani e di Claudio Martini. Ed erano anche incluse le immagini dei Tweet (definiti post nell'atto di denuncia) di Ernesto Carbone («Casaleggio spia i suoi coi soldi degli italiani, Grillo tace, Di Maio fischietta come a Quarto, intervenga magistratura #gurugate») e di Emanuele Fiano («Si spiano con euro dei contribuenti decidono a casa Casaleggio nessuno sa chi o cosa e parlano di democrazia ? La faccia come il culto #gurugate»).
  I destinatari della querela di Casaleggio – presentata alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma – erano Ernesto Carbone, Emanuele Fiano, Ettore Rosato, Andrea Romano e l'ignoto autore dell'articolo pubblicato sul sito del Partito Democratico ovvero il responsabile del sito medesimo.
  Tra i procedimenti giudiziari originati dalla querela vi è quello nei confronti del deputato Fiano, trasferito da Roma per competenza territoriale il 18 luglio 2016 ed iscritto il 21 settembre 2016 presso il tribunale di Milano.
  Il deputato Fiano è stato convocato con decreto di citazione diretta a giudizio del Pag. 925 ottobre 2017 per la prima udienza dibattimentale, fissata per il 4 giugno 2018. Nel corso di tale udienza la difesa dell'on. Fiano ha depositato una memoria, che è agli atti (benché priva degli allegati), nella quale – dopo aver chiesto che si accerti e si dichiari la liceità penale della condotta ascritta al deputato Fiano in forza della scriminante prevista dall'articolo 51 del codice penale ovvero che si accerti e si dichiari l'insussistenza dell'elemento soggettivo – si domanda di assolvere il deputato perché il fatto non costituisce reato. In estremo subordine, è eccepita l'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione ai sensi della legge n. 140 del 2003.
  Nell'udienza del 25 giugno 2018, fissata per lo scioglimento della riserva presso la I sezione penale del tribunale di Milano, il giudice, «ritenuto che allo stato [...] non risulti evidente l'applicabilità dell'articolo 68, I comma, Cost., né la sussistenza di ulteriori ipotesi di proscioglimento ai sensi dell'articolo 129 c.p.p.», ha sospeso il processo e disposto la trasmissione degli atti alla Camera dei deputati ai fini della pronuncia di quest'ultima sull'applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione. L'ordinanza di sospensione è pervenuta alla Camera il 2 agosto 2018; il procedimento giudiziario risulta ancora sospeso.
  In base a quanto riportato nella memoria del collega Fiano, con riferimento al procedimento scaturito dalla querela di Casaleggio nei confronti del deputato Ettore Rosato per lo stesso fatto, in data 18 gennaio 2017 il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Trieste ha richiesto al GIP l'archiviazione del procedimento, sul presupposto che «è pacifico che le asserzioni dell'on. Rosato attengono alla sicurezza delle comunicazioni elettroniche dei parlamentari, per cui sembra lapalissiano che siamo nell'ambito di applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione».
  Si prospetta quindi l'opportunità di una verifica preliminare in merito allo stato e agli eventuali esiti dei procedimenti giudiziari nei confronti di tutti gli altri soggetti, in particolare i deputati, destinatari della querela.
  Osserva inoltre che, nell'articolo apparso sul sito del Partito Democratico il Tweet del deputato Fiano, così come quello del deputato Carbone, è inserito in immagine, tratta dagli account personali su Twitter dei due parlamentari, e quindi semplicemente riportato nella pagina web. In altri termini, le espressioni contestate, per come sono state riportate nell'articolo, sono state estrapolate da un contesto più ampio, nel quale lo stesso deputato Fiano replicava a numerosi interlocutori – perfino con l'invito a sporgere denuncia nel caso in cui le notizie commentate fossero state false – spiegando che il suo Tweet non riportava opinioni sue personali, bensì faceva riferimento a dichiarazioni di deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle inserite nell'articolo di Salvatore Merlo pubblicato sul Foglio.
  Allo stato, non risultano atti presentati o interventi svolti in sedi parlamentari proprie dal deputato Fiano con riferimento alla specifica vicenda.
  Nel fare riserva di approfondimenti sia su alcuni ulteriori aspetti del fatto sia della sua qualificazione giuridica, rinvia infine la formulazione di una proposta all'esito dell'audizione dell'interessato e del dibattito che ne seguirà, anche alla luce degli accertamenti sulle posizioni degli altri querelati, di cui si è prospettata l'opportunità.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, comunica che provvederà, ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento della Camera, a invitare l'interessato a fornire i chiarimenti che ritenga opportuni, personalmente in audizione innanzi alla Giunta o tramite l'invio di note difensive. Si riserva pertanto di convocare la Giunta in una prossima seduta per svolgere la suddetta audizione, ove richiesta dall'interessato.
  Propone infine di dare mandato agli uffici ai fini di una verifica, propedeutica al prosieguo dell'istruttoria, in merito allo stato e agli eventuali esiti dei procedimenti giudiziari nei confronti degli altri soggetti Pag. 10destinatari della querela, così come prospettato anche dal relatore.

