ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00077

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 212 del 12/12/2023
Abbinamenti
Atto 6/00072 abbinato in data 12/12/2023
Atto 6/00073 abbinato in data 12/12/2023
Atto 6/00074 abbinato in data 12/12/2023
Atto 6/00075 abbinato in data 12/12/2023
Atto 6/00076 abbinato in data 12/12/2023
Atto 6/00078 abbinato in data 12/12/2023
Firmatari
Primo firmatario: SCERRA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/12/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SILVESTRI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
APPENDINO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
RICCIARDI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
BALDINO VITTORIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
SANTILLO AGOSTINO MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
FENU EMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
CAPPELLETTI ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
AURIEMMA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
BRUNO RAFFAELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
PELLEGRINI MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023
GUBITOSA MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2023


Stato iter:
12/12/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 12/12/2023
Resoconto FITTO RAFFAELE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI, IL SUD, LE POLITICHE DI COESIONE E IL PNRR)
 
DICHIARAZIONE VOTO 12/12/2023
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO MISTO-+EUROPA
Resoconto FARAONE DAVIDE ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE
Resoconto LUPI MAURIZIO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto FRATOIANNI NICOLA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto BONETTI ELENA AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE
Resoconto ORSINI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto CONTE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GIGLIO VIGNA ALESSANDRO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SCHLEIN ELLY PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO GOVERNO 12/12/2023
Resoconto MELONI GIORGIA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/12/2023

NON ACCOLTO IL 12/12/2023

PARERE GOVERNO IL 12/12/2023

DISCUSSIONE IL 12/12/2023

VOTATO PER PARTI IL 12/12/2023

RESPINTO IL 12/12/2023

CONCLUSO IL 12/12/2023

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00077
presentato da
SCERRA Filippo
testo di
Martedì 12 dicembre 2023, seduta n. 212

   La Camera,

   premesso che:

    1) nel prossimo Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2023, i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri saranno chiamati a fare un bilancio annuale dei diversi temi affrontati durante le precedenti sessioni. Oltre a focalizzarsi sui temi di carattere economico e delle politiche di bilancio, in particolar modo sulle variazioni relative al Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, il Consiglio europeo di dicembre sarà occasione per approfondire alcune questioni legate, sotto vari aspetti, alla politica internazionale, sia per quanto riguarda gli ultimi sviluppi dei due fronti bellici attivi, quello ucraino e quello mediorientale, le politiche di allargamento dell'Unione europea verso i Balcani Occidentali, nonché la cooperazione in materia di sicurezza e difesa;

   considerato che:

    2) ai confini orientali dell'Unione europea, l'aggressione della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina si protrae da ormai 22 mesi, una guerra di logoramento che ha determinato in questi quasi due anni un totale stallo degli interventi diplomatici per giungere a una soluzione di pace, cristallizzando di fatto gli interventi a sostegno dell'Ucraina nel mero invio di armamenti, come tra l'altro ribadito nelle conclusioni del Consiglio europeo dello scorso ottobre; le strategie sin qui perseguite non hanno in alcun modo raggiunto alcun concreto risultato;

    3) il Governo e il popolo ucraini si apprestano a vivere il secondo inverno di guerra, in una ormai fotografia immobile di una resistenza a oltranza, dove il nuovo contesto geopolitico determinatesi a seguito delle tornate elettorali in alcuni Stati membri dell'Ue sul confine orientale e il fronte di guerra apertosi in Medioriente, hanno ancor più raffreddato gli sforzi diplomatici per giungere a un accordo di pace nel rispetto del diritto internazionale e dell'integrità territoriale ucraina;

    4) si delinea, nel breve periodo, solamente un ulteriore sforzo militare europeo e nessuna prospettiva diplomatica reale per porre fine alle operazioni belliche in territorio ucraino, le prospettive di ricostruzione e pace giusta sembrano solo dei proclami;

    5) sul fronte mediorientale, alla luce dei brutali attacchi terroristici di Hamas contro Israele e del tragico scenario che si è delineato nella Striscia di Gaza a seguito dell'assedio, lo scorso 17 ottobre si è tenuta una riunione straordinaria del Consiglio europeo, in cui i capi di Stato e di Governo hanno ribadito la loro condanna agli attacchi terroristici di Hamas e il diritto di Israele di difendersi, in linea con il diritto umanitario e internazionale;

