Doc. XXII, n. 41

PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE

d'iniziativa del deputato FAMIGLIETTI

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla povertà in Italia e sulle misure di contrasto e di reinserimento sociale

Presentata il 30 gennaio 2015

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  Onorevoli Colleghi ! — Periodicamente il nostro Paese è inondato da una mole di dati, sconcertanti, concernenti lo stato di povertà e di indigenza di milioni di cittadini residenti. Solo l'ultimo rapporto dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ci ha consegnato un Paese in cui oltre 3.230.000 nuclei familiari vivono al di sotto della soglia di povertà. Un dato cresciuto nel corso degli ultimi anni e che ha visto aumentare il numero delle persone e delle famiglie coinvolte. L'incidenza della povertà assoluta è aumentata dal 6,8 per cento al 7,9 per cento, soprattutto per effetto dell'aumento delle condizioni di disagio che si è registrato nel Mezzogiorno dal 9,8 al 12,6 per cento che significa circa 1.206.000 persone in più rispetto all'anno precedente. Ma la crisi ha fatto riemergere condizioni di disagio anche nelle aree più ricche del Paese e di fatto ha cambiato anche il volto sociale dell'Italia: si è bloccata la mobilità sociale e sembrano essersi nuovamente cristallizzate rendite di posizione.
  È peggiorata la condizione delle coppie con figli e quella delle famiglie con capo famiglia in possesso di un titolo di studio medio-basso (dal 9,3 all'11,1 per cento se con licenza di scuola secondaria di primo grado dal 10 al 12,1 per cento se con licenza di scuola primaria), operaia (dal 9,4 all'11,8 per cento) o in cerca di occupazione (dal 23,6 al 28 per cento) ed è aumentata anche la povertà tra le coppie di anziani (dal 4 al 6,1 per cento) e tra le famiglie che hanno in carico un anziano.Pag. 2
  Di fronte a questi dati l'Italia rimane, con la Grecia, l'unico Paese europeo a non avere uno strumento universalista di contrasto della povertà. In fondo ne parliamo, ma il legislatore non la conosce e non ha ancora gli strumenti necessari per ridurla.
  Nelle ultime settimane si è sviluppato un dibattito molto interessante e articolato sui media, in particolare sulle colonne del Il Sole 24 Ore, con interventi di editorialisti, opinionisti e studiosi che sollecitano un intervento urgente per dare rappresentanza alle richieste di sostegni per fronteggiare il crescente disagio.
  Per queste ragioni chiediamo che la Camera dei deputati esamini la presente proposta di inchiesta parlamentare al fine di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta con un mandato limitato a due anni di attività per conoscere e approfondire la conoscenza del fenomeno e proporre al legislatore una serie di soluzioni che possano restituire piena cittadinanza a fasce sociali che in questo momento ne sono materialmente private.
  L'obiettivo è quello di censire le competenze ripartite costituzionalmente su questo tema, tra quelle centrali e quelle locali, di approfondire le questioni legate al titolo V della parte seconda della Costituzione e all'applicazione concreta dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per l'accesso alle prestazioni, di avere piena contezza delle risorse che vengono annualmente spese nell'ambito del bilancio dello Stato per misure di natura assistenziale nel sostegno a persone e a nuclei familiari indigenti, nonché di verificare se vi sono, nell'ambito di queste politiche, profili discriminatori, anche di genere, che rendono ancora più odiosa questa condizione di disagio sociale.
  Riteniamo questa un'opportunità per sottrarre un tema socialmente «sensibile» alle speculazioni politiche e per rilanciare la centralità del Parlamento su una delle questioni più importanti per il Paese. Un'esperienza del genere fu sperimentata nel settembre del 1951 quando il deputato Vigorelli depositò una proposta di Commissione parlamentare di inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla. Una proposta di legge che fu approvata nel 1952 e che portò all'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta ancora oggi ricordata per il suo lavoro. Era certamente un'Italia diversa, quella di allora, che usciva dalla guerra e si incamminava verso il boom economico, ma oggi abbiamo la necessità di avere una piena conoscenza delle difficoltà in cui versano milioni di persone e di capire gli effetti reali di questa crisi sulle persone concrete, perché l'obiettivo deve essere quello di costruire un impianto normativo in cui i diritti e le tutele vengono estesi.
  Sono certo che la Camera dei deputati comprenderà le ragioni di questa proposta di inchiesta parlamentare e provvederà presto alla sua approvazione.

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PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE

Art. 1.
(Istituzione e funzioni della Commissione).

  1. È istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, per un periodo di due anni a decorrere dalla data del suo insediamento, una Commissione parlamentare di inchiesta sulla povertà in Italia e sulle misure di contrasto e di reinserimento sociale, di seguito denominata «Commissione», con i seguenti compiti:
   a) approfondire la conoscenza delle cause dell'impoverimento, avvenuto negli anni della crisi, di segmenti sempre più rilevanti della società italiana e le conseguenze che questo ha comportato nell'accesso ai diritti costituzionalmente sanciti;
   b) esaminare il quadro normativo in vigore sia per quanto riguarda le politiche del lavoro, fiscali e sociali, sia in materia di sanità e di istruzione;
   c) esaminare le conseguenze dell'attuazione del titolo V della parte seconda della Costituzione e l'applicazione delle diverse misure adottate dalle regioni in materia di Stato sociale, di contrasto del disagio sociale e di sostegno ai nuclei familiari in difficoltà;
   d) esaminare il livello di accesso, legato all'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), per prestazioni inerenti il diritto alla salute e all'istruzione;
   e) esaminare la presenza di elementi discriminatori, anche sotto il profilo della parità tra i sessi, per quanto concerne le politiche assistenziali;
   f) censire tutti i soggetti pubblici che hanno responsabilità nell'erogazione di strumenti assistenziali e di sostegno alle Pag. 4persone in condizioni di difficoltà economica o di disagio sociale;
   g) censire l'ammontare delle risorse stanziate annualmente nel bilancio dello Stato, anche nelle varie articolazioni istituzionali, finalizzate a sostenere misure di natura prettamente assistenziale;
   h) censire l'attività dei soggetti privati, dell'associazionismo e dei soggetti operanti senza fine di lucro nell'ambito del sostegno alle persone e ai nuclei familiari in condizione di difficoltà economica o di indigenza;
   i) presentare proposte di modifica alla normativa vigente in materia di contrasto della povertà e di istituzione di nuovi strumenti per il sostegno delle persone indigenti.

Art. 2.
(Composizione della Commissione).

  1. La Commissione è composta da ventuno deputati, nominati dal Presidente della Camera dei deputati in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare.
  2. Con gli stessi criteri e con la stessa procedura di cui al comma 1 si provvede alle eventuali sostituzioni in caso di dimissioni o di cessazione dalla carica ovvero qualora sopraggiungano altre cause di impedimento dei componenti della Commissione.
  3. Il Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei componenti, convoca la Commissione per la costituzione dell'ufficio di presidenza.
  4. L'ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, è eletto ai sensi dell'articolo 20, commi 2, 3 e 4, del Regolamento della Camera dei deputati.
  5. La Commissione, al termine dei propri lavori, presenta una relazione alla Camera dei deputati sul risultato dell'inchiesta.

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Art. 3.
(Poteri).

  1. La Commissione, nell'ambito del suo mandato può avvalersi di tutti i poteri previsti dall'articolo 82 della Costituzione.
  2. La Commissione aggiorna semestralmente lo stato dei suoi lavori presentando una relazione alla Camera dei deputati.

Art. 4.
(Acquisizione di atti e documenti).

  1. La Commissione ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto.
  2. La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia ai sensi del comma 1 sono coperti dal segreto.
  3. La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari.
  4. Per il segreto di Stato nonché per i segreti d'ufficio, professionale e bancario si applicano le norme vigenti. È sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato.

Art. 5.
(Organizzazione).

  1. L'attività e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento Pag. 6interno approvato dalla medesima Commissione, a maggioranza assoluta, prima dell'inizio dell'attività di inchiesta. Le sedute sono pubbliche, tuttavia la Commissione può riunirsi in seduta segreta con deliberazione a maggioranza semplice.
  2. La Commissione si può avvalere dell'opera di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie, di soggetti interni ed esterni all'amministrazione dello Stato autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò deputati e dai Ministeri competenti. Con il regolamento interno di cui al comma 1 è stabilito il numero massimo di collaborazioni di cui può avvalersi la Commissione.
  3. Per lo svolgimento delle sue funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente della Camera dei deputati.
  4. La Commissione provvede all'informatizzazione dei documenti acquisiti e prodotti nel corso della propria attività.
  5. Le spese per il funzionamento della Commissione, pari a euro 75.000 per l'anno 2015 e a euro 75.000 per l'anno 2016, sono poste a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.