Doc. LVII, n. 4-bis-A

doc. lvii n. 4-bis-A

RELAZIONE DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE
(BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)

Presentata alla Presidenza il 12 ottobre 2016

(Relatore: FANUCCI, per la maggioranza)

sulla

NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2016

(Articoli 7, comma 2, lettera b), e 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e successive modificazioni)

presentata dal presidente del consiglio dei ministri
(RENZI)

Trasmessa alla Presidenza il 28 settembre 2016  

Pag. 3

I N D I C E

RELAZIONE ... 5

PARERI AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO ... 15

I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) ... 17

II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia) ... 20

III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunitari) ... 22

IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa) ... 25

VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze) ... 26

VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione) ... 30

VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici) ... 31

IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni) ... 33

X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo) ... 35

XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato) ... 40

XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali) ... 46

XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura) ... 49

XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea) ... 52

COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI ... 53

Pag. 5

  Onorevoli Colleghi ! — In premessa si rileva che, come evidenziato dalla Nota di aggiornamento del DEF 2016, il Governo ha operato fin dal suo insediamento per rilanciare la crescita e l'occupazione. Questo obiettivo viene perseguito attraverso un programma pluriennale di riforme strutturali volte a migliorare la competitività del sistema produttivo, il sostegno degli investimenti privati e il rilancio di quelli pubblici, l'aumento del reddito disponibile delle famiglie e quindi dei consumi, la riduzione delle imposte a cominciare da quelle sul lavoro. Dopo una doppia, profonda recessione nel periodo 2009-2013, la crescita in Italia è tornata positiva. Tuttavia il recupero dei livelli di prodotto pre-crisi si sta rivelando più lento di quanto desiderabile. Il ritmo insoddisfacente della ripresa riflette da una parte i ritardi e l'insufficiente azione di riforma dell'economia italiana negli anni precedenti la crisi, che ha solo marginalmente aggredito gli impedimenti alla crescita e dall'altra il tempo necessario affinché le riforme strutturali dispieghino appieno il proprio effetto. Sulla velocità di ripresa pesa il peggioramento delle prospettive di crescita a livello internazionale, caratterizzate peraltro da significativi rischi al ribasso. Nonostante le politiche monetarie fortemente espansive, sulle previsioni di crescita gravano l'eccesso di risparmio e l'insufficiente propensione all'investimento, che si associano a tassi di interesse e d'inflazione su livelli storicamente assai contenuti e prossimi allo zero. Per sostenere l'economia globale è indispensabile, come ampiamente riconosciuto dalle istituzioni internazionali, che la politica monetaria, la politica di bilancio e le riforme strutturali intervengano contemporaneamente e in modo da sostenersi reciprocamente. La Nota fa presente inoltre che, alla luce di un contesto congiunturale più sfavorevole rispetto a quello prospettato ancora pochi mesi fa dalle organizzazioni internazionali, il Governo ha scelto di rimodulare la politica di bilancio in maniera favorevole alla crescita, scegliendo in particolare di intervenire sulle spese e le entrate dando priorità agli interventi che favoriscono investimenti e produttività, pur continuando nel processo di consolidamento dei conti pubblici. Più nello specifico, l'articolo 10-bis della legge di contabilità pubblica n. 196 del 2009, come modificato dalla legge n. 163 del 2016, prevede che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza contenga:
   l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il restante periodo di riferimento;
   l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea;
   le eventuali modifiche e integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo relative al Programma di stabilità e al PNR;
   l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale;
   l'indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo, con una sintetica illustrazione degli effetti finanziari attesi dalla manovra stessa in termini di entrata e di spesa, ai fini del raggiungimento degli obiettivi programmatici;Pag. 6
   l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati.

  La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2016-2019 rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile. Con riferimento ai documenti all'esame, alla Nota di aggiornamento risultano allegati:
   le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali (DOC. LVII, n. 4-bis – Allegato I), ai sensi dell'articolo 10-bis della legge di contabilità e finanza pubblica n. 196/2009;
   il Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, ai sensi dell'articolo 10-bis.1, comma 1, della legge n. 196 del 2009 (non ancora presentato);
   la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012 (DOC. LVII, n. 4-bis – Annesso), che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO), già autorizzato con la Relazione al Parlamento contenuta nel DEF 2016, presentata alle Camere il 9 aprile 2016 come annesso al documento medesimo.

  In riferimento a tale Relazione va rammentato che, come anche riportato nelle premesse delle Raccomandazioni per l'Italia sul programma di stabilità 2016 approvate dal Consiglio UE lo scorso 12 luglio (2016/C 299/01) l'Italia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, ed è soggetta alla regola del debito a partire dal 2016 mentre nel periodo 2013-2015 era soggetta alla regola del debito transitoria. Nella Relazione il Governo rileva come, rispetto al Piano di rientro previsto dal DEF 2016 nello scorso mese di aprile, il sostanziale peggioramento del ciclo economico (come espone la revisione dell’output gap, che passa al –1,7 per cento rispetto al –1,1 per cento stimato nel DEF 2016), nonché il ricorrere delle circostanze eccezionali costituite sia dal recente sisma del 24 agosto che dall'intensità del fenomeno migratorio, costituiscano i presupposti richiesti dall'articolo 6, comma 5, sopracitato, in base ai quali può richiedersi l'autorizzazione a modificare il piano di rientro in corso. In particolare il Governo, che nel quadro programmatico di finanza pubblica ha indicato per il 2017 un obiettivo di indebitamento del 2 per cento di PIL, chiede di poter utilizzare ove necessario ulteriori margini di bilancio sino ad un massimo di 0,4 punti di PIL. La ripresa del percorso previsto dall'attuale piano di rientro verrà assicurata dal 2018, al fine del raggiungimento del sostanziale pareggio strutturale di bilancio nel 2019, come già previsto nel DEF dello scorso aprile. Per quanto concerne infine gli eventuali disegni di legge collegati, nella Nota si fa rinvio ai disegni di legge già indicati nei precedenti documenti programmatici. Al momento tali provvedimenti risultano individuabili nei seguenti:
   A.S. 2284 «Delega al Governo recante disposizioni per l'efficienza del processo civile»;
   A.S. 2085 «Legge annuale per il mercato e la concorrenza»;
   A.S. 2287 «Disciplina del cinema, dell'audiovisivo e dello spettacolo e deleghe al Governo per la riforma normativa in materia di attività culturali».

