Doc. XXII, n. 39




RELAZIONE

Onorevoli Colleghi! - Con la deliberazione del Senato della Repubblica 11 ottobre 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 247 del 23 ottobre 2006, fu istituita la Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui sono stoccati munizionamenti, nonché le popolazioni civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nano particelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico, denominata spesso «Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito».
La relazione sulle risultanze delle indagini svolte dalla Commissione parlamentare di inchiesta, approvata nella seduta del 9 gennaio 2013, definiva i seguenti risultati raggiunti:
lo sblocco della liquidazione degli indennizzi dovuti ai sensi dell'articolo 603 del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010 in favore dei militari che hanno contratto patologie invalidanti e alle famiglie di coloro che sono deceduti a causa di esse;
l'avvio dei piani di caratterizzazione ambientale e delle bonifiche dei siti inquinati dei poligoni militari, per i quali sono stati destinati specifici finanziamenti nell'ambito della manovra di finanza pubblica 2013-2015;
l'avvio della indagine epidemiologica sistematica per l'area di Salto di Quirra e degli altri poligoni della Sardegna, anche se al momento si deve prendere atto dei ritardi che ne hanno impedito la conclusione nel termine previsto; l'impegno dell'Amministrazione della difesa a rafforzare a livello centrale e periferico gli uffici per i rapporti con il pubblico, dotandoli delle competenze necessarie ad assistere nelle loro delicate problematiche i militari che si sono ammalati e le famiglie di coloro che sono deceduti.

Più di una volta sono state ascoltate tesi scientifiche non coincidenti circa le possibili cause delle patologie, la tossicità degli agenti patogeni, la dimensione e la diffusione dei rischi di varia natura per i militari e per le popolazioni.
A fronte di un dibattito ancora aperto, la precedente Commissione ha ritenuto di doversi astenere da valutazioni improprie e di dover invece ribadire princìpi e criteri che a suo avviso potevano costituire un elemento di orientamento per l'azione delle istituzioni: in primo luogo, la necessità di ispirare la legislazione in materia di indennizzi a un criterio probabilistico, che prescinda dall'accertamento puntuale di un nesso di causalità tra esposizione ad agenti patogeni di varia natura e malattie invalidanti, spesso indimostrabile, concentrandosi sulle circostanze di fatto che consentono di identificare, in determinati contesti ambientali e operativi, cause possibili o concomitanza di cause possibili riguardo all'insorgere delle patologie, secondo un principio di multifattorialità causale che consente di prescindere da spiegazioni unilaterali, suscettibili di dare luogo a condanne spesso ingiustificate e ad altrettanto ingiustificate assoluzioni; in secondo luogo, la necessità di applicare il principio di precauzione in tutti i casi nei quali la ricerca scientifica non sia giunta a conclusioni definitive su possibili fattori di rischio, la cui sola presenza deve peraltro indurre a comportamenti caratterizzati dal massimo della cautela.
Più volte il Parlamento ha ritenuto doveroso fare chiarezza sui tanti casi di morte o malattia che hanno colpito nel corso degli ultimi decenni il personale militare e civile delle pubbliche amministrazioni che ha operato negli enti e nei reparti delle Forze armate e delle Forze di polizia, senza mai, tuttavia, concretizzare in atti parlamentari queste intenzioni. I genitori e i familiari di questi ragazzi, uomini e donne, attendono ancora con fiducia che si faccia chiarezza sulle cause di morte che li hanno privati per sempre dei loro figli e dei loro affetti o che li hanno resi vittime inconsapevoli di gravi patologie invalidanti.
La Commissione parlamentare monocamerale di inchiesta di cui si propone l'istituzione potrà dunque proseguire proficuamente il lavoro degli organi inquirenti e delle autorità militari rispettando il principio della leale collaborazione tra le istituzioni, al fine di svelare i fatti e di accertare le responsabilità di queste tragiche morti.
Il dialogo e lo scambio tra sfera civile e sfera militare appaiono indispensabili e le soluzioni possono essere trovate solo nell'ambito di uno stretto rapporto di sinergia tra le stesse.
Alla luce di quanto detto è necessario che la collaborazione si rafforzi nell'ambito della ricerca epidemiologica al fine di consentire la continuità della sorveglianza sanitaria su soggetti a rischio, una volta che questi ultimi siano transitati dal servizio militare alla vita civile.
Per questi motivi si ritiene opportuno proporre, nella XVII legislatura, l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato alle dipendenze dei Ministeri della difesa e dell'interno, che ha svolto il proprio servizio presso gli enti e i reparti delle Forze armate e delle Forze di polizia a decorrere dal 1980, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nano particelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico, ovvero da agenti contaminanti di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché degli effetti derivanti dall'impiego dei sistemi d'arma e dei materiali in dotazione alle Forze armate e alle Forze di polizia e delle conseguenze derivanti dalle pratiche vaccinali e di profilassi a carico del personale civile e militare delle amministrazioni pubbliche, anche alla luce dei risultati del progetto SIGNUM condotto dall'Istituto superiore di sanità e da altri prestigiosi istituti per conto del Ministero della difesa, che hanno dimostrato che sottoporre una persona o più di cinque vaccinazioni ne compromette il sistema immunitario.
In particolare, l'articolo 1 istituisce la Commissione parlamentare di inchiesta e ne definisce l'oggetto di intervento.
L'articolo 2 ne determina la composizione e la durata. A differenza di quanto stabilito per le precedenti Commissioni, prevede che la Commissione concluda i lavori entro ventiquattro mesi dalla sua costituzione e presenti due relazioni, la prima, intermedia, alla scadenza del primo anno di attività e la seconda al termine dei lavori.
L'articolo 3 disciplina i poteri e i limiti.
L'articolo 4 disciplina l'obbligo del segreto.
L'articolo 5 ne disciplina l'organizzazione interna prevedendo, in particolare, la possibilità per la Commissione di organizzare i propri lavori sulla base di un regolamento approvato dalla Commissione stessa.


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