  La Giunta concorda.

Mercoledì 29 gennaio 2020

Sui lavori della Giunta.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, con riferimento alla richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità che scaturisce da un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano, pendente presso il tribunale di Milano (procedimento n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR) (Doc. IV-ter, n. 14), informa di aver provveduto a richiedere agli uffici giudiziari notizie in merito allo stato e agli eventuali esiti dei procedimenti giudiziari nei confronti degli altri soggetti destinatari della querela, così come concordato nella seduta dello scorso 15 gennaio. Successivamente, si procederà all'audizione dell'interessato, secondo un calendario che sarà definito anche alla luce della sopravvenuta assegnazione della richiesta di autorizzazione riguardante l'ex deputato Marotta.

Mercoledì 26 febbraio 2020

Sui lavori della Giunta.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, comunica, con riferimento alla richiesta di deliberazione d'insindacabilità pervenuta dal tribunale di Milano riguardante l'onorevole Emanuele Fiano (Doc. IV-ter, n. 14), che l'autorità giudiziaria ha fatto pervenire copia del fascicolo integrale degli atti del procedimento penale pendente presso quel tribunale.
  Segnala tuttavia che tale documentazione non appare contenere elementi utili per individuare i diversi procedimenti penali iniziati nei confronti degli altri soggetti raggiunti dalla querela a suo tempo sporta per i medesimi fatti; a tale proposito si riserva di avviare nuovamente opportuni contatti con l'autorità giudiziaria.

Mercoledì 14 ottobre 2020

Richiesta di deliberazione pervenuta dal tribunale di Milano nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano (procedimento n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR).
(Doc. IV-ter, n. 14).

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Giunta riprende l'esame della richiesta in titolo, rinviato da ultimo il 15 gennaio 2020.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca il seguito dell'esame di una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità che scaturisce da un procedimento penale nei confronti dell'onorevole Emanuele Fiano, pendente presso il tribunale di Milano (proc. n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR) (Doc. IV-ter, n. 14). Ricorda che nella seduta del 15 gennaio 2020 il relatore Gianluca Vinci ha illustrato la vicenda alla Giunta. Comunica che nella seduta odierna la Giunta ascolterà il deputato Emanuele Fiano ai sensi dell'articolo 18, primo comma, del Regolamento della Camera. Invita quindi il deputato Emanuele Fiano a entrare in aula.

  (Viene introdotto il deputato Emanuele Fiano).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, con riferimento al Doc. IV-ter, n. 14, invita il deputato Emanuele Fiano, ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento della Camera, a fornire i chiarimenti che ritenga opportuni. Ricorda che al termine dell'intervento dell'audito, i componenti della Giunta potranno intervenire per formulare quesiti e osservazioni.

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  Emanuele FIANO (PD) ricorda di essere stato querelato dagli eredi di Gianroberto Casaleggio nell'aprile del 2016, insieme agli altri deputati del Gruppo del Partito democratico Ernesto Carbone, Andrea Romano ed Ettore Rosato, con l'accusa di avere diffamato la società Casaleggio Associati s.r.l. e lo stesso Gianroberto Casaleggio, già defunto al momento della denuncia. La denuncia derivava dalla pubblicazione, all'interno di un articolo sul sito internet del Partito democratico, di alcuni tweet suoi e dei predetti altri deputati nei quali si affermava che la Casaleggio Associati aveva la possibilità, entrando nel relativo server informatico, di accedere alle email dei deputati del Gruppo Movimento 5 Stelle, di fatto utilizzando a tal fine risorse del medesimo Gruppo parlamentare. Ricorda che tale affermazione proveniva dal contenuto di un articolo pubblicato sul quotidiano il Foglio, nel quale erano riportate dichiarazioni virgolettate di alcuni ex parlamentari del Movimento 5 Stelle, che non gli risulta siano mai stati querelati. Ricorda che la sua attività è consistita nel commentare l'articolo del quotidiano, che non fu, tra l'altro, l'unico articolo di stampa apparso sul tema. Fa presente che, a commento dell'articolo citato, apparvero sul sito del Partito democratico tweet, di contenuto analogo al suo, anche di ulteriori parlamentari, anch'essi mai querelati. Fa presente inoltre che non si è proceduto contro nessuno degli altri tre deputati raggiunti da querela, evidenziando in particolare che la procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste ha chiesto l'archiviazione della denuncia contro il deputato Rosato, ritenendo evidente l'insindacabilità delle opinioni da egli espresse. Segnala inoltre che il deputato Rosato, all'epoca presidente del gruppo parlamentare del partito democratico, inviò l'8 marzo 2016 una lettera alla Presidente della Camera – che si riserva di produrre – con la quale ne sollecitava l'intervento a tutela di prerogative parlamentari costituzionalmente garantite. Ritiene che tale lettera, inviata evidentemente in qualità di capogruppo del Partito democratico, sostanzi – con una presa di posizione politica formale – quanto da egli affermato commentando il citato articolo. In conclusione, evidenzia di avere espresso un giudizio politico nell'ambito dell'esercizio delle sue funzioni, sulla base di fatti citati in un articolo di giornale, che non risulta querelato, riportante dichiarazioni di diversi deputati del Gruppo Movimento 5 Stelle, che denunciavano quanto poi riportato nei tweet. Ribadisce inoltre che l'opinione espressa nei commenti suoi e di altri parlamentari è stata formalizzata dall'allora capogruppo del Partito democratico in un atto ufficiale a nome del Gruppo, con richiesta di intervento della Presidenza della Camera.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, chiede all'audito se egli abbia notizia o disponga di documentazione relativamente alle querele sporte nei confronti degli altri deputati Rosato, Carbone e Romano, nonché, ai fini dell'individuazione di eventuali atti tipici pregressi, se la citata lettera del deputato Rosato al Presidente della Camera fu inviata a titolo personale o a nome di tutti i componenti del gruppo parlamentare di cui egli era presidente; chiede inoltre chiarimenti in merito alla titolarità del server informatico al centro della vicenda alla base delle dichiarazioni rese a suo tempo dall'on. Fiano.

  Emanuele FIANO (PD) fa presente che, per quanto di sua conoscenza, l'autorità giudiziaria non ha proceduto nei confronti degli altri colleghi; precisa inoltre che la lettera del deputato Rosato fu inviata in qualità di capogruppo del Partito democratico e quindi a nome di tutti di deputati iscritti a tale gruppo parlamentare, lui incluso; conferma che il server in questione era in uso ai deputati del Gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle della scorsa legislatura.

  Alfredo BAZOLI (PD) chiede chiarimenti sulle vicende all'origine delle querele sporte nei confronti dei quattro deputati del partito democratico.

  Emanuele FIANO (PD) precisa che le querele nei confronti dei quattro parlamentari Pag. 12del Partito democratico sono derivate tutte da tweet di commento al medesimo articolo di stampa.

  Manuela GAGLIARDI (MISTO) chiede chiarimenti in ordine all'ideazione dell’hashtag #Gurugate utilizzato nel tweet dell'onorevole Fiano.

  Emanuele FIANO (PD) fa presente che il citato hashtag era comune anche ai tweet degli altri parlamentari del Partito democratico.

  Gianluca VINCI (LEGA), relatore, chiede se vi fu un coordinamento da parte dell'Ufficio stampa del Gruppo del Partito democratico relativo al citato hashtag.

  Emanuele FIANO (PD) non ricorda se vi fu un vero e proprio coordinamento; rileva comunque che l’hashtag intendeva sottolineare la gravità di quanto accaduto con uniformità di linguaggio da parte di più esponenti del Partito democratico.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  (Il deputato Emanuele Fiano si allontana dall'aula).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, non essendovi altri interventi, rinvia il seguito dell'esame della domanda in titolo alla prossima seduta.

Mercoledì 28 ottobre 2020

Richiesta di deliberazione pervenuta dal tribunale di Milano nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano (procedimento n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR).
(Doc. IV-ter, n. 14).

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Giunta riprende l'esame della richiesta in titolo, rinviato da ultimo il 14 ottobre 2020.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca il seguito dell'esame di una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità che scaturisce da un procedimento penale nei confronti dell'onorevole Emanuele Fiano, pendente presso il tribunale di Milano (proc. n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR) (Doc. IV-ter, n. 14). Ricorda che nella seduta del 14 ottobre scorso il collega Emanuele Fiano è stato ascoltato ai sensi dell'articolo 18, primo comma, del Regolamento della Camera e che l'incarico di riferire su tale procedimento è affidato al deputato Gianluca Vinci, al quale chiede di intervenire.

  Gianluca VINCI (LEGA), relatore, dopo avere riepilogato brevemente gli elementi salienti della vicenda, sottolinea, in particolare, che nella seduta del 14 ottobre scorso il deputato Fiano, ascoltato a termini di Regolamento, ha segnalato, tra l'altro, che sulla questione il deputato Rosato, in qualità di capogruppo del PD (gruppo a cui come noto appartiene anche l'on. Fiano), aveva inviato l'8 marzo 2016 una circostanziata lettera alla Presidente della Camera, con la quale ne sollecitava l'intervento a tutela di prerogative parlamentari costituzionalmente garantite. Tale lettera è stata poi depositata dall'onorevole Fiano ed è agli atti della Giunta. Dalla lettura della documentazione – e considerato quanto dichiarato dall'onorevole Fiano nella citata audizione del 14 ottobre – ritiene necessario richiamare l'attenzione dei colleghi su alcuni aspetti della vicenda, che appare opportuno considerare ai fini della deliberazione della Giunta.
  Sottolinea innanzitutto che, secondo quanto risulta, per uno dei querelati per lo stesso fatto contestato anche al deputato Fiano, e cioè l'on. Rosato, il GIP presso il tribunale di Trieste ha disposto l'archiviazione, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, il quale ha considerato evidente l'applicabilità al caso dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge n. 140 del 2003. Parimenti, rileva che non risulta che l'Autorità giudiziaria Pag. 13abbia ritenuto di procedere nei confronti degli altri due parlamentari raggiunti dalla medesima querela. Osserva, pertanto, che dalle informazioni disponibili emerge che solamente il giudice del tribunale di Milano ha disposto la trasmissione degli atti alla Camera dei deputati, in relazione alla posizione del deputato Fiano, non ritenendo evidente l'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, né la sussistenza di ulteriori ipotesi di proscioglimento ai sensi dell'articolo 129 del codice di procedura penale. Rileva poi che il tweet del deputato Fiano, così come quello del deputato Carbone, è inserito in «immagine», di modo che entrambi sono stati tratti dai rispettivi account personali sulla piattaforma social Twitter dei due parlamentari e semplicemente riportati nella pagina web del Partito Democratico. In altri termini, le espressioni contestate, per come sono state riportate nell'articolo, sono state estrapolate da un contesto più ampio, nel quale lo stesso deputato Fiano replicava a numerosi interlocutori – perfino con l'invito a sporgere denuncia nel caso in cui le notizie commentate fossero state false – spiegando che il suo tweet non riportava opinioni sue personali, bensì faceva riferimento a dichiarazioni di deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle, inserite nel citato articolo a firma di Salvatore Merlo, pubblicato sul Foglio. Osserva, infine, che, pur non essendo stati rinvenuti atti presentati o interventi svolti in sedi parlamentari dal deputato Fiano con riferimento specifico alla vicenda, occorre considerare adeguatamente sia la presenza, nell'articolo pubblicato sul sito web del Partito Democratico, di diversi commenti e reazioni di numerosi parlamentari (alcuni dei quali accomunati dal medesimo hashtag), sia, soprattutto, la lettera dell'on. Rosato, capogruppo del PD, al Presidente della Camera, con la quale si chiedeva un intervento a tutela di prerogative, costituzionalmente garantite, appartenenti ai membri del Parlamento. A suo giudizio, tali elementi testimoniano la rilevanza attribuita alla questione da parte del Gruppo parlamentare al quale l'onorevole Fiano appartiene, all'origine di un'intensa attività che non si è limitata unicamente alla critica e alla polemica politiche sui mezzi di comunicazione, ma è sfociata altresì in un'istanza ufficiale del capogruppo in sede istituzionale. Nel caso in esame appare possibile valutare tale istanza alla stregua di un atto tipico dell'attività parlamentare, svolto non a titolo personale ma in rappresentanza di tutti i componenti del Gruppo, in particolare di quei parlamentari che avevano formulato considerazioni critiche sulla vicenda, tra i quali l'onorevole Fiano. Osserva che la questione naturalmente si sarebbe potuta porre anche per gli altri colleghi denunciati, ma l'Autorità giudiziaria competente in quei casi non ha ritenuto – a suo giudizio correttamente – che fosse necessario investirne la Camera, in assenza dei presupposti per esercitare l'azione penale. Alla luce degli elementi sopra illustrati, ritiene che il contenuto del tweet dell'onorevole Fiano riprodotto sul sito web del Partito Democratico – che, va ribadito, essendo stato estrapolato da un contesto più ampio, non è rappresentativo della più complessa attività politica svolta sul punto dal deputato, oltre che da altri parlamentari appartenenti al suo stesso Gruppo parlamentare – rientri comunque nel campo di applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, trattandosi di opinioni espresse nell'esercizio della funzione parlamentare. Pertanto formula la sua proposta nel senso della insindacabilità.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, chiede se vi siano altri colleghi che intendono intervenire sulla proposta del relatore.

  Eugenio SAITTA (M5S) ricorda che la Giunta aveva stabilito di chiedere integrazioni documentali in merito alla posizione degli altri deputati querelati e chiede se siano giunti nuovi documenti.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, precisa che non è pervenuta alcuna ulteriore documentazione.

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  Gianluca VINCI (LEGA), relatore, ricorda che anche il deputato Fiano, nella citata audizione, aveva fatto presente che non risultava che si fosse proceduto contro alcun altro parlamentare.

  Giuditta PINI (PD) informa che gli altri parlamentari querelati, contattati in via informale, hanno confermato di non avere ricevuto alcuna comunicazione dall'Autorità giudiziaria.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, non essendovi altri interventi, comunica che, nella prossima seduta, porrà in votazione la proposta testé formulata dal relatore Vinci nel senso della insindacabilità.

Giovedì 10 dicembre 2020

Richiesta di deliberazione pervenuta dal tribunale di Milano nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano (procedimento n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR).
(Doc. IV-ter, n. 14).

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Giunta riprende l'esame della richiesta in titolo, rinviato da ultimo il 28 ottobre 2020.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, ricorda che nella seduta del 28 ottobre scorso il deputato Gianluca Vinci, relatore, ha ampiamente illustrato la vicenda e formulato la proposta nel senso dell'insindacabilità. Dà quindi la parola al relatore Vinci per informare la Giunta delle ulteriori comunicazioni pervenute dagli uffici giudiziari.

  Gianluca VINCI (LEGA), relatore, informa la Giunta che, dopo la seduta del 28 ottobre 2020, è intervenuta la trasmissione da parte del Tribunale di Milano del fascicolo delle indagini della Procura della Repubblica, nel quale si fa riferimento al procedimento originario proveniente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, dove era stata sporta la denuncia-querela nei confronti dell'on. Fiano e degli altri tre deputati, Ernesto Carbone – deputato della XVII legislatura – Andrea Romano ed Ettore Rosato. Sulla base delle indicazioni contenute nel fascicolo trasmesso, identificative del procedimento originario, sono state pertanto avviate dalla Segreteria le opportune interlocuzioni con i competenti uffici giudiziari per avere notizie circa l'esito dei procedimenti aperti nei confronti degli altri deputati. Sono quindi pervenute alla Presidenza della Giunta le comunicazioni relative all'avvenuta archiviazione dei procedimenti nei confronti dei deputati Andrea Romano, Ettore Rosato ed Ernesto Carbone, da parte degli uffici giudiziari, rispettivamente, di Roma, Trieste e Bologna. Anche in considerazione delle predette archiviazioni, che confermano ulteriormente le argomentazioni già svolte nella scorsa seduta, rinnova alla Giunta la proposta di deliberare, in ordine al documento in titolo, nel senso della insindacabilità.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, avverte che ieri sera è pervenuta alla Segreteria della Giunta una comunicazione del querelante, Davide Casaleggio, nella quale questi informa la Giunta di star valutando con gli avvocati «se rimettere o meno la querela contro Emanuele Fiano». Alla luce di tale novità, chiede se vi siano altri deputati che intendano intervenire.

  Eugenio SAITTA (M5S) rileva che la comunicazione del querelante dimostra la sua intenzione di pervenire a un componimento della vicenda giudiziaria. In attesa di sviluppi in tal senso, prospetta pertanto l'opportunità di un differimento dell'esame del documento in titolo.

  Alfredo BAZOLI (PD) concorda sulla proposta di rinvio, per quanto la questione appaia ormai ampiamente chiarita nel merito.

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  Carlo SARRO (FI) condivide la proposta del collega Saitta, auspicando che, come nel citato caso relativo all'on. Giordano, un'opportuna interlocuzione con le parti favorisca la conclusione del procedimento giudiziario mediante remissione della querela.

  Gianluca VINCI (LEGA), relatore, concorda sulla proposta di rinvio.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, avverte che, se la Giunta concorda sulla proposta di un differimento, il seguito dell'esame è rinviato ad altra seduta.

  La Giunta concorda.

Mercoledì 21 aprile 2021

Richiesta di deliberazione pervenuta dal tribunale di Milano nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano (procedimento n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR).
(Doc. IV-ter, n. 14).

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Giunta riprende l'esame della richiesta in titolo, rinviato da ultimo il 10 dicembre 2020.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca il seguito dell'esame di una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità che scaturisce da un procedimento penale nei confronti dell'onorevole Emanuele Fiano, pendente presso il tribunale di Milano (proc. n. 6849/2018 RG Trib. – n. 32400/2016 RGNR) (Doc. IV-ter, n. 14). Ricorda che nella seduta del 10 dicembre 2020 il relatore, deputato Gianluca Vinci, ha illustrato la vicenda alla Giunta formulando la sua proposta nel senso dell'insindacabilità. Chiede pertanto al relatore se desideri intervenire.

  Gianluca VINCI (FDI), relatore, riepiloga brevemente gli aspetti salienti della vicenda, già illustrati nella seduta del 15 gennaio 2020 e ulteriormente approfonditi nel corso delle sedute successive. Ricorda che, dopo l'audizione dell'on. Fiano, nella seduta del 28 ottobre 2020, ha formulato la sua proposta nel senso della insindacabilità. Ricorda inoltre che, nella seduta del 10 dicembre 2020, ha dato notizia che erano pervenute alla Presidenza della Giunta le comunicazioni relative all'avvenuta archiviazione dei procedimenti nei confronti dei deputati Andrea Romano, Ettore Rosato ed Ernesto Carbone, da parte degli uffici giudiziari, rispettivamente, di Roma, Trieste e Bologna. Anche in considerazione delle predette archiviazioni, ha quindi rinnovato alla Giunta la proposta, già formulata in precedenza, di deliberare nel senso della insindacabilità. Nella stessa seduta è stata data comunicazione di una lettera del querelante, Davide Casaleggio, nella quale questi informava la Giunta di star valutando con gli avvocati «se rimettere o meno la querela contro Emanuele Fiano»; alla luce di questa comunicazione, la Giunta, pur disponendo degli elementi necessari per la deliberazione, ha concordato sull'opportunità di rinviare l'esame del documento ad altra seduta, in vista della possibile conclusione del procedimento giudiziario mediante remissione della querela. Ritiene tuttavia che si debba purtroppo prendere atto che, a distanza di oltre quattro mesi, l'adombrata intenzione di pervenire a un componimento della vicenda giudiziaria non si è concretizzata. Ritiene pertanto che non vi sia più alcuna ragione per differire ulteriormente una decisione che la Giunta avrebbe potuto assumere già da tempo e rinnova la proposta di deliberare nel senso della insindacabilità.

  Alfredo BAZOLI (PD) preannuncia il voto favorevole del gruppo di appartenenza alla proposta del relatore. Ricorda che, dei quattro deputati querelati, tre hanno già ottenuto l'archiviazione della querela su richiesta dei pubblici ministeri, i quali hanno ritenuto applicabile l'articolo 68, Pag. 16comma primo, della Costituzione; sottolinea, in particolare, che il pubblico ministero presso la procura della Repubblica di Trieste ha ritenuto l'applicazione dell'articolo 68 addirittura lapalissiana.

  Eugenio SAITTA (M5S) annuncia il voto contrario del gruppo di appartenenza sulla relazione del deputato Vinci, che pure ringrazia per la puntuale ricostruzione della vicenda, la quale ha visto anche un tentativo di composizione bonaria e che si riferisce a un periodo in cui i rapporti fra tutte le forze politiche erano segnati da una forte contrapposizione. Pur non entrando nel merito della vicenda, ribadisce che il gruppo M5S ha sempre preso atto, nei casi di richiesta di insindacabilità, del nesso – quando ravvisabile – tra le dichiarazioni e l'attività parlamentare; ritiene che in questo caso esso non sussista e, per questa ragione, preannuncia a nome del gruppo il voto contrario alla proposta del relatore.

  Federico CONTE (LEU) dichiara il proprio voto favorevole alla proposta del relatore. Ritiene che l'esigenza di individuazione di un nesso con l'attività parlamentare non deve essere intesa in senso eccessivamente formalistico, perché si correrebbe il rischio di vanificare una guarentigia parlamentare. Nel caso in esame viene appunto in evidenza tale rischio, perché si chiede di processare l'on. Fiano per una attività politica e parlamentare svolta insieme ai componenti del gruppo parlamentare del quale egli faceva e fa parte, come testimoniato dalla lettera scritta dal presidente del gruppo PD pro tempore al Presidente della Camera, che è un atto politico chiaro, relativo all'attività di tutti i deputati membri del gruppo. Il criterio del collegamento con l'attività parlamentare non può essere inteso in senso, per così dire, burocratico; il collegamento va ricercato invece con l'attività politica intesa in senso ampio, che i parlamentari svolgono anche in termini di critica e polemica politica. Il caso in esame si carica pertanto di un significato ulteriore rispetto a quello specifico, e cioè la ricerca di un nuovo, necessario equilibrio sulla materia dell'insindacabilità delle opinioni espresse dai parlamentari.

  Pietro PITTALIS (FI) condivide le argomentazioni del collega Conte, che si augura rappresentino un orientamento valido non solo per il caso oggi in esame ma anche per eventuali situazioni analoghe. Ritiene controproducente la valutazione dell'insindacabilità basata su di un rigido formalismo. Dichiara il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sulla proposta del relatore.

  Catello VITIELLO (IV) sottolinea che la relazione del deputato Vinci, e l'adesione ad essa della maggioranza dei gruppi parlamentari, ben rispondono alla questione relativa all'applicazione dell'articolo 68 della Costituzione rispetto all'attività parlamentare. A suo avviso la vicenda in esame, che si slega dal canovaccio formalistico del nesso funzionale con l'attività parlamentare preventiva, consente di ribadire che l'articolo 68 della Costituzione copre l'attività politica in modo assolutamente pieno.

  Ingrid BISA (LEGA) preannuncia, a nome del gruppo di appartenenza, il voto favorevole alla relazione. Condividendo le dichiarazioni dei deputati che l'hanno preceduta, sottolinea che l'attività parlamentare in riferimento all'articolo 68 della Costituzione deve essere guardata a trecentosessanta gradi, mentre non è corretta l'interpretazione formalistica della ricerca di un atto specifico.

  Manuela GAGLIARDI (MISTO-C !-PP) preannuncia voto favorevole alla proposta, ribadendo l'importanza di canoni ermeneutici adeguati, non eccessivamente restrittivi, in tema di insindacabilità.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, non essendovi altri interventi, pone in votazione la proposta del relatore nel senso che ai fatti oggetto della richiesta sia applicabile la prerogativa Pag. 17di cui all'articolo 68, primo comma, della Costituzione.

  La Giunta approva, a maggioranza, la proposta del relatore, deliberando, pertanto, nel senso che ai fatti oggetto del procedimento si applichi il primo comma dell'articolo 68 della Costituzione e dando mandato al relatore di predisporre il documento per l'Assemblea.