  La Nota non contiene invece il rapporto programmatico sulle spese fiscali (tax expenditures) previsto dal decreto legislativo n. 160 del 24 settembre 2015 emanato in attuazione della delega fiscale. Al riguardo il Governo ritiene che nel 2016, in sede di prima applicazione, non si possa procedere alla predisposizione del rapporto programmatico, non essendo disponibile il rapporto annuale sulle spese fiscali, che sarà allegato allo stato di previsione dell'entrata, nel disegno di legge di bilancio. Tale rapporto contiene le informazioni Pag. 7che il Governo può utilizzare per la predisposizione del rapporto programmatico, valutando i possibili interventi. Si segnala tuttavia che il Cronoprogramma per le riforme prevede che con il nuovo quadro regolatorio (decreto legislativo n. 160 del 2015), il Governo rivedrà annualmente le tax expenditures esistenti considerando il loro impatto economico e presenterà un rapporto al Parlamento insieme alla legge di bilancio. La Nota evidenzia uno scenario macroeconomico internazionale che mostra, nel suo complesso, prospettive di crescita più modeste rispetto alle attese, nonostante l'attenuazione delle tensioni sui mercati finanziari e la riduzione della volatilità sui prezzi delle materie prime, diseguali e caratterizzate da significativi rischi al ribasso. La bassa crescita registrata nella prima parte di quest'anno appare, in particolare, connessa con la stagnazione del commercio mondiale, penalizzato, in particolare, dal calo in entrambi i trimestri della domanda di importazioni da parte dei Paesi emergenti, soprattutto asiatici. Gli indicatori congiunturali non evidenziano al momento segnali di superamento della fase di decelerazione, indicando quindi nel complesso una crescita lenta e disomogenea dell'attività economica mondiale anche nella seconda metà dell'anno. Per quanto riguarda la crescita economica mondiale, le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale (FMI), diffuse nel World Economic Outlook Update del 19 luglio 2016, ipotizzano una crescita del PIL mondiale al 3,1 per cento nel 2016 e al 3,4 per cento nel 2017, di 0,1 punti in meno per entrambi gli anni rispetto a quanto previsto in primavera. Le più recenti previsioni dell'OCSE, diffuse nell’Interim Economic Outlook del 21 settembre, indicano un andamento ancora più debole della crescita globale, prevista rallentare al 2,9 per cento nel 2016, più debole rispetto al 2015, mentre per il 2017 la crescita dovrebbe migliorare solo lievemente al 3,2 per cento, rimanendo comunque ben al di sotto degli standard storici. Il quadro delle variabili esogene sottostanti la Nota di aggiornamento risulta dunque, nel complesso, meno favorevole rispetto a quanto ipotizzato in primavera. Per ciò che concerne specificamente l'area dell'euro, la Nota riporta i più recenti dati congiunturali forniti da Eurostat, che registra una crescita del PIL dell'area nel secondo trimestre dell'anno in corso dello 0,3 per cento – ad un ritmo più contenuto rispetto alla crescita dello 0,5 per cento del precedente trimestre – sostenuta dalle esportazioni nette e dal contributo ancora positivo della domanda interna, sebbene più modesto rispetto al trimestre precedente. La crescita del prodotto interno lordo si è normalizzata nel secondo trimestre, dopo il forte rialzo del periodo precedente, con andamenti tuttavia differenziati tra i vari Paesi dell'area dell'euro. La crescita del PIL reale è aumentata sul trimestre precedente nei Paesi dell'Est e in Spagna ( 0,8 per cento in entrambi i trimestri), mentre è rimasta invariata in Francia e in Italia e risulta in rallentamento in Germania ( 0,4 per cento dopo il 0,7 per cento del primo trimestre). Nel complesso, la fase di rallentamento registrata nel secondo trimestre delinea, in prospettiva, una crescita più contenuta dell'area rispetto alle attese. Con riferimento all'andamento dell'economia italiana, per quanto riguarda il quadro macroeconomico, la Nota di aggiornamento 2016 rivede il quadro macroeconomico tendenziale e programmatico, evidenziando un peggioramento delle prospettive di crescita dell'economia italiana, in considerazione del nuovo contesto internazionale meno favorevole, nonché, per quanto concerne il quadro programmatico, della politica economica e fiscale che il Governo intende impostare per i prossimi anni con la legge di bilancio per il 2017.
  Come già sopra ricordato, la Nota di aggiornamento del DEF 2016 distingue, per le previsioni macroeconomiche, tra uno scenario tendenziale e uno programmatico che, fermo restando le assunzioni relative al quadro macroeconomico internazionale, differiscono per le assunzioni relative alle misure economiche che il Pag. 8Governo intende assumere con la prossima manovra di finanza pubblica. Con riferimento alle previsioni tendenziali, la Nota ridimensiona le stime della crescita del PIL per il 2016, che scende dall'1,2 per cento del DEF di aprile allo 0,8 per cento, in relazione agli andamenti congiunturali della prima parte dell'anno, che denotano una fase di rallentamento della ripresa economica. Nei primi due trimestri dell'anno, infatti, il PIL, dopo aver registrato un incremento dello 0,3 per cento, ha fermato la sua crescita registrando una variazione congiunturale nulla nel secondo trimestre. Il rallentamento è da porre in relazione ad un indebolimento della domanda interna, ad una minore dinamica sia dei consumi sia degli investimenti, nonostante il miglioramento della domanda estera netta. Segnali di indebolimento del ciclo economico emersi negli ultimi mesi, inducono la Nota a ritenere che anche nella seconda parte del 2016 la crescita sarà modesta, prospettandosi variazioni congiunturali oscillanti tra un decimo e due decimi di punto di PIL. In considerazione del nuovo quadro internazionale e delle nuove informazioni sull'andamento dell'economia italiana in atto, la Nota rivede al ribasso la previsione di crescita del PIL per il 2017, contenuta nello scenario tendenziale, allo 0,6 per cento rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF di aprile. Per il 2018 e il 2019, invece, viene confermata la previsione di crescita del PIL, contenuta nello scenario tendenziale, rispettivamente all'1,2 e 1,3 per cento. La Nota precisa che le previsioni aggiornate del quadro tendenziale sopra riportate, che incorporano gli effetti sull'economia del quadro normativo vigente, tengono conto degli effetti sull'economia degli aumenti di imposte indirette (c.d. clausole di salvaguardia) per il 2017 e 2018. Nel quadro tendenziale sono presenti, tuttavia – precisa ancora la Nota – anche il taglio dell'imposizione fiscale sulle imprese di capitali, operativo da gennaio 2017, e altre misure di stimolo alla crescita che sono state approvate con la legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015), che la Nota afferma saranno confermate. Rispetto alle nuove previsioni tendenziali, l'Ufficio parlamentare di bilancio, nella lettera di validazione del quadro macroeconomico tendenziale, ha espresso alcune considerazioni sul quadro previsionale della Nota per gli anni successivi al 2017, vale a dire il 2018 ed il 2019, evidenziando la presenza di significativi fattori di rischio (in particolare la crescita reale del PIL si situa nel 2018 al di sopra del limite superiore del quadro previsivo dell'Ufficio parlamentare di bilancio e, nel 2019, al di sopra del valore mediano previsivo). Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2017 e successivi presentato nella Nota include, come già ricordato, l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2017. Il profilo della attuale manovra indicata nella Nota avrebbe un impatto positivo sulla crescita del 2017 di 0,4 punti percentuali rispetto alla previsione tendenziale. Nel nuovo quadro programmatico si evidenzia, infatti, una crescita del PIL per il 2017 all'1,0 per cento, superiore all'andamento indicato nel quadro tendenziale della Nota (0,6 per cento). Il nuovo obiettivo di PIL si pone comunque al di sotto del PIL programmatico previsto dal DEF di aprile, dove l'obiettivo di crescita era fissato per il 2017 all'1,5 per cento. Il tasso di crescita previsto per i due anni successivi è di 1,3 per cento nel 2018 e 1,2 per cento nel 2019, in entrambi i casi 0,2 punti percentuali al di sotto della previsione programmatica del DEF, a causa di un abbassamento della crescita prevista dell'economia mondiale e del commercio internazionale.
  La Nota sottolinea che la crescita programmatica dell'economia italiana nel 2017 e negli anni seguenti riportata nel documento ha carattere prudenziale, in quanto non considera la possibilità di innalzare l'indebitamento netto per il 2017 fino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL. Dal punto di vista macroeconomico, le misure di maggiore impatto della manovra programmata, sono indicate nella Pag. 9disattivazione delle clausole di salvaguardia previste dalla precedente legge di stabilità per il 2016 e dei relativi aumenti di imposte.
  Rispetto allo scenario tendenziale, gli effetti delle misure adottate dal Governo per il rilancio dell'economa, volte ad accrescere la competitività e a sostenere la domanda interna, si tradurrebbero in un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,2 per cento nel 2017 e allo 0,1 per cento nel 2018 e 2019. La Nota in esame presenta un aggiornamento del quadro di finanza pubblica incorporando, per l'esercizio 2015, i dati di preconsuntivo diffusi dall'Istat con il Comunicato del 23 settembre scorso. Tali dati confermano la stima del deficit al 2,6 per cento del PIL già indicata nel DEF (aprile 2016), in riduzione rispetto al saldo registrato per il 2014 (3,0 per cento). Contribuiscono al risultato del 2015 un avanzo primario pari all'1,5 per cento e una spesa per interessi pari al 4,2 per cento del PIL. Soffermandosi quindi in primo luogo sul quadro tendenziale, si rileva preliminarmente che la Nota di aggiornamento presenta le previsioni aggiornate, basate sulla legislazione vigente, relative al periodo 2016-2019 riviste – rispetto a quelle del precedente Documento – sulla base della revisione del quadro macroeconomico, dei risultati dell'attività di monitoraggio della finanza pubblica e degli effetti dei provvedimenti successivi alla presentazione del DEF 2016. La Nota precisa che complessivamente i provvedimenti adottati determinano effetti cumulati netti pressoché neutrali. La revisione delle stime appare quindi essenzialmente riconducibile all'aggiornamento del quadro macroeconomico, caratterizzato dal rallentamento delle prospettive di crescita di breve periodo rispetto al DEF di aprile, nonché ai risultati dell'attività di monitoraggio della finanza pubblica. Le nuove previsioni di finanza pubblica a legislazione vigente confermano l'andamento complessivo di miglioramento del saldo di indebitamento netto, che passa dal 2,4 per cento del PIL nel 2016 all'1,6 per cento nel 2017 e allo 0,8 per cento nel 2018, per attestarsi sostanzialmente sul pareggio nel 2019. Rispetto al precedente quadro previsionale, si evidenziano marginali variazioni per l'esercizio in corso (dal 2,3 al 2,4 per cento del PIL), mentre la revisione appare più consistente negli esercizi successivi con riduzioni del saldo di indebitamento – rispetto alle stime di aprile – di 0,2 punti percentuali nel 2017 e di 0,5 nel 2018. Per il 2019 la revisione determina l'annullamento dell'avanzo (0,4 per cento del PIL), già indicato nel DEF. Tale andamento è determinato essenzialmente da corrispondenti revisioni al ribasso dei valori dell'avanzo primario in percentuale del PIL, previsti comunque in costante miglioramento, dall'1,5 nel 2016 al 3,4 per cento nell'ultimo esercizio di previsione. Questo andamento del saldo primario contribuisce in modo prevalente al percorso di riduzione dell'indebitamento netto tendenziale, mentre la spesa per interessi evidenzia miglioramenti più contenuti, con un'incidenza sul PIL che passa dal 4 per cento del 2016 al 3,4 per cento nel 2019; le nuove stime confermano essenzialmente le previsioni del Documento di aprile, fatte salve differenze dell'ordine dello 0,1 per cento annuo nel periodo 2017-2019. L'indebitamento netto strutturale (calcolato al netto delle misure una tantum e depurato della componente ciclica del saldo) – che risulta pari a 0,8 per cento in rapporto al PIL nei dati di preconsuntivo riferiti al 2015 – registra un peggioramento nella previsione per il 2016 (attestandosi all'1,4 per cento), per poi evidenziare un graduale miglioramento negli esercizi successivi, raggiungendo valori prossimi al pareggio (-0,2) nell'ultimo anno di previsione, in coerenza con l'andamento previsto per il saldo nominale.
  Con riferimento alla pressione fiscale, la Nota afferma che, nel 2015, la pressione fiscale si mantiene al livello del 2014 (43,4 per cento), mentre nel 2016 si riduce di 0,8 punti percentuali (42,6 per cento del PIL). La Nota precisa che il gettito tributario, nell'esercizio in corso, è atteso crescere ad un tasso inferiore a quello dell'economia. Pertanto, la pressione fiscale, stimata in Pag. 10aprile in 42,8 per cento del PIL, viene rideterminata nella predetta misura del 42,6 per cento del PIL. Nel 2017 la pressione fiscale presenta un lieve rialzo (42,8 per cento) per poi stabilizzarsi intorno al valore del 42,7 per cento in rapporto al PIL nel 2018 e nel 2019. La Nota evidenzia che, scontando da tale valore gli effetti del «bonus di 80 euro», oggetto di diversa classificazione contabile, l'indicatore scende al 42,1 per cento nel 2016 per attestarsi intorno al 42,2 per cento negli esercizi successivi. Per quanto attiene all'andamento della spesa nell'arco temporale considerato dalla Nota di aggiornamento, i dati relativi all'incidenza rispetto al PIL delle voci del conto economico evidenziano un'incidenza complessiva della spesa che, al netto degli interessi, si riduce dal 46,2 per cento del PIL (dato di preconsuntivo 2015) al 43,5 per cento nel 2019. Contribuiscono a tale andamento le spese primarie correnti, la cui incidenza sul PIL si riduce progressivamente nel periodo di previsione, attestandosi nel 2019 al 40,3 per cento rispetto al valore di 42,1 per cento del 2015 (-1,8 per cento). Per le spese in conto capitale, la corrispondente riduzione risulta pari allo 0,9 per cento (da 4,1 a 3,2 punti percentuali). Sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, la Nota presenta poi, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche ed al nuovo quadro tendenziale di finanza pubblica, un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica. La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il quinquennio 2015-2019 e, in particolare, il percorso di avvicinamento all'obiettivo medio periodo. Preliminarmente si evidenzia che, in relazione ai contenuti obbligatori (ex articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009), la Nota di Aggiornamento del DEF indica, in valore assoluto, gli obiettivi di saldo netto da finanziare programmatico del bilancio dello Stato in termini di competenza e di saldo netto da finanziare in termini di cassa. Il primo saldo è determinato nel limite massimo di –40,5 miliardi nel 2017 (indebitamento netto massimo del 2,4 per cento), –28,1 miliardi nel 2018 e –9,7 miliardi nel 2019. Il corrispondente SNF in termini di cassa è determinato nel limite massimo di –103,9 miliardi nel 2017, –78,3 miliardi nel 2018 e –58,1 miliardi nel 2019. Nel 2016, si evidenzia un saldo dell'indebitamento netto programmatico al –2,4 per cento (rispetto al –2,3 per cento del DEF), in miglioramento di 0,2 punti percentuali di PIL rispetto al –2,6 per cento del 2015, per poi evidenziarsi un ulteriore calo al –2,0 per cento (-1,8 per cento nel DEF) nel 2017 e al –1,2 per cento (-0,9 per cento nel DEF) nel 2018. L'orizzonte 2016-2019 conferma il raggiungimento del sostanziale pareggio solo nel 2019, prevedendosi che l'indebitamento netto si attesterà in tale anno su di un valore solo lievemente di segno negativo (-0,2 per cento) rispetto alle previsioni del DEF che segnalavano addirittura un accreditamento (0,1 per cento). Dal confronto tra l'indebitamento netto tendenziale e indebitamento netto programmatico si evidenzia come, nell'orizzonte previsionale 2017-2019, i vincoli posti dai saldi tendenziali vengano leggermente allentati al fine di incrementare i saldi programmatici. Difatti l'indebitamento netto tendenziale è previsto al –2,4 per cento del PIL nel 2016, al –1,6 per cento nel 2017, al –0,8 per cento nel 2018 e allo 0,0 per cento nel 2019, mentre l'indebitamento netto programmatico è pari al –2,4 per cento del PIL nel 2016, al –2,0 per cento nel 2017, al –1,2 per cento nel 2018 e al – 0,2 per cento nel 2019. In termini assoluti, con riferimento al PIL nominale stimato per le annualità, tali variazioni percentuali si sostanziano in un maggior indebitamento netto per circa 6,8 miliardi di euro nel 2017, 7 miliardi di euro nel 2018 e 3,6 miliardi di euro nel 2019. Si consideri a riguardo che il peggioramento dei tendenziali nel triennio 2017-2019 rispetto ai dati del DEF di aprile amplifica la portata di tali variazioni. L’output gap, che misura il differenziale tra PIL effettivo e potenziale, evidenzia un profilo evolutivo in miglioramento, Pag. 11evidenziando una costante riduzione, atteso che il dato previsionale passa dal –3,5 per cento del 2015, al –2,5 per cento del 2016, al –1,7 per cento del 2017 e al –0,7 per cento nel 2018, per poi annullarsi nel 2019 ultimo anno dell'orizzonte di previsione. Analoga dinamica è seguita dalla componente ciclica che passa dal –1,3 per cento del 2016, al –0,9 per cento nel 2017 e al –0,1 per cento del 2018, per poi annullarsi nel 2019. Si ricorda che nel DEF dello scorso aprile viene formulata, per il 2016, una richiesta di flessibilità – per tener conto di significative riforme strutturali – nella misura di 0,1 punti percentuali, che va ad aggiungersi a quella per 0,4 punti, già formulata, in ragione della medesima clausola delle riforme strutturali, nel DEF 2015. Inoltre, nel DEF è richiesta un'ulteriore deviazione pari a 0,3 punti percentuali di PIL, per tenere conto della spesa nazionale per gli investimenti in progetti cofinanziati dall'UE (clausola degli investimenti). La richiesta complessiva ammonta quindi a 0,8 punti percentuali, rimodulata nella misura dello 0,75 per cento per tener conto dei limiti imposti dalle decisioni europee. Il DEF 2016 ha inoltre evidenziato l'esigenza di qualificare sia l'inconsueto afflusso dei rifugiati sia la gravità della minaccia terroristica come eventi eccezionali, al di fuori del controllo del Governo ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 1, e dell'articolo 6, paragrafo 3, del Regolamento (CE) n. 1466/97, tali da giustificare una deviazione temporanea dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine, in base alla normativa europea richiamata. È stato quindi richiesto che l'aggiustamento verso l'obiettivo a medio termine non tenesse conto dei costi supplementari legati alle misure di sicurezza e all'emergenza migranti, computati, rispettivamente, nella misura dello 0,06 e dello 0,04 per cento del PIL nel 2016, per un totale di 0,1 punti percentuali di prodotto. La Raccomandazione del Consiglio UE del 12 luglio 2016 indica l'esigenza di limitare la deviazione temporanea dall'aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine all'importo pari complessivamente allo 0,75 per cento del PIL, concesso per gli investimenti e l'attuazione delle riforme strutturali, subordinando tale deviazione ad una serie di condizioni, tra cui la necessità di riprendere il percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2017 e di conseguire un aggiustamento annuo di bilancio verso l'obiettivo di bilancio a medio termine pari allo 0,6 per cento del PIL o più nel 2017. Per quanto attiene alla qualificazione quali eventi eccezionali richiesta per le spese del 2016 connesse all'emergenza migranti e all'emergenza sicurezza, il Consiglio fa presente che la valutazione finale, anche per gli importi ammissibili, sarà effettuata nella primavera del 2017 sulla base dei rilevamenti di dati forniti dalle autorità’ italiane. La Nota di aggiornamento in esame e l'annessa Relazione al Parlamento ai sensi della dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, non prefigurano una specifica ulteriore richiesta di flessibilità, pur facendo riferimento all'esigenza di usufruire di eventuali margini consentiti dalla normativa europea. In particolare, infatti, secondo la Nota di aggiornamento, il Governo intende operare, ove necessario, ulteriori interventi per l'emergenza sisma, la messa in sicurezza del patrimonio abitativo e del territorio e la gestione del fenomeno migratorio. In considerazione delle pressanti necessità che il Paese deve fronteggiare, l'obiettivo di indebitamento potrebbe essere innalzato sino ad un massimo dello 0,4 per cento del PIL, secondo quanto indicato nella Relazione al Parlamento allegata. Tale Relazione inoltre precisa che, fatta salva la disciplina di bilancio il Governo, considerato il prolungamento della fase di debolezza dell'economia ed i segnali di ripresa ancora non pienamente consolidati, intende mettere in campo ulteriori misure di supporto al sistema economico, utilizzando pienamente i margini di flessibilità previsti dall'ordinamento europeo. Quindi, nel prefigurare i contenuti del disegno di legge di bilancio 2017, la predetta Relazione afferma Pag. 12che, per fronteggiare la necessità di sostenere interventi straordinari per le finalità già illustrate – considerate le rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria generale del Paese – il Governo richiede al Parlamento l'autorizzazione a utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di bilancio sino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL per il prossimo anno. In tal caso, l'indebitamento netto potrà pertanto ulteriormente aumentare nel 2017 per un importo massimo di 7,7 miliardi di euro (che include gli effetti degli interventi correlati alla messa in sicurezza del territorio e a gestire il fenomeno migratorio). Conseguentemente il saldo netto da finanziare programmatico potrà collocarsi fino a 40,5 miliardi di euro nel 2017, in termini di competenza, e di 103,9 miliardi in termini di cassa. La Relazione illustra il nuovo percorso di avvicinamento all'Obiettivo di Medio Termine (OMT). A riguardo il Governo si impegna ad assicurare la ripresa del percorso di avvicinamento all'OMT dal 2018, prevedendo una riduzione del deficit strutturale di 0,5 punti percentuali di PIL. Si ricorda che la Nota 2016 aggiorna il percorso di avvicinamento all'OMT senza modificare l'obiettivo di sostanziale pareggio di bilancio in termini strutturali al 2019. Il disavanzo strutturale calcolato secondo la metodologia dell'Unione Europea scenderebbe dall'1,2 percento del 2016 allo 0,7 percento nel 2018 e quindi a 0,2 nel 2019. Per quanto concerne l'evoluzione del rapporto debito/PIL, è previsto che nel 2016 tale rapporto si attesti al 132,8 per cento ( 0,4 per cento rispetto al DEF di aprile). Tale esito scaturisce da una più contenuta evoluzione del PIL nominale ( 1,8 per cento anziché 2,2 per cento) e da una significativa contrazione delle entrate da privatizzazioni, solo parzialmente sterilizzate da numerosi collocamenti di titoli statali sopra la pari, in virtù dell'andamento decrescente dei tassi d'interesse. D'altronde, il fabbisogno del settore pubblico è stimato in linea rispetto al valore previsto ad aprile. La Nota prosegue affermando che il rapporto debito/PIL inizia a ridursi dal 2017 (al 132,5 per cento, rispetto al 130,9 per cento previsto nel DEF di aprile), sulla base di stime più favorevoli del PIL nominale e del fabbisogno pubblico, rispetto alla situazione attuale e non già alle previsioni di primavera, per raggiungere nel 2019 il 126,6 per cento, attraverso un percorso di rientro progressivamente più accelerato, in virtù di un ritorno a livelli di crescita più vicini alla stima primaverile. La Nota tratta anche l'applicazione della regola del debito prevista dalla governance economica europea. Si ricorda che la regola del debito è stata introdotta nell'ordinamento europeo dal c.d. Six Pack ed è poi stata recepita dall'ordinamento nazionale con la legge di attuazione del principio del pareggio di bilancio (legge n. 243 del 2012). Nel 2016, al termine di un periodo triennale di transizione (2013-2015) avviato con l'uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi avvenuta nel 2012, per l'Italia la regola del debito è entrata a regime. Il rispetto della regola è valutato, basandosi interamente su dati «storici» notificati dall'Istat, verificando il percorso di convergenza del rapporto «debito/PIL» verso il benchmark più favorevole che, nel caso del nostro paese, è quello forward-looking. In concreto, affinché la regola sia rispettata, con riferimento all'anno 2016 la stima del livello dell'indicatore nell'anno t 2 (dunque 2018) deve essere pari o inferiore al benchmark, analogamente, in relazione al 2017, tale verifica viene condotta sul 2019. Sia con riferimento al 2016 che al 2017 si osserva un gap nel raggiungimento del benchmark forward-looking per il rispetto della regola del debito che, dunque, risulta non rispettata. Tuttavia il Governo ritiene che, anche in questa fase, continuino a persistere una serie di fattori rilevanti che giustificano la deviazione del rapporto debito/PIL rispetto alla dinamica prevista dalla regola. A supporto di tale valutazione, nella Nota vengono riportati due casi precedenti (2014 e 2015) di deviazioni eccessive rispetto al benchmark che, pur dando luogo all'elaborazione da parte della Commissione di un rapporto ex articolo 126, paragrafo 3, del Trattato sul Pag. 13funzionamento dell'Unione europea (TFUE) sono state valutate dalla Commissione, a seguito dell'analisi dei fattori rilevanti, come non significative e quindi non tali da determinare l'apertura di una procedura per deficit eccessivi.
  In conclusione vorrei ricordare che, sulla base di quanto previsto dai regolamenti europei, le previsioni macroeconomiche tendenziali e programmatiche presentate nella Nota sono sottoposte alla validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, costituito nell'aprile 2014 secondo quanto previsto dalla legge n. 243 del 2012, di attuazione del principio del pareggio del bilancio. Lo scenario macroeconomico tendenziale ha già ottenuto la validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio il 26 settembre 2016, mentre il quadro programmatico non è stato validato positivamente poiché l'Ufficio parlamentare di bilancio ha riscontrato un eccessivo ottimismo delle previsioni ufficiali per il 2017. In particolare, l'Ufficio parlamentare di bilancio ha trasmesso i suoi rilievi critici al Ministero dell'economia e delle finanze evidenziando che, in assenza di una revisione coerente con tali rilievi del quadro programmatico pubblicato nella Nota di aggiornamento, non è possibile per il medesimo Ufficio parlamentare di bilancio procedere a una validazione positiva. Nell'audizione svolta ieri presso le Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato, il Ministro dell'economia e delle finanze ha confermato il quadro programmatico per il 2017 contenuto nella Nota di aggiornamento del DEF 2016 e ha fornito puntuali informazioni a supporto del medesimo quadro programmatico. Ritengo peraltro utile rammentare che, per effetto della Relazione al Parlamento presentata ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, che contiene la richiesta di autorizzazione a utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di bilancio sino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL per il 2017, il Governo dovrà conseguentemente aggiornare le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica contenute nel progetto di Documento programmatico di bilancio che sarà trasmesso alle Camere e alle istituzioni europee entro il prossimo 15 ottobre. Rammento, altresì, che sul quadro programmatico contenuto nel citato progetto di Documento programmatico di bilancio l'Ufficio parlamentare di bilancio dovrà conclusivamente formulare le proprie valutazioni per le istituzioni europee e che di tali valutazioni il Parlamento sarà naturalmente edotto.

