Doc. XXII-bis, N. 7-bis

COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUI CASI DI MORTE E DI GRAVI MALATTIE CHE HANNO COLPITO IL PERSONALE ITALIANO IMPIEGATO IN MISSIONI MILITARI ALL'ESTERO, NEI POLIGONI DI TIRO E NEI SITI DI DEPOSITO DI MUNIZIONI, IN RELAZIONE ALL'ESPOSIZIONE A PARTICOLARI FATTORI CHIMICI, TOSSICI E RADIOLOGICI DAL POSSIBILE EFFETTO PATOGENO E DA SOMMINISTRAZIONE DI VACCINI, CON PARTICOLARE ATTENZIONE AGLI EFFETTI DELL'UTILIZZO DI PROIETTILI ALL'URANIO IMPOVERITO E DELLA DISPERSIONE NELL'AMBIENTE DI NANOPARTICELLE DI MINERALI PESANTI PRODOTTE DALLE ESPLOSIONI DI MATERIALE BELLICO E A EVENTUALI INTERAZIONI

(istituita con delibera della Camera dei deputati 30 giugno 2015)

(composta dai deputati: Scanu, Presidente; Catalano, Duranti, Vicepresidenti; Paola Boldrini, Rizzo, Segretari; Amato, Capelli, Carrozza, Causin, Cirielli, Cova, Crivellari, Grillo, Lacquaniti, Massa, Nizzi, Pili, Simonetti, Vito, Zardini)

RELAZIONE DI MINORANZA

(Relatore: on. Mauro PILI)

Presentata alla Commissione il 26 maggio 2016

Trasmessa alla Presidenza della Camera dei deputati il 26 maggio 2016, ai sensi dell'articolo 4, comma 3, della delibera della Camera dei deputati del 30 giugno 2015

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  Onorevoli Colleghi ! — La Commissione parlamentare d'inchiesta in base alla delibera istitutiva ha i seguenti compiti:
  1. È istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni, di seguito denominata «Commissione», con il compito di indagare:
   a) sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui sono depositati munizionamenti, anche sulla base dei dati epidemiologici disponibili riferiti alle popolazioni civili nelle zone di conflitto e nelle zone adiacenti alle basi militari nel territorio nazionale in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici o radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni;
   b) sulle specifiche condizioni ambientali dei diversi contesti operativi al fine di valutare le misure adottate per la selezione delle migliori forme di sistemazione logistica e dei più appropriati equipaggiamenti di protezione individuali per le truppe impiegate;
   c) sull'adeguatezza della raccolta e delle analisi epidemiologiche dei dati sanitari relativi al personale militare e civile, sia di quello operante nei poligoni di tiro e nelle basi militari nel territorio nazionale, sia di quello inviato nelle missioni all'estero;
   d) sulle componenti dei vaccini somministrati al personale militare, indipendentemente dal successivo impiego del medesimo personale;
   e) sulle modalità della somministrazione dei vaccini al personale militare, nonché sul monitoraggio delle condizioni immunitarie dei soggetti osservati, tenendo conto in particolare dei risultati del progetto denominato «Studio sull'impatto genotossico nelle unità militari» (SIGNUM);Pag. 4
   f) sui rischi associati alla presenza di gas radon e di materiali contenenti amianto negli ambienti in cui il personale militare è chiamato a prestare servizio;
   g) sull'adeguatezza degli istituti di indennizzo, di natura previdenziale e di sostegno al reddito previsti dall'ordinamento in favore dei soggetti colpiti da patologie correlate alle situazioni di possibile rischio indicate alle lettere a), d), e) e f).

COMMISSIONE D'INCHIESTA, OBIETTIVO:
VERITÀ, RESPONSABILITÀ, GIUSTIZIA

  È fin troppo evidente che la Commissione d'inchiesta istituita dalla Camera dei deputati avesse il precipuo compito, dopo il fallimento delle tre precedenti istituite nel passato, di attivare azioni, nell'ambito delle proprie prerogative, che ponessero fine al sistematico tentativo degli organi dello Stato autonomamente e in complicità tra di loro, di nascondere, eludere, disattendere e contrapporsi alla ricerca della verità sulle annose vicende oggetto del mandato parlamentare.
  In questa prospettiva occorreva sin dall'avvio dei lavori della Commissione dismettere l'atteggiamento nella sostanza remissivo giustificato dalle presunte dichiarazioni di leale collaborazione tra organi dello Stato.
  Atteggiamento reiterato anche in occasione dell'audizione del Ministro della Difesa Pinotti che in modo evasivo, elusivo e contraddittorio ha riaffermato l'inesistenza di un caso uranio e di tutto ciò che consegue.
  Audizione nel corso della quale sono state avvallate le scandalose dichiarazioni rese dal capo di Stato maggiore della Difesa e del Segretario generale del Ministero.
  Un comportamento che si evince dalle dichiarazioni rese dal Ministro che ha confermato di voler accentrare, seppur con qualche apporto esterno, in capo al ministero la gestione e la valutazione della questione concernente malattie e risarcimenti.
  Dopo oltre vent'anni dall'insorgere delle prime problematiche legate all'uso di armi all'uranio impoverito/torio e a procedure totalmente prive delle necessarie garanzie di sicurezza e, anzi, con la certezza del pericolo che generavano, era necessario avviare azioni più risolute e decise, utilizzando in pieno tutto gli strumenti giudiziari disponibili, per fronteggiare le reiterate comunicazioni dei vari rappresentanti del ministero della Difesa che, dal Ministro ai suoi subalterni, hanno sempre non solo negato il problema ma persino perseguito in tutti i gradi di giudizio qualsiasi affermazione contraria da parte dei vari gradi di giudizio.
  Il Ministero della difesa, con la complicità del Ministero dell'economia, in tutti questi anni ha fatto di tutto per occultare, nascondere e manipolare la verità sul cosiddetto «caso uranio impoverito» e le cause di morte di centinaia di militari e civili.
  Quella emessa dal Tar della Toscana è una sentenza che mette nero su bianco responsabilità, manipolazioni e negligenze senza precedenti.Pag. 5
  Con generali, medici, funzionari di stato accusati da un tribunale di aver emesso decisioni funzionali solo a salvare le casse dello Stato a prescindere dalla vera causa del decesso dei militari e non solo.
  Il Comitato di verifica per le cause di servizio ha agito con provvedimenti «copia e incolla» dice il Tar con «negligenza» assoluta con il solo fine di salvare lo Stato fregandosene dei malati di tumore e le stesse famiglie dei caduti in seguito alle nanoparticelle emesse dall'utilizzo di munizioni all'uranio impoverito. Emerge un quadro devastante che un mese e mezzo fa avevo denunciato con una prima interrogazione parlamentare nella quale chiedevo la decapitazione dell'intero Comitato di verifica. Ora la sentenza del Tar Lazio, pubblicata ieri, è la conferma di quanto avevo denunciato: negligenza, cattivo uso della discrezionalità tecnica, autoreferenzialità e illogicità in tutte le decisioni assunte sul caso uranio.
  La Commissione d'inchiesta non solo non ha audito i giudici di quel tribunale ma non ha assunto iniziative per conoscere nel dettaglio le ragioni di una siffatta decisione. Mai è stata presa in esame la valutazione di azioni congrue come quelle di sequestrare gli atti e richiedere, anche con atti formali, la sospensione degli organismi delegati alla valutazione delle cause di servizio anche per i danni legati a tutte le cause di servizio pregresse negate dal Comitato.

DANNO ERARIALE PER CENTINAIA DI MILIONI

  I ministeri dell'economia e della difesa con il loro persistente atteggiamento hanno cagionato un danno erariale per centinaia di milioni di euro.
  Negando l'evidenza e sottoponendo lo Stato a vergognose azioni legali contro i militari, i due ministeri e i loro complici hanno di fatto tergiversato, preso tempo, negato l'evidenza solo per evitare l'esborso del denaro dello Stato ai militari e alle loro famiglie.
  Tutto questo è semplicemente ignobile. Negare il nesso tra esposizione all'uranio impoverito per i militari e civili che hanno ricoperto incarichi in teatri di guerra e l'insorgenza di patologie tumorali, secondo i più recenti pronunciamenti giudiziari, secondo il Tar Toscana produce danno erariale.
  Il Tar Toscana, con la sentenza del marzo 2016, per la prima volta trasmette tutti gli atti alla Corte dei conti perché valuti il danno erariale in seguito al comportamento degli organi giudicanti interni al Ministero della difesa e dell'economia. Il nesso secondo il Tar Toscana è dimostrato da numerosi studi ma il Comitato di verifica per le cause di servizio (che opera presso il Ministero dell'economia e delle finanze) ha reiteratamente negato questo legame, aderendo alla posizione del Ministero della difesa. Secondo i giudici questo comportamento denota «grave negligenza», perché ingenera un massiccio contenzioso che si traduce in un consistente esborso per l'erario «per oneri processuali, maggiori somme per interessi e quant'altro».

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LE OMISSIONI DI STATO

  La sentenza del Tar ha accolto il ricorso di un sottufficiale dei carabinieri ammalatosi di poliadenopatia inguinale dopo aver partecipato tra il 1991 ed il 2005 a numerose missioni internazionali di pace in territori dove è stato fatto uso di proiettili all'uranio impoverito (Iraq, Somalia, Bosnia, Albania). Il Comitato di verifica per le cause di servizio ha colpevolmente e gravemente dichiarato che la malattia sviluppata dal carabiniere non poteva essere riconosciuta dipendente da causa di servizio. Il Tar nel dispositivo della sentenza ritiene «illogica e priva di ogni supporto descrittivo-motivazionale» l'affermazione del Comitato, considerato che «sia la letteratura scientifica che quella giuridica hanno posto in rilievo il nesso di causalità intercorrente tra l'impiego di militari in zone di guerra caratterizzate da utilizzo di uranio impoverito e l'insorgenza di gravi patologie tumorali». Il Tar è durissimo rispetto alla decisione assunta in merito alle condizioni di impiego dei militari italiani all'estero. Il presidente del Tribunale amministrativo, estensore della decisione pilota, ha scritto: «costituiscono fattori probabilistici di causalità o concausalità, che non si possono sbrigativamente liquidare dal Comitato di verifica». Il reiterato comportamento del Comitato, fa emergere secondo il Tar Toscana «grave negligenza».

ABROGARE IL COMITATO DI VERIFICA CAUSE DI SERVIZIO

  Il comportamento del Comitato di verifica è grave sotto molteplici aspetti non ultimo quello legato «al ricorrente contenzioso che il predetto comportamento del Comitato di verifica ingenera, con i conseguenti esborsi a carico dell'erario per oneri processuali, maggiori somme per interessi e quant'altro».

RISARCIMENTO AUTOMATICO PER CHI HA OPERATO IN POLIGONI E TEATRI DI GUERRA CONTAMINATI DA URANIO

  Per questo motivo nasce questa relazione contenente una proposta di legge che introduce nell'ordinamento legislativo un principio che appare ineludibile e costituisce una base fondante del patto tra Stato, militari e civili.
  Occorre azzerare immediatamente il Comitato di verifica ed evitare ulteriori procedure viziate, che generano sempre di più un potenziale danno erariale.
  In questo gravissimo scenario di complicità e omissioni era indispensabile esaminare e proporre, senza ulteriori perdite di tempo e omissioni, un'iniziativa chiara anche di natura normativa che riconoscesse «automaticamente» i danni civili e morali e i conseguenti adeguati risarcimenti per tutti i militari e i civili che abbiano contratto malattie rientranti nella casistica già abbondantemente esplorata da organismi scientifici relativa all'impiego di personale in scenari di guerra e missioni varie all'estero, in poligoni e in basi militari italiane Pag. 7e non solo. Un'azione propositiva della Commissione che a mirasse a dismettere questo stillicidio giudiziario nei tribunali riservato dallo Stato a chi soffre e alle loro famiglie.
  Occorre porre alla base dell'azione legislativa un principio di salvaguardia e tutela: chi ha operato in quegli scenari di guerra e viene colpito, sia militari che civili, da quelle malattie letali e gravi venga risarcito immediatamente senza se e senza ma.
  Nel contempo, sempre sul piano non solo giudiziario ma anche legislativo, occorreva esaminare la possibilità di perseguire tutti coloro che hanno colpevolmente fatto operare militari e civili in aree consapevolmente a rischio malattie gravi come quelle conseguenti all'utilizzo di munizionamenti all'uranio impoverito.
  Versanti questi ultimi due totalmente inesplorati sino ad oggi dalla Commissione d'inchiesta.

  Restano totalmente inesplorati e non esaminati:

   1) i dati relativi all'esatto quantitativo di missili Milan acquistati dall'Esercito italiano dal primo acquisto ad oggi;

   2) un preciso inventario degli acquisti dei missili e dell'utilizzo degli stessi, indicando in quale quantità e in quale scenario;

   3) i nominativi dei responsabili delle centrali di acquisto e dei vertici che hanno avallato tali acquisti;

   4) risultano assenti e non richieste precise informazioni sulla dislocazione dei missili Milan ancora in dotazione all'Esercito italiano;

   5) indicazioni quantitative sul numero di missili Milan utilizzati nelle varie basi militari e poligoni a partire da quelli dislocati in Sardegna;

   6) si ignora se nei poligoni sardi esistano scorte di missili Milan, dove siano dislocate, in quale quantità e se sono state distrutte e con quali modalità.

QUADRO DI SINTESI DELLA SITUAZIONE ATTUALE

  Il quadro complessivo delle informazioni per far piena luce sull'annosa vicenda dell'uranio impoverito è del tutto insufficiente e inadeguato a svolgere qualsiasi tipo di analisi sui gravissimi effetti provocati dall'utilizzo di tali armi e sulla permanenza di militari e civili in scenari e aree dove è stato utilizzato l'uranio impoverito.
   Niente, o comunque si è trattato di iniziative del tutto insufficienti, è stato fatto per tracciare l'utilizzo di armi e il passaggio di militari o civili in aree dove sono state utilizzate armi all'uranio impoverito.
  Si registra un grave e conclamato silenzio sui dati e sulle analisi e il tutto viene coperto da un riserbo, che appare sempre di più Pag. 8colpevole, da parte delle istituzioni a partire da quelle in capo al Ministero della difesa.
  In Italia non si è incominciato nemmeno a censire e monitorare quanto è avvenuto negli scenari di guerra dove sono stati impiegati i militari italiani.
  Sono assolutamente indispensabili e urgenti questionari estremamente dettagliati sugli uomini che operano e hanno operato in ambienti dove sono state usate armi all'uranio impoverito.
  Negli USA esistono norme estremamente precise in merito all'impiego degli uomini.
  Nei vari questionari che i comandi devono riempire è scritto tutto nel massimo dettaglio, considerando per esempio il caso di una persona che entra in un carro armato distrutto, colpito da armi all'uranio, è scritto che deve essere reso noto se la persona vi è stata 5, 10, 20 o 30 minuti. Ciò perché il rischio muta a seconda della durata della permanenza della persona nel carro armato.
  Nei reparti italiani mancando simili questionari, non si può dedurre nulla di tutto ciò.
  La persona può essere restata nel carro armato 5 minuti come tutta la giornata. Spesso addirittura non è riportato nemmeno che la persona è stata dentro il carro armato. Ad esempio, è accaduto che per il personale che è stato in Somalia o nei poligoni non venisse, nei documenti caratteristici, citato nemmeno il fatto che era stato impiegato in Somalia o nei poligoni.
  L'Italia presenta purtroppo dati assolutamente incompleti.
  È indispensabile tener conto dei dati sul personale civile che si è ammalato di tumore o altro.
  3761 militari sono malati di tumore, però questa cifra riguarda appunto solo militari in servizio, omette di prendere in considerazione i militari in congedo, come omette di prendere in considerazione i civili (organizzazioni di volontari che si sono trovati all'estero, vedi ad esempio in Bosnia), oppure personale civile, ad esempio vivente nei poligoni, nei quali possono essere state usate armi all'uranio impoverito.
  Non esistono dati sull'esistenza di malformazioni alla nascita, sia per i bambini nati da figli di personale che è stato contaminato, sia per i cuccioli di animali (si veda, ad esempio, agnello a due teste).
  Non esistono i dati relativi alle mogli o compagne di militari che si sono ammalati, perché la loro malattia può dipendere da rapporti sessuali e quindi dalla trasmissione di cause di malattie legate all'attività del marito o compagno.
  Il Generale Angioni (operazione in Libano) ebbe a dire, per quanto consta allo scrivente, che le coppie dovevano evitare di avere figli per 3 anni.
  Non esiste un quadro sull'esistenza di armi all'uranio impoverito in Italia.
  Tali armi erano comunque utilizzate per effettuare test sulla resistenza dei carri armati (Leopard ed altri) alla perforazione da parte di proiettili all'uranio impoverito. Solo delle corazzature (o blindature) all'uranio impoverito potevano garantire una certa sicurezza al personale operante nei carri armati, per ciò che concerne la resistenza nei riguardi delle armi all'uranio impoverito.Pag. 9
  È semplicemente insostenibile e deprecabile la composizione del Comitato di verifica, composto nella quasi totalità da alti ufficiali che hanno prestato servizio nella sanità militare, dove le valutazioni risultano inappellabili perfino dal Ministero della difesa (Previmil).
  Il prosieguo del lavoro di inchiesta deve affrontare con immediatezza, la valutazione circa la predisposizione, nei vari comandi che hanno alle dipendenze uomini che operano o hanno operato in ambienti dove sono state usate armi all'uranio impoverito, di questionari estremamente dettagliati al fine di poter esprimere valutazioni su casistiche e rischi.
  Occorre esaminare e proporre tali questionari con modalità analoghe a quelle esistenti negli USA, dove i questionari sono estremamente precisi in merito all'impiego degli uomini.
  È necessario indicare con certezza e precisione una proposta che preveda che i comandi garantiscano nei questionari un dettaglio tale da poter risalire, per esempio, a quanto tempo (5 minuti, 10 minuti, 20 minuti o 30 minuti) un militare è stato a contatto con un carro armato distrutto, colpito da armi all'uranio.
  Si devono acquisire e raccogliere i dati sul personale militare e civili che si è ammalato di tumore o altro in base a possibili contatti con uranio impoverito/torio in scenari dove sono state utilizzate armi con tale caratteristiche.
  Occorre raccogliere i dati sull'esistenza di malformazioni alla nascita, sia per i bambini nati da figli di personale che è stato contaminato, sia per i cuccioli di animali (si veda ad esempio, il caso dell'agnello a due teste).
  Bisogna infine raccogliere i dati relativi alle mogli o compagne di militari che si sono ammalate, considerato che la loro malattia può dipendere da rapporti sessuali e quindi dalla trasmissione di cause di malattia legate all'attività del marito o compagno.

COMMISSIONE D'INCHIESTA E PROCESSI IN CORSO

  In virtù delle competenze della Commissione è indispensabile acquisire tutti gli atti processuali in corso con particolare riferimento quello in capo al Tribunale di Lanusei che per capziose eccezioni sollevate risulta sospeso in attesa di un giudizio della Corte Costituzionale.
  In tal senso proprio perché si tratta di una commissione d'inchiesta vanno fatte proprie tutte le azioni proposte dal PM Domenico Fiordaliso e valutare tutti gli atti controversi e che sono stati dichiarati falsi e manipolati da parte di soggetti che si sono pronunciati sul nesso causale.
  Va valutato sino in fondo il reato di disastro ambientale e tutte le conseguenze e responsabilità di organi dello Stato e RELATIVI RISARCIMENTI. Elementi che appaiono del tutto assenti nell'azione della commissione e che, invece, necessitano di un radicale cambio d'azione che si auspica possa essere messa in campo sin dal prosieguo dei lavori della Commissione stessa.
  In conclusione e in linea di principio si allega una ipotesi di proposta di legge tesa sostanzialmente al riconoscimento automatico Pag. 10del nesso causale tra l'esposizione a particolari fattori di rischio connessi all'attività militare di ogni genere, per militari e civili, all'interno e all'esterno dei confini nazionali e il decesso, infermità invalidanti, patologie tumorali e connesse.
  Al fine di una rapida e sintetica proposizione si allega un articolato di massima su cui ridefinire l'assetto normativo in materia di responsabilità e di equo indennizzo.

Art. 1.
(Finalità).

  1. La presente legge disciplina il riconoscimento automatico del nesso causale tra l'esposizione a particolari fattori di rischio connessi per militari e civili all'attività militare di ogni genere, all'interno e all'esterno dei confini nazionali e il decesso, infermità invalidanti, patologie tumorali e connesse.
  2. definisce le aree e le attività soggette a tale automatico nesso causale con particolare riferimento ai poligoni di tiro e siti di stoccaggio di munizionamento di metalli pesanti, e/o all'uranio Impoverito e suoi effetti conseguenti sulla salubrità ambientale, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura effettuate comprese quelle fuori i confini nazionali, per le particolari condizioni ambientali e operative.
  3. definisce adeguati indennizzi a favore di civili e personale militare italiano.

Art. 2.
(Riconoscimento automatico per militari e civili del nesso di causalità tra infermità invalidanti, patologie tumorali e malattie connesse e l'esposizione a particolari fattori di rischio connessi).

  Al soggetto militare e civile esposto a particolari fattori di rischio, definiti in seguito, nell'ambito di missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui sono stoccati munizionamenti, che abbia contratto infermità o patologie tumorali e o patologie connesse è riconosciuto l'automatico nesso di causalità conseguente all'esposizione o all'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e alla relativa dispersione nell'ambiente.

Art. 3.
(Definizione benefici. Soggetti aventi titolo per l'applicazione dell'automatico nesso causale).

