ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00001

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: del 21/12/2022
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00001
Atto numero: 7/00004
Atto numero: 7/00006
Atto numero: 7/00017
Firmatari
Primo firmatario: ORSINI ANDREA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Data firma: 21/12/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ONORI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 21/12/2022
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 21/12/2022
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 21/12/2022
AMENDOLA VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 21/12/2022
BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE 21/12/2022
BILLI SIMONE LEGA - SALVINI PREMIER 21/12/2022
BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 21/12/2022
CALOVINI GIANGIACOMO FRATELLI D'ITALIA 21/12/2022
CENTEMERO GIULIO LEGA - SALVINI PREMIER 21/12/2022
COIN DIMITRI LEGA - SALVINI PREMIER 21/12/2022
CONTE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 21/12/2022
CRIPPA ANDREA LEGA - SALVINI PREMIER 21/12/2022
GRUPPIONI NAIKE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 21/12/2022
LOMUTI ARNALDO MOVIMENTO 5 STELLE 21/12/2022
ROSATO ETTORE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 21/12/2022


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
21/12/2022
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 21/12/2022

APPROVATO IL 21/12/2022

CONCLUSO IL 21/12/2022

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00001
presentato da
ORSINI Andrea
testo di
Mercoledì 21 dicembre 2022 in Commissione III (Affari esteri)

Risoluzioni nn. 7-00001 Orsini, 7-00004 Onori, 7-00006 Quartapelle Procopio e 7-00017 Formentini: Sulla situazione dei diritti umani in Iran.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

   La III Commissione,

   premesso che:

    la costante violazione dei diritti umani in Iran, ormai da decenni, rappresenta una drammatica realtà. La situazione, purtroppo, non accenna a migliorare. Le esecuzioni in Iran sarebbero, infatti, addirittura aumentate nella prima metà del 2022, raddoppiando il totale di quelle effettuate nello stesso periodo del 2021. Iran Human Rights (IHR), ha dichiarato che da gennaio a giugno 2022 sono state eseguite almeno 251 esecuzioni, rispetto alle 117 della prima metà del 2021;

    per la legge iraniana le donne e le ragazze che si mostrano in pubblico senza indossare il velo, o indossandolo in modo «inappropriato», possono essere punite con una pena detentiva, la fustigazione o un'ammenda;

    la «Gasht-e Ershad», la cosiddetta polizia «morale» è solita fermare sistematicamente per strada donne e ragazze su base casuale, insultandole e minacciandole o aggredendole fisicamente con atti che equivalgono a vere e proprie pene crudeli, disumane e degradanti, in palese violazione del diritto internazionale e della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (International covenant on civil and political rights, Iccpr) di cui l'Iran è firmatario;

    il velo è obbligatorio per le donne in Iran dal 1979, anno della rivoluzione islamica di Khomeini e negli ultimi mesi l'esecutivo guidato dal Presidente conservatore Raisi ha inasprito la sorveglianza e le punizioni: decine di donne sono state arrestate perché non indossavano correttamente il velo o perché erano vestite in modi «modi contrari alla morale»;

    il 16 settembre 2022 una ragazza iraniana di 22 anni, Masha Amini, in visita a Teheran con la famiglia è morta in un centro di detenzione dove era stata portata dalla «polizia morale», perché secondo gli agenti non indossava correttamente il velo. La famiglia e le organizzazioni per diritti umani iraniane hanno accusato gli agenti della Ershad di aver picchiato la ragazza con tanta forza da ucciderla;

    il menzionato evento ha scatenato la rabbia della popolazione, esasperata da repressione e difficoltà economiche. Dunque, importanti forme di dissenso e disordini interessano ormai da mesi le maggiori città iraniane;

    dal giorno del decesso di Masha Amini, infatti, decine di migliaia di cittadini iraniani, provenienti da tutti i segmenti della società, hanno partecipato, con grande coraggio, a manifestazioni antigovernative in tutto il Paese, al grido di «Donne, Vita, Libertà»;

    si tratta di un movimento spontaneo, del tutto pacifico, strenuamente contrario alla struttura conservatrice del regime e che si batte affinché siano assicurati alla giustizia i responsabili della morte della giovane ventiduenne; un movimento che sta mostrando caratteristiche senza precedenti nei quarantatré anni di regime teocratico;

