Doc. LVII, n. 5-bis-A

RELAZIONE DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE
(BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)

Presentata alla Presidenza il 4 ottobre 2017

(Relatrice: RUBINATO)

sulla

NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2017

(Articoli 7, comma 2, lettera b), e 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196)

presentata dal presidente del consiglio dei ministri
(GENTILONI SILVERI)

Trasmessa alla Presidenza il 23 settembre 2017

I N D I C E

RELAZIONE ... 5

PARERI AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO ... 11

I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) ... 13

II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia) ... 15

III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunitari) ... 17

IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa) ... 19

VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze) ... 20

VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione) ... 25

VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici) ... 26

IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni) ... 28

X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo) ... 31

XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato) ... 35

XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali) ... 43

XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura) ... 45

XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea) ... 49

COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI ... 50

Pag. 5

  Onorevoli Colleghi ! — La Nota di aggiornamento al DEF 2017 trasmessa alle Camere il 23 settembre 2017, rivede le previsioni economiche e di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza dell'aprile 2017, al fine di adeguare il quadro previsionale finanziario per l'anno in corso e per quelli successivi ai mutamenti nel frattempo intervenuti negli andamenti economici e finanziari.
  In termini generali, il tratto più significativo della Nota è costituito dall'azione combinata di due elementi positivi: un'economia che cresce più del previsto e, contestualmente, un debito pubblico che finalmente inverte la tendenza degli ultimi anni e si riduce in rapporto al PIL. Si tratta di andamenti certamente influenzati da un contesto internazionale favorevole ma per i quali risultano determinanti le riforme e le politiche messe in campo in Italia a partire dal 2014.
  Inoltre, la Nota aggiorna il DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma contenuti nel DEF stesso. Ciò consente che la decisione annuale di bilancio, che si avvia con la presentazione, entro il 20 ottobre, del disegno di legge di bilancio, sia predisposta sulla base di un quadro economico e programmatico il più possibile aggiornato.
  Nella Nota 2017 si è tenuto conto delle raccomandazioni approvate per l'Italia dall'Unione Europea nel mese di luglio. Si tratta di 4 Raccomandazioni – concernenti la prima la sostenibilità delle finanza pubblica e la fiscalità, la seconda la riforma del pubblico impiego, le imprese pubbliche, il contrasto alla corruzione e la giustizia civile, la terza i crediti deteriorati e il settore bancario, la quarta il mercato del lavoro e la spesa sociale – cui la Nota fornisce elementi di risposta nell'illustrare, in relazione a ciascuna delle stesse, le principali iniziative del Governo. In particolare, va sottolineato quanto fatto per il sistema bancario, su cui il Governo è intervenuto in modo mirato, rispettando i complessi vincoli europei e proteggendo gli interessi dei piccoli risparmiatori. Rimane tuttavia aperta la questione relativa alla opportunità di prevedere ulteriori forme e modalità di tutela per i possessori di strumenti finanziari collocati con violazione dei doveri di informazione o di corretta esecuzione dell'operazione, vittime delle recenti crisi bancarie.

Il quadro macroeconomico.

  La Nota 2017 presenta una revisione al rialzo delle stime tendenziali sull'andamento dell'economia italiana rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile, per tutto il quadriennio 2017- 2020 ed in particolare per l'anno in corso, nel quale la stima di crescita del PIL, che si era posizionato allo 0,9 per cento nel 2016, passa dall'1,1 all'1,5 per cento.
  Ciò in quanto la congiuntura economica internazionale positiva e la valutazione positiva delle statistiche nazionali relative al primo semestre dell'anno incoraggiano il Governo ad ipotizzare una ripresa più vigorosa nella restante parte del 2017.
  La crescita mondiale, infatti, è diventata nel complesso più diffusa e più solida anche grazie al commercio internazionale, trainato dalla ripresa dei mercati emergenti. Analoghi segnali positivi arrivano dall'Area euro, in cui la crescita nel secondo trimestre dell'anno appare più sostenuta rispetto ai precedenti tre mesi, trainata dal contributo decisamente positivo dei consumi delle famiglie e degli investimenti fissi.Pag. 6
  Le indicazioni favorevoli emerse nei ultimi mesi nell'economia italiana inducono pertanto la Nota a ritenere che nella seconda parte del 2017 l'espansione economica continui quantomeno in linea con il ritmo del primo semestre, trainata dal settore manifatturiero e da alcuni comparti dei servizi (trasporti e turismo), con la possibilità di una evoluzione maggiormente positiva, qualora la componente degli investimenti concretizzasse le aspettative derivanti dagli indicatori congiunturali, rafforzando la propria dinamica di crescita che prosegue fin dal 2015.
  Più caute, ma sempre leggermente superiori alle stime del DEF, sono le previsioni tendenziali per gli anni successivi: il PIL è previsto crescere dell'1,2 per cento per ciascun anno del biennio 2018-2019, e dell'1,3 per cento nel 2020.
  Anche il mercato del lavoro, in linea con la crescita economica, è migliorato in misura maggiore di quanto atteso, e dunque la Nota rivede in lieve rialzo i principali indicatori che lo caratterizzano. Il tasso di occupazione è previsto superare il 58 per cento già nel 2017, per raggiungere il traguardo del 60 per cento nel 2020 ( 0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni del DEF nel 2017, e 0,5 per cento negli anni successivi). Positiva anche l'evoluzione del tasso di disoccupazione, rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali nell'anno in corso (11,2 per cento), fino a scendere sotto il 10 per cento nel 2020.
  A tutti questi risultati ha contribuito a partire dal 2014 una strategia di politica economica i cui pilastri sono: la progressiva diminuzione della pressione fiscale, scesa di circa un punto percentuale tra 2013 e 2016, conseguita mediante gli interventi di riduzione dell'IRES e dell'IRPEF ai lavoratori con remunerazioni più basse, la cancellazione della componente IRAP sul lavoro dipendente, dell'IMU sui beni strumentali imbullonati e sui terreni agricoli, dell'imposta sulla casa di proprietà e residenza (TASI), stimandosi al riguardo che per effetto di tali interventi i contribuenti italiani pagheranno rispetto al 2013 minori imposte per circa 20 miliardi di euro; una serie coordinata di incentivi agli investimenti privati (il piano Industria 4.0) che hanno spinto le imprese ad accrescere la propria capacità produttiva in un momento in cui maggiori opportunità possono essere colte a livello internazionale; un ampio insieme di riforme strutturali; il contrasto alla povertà e alla disuguaglianza; l'oculata gestione delle finanze pubbliche, la cui sostenibilità mira a contenere l'onere del debito e a preservare la stabilità finanziaria; le misure di finanza per la crescita, che contribuiscono ad accrescere e diversificare i flussi finanziari a disposizione dell'economia reale e dei comparti più innovativi.
  Segnalo che le previsioni macroeconomiche tendenziali della Nota per il biennio 2017-2018 sono state sottoposte alla validazione – con esito favorevole – dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) secondo quanto previsto dalla legge n. 243 del 2012, di attuazione del principio del pareggio del bilancio.
  La Nota espone poi il quadro macroeconomico programmatico per il triennio 2018-2020, che considera gli effetti sull'economia delle misure del Governo da adottarsi con la legge di bilancio 2018, tra cui, come meglio si dirà in seguito, la disattivazione per il 2018 degli aumenti di imposte al momento previsti dalle cosiddette clausole di salvaguardia, la cui incidenza sulla crescita del PIL è stata stimata pari a 0,3 punti percentuali. Per effetto delle misure che verranno introdotte con la prossima manovra di bilancio, la crescita per il 2018 dovrebbe salire all'1,5 per cento anche per il 2018 e il 2019, dall'1,2 per cento del tendenziale, confermandosi poi la attuale stima dell'1,3 per cento nell'anno terminale.
  Il quadro macroeconomico programmatico è stato validato dall'Ufficio parlamentare di bilancio il 3 ottobre scorso.

Il quadro di finanza pubblica.

  Le positive prospettive di crescita dell'economia delineate nel quadro macroeconomico, che prefigurano per tutti gli anni del periodo di previsione una crescita Pag. 7del PIL posizionata nel quadro tendenziale intorno all'1,2 per cento, si riflettono sulle previsioni di finanza pubblica, i cui risultati vengono stimati per gli anni dal 2017 al 2020 in progressivo miglioramento, con un indebitamento netto che nel 2017 diminuisce dal 2,5 per cento dell'anno precedente al 2,1 per cento, confermando il percorso di miglioramento avviato dal 2015. Nel 2018 tale saldo verrebbe poi a dimezzarsi (1,0 per cento), sia per la discesa della spesa per interessi sia, principalmente, per le maggiori entrate derivanti dall'aumento dell'IVA tuttora previsto dalla legislazione vigente per tale anno, fino ad arrivare in prossimità del pareggio nel 2020, anno in cui è stimato pari allo 0,1 per cento.
  Concorre a tale risultato un crescente avanzo primario annuale, ossia l'eccedenza delle entrate rispetto alle spese al netto della spesa per interessi, che in rapporto al PIL raddoppia nel corso del periodo previsionale, passando da 1,7 punti percentuali di PIL nel 2017 a 3,5 punti nel 2020. Il miglioramento di tale saldo e la contestuale discesa della spesa per interessi, in lievissima risalita solo nel 2020, accelerano, rispetto alle precedenti previsioni, la discesa del debito pubblico, che si prevede passare dal livello del 131,6 per cento di PIL nel 2017 a quello del 124,3 per cento.
  Il progressivo risanamento della finanza pubblica risultante dal quadro previsionale viene confermato anche dal quadro programmatico – che espone gli andamenti di bilancio come risultanti dagli interventi previsti dal Governo – nel quale tuttavia viene ridimensionata l'intensità del percorso di miglioramento, in ragione dell'intendimento del Governo di destinare maggiori risorse al sostegno dell'economia, per conseguire tassi di crescita più elevati ed in tal modo favorire la discesa del rapporto debito/PIL. In relazione a tale obiettivo il quadro programmatico differisce da quello tendenziale, sulla base della decisione, già anticipata alle istituzioni europee, di ridurre l'aggiustamento strutturale di bilancio per il 2018, che viene operato per 0,3 punti percentuali in luogo dei circa 0,8 punti precedentemente previsti. Ciò in quanto tale livello avrebbe secondo il Governo prodotto un aggiustamento in eccesso rispetto al livello di miglioramento strutturale richiesto a livello europeo. Il deficit (indebitamento netto) strutturale per il 2018 viene pertanto posizionato all'1,0 per cento, anziché allo 0,7 per cento previsto nel DEF 2017.
  In coerenza con il nuovo obiettivo del saldo strutturale 2018, che riduce lo sforzo fiscale previsto per tale anno a legislazione vigente – principalmente disattivando il previsto aumento delle aliquote Iva – viene aumentato il deficit di bilancio previsto per l'anno medesimo, innalzando l'indebitamento netto dall'1,2 all'1,6 per cento del PIL.
  Nella Nota si prefigura una manovra netta di bilancio pari a circa 0,6 punti percentuali di PIL – che verrà dettagliata nella legge di bilancio per il 2018 – rivolta in primo luogo a disattivare il previsto aumento dell'IVA, integralmente nel 2018 (già in parte disattivato con la manovra operata con il decreto-legge n. 50 del 2017) e parzialmente nel 2019. Saranno inoltre rifinanziate le politiche già previste a legislazione vigente quali ad esempio quelle per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego. In ordine agli ulteriori contenuti della manovra, per quanto riguarda gli investimenti nella Nota si precisa che saranno selettivamente mantenuti alcuni incentivi fiscali per il settore privato già previsti da precedenti disposizioni normative, allocate nuove risorse per gli investimenti pubblici e proposte nuove leve per la ripresa dell'accumulazione di capitale, ritenuta essenziale per accrescere il potenziale di crescita e innovatività dell'economia. Le misure per lo sviluppo contemplano, inoltre, nuovi interventi di decontribuzione del lavoro, che saranno selettive e rivolte al sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato dei giovani lavoratori. Ulteriori interventi riguarderanno il rafforzamento delle misure per il sostegno delle famiglie.
  Al relativo finanziamento concorreranno per due terzi aumenti delle entrate e per un terzo riduzioni di spesa. Dal Pag. 8lato delle entrate, vi saranno misure volte ad accrescere la fedeltà fiscale e a ridurre i margini di evasione ed elusione, in particolare in ambito IVA, in linea con la strategia di bilancio attuata negli ultimi anni. Dal lato delle spese, si introdurranno misure di riduzione strutturale della spesa corrente, nell'ambito dell'integrazione del processo di revisione della spesa nel ciclo di programmazione economico-finanziaria delle amministrazioni centrali dello Stato.
  Pur in presenza del minor aggiustamento strutturale per il 2018, rimane fermo il conseguimento del pareggio strutturale di bilancio (Obiettivo di Medio Termine-OMT) già previsto per il 2020, in quanto l'indebitamento netto strutturale manterrebbe un profilo discendente posizionandosi allo 0,2 per cento, vale a dire close to balance, in tale anno.
  Quanto al deficit nominale, negli anni successivi al 2018 l'indebitamento netto continuerebbe a ridursi consistentemente, passando dall'1,6 del PIL allo 0,9 nel 2019 e poi allo 0,2 nel 2020. Contribuisce a tale evoluzione, che per l'anno terminale conferma quanto già previsto nel DEF 2017, vale a dire il pareggio anche nominale del saldo in questione, un crescente avanzo primario, che passa dall'1,7 del PIL a 3,3 punti percentuali di PIL nel 2020, ed una spesa per interessi che, come già avvenuto negli ultimi anni, mantiene un profilo discendente, passando da 3,8 punti percentuali di PIL nel 2017 a 3,5 punti nel 2020.
  Quanto infine al rapporto debito/PIL, questo diminuirà in misura più marcata rispetto al quadro tendenziale, in virtù del un consistente miglioramento dell'avanzo primario di cui si è detto, di proventi da privatizzazioni e dall'accelerazione della crescita del PIL, passando dal 131,6 del PIL nel 2017 a 123,9 punti percentuali di prodotto nell'anno terminale del periodo di previsione.
  In particolare, nel quadro programmatico proposto, appare di notevole rilievo il contributo positivo connesso alla congiunta evoluzione del costo medio del debito (in ulteriore discesa, dal 3,1 al 2,8 per cento tra il 2016 e il 2020) e del tasso di crescita dell'economia (dall'1,7 al 3,4 per cento, in termini nominali): il differenziale tra queste due grandezze, componente importante delle determinanti della variazione del rapporto, assumerebbe per la prima volta – secondo la serie storica dei dati in base SEC 2010 (1995-2016) – il segno negativo, a conferma che quella che si sta aprendo sarà una fase straordinariamente favorevole per la correzione del debito nonostante la risalita dei tassi incorporata nelle previsioni.
  Più in generale, il miglioramento dei conti pubblici conseguito dall'Italia negli ultimi anni, consentirà, come detto, già dal 2018, una forte riduzione dell'indebitamento netto tendenziale e un rafforzamento dell'avanzo primario, il che permetterà di orientare gli interventi volti alla revisione della spesa non solo al perseguimento di target quantitativi relativi ai saldi di finanza pubblica, ma anche a ricercare una maggiore efficienza nell'utilizzo delle risorse pubbliche assegnando priorità agli investimenti, soprattutto nei settori orientati a favorire l'ampliamento della capacità produttiva (ricerca, istruzione, trasporti e via elencando), che negli ultimi anni sono stati penalizzati proprio a causa dell'esigenza di realizzare un immediato riequilibrio dei conti. Non si tratta peraltro soltanto di incrementare le risorse da destinare agli investimenti ma anche di semplificare le procedure per la loro realizzazione soprattutto nell'ambito degli enti locali, laddove appare necessario conciliare l'esigenza di rispettare il principio dell'equilibrio di bilancio con quella di assicurare interventi tempestivi rispondendo in tal modo ad un bisogno diffuso di nuove infrastrutture. In questo senso, nell'ambito di una strategia coerente volta alla promozione degli investimenti pubblici, risulta nevralgico il ruolo degli enti locali per i quali gli effetti positivi del condivisibile superamento del patto di stabilità interno in favore del pareggio di bilancio devono essere ulteriormente alimentati svincolando la capacità di spesa capitale da parte del comparto soprattutto Pag. 9in relazione all'avanzo di amministrazione.
  Al fine di reperire nuove risorse finanziarie da destinare a tale finalità senza determinare effetti depressivi sul sistema economico non va trascurato quanto emerge dalla relazione sull'economia sommersa e sull'evasione fiscale e contributiva presentata in allegato al DEF e predisposta da una commissione istituita con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. I risultati presentati, che scaturiscono da stime coerenti con i dati di Contabilità nazionale, confermano infatti un'elevata propensione all'evasione fiscale e contributiva in ampi settori della nostra economia.
  In particolare, dall'analisi della relazione tra incidenza dell'economia sommersa e dinamica della produttività del sistema delle imprese emerge che, per il complesso dell'economia, la perdita di efficienza dovuta al sommerso economico è pari a 5,3 punti percentuali.
  Le stime presentate, realizzate attraverso l'utilizzo integrato di nuove fonti informative, confermano come l'economia sommersa rappresenti un freno strutturale allo sviluppo del Paese. In questo contesto, la prosecuzione delle politiche di contrasto all'evasione e di quelle volte all'emersione del sommerso assumono una valenza strategica di grande importanza, non solo per aumentare il potenziale di crescita della nostra economia e la competitività, ma anche per procedere a una ulteriore riduzione della pressione fiscale sul sistema produttivo, alla quale si deve accompagnare una effettiva semplificazione del sistema tributario finalizzata al miglioramento del rapporto fiduciario con i contribuenti caratterizzati da una maggiore compliance fiscale, puntando sulla riduzione degli adempimenti e sulla crescente qualificazione dei servizi erogati.

La Relazione prevista dall'articolo 6 della legge n. 243 del 2012.

  La Nota di aggiornamento, pur confermando il già previsto raggiungimento dell'Obiettivo di Medio Termine nel 2020, espone tuttavia una deviazione dal percorso di rientro già previsto, innalzando il livello dell'indebitamento netto strutturale per il 2018 e prevedendo conseguentemente un miglioramento più graduale nei due anni successivi. In considerazione di ciò viene pertanto presentata in concomitanza con la Nota di aggiornamento del DEF la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale.
  Nella Relazione il Governo rileva come, rispetto al Piano di rientro verso l'Obiettivo previsto dal DEF 2017 dello scorso mese di aprile, la necessità di tener conto, nel perseguimento della sostenibilità delle finanze pubbliche, anche della necessità di assicurare il sostegno alla ripresa economica porti a ritenere opportuno un aggiornamento del suddetto Piano, secondo le modalità che si sono sopra illustrate
  Com’è noto, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, su tale Relazione dovranno esprimersi le Camere con apposite deliberazioni da approvare a maggioranza assoluta dei propri componenti.
  In conclusione, la Nota di aggiornamento offre l'occasione per tracciare un bilancio dei risultati, sia sul versante della crescita e dell'occupazione, sia su quello del consolidamento dei conti pubblici, conseguiti attraverso gli interventi di politica economica e le numerose e articolate riforme strutturali adottate in questi ultimi anni.
  La principale sfida per la politica economica è trasformare l'attuale fase di uscita dalla crisi in una ripresa robusta e strutturale, che permetta all'Italia di superare definitivamente una prolungata stagione caratterizzata dal ristagno della produttività e della crescita. A tal fine è necessario continuare ad adottare credibili misure strutturali che innalzino il potenziale di crescita dell'economia, l'occupazione e le capacità innovative e competitive delle nostre imprese in un quadro macroeconomico e finanziario sostenibile.Pag. 10
  La prospettiva concreta è quella di raggiungere tassi di crescita reale e nominale più elevati per accelerare il ritmo di discesa del debito pubblico, mantenendo comunque avanzi primari adeguati e proseguendo negli sforzi di riforma.
  Per quanto riguarda le politiche in sede di Unione europea, in questi anni l'Italia ha prodotto idee e pubblicato contributi al dibattito sul futuro dell'Unione monetaria che stanno acquistando progressivamente consenso tra i governi e le istituzioni. Occorre ora irrobustire ed estendere gli strumenti introdotti, delineando una nuova governance dell'area, in grado di incentivare politiche di bilancio favorevoli alla crescita e riforme strutturali che le completino.

Simonetta RUBINATO,
Relatrice.

Pag. 11

PARERI AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO

Pag. 12Pag. 13

I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

(Relatore: MAZZIOTTI DI CELSO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La I Commissione,
   esaminata, per i profili di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis, Allegati e Annesso),
   rilevato che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2017-2020 rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile;
   osservato che, quanto agli aspetti di competenza della I Commissione, in risposta alla raccomandazione del Consiglio europeo, la Nota di aggiornamento illustra lo stato di attuazione della legge delega di riforma della pubblica amministrazione (legge 7 agosto 2015, n. 124), il cui completamento rappresenta una delle azioni strategiche previste dal Programma nazionale di riforma 2017 (paragrafo III.4) allegato al DEF;
   rilevato, in particolare, che nel periodo che va da aprile ad oggi sono stati approvati in via definitiva ed entrati in vigore otto ulteriori decreti legislativi in attuazione della legge n. 124 del 2015;
   osservato che in materia di organizzazione del comparto sicurezza sono intervenuti: la revisione della disciplina in materia di reclutamento, stato giuridico e progressione di carriera del personale delle Forze di Polizia (decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95); il riordino dell'ordinamento del personale, delle funzioni e dei compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 97);
   considerato che, per quanto riguarda la riforma del lavoro pubblico è stata approvata: la riforma delle norme in materia di valutazione dei dipendenti pubblici (decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 74); la riforma del Testo unico sul pubblico impiego (decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75);
   osservato che in tema di semplificazione amministrativa è stato definitivamente Pag. 14approvato il decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 98, sulla razionalizzazione dei processi di gestione dei dati di circolazione e di proprietà di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi, finalizzata al rilascio di un documento unico, che prevede che la carta di circolazione costituisca il documento unico di circolazione dei veicoli e che sia pertanto soppresso il certificato di proprietà;
   valutato che il Governo ha, inoltre, adottato tre decreti legislativi correttivi volti principalmente a dare seguito ai rilievi contenuti nella sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2016, che ha censurato parzialmente la legge delega di riforma;
   ricordato, in particolare, che, in seguito alla pronuncia della Corte, il Governo ha scelto la strada dei decreti correttivi, che sono stati approvati in via definitiva in materia di licenziamento disciplinare (decreto legislativo 20 luglio 2017, n. 118) di società a partecipazione pubblica (decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 100) e di dirigenza sanitaria (decreto legislativo 26 luglio 2017, n. 126);
   osservato altresì che l'Esecutivo ricorda che a settembre 2017 sono stati approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri gli schemi di tre ulteriori decreti legislativi, che prevedono disposizioni integrative e correttive di riforme già adottate in materia di: codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Atto n. 452); Autorità portuali di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84 (Atto n. 455); razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato (Atto n. 451), schemi attualmente all'esame delle competenti commissioni parlamentari per il parere;
   rilevato che il processo di attuazione delle deleghe contenute nella legge n. 124 del 2015 risulta pertanto concluso, fatta eccezione per la possibilità di adottare ulteriori decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive, entro 12 mesi dalla entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di attuazione della riforma;
   osservato che, rispetto al quadro definito dalla legge n. 124 del 2015, le deleghe non esercitate dal Governo sono quelle relative alla riorganizzazione dell'amministrazione centrale e periferica dello Stato (Presidenza del Consiglio; ministeri, agenzie ed enti pubblici nonché prefetture-UTG), nonché quella sulla definizione di norme comuni sul personale e sul finanziamento delle autorità indipendenti (articolo 8, legge n. 124 del 2015);
   rilevato, inoltre, che non è giunto a compimento il procedimento di attuazione della riforma in materia di dirigenza pubblica e di servizi pubblici locali;
   ricordato in proposito che entrambe le deleghe sono state esercitate dal Governo con la presentazione di due schemi di decreto alle competenti commissioni parlamentari che hanno espresso il prescritto parere, e che, a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2016, entrambi i provvedimenti non sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 15

II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)

(Relatore: BERRETTA)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La II Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il provvedimento in oggetto;
   preso atto della Raccomandazione n. 3 del Consiglio europeo, con la quale si invita l'Italia a mettere in atto interventi diretti a rendere complessivamente più efficiente il «sistema giustizia» e a rafforzare gli strumenti di contrasto alla corruzione;
   apprezzate, a tal fine, le misure contenute nella legge 23 giugno 2017, n. 103, che perseguono l'obiettivo di deflazionare e di semplificare il processo penale, riducendone significativamente la durata;
   apprezzate altresì le misure contenute nel provvedimento di riforma del cosiddetto Codice antimafia (decreto legislativo n. 159 del 2011), approvato definitivamente dalla Camera il 27 settembre scorso, che reca disposizioni in materia di contrasto alla criminalità organizzata e all'accumulo di patrimoni illeciti;
   valutati con favore gli interventi attuati dal Governo con la legge di bilancio 2017, che ha autorizzato il Ministero della giustizia ad assumere, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, un contingente di personale amministrativo di oltre 1000 unità, da inquadrare nei ruoli dell'amministrazione giudiziaria;
   ritenuto che le misure attuate dall'Esecutivo dovranno comunque essere integrate da ulteriori interventi diretti a migliorare il complessivo quadro istituzionale e a modernizzare il settore giustizia;
   sottolineata la necessità, in tale particolare ambito, nella direzione indicata dall'A.S. 2284, di introdurre misure dirette ad assicurare una più moderna ed efficiente gestione delle cause civili, attraverso la razionalizzazione dei termini processuali Pag. 16e la semplificazione dei riti, la specializzazione dell'offerta di giustizia, l'introduzione del principio di sinteticità degli atti di parte e del giudice e l'adeguamento delle norme processuali al processo civile telematico;
   condiviso, infine, l'impegno del Governo ad attuare una complessiva riforma delle procedure concorsuali (A.S. 2681), attraverso l'introduzione di misure dirette a prevedere la riduzione dei costi e della durata delle procedure stesse, oltre che ad incentivare, la composizione delle crisi in via stragiudiziale, al fine di salvaguardare quanto più possibile la continuità aziendale,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 17

III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunitari)

(Relatore: CAUSI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La III Commissione,
   esaminata per le parti di competenza la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis, Allegato I e Annesso);
   preso atto dei dati concernenti il Prodotto Interno Lordo e l'occupazione, da cui emerge il rafforzamento della ripresa dell'economia italiana a partire dall'ultimo trimestre del 2016;
   evidenziato l'incremento del PIL reale nei tre trimestri più recenti, pari allo 0,4 per cento circa, con un tasso di crescita tendenziale nel secondo semestre pari all'1,5 per cento, al quale corrisponde, sul fronte dell'occupazione, nella prima metà dell'anno un aumento degli occupati pari all'1,1 per cento su base annua;
   sottolineato che tali dati si inseriscono in un contesto europeo nel quale è previsto un rallentamento della crescita nel 2018, e ciò in ragione di fattori geopolitici, con particolare riferimento alla Brexit e alle tendenze protezionistiche di Paesi tradizionalmente impegnati nel libero scambio;
   quanto al più ampio contesto internazionale, evidenziata la previsione del FMI circa una crescita del PIL mondiale pari al 3,5 per cento nel 2017 e del 3,6 per cento nel 2018, con una proiezione di lieve accelerazione della crescita per l'area euro dell'1,9 per cento per il 2017;
   sottolineato, quindi, il segno moderatamente positivo dell'effetto netto della revisione delle variabili esogene internazionali sulla crescita dell'economia italiana, destinato a crescere nel 2018;Pag. 18
   preso atto della performance positiva delle esportazioni italiane nel corso del primo semestre del 2017 ( 8,0 per cento rispetto all'anno precedente), grazie ad una crescita diffusa in tutti i mercati di sbocco, con il maggior contributo proveniente dall'area extra-europea (9,1 per cento) rispetto a quello dei Paesi europei (7,2 per cento),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 19

IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa)