Edoardo FANUCCI,
Relatore per la maggioranza.

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PARERI, AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO

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I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

(Relatore: MISURACA)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La I Commissione,
   esaminata, per i profili di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso),
   rilevato che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2016-2019 rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile;
   preso atto che alla Nota di aggiornamento risultano allegati le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali ai sensi dell'articolo 10-bis della legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009, nonché la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO), già autorizzato con la Relazione al Parlamento contenuta nel DEF 2016, presentata alle Camere il 9 aprile 2016 come annesso al documento medesimo;
   osservato che nella Relazione il Governo rileva come, rispetto al Piano di rientro previsto dal DEF 2016 nello scorso mese di aprile, il sostanziale peggioramento del ciclo economico – come espone la revisione dell’output gap, che passa al -1,7 per cento rispetto al -1,1 per cento stimato nel DEF 2016 – nonché il ricorrere delle circostanze eccezionali costituite sia dal recente sisma del 24 agosto che dall'intensità del fenomeno migratorio costituiscano i presupposti richiesti dall'articolo 6, comma 5, sopracitato, in base ai quali può richiedersi l'autorizzazione a modificare il piano di rientro in corso;
   rilevato che, in particolare, il Governo, che nel quadro programmatico di finanza pubblica ha indicato per il 2017 Pag. 18un obiettivo di indebitamento del 2 per cento di Pil, chiede di poter utilizzare ove necessario ulteriori margini di bilancio sino ad un massimo di 0,4 punti di Pil, rilevando che la ripresa del percorso previsto dall'attuale piano di rientro verrà assicurata dal 2018, al fine del raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio nel 2019, come già previsto nel DEF dello scorso aprile;
   preso atto che, per quanto concerne infine gli eventuali disegni di legge collegati, nella Nota si fa rinvio ai disegni di legge già indicati nei precedenti documenti programmatici;
   ricordato che il Consiglio dell'Unione Europea del 28 giugno 2016 ha approvato 5 Raccomandazioni specifiche per l'Italia concentrate su: obiettivo di bilancio a medio termine, riforma del bilancio pubblico, privatizzazioni e riforma fiscale; efficienza e qualità della Pubblica Amministrazione, prescrizione e processo civile; crediti deteriorati e riforma del sistema bancario; politiche attive del lavoro, incentivi per i lavoratori che costituiscono la seconda fonte di reddito, lotta alla povertà e razionalizzazione della spesa sociale; concorrenza;
   preso atto che, quanto agli aspetti di competenza della I Commissione, in risposta alla raccomandazione del Consiglio europeo, la Nota di aggiornamento illustra lo stato di attuazione della legge delega di riforma della pubblica amministrazione (legge 7 agosto 2015, n. 124), che è proseguita, dopo la presentazione del PNR 2016 (aprile), con l'approvazione di provvedimenti di riforma vertenti su diversi settori di cui il Governo dà conto nella Nota;
   rilevato che, in particolare, in attuazione della legge n. 124 del 2015, oltre al decreto di «semplificazione del sistema normativo», sono stati approvati in via definitiva ed entrati in vigore 10 decreti legislativi;
   fatto notare che è stato altresì approvato ed è in attesa di pubblicazione il regolamento che disciplina la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti per la realizzazione di rilevanti insediamenti produttivi e opere di interesse generale, mentre altri 6 schemi di decreto sono stati approvati in via preliminare dal Governo e presentati in Parlamento per il parere delle competenti Commissioni;
   preso atto che tali ultimi provvedimenti, secondo il Cronoprogramma delle riforme del Governo, saranno approvati in via definitiva entro il 2016;
   rilevato che, rispetto al quadro di riforma complessiva definito dalla legge n. 124 del 2015 restano, allo stato, da attuare due deleghe, il cui termine scade il 28 febbraio 2017: la riorganizzazione dell'amministrazione centrale e periferica dello Stato (Presidenza del Consiglio; ministeri, agenzie ed enti pubblici nonché prefetture-UTG), il riordino delle funzioni di polizia e della disciplina del relativo personale, la riforma del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, la definizione di norme comuni sul personale e sul finanziamento delle autorità indipendenti (articolo 8, della legge n. 124 del 2015), nonché il riordino della disciplina in materia di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e connessi profili di organizzazione amministrativa (articolo 17, della legge n. 124 del 2015);
   ricordato inoltre che, in materia di servizi pubblici, il Governo ha presentato uno schema di decreto legislativo, attualmente all'esame delle Camere per il parere (Atto del Governo n. 308) con l'obiettivo di dettare una disciplina generale organica del settore, attraverso un riordino dell'attuale quadro normativo;
   osservato che, per quanto concerne la disciplina del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, in attuazione della legge n. 124 del 2015 sono state adottate in via definitiva alcune modifiche in materia di licenziamento disciplinare con il decreto legislativo 20 giugno 2016, n. 116;Pag. 19
   fatto presente, altresì, che, al contempo, è in discussione in sede parlamentare lo schema di decreto legislativo per la riforma della dirigenza (Atto del Governo n. 328), in attuazione dell'articolo 11 della legge n. 124 del 2015, che dispone, in primo luogo l'articolazione del «sistema della dirigenza pubblica» nei tre ruoli della dirigenza statale, regionale e locale, ai quali si accede tramite procedure di reclutamento e requisiti omogenei, cui si affianca il ruolo della dirigenza delle autorità indipendenti;
   ricordato, inoltre, che entro il 28 febbraio 2017 il Governo è chiamato a dare attuazione alla delega per il complessivo riordino della disciplina in materia di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e connessi profili di organizzazione amministrativa, di cui all'articolo 16 della legge n. 124 del 2015;
   rilevata l'opportunità di prorogare i contratti a tempo determinato del personale delle province e delle città metropolitane, al fine di assicurare piena continuità nei servizi ai cittadini e di consentire il completamento delle ampie riforme richiamate nella nota di aggiornamento in esame, volte alla riorganizzazione della pubblica amministrazione ed alla trasformazione dei livelli territoriali di governo valorizzando il ruolo e le funzioni degli enti di area vasta;
   ritenuto di condividere le valutazioni espresse dal Governo nella Nota in esame,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   si segnala l'opportunità di prorogare i contratti a tempo determinato del personale delle province e delle città metropolitane, al fine di assicurare piena continuità nei servizi ai cittadini e di consentire il completamento delle ampie riforme richiamate nella nota di aggiornamento in esame, volte alla riorganizzazione della pubblica amministrazione ed alla trasformazione dei livelli territoriali di governo valorizzando il ruolo e le funzioni degli enti di area vasta.

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II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)

(Relatore: Giuseppe GUERINI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La II Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il provvedimento in oggetto;
   valutate positivamente le iniziative del Governo, dirette a realizzare un ampio processo di riforma del sistema giustizia, che abbraccia sia il settore civile, sia quello penale, conformemente a quanto richiesto dal Consiglio dell'Unione europea;
   condivisa, in particolare, l'esigenza, oramai indifferibile, di mettere in atto interventi finalizzati al recupero di efficienza della giustizia civile, attraverso una riforma che risponda a criteri di semplificazione, di specializzazione dell'offerta di giustizia, e di accelerazione dei tempi di definizione dei processi;
   apprezzate, in tale ambito, le misure contemplate dal disegno di legge A.S. 2284, approvato dalla Camera lo scorso marzo, nonché quelle contenute nel decreto-legge n. 168 del 2016, in corso di esame ai fini della sua conversione in legge, che contempla interventi per la più celere definizione del contenzioso in Cassazione e per il miglioramento dell'efficienza degli uffici giudiziari;
   condivisa, altresì, l'esigenza di riformare il processo penale, per favorire il rafforzamento delle garanzie difensive e la ragionevole durata dei processi, nonché quella di modificare l'istituto della prescrizione;
   apprezzate, a tal fine, le misure contenute nel disegno di legge del Governo A.S. 2067-A, attualmente all'esame dell'Assemblea del Senato;
   preso atto favorevolmente degli interventi del Governo diretti a consentire il Pag. 21reclutamento, attraverso un programma straordinario di assunzioni, volto anche a accompagnare il processo di digitalizzazione degli uffici giudiziari, di mille unità di personale, da destinare ai medesimi uffici;
   ritenuto che le misure messe in atto dal Governo dovranno essere comunque integrate da ulteriori interventi volti ad assicurare risorse umane e strumentali adeguate alle concrete esigenze degli uffici giudiziari, i quali a loro volta dovranno essere organizzati sulla base di modelli realmente efficienti,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunitari)

(Relatore: MONACO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La III Commissione,
   esaminata per le parti di competenza la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis), accompagnata dalle «Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali» (Allegato I), nonché dalla «Relazione al Parlamento ai sensi della legge n. 243 del 2012, articolo 6, comma 5 (Annesso);
   rammentato che l'Ufficio parlamentare di bilancio, con nota del 29 settembre 2016, ha esaminato le previsioni tendenziali del MEF per gli anni 2016 e 2017, sottolineando la presenza di fattori di rischio negativo relativamente alle previsioni tendenziali per gli anni successivi al primo biennio di previsione e che sempre l'UPB, con nota del 3 ottobre 2016, ha trasmesso al MEF rilievi critici sul quadro programmatico 2017, contenuto nella Nota, tra cui la divergenza della dinamica della domanda interna rispetto alle stime dello stesso Ufficio;
   acquisiti, conseguentemente, gli elementi forniti dal Ministro dell'Economia e delle Finanze presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, in occasione dell'audizione svolta in data odierna, da cui è emerso che la più recente stima del Fondo Monetario Internazionale attribuisce all'Italia una crescita dello 0,9 per cento nel 2017, con uno scarto di un decimo di punto percentuale rispetto alle previsioni del Governo italiano;
   preso atto, in termini generali, delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso che, nel raffronto con il DEF di aprile, registrano l'indebolimento della congiuntura europea ed internazionale, oltre che della domanda interna, e la conseguente necessaria revisione della crescita del PIL per il 2016 dall'1,2 per cento allo 0,8 per cento, in Pag. 23relazione agli andamenti congiunturali della prima parte dell'anno;
   osservato che nel nuovo quadro programmatico si evidenzia una crescita del PIL per il 2017 all'1 per cento, superiore di 0,4 punti rispetto all'andamento indicato nel quadro tendenziale della Nota (0,6 per cento), ma comunque inferiore al PIL programmatico previsto dal DEF, dove l'obiettivo di crescita era fissato per il 2017 all'1,5 per cento;
   sottolineata l'incidenza del quadro macroeconomico internazionale, segnato da una revisione al ribasso del commercio internazionale, per il 2016 e per il 2017, da cui deve derivare un impegno specifico sui processi di internazionalizzazione del nostro sistema produttivo, anche grazie al Piano straordinario per il made in Italy e al Piano nazionale anticontraffazione, nonché anche in relazione alla nuova configurazione, assunta dal maggio scorso, dal Fondo per la crescita sostenibile, che può ora contribuire ai finanziamenti dei programmi d'inserimento sui mercati extra-UE ed alla patrimonializzazione delle piccole e medie imprese esportatrici;
   ritenuta pienamente condivisibile la visione di politica economica sottesa alla Nota, orientata a favorire una ripresa degli investimenti come condizione essenziale per sostenere sia la crescita potenziale nel medio periodo, sia la domanda nel breve termine, approccio che trova ampio consenso nelle sedi delle istituzioni finanziarie internazionali e della governance globale, ove si ribadisce che la politica monetaria, la politica di bilancio e le riforme strutturali devono intervenire contemporaneamente ed in modo da sostenersi reciprocamente;
   ritenuta, altresì, condivisibile la proposta del Governo di affrontare alcune grandi criticità, come i processi di messa in sicurezza del territorio e la gestione dell'emergenza migratoria, con misure eccezionali che possano contare su risorse aggiuntive e, quindi, anche su interventi in deficit spending, al di fuori dei parametri fissati a livello europeo;
   considerato anche che la Nota offre un'analisi preliminare degli effetti della Brexit, tracciando una serie di scenari previsionali sul sistema di relazioni tra Unione europea e Regno Unito da cui dipenderanno gli effetti di carattere commerciale, finanziario e politico, per l'economia italiana. Se, in generale, gli effetti di medio periodo potranno consistere in una riduzione dei flussi di commercio di beni e servizi, nel lungo periodo tali effetti saranno più dinamici e potranno comportare spinte protezionistiche da parte di diversi Stati membri, connesse alla perdita di consenso sui benefici dell'integrazione europea, che il voto dei cittadini britannici ha evidenziato;
   osservato, altresì, che la Nota contiene un richiamo al decreto-legge n. 67 del 2016, recante la proroga delle missioni internazionali relative all'anno 2016, evidenziando che sono state avviate iniziative di sostegno ai processi di ricostruzione e di stabilizzazione ed è stato disposto uno specifico contributo a sostegno delle forze di sicurezza afghane;
   apprezzato che la Nota, in ragione dei segnali di ripresa ancora non pienamente consolidati, prevede ulteriori auspicabili misure di supporto al sistema economico attraverso una combinazione d'interventi sul lato della domanda e dell'offerta aggregate, utilizzando pienamente i margini di flessibilità previsti dall'ordinamento europeo e affermando la necessità di affrontare con misure straordinarie la messa in sicurezza del territorio nazionale e la gestione dei flussi migratori;
   sottolineato l'impatto che sulle coperture della manovra avranno interventi di recupero dell'evasione fiscale, preannunciati quest'oggi dal Ministro Padoan, in coerenza con l'impegno del Governo italiano, soprattutto nella presente legislatura, per la sigla di accordi internazionali bilaterali, finalizzati allo scambio di informazioni in materia fiscale, con effetti Pag. 24positivi sulla voluntary disclosure e in adeguamento agli standard dell'OCSE sulla fuoriuscita di taluni Paesi dalle black list;
   osservato infine che la Farnesina contribuisce, anche grazie alla sua rete di Uffici all'estero, alla crescita economica e della sicurezza del Paese, per cui è da preservarne la funzionalità in termini di adeguate dotazioni di risorse umane e finanziarie, essenziali per la promozione del Paese all'estero,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa)

(Relatore: Salvatore PICCOLO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La IV Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 con l'annesso e gli allegati;
   rilevato che nella relazione del Ministero della difesa sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali, allegata alla Nota di aggiornamento, si auspica un intervento incrementativo delle quote assegnate all'amministrazione della Difesa, al fine di porre in essere un parziale riequilibrio delle compressioni di bilancio subite dal Dicastero;
   rilevato, altresì, che la relazione del Ministero dello sviluppo economico sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali pone a sua volta in evidenza il mancato rifinanziamento della legge n. 237 del 1993, concernente misure agevolative per le imprese produttrici di materiali di armamento che realizzano programmi di razionalizzazione, ristrutturazione e riconversione produttiva, e che il Ministero stesso ritiene opportuno un rifinanziamento della norma almeno per l'anno 2016, al fine di soddisfare le istanze pervenute nel corrente esercizio,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)

(Relatore: GINATO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La VI Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis), Allegato I e Annesso;
   evidenziato come anche quest'anno l'indicazione programmatica più rilevante, sotto il profilo politico, recata dalla Nota sia costituita dalla Relazione, contenuta nell'Annesso, che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso il pareggio di bilancio (MTO), con la quale il Governo, nel quadro di un sostanziale peggioramento del ciclo economico, nonché in considerazione delle circostanze eccezionali rappresentate sia dal recente sisma del 24 agosto sia dall'intensità del fenomeno migratorio, chiede di poter utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di flessibilità bilancio, sino ad un massimo di 0,4 punti di PIL rispetto all'obiettivo di indebitamento del 2 per cento di PIL precedentemente indicato per il 2017, prevedendo che la ripresa del percorso previsto dall'attuale piano di rientro verrà assicurata dal 2018, al fine del raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio nel 2019, come già previsto nel DEF 2016;
   sottolineato come il margine di flessibilità richiesto dovrà essere utilizzato per contrastare i segnali di debolezza della ripresa economica e per riprendere stabilmente il cammino di crescita e di rinnovamento del Paese;
   sottolineato, in termini generali, come le regole di bilancio poste dal Patto di stabilità europeo debbano essere sempre più integrate da una politica economica organica a livello europeo, che punti a realizzare un deciso cambio di passo nella dinamica di crescita economica dei diversi Paesi membri, integrando la positiva azione di politica monetaria posta in essere dalla Banca centrale europea, al Pag. 27fine di rispondere alle esigenze reali dei cittadini europei, nonché per contrastare concretamente le dinamiche isolazioniste e antieuropeiste che ostacolano le prospettive di sviluppo dell'Unione;
   considerato che la revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso, nonché per il 2017, operata dalla Nota rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile, è motivata dai segnali di indebolimento della congiuntura europea e internazionale emersi dal secondo trimestre del 2016, dal deludente andamento degli investimenti, non sufficientemente bilanciato dalla domanda interna e dal pur significativo aumento delle esportazioni, nonché dalla revisione al ribasso della crescita attesa del commercio mondiale nel prossimo anno, dall'incertezza dei risultati delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e dagli effetti di medio termine della Brexit;
   evidenziato come le misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2017, volte all'eliminazione dell'aumento IVA previsto per il 2017, ad accrescere la competitività e a sostenere gli investimenti e la domanda interna, avranno un impatto positivo sulla crescita, in primo luogo nel 2017, migliorando il livello del PIL rispetto alle previsioni tendenziali;
   condivise le considerazioni espresse dal Governo in occasione dell'esame della Nota presso la Commissione Bilancio circa le previsioni di crescita tendenziali e programmatiche nel triennio considerato, nonché in merito all'impatto del disegno di legge di bilancio sul PIL programmatico;
   condivisa altresì, in tale contesto, la scelta del Governo di indicare la crescita programmatica dell'economia italiana nel 2017 e negli anni seguenti, senza considerare la possibilità di innalzare l'indebitamento netto per il 2017 fino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL, come chiesto nella predetta Relazione sull'aggiornamento del piano di rientro verso il pareggio di bilancio (MTO), di cui all'Annesso alla Nota;
   considerato che gli effetti di crescita del disegno di legge bilancio potranno subire variazioni, in esito alla definitiva definizione del disegno di legge e all'esame parlamentare del medesimo;
   sottolineato positivamente, con specifico riferimento agli ambiti di diretta competenza della Commissione Finanze, come il Governo, in linea con gli obiettivi di riduzione della spesa e delle imposte sui redditi di famiglie e imprese, intenda proseguire anche nei prossimi anni la diminuzione della pressione fiscale, che nel 2016 scenderà al 42,6 per cento ed al 42,1 per cento al netto del bonus degli 80 euro, per attestarsi al 42,2 per cento nel 2019;
   rilevato come l'obiettivo di ridurre la pressione fiscale a carico delle imprese sia rafforzato anche dalla previsione, già vigente, che contempla la riduzione dell'aliquota IRES dal 27,5 al 24 per cento a partire dal 2017;
   evidenziato come, nel quadro delle misure volte a ridurre il carico fiscale sui fattori produttivi, la Nota di aggiornamento preannunci taluni interventi fiscali di finanza per la crescita che saranno definiti nel disegno di legge di bilancio 2017-2019, i quali fanno parte del Piano Industria 4.0, finalizzati a far affluire capitali verso il sistema produttivo ed in particolare verso le PMI, consistenti sostanzialmente: nel rifinanziamento del cosiddetto «super ammortamento» (introdotto con la legge di stabilità 2016); nella proroga e potenziamento del credito d'imposta per la ricerca e sviluppo; nella modifica della detassazione dei premi di produttività;
   valutata altresì positivamente, in tale contesto, la scelta del Governo di confermare anche per il 2017 la disattivazione delle clausole di salvaguardia previste dalla legge di stabilità per il 2016 e dei relativi aumenti di imposte, ed evidenziato come tale decisione costituirà una delle Pag. 28misure di maggiore impatto, dal punto di vista macroeconomico, della manovra programmata, che determinerà una ulteriore riduzione della pressione fiscale;
   evidenziato come la riduzione della pressione fiscale costituisca uno degli elementi strategici della complessiva politica economica del Governo, al cui finanziamento dovrà contribuire in modo significativo il contrasto all'evasione tributaria;
   condivisa, a tale proposito, l'indicazione strategica di privilegiare, nell'ambito delle azioni di lotta all'evasione, le attività che consentono di incentivare l'assolvimento degli obblighi tributari e di favorire l'emersione spontanea delle basi imponibili rispetto ai tradizionali interventi di controllo e accertamento ex post, anche attraverso gli strumenti della semplificazione, della collaborazione tra fisco e contribuenti, del tutoraggio e del controllo sulla pianificazione fiscale aggressiva, nonché del potenziamento dei servizi telematici di trasmissione dei corrispettivi, e ritenuto che le attività di accertamento debbano sempre più concentrarsi su quei settori nei quali è prevedibile il recupero di maggiori basi imponibili evase;
   rilevato, in relazione ai risultati del contrasto all'evasione tributaria, come gli incassi permanenti realizzati a tale titolo nel 2016 siano maggiori per 380 milioni di euro rispetto alle entrate permanenti effettivamente incassate nel 2015 e saranno destinati al Fondo per la riduzione della pressione fiscale per il 2017;
   ribadito come il contrasto all'evasione fiscale debba comunque continuare a costituire una priorità nell'azione del Governo e dell'Amministrazione finanziaria, in considerazione del livello ancora inaccettabile di somme sottratte all'imposizione fiscale e dell'insoddisfacente tasso di tax compliance che tuttora caratterizza il sistema tributario italiano nel suo complesso, evidenziato recentemente anche dall'OCSE e dal Fondo monetario internazionale;
   preso atto che il Governo non ritiene di poter corredare la Nota di aggiornamento con il rapporto programmatico sulle spese fiscali previsto dal nuovo comma 5-bis dell'articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009, nel quale sono indicati gli interventi volti a ridurre, eliminare o riformare le spese fiscali, da attuare con la manovra di finanza pubblica, in quanto, in sede di prima applicazione di tale nuova normativa, l'Esecutivo non considera possibile procedere alla predisposizione del predetto rapporto programmatico, non essendo disponibile il rapporto annuale sulle spese fiscali, il quale sarà allegato allo stato di previsione dell'entrata nel disegno di legge di bilancio, ai sensi del nuovo comma 11-bis nell'articolo 21 della medesima legge n. 196 del 2009;
   rilevato come la Nota evidenzi, in riferimento al 2016, una riduzione, in valore assoluto, di 2,1 miliardi di euro, delle stime riguardanti le entrate tributarie rispetto alle stime del DEF 2016, riduzione determinata da una rilevante contrazione delle imposte indirette (-4,4 miliardi di euro), nonché da una riduzione delle previsioni relative alle imposte in conto capitale (-0,3 miliardi), parzialmente compensate da una revisione al rialzo delle stime delle imposte dirette (2,6 miliardi);
   rilevato inoltre come anche negli anni 2017, 2018 e 2019 le stime aggiornate delle entrate tributarie registrino una revisione al ribasso rispetto alle previsioni del DEF 2016, con riduzioni, in valore assoluto, di 4,3 miliardi nel 2017, 7,2 miliardi nel 2018 e 6,8 miliardi nel 2019, imputabili prevalentemente alla contrazione del gettito delle imposte indirette;
   sottolineato come, dopo diversi anni di contrazione, le condizioni del mercato del credito in Italia abbiano ripreso a migliorare e come, in particolare, sia gradualmente aumentata nel corso del 2016 l'offerta di credito al settore privato, segnatamente per quanto riguarda i crediti alle famiglie, nonché, sia pure in maniera minore, per le imprese non finanziarie;Pag. 29
   rilevato in tale contesto come le incertezze e le difficoltà che ancora caratterizzano il sistema bancario italiano rafforzino l'esigenza di completare rapidamente l'attuazione delle riforme già adottate dal Governo in materia di governo societario nel settore bancario, con particolare riferimento alle banche popolari, alle fondazioni bancarie e alle banche di credito cooperativo;
   condivisa inoltre l'esigenza di accelerare, anche migliorando ulteriormente la disciplina dell'insolvenza e del recupero dei crediti, il ridimensionamento dello stock dei crediti deteriorati, che costituisce uno dei fattori di maggiore debolezza del sistema creditizio nazionale e, indirettamente, un grave ostacolo all'accelerazione della ripresa economica, in quanto rappresenta un forte freno all'attività di erogazione di nuovo credito alle imprese e alle famiglie;
   rilevato, peraltro, come le misure adottate in merito nel corso degli ultimi due anni, quali l'introduzione del meccanismo di garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (GACS); la semplificazione degli adempimenti e delle procedure per il recupero dei crediti; la relativa riduzione (sebbene ancora insoddisfacente) del tempo di recupero dei crediti l'introduzione del processo telematico; l'istituzione del fondo di investimento alternativo (FIA) denominato Fondo Atlante, abbiano consentito di aggredire, sia pure in modo non ancora definitivo, tale complessa problematica;
   ribadita, in tale contesto, l'esigenza di procedere in tempi rapidi anche all'istituzione e alla completa implementazione del sistema europeo di assicurazione dei depositi, oggetto della proposta di regolamento COM(2015)586 e della Comunicazione «Verso il completamento dell'Unione bancaria» COM(2015)587, atteso che tale passaggio costituisce un elemento fondamentale per la stabilità dell'area euro, senza subordinare l'attivazione del predetto sistema all'introduzione di ulteriori e più restrittive misure di riduzione dei rischi;
   evidenziata la necessità di proseguire nelle politiche volte ad ampliare le possibilità di finanziamento delle imprese, in particolare delle PMI, migliorando la possibilità, per queste ultime, di accedere ai mercati del capitale, non solo di debito, e condivise a tale riguardo le indicazioni, contenute nella Nota, relative al rifinanziamento del Fondo di garanzia per le PMI e alla sua riforma, al rafforzamento delle agevolazioni a sostegno del finanziamento delle start-up e delle PMI innovative, nonché al ricorso a specifici interventi di finanziamento da parte della Cassa Depositi e Prestiti;
   sottolineata l'esigenza di completare, anche attraverso il coinvolgimento degli Enti territoriali e degli altri soggetti del settore pubblico, il Piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e rilevato in tale quadro, per quanto riguarda il processo di dismissione di immobili pubblici, come le vendite di immobili nel 2015 abbiano garantito introiti di 946 milioni, superando l'obiettivo di 500 milioni previsto;
   evidenziato come il processo di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico debba essere orientato, da un lato, a realizzare una più efficiente, trasparente e funzionale gestione di tale patrimonio, nonché effettivi risparmi di spesa, e, dall'altro, debba contribuire a una complessiva strategia di riduzione del debito, oltre che per portare a compimento il processo di federalismo demaniale disciplinato dal decreto legislativo n. 85 del 2010,
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PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 30

VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)

(Relatrice: MALPEZZI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La VII Commissione,
   esaminati la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016, l'allegato e l'annesso (Doc. LVII, n. 4-bis) per le parti inerenti, in particolare, alla cultura, all'istruzione, all'università e alla ricerca e al relativo cronoprogramma;
   udita la relazione della deputata Malpezzi, che s'intende qui integralmente riportata;
   svolta la discussione nelle sedute del 4, 5 e 6 ottobre 2016;
   considerato che, per le parti di competenza, la Nota registra lo stato di avanzamento del cronoprogramma sulle riforme nelle materie della scuola e dell'università, nonché della ricerca e degli stanziamenti in materia di cultura;
   ritenuto, altresì, che le previsioni di crescita del PIL contenute nella Nota, pur di segno positivo, potrebbero essere migliori se fosse ulteriormente valorizzato l'aspetto degli investimenti pubblici in manutenzione e recupero del territorio e delle periferie urbane. Sotto questo profilo, sarebbe, infatti, proficuo destinare risorse a opere di più capillare diffusione sul territorio, per riqualificarne ampie zone rurali e limitrofe agli agglomerati cittadini, coinvolgendo e sfruttando competenze e professionalità innovative in ambito di beni culturali, progettazione urbana e tutela ambientale e paesaggistica, dando priorità a tali progetti rispetto alla realizzazione delle cosiddette «grandi opere»;
   osservato altresì che, attraverso sia gli impegni in opere di riqualificazione e valorizzazione dei beni culturali, sia gli stanziamenti per istruzione e ricerca, sarebbe possibile rivendicare in sede di Unione europea una contabilizzazione di tali spese come investimento, anziché come mera spesa corrente,
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PARERE FAVOREVOLE.

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VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)

(Relatore: BORGHI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La VIII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis Allegato I e Annesso);
   considerato che:
    non è stata attuata la delega al Governo per l'adozione di uno o più decreti legislativi per l'introduzione di un sistema di pagamento dei servizi ecosistemici e ambientali (PSEA) nei tempi previsti dall'articolo 70 della legge n. 221 del 2015 (nota come collegato ambientale), in quanto scaduti il 2 agosto 2016;
    la Nota di aggiornamento prevede un rafforzamento generale degli incentivi fiscali per il settore privato già previsti da precedenti disposizioni normative, nell'ambito dei quali rientrano le detrazioni fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica, che hanno consentito di attivate quote importanti di investimenti negli ultimi anni;
    andrebbero rese stabili e strutturali le predette detrazioni, includendovi ed estendendo in maniera permanente anche il consolidamento statico ed antisismico degli edifici, anche alla luce di quanto accaduto a seguito dei recenti eventi sismici, dando così seguito ai diversi atti di indirizzo approvati dalla Commissione e alle indicazioni che la stessa Commissione ha dato in tal senso in occasione dell'esame di diversi provvedimenti;
    per quanto riguarda le politiche in materia di ambiente, la Nota di aggiornamento prevede, come già prospettato nel DEF 2016, che è in fase di definizione un provvedimento legislativo (c.d. Green Act), contenente misure in materia di fiscalità ambientale, economia circolare, energie rinnovabili e mobilità, da adottare entro il 2017; Pag. 32
    andrebbe pertanto attentamente valutata la necessità che le misure previste nel Green Act trovino più opportunamente collocazione nell'ambito della prossima legge di bilancio, al fine di garantirne un'attuazione già a partire dal prossimo anno, stante che l'adozione di un autonomo disegno di legge nel 2017 rischierebbe, dati i tempi tecnici di esame da parte delle due Camere, di non portare a una definitiva approvazione nella legislatura in corso;
    il Parlamento europeo ha recentemente ratificato l'Accordo di Parigi sul clima raggiunto all'ONU nel dicembre 2015 e anche l'Italia si appresta a dare esecuzione a tale ratifica;
    andrebbe attentamente valutata la necessità di prevedere azioni e misure volte a dare attuazione agli obiettivi fissati dal richiamato Accordo di Parigi,
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PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) siano rese stabili le agevolazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione ed efficienza energetica (cd. ecobonus), includendo in maniera permanente in tali interventi anche il consolidamento antisismico degli edifici ed estendendole alle imprese;
   2) si preveda l'inserimento in un apposito capitolo della prossima legge di bilancio delle misure volte al completamento dell'azione per la sostenibilità ambientale, che il Governo intende invece presentare con il cosiddetto Green Act da approvare entro il 2017;
   3) si prevedano azioni volte ad attuare gli obiettivi fissati dall'Accordo collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015;

  e con la seguente osservazione:
   valuti il Governo l'opportunità di attuare la delega per l'introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali nei tempi previsti dal cronoprogramma delle riforme, contenuto nella Nota, ossia entro il 2017, o anticipando l'attuazione entro tempi plausibili, nonché di adottare in tempi rapidi i provvedimenti in attuazione della legge n. 221 del 2015.

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IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

(Relatore: Pierdomenico MARTINO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La IX Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso),
   premesso che:
    la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 espone, in termini generali, una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2016, stimando in particolare una crescita per il 2017 pari all'1 per cento; a fronte dell'1,2 per cento previsto e, analogamente, la previsione di crescita del PIL reale per il 2016 si colloca allo 0,8 per cento in calo di 0,4 punti rispetto al DEF di aprile;
    sotto il profilo dell'analisi del contesto economico, il quadro internazionale sottostante la Nota di Aggiornamento si presenta quindi meno favorevole rispetto a quello raffigurato nel Documento di Finanza pubblica esaminato ad aprile del 2016;
   rilevato che:
    per quanto concerne gli aspetti di più diretto interesse della IX Commissione Trasporti, non sono più presenti raccomandazioni europee essendo stato dato riscontro all'ultima raccomandazione riportata nell'analogo documento riferito all'anno 2015, concernente l'approvazione del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica;
    la Nota di aggiornamento, nel relazione sul piano di privatizzazione che interessa anche Poste italiane e Ferrovie dello Stato, non riporta il collocamento sul mercato della seconda tranche di Poste Italiane, ed esplicita che la prevista procedura Pag. 34di privatizzazione di Ferrovie dello Stato è rinviata al 2017;
    nel documento sono altresì richiamati il decreto legislativo in materia di servizi pubblici locali e il disegno di legge sulla concorrenza, provvedimenti entrambi in corso di approvazione che recano riforme in settori di estrema rilevanza quali il trasporto pubblico locale, il servizio postale, le comunicazioni telefoniche, la disciplina dell'assicurazione obbligatoria di autoveicoli;
    sono inoltre evocati gli interventi in fase di avanzamento nell'ambito della portualità e della logistica con specifico riferimento alla già realizzata riforma delle autorità portuali e all'attuazione delle altre nove azioni previste dal relativo piano, nonché gli interventi nel settore del trasporto su ferro con la messa a disposizione di oltre 12 miliardi di euro per il trasporto ferroviario e di oltre 1 miliardo di euro per le reti metropolitane;
    in questo contesto assume particolare rilevanza il Piano nazionale italiano per la banda larga ad alta velocità 2016-2020, dotato di un bilancio da circa 4 miliardi, finalizzato alla realizzazione della rete pubblica a banda ultralarga nelle cosiddette «aree bianche», quelle cioè a fallimento di mercato,
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PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 35

X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo)