    la stretta sulle libertà femminili si accompagna a un'ondata di repressione del dissenso politico e culturale che ha portato all'arresto di politici di opposizione, come il noto riformista Mostafa Tajzadeh, o di uomini di cultura come i registi Mohammad Rasoulof, Jafar Panahi e Mostafa Al-Ahmad, con l'accusa di fare propaganda contro lo Stato;

    dal 16 settembre 2022 la mobilitazione non si è mai interrotta, nonostante la brutalità e la ferocia della repressione messa in atto. Tali proteste hanno assunto di giorno in giorno il carattere di una vera e propria rivoluzione pacifica anti-regime mentre il Governo iraniano continua a ostacolare con ogni mezzo qualsivoglia forma di diffusione delle notizie al di fuori del circuito mediatico controllato dallo Stato;

    il 6 novembre 2022, 227 deputati sui 290 che compongono il Parlamento iraniano hanno sottoscritto un documento in cui si invoca la pena di morte per chi osa manifestare contro il regime e sono già due le condanne alla pena capitale comminate nei giorni scorsi dal Tribunale di Teheran contro persone che hanno partecipato alle proteste;

    il regime iraniano dipinge queste proteste come un complotto straniero, capeggiato da Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele, dai loro mercenari o dai «traditori iraniani» residenti all'estero che starebbero fomentando le proteste e i disordini;

    secondo recenti stime si contano già centinaia di persone rimaste uccise nelle proteste in corso da circa due mesi in più di 130 città del Paese per mano delle forze di sicurezza e dalle milizie paramilitari Basiji. L'organizzazione non governativa Iran Human Rights, ha riferito che tra i morti ci sarebbero 43 minori e 50 donne. Quasi 15.000 persone sarebbero state arrestate. Nel contesto le minoranze baluchi e curde continuerebbero a essere colpite in modo sproporzionato;

    particolarmente efferata è la repressione operata dai Basij, una componente delle forze di polizia, posta sotto il controllo del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche. Questa milizia, da alcuni Paesi sanzionata come organizzazione terroristica, si è resa responsabile di una lunga serie di brutalità ed intimidazioni contro gli oppositori, denunciate dalle organizzazioni internazionali;

    dal 2011 l'UE ha adottato misure restrittive tra cui: il congelamento dei beni e il divieto di visto per le persone ed entità responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Il 17 ottobre 2022, il Consiglio ha aggiunto all'elenco delle persone ed entità oggetto di misure restrittive nel contesto dell'attuale regime di sanzioni in materia di diritti umani in Iran undici persone e quattro entità in considerazione del loro ruolo nella morte di Mahsa Amini e nella risposta violenta alle recenti manifestazioni nel paese;

    il 14 novembre 2022, il Consiglio europeo ha aggiunto all'elenco delle persone ed entità oggetto di misure restrittive nel contesto dell'attuale regime di sanzioni in materia di diritti umani in Iran altre 29 persone e 4 entità. L'elenco delle persone ed entità oggetto di misure restrittive dell'UE nel contesto dell'attuale regime di sanzioni in materia di diritti umani in Iran comprende ora un totale di 126 persone e 11 entità;

    in occasione del Consiglio Affari Esteri del 12 dicembre, altri venti soggetti sono stati aggiunti alla lista dei sanzionati per gravi violazioni dei diritti umani;

    l'Iran ha fortemente criticato le nuove sanzioni e il portavoce degli affari esteri Nasser Kanani in un comunicato diffuso dall'agenzia di stampa ufficiale Irna ha affermato che la Repubblica islamica dell'Iran risponderà in modo efficace e con forza alle azioni non costruttive dell'Europa;

    l'11 novembre 2022, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha lanciato un forte messaggio: «Esortiamo le autorità iraniane a smettere di usare la pena di morte come strumento per reprimere le proteste e ribadiamo il nostro appello a rilasciare immediatamente tutti i manifestanti che sono stati arbitrariamente privati della libertà per il solo fatto di esercitare i loro legittimi diritti di libertà di opinione e di espressione, di associazione e di riunione pacifica e per le loro azioni volte a promuovere e proteggere i diritti umani e le libertà fondamentali attraverso mezzi pacifici ». In tale data, inoltre, gli ambasciatori di Germania e Islanda presso le Nazioni Unite a Ginevra hanno richiesto la convocazione di una sessione speciale del Consiglio dei diritti umani dell'Onu per affrontare il deterioramento della situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran, in particolare per quanto riguarda donne e bambini;

    ai sensi della Dichiarazione dei Ministri degli Affari esteri del G7 (Münster, 4 novembre 2022) è stato espresso pieno sostegno all'aspirazione del popolo iraniano a un futuro in cui la sicurezza e i diritti umani universali siano rispettati e protetti;

    l'8 dicembre è stato impiccato il ventitreenne Mohsen Shekari, reo di aver preso parte alle proteste in atto: per la precisione colpevole, secondo l'accusa, di aver «condotto una guerra contro Dio». Questa prima esecuzione di una condanna di morte nei confronti di un manifestante oltre a destare orrore e sconcerto rappresenta sia un monito per i manifestanti sia un indicatore in merito alle reali intenzioni del regime; a tale esecuzione ne è seguita una seconda, il 12 dicembre, di Majid Reza Rahnavard;

    valutato, altresì, che:

    l'Italia ha già dato un primo chiaro segnale, non rispondendo alla richiesta di incontro da parte del Ministro degli Esteri dell'Iran con il capo della diplomazia del nostro Paese in occasione dei «Med Dialogues 2022», cui era stato invitato dal precedente Governo,

impegna il Governo a:

   a) adoperarsi, in linea con il tradizionale impegno italiano a favore della moratoria universale della pena di morte e di una sua abolizione, con la massima celerità e urgenza, nelle opportune sedi bilaterali e internazionali, al fine di chiedere l'annullamento delle sentenze di condanna a morte emesse nei confronti dei manifestanti arrestati e sollecitare il rilascio immediato e incondizionato, ritirando ogni accusa nei loro confronti, di tutti i detenuti che sono stati arrestati unicamente per aver esercitato pacificamente i propri diritti alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica nel quadro delle proteste;

   b) promuovere una interlocuzione con le organizzazioni impegnate per la difesa dei diritti umani in Iran al fine di sostenere le legittime richieste di libertà del popolo iraniano;

   c) promuovere le opportune iniziative in tutti i consessi internazionali, tra cui l'Unione europea e le Nazioni Unite, al fine di ottenere dal governo iraniano l'immediata cessazione della repressione in corso così come il pieno rispetto degli obblighi derivanti dal diritto internazionale, sostenendo tra l'altro, la Missione Internazionale Indipendente di accertamento dei fatti (Fact-Finding Mission) istituita dal Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, con Risoluzione adottata il 24 novembre scorso e co-sponsorizzata da tutti gli Stati membri UE, con il mandato di indagare sulle violazioni dei diritti umani in Iran in relazione alle proteste iniziate il 16 settembre 2022, in particolare per quanto riguarda donne e bambini, e di accertare i fatti e le circostanze legate alle predette violazioni;

   d) in difetto di risposta positiva da parte iraniana in merito ai punti precedenti, lavorare nelle opportune sedi nazionali e internazionali al fine di ampliare, aggiornare ed estendere ulteriormente l'elenco delle sanzioni individuali, includendo i responsabili della repressione e dell'uso letale della forza contro i manifestanti e proponendo anche specifiche misure volte al congelamento delle riserve iraniane depositate all'estero;

   e) sostenere con fermezza nel quadro della politica di azione esterna dell'Unione europea la definizione e l'applicazione di misure sanzionatorie nei confronti dei responsabili di violazioni dei diritti umani in Iran;

   f) invitare l'Iran a ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti e la Convenzione delle Nazioni Unite per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne;

   g) rafforzare i controlli per evitare che il territorio italiano possa essere utilizzato per eludere l'applicazione delle sanzioni imposte contro l'Iran da parte di chiunque abbia interesse a farlo;

   j) adoperarsi nelle opportune sedi al fine di rafforzare le misure restrittive a carico di persone ed entità, statuali e non statuali, responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in Iran.
(8-00001) «Orsini, Onori, Quartapelle Procopio, Formentini, Amendola, Battilocchio, Billi, Boldrini, Calovini, Centemero, Coin, Conte, Crippa, Gruppioni, Lomuti, Rosato».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani