Doc. II, n. 7




RELAZIONE

Onorevoli Colleghe, Onorevoli Colleghi! - Con la presente proposta di modifica del Regolamento si intende affrontare il tema dello stato dell'innovazione tecnologica nel nostro Paese, e di come il Parlamento intenda affrontarlo.
La presente proposta infatti ha come obiettivo l'istituzione di una Commissione permanente che affronti in maniera organica le tematiche relative all'Agenda digitale, e che non esaurisca con essa il proprio compito ma si impegni nel corso degli anni successivi a perseguire l'innovazione ad ogni livello.
È ormai palese e sotto gli occhi di tutti quanto sia fondamentale per la crescita economica e sociale di un Paese l'impatto delle nuove tecnologie dell'informazione. Si tratta di un processo inevitabile e irreversibile, che si sta muovendo con una velocità prima impensabile e non certo affrontabile con i già conosciuti tempi della burocrazia. Vige da anni, infatti, nel campo delle nuove tecnologie la legge di Moore, la quale sostanzialmente ci dice che ogni 18-24 mesi la potenza dei microprocessori è destinata a raddoppiare. Ciò significa una crescita esponenziale delle potenze di calcolo che permettono di creare oggi strumenti e dispositivi di conoscenza, comunicazione, informazione e partecipazione che solamente due anni fa erano impensabili, o frutto solamente della fantasia di pochi.
Prendere atto passivamente di questo movimento esponenziale non è più giustificabile da parte della classe dirigente nazionale ed occorre ricercare i mezzi e gli strumenti più adatti per trovare soluzioni non solo tecniche ma anche politiche, adeguate cioè al futuro che si vuole dare a questa nazione e ai bisogni dettati dalla contemporaneità. È necessario avere un punto di riferimento che lavori costantemente su queste tematiche, che tenga informato il Parlamento con costanza dei passi in avanti fatti e che approfondisca gli aspetti che necessitano di un'analisi maggiore e, soprattutto, con una tempestività che attualmente non è possibile assicurare.
La tecnologia sta cambiando i paradigmi produttivi del mondo attuale, come del resto ha sempre fatto nel corso della storia, ma ciò che sta succedendo oggi avviene con una velocità non paragonabile al passato. L'effetto che le macchine hanno avuto in agricoltura e nell'industria verrà enormemente amplificato nei prossimi anni e gran parte del lavoro che nel terziario ancora oggi necessita di una presenza umana subirà una forte automazione. Cambierà non solo il lavoro, ma anche le sue prospettive. È impensabile che un ragazzo che in questo momento inizi la sua esperienza lavorativa possa mantenere la medesima posizione per i prossimi quarant'anni. Gli strumenti di welfare e previdenziali previsti e adattati al sistema di produzione attuale dovranno essere ripensati totalmente. Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando tutti i settori ed è di fondamentale importanza attrezzarsi per evitare di trovarsi impreparati.
Il commercio e la ricchezza, il lavoro, l'abitabilità dei territori, nei prossimi anni saranno condizionati in modo quasi esclusivo dalla rete internet e dalle tecnologie dell'informazione, in maniera amplificata e speculare a come la ferrovia ha segnato lo sviluppo industriale, economico e residenziale dell'Italia tra '800 e '900. Anche in questo caso siamo molto indietro rispetto ai nostri partner europei. Nel 2011 il tasso di penetrazione in Italia della banda larga si attestava al 21,9 per cento, nettamente al di sotto del dato medio dell'Unione europea a 27 membri (26,5 per cento). Ancora più impressionante è il dato sull'utilizzo di internet: nel 2011 erano il 56,8 per cento delle famiglie nel nostro Paese, contro l'83 per cento tedesco, il 79,6 per cento francese, il 67,6 per cento spagnolo (dati International Telecommunication Union e Istituto Bruno Leoni). Gli ultimi dati dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ci dicono che ancora oggi il 37,2 per cento degli italiani non ha mai avuto accesso a internet.
Compito di questa Assemblea e di quelle che succederanno ad essa è ridurre il doppio digital divide che blocca lo sviluppo e la crescita del Paese. Doppio perché comprende oltre agli aspetti infrastrutturali anche e soprattutto quelli culturali, relativi cioè all'alfabetizzazione dei cittadini e alle loro abitudini.
Questa nazione deve smettere di accumulare ritardo. Serve una rivoluzione copernicana che crei la consapevolezza di come le novità introdotte dalla digitalizzazione non sono uno degli aspetti del nostro sviluppo futuro, ma il perno intorno al quale il futuro si costruisce. La priorità che dobbiamo porci è di dotare immediatamente il Paese degli strumenti necessari per ricominciare a crescere. Creare un'infrastruttura adeguata. Diffondere la cultura digitale. Cambiare radicalmente il sistema d'insegnamento, costruito a misura di un modello produttivo ancora «fordista» e non adeguato a sviluppare i talenti necessari per una nuova economia della conoscenza. Ripensare al welfare per rispondere alla necessità di riqualificazione costante della forza lavoro verso attività ad alto contenuto di creatività e conoscenza.
Alcuni passi in avanti sono stati senz'altro fatti nel corso degli anni 2012 e 2013 con le disposizioni contenute nei decreti-legge n. 5 del 2012, n. 83 del 2012, n. 179 del 2012, n. 69 del 2013 e nel decreto legislativo n. 33 del 2013, che hanno visto la costituzione prima di una cabina di regia - ora Agenzia per l'Italia Digitale -, la previsione di un Direttore generale e di un Comitato di indirizzo, ed infine l'istituzione di un Tavolo permanente per l'innovazione, composto da esperti in materia di innovazione e presieduto dal Commissario del Governo per l'attuazione dell'Agenda digitale.
Questo proliferare di strutture e organismi denota quantomeno un interesse del Governo per l'argomento in oggetto, anche se la strada che si vuole percorrere ancora non è definita con chiarezza.
A livello legislativo, e dunque relativamente ai compiti spettanti all'Assemblea parlamentare, è impensabile che le competenze dell'Agenda digitale siano suddivise e frammentate tra le varie Commissioni permanenti della Camera dei deputati. Inevitabilmente i tempi si dilatano perché le priorità sono molte e le sensibilità diverse.
Esclusivamente a titolo d'esempio, una ricerca effettuata nella banca dati delle proposte di legge della Camera in data 7 agosto mostra che esistono settantadue proposte che contengono la parola internet o una variante di digital o telematic o informatic o electronic. Di queste ve ne sono nove assegnate alla Commissione giustizia, sei alla Commissione affari costituzionali, quattro alla Commissione bilancio, sette alla Commissione finanze, quattro alla Commissione affari sociali, tre alla Commissione agricoltura, tre alla Commissione cultura, tre alla Commissione ambiente, due alla Commissione per le politiche dell'Unione europea, due alla Commissione trasporti, una alla Commissione attività produttive e una alla Commissione lavoro.
A questi fini l'istituzione di una quindicesima Commissione, dedicata al tema specifico dell'Agenda digitale, che possa agire nei tempi più brevi possibili andando a toccare l'innovazione in tutti i suoi aspetti, è uno strumento necessario per portare l'Italia al passo con gli altri Paesi europei.
Una Commissione con competenze specifiche che abbia il compito di monitorare e valutare adeguatamente i diversi effetti prodotti dai processi di innovazione e di accelerarli e favorirli in ogni ambito, dal Codice dell'amministrazione digitale alle infrastrutture fisiche (banda ultralarga e reti di nuova generazione), dall'informatizzazione della scuola a quella della giustizia, dall'alfabetizzazione digitale alla sanità (e-health), adeguando con tempestività la normativa ai cambiamenti tecnologici. Un interlocutore unico per l'Agenzia per l'Italia Digitale e per il Commissario che garantisca l'impegno di un'attività legislativa atta a favorire la diffusione delle nuove tecnologie in tutti questi settori nel più breve tempo possibile, perché dobbiamo sfruttare al massimo i benefici della digitalizzazione.
Contemporaneamente rappresenterebbe un segnale politico forte, di un Parlamento che dimostri in maniera concreta un'attenzione particolare rispetto allo sviluppo e alla crescita del Paese.
In questo senso, e con queste premesse, si deve leggere la proposta di modifica del comma 1 dell'articolo 22 del Regolamento, andando ad aggiungere dopo la XIV Commissione, «Politiche dell'Unione europea», una quindicesima denominata «Agenda digitale e innovazione tecnologica».


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