  1. Ai soggetti indicati all'articolo 1 che abbiano contratto menomazioni all'integrità psicofisica permanentemente invalidanti o a cui è conseguito il decesso, in seguito all'esposizione ai particolari fattori Pag. 11di rischio sono corrisposti i livelli massimi dei benefici delle normative vigenti.
  2. I soggetti beneficiari dell'elargizione di cui al comma 1 sono:
    a) il personale militare e civile italiano operante nei poligoni di tiro e nei siti in cui sono stoccati munizionamenti o con mezzi provenienti dalle missioni all'estero;
    b) il personale militare e civile impiegato nelle missioni militari all'estero;
    c) i soggetti operanti nella cooperazione a vario titolo, impegnati nei nelle aree di conflitto e in quelle di cui alle lettere a) e b);
    d) i cittadini residenti nelle zone adiacenti alle basi militari sul territorio nazionale presso le quali è stato utilizzato o è conservato munizionamento pesante o esplosivo e nelle aree di cui alla lettere precedenti.

  3. Per zone adiacenti si intendono quelle rientranti nella fascia di territorio della larghezza di 10 km, circostante al perimetro delle basi militari o delle aree di cui alla lettera b).

Art. 4.
(Definizione causa di servizio).

  1. La causa di servizio per il soggetto di cui all'articolo 1 è definita entro 60 giorni dopo il giudizio sanitario sulla percentualizzazione dell'invalidità emessi dalle Commissioni mediche ospedaliere.
  2. Le provvidenze sono corrisposte ai beneficiari secondo i termini e le modalità di cui ai seguenti articoli.

Art. 5.
(Procedimento).

  1. I benefici di cui all'articolo 2 riferiti ai soggetti colpiti dalle infermità o patologie permanentemente invalidanti ovvero ai superstiti aventi diritto sono erogati previa domanda al Ministero della Difesa.
  2. La Commissione medica ospedaliera militare riscontra e certifica la patologia.
  3. È istituito apposito ufficio, denominato «Servizio nesso causale automatico».
  4. L'Ufficio «Servizio nesso causale automatico» è affidato a soggetti esterni al Ministero della Difesa.
  5. L'ufficio certifica l'impiego del personale civile e militare di cui all'articolo 2 comma 2 nelle aree definite a rischio esposizione e procede all'istruttoria e alla definizione delle singole posizioni dei beneficiari, in relazione alle aree dichiarate d'impiego che hanno costituito la causa ovvero la concausa e riscontra la certificazione medica di cui al comma 2 del presente articolo.
  6. La Direzione Generale del Ministero della Difesa predispone gli atti conseguenti per l'erogazione dei benefici di cui all'articolo 2.
  7. La Direzione Generale della Difesa rinviene le risorse in bilancio sui singoli stati di previsione della spesa e necessari alla corresponsione delle provvidenze.

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Art. 6.
(Definizione delle aree).

  1. Con apposito regolamento definito dal Ministero della Difesa d'intesa con i Cocer e rappresentanti delle associazioni rappresentative della categoria colpita da malattie e infermità sono definite le aree ritenute a rischio esposizione.
  2. Il regolamento deve definire, entro 60 giorni dall'emanazione della presente legge, le aree a rischio esposizioni e soggette a nesso causale automatico e prioritariamente tra le seguenti:
   a) poligoni di esercitazioni nazionali e non;
   b) missioni militari all'estero;
   c) aree di conflitto;
   d) aree a rischio legate a fattori di rischio esposizione;
   e) aree in cui siano state riscontrate presenze di nano-particelle di metalli pesanti.

Art. 7.
(Determinazione dell'invalidità).

  1. Per l'accertamento delle percentuali di invalidità complessiva ai fini dell'erogazione dei benefici di cui al precedente articolo 4 si procede secondo le normative vigenti applicando il valore più favorevole tra quello determinato per ciascuna tabella e categoria riconosciuta ai fini della causa di servizio.

Art. 8.
(Abrogazione Comitato Cause di servizio militare).

  1. Tutte le norme che istituiscono il Comitato di verifica per le cause di servizio relativamente ai militari sono abrogate e conseguentemente tutte le norme attuative del funzionamento.
  2. Il Ministero dell'economia nomina un commissario per il trasferimento delle pratiche in carico all'Ufficio nesso causale automatico.

Art. 9.
(Copertura finanziaria).

  Le relative coperture finanziarie sono individuate nei capitoli di bilancio del Ministero della Difesa e del Ministero dell'Economia, in riduzione dei capitoli di spesa destinati all'acquisizione di sistemi d'arma.