    6) il Consiglio europeo ha sottolineato la mobilitazione dell'Unione per garantire l'accesso agli aiuti umanitari da parte delle persone più bisognose. In particolare, come denunciato dall'UNRWA, United Nations Relief and Works Agency, for Palestine Refugees, appare disperata la situazione nelle strutture dell'Agenzia presenti nei Governatorati della Striscia di Gaza, inclusi il Nord e Gaza City, per la scarsità di aiuti sufficienti a sostenere la popolazione civile in grande difficoltà, a cominciare da cibo, acqua potabile, medicine e materiale igienico-sanitario. È stato inoltre evidenziato come la stabile fornitura di elettricità e di carburante sia essenziale all'espletamento delle operazioni umanitarie, al soddisfacimento di bisogni vitali di prima necessità e affinché le condizioni di salute pubblica non si aggravino ulteriormente;

    7) oltre alle difficili condizioni igienico-sanitarie che aumentano il rischio di epidemie e alle difficoltà nella fornitura di servizi essenziali, le operazioni di assistenza umanitaria, fornite dall'UNRWA, sono messe a serio rischio dal sovraffollamento delle strutture dell'Agenzia nella Striscia di Gaza – che ospitano quasi 1,2 milioni di rifugiati – e dai continui attacchi – diretti e indiretti – subiti dai rifugi e dagli stessi operatori dell'UNRWA, che mettono a repentaglio la stessa capacità degli operatori umanitari di fornire assistenza alla popolazione in sicurezza, ovunque ve ne sia la necessità;

    8) è urgente che il Governo italiano, di concerto con i partner europei, rafforzi l'azione diplomatica con l'Egitto per una permanente apertura di un corridoio umanitario al valico di Rafah per consentire l'ingresso di aiuti umanitari e per evacuare i feriti più gravi e i civili più vulnerabili, a partire dai bambini, con un impegno sia da parte di Israele che di Hamas a garantire la sicurezza stessa del corridoio, considerata la drammatica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza;

    9) l'attacco terroristico da parte di Hamas, considerata una organizzazione terroristica dall'Unione europea, oltre alle numerose vittime civili innocenti, colpisce le aspirazioni di pace del popolo palestinese, rischiando di allontanare ulteriormente il percorso verso il pieno riconoscimento del proprio diritto all'autodeterminazione;

    10) il Parlamento europeo, il 19 ottobre, ha adottato in seduta plenaria una risoluzione non vincolante, dove alla ferma condanna degli attacchi terroristici di Hamas ha chiesto una «tregua umanitaria», e ha sottolineato che attaccare i civili e le infrastrutture civili, compresi gli operatori delle Nazioni Unite, gli operatori sanitari e i giornalisti, rappresenta una grave violazione del diritto internazionale;

    11) il 27 ottobre l'Assemblea Generale dell'Onu ha adottato una risoluzione avanzata dalla Giordania sul conflitto tra Israele e Hamas, approvata con 120 voti a favore, 14 contrari e 45 astensioni tra cui quella dell'Italia, in cui si chiede una «tregua umanitaria immediata, durevole e sostenuta» nonché il rispetto del diritto umanitario internazionale, assicurando le forniture e servizi essenziali nella Striscia di Gaza e la «liberazione immediata e incondizionata» di tutti i civili tenuti in ostaggio;

    12) sia gli attacchi di Hamas che la risposta israeliana rischiano di intensificare il ciclo di violenza nella regione: è quindi quanto mai necessario richiamare la comunità internazionale alla ripresa di una prospettiva di pace giusta e credibile, nel rispetto della legalità internazionale in quanto l'ispirazione alla pace e alla convivenza è l'obiettivo cui la comunità internazionale deve tendere, riprendendo, dopo anni di colpevole abbandono, il Processo di Pace in Medio Oriente, che è l'unico che può garantire benessere e sviluppo a entrambi i popoli;

    13) lo stesso Consiglio europeo, così come il Parlamento europeo, ha espresso la volontà di continuare a dialogare a livello politico e diplomatico con i partner regionali per cercare una pace duratura e sostenibile basata su una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati e, cosa più importante, evitare qualsiasi escalation regionale del conflitto e valutare l'impatto del conflitto sui paesi vicini;

    14) 1'8 dicembre 2008 il Consiglio dell'UE ha adottato la posizione comune 2008/944/PESC sulle esportazioni di armi che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari, e che sostituisce il precedente accordo politico, il codice di condotta dell'UE per le esportazioni di armi (1998). A livello internazionale, tutti gli Stati membri dell'UE hanno firmato e ratificato il trattato sul commercio delle armi (ATT), in vigore dal 24 dicembre 2014. L'obiettivo della posizione comune è di rafforzare la convergenza delle politiche degli Stati membri in materia di controllo delle esportazioni di armi, dal momento che le esportazioni di armi restano comunque una questione di competenza nazionale ai sensi dell'articolo 346 del Trattato sul funzionamento dell'UE;

    15) a seguito dell'attacco terroristico di Hamas, secondo quanto dichiarato dal Governo italiano, dopo il 7 ottobre sarebbero state sospese le autorizzazioni ai sensi della legge 9 luglio 1990, n. 185, senza tuttavia specificare gli effetti delle autorizzazioni concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell'8 ottobre 2023;

   ritenuto che:

    16) l'attuale quadro geopolitico internazionale richiederebbe, nell'agenda politica europea, un'accelerazione del processo di allargamento dell'Unione europea in particolare nell'area dei Balcani Occidentali, regione strategica per gli equilibri dell'intero continente europeo in termini di pace, stabilità e sicurezza, non ultimo alla luce dei molteplici risvolti connessi alla guerra di aggressione russa in Ucraina;

    17) le mai sopite tensioni etniche e politiche di parte dell'area in questione e la necessità di una cooperazione sempre più stretta per coordinare l'azione nella gestione dei flussi migratori proprio sulla rotta balcanica hanno riaperto la strada per la conclusione di un nuovo processo di allargamento dell'Unione europea, che dovrà anche essere occasione per la stessa Unione di superare i suoi limiti funzionali, rafforzare la difesa dello stato di diritto e creare le condizioni per un allargamento di successo per non ripetere gli errori del passato;

    18) la stessa Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, lo ha rilanciato nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 19 settembre scorso: «Il futuro dei Balcani occidentali è nella nostra Unione [...] In un mondo in cui contano le dimensioni e il peso, il completamento dell'Unione è chiaramente nell'interesse strategico e di sicurezza dell'Europa. Dobbiamo delineare una visione per il successo dell'allargamento.»;

    19) proprio lo scorso 8 novembre la Commissione europea ha presentato il pacchetto allargamento 2023, in cui ha presentato una valutazione dettagliata della situazione e dei progressi compiuti da Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Turchia, e per la prima volta anche dall'Ucraina, dalla Repubblica di Moldova e dalla Georgia, nei loro rispettivi percorsi di adesione all'Unione europea;

    20) nel fare il punto sui temi della sicurezza e della difesa europea, non si potrà prescindere dal delineate una panoramica dei rischi sulla sicurezza europea, delle minacce che possono essere affrontate solo ed esclusivamente a livello unionale, con risposte congiunte degli Stati membri e un più ampio respiro dell'azione esterna dell'Unione, un quadro questo reso quanto mai contingente dai fronti bellici sopra menzionati;

    21) l'Unione europea necessita quanto mai di un approccio cooperativo alla difesa europea, una priorità non più procrastinabile, al fine di contrastare le iniziative unilaterali degli Stati membri nell'acquisizione delle capacità militari, superare l'atavica riluttanza a cedere sovranità in due settori che hanno da sempre caratterizzato gli Stati moderni, la difesa e la politica estera e rafforzare il ruolo dell'Unione europea come attore internazionale che pone al centro del suo operato la promozione dei valori della pace, il rispetto e la difesa del diritto internazionale e dei diritti umani;

    22) affrontare le nuove sfide geopolitiche non vuol dire far diventare l'Europa una fortezza, dove ad aumentare sono solo le spese in armamenti senza una propria autonomia strategica in un multipolarismo globale: dai dati pubblicati, lo scorso 30 novembre, nel rapporto annuale dell'Agenzia europea per la difesa (Eda), emerge chiaro l'aumento del 6 per cento della spesa militare rispetto al 2021, confermando un trend che prosegue in realtà, già, da otto anni. Su 27 Paesi membri, 20 hanno aumentato la loro quota, alcuni in modo vertiginoso. È il caso della Svezia (+30,1 per cento), di Lussemburgo e Lituania (+27 per cento), ma anche di Spagna (+19 per cento), Belgio (+14,8 per cento) e Grecia (+13,3 per cento);

    23) la Commissione europea ha annunciato un programma europeo per l'industria della difesa all'inizio del prossimo anno per premiare la competitività dell'industria bellica europea. Un programma, questo, che si unisce alla Legge europea sulle munizioni (Asap), che si pone come obiettivo la produzione di un milione di munizioni all'anno;

    24) deve avviarsi, al contrario, un serio dibattito sulla possibilità di convocare una nuova Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione e la pace in Europa, una Helsinki II, che possa mettere l'Europa nelle condizioni di affrontare le sfide globali del nostro tempo: dai cambiamenti climatici, all'approvvigionamento energetico, alla gestione delle migrazioni, alle competizioni con i paesi emergenti;

   considerato che:

    25) nell'ambito della proposta di revisione della governance economica europea, il pacchetto di proposte di riforma avanzato lo scorso 26 aprile dalla Commissione europea, nel quadro di un lungo percorso pluriennale di riflessione e dibattito, contiene elementi di profonda contrarietà in relazione a diversi punti critici, tra cui il mantenimento dei vecchi parametri di riferimento del 3 per cento per il disavanzo e dell'obiettivo del 60 per cento per il rapporto debito su prodotto interno lordo, nonché l'assenza della previsione di una golden rule per escludere determinati investimenti dalle norme fiscali dell'Unione europea, in modo particolare quelli destinati a sostenere le transizioni verde e digitale, oltreché gli investimenti in ambito istruzione e sanità;

    26) tale prospettata ipotesi di riforma non può considerarsi evidentemente conclusiva, avendo peraltro la Commissione europea preannunciato – anche in occasione dell'ultimo discorso sullo Stato dell'Unione pronunciato il 14 settembre 2023 dalla Presidente Von der Leyen – ulteriori orientamenti e possibili proposte legislative, sulle quali auspica di registrare il consenso prima dell'inizio del processo di approvazione dei bilanci nazionali per l'anno 2024. La necessità di una riforma del quadro della governance economica europea appare giustificata e non più rinviabile in ragione di regole ormai obsolete, concepite a partire dagli anni Novanta e destinate a essere applicate in un contesto economico estremamente mutato, oltre che eccessivamente complesse, incapaci di raggiungere i risultati prospettati, non in grado di favorire gli investimenti pubblici, poco trasparenti nelle procedure, di difficile applicazione – anche in virtù della tipologia di sanzioni previste – ed infine non in grado di attenuare gli effetti del ciclo economico. Il mancato raggiungimento di un accordo sulle proposte legislative di revisione della governance europea desta forte preoccupazioni in vista del rischio di riattivazione dei vecchi parametri fiscali, considerato che all'inizio del prossimo anno verrà disattivata la clausola di salvaguardia generale del Patto, azionata da marzo 2020. Il tema dell'aggiornamento e della revisione del quadro della governance economica europea rappresenta, pertanto, una questione centrale nel dibattito europeo non più rinviabile a fronte della nuova realtà economica – pesantemente influenzata dalle crescenti tensioni e dai mutati scenari geo-politici internazionali – e da rilanciare il prima possibile per sostenere una crescita inclusiva e la sostenibilità di bilancio a lungo termine;

    27) nell'ambito dell'accordo sul bilancio, la Commissione europea ha presentato, lo scorso 20 giugno, un pacchetto di proposte per la revisione intermedia del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'UE 2021-2027 e l'introduzione di nuove risorse proprie dell'UE;

    28) la presentazione delle proposte fa seguito a un preciso impegno contenuto nell'accordo interistituzionale siglato a dicembre 2020 tra Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione europea e Commissione europea in sede di approvazione del QFP dell'Unione europea 2021-2027;

    29) alla base della proposta di revisione intermedia del QFP dell'Unione europea, che riguarderà il periodo 2024-2027, si pone opportunamente l'accento sull'esigenza di tenere conto degli importanti sviluppi che si sono verificati dopo la sua adozione, con particolare riferimento alle conseguenze economiche e sociali della crisi pandemica, ai flussi migratori, alla guerra in Ucraina e alla conseguente crisi umanitaria ed energetica, alla rapida accelerazione dell'inflazione e dei tassi di interesse, alle ripetute perturbazioni delle catene di approvvigionamento globale e all'accresciuta competizione tecnologica globale;

    30) per rispondere a queste sfide, l'Unione europea ha sfruttato al massimo le disponibilità del bilancio comune, ricorrendo ampiamente alle redistribuzioni e sfruttandone i ristretti meccanismi di flessibilità, con il risultato che il bilancio stesso non dispone più, per i prossimi quattro anni, di margini e stanziamenti adeguati per affrontare le priorità dell'attuale contesto geopolitico ed economico, che si presenta estremamente volatile e incerto;

    31) la revisione intermedia risponde dunque all'obiettivo di dotare l'Unione di nuovi strumenti e maggiori risorse per perseguire più adeguatamente le proprie priorità politiche;

    32) è, pertanto, condivisibile, nelle sue linee generali, la proposta della Commissione di rafforzare il QFP dell'Unione europea, ma permangono alcuni dubbi sull'opportunità di concentrare la maggiore dotazione di risorse proposta solo su alcuni degli ambiti problematici più urgenti nel quadro del bilancio esistente;

    33) le proposte di revisione del QFP, infatti, non tengono in considerazione alcune delle sfide-chiave e delle necessità che l'Ue e i suoi Stati membri si troveranno ad affrontare nei prossimi anni: tra le esigenze attuali e future più impellenti e che non trovano spazio nell'ambito delle proposte della Commissione cui destinare nuove risorse, si segnalano in particolare quelle afferenti al Pilastro europeo dei diritti sociali e, in particolare, alla garanzia di una retribuzione dignitosa e adeguata per tutti i lavoratori, la realizzazione di un mercato del lavoro più inclusivo, equo e paritario, la parità di genere e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, così come i principi orizzontali in materia di clima e biodiversità, che sono alla base del QFP e di tutte le politiche europee correlate;

    34) tra i settori di intervento individuati come prioritari dalla Commissione c'è poi quello delle migrazioni, che assorbe 15 miliardi di euro aggiuntivi del bilancio europeo, la seconda voce di spesa in termini di risorse dopo la creazione dello strumento per l'Ucraina. A riguardo, va ricordato che in questi anni abbiamo assistito al fallimento della gestione del fenomeno migratorio a livello nazionale ed europeo, con il mancato superamento della logica di Dublino e con un nuovo Patto europeo sulle migrazioni che non intacca il principio del Paese di primo ingresso e che attribuisce ai Paesi di frontiera la responsabilità di gestire le domande di asilo e l'obbligatorietà della redistribuzione dei migranti in tutti gli Stati membri;

    35) nell'ambito della proposta della CE di istituire una nuova piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa (STEP), la Commissione propone – oltre alla proroga di 1 anno del termine per la presentazione delle richieste di pagamento per il ciclo di programmazione 2014-2020 dei fondi di coesione – di estendere alle grandi imprese l'ammissibilità dei fondi di coesione; si tratta di una previsione che potrebbe avere conseguenze preoccupanti sul tessuto imprenditoriale italiano, composto notoriamente da PMI –, implicando una eventuale distrazione delle risorse afferenti alla politica di coesione per la competitività tecnologica di cui tali imprese, soprattutto nel Mezzogiorno, potrebbero beneficiare, a vantaggio invece delle grandi realtà;

    36) sebbene strettamente collegate, anche in termini di impatto complessivo sul saldo netto degli Stati membri, le proposte per la revisione intermedia del QFP e quelle per l'istituzione di nuove risorse proprie stanno seguendo percorsi negoziali distinti, tenuto conto anche del fatto che per la loro approvazione sono necessarie procedure e maggioranze diverse, per permettere di raggiungere più rapidamente un accordo sulla revisione intermedia del QFP;

    37) in particolare, limitati sono stati gli avanzamenti nei negoziati sulle nuove risorse proprie (così gli accordi per ETS e CBAM e in particolare lo stallo della convenzione multilaterale sul primo pilastro relativo all'accordo OCSE/G20 sulla quota degli utili residui delle multinazionali) e ciò nonostante appaiano condivisibili le modifiche prospettate dalla Commissione europea alle proposte, già presentate a dicembre 2021, di nuove risorse proprie collegate al sistema per lo scambio di quote di emissioni (ETS) e al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), allo scopo di adeguarle alla legislazione adottata a livello unionale, nonché di introdurre una nuova risorsa propria transitoria basata sui dati statistici comunicati dagli enti nazionali ad Eurostat riguardo ai profitti delle società, che sarebbe successivamente sostituita da un eventuale contributo nell'ambito della proposta «Imprese in Europa: quadro per l'imposizione dei redditi (BEFIT)», proposto dalla Commissione europea;

    38) nel corso dell'ultimo Consiglio europeo di fine ottobre, i leader dei Paesi membri hanno proceduto ad uno scambio di opinioni sulla revisione proposta del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 ed hanno invitato il Consiglio a proseguire i lavori in vista del raggiungimento di un accordo complessivo entro la fine dell'anno,

impegna, quindi il Governo:

   1) con riferimento al conflitto in Ucraina:

    a) a imprimere una concreta svolta per profondere il massimo ed efficace sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese finalmente a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale;

    b) ad intraprendere tutte le azioni necessarie atte a scongiurare la distrazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza a favore del co-finanziamento dell'industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell'economia del Paese provato dalla recente pandemia e non uno strumento di supporto ad una economia di guerra;

    c) a rafforzare in modo massiccio e costante l'invio di aiuti umanitari per la popolazione ucraina, nonché le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili;

   2) in relazione alla questione israelo-palestinese:

    a) a profondere, anche per tale fronte bellico, ogni sforzo a tutti i livelli, internazionale, europeo e bilaterale, al fine di giungere a un immediato e duraturo «cessate il fuoco», a massima garanzia dell'incolumità della popolazione civile di entrambe le parti;

    b) ad attivarsi immediatamente affinché l'Italia partecipi e sostenga ogni iniziativa, sia in seno all'unione europea che insieme ai nostri alleati e alle organizzazioni internazionali, che consenta di giungere alla liberazione di tutti gli ostaggi, di evitare un allargamento e l'inasprirsi del conflitto, di proteggere le popolazioni civili e garantire a Israele il diritto di esistere e difendersi, nel rispetto del diritto internazionale e umanitario;

    c) a intraprendere ogni utile iniziativa di carattere internazionale ed europea volta a promuovere, con urgenza, una conferenza di pace che accompagni un processo di negoziato sulla base delle legittime aspettative delle parti in conflitto, nel rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario, all'interno della cornice di principio «due popoli, due stati»;

    d) ad adoperarsi con urgenza a tutti i livelli, internazionale, europeo e bilaterale per consentire una permanente apertura di adeguati corridoi umanitari e l'ingresso di personale sanitario e umanitario nella Striscia di Gaza, anche al fine di consentire l'ingresso di aiuti umanitari e, al contempo, permettere l'evacuazione dei civili più vulnerabili, tra cui i feriti in gravi condizioni, bambini e anziani;

    e) a sostenere iniziative volte alla protezione della popolazione civile palestinese, compresa la possibilità di una protezione ONU specifica per i residenti di Gaza, in particolare supportando, anche finanziariamente, l'UNRWA al fine di un rafforzamento dell'azione delle organizzazioni internazionali volte all'assistenza e alla protezione dei profughi palestinesi;

    f) a rafforzare, in termini di protezione e garanzia delle necessarie condizioni di sicurezza, la presenza sul posto e la capacità degli operatori umanitari delle Nazioni Unite di fornire adeguata assistenza umanitaria ai rifugiati nella Striscia di Gaza – presidio essenziale anche nell'ottica di una futura fase di ricostruzione – nel rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra e della Convenzione dei Privilegi e delle Immunità delle Nazioni Unite, anche al fine di scongiurare il rischio di tensioni e disordini civili, con conseguenze imprevedibili per l'intera regione e non solo;

    g) a farsi promotore, a livello europeo, della sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele, nel rispetto della Posizione comune (2008/944/PESC) sulle esportazioni di armi e del Trattato sul commercio di armi (ATT) dell'Onu;

   3) relativamente all'allargamento dell'Unione europea:

    a) a sostenere il processo di adesione dei Balcani Occidentali all'Unione europea, incoraggiando la regione a proseguire i propri sforzi nell'attuare le riforme fondamentali e a soddisfare le condizioni per avviare i negoziati di adesione e, in questo contesto, contribuire alla stabilità sociale e politica delle tensioni etniche e politiche ancora presenti nell'area;

   4) in materia di sicurezza e difesa europea:

    a) a rafforzare l'azione dell'Italia nel processo di costituzione e coordinamento di una difesa comune dell'Unione europea quale pilastro della sua politica estera – come in parte già avviato con la Bussola strategica – al fine di promuoverne i valori di pace, rispetto e di difesa del diritto internazionale e dei diritti umani, anche a garanzia di una maggiore sicurezza dell'Unione;

    b) ad adoperarsi, ripartendo dai principi di diritto che sono alla base dell'ordine internazionale, per la convocazione di una Conferenza sulla Sicurezza in Europa, al fine di ristabilire, in nome di un rinnovato spirito di Helsinki, un quadro di pace, sicurezza e cooperazione;

   5) in relazione alle politiche economiche e di bilancio e alla revisione del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027:

    a) nell'ambito del processo di riforma in corso delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, a lavorare per il superamento degli ormai irrealistici parametri quantitativi del 3 per cento e del 60 per cento, privi di una reale giustificazione economica e spesso oggetto di critiche, con il conseguente superamento della fase preventiva e quella correttiva del PSC, la cui applicazione si è dimostrata a più riprese incoerente, e garantire altresì un'applicazione omogenea della procedura per gli squilibri macroeconomici, al fine di affrontare adeguatamente il fenomeno della pianificazione fiscale aggressiva e gli eccessivi surplus di specifici Stati membri, prevedendo, inoltre, percorsi di rientro dal debito realistici che tengano conto delle specificità degli Stati membri e del loro quadro macroeconomico complessivo e, inoltre, superando l'utilizzo prevalente di indicatori non osservabili come il saldo strutturale, al fine di ancorare la sorveglianza macroeconomica a indicatori direttamente osservabili e misurabili;

    b) conseguentemente, ad adottare iniziative di competenza volte a disegnare una strategia complessiva di riforma della nuova architettura dell'Unione europea più favorevole alla crescita economica, finalizzata a rendere le norme sul debito più semplici, più applicabili e concepite per sostenere le priorità politiche per la doppia transizione verde e digitale, con adeguati in vestimenti pubblici e privati, in senso coerente con l'interesse dell'Italia, opponendosi a qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico e che finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti ed automatici, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci;

    c) a non disperdere l'esperienza positiva del dispositivo di ripresa e resilienza nella nuova architettura della politica di bilancio europea, trasformando il programma NGEU in uno strumento permanente, da finanziare attraverso il bilancio europeo, con la conseguente istituzione di nuove fonti di entrate nella forma di risorse proprie dell'unione europea e l'inclusione dell'emissione di debito comune europeo come strumento stabile, finalizzati a sostenere l'impegno comune per il rafforzamento degli investimenti nella produzione di «beni pubblici» che consentano di rispondere al meglio alle esigenze concordate a livello europeo, come ricerca innovazione, sicurezza e transizione energetica, al fine di assicurare all'Unione europea un proprio spazio fiscale autonomo, capace di avviare una politica economica anti-ciclica; nonché prevedere lo scorporo dal calcolo del deficit di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi, che sono ostacolati dall'attuale quadro di bilancio – tra i quali gli investimenti destinati all'istruzione, quelli in ambito di spesa sanitaria, gli investimenti green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei – nonché esentare, dalla regola di spesa, gli investimenti finanziati dai prestiti del programma Next Generation EU che promuovono gli obiettivi a lungo termine dell'Unione europea, per rendere l'economia e il sistema energetico dell'Unione europea più competitivi, sicuri, omogenei e sostenibili;

    d) a scongiurare, nell'ambito dei negoziati sulla nuova governance economica europea, il rischio che la spesa per la difesa, in particolare quella destinata alla produzione di armamenti, venga esclusa dai vincoli europei di bilancio;

    e) a proseguire i negoziati in corso sulla revisione intermedia del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 congiuntamente all'esame delle proposte per l'istituzione di nuove risorse proprie – strutturate come durature, eque e che possano contribuire a promuovere le priorità politiche dell'Unione – al fine di adeguare il bilancio dell'Unione alle nuove sfide globali e garantire al contempo un bilancio di dimensioni adeguate, in particolare assicurando:

     1) che la revisione non determini un peggioramento del saldo netto dell'Italia;

     2) stante il costante aumento dei tassi di interesse, che rende più oneroso il rimborso del debito, di considerare che il costo degli interessi non costituisce una spesa discrezionale e non può, pertanto, essere soggetto a un tetto di spesa nell'ambito di un massimale del QFP, senza determinare un rischio diretto per i programmi di investimento e i loro beneficiari e per la capacità del bilancio di rispondere alle esigenze emergenti;

     3) che le nuove risorse da assegnare al bilancio dell'Unione europea siano tali da consentire all'unione di perseguire effettivamente le priorità individuate, senza compromettere l'efficacia delle politiche tradizionali e, pertanto, senza che eventuali proposte di redistribuzione siano finanziate in tutto o in parte mediante tagli ai fondi destinati alla politica di coesione e alla politica agricola comune;

     4) appropriati margini di flessibilità nel bilancio sì da utilizzare le risorse esistenti, anche consentendo un adeguamento dell'allocazione dei finanziamenti in caso di shock economici inaspettati o una reazione adeguata e tempestiva a eventuali emergenze occupazionali, sociali e ambientali;

     5) che l'Unione europea abbia a disposizione nuovi finanziamenti per sostenere gli investimenti strategici, come quelli per le transizioni verde e digitale, e per garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi strategici relativi al Green Deal, nonché per sostenere le politiche a tutela del lavoro, dell'occupazione e dei diritti sociali in piena attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e dei principali obiettivi sociali dell'Ue al 2030;

     6) che la proposta della Commissione per una maggiore flessibilità nella mobilitazione del Dispositivo per la ripresa e la resilienza e soprattutto dei fondi della coesione, garantisca effettivamente pari condizioni di concorrenza nel mercato unico, generando al contempo investimenti a lungo termine in tecnologie strategiche, nel nostro Paese, e pertanto rappresentando una posizione contraria all'estensione dell'RRF e dei fondi di coesione alle grandi imprese;

     7) per quanto riguarda le modifiche al sistema delle risorse proprie, che incide in modo decisivo sul modo di intendere il processo di integrazione europea e sui suoi sviluppi futuri, il pieno e fermo sostegno all'introduzione di nuove entrate effettivamente proprie dell'Unione europea, che riducano la dipendenza dai contributi degli Stati membri a titolo di risorsa basata sul Reddito nazionale lordo e contribuiscano a coprire il rimborso del debito di Next Generation EU – non più «sostenibile» per l'Italia basandosi solo sul RNL –, senza innalzare la pressione fiscale complessiva.
(6-00077) «Scerra, Francesco Silvestri, Appendino, Riccardo Ricciardi, Baldino, Santillo, Fenu, Cappelletti, Auriemma, Bruno, Scutellà, Pellegrini, Gubitosa».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risorse proprie

esportazione comunitaria

aiuto umanitario