ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00169

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: del 27/04/2022
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00635
Firmatari
Primo firmatario: VISCOMI ANTONIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/04/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 27/04/2022


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
27/04/2022
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 27/04/2022

APPROVATO IL 27/04/2022

CONCLUSO IL 27/04/2022

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00169
presentato da
VISCOMI Antonio
testo di
Mercoledì 27 aprile 2022 in Commissione XI (Lavoro)

7-00635 Viscomi: Verifica dell'efficacia degli interventi di politica attiva del lavoro e definizione degli obiettivi generali in materia per le amministrazioni pubbliche.

RISOLUZIONE APPROVATA

   La XI Commissione

   premesso che:

    viviamo un tempo di grandi transizioni, segnate dall'innovazione digitale, dalla emergenza ecologica, dal recupero circolare delle nostre economie. L'innovazione tecnica e tecnologica, i cui cicli di sviluppo appaiono ormai caratterizzati da una inusuale accelerazione ed i cui effetti hanno assunto ormai una peculiare capacità espansiva nella quotidianità della vita individuale e collettiva, impongono un più preciso e continuo adeguamento delle competenze professionali ai mutevoli contesti organizzativi e produttivi;

    in questa prospettiva trova ragione e senso il rafforzamento del sistema delle politiche attive del lavoro e il progressivo affinamento della relativa considerazione non più soltanto a stregua di strumento idoneo al recupero lavorativo di chi, per varie ragioni, si trova a vivere all'esterno o ai margini del sistema produttivo, ma ora anche, e forse soprattutto, come strumento funzionale a sostenere il processo continuo di riorganizzazione organizzativa e produttiva e quindi di sostegno alle imprese e di rafforzamento della relativa capacità competitiva. Non è privo di significato lo stanziamento, fra risorse nazionali e fondi comunitari del PNRR, di circa 7,2 miliardi di euro per le politiche attive del lavoro;

    è proprio questa notevole quantità di risorse a richiedere, anzi, ad imporre, una più attenta considerazione e una più pertinente valutazione degli effetti derivanti dalla relativa spendita di risorse pubbliche. È necessario, in altri e più diretti termini, che le politiche attive del lavoro – con riferimento sia ai LEP, che al programma GOL, al Fondo nuove competenze ed al Programma Sistema Duale – siano progettate e realizzate utilmente utilizzando indicatori di Valore Pubblico, così introiettando in modo proattivo modelli evolutivi dei settori economici al fine di renderli un elemento chiave e determinante nella costruzione del benessere e dello sviluppo dei lavoratori e del sistema produttivo italiano;

    non si tratta certo di un mero auspicio, ma della consapevole assunzione nell'ambito anche del sistema delle politiche attive, di rilevanza strategica ma di pari complessità organizzativa e istituzionale, dell'approccio alla pianificazione e gestione della performance fatto proprio dalla recente introduzione del cosiddetto «PIAO – Piano integrato di attività ed organizzazione», che fa discendere l'organizzazione, l'acquisizione di competenze e lo sviluppo delle attività delle pubbliche amministrazioni, e in definitiva le stesse strategie degli enti interessati, dagli obiettivi di Valore Pubblico che devono conformarne la stessa azione istituzionale;

    a tale stregua, appare di importanza fondamentale riuscire ad individuare indicatori connessi con le finalità strategico-politiche dell'intervento, affiancati da misurazioni tecniche, da analisi della soddisfazione degli utilizzatori dei servizi e, ultimo, ma non meno importante, da valutazioni del rapporto tra costo e beneficio, dove il beneficio non è solo di tipo economico, ma è connesso, per fare un semplice esempio, con la riduzione delle diseguaglianze sociali o la parità di genere;

    questo significa orientare le attività in modo da generare Valore Pubblico nelle sue tre dimensioni fondamentali, alle quali si aggiungono, derivandone, riflessi e conseguenze sul piano organizzativo:

     a) la dimensione materiale, riconducibile anche agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'agenda 2030 e al BES (ad esempio, con il numero di disoccupati, di NEET, il gender gap in termini occupazionali e salariali);

     b) la dimensione psicologica relativa al benessere (ad esempio, dalla serenità legata ad avere un lavoro che garantisce un reddito continuativo, o dall'autorealizzazione che deriva da un lavoro coerente con le proprie competenze);

     c) la dimensione della legittimazione del ruolo della pubblica amministrazione, volendo con ciò esprimere la possibilità che quest'ultima sia riconosciuta come interlocutore credibile dai soggetti interessati;

    gli obiettivi di Valore Pubblico che si vogliono ottenere devono inoltre costituire la guida anche in una prospettiva organizzativa, interna al sistema dalle politiche attive del lavoro, essendo del tutto evidente che il contesto valoriale espresso dalla cultura organizzativa ha carattere abilitante al fine di generare il benessere che la collettività attende, conforma le competenze professionali, definisce lo stile di leadership, configura la rete di attori che fanno parte del sistema. È banale anche dirlo – ma vale la pena ricordarlo – che avere l'obiettivo di collocare i disoccupati in un posto, qualunque esso sia, o avere l'obiettivo di facilitare l'accesso ad un lavoro di qualità, richiede competenze molto diverse;

    è dunque fondamentale che il sistema di politiche attive ed i singoli enti che lo compongono predispongano i propri strumenti di gestione, organizzazione, formazione e sviluppo e la rete di relazioni interne in modo coerente con gli obiettivi di Valore Pubblico, dal momento che ragionare in termini di impatto che si vuole generare permette di scegliere le iniziative più efficaci, quelle che producono il maggiore impatto per gli stakeholder individuati;

    in effetti, è proprio un approccio orientato al Valore Pubblico che consente di mettere in relazione il costo di uno strumento con il valore generato in termini di impatto (ad esempio, il beneficio economico per il lavoratore inserito nel mondo del lavoro, ma anche il risparmio di ammortizzatori sociali a carico della Pubblica Amministrazione, senza dimenticare i benefici psicologici e sociali derivanti dall'avere un lavoro). Misurare questo rapporto consente ai manager pubblici di allocare le risorse nel modo migliore, investendo sulle attività che hanno un'utilità marginale è elevata, cioè fino al punto in cui 1 euro investito genera un valore (non solo economico, ma anche sociale) maggiore di 1 euro;

    molte delle informazioni necessarie sono già disponibili grazie alle rilevazioni di dati e alle indagini condotte da ISTAT, ma spesso i dati sono poco tempestivi e vengono elaborati dai singoli enti, senza possibilità di condividerli, rendendo perciò impossibile effettuare analisi cross-settoriali che potrebbero invece dare informazioni preziose (si pensi, ad esempio, all'incrocio dei dati dell'Anagrafe con quelli delle Comunicazioni obbligatorie per conoscere gli effetti delle politiche sulle lavoratrici madre);

    ancorare la definizione delle strategie e la gestione delle attività a indicatori di Valore Pubblico consente di massimizzare l'utilità delle risorse in relazione ai bisogni degli stakeholder;

    tutto ciò premesso, e al fine di assicurare una risposta concreta, tempestiva ed efficace alle lavoratrici e ai lavoratori, provati economicamente e psicologicamente dalla crisi e una risposta efficace al sistema economico per favorire il volano dello sviluppo sostenibile,

impegna il Governo:

   a) a identificare indicatori di misurazione del Valore Pubblico che consentano di considerare le risorse investite e le politiche attuate, valutandone:

    1) l'impatto in termini di riqualificazione delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori;

    2) l'incrocio della domanda ed offerta di lavoro che assicuri un lavoro di qualità, in linea con le competenze e le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori;

    3) il rapporto fra costi e benefici;

    4) gli impatti a livello macroeconomico e di benessere delle politiche attuate;

   b) a utilizzare indicatori di Valore Pubblico per monitorare in tempo reale l'efficacia degli interventi e attivare tempestivamente eventuali correttivi al fine di massimizzare i benefici che le risorse investite generano per il territorio;

   c) a utilizzare indicatori di Valore Pubblico per verificare gli equilibri tra il contributo profuso ed i payoff per ciascun attore della rete, anche al fine di rivedere i sistemi di rewarding;

   d) a utilizzare indicatori di Valore Pubblico per identificare best practices da mettere a sistema, ove possibile;

   e) a utilizzare indicatori di Valore Pubblico per definire le competenze necessarie, l'organizzazione e la rete di collaborazioni del sistema delle politiche attive del lavoro, con particolare riferimento ad ANPAL e ai CPI;

   f) ad adottare banche dati unificate per il sistema lavoro e l'accessibilità alle banche dati di altre Pubbliche Amministrazioni al fine di effettuare elaborazioni statistiche che consentano di misurare il Valore Pubblico generato dai diversi strumenti attivati, evidenziandone l'efficacia ed il rapporto tra costo e beneficio;

   g) ad utilizzare indicatori di Valore Pubblico per introiettare all'interno dei processi di definizione dei sistemi di reskilling e upskilling modelli di previsione dell'evoluzione del sistema economico;

   h) ad utilizzare i meccanismi, fino ad oggi rimasti inoperanti o parzialmente operanti, introdotti dall'articolo 5, comma 01, lettera a), e comma 1, del decreto legislativo n. 150 del 2009, con le modifiche apportate dal decreto legislativo n. 74 del 2017, che consentono al governo di indirizzare, anche attraverso apposite linee guida e con appositi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, l'azione delle amministrazioni pubbliche nella direzione in una appropriato utilizzo di strumenti di misurazione del valore pubblico in una prospettiva multidimensionale, con la definizione di obiettivi generali nell'ambito dei quali le amministrazioni interessate imposteranno il proprio ciclo della performance;

   i) a garantire, in misura adeguata, le professionalità necessarie per l'effettivo svolgimento delle diverse attività prima richiamate, assicurando l'implementazione di processi di riqualificazione delle risorse umane presenti e agevolando al contempo l'ingresso di nuove competenze ed adeguate professionalità.
(8-00169) «Viscomi, Mura».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

pubblica amministrazione

accesso all'occupazione

accesso alla professione