(Relatore: Salvatore PICCOLO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La IV Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 con l'annesso e gli allegati;
   rilevato che:
    il Ministero della difesa è chiamato a partecipare all'obiettivo complessivo (stabilito dal DEF di aprile e ripartito tra i ministeri con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 giugno 2017) di un miliardo di riduzione strutturale della spesa dello Stato per ogni anno del triennio 2018-2020 con una quota di 24 milioni di risparmi nel 2018 e di 25 milioni in ciascuno degli anni 2019 e 2020;
    nella relazione del Ministero della difesa sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali, allegata alla Nota di aggiornamento, è rappresentata l'esigenza di un incremento delle risorse destinate al dicastero per finanziare i contratti di servizio per la manutenzione e il supporto logistico integrato dei programmi in essere e per finanziare ulteriori interventi per l'ammodernamento ed il rinnovamento dello strumento militare;
    nella medesima relazione, l'amministrazione della difesa segnala che gli stanziamenti di bilancio non sono sufficienti a garantire la piena funzionalità della nuova organizzazione per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, conseguente all'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri, e che occorrerebbero risorse aggiuntive per 15 milioni da destinare a investimenti nel triennio 2018-2020;
    la relazione del Ministero dello sviluppo economico sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali evidenzia che per la prosecuzione dei programmi aeronautici e navali ad alta tecnologia per la difesa, nonché dei progetti di ricerca e sviluppo nei settori dell'aerospazio e dell'alta tecnologia, si rendono necessari ulteriori finanziamenti,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 20

VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)

(Relatore: PELILLO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La VI Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis, Allegati e Annesso);
   rilevato come l'elemento politicamente più rilevante della Nota sia costituito dalla revisione al rialzo delle stime sull'andamento dell'economia italiana per il 2017 e per il triennio 2018-2020 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile (dall'1,1 all'1,5 per cento nel 2017, dall'1 all'1,2 per cento nel 2018, dall'1,1 all'1,2 per cento nel 2019 e dall'1,1 all'1,3 per cento nel 2020), grazie soprattutto alla crescita dei consumi privati, degli investimenti e delle esportazioni, nonché al miglioramento delle condizioni del mercato del credito;
   rilevato come il miglioramento delle stime del PIL dimostri che i segnali di ripresa economica già emersi negli ultimi anni si stanno ormai consolidando, aprendo la concreta possibilità di considerare stabilmente superata la grave crisi economica che ha caratterizzato l'ultimo decennio;
    segnalato come il rafforzamento dell'economia italiana, in un contesto di crescita più dinamica a livello europeo e globale, sia certamente il frutto, oltre che del ridimensionamento dei timori legati agli esiti del referendum sulla Brexit e alle elezioni negli USA, nonché della politica monetaria realizzata dalla Banca centrale europea, anche delle efficaci misure di politica economica poste in atto nel corso di questa Legislatura;
   condivisa pienamente l'estrema prudenza seguita dal Governo nel corso di questa Legislatura nel definire le previsioni relative all'andamento del PIL e delle altre variabili macroeconomiche, a testimonianza di un atteggiamento responsabile che ha consentito di assicurare credibilità, anche a livello europeo e internazionale, Pag. 21alle indicazioni programmatiche dello stesso Esecutivo e di registrare a consuntivo risultati spesso più favorevoli di quelli ipotizzati inizialmente;
   segnalato come i dati indicati dalla Nota evidenzino una riduzione dei valori di consuntivo per il 2016 relativi alla pressione fiscale (dal 42,9 per cento previsto dal DEF al 42,7 per cento), nonché negli anni 2018-2020 (dal 42,8 al 42,7 per cento nel 2018 e nel 2019 e dal 42,4 al 42,3 nel 2020), riduzione che risulta ancora più marcata considerando le misure riguardanti l'erogazione del beneficio degli 80 euro (dal 42,1 per cento nel 2016 al 41,8 per cento nel 2020);
   evidenziato come le previsioni di gettito relative alle entrate tributarie abbiano subito, in valore assoluto, una generale revisione al rialzo, attribuibile, nel 2017, in via prevalente alle imposte indirette e, negli anni 2018-2020, alle imposte dirette;
   segnalato in particolare, per quanto concerne il gettito delle imposte indirette, come tale aumento sia imputabile, oltre che all'andamento positivo del quadro macroeconomico, agli interventi recati dal decreto-legge n. 50 del 2017, quali, in particolare, l'estensione delle transazioni cui si applica il meccanismo dello split payment, le regole più stringenti per il contrasto alle compensazioni indebite per l'IVA, l'aumento delle accise sui tabacchi e l'inasprimento dei prelievi sui giochi;
   rilevato come le positive previsioni del quadro economico tendenziale indicato nella Nota scontino ancora gli effetti sull'economia delle clausole di salvaguardia, le quali prevederebbero aumenti di imposte indirette per il 2018 e 2019, e come lo scenario programmatico incorpori l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2018;
   sottolineata positivamente la scelta strategica del Governo di procedere con la prossima legge di bilancio a disattivare le predette clausole di salvaguardia, relativamente al 2018, confermando le decisioni in merito costantemente adottate durante tutta la Legislatura, con un impatto positivo sul PIL pari a circa lo 0,3 per cento nel triennio;
   evidenziato come la richiamata decisione del Governo di evitare l'entrata in vigore nel 2018 degli aumenti IVA previsti dalla legislazione vigente, in parte già disattivati, nonché di mantenere gli incentivi fiscali per il settore privato già previsti da precedenti disposizioni normative risponda, almeno in parte, alla Raccomandazione n. 1 formulata nei confronti dell'Italia dal Consiglio ECOFIN, con cui si chiede, tra l'altro, di trasferire il carico fiscale gravante sui fattori produttivi verso imposte meno penalizzanti per la crescita;
   segnalato come un ulteriore ruolo positivo ai fini del sostegno alla crescita e dell'incentivazione agli investimenti potrà essere fornito dall'insieme di misure di agevolazione fiscale e di rinnovamento tecnologico volte a supportare gli investimenti innovativi e la competitività del tessuto produttivo imprenditoriale italiano, identificate nel Piano Industria 4.0, tra i quali si evidenziano in particolare: il «super ammortamento” e l’«iper ammortamento” dei beni strumentali ad alto contenuto tecnologico; gli interventi di sostegno alle startup innovative; l'introduzione dello strumento dei PIR (Piani individuali di risparmio a lungo termine); la disciplina agevolativa degli investimenti a lungo termine nel capitale delle imprese; la disciplina del patent box; il credito di imposta per sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo; le nuove disposizioni a sostegno della finanza d'impresa consistenti nel rafforzamento dell'operatività del Fondo di garanzia per le PMI, con l'intervento di risorse a controgaranzia di Cassa depositi e prestiti nell'ambito del cosiddetto Piano Junker;la riforma organica, peraltro ancora in itinere, della disciplina delle crisi di impresa e dell'insolvenza;
   segnalato altresì come anche gli altri interventi in materia tributaria adottati dal Governo nel corso del 2017 (principalmente Pag. 22con il decreto-legge n. 50 del 2017) si pongano in sintonia con gli obiettivi indicati dalla richiamata Raccomandazione n. 1, in particolare laddove si sono apportate modifiche al regime dell'Imposta sul Reddito d'Impresa (IRI), si è introdotta la cosiddetta web tax, per definire i debiti tributari in relazione alla eventuale stabile organizzazione di società non residenti che appartengono a gruppi multinazionali, si è aumentato il prelievo erariale unico su alcune tipologie di gioco lecito;
   condivisa l'intenzione del Governo di proseguire nel prossimo disegno di legge di bilancio 2018 gli interventi per ridurre il carico fiscale sui fattori produttivi e sostenere la crescita, tra i quali potranno risultare particolarmente efficaci il mantenimento selettivo degli incentivi fiscali per gli investimenti nel settore privato già vigenti, l'allocazione di nuove risorse per gli investimenti pubblici e gli interventi di decontribuzione del lavoro;
   rilevato come, in attuazione del comma 5-bis dell'articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009 (legge di contabilità), alla Nota sia per la prima volta allegato (nell'Allegato II) il Rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali (cosiddette tax expenditures), nel quale sono indicati gli interventi volti a ridurre, eliminare o riformare le spese fiscali in tutto o in parte ingiustificate o superate alla luce delle mutate esigenze sociali o economiche ovvero che si sovrappongono a programmi di spesa aventi le stesse finalità, che il Governo intende attuare con la manovra di finanza pubblica, anche in questo caso in piena consonanza con la già richiamata Raccomandazione n. 1 del Consiglio ECOFIN, segnatamente laddove essa chiede di ridurre il numero e l'entità delle agevolazioni fiscali;
   condivisa l'indicazione, contenuta nel predetto Rapporto programmatico sulle spese fiscali, di collocare l'azione di riordino delle agevolazioni fiscali nel più ampio quadro delle riforme strutturali che il nostro Paese ha avviato in questa Legislatura e nel contesto della riforma fiscale, superando le esigenze contingenti di consolidamento dei conti pubblici e puntando a razionalizzare l'intero complesso delle spese fiscali;
   richiamato altresì come le misure per ridurre e bilanciare meglio il carico fiscale sui contribuenti non possano prescindere dai provvedimenti per migliorare l'efficacia della riscossione, tra i quali si segnalano: il riassetto organizzativo del settore attraverso la creazione dell'ente pubblico economico Agenzia delle entrate-Riscossione, che potrà svolgere le attività di riscossione delle entrate tributarie o patrimoniali di tutte le amministrazioni locali e delle società da esse partecipate; l'ampliamento dei limiti di pignorabilità degli immobili da parte dell'agente della riscossione; l'estensione dell'ambito operativo dello split payment ai fini IVA; le misure per il contrasto alle indebite compensazioni d'imposta; la definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti in cui è parte l'Agenzia delle Entrate; la proroga dei termini per la cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali; l'estensione a tutto il territorio nazionale del processo tributario telematico;
   segnalata la rilevanza, ai fini di una corretta impostazione delle politiche in materia, del Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, allegato alla Nota di aggiornamento (Allegato III), in quanto esso, oltre a indicare i dati relativi al recupero delle somme evase, fornisce le stime del cosiddetto tax gap (vale a dire della differenza tra gettito teorico e gettito effettivo) relativo alle entrate tributarie e contributive;
   rilevato in particolare come il predetto Rapporto consenta di valutare il tax gap per il 76 per cento della quota di entrate soggette a evasione, facendo emergere che, in media, nel triennio 2012- 2014, il gap complessivo è stato pari a circa 107,7 miliardi di euro annui, di cui 97 miliardi di mancate entrate tributarie ed evidenziando come nel 2015 il tax gap tenda sostanzialmente a calare rispetto ai Pag. 23valori per il 2014, nella misura di 4,5 miliardi di euro (pari al 4,2 per cento), di cui 3,9 miliardi circa per le entrate tributarie, riducendosi sensibilmente soprattutto per quanto riguarda l'IRES (-1,6 punti percentuali), l'IVA (-1,2 punti percentuali) e l'IRAP (-0,8 punti percentuali);
   sottolineato come anche i predetti dati sull'andamento del tax gap confermino i positivi risultati delle azioni di prevenzione e contrasto dell'evasione fiscale e contributiva, che, relativamente all'attività dell'Agenzia delle entrate, hanno reso possibile nel corso del 2016 il recupero di somme evase pari a 19 miliardi di euro (di cui 4,8 miliardi derivanti dalla riscossione coattiva, 13,7 dai versamenti diretti e 461 milioni dalle iniziative relative all'attività di promozione della compliance, ovvero, secondo una diversa scomposizione, 10,5 miliardi derivanti dall'attività di accertamento e di controllo formale, 8 miliardi dall'attività di controllo automatizzato delle dichiarazioni e 0,5 da versamenti spontanei), con un incremento del 28 per cento rispetto al 2015;
   segnalato in tale contesto il forte incremento, nel 2016, delle misure per il miglioramento della compliance fiscale spontanea, legate in particolare all'invio di un numero molto elevato (oltre 420.000) di comunicazioni ai contribuenti che avevano omesso di riportare in dichiarazione una parte del loro reddito complessivo o che non avevano presentato la dichiarazione dei redditi, consentendo in tal modo di sanare tempestivamente la loro posizione, e all'introduzione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, che gradualmente sostituiranno parametri e studi di settore;
    evidenziato altresì l'elevato livello di adesione allo strumento della voluntary disclosure, che ha consentito di far emergere investimenti e attività estere di natura finanziaria, per un valore complessivo di circa 61,7 miliardi di euro;
   evidenziato come l'introduzione della fatturazione elettronica abbia consentito di ridurre i tempi medi di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, proseguendo nel processo di eliminazione dei ritardi nei pagamenti della PA, il quale dovrà peraltro ulteriormente progredire, ad esempio attraverso del sistema SIOPE , che consente l'acquisizione automatica dei dati dei pagamenti di tutte le amministrazioni, sia centrali sia territoriali;
   condiviso in tale quadro generale l'obiettivo, indicato dal Governo, di sviluppare ulteriormente lo strumento della fatturazione elettronica anche in ambito tributario, ad esempio prevedendo l'introduzione del regime di fatturazione elettronica obbligatoria attraverso il Sistema di interscambio anche tra soggetti IVA (B2B) e nei confronti dei consumatori (B2C), atteso che tale misura consentirebbe un'ulteriore recupero di gettito e la soppressione dell'attuale obbligo di trasmissione telematica dei dati delle fatture, che rappresenta un onere aggiuntivo per le imprese;
   rilevati altresì positivamente i risultati delle attività di verifica e di controllo ottenuti nel 2016 dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, che hanno consentito di riscuotere circa 34 miliardi di euro nel settore dei prodotti e delle risorse naturali soggetti ad accisa, nonché di contrastare le pratiche illegali nel comparto del gioco pubblico, riscuotendo 10,5 miliardi di euro;
   evidenziato l'impegno nelle attività di controllo e verifica profuso dal Corpo della Guardia di Finanza, che, tra l'altro, nel 2016 ha sequestrato disponibilità patrimoniali e finanziarie per circa 781 milioni, frutto di 1.663 casi di evasione fiscale internazionale, e ha individuato duemila casi di frodi all'IVA, con un'IVA evasa scoperta ammontante a 5,4 miliardi;
   rilevato come le maggiori entrate derivanti dalle predette attività di contrasto dell'evasione fiscale abbiano consentito di destinare al Fondo per la riduzione della pressione fiscale un ammontare aggiuntivo di risorse valutato prudenzialmente dal Governo in 370 milioni di euro;
   evidenziato quindi come la recente approvazione della legge n. 124 del 2017- Pag. 24Legge annuale per il mercato e la concorrenza, raccolga l'indicazione contenuta nella Raccomandazione n. 2 formulata nei confronti dell'Italia dal Consiglio ECOFIN, in cui si evidenzia, tra l'altro, la necessità di adottare e attuare rapidamente la predetta legge sulla concorrenza, la quale potrà determinare effetti positivi, tra gli altri, sui settori delle assicurazioni, segnatamente per quanto riguarda il cruciale comparto delle assicurazioni RC auto (in termini di contrasto alle frodi, possibilità di sconti per i consumatori e trasparenza), dei fondi pensione e delle banche, con potenziali effetti positivi in termini di miglioramento del prodotto interno lordo;
    richiamate altresì le misure già adottate per corrispondere alla Raccomandazione n. 3 formulata nei confronti dell'Italia dal Consiglio ECOFIN, con cui si sollecita l'Italia ad accelerare la riduzione dello stock dei crediti deteriorati delle banche e a rafforzare gli incentivi alla ristrutturazione e al risanamento dei bilanci bancari, tra le quali si rammentano l'istituzione di un Fondo ad hoc di 20 miliardi per la copertura degli interventi di rafforzamento patrimoniale di taluni istituti di credito e per la concessione di garanzie pubbliche su passività di nuova emissione, nonché l'erogazione di liquidità di emergenza; le misure contenute nel decreto-legge n. 50 del 2017 per il potenziamento del mercato dei crediti deteriorati di banche e intermediari finanziari; gli strumenti di ristoro previsti per i detentori di obbligazioni subordinate diversi dagli investitori professionali; le norme per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca contenute nel decreto-legge n. 99 del 2017;
   rilevato a tale ultimo proposito come le riforme intraprese nell'ultimo biennio sul sistema bancario, nonché i richiamati interventi per risolvere la crisi di alcune banche, abbiano contribuito in modo significativo al miglioramento delle condizioni del mercato del credito, determinando un minor costo e un più agevole accesso al credito, evidenziato dalla crescita dei prestiti alle famiglie e, in minor misura, alle imprese, e costituendo quindi uno dei fattori di impulso alla ripresa dell'economia nazionale;
   valutato altresì positivamente l'avvio della fase di attuazione delle norme in materia di educazione finanziaria previste dall'articolo 24-bis del decreto-legge n. 237 del 2016, il quale ha ripreso sostanzialmente il contenuto della proposta di legge C. 3666, esaminata in sede referente dalla Commissione Finanze della Camera, portando alla recente attivazione del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, con l'obiettivo di promuovere e programmare iniziative di sensibilizzazione ed educazione dei risparmiatori;
   segnalata l'esigenza di proseguire nel processo di rafforzamento dei presidi di vigilanza, di trasparenza e di tutela dei risparmiatori nei mercati degli strumenti finanziari, nonché nei rapporti con gli istituti di credito, evidenziando a tale riguardo la recente approvazione del decreto legislativo n. 129 del 2017, recante attuazione della direttiva 2014/65/UE relativa ai mercati degli strumenti finanziari, oltre che l'approvazione del decreto legislativo n. 37 del 2017, con cui è stato completato il recepimento della direttiva 2014/92/UE, relativamente alla disciplina dei conti di pagamento, entrambi esaminati dalla Commissione Finanze ai fini del parere al Governo,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 25

VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)

(Relatrice: MALPEZZI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La VII Commissione,
   esaminati la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017, gli allegati e l'annesso (Doc. LVII, n. 5-bis) per le parti inerenti, in particolare, all'istruzione, all'università e alla ricerca;
   udita la relazione della deputata Malpezzi, che s'intende qui integralmente riportata;
   svolta la discussione nelle sedute 28 settembre e del 3 ottobre 2017;
   considerato che, per le parti di competenza, la Nota dà atto degli interventi legislativi e di conseguente programmazione e attuazione amministrativa compiuti nell'anno trascorso, anche in vista dell'impostazione della prossima manovra di finanza pubblica. Da questo punto di vista, la Commissione prende atto degli stanziamenti per l'edilizia scolastica, i cui dati sono aggiornati al decreto-legge n. 50 del 2017;
   ritenuto, altresì, che la Nota registra le conseguenze finanziarie di razionalizzazione e, per certi aspetti, di nuovi investimenti nei vari settori interessati dai decreti legislativi di attuazione della legge n. 107 del 2015;
   preso atto, inoltre, degli stanziamenti previsti per l'attuazione del Piano Nazionale della Scuola digitale, anche sulla base dei dati dell'Osservatorio nazionale sulla digitalizzazione della scuola;
   osservato, infine, che occorrerà – pur non essendo esplicitato nella Nota – prevedere nella prossima manovra adeguate risorse per garantire la continuità degli investimenti culturali e che, per esempio, sotto tale profilo, è auspicabile che il Governo dia seguito all'intenzione di assumere gli idonei della recente procedura concorsuale di reclutamento del personale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (come, del resto, manifestato nella risposta all'interrogazione 5-12301 Coscia ed altri, resa nella seduta della Commissione Cultura del 28 settembre 2017),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)

(Relatrice: Tino IANNUZZI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La VIII Commissione,
   considerato che:
    la Nota di aggiornamento attribuisce un ruolo cruciale agli investimenti ai fini dell'irrobustimento e dell'accelerazione della ripresa dell'economia italiana: nel documento si rileva infatti che la spesa per investimenti è prevista in aumento di circa 4 miliardi tra il 2016 e il 2019 e che a ciò hanno contribuito il fondo da ripartire per il rilancio degli investimenti infrastrutturali, istituito dall'articolo 1, comma 140, della legge di bilancio per il 2017, l'abolizione del patto di stabilità interno e la riforma del codice degli appalti;
    in materia di appalti pubblici e concessioni, appare necessario completare in tempi rapidi il nuovo quadro normativo attraverso l'adozione dei provvedimenti attuativi, che sono rilevanti per la piena operatività di ambiti importanti della disciplina;
    nell'ambito delle misure volte ad accrescere il potenziale di crescita dell'economia, assumono una fondamentale ed urgente rilevanza le misure per il riequilibrio territoriale del Paese, come l'istituzione di zone economiche speciali (ZES) e l'attivazione della nuova e significativa misura denominata «Resto al Sud», entrambe da attuare pienamente e rapidamente;
    la Nota sottolinea che, in coerenza con il percorso di politica economica intrapreso in questi anni, le risorse disponibili nella legge di bilancio, pur limitate dall'esigenza di stabilizzazione della finanza pubblica e di accelerazione del processo di riduzione del debito, saranno impiegate in scelte selettive privilegiando il sostegno degli investimenti pubblici e privati, anche e soprattutto ai fini della creazione di nuovi posti di lavoro;
   rilevato che:
    il prossimo disegno di legge di bilancio dovrebbe contenere misure volte Pag. 27ad estendere l'operatività e a prevedere un potenziamento generale delle detrazioni fiscali per il recupero edilizio, il risparmio e la riqualificazione energetica, che si sono caratterizzate nel corso degli anni come una misura anticiclica straordinariamente positiva, in un settore colpito da una grave crisi economica ed occupazionale,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) siano rese stabili e definitive le agevolazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione, risparmio ed efficienza energetica (cosiddetto ecobonus), includendo in tali interventi anche la rimozione e la bonifica dall'amianto;
   2) siano inclusi, tra gli interventi agevolabili di recupero edilizio, quelli relativi alla sistemazione a verde di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari con particolare riguardo alla fornitura e messa a dimora di piante o arbusti di qualsiasi genere o tipo e alla riqualificazione di tappeti erbosi, con esclusione di quelli utilizzati per uso sportivo con fini di lucro;
   3) si ricomprendano, nell'ambito degli interventi che beneficiano degli incentivi fiscali attualmente previsti, le spese effettuate integralmente per la classificazione e certificazione statica e sismica degli immobili adibiti ad abitazione principale, a seconda abitazione o ad attività produttive, ricadenti nelle zone sismiche 1, 2 e 3, a prescindere dalla realizzazione degli interventi medesimi.

Pag. 28

IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

(Relatrice: CULOTTA)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La IX Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis, Allegati e Annesso),
   premesso che la Nota presenta una revisione al rialzo delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per il triennio successivo rispetto alle precedenti previsioni formulate nel DEF di aprile,
   rilevato che, per quanto concerne gli aspetti di più diretto interesse della IX Commissione Trasporti:
    la Nota rivede al ribasso l'obiettivo dei proventi da conseguire nell'anno in corso con l'attuazione del piano di privatizzazione (0,2 per cento di PIL in luogo dello 0,3 preventivato per il 2017, stima comunque confermata per ciascuno dei prossimi anni), dando conto dello slittamento nella sua attuazione per i necessari aggiornamenti e analisi aggiuntive legati all'accorpamento di Anas in Ferrovie dello Stato e all'insediamento del nuovo vertice di Poste italiane – cui consegue la rivisitazione del piano industriale – che ne ha « posto in stand by la cessione di una ulteriore quota»;
    con riferimento all'obiettivo della semplificazione amministrativa, viene menzionato il decreto legislativo n. 98 del 2017 di razionalizzazione dei processi di gestione dei dati di circolazione e di proprietà di autoveicoli che introduce, dal 1o luglio 2018, il documento unico di circolazione per gli autoveicoli;
    nella Nota si evidenzia l'integrale riparto del Fondo investimenti, con una destinazione di oltre 19 miliardi in 15 anni per il finanziamento di interventi nei settori dei trasporti, viabilità, mobilità sostenibile, sicurezza stradale, riqualificazione e accessibilità delle stazioni ferroviarie, di cui una significativa quota (oltre 10 miliardi) Pag. 29riguardano investimenti nella rete ferroviaria;
    la Nota si sofferma diffusamente su investimenti e innovazioni nel settore dei trasporti:
   a) riferendo sullo sviluppo di sinergie tra ANAS S.p.A. e il gruppo Ferrovie dello Stato (FS), che permetteranno di aumentare gli investimenti di almeno il 10 per cento rispetto al 2016;
   b) descrivendo le innovazioni normative per il Trasporto pubblico locale che sarà peraltro interessato dall'imminente emanazione, del Piano per la mobilità sostenibile che prevede un investimento pari a 6.167 milioni per il periodo 2019-2033 e dal decreto interministeriale sulla filiera del trasporto pubblico su gomma e sui sistemi intelligenti per il trasporto, per un finanziamento complessivo di circa 202 milioni;
   c) ricordando le nuove disposizioni finalizzate ad innalzare gli standard di sicurezza del trasporto ferroviario, con un maggior coinvolgimento di Rete Ferroviaria italiana (RFI) nella gestione del patrimonio infrastrutturale;
   d) richiamando le misure per l'incentivazione del traffico ferroviario delle merci in ambito portuale e, in particolare, l'ulteriore finanziamento pari a 35 milioni per il 2018 per i progetti volti a potenziare la catena intermodale e i nuovi servizi marittimi per il trasporto combinato delle merci o il miglioramento dei servizi su rotte esistenti, nonché per i servizi di trasporto ferroviario intermodale in arrivo e in partenza da nodi logistici e portuali in Italia (20 milioni per il 2018);
   e) informando dell'assegnazione, con il decreto ministeriale 10 agosto 2017, di 660 milioni di euro per l'acquisto di materiale rotabile ferroviario per il trasporto regionale o regionale metropolitano per il periodo 2017-2022;
   f) ricordando l'adozione del primo Piano della Mobilità Turistica;
   g) richiamando lo schema di decreto legislativo integrativo e correttivo del decreto legislativo n. 169 del 2016 di riforma delle autorità portuali, all'esame delle competenti Commissioni parlamentari;
    viene posta in evidenza la prossima istituzione – a seguito della normativa introdotta con il decreto «Mezzogiorno», n. 91 del 2017 – delle Zone Economiche Speciali (ZES), concentrate nelle aree portuali e nelle aree ad esse economicamente collegate, con l'obiettivo di rilanciare la competitività dei porti delle Regioni meridionali, attraverso il riconoscimento di agevolazioni fiscali aggiuntive rispetto al regime ordinario del credito d'imposta, già assegnate con delibera CIPE del 7 agosto 2017;
    analogamente, si segnala l'introduzione – nella legge annuale per il mercato e la concorrenza approvata lo scorso 2 agosto – di norme volte a aprire i mercati alla concorrenza e garantire i diritti dei consumatori, sia nel settore delle comunicazioni elettroniche, sia in materia di servizi postali, estendendo a tale ambito la disciplina del registro delle opposizioni e disponendo la cessazione della riserva legale a favore di Poste Italiane sulla notifica degli atti giudiziari e la consegna a mezzo posta delle notifiche di sanzione;
    la Nota dà conto dell'avanzamento – nel quadro della Strategia italiana per la banda ultra larga – del piano per realizzazione della rete nelle cosiddette aree a fallimento di mercato in 6 Regioni (Abruzzo, Molise, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Veneto) a cura del concessionario aggiudicatario, Open fiber S.p.A. e della aggiudicazione provvisoria della seconda gara per altre 10 regioni (Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia) e della Provincia autonoma di Trento, nonché della prossima gara relativa alle Puglia, Calabria e Sardegna; il suddetto piano ha richiesto l'assegnazione di 2,2 miliardi per gli interventi di immediata attivazione e sono previsti ulteriori 1,3 miliardi per la rimanente Pag. 30parte; quanto alle «aree grigie» la Delibera CIPE, da un lato, ha assegnato 1,3 miliardi e approvato un ulteriore finanziamento pari a 2,1 miliardi;
    infine, con riguardo al processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, la Nota ricorda l'approvazione nel maggio 2017 del Piano Triennale per l'Informatica nella Pubblica amministrazione 2017-2019 che orienta i 4,6 miliardi di risorse stanziate affidando all'Agenzia per l'Italia Digitale la funzione di guida delle amministrazioni, nonché la deliberazione preliminare dello schema di decreto correttivo al Codice dell'Amministrazione Digitale, che contiene le misure normative di attuazione di molti dei progetti identificati nel Piano Triennale,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) richiamando il parere reso dalla Commissione Trasporti in sede di esame della legge di conversione del decreto-legge n. 91 del 2017, valuti la Commissione di merito l'opportunità di stimolare l'Esecutivo ad una applicazione più estensiva anche con riguardo a ciascuna realtà regionale delle norme sulle ZES, apparendo queste ultime uno strumento particolarmente efficace per il rilancio della competitività delle aree portuali;
   b) con riguardo all'attuazione del piano di privatizzazioni, valuti la Commissione di merito l'opportunità di rappresentare l'esigenza di non perdere il controllo di imprese strategiche ma, anzi, di consolidare e valorizzare i risultati positivi che sia il gruppo Ferrovie dello Stato sia Poste italiane Spa hanno conseguito negli ultimi anni, anche in ragione del loro assetto proprietario, proteggendo quelle esigenze pubbliche che la Commissione IX aveva già evidenziato nel parere sull'atto riguardante la prima tranche della privatizzazione di Poste Italiane Spa, con riferimento tanto al servizio universale quanto alla tutela del risparmio postale;
   c) valuti altresì la Commissione di merito l'opportunità di orientare il Governo ad incentivare il volume degli investimenti sulle infrastrutture ferroviarie delle regioni meridionali del Paese.

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X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo)

(Relatore: TARANTO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La X Commissione,
   esaminata, per quanto di competenza, la «Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016» (Doc. LVII, n. 5-bis), accompagnata dalle «Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali» (Allegato 1), nonché dalla Relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Annesso);
   rammentato che, con la richiamata Relazione al Parlamento, il Governo delinea l'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Periodo (MTO), già autorizzato con le risoluzioni parlamentari di approvazione del Documento di economia e finanza 2017;
   evidenziato che il Governo ritiene infatti – in accordo con le valutazioni della Commissione europea contenute nelle Raccomandazioni indirizzate all'Italia ed agli altri paesi membri – «che la sana gestione delle finanze pubbliche, soprattutto in questa particolare fase congiunturale, debba risultare complementare all'adozione di politiche di sostegno alla ripresa economica in corso e, nel medio termine, alle prospettive di crescita del nostro Paese. Un sistema economico saldo e competitivo è infatti presupposto essenziale per finanze pubbliche sane e per un sentiero di riduzione del debito che sia sostenibile»;
   segnalato che dunque – sebbene con la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDEF) 2017 la previsione di crescita del PIL reale venga rivista al rialzo di 0,4 punti percentuali e stimata all'1,5 per cento per l'anno in corso e sebbene il differenziale di crescita dell'Italia rispetto alla media europea si venga restringendo – ritmo di crescita e tasso di disoccupazione indicano – sempre ad avviso del Governo – che le riforme non hanno «ancora esplicato completamente i loro effetti, anche con riferimento a quelle per promuovere un ambiente più favorevole agli investimenti produttivi e incentivare la capitalizzazione delle imprese, Pag. 32e ai recenti interventi sul settore bancario. Gli investimenti nel settore privato seguono una tendenza positiva, ma sono ancora al di sotto dei livelli pre-crisi, mentre quelli del settore pubblico necessitano di ulteriori risorse per il necessario rilancio»;
   evidenziato altresì che – sulla scorta dell'analisi fin qui tratteggiata – il Governo conferma pertanto, come già comunicato alla Commissione europea nello scorso mese di maggio, «l'intenzione di ridurre l'aggiustamento strutturale di bilancio nel 2018 da 0,8 punti percentuali, che eccedevano comunque quanto richiesto dal braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita, a 0,3 punti», mentre «il nuovo obiettivo di indebitamento passa all'1,6 per cento del PIL, che segna comunque un'accelerazione del processo di riduzione del deficit», fermo restando, nel biennio successivo, il percorso per il raggiungimento «del sostanziale conseguimento del pareggio di bilancio nel 2020, sia in termini nominali, sia strutturali»;
   rammentato inoltre che il nuovo obiettivo di indebitamento netto per il 2018 (rivisto dall'1,2 all'1,6 per cento del PIL) libera risorse finalizzate a sterilizzare compiutamente, per il prossimo anno, l'entrata in vigore degli aumenti IVA previsti a legislazione vigente, e che il Governo anticipa un impianto del disegno di legge di bilancio per il triennio 2018-2020 incentrato «su un miglioramento graduale e nello stesso tempo strutturale della finanza pubblica, fondato sulla revisione della spesa, su una maggiore efficienza operativa nelle Amministrazioni pubbliche e sul contrasto all'evasione e all'elusione fiscale», nonché su politiche e «misure in favore della crescita attraverso l'incentivazione degli investimenti privati e il potenziamento di quelli pubblici, con il duplice obiettivo di supportare la competitività del Paese e stimolare la domanda aggregata, oltre a interventi per promuovere la crescita occupazionale in particolare dei giovani e sostenere i redditi delle famiglie più povere»;
   segnalato infine che tale impianto analitico e programmatico si accompagna, anche nella NaDEF 2017, all'esplicito richiamo – così tra l'altro nella Premessa a firma del Ministro dell'economia e delle finanze – della necessità di una nuova governance dell'area euro «in grado di incentivare politiche di bilancio favorevoli alla crescita e riforme strutturali che le completino», anche attraverso l'efficace coordinamento delle politiche di bilancio eventualmente affidato ad un Ministro delle finanze europeo;
   richiamata, infine, la nota dell'Ufficio parlamentare di bilancio del 15 settembre 2017 concernente la validazione delle previsioni macroeconomiche tendenziali per gli anni 2017-2018 recate dalla NaDEF 2017,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) anche alla luce del focus NaDEF sulla performance delle esportazioni italiane leggibile come «risultato sia di fattori temporanei che di natura strutturale», segnali la Commissione V al Governo il rilievo del sostegno ai processi di internazionalizzazione delle nostre imprese ed in particolare, in riferimento alla prossima legge di bilancio, della prosecuzione degli impegni concernenti il Piano straordinario per la promozione del made in Italy e del coordinamento di detto Piano con le ordinarie azioni di sostegno delle imprese italiane nei mercati internazionali;
   b) posto che nella NaDEF si richiama il graduale miglioramento, negli ultimi trimestri, della disponibilità di credito per le imprese, sottolineando come «un sistema bancario liberato dalla cappa di incertezza degli anni più recenti significa un minor costo e un più agevole accesso al credito, che a loro volta daranno ulteriore impulso alla ripresa dell'economia», segnali la Commissione V al Governo l'importanza dello sviluppo contestuale tanto Pag. 33delle misure finalizzate alla riduzione del peso dei crediti deteriorati sui bilanci delle aziende di credito (ivi compreso il completamento del percorso parlamentare di riforma dell'insolvenza e delle procedure fallimentari) e delle riforme per la maggiore efficienza e trasparenza della governance del sistema bancario e per la maggior tutela di depositanti ed investitori, quanto di una compiuta operatività del nuovo modello di valutazione dei rischi del Fondo di garanzia per le PMI e di un'attenta valutazione, in occasione della prossima legge di bilancio, del fabbisogno finanziario di detto Fondo, anche in un'ottica di valorizzazione e sviluppo delle misure di collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e con la rete dei consorzi fidi;
   c) posto che la «ripresa dell'accumulazione di capitale è essenziale per rafforzare la crescita dell'economia italiana, non solo perché gli investimenti sono una componente della domanda aggregata, ma anche perché nuovi beni capitali ed infrastrutture consentono di incrementare la produttività e la competitività dell'economia», e che se «nel corso del prossimo quinquennio » si legge ancora nella NaDEF – il tasso di investimento raggiungesse quantomeno la media europea, ciò assicurerebbe con alta probabilità un tasso medio di crescita dell'economia superiore a quello registrato nell'ultimo anno e pari ad almeno il due per cento in termini reali», segnali la Commissione V al Governo la necessità del più coerente perseguimento degli obiettivi attesi di crescita degli investimenti fissi lordi pubblici del 5,1 e del 3,4 per cento rispettivamente negli anni 2018 e 2019 a fronte di una crescita dello 0,4 per cento nel 2017, e ciò in particolare attraverso la tempestiva attivazione degli stanziamenti appostati al Fondo Investimenti e l'avanzamento delle linee strategiche di cui alla delibera CIPE n. 25 del 10 agosto 2016 in materia di riparto tematico delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, nonché attraverso il completamento dei provvedimenti attuativi del Codice dei contratti pubblici;
   d) posto che le esigenze di un piano organico di messa in sicurezza del territorio nazionale e del perseguimento di un'edilizia ambientalmente sostenibile ed energicamente efficiente trovano convergenza nell'impianto del progetto «Casa Italia» e nei correlati stanziamenti del Fondo Investimenti, segnali la Commissione V al Governo l'esigenza, in questo contesto ed in riferimento alla prossima legge di bilancio, della conferma e della valorizzazione anche dei bonus fiscali per ristrutturazioni edilizie, efficienza energetica ed interventi antisismici già previsti a legislazione vigente;
   e) posto che, come si annota nella NaDEF, «il sistema Industria 4.0 è entrato nella sua seconda fase di attuazione ed è stato esteso per includere interventi ad ampio respiro che definiscano un percorso innovativo e sinergico, capace di coinvolgere il sistema produttivo e dei servizi, la formazione specifica dei lavoratori, il sistema duale scuola-lavoro», così configurando un Piano Nazionale Impresa 4.0, segnali la Commissione V al Governo – anche alla luce delle conclusioni del recente G7 Innovazione e della necessità ivi ribadita di «supportare policy che aiutino le piccole e medie imprese a trarre pieno vantaggio dalle tecnologie emergenti, a superare il digital divide e a ridurre il gap degli investimenti» ed in particolare riferimento alla prossima legge di bilancio – le esigenze della riproposizione, con adeguate dotazioni finanziarie e con affinata modulazione della capacità d'impatto, degli strumenti di incentivazione fiscale (iperammortamento e superammortamento) e dell'introduzione di un credito d'imposta per i correlati fabbisogni formativi dei lavoratori, nonché di una decisiva accelerazione della messa a punto e dell'implementazione (anche in termini di risorse) dei centri di competenza in partenariato con il sistema universitario e delle loro funzioni di trasferimento tecnologico di particolare rilievo per le PMI e per l'intera area territoriale del Mezzogiorno; al riguardo, segnali altresì la Commissione V l'esigenza di una sempre maggiore integrazione del Piano Nazionale Impresa 4.0 Pag. 34con la «Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI) che coinvolge in vario modo gli strumenti della politica di coesione», nonché con i Piani di azione triennale dei cluster tecnologici e con i lavori della Cabina di regia per il coordinamento degli Istituti tecnici superiori (ITS) e delle lauree professionalizzanti;
   f) posto che – come segnalato anche in Premessa dal Ministro dell'economia e delle finanze – l'accelerazione degli afflussi turistici ha concorso alla crescita del PIL negli ultimi trimestri, segnali la Commissione V al Governo l'opportunità e l'esigenza di una compiuta valorizzazione di detto settore; in particolare ed in riferimento alla prossima legge di bilancio, segnali la Commissione V opportunità ed esigenza del rafforzamento delle dotazioni finanziarie afferenti ai capitoli di bilancio concernenti la missione «Turismo» ed il programma «Sviluppo e competitività del turismo» del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in coerenza con l'impianto complessivo e con le linee guida del nuovo Piano strategico di sviluppo del turismo in Italia 2017-2022 e del Piano della Mobilità Turistica, «che ha riconosciuto i poli turistici come elementi costitutivi della rete del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT)», Piano che «verrà finanziato con le risorse nazionali per la politica infrastrutturale e finanziamenti europei»;
   g) segnali inoltre la Commissione V al Governo le esigenze di accelerazione:
    dell'attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e della Strategia energetica nazionale, nonché dell'analisi del «Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e favorevoli» allo scopo di «favorire una possibile transizione verso un sistema fiscale ecologico e un modello di economia sostenibile»;
    dei tempi medi di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni e di monitoraggio della tempestiva attuazione del Piano Triennale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione 2017-2019 e del Piano Banda Ultra Larga con i connessi stanziamenti di cui alle delibere CIPE 6 agosto 2015 e 7 agosto 2017;
    del Piano di valorizzazione del patrimonio pubblico e, sul versante delle partecipazioni societarie, dei suoi «obiettivi di miglioramento dell'efficienza economico finanziaria e di sviluppo delle società partecipate pubbliche, anche attraverso l'acquisizione di nuovi capitali italiani ed esteri; nonché di miglioramento della regolamentazione dei mercati e crescita della concorrenza nei settori interessati», anche in ragione di obiettivi di proventi per privatizzazioni pari allo 0,2 per cento del PIL nel 2017 e nell'ordine dello 0,3 per cento del PIL negli anni a venire;
   h) in riferimento alle annotazioni del MiSE in sede di «Relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali», si sottolineano in particolare le seguenti considerazioni di detto Ministero circa:
    l'importanza di assicurare continuità di finanziamento per gli investimenti in ricerca e sviluppo nei settori dell'aerospazio e dell'alta tecnologia;
    l'esigenza di rifinanziare la strategia promozionale integrata per il triennio 2018-2020;
    l'opportunità di ulteriori risorse, a valere sul PON Industria e competitività 2014-2020, per il Fondo rotativo per l'innovazione tecnologica;
    il Fondo di garanzia per le PMI in riferimento al quale così si osserva: «Per gli anni 2018 e 2019, sulla base delle informazioni assunte dal gestore del Fondo, il fabbisogno finanziario per assicurare l'operatività del Fondo ammonta rispettivamente a 1,0 e 2,0 miliardi di euro. Pertanto, in assenza di un corrispondente rifinanziamento dello strumento l'operatività del Fondo è garantita solo per l'esercizio 2017»;
    l'auspicabile congruo rifinanziamento dei contratti di sviluppo nel settore industriale e turistico.

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XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)

(Relatrice: GNECCHI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La XI Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis), l'annesso, recante la relazione presentata ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, e i documenti allegati;
   osservato che la Nota di aggiornamento costituisce l'ultimo documento di programmazione di bilancio della presente legislatura e reca, pertanto, una sintesi dell'andamento delle variabili macroeconomiche e delle finanze pubbliche, anche alla luce degli interventi di politica economica realizzati nel corso degli ultimi anni;
   considerato che, sul versante dell'andamento dell'economia, la Nota registra il consolidamento dei progressi del sistema produttivo italiano, che, in un contesto di crescita più dinamico sia a livello europeo sia a livello globale, ha portato ad una crescita del prodotto interno lordo in termini reali a un ritmo congiunturale dello 0,4 per cento in ciascuno degli ultimi tre trimestri e a un tasso di crescita tendenziale, nel secondo trimestre dell'anno in corso, di 1,5 punti percentuali;
   rilevato che la Nota evidenzia che vi sono le condizioni per un ulteriore rafforzamento della crescita, che potrebbe manifestarsi già nel corso del terzo trimestre dell'anno in corso, grazie al positivo andamento della produzione industriale e di alcuni settori dei servizi, quali, in particolare, i trasporti e il turismo;
   preso atto che, in considerazione di tale evoluzione del quadro macroeconomico, la Nota rivede al rialzo le previsioni tendenziali contenute nel Documento di economia e finanza 2017, che, come evidenziato già a suo tempo, avevano carattere prudenziale, e, in particolare, incrementa di 0,4 punti percentuali la previsione di crescita del prodotto interno lordo Pag. 36in termini reali per l'anno in corso, che, quindi, crescerebbe di 0,6 punti percentuali rispetto all'anno 2016;
   osservato con favore che il maggior dinamismo della nostra economia si riflette positivamente anche sulle previsioni tendenziali per gli anni successivi e che, per ciascuno degli anni 2018 e il 2019, la crescita del prodotto interno lordo sarebbe pari all'1,2 per cento, a fronte delle previsioni contenute nel DEF di una crescita dell'1 per cento nel 2018 e dell'1,1 per cento nel 2019, mentre per il 2020 la crescita tendenziale del prodotto interno lordo sarebbe pari all'1,3 per cento, a fronte dell'1,1 per cento stimato dal DEF per il medesimo anno;
   considerato che, a fronte di tale quadro in via di progressivo miglioramento, il Governo intende perseguire direttrici di politica economica coerenti con la linea seguita nel corso degli ultimi anni, che ha inteso coniugare l'esigenza di ridurre il disavanzo e proseguire nel percorso di consolidamento fiscale con quella di alimentare la ripresa e superare la fase di recessione seguita alla crisi manifestatasi a partire dal 2008;
   osservato che, secondo quanto rappresentato nella relazione presentata dal Governo ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, il Governo ha indirizzato una lettera alla Commissione europea in cui sottolinea l'importanza di bilanciare adeguatamente gli obiettivi della sostenibilità fiscale e del sostegno alla ripresa economica, evidenziando che un'eccessiva restrizione fiscale metterebbe a rischio la crescita economica e la coesione sociale;
    condivisa tale impostazione delle politiche di bilancio che, anche alla luce degli orientamenti della Commissione europea, intende sfruttare i margini di flessibilità consentiti dalle regole del patto di stabilità e crescita al fine di consolidare la fiducia e la ripresa economica seguendo un percorso più graduale di riduzione del debito e dei disavanzi pubblici;
   rilevato, in particolare, che l'aggiustamento strutturale di bilancio nel 2018 sarà ridotto dallo 0,8 per cento previsto dal DEF allo 0,3 per cento e che il nuovo percorso programmatico di avvicinamento al pareggio strutturale di bilancio prevede un indebitamento netto pari, in termini nominali, all'1,6 per cento nel 2018, allo 0,9 per cento nel 2019 e allo 0,2 per cento nel 2020;
   considerato che, per effetto dell'impostazione sostanzialmente espansiva della politica di bilancio, le previsioni programmatiche del prodotto interno lordo in termini reali registrerebbero una dinamica costantemente superiore a quella tendenziale e la crescita, stimata in misura pari all'1,5 per cento per l'anno in corso, si manterrebbe sul medesimo livello anche nei due anni successivi, per poi rallentare leggermente nel 2020, quando raggiungerebbe l'1,3 per cento;
   rilevato che la Nota e la relazione di cui all'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012 indicano sinteticamente le linee essenziali delle misure di politica economica e di bilancio che il Governo intende introdurre con la prossima legge di bilancio, per fornire un ulteriore impulso alla crescita e al lavoro e irrobustire la fiducia e gli investimenti, evidenziando che, in primo luogo, si intendono sterilizzare le clausole di salvaguardia che prevedono l'incremento del prelievo IVA per destinare le residue risorse disponibili, limitate dall'esigenza di stabilizzare le finanze pubbliche e di accelerare il processo di riduzione del debito, a interventi selettivi volti a sostenere l'occupazione, con particolare riferimento a quella giovanile, attraverso la riduzione degli oneri contribuitivi, a potenziare gli investimenti pubblici e a promuovere quelli privati, nonché a rafforzare gli strumenti di lotta alla povertà e di sostegno alle famiglie;
   osservato che, sul versante del reperimento delle risorse, la Nota di aggiornamento prefigura la realizzazione, nel corso del prossimo anno, di una manovra di valore pari a circa lo 0,5 per cento del Pag. 37prodotto interno lordo, che si articolerà in una riduzione strutturale della spesa pubblica per circa lo 0,15 per cento del PIL e in misure sul versante delle entrate per il restante 0,35 per cento del PIL;
   evidenziato che la riduzione delle spese dovrebbe realizzarsi essenzialmente grazie all'integrazione nel ciclo di programmazione di bilancio del processo di revisione della spesa, mentre sul versante delle entrate il Governo intende intensificare la lotta all'evasione e all'elusione fiscale, con particolare riferimento all'imposta sul valore aggiunto;
   rilevato che, per quanto attiene all'andamento dell'occupazione, la Nota evidenzia che per effetto della ripresa il numero di occupati ha superato la quota di 23 milioni di unità, soglia superata solo nel 2008, prima del manifestarsi degli effetti della crisi economica, e che negli ultimi tre anni il numero di occupati è cresciuto di circa 900.000 unità;
   considerato che, in questo contesto, il tasso di disoccupazione presenta un andamento positivo, riducendosi nell'anno 2017 all'11,2 per cento, con un calo dello 0,5 per cento rispetto all'anno 2016, e, secondo le previsioni programmatiche, raggiungerebbe il 10,7 per cento nel 2018, il 10 per cento nel 2019 e il 9,5 per cento nel 2020;
   ritenuto che il processo di riduzione della disoccupazione avviato in questi anni, pur essendo apprezzabile, debba essere ulteriormente rafforzato e accelerato, al fine di superare le conseguenze sul sistema produttivo della crisi economica, tenendo anche conto della circostanza che le stime riferite all'ultimo anno del periodo di previsione sono ancora distanti dal tasso del 6,7 per cento registrato nel 2008;
   rilevato che anche nei dati più recenti, che pure mostrano segnali di miglioramento, si riscontra la permanenza di un elevato tasso di disoccupazione giovanile, pari, per i giovani tra i quindici e i trentaquattro anni di età, a oltre il 20 per cento, che sale a circa il 35 per cento per i giovani nella fascia fino ai ventiquattro anni;
    evidenziato, altresì, che permangono preoccupanti divaricazioni a livello territoriale dei tassi di disoccupazione, essendo il dato riferito all'Italia meridionale pari a oltre il 19 per cento, oltre otto punti percentuali al di sopra della media nazionale e oltre dodici punti al di sopra della misura registrata nell'Italia del nord;
   osservato con favore che la Nota registra un costante miglioramento del tasso di occupazione dei soggetti tra 15 e 64 anni di età, che nell'anno in corso dovrebbe raggiungere il 58,1 per cento, con un incremento di 0,9 punti percentuali rispetto all'anno 2016, mentre le previsioni programmatiche per gli anni successivi indicano un tasso di occupazione del 58,7 per cento nel 2018, del 59,5 per cento nel 2019 e del 60,2 per cento nel 2020;
   espresso apprezzamento per il fatto che nel corso dei prossimi anni dovrebbe essere superato il livello massimo del tasso di occupazione registrato nel terzo trimestre del 2008, quando risultò pari al 58,8 per cento;
   rilevata, tuttavia, l'esigenza di compiere ulteriori sforzi per consolidare le tendenze già in atto, accelerandone la dinamica, anche alla luce degli obiettivi individuati nell'ambito della Strategia Europa 2020, che prevedono per l'Italia il raggiungimento di un tasso di occupazione, per la popolazione compresa tra i 20 e i 64 anni, pari al 67-69 per cento;
    segnalata, in particolare, la necessità di rafforzare gli interventi volti alla creazione di nuova occupazione di qualità nel nostro Paese, attraverso misure che, in linea con quanto rappresentato nella Nota, siano tese a favorire, da un lato, il rinnovamento del sistema produttivo, in particolare attraverso la crescita degli investimenti, anche nell'ambito del Piano nazionale «Impresa 4.0» e, dall'altro, a sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro stabili;Pag. 38
    ricordato che con la risoluzione Marchi ed altri n. 6-00331, approvata dalla Camera dei deputati il 26 aprile 2017, al termine dell'esame del Documento di economia e finanza 2017, si è impegnato il Governo a favorire l'incremento dell'occupazione giovanile anche attraverso la predisposizione di interventi selettivi sul cuneo fiscale e che nella Nota e nella relazione presentata ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, si indicano espressamente, tra le misure da introdurre nella prossima legge di bilancio, «interventi per promuovere la crescita occupazionale, in particolare dei giovani»;
   evidenziata l'esigenza che gli interventi di promozione dell'occupazione giovanile siano indirizzati ad una riduzione di carattere strutturale del carico contributivo per i nuovi contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, che non incida sull'adeguatezza delle future prestazioni pensionistiche;
   ritenuto che le misure volte al consolidamento della crescita dell'occupazione debbano contemplare adeguati interventi finalizzati a sostenere la partecipazione femminile al mondo del lavoro, considerato che, sulla base dei dati più recenti, nel nostro Paese il tasso di occupazione delle donne di età compresa tra i 15 e i 64 anni, pur essendo in aumento, supera di poco il 49 per cento, con un risultato che, nell'ambito europeo, è superiore solo a quello della Grecia e che, nell'anno 2016, registrava un divario negativo di 13,2 punti percentuali rispetto alla media europea;
   ricordato che la richiamata risoluzione Marchi ed altri n. 6-00331 ha richiesto l'impegno del Governo a promuovere interventi finalizzati a rafforzare la presenza femminile nel mondo del lavoro, proseguendo nell'introduzione di misure volte a favorire la condivisione dei carichi familiari e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nonché ampliando e rafforzando il Sistema integrato di educazione e di istruzione per l'infanzia e i servizi alla famiglia, in particolare nelle aree del Mezzogiorno;
    osservato che anche nella raccomandazione del Consiglio europeo dell'11 luglio 2017 sul Programma nazionale di riforma 2017 dell'Italia e che formula un parere del Consiglio sul Programma di stabilità 2017 dell'Italia (2017/C 261/11) si evidenzia che il potenziale connesso alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro rimane in gran parte sottoutilizzato, osservandosi, in proposito, che alcune caratteristiche del sistema fiscale continuano a scoraggiare la partecipazione alla forza lavoro del secondo percettore di reddito, che l'accesso a servizi di assistenza a prezzi accessibili per i bambini e gli anziani resta limitato, con ampie disparità regionali, e che il congedo di paternità è tra i più bassi dell'Unione;
   richiamate, altresì, le considerazioni espresse nel documento finale approvato dalla Commissione, a norma dell'articolo 127 del Regolamento, sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: «Un'iniziativa per sostenere l'equilibrio tra attività professionale e vita familiare di genitori e prestatori di assistenza che lavorano» (COM(2017) 252 final) e sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio e relativo allegato (COM(2017) 253 final e COM(2017) 253 final-Annex 1) (Doc. XVIII, n. 88);
   ritenuto che, ai fini di promuovere un più efficace incontro tra domanda e offerta di lavoro e di favorire, in questo modo, l'accesso al mondo del lavoro dei giovani e il ricollocamento di quanti abbiano perso l'occupazione, assuma carattere strategico il rafforzamento del sistema delle politiche attive del lavoro e dei servizi per l'impiego, in linea con le direttrici di intervento tracciate dalle deleghe di cui alla legge 10 dicembre 2014, n. Pag. 39183, e dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, che reca disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive;
    rilevata, in questo contesto, l'esigenza di dare compiuta attuazione al quadro ordinamentale disegnato dal decreto legislativo n. 150 del 2015, con particolare riferimento alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, e di promuovere un progressivo rafforzamento delle risorse destinate alle politiche attive del lavoro, garantendo altresì la disponibilità di un livello adeguato di risorse di personale, individuate anche valorizzando le professionalità attualmente in servizio con contratti di lavoro di carattere temporaneo;
    osservato che, per quanto attiene alla previdenza, la Nota di aggiornamento reca, come di consueto, un focus dedicato alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico italiano e delle spese pubbliche connesse all'invecchiamento;
   considerato che l'evoluzione della spesa previdenziale sulla base dei più recenti scenari delineati dall'ISTAT con base 2016, anche tenendo conto delle misure introdotte dalla legge di bilancio per il 2017 volte a incrementare i trattamenti pensionistici di importo minore attraverso la cosiddetta quattordicesima e a facilitare in via sperimentale l'accesso anticipato al pensionamento, mostra una dinamica in linea con quella stimata nei passati esercizi;
   osservato, peraltro, che la Nota evidenzia che le nuove previsioni demografiche dell'ISTAT e gli scenari definiti in sede europea per le previsioni della spese connesse all'invecchiamento della popolazione, funzionali alla valutazione della sostenibilità delle finanze pubbliche, rivedono in senso peggiorativo le principali variabili considerate ai fini della stima dell'incidenza della spesa pensionistica nel lungo periodo, con particolare riferimento alla produttività totale dei fattori e alle variabili demografiche;
   rilevato che, sulla base di tale nuove previsioni, il rapporto tra spesa pensionistica e prodotto interno lordo si incrementerebbe ulteriormente di circa due punti percentuali nel 2035, di 2,6 punti percentuali intorno al 2045, di circa 1,2 punti percentuali nel 2060 e di 0,5 punti percentuali nel 2070;
   evidenziato che, come già rilevato in occasione dell'esame di precedenti documenti di programmazione, ai fini di una adeguata comparazione a livello internazionale, occorre considerare che i dati relativi all'incidenza della spesa previdenziale sul prodotto interno lordo sono comprensivi delle imposte dovute su tali redditi, che nel nostro Paese sono più gravose che in altri Stati e ammontano complessivamente a oltre 40 miliardi di euro;
   condivise le considerazioni contenute nella Nota, secondo cui i nuovi scenari dovranno essere attentamente considerati nella definizione delle politiche pubbliche, al fine di individuare interventi che sostengano un più elevato ritmo di crescita del prodotto interno lordo, favoriscano un aumento dei tassi di attività e una risalita dei tassi di fecondità;
   evidenziato che la Nota sottolinea come il contrasto alla povertà e alle disuguaglianze rappresenti un elemento cardine della strategia di politica economica del Governo, richiamando in particolare l'istituzione, a decorrere dal 1° gennaio 2018, del reddito di inclusione, in attuazione della delega di cui alla legge 15 marzo 2017, n. 33;
   ritenuto che attraverso il Piano nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, previsto dalla normativa istitutiva del reddito di inclusione, si dovrà progressivamente pervenire, grazie allo stanziamento delle necessarie risorse finanziarie, all'estensione della misura fino all'integrale copertura di tutti i nuclei familiari in condizioni di povertà e all'aumento della misura del beneficio economico;
   osservato che, con riferimento al pubblico impiego, la Nota evidenzia che i Pag. 40redditi da lavoro dipendente delle pubbliche amministrazioni, al termine di una lunga fase di riduzione degli stanziamenti, dovrebbero tornare a crescere su base nominale per circa 1,7 punti percentuali nel 2017, per effetto dei rinnovi contrattuali, comprensivi della quota di arretrati, mentre, sulla base della legislazione vigente, nel 2018 la spesa ritornerebbe a contrarsi dello 0,2 per cento, per poi riprendere a crescere, con un ritmo dello 0,2 per cento annuo nel biennio 2019-2020;
   considerato che, sulla base della legislazione vigente, il rapporto tra la spesa per redditi da lavoro dipendente delle pubbliche amministrazioni e prodotto interno lordo continuerebbe a contrarsi progressivamente, passando dal 9,8 per cento del 2016 al 9,7 per cento del 2017, al 9,4 per cento del 2018, al 9,2 per cento del 2019 e all'8,9 per cento del 2020;
   ricordato che il 30 novembre 2016 Governo e organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo nel quale, per la parte economica, si garantisce che, con le leggi di bilancio, saranno stanziate risorse finanziarie che consentano di definire incrementi contrattuali in linea con quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e, comunque, non inferiori a 85 euro mensili medi;
   osservato che con la legge di bilancio per il 2017 per il pubblico impiego sono stati complessivamente stanziati circa 1,9 miliardi di euro per l'anno 2017 e 2,6 miliardi di euro a decorrere dall'anno 2018, destinati anche alla copertura degli oneri derivanti dalla contrattazione collettiva relativa al triennio 2016-2018;
   preso atto con favore che nell'ambito della Nota si evidenza che con la prossima manovra di bilancio si completerà il quadro complessivo delle risorse che consentiranno di proseguire i negoziati e gli incontri finalizzati ai rinnovi contrattuali nel pubblico impiego;
   ritenuto che, al fine di realizzare un'efficace riqualificazione dell'azione delle pubbliche amministrazioni, in linea con gli obiettivi perseguiti dalla riforma avviata con la legge 7 agosto 2015, n. 124, le misure di carattere organizzativo e ordinamentale debbano essere accompagnate da un investimento, anche sotto il profilo finanziario, sul personale pubblico, con interventi volti, in particolare, a completare i rinnovi contrattuali e a rinnovare e ad aggiornare le professionalità esistenti, anche grazie alla progressiva riattivazione delle procedure concorsuali, con il superamento delle limitazioni previste per le nuove assunzioni,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   con riferimento agli interventi volti a promuovere la crescita occupazionale, in particolare dei giovani, indicati tra i contenuti della prossima manovra, si rappresenti l'esigenza che siano adottati interventi di carattere strutturale e di misura costante nel tempo volti a ridurre l'ampiezza del cuneo contributivo per le nuove assunzioni con contratti di lavoro a tempo indeterminato, indirizzati in primo luogo ai giovani in cerca di occupazione, introducendo disposizioni finalizzate ad escludere un utilizzo meramente strumentale dei benefici contributivi;
   si indichi l'esigenza di perseguire un progressivo rafforzamento degli interventi di politica attiva del lavoro, in linea con le direttrici della riforma di cui alla legge n. 183 del 2014, verificando, in particolare, l'opportunità di adottare nuove iniziative normative e di prevedere ulteriori finanziamenti per interventi specificamente dedicati alle ristrutturazioni delle imprese e ai piani di reindustrializzazione e ad assumere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, iniziative per garantire un incremento delle risorse per il Fondo per le politiche attive del lavoro, con l'obiettivo di aumentare e rendere l'offerta di tali politiche coerente con la platea dei potenziali beneficiari, nonché per consentire Pag. 41all'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro di svolgere adeguatamente le proprie funzioni e per valorizzare le professionalità attualmente in servizio, con contratti di lavoro di carattere temporaneo, nel sistema delle politiche attive del lavoro;
   al fine di perseguire l'obiettivo di una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro e di una più equilibrata condivisione delle responsabilità e dei lavori di cura e di assistenza familiare all'interno delle coppie, in conformità anche con le indicazioni che emergono dalle raccomandazioni delle Istituzioni europee e del Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW), si segnali l'esigenza di:
    a) rendere permanente e ampliare ulteriormente in termini di durata il congedo di paternità riconosciuto fino all'anno 2018 dalla legge di bilancio del 2017;
    b) rendere permanente la disciplina relativa al riconoscimento, in alternativa al congedo parentale, di voucher per l'acquisto di servizi di baby sitting oppure di contributi per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati;
    c) dare continuità ai finanziamenti destinati a sostenere i contratti collettivi di secondo livello che prevedono istituti volti a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
   si segnali l'opportunità che, in un contesto produttivo nel quale permangono gli effetti sul piano occupazionale della profonda e prolungata crisi economica degli ultimi anni, testimoniati dagli oltre centocinquanta tavoli di crisi ancora aperti presso il Ministero dello sviluppo economico, nella disciplina degli ammortizzatori sociali siano introdotti elementi di maggiore flessibilità, anche con riferimento alla durata degli interventi, specialmente nelle aree di crisi complessa e per le imprese in via di ristrutturazione;
    con riferimento agli interventi in materia previdenziale, si indichi la necessità di:
    a) adottare iniziative volte a rinviare al 30 giugno 2018 il termine per l'emanazione del decreto direttoriale di cui all'articolo 12, comma 12-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni dalla legge n. 122 del 2010, al fine di valutare eventuali interventi che ricalibrino il meccanismo al fine di tenere conto delle oscillazioni che si riscontrano nell'andamento della speranza di vita, testimoniate dalla riduzione registrata nell'anno 2015, e delle difformità esistenti nelle speranze di vita delle diverse categorie di lavoratrici e di lavoratori;
    b) svolgere un attento monitoraggio delle domande di accesso ai benefici previsti dalla legge di bilancio 2017 in materia di anticipo del pensionamento e di riduzione dei requisiti contributivi per il pensionamento anticipato dei cosiddetti lavoratori precoci al fine di valutare l'introduzione di eventuali correttivi alla normativa vigente, anche allo scopo di consentire a tutti i richiedenti in possesso dei requisiti previsti di accedere ai medesimi benefici;
    c) tenere conto degli indirizzi per la cosiddetta «fase due», contenuti nel verbale siglato il 28 settembre 2016 da Governo e sindacati e ulteriormente precisati nell'ambito del confronto svolto negli ultimi mesi, prestando particolare attenzione a interventi specifici volti a valorizzare e a riconoscere a fini previdenziali i lavori di cura, anche alla luce degli esiti dell'indagine conoscitiva svolta dalla XI Commissione sull'impatto in termini di genere della normativa previdenziale e sulle disparità esistenti in materia di trattamenti pensionistici tra uomini e donne;
   considerata la presenza di una significativa differenza tra il numero stimato dei beneficiari della cosiddetta «ottava salvaguardia» e quello delle domande accolte o giacenti, si evidenzi l'esigenza di verificare la sussistenza e la consistenza di economie, anche in via prospettica, rispetto Pag. 42ai limiti di spesa previsti dai provvedimenti di salvaguardia, al fine di definire i contenuti di possibili interventi legislativi in materia sociale o previdenziale finanziati a valere sulle risorse destinate a confluire nel Fondo sociale per occupazione e formazione ai sensi dell'articolo 1, comma 211, della legge di bilancio 2017;
   si rappresenti l'esigenza, in conformità all'obiettivo di sostenere i redditi delle famiglie più povere, indicato dalla Nota di aggiornamento e dalla relazione di cui all'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, di definire un percorso di progressivo incremento delle risorse destinate al finanziamento del Reddito di inclusione, al fine di procedere, attraverso il Piano nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, nella direzione dell'estensione della misura fino all'integrale copertura dei nuclei familiari in condizioni di povertà e dell'incremento dell'importo del beneficio economico fino alla copertura della differenza tra il reddito disponibile e la soglia di uscita dalla povertà assoluta;
   si segnali la necessità che, in linea con quanto rappresentato nella Nota di aggiornamento, nella prossima legge di bilancio siano stanziate le risorse finanziarie necessarie a consentire il completamento del confronto in corso per il rinnovo dei contratti collettivi per il pubblico impiego riferito al triennio 2016-2018, valutando altresì l'esigenza di superare le limitazioni alle assunzioni previste dalla legislazione vigente ed avviare conseguentemente procedure di reclutamento, anche attingendo alla graduatorie ancora vigenti e garantendo l'assorbimento del personale precario nei termini previsti dall'articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75;
    anche alla luce dei dati riportati negli allegati III e IV, relativi alle attività di contrasto all'evasione contributiva svolta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dall'Ispettorato nazionale del lavoro, nonché degli ambiziosi obiettivi ivi indicati in materia di contrasto del caporalato, dell'interposizione fittizia di manodopera e della retribuzione dei lavoratori a livelli inferiori rispetto alle previsioni dei contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, si rappresenti l'esigenza di individuare misure volte a integrare l'organico degli ispettori in servizio a livello territoriale, che nell'anno 2016 ha registrato una riduzione di circa 2,7 punti percentuali.

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XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)

(Relatrice: Paola BRAGANTINI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La XII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis, Allegati e Annesso);
    considerato, in termini generali, che la Nota prevede un incremento del PIL, in termini reali, pari all'1,5 per cento, sia per l'anno in corso che per ciascuno degli anni 2018 e 2019, e all'1,3 per cento per il 2020;
    evidenziato che, nonostante le previsioni relative all'incremento del PIL siano superiori rispetto a quelle contenute nel Documento di economia e finanza 2017, si registra un andamento della spesa sanitaria decrescente in rapporto al PIL, in quanto tale rapporto passa da un valore pari a 6,6 punti percentuali nel 2017 e a 6,5 punti nel 2018 ad un livello pari a 6,4 punti nel 2019, fino a toccare il minimo storico del 6,3 per cento per il 2020, attestandosi comunque al di sotto della media dei Paesi dell'OCSE;
   considerata la necessità che la prossima legge di bilancio affronti adeguatamente le questioni concernenti il personale in sanità, con specifico riferimento sia ai rinnovi dei contratti del personale dipendente sia alla necessità di rimuovere i vincoli relativi all'assunzione di personale, al fine di consentire la piena ed effettiva erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA);
   segnalato, in particolare, come occorra evitare che la mancata conclusione di specifici accordi tra il Governo e le regioni a statuto speciale comporti la rideterminazione del livello di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato tramite un maggiore contributo delle regioni a statuto ordinario, attraverso un meccanismo di compensazione iniquo;
    osservato, in tal senso, che la recente sentenza della Corte costituzionale n. 154 del 2017, dichiarando inammissibili o non Pag. 44fondati i ricorsi delle regioni a statuto speciale concernenti la disposizione di cui al comma 680 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016 (legge n. 208 del 2015), dovrebbe assicurare che, a partire dal 2018, il mancato accordo non possa più comportare una riduzione delle risorse a carico delle sole regioni a statuto ordinario;
   considerato, per quanto concerne gli investimenti in sanità, che nella legge di bilancio dello scorso anno sono state stanziate risorse da destinare a investimenti strategici, in un orizzonte temporale tale da permettere una loro pianificazione, e rilevato che, con specifico riguardo all'applicazione delle tecnologie digitali, la stessa Nota ricorda, tra le altre misure adottate, la costituzione della cabina di regia del Nuovo sistema informativo sanitario (NSIS), la costituzione del Tavolo tecnico di monitoraggio e indirizzo per l'attuazione del fascicolo sanitario elettronico (FSE), le novelle relative alla disciplina del medesimo FSE previste dalla legge di bilancio per il 2017;
   segnalata, tuttavia, l'esigenza di incrementare ulteriormente, nell'ambito degli investimenti pubblici che saranno previsti nella prossima legge di bilancio, quelli destinati ai servizi sanitari regionali in condizioni di particolare carenza di strutture e tecnologie, nonché di prevedere una più efficace procedura volta a garantire l'effettivo e rapido utilizzo delle risorse già stanziate;
   evidenziata, poi, l'esigenza di incrementare, con la prossima legge di bilancio, la dotazione del Fondo per le non autosufficienze, e di concentrare maggiori risorse sulle politiche di prevenzione per fronteggiare l'aumento delle cronicità, legato soprattutto all'innalzamento delle aspettative di vita,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si evidenzi la necessità di rivedere al rialzo l'andamento della spesa sanitaria, anche in considerazione del fatto che, a livello generale, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 prevede un incremento del PIL superiore rispetto a quanto previsto dal Documento di economia e finanza 2017;
   b) si rappresenti la necessità di inserire, nella prossima legge di bilancio, misure volte a rimuovere i vincoli relativi all'assunzione di personale in sanità, al fine di consentire la piena ed effettiva erogazione dei LEA, nonché misure tese al rinnovo dei contratti del personale dipendente, dirigente e del comparto, e il rinnovo delle convenzioni della medicina generale e della specialistica;
   c) si segnali altresì l'esigenza di incrementare ulteriormente, nell'ambito degli investimenti pubblici che saranno previsti nella prossima legge di bilancio, quelli destinati ai servizi sanitari regionali in condizioni di particolare carenza di strutture e tecnologie, prevedendo anche una più efficace procedura volta a garantire l'effettivo e rapido utilizzo delle risorse già stanziate, nonché di concentrare maggiori risorse sulle politiche di prevenzione per fronteggiare l'aumento delle cronicità, legato soprattutto all'innalzamento delle aspettative di vita;
   d) si rappresenti, inoltre, l'inderogabile necessità di incrementare il Fondo per le non autosufficienze.

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XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)

(Relatore: ZANIN)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La XIII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis) accompagnata dalle «Relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali anno 2017» (Allegato I) e dalla «Relazione al Parlamento 2017», che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Periodo (MTO), ai sensi della legge n. 243 del 2012, articolo 6, comma 5 (Annesso);
   premesso che la Nota provvede ad aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica rispetto a quelle contenute nel DEF alla luce delle informazioni disponibili sull'andamento del quadro macroeconomico e a fornire l'aggiornamento degli obiettivi programmatici, una relazione sullo stato di attuazione delle azioni già avviate, nonché le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in risposta alle Raccomandazioni specifiche per l'Italia adottate dal Consiglio Europeo al termine del Semestre europeo relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma;
   rilevato che il Governo ha sin qui operato per rilanciare la crescita e l'occupazione, attraverso un programma pluriennale di riforme strutturali volto a migliorare la competitività del sistema produttivo, incentivare gli investimenti, pubblici e privati, sostenere i consumi interni, attraverso l'aumento del reddito disponibile delle famiglie e la riduzione delle tasse;
   considerato che i risultati ad oggi conseguiti con l'attuazione di tali politiche economiche sono illustrati dalla Nota di aggiornamento al DEF, che attesta il consolidarsi della ripresa economica del Paese; osservato in particolare che essa dà conto dell'aumento del PIL reale, nei tre trimestri più recenti, a un ritmo congiunturale superiore alle attese, di circa lo 0,4 per cento, dell'incremento del tasso di crescita tendenziale nel secondo trimestre Pag. 46all'1,5 per cento, della crescita del numero degli occupati, nella prima metà dell'anno, dell'1,1 per cento su base annua, e dell'aumento delle ore lavorate del 2,8 per cento;
   preso atto altresì che la Nota rivede al rialzo la previsione di crescita del PIL per il 2017, contenuta nello scenario tendenziale, all'1,5 per cento rispetto all'1,1 per cento previsto nel DEF di aprile;
   osservato l'andamento positivo delle esportazioni, che, per i beni alimentari, fa registrare un aumento del 7,2 per cento;
   rilevato, a tale ultimo proposito, che la Nota, all'Allegato 1, Tabella n. 13, dà conto di come, sebbene le agricolture mondiali siano sottoposte alle difficoltà derivanti da una forte caduta dei prezzi dei prodotti agricoli e zootecnici, l'analisi dei dati più recenti confermi due diverse tendenze del settore agricolo: l'andamento decrescente e di ristagno sul mercato nazionale abbinato a quello particolarmente dinamico relativo alle esportazioni agroalimentari;
   osservato che le nuove previsioni di finanza pubblica a legislazione vigente confermano l'andamento complessivo di miglioramento del saldo di indebitamento netto, che passa dal 2,1 per cento del PIL nel 2017 all'1,0 per cento nel 2018 e allo 0,3 per cento nel 2019, per attestarsi sostanzialmente sul pareggio nel 2020 (0,1 per cento) e che, sul fronte delle spese si conferma l'andamento decrescente dell'incidenza della spesa corrente primaria sul PIL, mentre la spesa in conto capitale – e quindi per investimenti – registra un'incidenza sul PIL del 3,6 rispetto al 3,4 preventivato nel DEF;
   preso atto con favore – con specifico riferimento allo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – che l'incremento delle risorse per investimenti che si è registrato nell'ultimo biennio ha riguardato sia i settori con particolari e specifiche criticità (lattiero caseario e olivicolo) al fine di superarle sostenendo le performance di settore, sia gli interventi ritenuti strategici per le imprese e la ricerca (assetto del settore irriguo e riassetto dell'imprenditoria, piano triennale di ricerca straordinario del CREA, sostegno del mercato nazionale con il mantenimento delle risorse per il fondo di solidarietà nazionale – Incentivi assicurativi);
   richiamati i risultati conseguiti dal settore agricolo per effetto delle richiamate politiche economiche attuate nella presente legislatura, che il Governo intende confermare per il triennio 2018-2020;
   ricordato, in particolare, che il comparto agricolo si è particolarmente avvantaggiato della progressiva diminuzione della pressione fiscale operata negli ultimi anni, beneficiando della soppressione dell'IMU sui terreni agricoli e dell'abolizione dell'Irpef e dell'Irap per la determinazione dei redditi dominicali;
   rammentato altresì che il comparto primario si è in parte avvantaggiato degli specifici incentivi agli investimenti privati, come, per esempio, quelli attivati in base al piano Industria 4.0 e alla nuova legge Sabatini;
   richiamati gli specifici provvedimenti adottati in favore dei giovani in agricoltura nell'anno in corso, tra le quali, da ultimo, le misure contenute nel «decreto Mezzogiorno», che ha potenziato lo strumento dell'autoimprenditorialità e del subentro in agricoltura con ulteriori 50 milioni di euro e ricordato che, nel periodo 2007-2015 sono stati erogati contributi pari a circa 700 milioni di euro, di cui hanno beneficiato circa 22 mila nuove aziende agricole condotte da giovani e che altrettante risorse sono state stanziate attraverso i programmi di sviluppo rurale per il periodo 2015-2020;
   preso atto con favore che, come si legge nella Relazione al Parlamento: «l'approccio di politica economica che il Governo continua a ritenere più appropriato è incentrato su un miglioramento graduale e nello stesso tempo strutturale della finanza Pag. 47pubblica, fondato sulla revisione della spesa, su una maggiore efficienza operativa nelle Amministrazioni Pubbliche e sul contrasto all'evasione e all'elusione fiscale. Le misure che si intende proporre con il Disegno di Legge di Bilancio per il triennio 2018-2020 operano in continuità con le politiche già adottate negli anni precedenti. In tal senso, saranno introdotte misure in favore della crescita attraverso l'incentivazione degli investimenti privati e il potenziamento di quelli pubblici, con il duplice obiettivo di supportare la competitività del Paese e stimolare la domanda aggregata, oltre a interventi per promuovere la crescita occupazionale in particolare dei giovani e sostenere i redditi delle famiglie più povere»;
   rilevato dunque con favore che la Nota di aggiornamento conferma l'intenzione del Governo di fornire, con il disegno di legge di Bilancio, ulteriore impulso alla crescita e al lavoro, sfruttando anche le complementarità offerte dalle riforme strutturali adottate, con l'obiettivo è irrobustire la fiducia e gli investimenti, che stanno supportando la ripresa, accrescendo la produttività e il potenziale;
   osservato che le risorse disponibili, seppur limitate dall'esigenza di stabilizzazione delle finanze pubbliche e di accelerazione del processo di riduzione del debito, saranno impiegate in scelte selettive privilegiando il sostegno: i) dell'occupazione giovanile; ii) degli investimenti pubblici e privati; iii) al potenziamento degli strumenti di lotta alla povertà; osservato altresì che, sterilizzate le clausole di salvaguardia, il successivo ambito di intervento riguarderà le politiche per lo sviluppo che comprendono principalmente maggiori risorse per gli investimenti pubblici;
   preso altresì atto che un ulteriore ambito attiene alle politiche per la competitività e l'innovazione e include misure di incentivazione agli investimenti privati in beni strumentali e immateriali e di sostegno alla ricerca scientifica e tecnologica e che rientrano in questo ambito anche gli interventi sul costo del lavoro volti ad incentivare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro;
   preso inoltre atto che le risorse disponibili per il 2018 per le politiche di sviluppo sono indicate in 300 milioni di euro (0,02 per cento di PIL) e quelle per la competitività e l'innovazione risultano pari a 338 milioni di euro e che tali risorse crescono rispettivamente a 1.300 milioni di euro e a 2.162 milioni di euro nel 2019;
   ritenuto necessario che il settore agricolo sia ricompreso nelle politiche di sviluppo e competitività della prossima Legge di Bilancio e che quindi le disposizioni risultino applicabili anche per tale settore;
   reputato in particolare che la crescita della componente giovanile in agricoltura rappresenta un fattore competitivo fondamentale e che il ricambio generazionale in agricoltura è uno degli obiettivi più importanti da perseguire, anche considerato che in Italia – anche grazie alle misure poste in essere dal Governo nella presente legislatura prima richiamate – le imprese agricole guidate da giovani al di sotto dei 35 anni ottengono un ricavo di 73.000 euro, a fronte di una media di 43.000 per azienda agricola, conseguendo risultati anche superiori ai pari età europei, che si attestano su una media di ricavi di 44.000 euro;
   ritenuto dunque necessario continuare a mantenere alta l'attenzione sul ricambio generazionale, con politiche a servizio dei giovani, che facilitino non solo l'ingresso di questi ultimi nel settore agricolo, ma anche attività di formazione e consulenza, che li accompagnino nello sviluppo continuo della propria azienda e nel mantenimento della stessa, una volta avviata;
   vista quindi l'opportunità di sviluppare in tutte le sue potenzialità la fondamentale misura, introdotta dall'articolo 5, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 100, nell'ambito del Testo unico in materia di società a partecipazione Pag. 48pubblica di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, in base alla quale le università possono costituire società per la gestione di aziende agricole con funzioni didattiche,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si segnali, nell'ambito delle misure a favore dell'occupazione giovanile che formeranno oggetto della legge di Bilancio per il 2018, la necessità di mantenere alta l'attenzione sul ricambio generazionale in agricoltura, con la predisposizione di specifiche politiche a servizio dei giovani per facilitarne l'ingresso nella gestione delle imprese agricole, a tal fine favorendo specifiche attività di formazione e consulenza per accompagnarli nello sviluppo continuo della propria azienda e nel mantenimento della stessa una volta avviata, semplificando l'accesso alla terra e al credito per i giovani al fine di favorire il loro stabile inserimento nel settore;
   b) nell'ambito delle politiche per la competitività delle imprese che formeranno oggetto della legge di Bilancio per il 2018, si rappresenti la necessità di predisporre, anche mediante la creazione di un significativo fondo strutturale, politiche specifiche per le filiere strategiche della nostra agricoltura, finalizzate ad incrementarne la competitività, a valorizzarne le produzioni e a tutelare la salute dei cittadini;
   c) si raccomandi altresì di rivedere le modalità di attuazione delle misure della cosiddetta Sabatini, già previste nella legge di bilancio per il 2017, affinché ne possano specificamente beneficiare le imprese agricole e le cooperative operanti nei settori agricoli e della pesca;
   d) si raccomandi inoltre la predisposizione delle opportune politiche di intervento per consentire il rinnovamento del sistema idrico in agricoltura, proseguendo lungo la strada già delineata nella presente legislatura e provvedendo in particolare ad accelerare le procedure necessarie al tempestivo utilizzo delle risorse finanziarie già disponibili per il settore irriguo, a completare le infrastrutture necessarie all'irrigazione già cantierate e ad avviare la realizzazione del Piano dei piccoli e medi invasi;
   e) si segnali la necessità di incrementare le risorse del Fondo di Solidarietà Nazionale di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, al fine di sostenere le aziende operanti nel comparto primario colpite dalle diverse e gravissime calamità che hanno colpito gravemente le produzioni agricole;
   f) in relazione alle misure adottate per i soggetti esercenti attività agricole nelle zone colpite dai più recenti eventi sismici, si inviti a delineare le migliori strategie per evitare lo spopolamento dei territori e la prosecuzione dell'attività agricola.

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XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea)

(Relatore: GIULIETTI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La XIV Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis, Allegati e Annesso),
   preso atto che nella Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, (Doc. LVII, n. 5-bis – Annesso) il Governo provvede ad aggiornare il Piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Termine previsto dal DEF 2017 del mese di aprile 2017, al fine di tener conto, nel perseguimento della sostenibilità delle finanze pubbliche, anche della necessità di assicurare il sostegno alla ripresa economica;
   rilevato in particolare che il Governo, fermo restando il conseguimento del previsto pareggio strutturale di bilancio nel 2020, prevede di ridurre l'aggiustamento strutturale del bilancio del 2018 di 0,3 punti percentuali, in luogo degli attuali 0,8 punti. Tale percorso si riflette nei nuovi obiettivi nominali dell'indebitamento, che è rivisto dall'1,2 all'1,6 per cento nel 2018, dallo 0,2 allo 0,9 per cento per il 2019 e dallo 0,0 allo 0,2 per cento nel 2020;
   evidenziata l'opportunità che la politica economica del Governo – nella prevista riduzione dell'aggiustamento strutturale di bilancio, cui consegue l'aumento per il 2018 del deficit di bilancio – tenga conto degli effetti che potrebbero derivare al sistema italiano dalla possibile futura restrizione, già a partire dal 2018, del ricorso allo strumento del quantitative easing, sollecitando al riguardo una adeguata riflessione nel Paese;
   ritenuto altresì auspicabile che – in una fase di importanti mutamenti politici a livello europeo – il Governo italiano assicuri una partecipazione costruttiva ai processi di riforma dell'Unione, sin dalle loro fasi preparatorie,
  esprime

NULLA OSTA.

Pag. 50

COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI

(Relatore: ORRÙ)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis)

  La Commissione parlamentare per le questioni regionali,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis);
   preso atto del nuovo quadro di finanza pubblica per il periodo 2017-2020, che tiene conto, in particolare, delle raccomandazioni del Consiglio europeo relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, nonché dell'aggiornamento degli obiettivi programmatici;
   valutati positivamente gli obiettivi della prossima manovra economica, consistenti nel consolidamento della crescita economica, nel favorire l'occupazione e gli investimenti nei territori, nel contrasto alla povertà sociale, nonché nella riduzione della pressione fiscale, in un percorso rispettoso delle esigenze di contenimento del disavanzo pubblico in essere;
   ritenuto più in generale opportuno che la prossima manovra economica dia continuità alle misure adottate nei più recenti provvedimenti di finanza pubblica in favore degli enti territoriali,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   si rileva l'opportunità che, nel disegno di legge di bilancio per il 2018, sia data continuità alle recenti misure finanziarie adottate da Parlamento e Governo in favore degli enti territoriali e, quanto meno, anche per i prossimi anni non sia accresciuto il contributo alla finanza pubblica richiesto a questi ultimi.