Doc. XXII, n. 17




RELAZIONE

Onorevoli Colleghi ! — L'inizio del nuovo secolo è stato caratterizzato da convulsioni finanziarie e da una crisi dell'architettura globale dei mercati finanziari. Il caos finanziario che nell'ultimo decennio è stato protagonista dell'economia mondiale ha origine in una sequenza di bancarotte e fallimenti che avrebbero dovuto mettere in allerta le autorità bancarie e finanziarie dei singoli paesi sui rischi enormi che si stavano correndo. Prima di tutto ricordiamo gli Stati Uniti con le cartolarizzazioni dei mutui residenziali con prodotti derivati sempre più rischiosi e lontani dai mutui originari.
Per comprendere e spiegare il fenomeno che ha mandato in frantumi il mondo della finanza bisogna avventurarsi nell'intricato mondo dei prodotti derivati, strumenti finanziari complessi il cui valore deriva dai prezzi di attività scambiate sui mercati, quali attività finanziarie (ad esempio azioni, indici finanziari, valute, tassi d'interesse), ovvero attività reali (ad esempio, merci, materie prime). La determinazione del valore di un derivato richiede la capacità di simulare possibili scenari futuri. I derivati sono strumenti complessi, destinati a investitori professionali evoluti che sappiano sfruttare le numerose opportunità che offrono ma nel contempo siano in grado di valutare i rischi che sono notevoli. Futures, opzioni e swaps sono alcuni dei derivati che spesso sono stati collegati agli scandali finanziari per il loro uso maldestro o fraudolento. Tre le principali caratteristiche dei derivati: il loro valore cambia in relazione al cambiamento del valore sottostante; consentono un effetto leva, ovvero di amplificare opportunità di profitto e rischi di perdita e, infine, non sono regolati alla data di negoziazione ma a data futura, ossia sono contratti a termine.
Abbiamo visto in questi ultimi 10, 15 anni uno sganciamento costante della finanza, in particolare quella speculativa, dall'economia reale. La radice è sicuramente da ritrovare nella decisione del 15 agosto del 1971, data in cui gli Stati Uniti decisero di sganciare il dollaro, moneta dei pagamenti internazionali e del commercio mondiale, dal valore delle riserve auree; con questo atto è venuto meno l'ancoraggio delle monete alla realtà produttiva. Il sistema finanziario e monetario è diventato in seguito sempre più deregolamentato, privo di quei controlli che avrebbero dovuto bloccare quelle bolle finanziarie che hanno bruciato interi settori industriali, commerciali e agricoli. Gli Stati, i Governi, le banche centrali, sono stati in seguito costretti a intervenire con soldi pubblici per coprire le perdite e per far circolare liquidità.
Come è stato spesso sottolineato è necessario trarre lezioni di politica economica dalla crisi in corso. Sarebbe necessario approfondire le cause che hanno condotto a questa situazione, le responsabilità di chi era coinvolto nei controlli per arrivare a ristabilire la fiducia e la stabilità dei mercati e ad indicare una strada per disegnare una nuova architettura finanziaria.
La presente proposta parte dalla necessità di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione e dell'articolo 141 del Regolamento della Camera dei deputati, con l'obiettivo, indicato nell'articolo 1, di approfondire e ricercare le cause della crisi finanziaria che si è abbattuta sulle economie occidentali e su quella italiana in particolare, generando successivamente la crisi sociale che ancora attanaglia il nostro Paese. La Commissione, pertanto, farà specifico riferimento all'uso improprio e fraudolento che è stato fatto dei prodotti derivati, per comprendere quale possa esserne stata l'incidenza nel sistema finanziario italiano. Altro fondamentale obiettivo della Commissione è quello volto ad accertare la congruità della normativa vigente e della conseguente azione dei pubblici poteri, formulando proposte di carattere normativo e amministrativo ritenute opportune per rendere più coordinata e incisiva l'iniziativa di revisione della materia, anche al fine di promuovere accordi in sede internazionale.
La Commissione è composta da quaranta deputati (articolo 2) nominati dal Presidente della Camera in proporzione alla consistenza dei gruppi e comunque garantendo la rappresentanza di almeno un deputato per gruppo. I lavori dovranno essere conclusi entro un anno dall'insediamento, con la presentazione alla Camera di una relazione sui risultati dell'inchiesta (articolo 6). La Commissione riferisce alla Camera anche sul lavoro svolto nel corso dei primi sei mesi dal neo insediamento.


Frontespizio Testo articoli