(Relatore: TARANTO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La X Commissione,
   esaminata, per quanto di competenza, la «Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016» (Doc. LVII, n. 4-bis), accompagnata dalle «Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali» (Allegato 1), nonché dalla «Relazione al Parlamento ai sensi della legge n. 243/2012, articolo 6, comma 5» (Annesso);
   rammentato che, con la richiamata «Relazione al Parlamento», il Governo delinea l'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Periodo (MTO), già approvato dalle Camere, a maggioranza assoluta, il 27 aprile 2016;
   evidenziato che ricorrono infatti, ad avviso del Governo, tanto «un sostanziale peggioramento delle condizioni cicliche rispetto a quanto previsto lo scorso aprile», quanto eventi eccezionali quali «i) il sisma del 24 agosto u.s. che (...) attesta l'esigenza di por mano a un piano organico di messa in sicurezza del territorio nazionale, oltre che di ricostruzione; ii) l'intensità del fenomeno migratorio e la necessità di impostare una politica di ampio respiro nella gestione dell'immigrazione»;
   segnalato che viene pertanto ravvisata la necessità di «mettere in campo ulteriori misure di supporto al sistema economico, utilizzando pienamente i margini di flessibilità previsti dall'ordinamento europeo, ferma restando la necessità di affrontare con strumenti eccezionali la messa in sicurezza del territorio e il fenomeno migratorio»;
   segnalato ancora che, conseguentemente, gli obiettivi di indebitamento sono rideterminati, poiché, nel 2017, «le misure disposte con il disegno di legge di bilancio determineranno un aumento dell'obiettivo di indebitamento di 0,2 punti percentuali di PIL, e cioè un indebitamento del 2,0 per cento a fronte dell'1,8 per cento prospettato nel DEF 2016», e che il Governo Pag. 36richiede inoltre al Parlamento «l'autorizzazione a utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di bilancio sino ad un massimo dello 0,4 per cento del PIL per il prossimo anno», sicché, in tal caso, l'indebitamento netto potrebbe aumentare dell'importo massimo complessivo di 7,7 miliardi di euro, «(che include gli effetti degli interventi correlati alla messa in sicurezza del territorio e a gestire il fenomeno migratorio)»;
   rammentato altresì che, già nella Premessa alla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NADEF) 2016 a firma del Ministro dell'economia e delle finanze, si segnala dunque che, con la prossima legge di bilancio, verranno adottate ulteriore misure di riduzione della pressione fiscale – disattivando il previsto incremento dell'IVA per l'anno 2017 ed introducendo ulteriori misure di alleggerimento per le imprese (tra l'altro, riduzione IRES dal 27,5 per cento al 24 per cento) – e che «particolare enfasi» sarà inoltre attribuita «agli interventi a favore degli investimenti pubblici e privati», confermando peraltro come prioritaria l'esigenza di «programmare interventi antisismici per mettere in sicurezza la popolazione, il territorio e il patrimonio abitativo, artistico e culturale del Paese», così come quella di intervenire in favore dell'edilizia scolastica e del risanamento ambientale e idrogeologico;
   considerato pertanto che in sintesi, a fronte del mutato quadro internazionale e di segnali di rallentamento della domanda interna – che portano a ridurre la previsione di crescita del PIL reale per il 2016 dall'1,2 per cento allo 0,8 per cento – «il Governo – si legge in NADEF – ha deciso di adottare un'impostazione di politica di bilancio decisamente orientata alla crescita soprattutto in termini di composizione della manovra per il 2017-2019», sicché la «previsione programmatica di crescita del PIL reale italiano per il 2017 è posta all'1,0 per cento, 0,4 punti percentuali al di sopra dello scenario tendenziale. Il tasso di crescita previsto per i due anni successivi è di 1,3 per cento nel 2018 e 1,2 per cento nel 2019 (...) «;
   richiamate le osservazioni formulate da Banca d'Italia, in sede di audizione sulla NADEF, circa la necessità di assicurare, ai fini di una rapida ripresa degli investimenti pubblici, «non solo lo stanziamento di risorse, ma anche presidi per un efficiente e tempestivo loro utilizzo», nonché le considerazioni sviluppate dalla Corte dei Conti, sempre in sede di audizione, circa «l'urgenza di rimuovere gli ostacoli che rallentano la realizzazione di una politica di ammodernamento delle infrastrutture con un coerente quadro di responsabilità organizzative, decisionali e finanziarie che riducano le incertezze che oggi condizionano anche l'operatore pubblico»;
   rammentato altresì che l'Ufficio parlamentare di bilancio ha proceduto, con nota del 29 settembre 2016, alla validazione delle previsioni tendenziali del Ministero dell'economia e delle finanze per gli anni 2016 e 2017, sottolineando però «la presenza di fattori di rischio negativo» relativamente alle previsioni tendenziali per gli anni successivi al primo biennio di previsione, e che sempre l'UPB, con nota del 3 ottobre 2016, ha trasmesso al Ministero dell'economia e delle finanze i propri rilievi critici sul quadro programmatico 2017 della NADEF – tra cui, in particolare, la segnalazione della divergenza della dinamica della domanda interna (un punto percentuale in più per gli investimenti e consumi delle famiglie in prossimità del livello più elevato) rispetto alle stime del panel UPB – osservando che, in assenza di una coerente revisione di detto quadro, l'Ufficio non potrebbe procedere ad una sua positiva validazione;
   segnalate infine, al riguardo, le considerazioni svolte dal Ministro dell'economia e delle finanze, in sede di audizione sulla NADEF, circa l'orientamento alla crescita della prossima legge di Bilancio e la sua conseguente incidenza sul quadro programmatico 2017, nonché le scelte procedurali, Pag. 37adottate dalla Commissione V, di approfondimento del quadro informativo circa la prossima manovra di bilancio, anche alla luce delle previsioni dell'articolo 10-bis della legge 31 agosto 2009, n. 196, come novellato dall'articolo 1, comma 7, della legge 4 agosto 2016, n. 163, che dispone, tra l'altro, che la NADEF contenga «l'indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo, con una sintetica illustrazione degli effetti finanziari attesi dalla manovra stessa in termini di entrata e di spesa (...)»,
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PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) anche alla luce del focus NADEF su stima del prodotto potenziale, dell’output gap e del saldo di bilancio strutturale, nel cui contesto si ribadisce che «il Governo è dell'opinione che la metodologia concordata a livello europeo per la stima del prodotto potenziale e dell’output gap non sia adatta a fornire una valutazione adeguata della crescita potenziale dell'Italia», raccomandi la Commissione V al Governo l'avanzamento del confronto in materia in sede europea;
   b) anche alla luce del focus NADEF sugli scambi commerciali dell'Italia ed a quanto vi si annota circa il fatto che, nel periodo 2013-2015, «in termini cumulati, la specializzazione produttiva dell'Italia non spinge più in direzione della diminuzione delle quote di mercato», nonché in considerazione della circostanza che il quadro internazionale assunto in NaDEF delinea una marcata revisione al ribasso del commercio mondiale, per il 2016 e per il 2017, segnalando invece una più contenuta flessione della domanda mondiale pesata per l'Italia, segnali la Commissione V al Governo il rilievo del sostegno ai processi di internazionalizzazione delle nostre imprese, in particolare attraverso il «combinato disposto» del Piano straordinario per il made in Italy e del Piano nazionale anticontraffazione;
   c) anche alla luce del focus NADEF su sofferenze bancarie, disponibilità di credito e crescita economica, ed a quanto vi si annota circa il fatto che «vi sono motivi di ritenere che la crisi economica degli ultimi anni abbia visto l'intrecciarsi di problemi nell'economia reale e nel settore bancario, in un intreccio che deve ancora essere pienamente risolto, anche attraverso una riduzione dei crediti in sofferenza a livelli considerati fisiologici», segnali la Commissione V al Governo il rilievo dei processi di riduzione della segmentazione del mercato del credito e di rafforzamento patrimoniale degli istituti bancari, ma anche la necessità di «un impulso macroeconomico dal lato della domanda, che deve affidarsi – si osserva in focus – in misura importante alla spesa per investimenti, in particolare in infrastrutture ed opere pubbliche. Esse sosterrebbero l'industria delle costruzioni, che è il settore in cui le sofferenze bancarie sono aumentate maggiormente negli anni più recenti»; segnali altresì la Commissione V al Governo le opportunità connesse alla valorizzazione, attraverso un suo adeguato rifinanziamento, del ruolo del riformato Fondo di garanzia per le PMI, nonché quelle collegate ad una rapida implementazione della legge delega per la riforma dei confidi;
   d) posto che la «crescita attesa degli investimenti fissi lordi è – come si legge in NADEF – di circa l'1,0 per cento in termini nominali nel 2016 e raggiungerà il picco massimo del 3,6 per cento nel 2017. In termini di PIL, gli investimenti pubblici si collocheranno attorno al 2,3 per cento in media nel periodo 2016-2019. Le stime tengono conto della spesa per cofinanziamenti nazionali dei progetti di investimento a fronte dei quali il Governo ha ottenuto margini di flessibilità addizionali», segnali la Commissione V al Governo il rilievo: della messa a punto delle nuove regole di bilancio per le amministrazioni Pag. 38locali – con il superamento, dal 2016, del Patto di Stabilità Interno e l'adozione della regola dell'equilibrio di bilancio – proprio ai fini di una programmazione di medio-lungo periodo utile anche al «rilancio degli investimenti pubblici locali» ed al «rispetto dei tempi medi di pagamento delle fatture commerciali su tutto il territorio nazionale»; della messa a punto, ancora, della disciplina di dettaglio del nuovo Codice degli appalti; della mobilitazione dei circa 40 miliardi di euro assegnati dal CIPE, ad agosto 2016, per l'azione di programmazione in materia di investimenti pubblici e, in particolare, dei 13,4 miliardi di euro dedicati ai «Patti per il Sud», di cui al Masterplan per il Mezzogiorno, nonché dei 12,6 miliardi per le infrastrutture di trasporto e i trasporti; delle misure per la rete pubblica a banda ultralarga, approvate a luglio 2016 dalla Commissione Europea, con un bilancio di circa 4 miliardi di euro per il periodo 2016-2020;
   e) posto che le esigenze di un piano organico di messa in sicurezza del territorio nazionale e del perseguimento di un'edilizia ambientalmente sostenibile ed energicamente efficiente potranno trovare convergenza nell'impianto complessivo dell'annunciato progetto «Casa Italia», segnali la Commissione V al Governo la necessità di un'adeguata dotazione di risorse per detto progetto fin dalla prossima legge di Bilancio, nonché, intanto, l'esigenza della conferma e della valorizzazione dei bonus fiscali per ristrutturazioni edilizie, efficienza energetica ed interventi antisismici già previsti a legislazione vigente, e del connesso bonus mobili;
   f) posto che, come si annota nel focus NADEF sul Piano Nazionale Industria 4.0, l'accrescimento della competitività del nostro Paese attraverso la digitalizzazione dell'economia richiede un'azione strutturata di sostegno delle imprese «nel processo di trasformazione dei cicli produttivi, puntando ad un incremento della produttività e della qualità dei prodotti», e facendo leva sulle direttrici-chiave degli investimenti innovativi e delle competenze e sulle direttrici di accompagnamento delle infrastrutture abilitanti e degli strumenti pubblici di supporto, segnali la Commissione V al Governo l'esigenza strategica di un'adeguata dotazione di risorse, già con la prossima legge di bilancio, per il cennato Piano (anche attraverso la verifica della possibilità di un incrementale e finalizzato sblocco di fondi perenti) e per il conseguente set di interventi richiamati in NADEF: superammortamento ed iperammortamento Industria 4.0, proroga e potenziamento del credito d'imposta per ricerca e sviluppo, modifica della detassazione dei premi di produttività, rifinanziamento del Fondo di garanzia per le PMI, misure per le start-up; segnali altresì la Commissione V il rilievo del possibile ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, il cui piano industriale 2016-2020 prevede lo stanziamento di 160 miliardi di euro a sostegno della crescita del Paese, nonché delle sinergie con il Programma Nazionale per la Ricerca 2015-2020 con una portata finanziaria complessiva di circa 14 miliardi di euro;
   g) posto che, già nel 2015, il contributo totale del settore turistico all'economia italiana è stato di oltre 170 miliardi di euro, pari a circa l'11,8 per cento dei PIL ed a circa il 12,8 per cento dell'occupazione, segnali la Commissione V al Governo l'opportunità e l'esigenza di una compiuta valorizzazione di detto settore, a partire dal completamento del processo di messa a punto del Piano Strategico del Turismo 2017-2022 e da una coerente declinazione, anche in termini di scelte di investimento pubbliche e private, dei suoi obiettivi generali: rivoluzione digitale, adeguamento della rete infrastrutturale, marketing innovativo, riduzione degli oneri burocratici e fiscali, miglioramento della quantità e della qualità dell'occupazione, semplificazione del sistema normativo;
   h) con specifico riferimento al ruolo delle MPMI, segnali la Commissione V al Governo l'opportunità della valorizzazione Pag. 39dello strumento della Legge annuale per le MPMI, di cui allo Statuto delle Imprese (legge n. 180 del 2011), nonché l'importanza dell'evoluzione degli studi di settore verso un sistema di indicatori di affidabilità/compliance e dell'introduzione tanto dell'IRI (Imposta sul reddito delle imprese) per imprese individuali e società di persone in contabilità ordinaria, quanto della determinazione del reddito per cassa per le imprese in contabilità semplificata; segnali altresì l'utilità di strumenti quali la c.d. «nuova Sabatini» e delle formule aggregative dei «contratti di rete»;
   i) posto che al finanziamento delle politiche di impulso alla crescita contribuiranno «misure volte ad accrescere la fedeltà fiscale e a ridurre i margini di evasione ed elusione, e sul lato delle spese nuove misure di riduzione strutturale della spesa corrente», segnali la Commissione V al Governo il ruolo peculiare tanto «dell'integrazione del processo di revisione della spesa nel ciclo di programmazione economico-finanziaria», quanto del miglioramento della tax compliance dei contribuenti, della riduzione del tax gap, con particolare riguardo all'IVA, e della migliore sinergia tra le Agenzie fiscali;
   l) posto che, «risentendo della minore intensità della ripresa e della debole dinamica dei prezzi il rapporto debito/PIL si porta al 132,8 per cento nel 2016; comincerà a ridursi a partire dal 2017, per raggiungere il 126,6 per cento nel 2019», segnali la Commissione V al Governo il rilievo tanto del programma di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, quanto di privatizzazioni condotte secondo un'ottica di adeguata valorizzazione delle «imprese controllate dallo Stato attraverso piani industriali ambiziosi»;
   m) segnali la Commissione V al Governo il rilievo delle considerazioni di cui alla Nota illustrativa delle «Relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali» circa «la necessità di rifinanziamenti o di risorse aggiuntive per il futuro» per rilevanti missioni di spesa del bilancio dello Stato tra cui la missione n. 11 «Competitività e sviluppo delle imprese», la missione n. 14 «Infrastrutture pubbliche e logistica», la missione n. 16 «Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo», la missione n. 17 «Ricerca e innovazione»;
   n) anche alla luce delle raccomandazioni specifiche per l'Italia del Consiglio dell'Unione europea del 28 giugno 2016, segnali la Commissione V al Governo l'esigenza della più attenta gestione e valorizzazione dello strumento della Legge annuale per la concorrenza, nonché – proprio sulla scorta dei significativi miglioramenti registrati, nel corso dell'ultimo quadriennio, nella riduzione dei tempi medi di pagamento del debito commerciale delle pubbliche amministrazioni – l'utilità tanto della promozione dell'adesione alla piattaforma di monitoraggio dei crediti commerciali da parte di tutto il sistema della funzione pubblica, quanto del mantenimento – come in generale annotato dalla Commissione europea in sede di Relazione sull'attuazione della direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali – della «questione dei ritardi di pagamento al centro dell'agenda politica, continuando l'azione di sensibilizzazione su questa tematica a livello nazionale».

Pag. 40

XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)

(Relatrice: Patrizia MAESTRI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La XI Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis), l'annesso, recante la relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, e l'allegato I, comprendente le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali;
   considerato che la Nota reca un aggiornamento del quadro tendenziale e di quello programmatico, con riferimento tanto alle grandezze macroeconomiche quanto agli obiettivi di finanza pubblica, che tiene conto dell'evoluzione del quadro economico e geopolitico e dell'esigenza di produrre maggiori sforzi per il rilancio degli investimenti e per le emergenze che il Paese è chiamato ad affrontare in seguito ai recenti eventi sismici e ai forti flussi di immigrazione;
   osservato che, alla luce del nuovo contesto economico internazionale, che presenta maggiori criticità rispetto al momento di approvazione del Documento di economia e finanza 2016, sono state riviste al ribasso la previsione di crescita del PIL reale per il 2016 e per il 2017;
   condivisa la scelta dell'Esecutivo, che, a fronte del mutato quadro internazionale e dei segnali di rallentamento della domanda interna, ha stabilito di adottare un'impostazione della politica di bilancio decisamente orientata alla crescita, soprattutto in termini di composizione della manovra per il triennio 2017-2019;
   rilevato, in particolare, che, in tale ottica, l'Esecutivo, pur continuando nel processo di consolidamento della finanza pubblica, intende rimodulare la propria politica di bilancio dando priorità agli interventi sulle spese e sulle entrate che favoriscono investimenti e produttività e Pag. 41utilizzando pienamente i margini di flessibilità previsti dall'ordinamento europeo;
   considerato che, sul versante della finanza pubblica, l'esigenza di rafforzare le misure di stimolo all'economia si traduce in un rallentamento del percorso di consolidamento fiscale, che non inficia tuttavia la progressiva convergenza verso gli obiettivi di riduzione dell'indebitamento;
   rilevato che l'andamento meno favorevole dell'economia e gli orientamenti di politica economica del Governo si riverberano anche sull'avvio del processo di riduzione del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo, che dovrebbe avere inizio a partire dal prossimo esercizio e proseguire con maggiore rapidità negli anni successivi;
   segnalato che, in linea con i contenuti della manovra per il 2016, anche nella prossima legge di bilancio l'intervento quantitativamente più rilevante sarà costituito dalla cancellazione dell'incremento delle aliquote IVA previsto dalla legislazione vigente;
   rilevato che, con riferimento agli altri interventi, la Nota evidenzia che nell'ambito della prossima manovra di finanza pubblica l'azione del Governo si concentrerà su misure di stimolo dell'economia e di rafforzamento della dotazione infrastrutturale del Paese attraverso l'incremento degli investimenti pubblici, interventi per l'innalzamento del grado di competitività delle imprese e il rilancio degli investimenti privati, attraverso la riduzione della pressione fiscale e la previsione di specifiche agevolazioni fiscali, nonché misure di rafforzamento del welfare, con la previsione, tra le altre, di specifiche disposizioni in ambito previdenziale e per il rafforzamento del capitale umano;
   osservato altresì che nella relazione presentata ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, annessa alla Nota, il Governo richiede al Parlamento l'autorizzazione a utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di bilancio sino a un massimo dello 0,4 per cento del prodotto interno lordo per il prossimo anno e, conseguentemente, ad incrementare l'indebitamento netto nell'anno 2017 per un importo massimo di 7,7 miliardi di euro, da destinare alla realizzazione degli interventi di ricostruzione a seguito del sisma del 24 agosto scorso e di un piano organico di messa in sicurezza del territorio nazionale, nonché all'impostazione di una politica di ampio respiro nella gestione dell'immigrazione;
   evidenziato che la ripresa della crescita economica registrata a partire dal 2014 è stata accompagnata da un progressivo miglioramento dei dati relativi all'occupazione, che hanno fatto segnare una sensibile crescita rispetto alla fase più critica del settembre 2013, pur non essendo stati ancora raggiunti i livelli toccati, prima del manifestarsi degli effetti della crisi, nell'aprile 2008;
   rilevato che, su base programmatica, il tasso di disoccupazione, scontando gli effetti delle misure programmate, scenderebbe al 10,8 per cento nell'anno 2017, al 10,3 per cento nell'anno 2018 e al 9,9 per cento nell'anno 2019, mentre il tasso di occupazione dei soggetti tra 15 e 64 anni di età crescerebbe con un ritmo costante, raggiungendo il 57,8 per cento nel 2017, il 58,2 per cento nel 2018 e il 58,6 per cento nel 2019;
   considerato che, nonostante tali progressi, occorre compiere ulteriori sforzi per promuovere il consolidamento della crescita dell'occupazione, in linea con gli obiettivi della Strategia Europa 2020;
   sottolineato che, alla luce delle più accreditate valutazioni elaborate con riferimento all'andamento dell'occupazione, alla crescita registrata a partire dal 2015 hanno contribuito in modo predominante le misure di decontribuzione previste dalla legge di stabilità 2015, prolungate e rimodulate dalla legge di stabilità 2016;
   segnalata, quindi, l'esigenza che, nell'ambito della prossima legge di bilancio, il Pag. 42Governo individui misure strutturali di decontribuzione da applicare in relazione ai nuovi contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato stipulati a decorrere dall'anno 2017, prestando particolare attenzione alla creazione di nuovi posti di lavoro per le donne e nelle regioni del Mezzogiorno;
   preso atto di quanto rappresentato, nel corso dell'audizione svolta il 4 ottobre 2016 presso la V Commissione bilancio della Camera, dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, sui risultati della ricognizione, effettuata ai sensi dell'articolo 1, comma 109, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, delle risorse del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie da destinare all'estensione dell'esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato che saranno effettuate nel Mezzogiorno nell'anno 2017;
   ricordato, a tale proposito, che l'articolo 1, comma 121, della legge di stabilità 2015, nell'introdurre la decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato nell'anno 2015, ha soppresso l'articolo 8, comma 9, della legge 29 dicembre 1990, n. 407, che attribuiva sgravi contributivi particolarmente rilevanti ai datori di lavoro operanti nei territori del Mezzogiorno che avessero assunto, con contratto a tempo indeterminato, lavoratori disoccupati da almeno ventiquattro mesi o sospesi dal lavoro e beneficiari del trattamento straordinario di integrazione salariale da uguale periodo;
   vista la raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 12 luglio 2016 sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Italia (2016/C 299/01), che, al numero 4, sollecita il nostro Paese: ad attuare la riforma delle politiche attive del mercato del lavoro, in particolare rafforzando l'efficienza dei servizi per l'impiego; a incentivare al lavoro le persone che costituirebbero la seconda fonte di reddito nell'ambito del nucleo familiare; a adottare e attuare la strategia nazionale di lotta contro la povertà e a rivedere e razionalizzare la spesa sociale;
   ritenuto che, anche alla luce di tale raccomandazione, assume carattere strategico il completamento della transizione verso il nuovo assetto istituzionale del sistema dei servizi per il lavoro, con la destinazione di un ammontare crescente di risorse alle politiche attive del lavoro, che storicamente hanno beneficiato di stanziamenti di gran lunga inferiori rispetto a quelli destinati ad altre finalità, in modo da assicurare percorsi più efficaci per l'ingresso e la ricollocazione nel mondo del lavoro;
   rilevato che la Nota richiama le innovazioni introdotte nella manovra finanziaria dello scorso anno con riferimento alla detassazione dei salari di produttività, segnalando che per la prossima legge di bilancio è allo studio un rafforzamento della detassazione dei premi di risultato;
   considerato che, nell'ambito dello scenario programmatico, si evidenzia che nella prossima manovra di bilancio saranno introdotte, tra l'altro, misure volte a favorire la crescita attraverso la riduzione del carico fiscale e contributivo per le imprese e a promuovere l'aumento degli investimenti privati e della produttività, con positive ricadute sul mercato del lavoro;
   espresso particolare apprezzamento per il fatto che, con riferimento alla materia pensionistica, la Nota segnali che sono allo studio misure da inserire nella prossima legge di bilancio per il rafforzamento delle pensioni più basse, per il finanziamento di canali di flessibilità pensionistica, anche con riferimento alla previdenza complementare, per il riconoscimento previdenziale dei lavori usuranti e per lo stanziamento di risorse aggiuntive per il finanziamento del Piano di contrasto alla povertà;
   evidenziato che tale impegno raccoglie le sollecitazioni avanzate in tutti i Pag. 43pareri approvati dalla Commissione lavoro nel corso della presente legislatura con riferimento ai documenti di programmazione economica, che hanno segnalato l'esigenza di promuovere l'introduzione di forme di flessibilità nell'accesso al trattamento pensionistico;
   richiamati gli approfondimenti di carattere tecnico svolti dalla Commissione nell'ambito dell'esame delle proposte di legge Atto Camera n. 857 e abbinate, recanti disposizioni in materia di accesso dei lavoratori e delle lavoratrici ai trattamenti pensionistici e di riconoscimento a fini previdenziali dei lavori di cura familiare;
   ricordato, da ultimo, che la risoluzione n. 6-00244 Marchi ed altri, approvata dalla Camera dei deputati il 27 aprile 2016, al termine dell'esame del Documento di economia e finanza 2016, ha impegnato il Governo ad adottare ogni iniziativa utile a promuovere, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica indicati nel medesimo Documento, interventi in materia previdenziale volti a introdurre elementi di flessibilità per quanto attiene all'età di accesso al pensionamento, anche con la previsione di ragionevoli penalizzazioni, nonché interventi, anche selettivi, in particolare nei casi di disoccupazione involontaria e di lavori usuranti;
   ritenuto, a tale riguardo, che nella definizione degli interventi da inserire nella prossima legge di bilancio debbano essere recepiti gli indirizzi contenuti nel verbale siglato il 28 settembre 2016 da Governo, CGIL, CISL e UIL, a seguito di una lunga e approfondita discussione sulle problematiche aperte in campo previdenziale;
   considerato che il Governo ha assicurato che agli interventi in materia previdenziale nel prossimo triennio saranno destinati, nell'ambito della prossima manovra di bilancio, circa 6 miliardi di euro;
   valutato che nelle misure che verranno adottate dovranno considerarsi anche adeguati interventi in favore dei lavoratori impiegati in lavori gravosi;
   osservato che, in linea con le assicurazioni fornite al riguardo dai rappresentanti del Governo, gli interventi individuati nel verbale siglato da Governo e sindacati dovranno essere affiancati, nell'ambito della legge di bilancio per il prossimo triennio, da un ottavo e definitivo provvedimento di salvaguardia rispetto all'applicazione dei requisiti di accesso al pensionamento introdotti dall'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011;
   reputato che tale intervento possa essere agevolmente realizzato senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, utilizzando le somme che, sulla base del monitoraggio di cui all'articolo 2, comma 4, della legge 10 ottobre 2014, n. 147, non risultano utilizzate nell'ambito del fondo di cui all'articolo 1, comma 235, primo periodo, della legge 24 dicembre 2012, n. 228;
   ritenuto che, una volta acquisti gli esiti della conferenza di servizi chiamata a individuare le somme non utilizzate nell'ambito degli stanziamenti destinati ai precedenti interventi di salvaguardia, la platea dei soggetti da salvaguardare possa essere stabilita sulla base di quanto previsto nella proposta di legge Atto Camera n. 3893, attualmente all'esame della XI Commissione;
   osservato che, per quanto riguarda il lavoro pubblico, la Nota evidenzia che nel 2016 la spesa per redditi da lavoro dipendente a carico delle pubbliche amministrazioni è tornata a crescere su base nominale di circa un punto percentuale, ponendo fine a una fase di riduzione avviatasi nel 2011;
   segnalato che il quadro complessivo delineato dalla Nota conferma la progressiva riduzione dell'incidenza sul prodotto interno lordo delle spese per redditi da lavoro sostenute dalle amministrazioni pubbliche, che passerebbe dal 9,7 per cento del 2016 al 9 per cento nel 2019;Pag. 44
   rilevato che, nella premessa della Nota, il Ministro dell'economia e delle finanze evidenzia che dopo sei anni di blocchi, resi necessari dalla drammaticità della crisi, si procederà al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, con l'obiettivo di valorizzare il merito e favorire l'innalzamento della produttività, in modo da contribuire all'aumento dell'efficienza della pubblica amministrazione;
   ritenuto che la ripresa della contrattazione nel pubblico impiego rappresenti una importante opportunità per una piena valorizzazione dei lavoratori delle amministrazioni pubbliche, anche in vista del conseguimento degli obiettivi di rinnovamento, semplificazione e qualificazione dell'azione di tali amministrazioni;
   preso atto che la Nota indica che, a completamento della manovra di bilancio 2017-2019, il Governo intende confermare come collegati alla decisione di bilancio i provvedimenti già indicati nei precedenti documenti programmatici;
   considerato, in particolare, che in tali documenti si indicano come collegati il disegno di legge recante misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato, attualmente all'esame del Senato della Repubblica (Atto Senato n. 2233), nonché il disegno di legge delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali, approvato dalla Camera dei deputati e attualmente all'esame dell'altro ramo del Parlamento (Atto Senato n. 2494),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   si richiami l'opportunità di individuare, nell'ambito degli interventi volti a ridurre il carico contributivo, indicati nello scenario programmatico, misure permanenti di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, promuovendo in particolare l'applicazione in via strutturale di sgravi contributivi selettivi per i nuovi contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche attraverso una loro rimodulazione atta a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro stabili e di qualità, specialmente per le donne e nelle regioni del Mezzogiorno;
   si segnali l'opportunità che le misure in materia previdenziale da inserire nella prossima legge di bilancio siano definite sulla base degli indirizzi contenuti nel verbale siglato il 28 settembre 2016 da Governo e sindacati e nelle sue successive integrazioni e che ad esse si accompagnino:
    a) un nuovo e definitivo intervento di salvaguardia rispetto all'applicazione dei requisiti di accesso al pensionamento introdotti dall'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, da finanziare a valere sulle somme non utilizzate nell'ambito degli stanziamenti destinati ai precedenti interventi di salvaguardia;
    b) misure per il completamento della sperimentazione di cui all'articolo 1, comma 9, della legge 23 agosto 2004, n. 243, relativa alla cosiddetta «opzione donna», nei limiti delle risorse che risultino non utilizzate a seguito del monitoraggio previsto ai sensi dell'articolo 1, comma 281, della legge di stabilità 2016;
   si rappresenti l'esigenza che, in linea con l'impegno contenuto nella Nota relativo alla previsione di risorse aggiuntive per il piano di contrasto alla povertà, nel quadro della prossima manovra di bilancio sia definito un percorso per la progressiva definizione delle risorse destinate nei prossimi anni ad una misura nazionale di contrasto della povertà, che ne garantisca Pag. 45la portata universalistica, in favore dei soggetti e dei nuclei familiari che versino in condizioni di povertà;
   nel quadro delle misure volte a rafforzare i diritti e le tutele dei lavoratori autonomi, in linea con quanto previsto dal disegno di legge recante misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato, attualmente all'esame del Senato della Repubblica, si segnali l'esigenza di rendere definitivo il blocco dell'incremento dell'aliquota di contribuzione previdenziale per i lavoratori autonomi, titolari di posizione fiscale ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria né pensionati, nella prospettiva di una sua progressiva riduzione e di una sua tendenziale equiparazione a quella prevista per la generalità dei lavoratori autonomi;
   con riferimento alla materia del pubblico impiego, si rappresenti l'esigenza di promuovere una riflessione in ordine al progressivo superamento delle limitazioni al turn over e alla razionalizzazione dei vincoli previsti per la spesa di personale anche per quanto riguarda gli enti territoriali, promuovendo al contempo interventi volti a favorire la qualificazione del personale e una migliore allocazione della spesa, in linea con gli obiettivi di rafforzamento della qualità e dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni perseguiti dalla riforma avviata dalla legge 7 agosto 2015, n. 124.

Pag. 46

XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)

(Relatore: CASATI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La XII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso);
   considerato, in termini generali, che la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel Documento di economia e finanza 2016, in considerazione del nuovo contesto internazionale meno favorevole, e che, in relazione alle incertezze che caratterizzano lo scenario internazionale, anche le previsioni di crescita per il 2017 sono ridimensionate;
   rilevato, per quanto riguarda il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2017 e successivi, che la manovra di bilancio 2017-2019, come indicato nella Nota, avrebbe un impatto positivo sulla crescita, sia pur nell'ambito di una valutazione che rimane prudenziale dato il pesante lascito della crisi degli ultimi anni, grazie anche alla politica fiscale che il Governo intende impostare per i prossimi anni;
   segnalato, con specifico riguardo al settore sanitario, che nel Conto economico della Pubblica amministrazione a legislazione vigente, relativamente alla spesa sanitaria, è indicata una cifra pari a 113,654 miliardi di euro per il 2016, con un aumento di 278 milioni rispetto a quanto indicato del DEF, e che per gli anni successivi (2017-2019) l'incremento è più consistente;
   evidenziato che, tra le iniziative adottate in risposta alle raccomandazioni del Consiglio europeo per quanto concerne la modernizzazione della pubblica amministrazione, il documento richiama la nuova disciplina in materia di dirigenza sanitaria, recata dal decreto legislativo n. 169 del 2016;Pag. 47
   rilevato che, nell'ambito degli interventi nel settore sanitario, la Nota segnala l'Intesa del 7 settembre 2016, raggiunta in Conferenza Stato-regioni, sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che prevede l'aggiornamento del decreto del 2001 riguardante i livelli essenziali di assistenza garantiti dal Sistema sanitario nazionale (LEA), ricordando che allo scopo la legge di stabilità 2016 (articolo 1, comma 555) ha autorizzato una spesa di 800 milioni di euro annui a valere sulle risorse del Fondo sanitario nazionale;
   segnalato che la Nota indica, tra gli altri interventi in materia sanitarie, il Piano nazionale della Cronicità, volto a rafforzare le reti assistenziali e ridurre i ricoveri ospedalieri, e l'intesa raggiunta sul Patto per la sanità digitale, avente lo scopo di attuare il programma di informatizzazione del Servizio sanitario;
   apprezzata la previsione, contenuta nel cronoprogramma per le riforme di cui all'appendice della Nota di aggiornamento del DEF, di indicare, per quanto riguarda la sanità, il termine di dicembre 2016 per l'attuazione del Patto della salute 2014-2016 (comprendente l'aggiornamento dei LEA, il Patto nazionale delle cronicità e il nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell'assistenza sanitaria) e il provvedimento in materia di responsabilità del personale sanitario, approvato dalla Camera e attualmente all'esame della Commissione Igiene e sanità del Senato (S. 2224);
   espresso apprezzamento in merito a quanto riportato nella Nota con riguardo all'Intesa del 7 settembre 2016 raggiunta in Conferenza Stato-regioni sullo schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri che, in attuazione del Patto per la Salute 2014-2016, prevede l'aggiornamento del decreto del 2001 riguardante i livelli essenziali di assistenza garantiti dal Sistema sanitario nazionale (LEA);
   condiviso, al riguardo, quanto già sottolineato dalla Conferenza Stato-regioni sulla sostenibilità economico-finanziaria dell'aggiornamento dei LEA, laddove in quella sede è stata evidenziata la necessità per cui nella prossima legge di bilancio siano confermate le risorse pari a 113.063 milioni di euro per il 2017 e a 114.998 milioni di euro per il 2018, come quantificate nell'Intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-regioni l'11 febbraio 2016, in relazione al riparto delle risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale;
   evidenziato che, per quanto concerne le politiche sociali, in risposta alla specifica raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea in tema di lotta alla povertà e razionalizzazione della spesa sociale, la Nota espone le misure dedicate dalla legge di stabilità 2016 al Piano nazionale per la lotta alla povertà, finanziato attraverso il Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale con una dotazione di 600 milioni per il 2016 e di 1 miliardo a decorrere dal 2017, e alla delega legislativa per l'avvio di una misura nazionale di contrasto alla povertà, approvata dalla Camera e attualmente all'esame del Senato, che prevede l'introduzione di una misura universale di contrasto alla povertà basata su un sostegno economico condizionato all'attivazione di percorsi verso l'inclusione e l'autonomia;
   osservato che, nell'ambito degli interventi nell'area delle politiche sociali, la Nota richiama, inoltre, la legge delega n. 106 del 2016, per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, che secondo il predetto cronoprogramma delle riforme sarà pienamente attuata nel giugno 2017, e la recentissima legge n. 166 del 2016, recante misure contro gli sprechi alimentari e la donazione di prodotti farmaceutici;
   sottolineato, poi, come la Nota richiami l'istituzione, con la legge di stabilità per il 2016, del Fondo cosiddetto «Dopo di noi», con una dotazione di 90 milioni annui, cui ha fatto seguito l'approvazione della legge n. 112 del 2016, alla quale il Pag. 48Governo è chiamato a dare attuazione, non essendo stato ancora emanato il decreto ministeriale, atteso alla fine di agosto del 2016, volto a disciplinare le previsioni in tema di imposte sulle successioni e donazioni, di registro, catastali e ipotecarie, mentre entro la fine di dicembre 2016 devono essere adottati ulteriori decreti, volti a definire gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare nonché i criteri per l'accesso alle misure a carico del predetto Fondo, in base ai quali le regioni adotteranno indirizzi di programmazione e definiranno le modalità per l'erogazione dei finanziamenti;
   considerata l'urgenza di dare un'adeguata soluzione al problema del precariato in sanità, rispetto al quale sembra opportuno intervenire tramite apposite misure da inserire nella prossima legge di bilancio;
   considerata, analogamente, l'esigenza di assicurare la continuità nell'erogazione dei servizi sociali ai cittadini, che parrebbe messa in discussione dall'imminente scadenza dei contratti a tempo determinato del personale degli enti locali, ciò che rende opportuno un intervento volto a prevedere la proroga del termine per il rinnovo dei predetti contratti;
   segnalata altresì l'esigenza di prevedere, nella prossima legge di bilancio, adeguate risorse per il finanziamento dei farmaci innovativi,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si rappresenti la necessità, anche al fine di garantire la sostenibilità economico-finanziaria del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sull'aggiornamento dei LEA, che nella prossima legge di bilancio siano confermate le risorse pari a 113.063 milioni di euro per il 2017 e a 114.998 milioni di euro per il 2018, come quantificate nell'Intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-regioni l'11 febbraio 2016 in relazione al riparto delle risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale;
   b) si segnali l'esigenza per cui, al fine di dare attuazione alla legge n. 112 del 2016, sul cosiddetto «Dopo di noi», siano adottati in tempi brevi i decreti ministeriali volti, rispettivamente, a disciplinare le previsioni in tema di imposte sulle successioni e donazioni, di registro, catastali e ipotecarie, nonché a definire gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare e i criteri per l'accesso alle misure a carico del Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare;
   c) si raccomandi altresì la necessità di dare attuazione alla legge n. 106 del 2016, adottando i decreti legislativi ivi previsti in materia di riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale;
   d) si rappresenti l'esigenza di inserire, nella prossima legge di bilancio, misure volte a dare un'adeguata soluzione al problema del precariato in sanità e ad avviare, anche considerato l'invecchiamento del personale impiegato nel settore sanitario, il progressivo superamento del turn-over, nonché a prevedere la proroga del termine per il rinnovo dei contratti a tempo determinato del personale degli enti locali occupato nell'attività di erogazione dei servizi sociali;
   e) si segnali inoltre l'opportunità di prevedere, nella prossima legge di bilancio, adeguate risorse per il finanziamento dei farmaci innovativi.

Pag. 49

XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)

(Relatore: COVA)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La XIII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis) accompagnata dalle «Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali anno 2016» (Allegato I) e dalla «Relazione al Parlamento 2016», che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Periodo (MTO), ai sensi della legge n. 243 del 2012, articolo 6, comma 5, (Annesso);
   premesso che la Nota provvede ad aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica rispetto a quelle contenute nel DEF alla luce delle informazioni disponibili sull'andamento del quadro macroeconomico e a fornire l'aggiornamento degli obiettivi programmatici, una relazione sullo stato di attuazione delle azioni già avviate, nonché le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in risposta alle Raccomandazioni specifiche per l'Italia adottate dal Consiglio Europeo al termine del Semestre europeo Europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma;
   rilevato che il Governo ha sin qui operato per rilanciare la crescita e l'occupazione, attraverso un programma pluriennale di riforme strutturali volto a migliorare la competitività del sistema produttivo, incentivare gli investimenti, pubblici e privati, sostenere i consumi interni, attraverso l'aumento del reddito disponibile delle famiglie e la riduzione delle tasse;
   considerato che in Italia, nonostante i segnali positivi degli ultimi tre anni, la ripresa dalla recessione è più lenta del previsto, in considerazione del contesto congiunturale, più sfavorevole rispetto a quello precedentemente ipotizzato, del peggioramento delle prospettive di crescita Pag. 50a livello internazionale, nonché della maggiore esposizione dell'Eurozona alla stagnazione;
   valutato che, in relazione agli obiettivi di crescita e creazione di occupazione, le riforme strutturali adottate esplicano effetti benefici crescenti nel tempo, richiedendo stabilità ed efficienza delle istituzioni;
   sottolineato che tali obiettivi devono essere perseguiti compatibilmente con il processo di consolidamento dei conti pubblici, anche attraverso la prosecuzione del processo di revisione della spesa e la strategia di contrasto all'evasione;
   considerato con favore che, con specifico riferimento alle misure che il Governo intende proporre con il disegno di Bilancio per il 2017-2019 ed in continuità con le politiche adottate negli anni precedenti – la Relazione al Parlamento (Doc. LVII, n. 4-bis, Annesso) precisa che esse comprenderanno interventi nei settori più rilevanti per la crescita economica attraverso la riduzione della pressione fiscale sulle imprese e il potenziamento degli investimenti pubblici, con il duplice obiettivo di supportare la competitività del Paese e stimolare la domanda aggregata e che, in particolare, nel 2017, l'azione di Governo si concentrerà, tra l'altro, su misure di stimolo dell'economia, anche con interventi rivolti al sostegno del settore agricolo;
   rilevato altresì che, per effetto delle misure attuate e in programma, si prevede una sensibile crescita del PIL per il 2017;
   rammentato che il comparto primario ha beneficiato dell'indirizzo orientato alla riduzione della pressione fiscale prima ricordato già nell'anno finanziario in corso con la soppressione dell'IMU sui terreni agricoli, con l'esenzione dall'IRAP per le imprese agricole e della pesca, con la riforma della tassazione locale sui così detti imbullonati e che, già a legislazione vigente, nel 2017 è prevista una riduzione dell'Ires dal 27,5 al 24 per cento;
   preso atto con favore che, nella Relazione al Parlamento, si evidenzia come gli interventi per la crescita economica dovranno essere accompagnati da una serie di misure che consentano di affrontare con modalità eccezionali anche i fenomeni legati alla messa in sicurezza del territorio;
   considerato a tale ultimo proposito che la Nota di aggiornamento evidenzia la necessità di programmare, con riferimento alle zone colpite dal terremoto, oltre alla loro necessaria ricostruzione, interventi antisismici per mettere in sicurezza la popolazione, il territorio e il patrimonio abitativo, artistico e culturale del Paese, anche tenendo conto che i territori colpiti dal sisma sono asset straordinari per il turismo e il settore agroalimentare, da preservare per le prossime generazioni;
   preso atto che la Nota di aggiornamento ricorda le principali misure adottate e in corso di adozione per rendere maggiormente efficiente e moderna l'economia del Paese in attuazione della legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione, mediante provvedimenti che avranno un importante impatto sul settore agroalimentare, e che comprendono, tra l'altro, il riordino delle Camere di Commercio e la semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca;
   considerato altresì che, tra le iniziative di maggior rilievo adottate nel corso dell'anno con riguardo al mercato del lavoro, la Nota di aggiornamento menziona il disegno di legge per il contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura, già approvato dal Senato e prossimo alla sua approvazione definitiva da parte della Camera e ricordato che il disegno di legge in questione è stato adottato anche tenendo conto degli impegni contenuti nelle risoluzioni approvate il 2 dicembre 2015 dalle Commissioni riunite XI e XIII della Camera dei deputati;
   valutate favorevolmente le iniziative intraprese dal Governo al fine di sostenere la svolta produttiva c.d. Piano Nazionale Pag. 51Industria 4.0 e preso in particolare atto con favore che, tra le principali misure proposte allo scopo di sostenere questa svolta produttiva, la Nota menziona, tra l'altro, il Potenziamento dei cluster tecnologici «Fabbrica Intelligente» e «Agrifood» ed il Piano straordinario per il Made in Italy;
   ritenuto che la legge 28 luglio 2016 n. 154 che ha tra l'altro delegato il Governo a riordinare la governance nel settore ippico allo scopo di risollevarlo e rilanciarlo anche alla luce dell'importanza fondamentale e strategica che tale settore ricopre all'interno del settore agricolo e dell'economia nazionale, potrà essere valutata nei suoi effetti con riferimento allo specifico aspetto della risoluzione della questione dei pagamenti dei premi alle imprese ippiche solo una volta che saranno adottati i decreti attuativi;
   valutata con favore l'intenzione del Governo di adottare entro la fine dell'anno la normativa di attuazione del decreto-legge n. 51 del 2015 recante Disciplina dell'organizzazione delle Commissioni Uniche Nazionali per ciascuna tipologia di prodotto agricolo, al fine di incrementare i livelli di trasparenza e oggettività nella definizione dei prezzi;
   preso infine atto con favore che la Nota di aggiornamento indica una serie di interventi adottati nel corso dell'anno allo scopo di accrescere la competitività del settore agricolo, quali le misure contenute nel decreto-legge n. 113 del 2016, a sostegno dei produttori di latte, di prodotti lattiero caseari e cerealicoli per favorire un complessivo miglioramento della competitività della filiera, le misure adottate dal CIPE per il rafforzamento della Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree Interne e l'assegnazione da parte del CIPE di 200 milioni al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per il finanziamento agevolato dei contratti di filiera e di distretto,
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PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 52

XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea)

(Relatore: GIULIETTI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La XIV Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis),
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PARERE FAVOREVOLE.

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COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI

(Relatore: D'ALIA)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis)

  La Commissione parlamentare per le questioni regionali,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso);
   espresso apprezzamento per i richiami, in essa operati, riguardo alle iniziative assunte e che il Governo intende assumere, anche al fine dar seguito alle raccomandazioni formulate dalla Commissione dell'UE, riguardanti, in particolare, per quanto di interesse della Commissione:
    l'avvenuta introduzione delle nuove regole sul pareggio di bilancio di Regioni ed enti locali, che con il superamento definitivo della disciplina del patto di stabilità interno, consentono di liberare risorse per gli investimenti e favoriscono la programmazione pluriennale degli stessi;
    l'adozione del Piano nazionale della cronicità, per l'assistenza e la tutela dei pazienti affetti da patologie croniche, approvato in Conferenza Stato-Regioni lo scorso 15 settembre, volto a rafforzare le reti assistenziali e ridurre i ricoveri ospedalieri;
    il raggiungimento dell'Intesa sul «Patto per la Sanità Digitale» con cui si intende attuare celermente il programma di informatizzazione del servizio sanitario;
    l'estensione dell'obbligo di acquisto centralizzato di beni e servizi tramite soggetti aggregatori fra l'altro per comuni ed enti di area vasta;
    l'avvenuta integrazione in un'unica modalità di trasmissione dei dati contabili direttamente alla Banca dati delle amministrazioni pubbliche (BDAP) gestita dal Ministero dell'economia;
    l'apprezzabile riduzione dei tempi medi di pagamento della pubblica amministrazione alle imprese, grazie ad un Pag. 54impegno profuso anche dalle Regioni e dagli enti locali;
   ritenuta particolarmente condivisibile l'intenzione del Governo di procedere, con sollecitudine, all'approvazione dello schema di DPCM di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA), su cui si è recentemente espressa la Conferenza Stato-Regioni, che ha richiamato l'esigenza di assicurare la sostenibilità economico-finanziaria di tale intervento;
   preso atto con favore del venir meno, fra le raccomandazioni rivolte allo Stato italiano, rispetto al 2015, della richiesta di assicurare la piena operatività dell'Agenzia per la coesione territoriale, conseguente all'avvenuto rafforzamento della capacità amministrativa nella gestione dei fondi europei, come confermano i dati richiamati nella Nota dai quali emerge un sostanziale assorbimento delle risorse europee messe a disposizione nell'ambito della programmazione 2007-2013 e il recupero di capacità di spesa da parte delle pubbliche amministrazioni centrali e regionali,
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PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   si rileva l'opportunità che, nel disegno di legge di bilancio per il 2017, siano previste specifiche ed idonee risorse per assicurare la sostenibilità economico-finanziaria dell'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA).