ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00097

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: del 22/12/2020
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00495
Atto numero: 7/00512
Firmatari
Primo firmatario: SERRACCHIANI DEBORA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/12/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZANGRILLO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/12/2020
VISCOMI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 22/12/2020
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 22/12/2020
LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 22/12/2020
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 22/12/2020
CANTONE CARLA PARTITO DEMOCRATICO 22/12/2020
POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/12/2020
CANNATELLI PASQUALE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/12/2020
MUSELLA GRAZIANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/12/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
22/12/2020
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 22/12/2020

APPROVATO IL 22/12/2020

CONCLUSO IL 22/12/2020

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00097
presentato da
SERRACCHIANI Debora
testo di
Martedì 22 dicembre 2020 in Commissione XI (Lavoro)

7-00495 Serracchiani e 7-00512 Zangrillo: Sistemi di protezione sociale per i lavoratori.

NUOVO TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI APPROVATO DALLA COMMISSIONE

   La XI Commissione,

   premesso che:

    la grave crisi economica ed occupazionale che si è abbattuta sull'Italia, in conseguenza della pandemia da COVID-19 e la conseguente e indispensabile interruzione di gran parte delle attività produttive, ha evidenziato ataviche fragilità sociali, nuove forme di diseguaglianza e profonde carenze del sistema italiano di welfare;

    come noto, il documento di economia e finanza 2020 (DEF) prevede una contrazione del prodotto interno lordo pari a –8 per cento per il 2020 (nella Nota di aggiornamento del DEF di settembre 2019 era prevista una crescita del 0,6 per cento) e un rimbalzo del +4,7 per cento nel 2021. Dati sostanzialmente confermati anche dall'ISTAT, nelle sue previsioni sulle prospettive dell'economia italiana nel 2020-2021, evidenziando come la caduta del PIL sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte (-7,2 punti percentuali) condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle Isp (-8,7 per cento) e dal crollo degli investimenti (-12,5 per cento), a fronte di una crescita dell'1,6 per cento della spesa delle amministrazioni pubbliche, cui dovrà aggiungersi la flessione della domanda estera netta e delle scorte;

    sul piano occupazionale, le previsioni tendenziali considerano per l'anno in corso una contrazione dell'occupazione rilevata dalla contabilità nazionale e delle forze lavoro nettamente più contenuta di quella dell'economia reale e di poco superiore al 2 per cento, grazie al ricorso agli ammortizzatori della cassa integrazione straordinaria (CIGS) e soprattutto di quella in deroga, eccezionalmente estesa nel loro ambito di applicazione dai provvedimenti adottati dal Governo. Maggiore invece sarà la contrazione attesa per l'occupazione espressa in unità di lavoro equivalente (Ula) e per le ore lavorate, che non tengono conto degli ammortizzatori sociali, per le quali si prevede una riduzione, rispettivamente, del 6,5 e del 6,3 per cento. Il tasso di disoccupazione peggiorerà nel 2020 all'11,6 per cento, per recuperare parzialmente all'11,0 per cento nel 2021;

    per far fronte ai gravi effetti sull'occupazione e sui redditi dei lavoratori interessati dal blocco delle attività economiche e dal crollo della domanda, il Governo ha dovuto mettere in campo una serie di misure emergenziali, impegnando ingenti risorse finanziarie pari a oltre 17 miliardi di euro con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, che si sommano ai quasi 8 miliardi di euro impegnati con il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18;

    nonostante queste ingenti risorse, l'impatto sui lavoratori è comunque pesante. Basti pensare che, per i lavoratori dipendenti – ovvero quelli che attualmente godono di un sistema di tutele più ampio ed articolato – è stato calcolato che il solo ricorso alla cassa integrazione per i mesi di aprile ha registrato un incremento dell'800 per cento, corrispondenti alla assenza completa di attività produttiva per oltre un milione e 100 mila lavoratori e una perdita di reddito e di potere d'acquisto di 2 miliardi di euro;

    ancora oggi, una vasta platea di lavoratori, soprattutto nell'ambito del lavoro autonomo e professionale, risulta del tutto priva di misure ordinarie e strutturali di sostegno del reddito in caso di perdita o riduzione del lavoro, anche a motivo della tradizionale correlazione genetica tra accesso agli istituti di tutela e tipologia contrattuale di riferimento, che invece dimostra, oggi, limiti significativi e produce evidenti effetti distorsivi nel sistema generale delle tutele;

    è di tutta evidenza che, al di là delle misure di carattere emergenziale adottate e che si potranno ulteriormente definire, anche grazie all'intervento e alle risorse approntate dall'Unione europea con il Piano SURE – quale sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza con uno specifico stanziamento di 100 miliardi di euro – è necessario avviare un'ampia operazione di revisione dell'attuale quadro normativo per arrivare alla definizione di un sistema di ammortizzatori sociali davvero universale, che ricomprenda tutte le tipologie di lavoratori e che sia basato sul principio della compartecipazione delle imprese e dei lavoratori al finanziamento;

    un significativo passo in avanti nella direzione dell'ampliamento delle categorie di lavoratori tutelati dai rischi di disoccupazione o di riduzione dell'attività lavorativa in costanza di rapporto di lavoro è stato realizzato con la riforma 10 dicembre 2014, n. 183, e, in particolare, con i corrispondenti decreti delegati 4 marzo 2015, n. 22 e 14 settembre 2015, n. 148;

    gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno tuttavia palesato e reso evidenti alcune carenze di tutela nei riguardi delle partite IVA iscritte alle gestioni autonome o alla gestione separata;

    oltre a garantire un sostegno reddituale alle persone che perdono il posto di lavoro, ulteriore sfida strategica per il rilancio del sistema Paese sarà quella di attuare ogni strumento utile a garantire al maggior numero possibile di disoccupati di rientrare nel processo produttivo, garantendo percorsi formativi che consentano concretamente di acquisire nuove competenze anche di natura specialistica, rafforzando ed efficientando le azioni di politica attiva;

    anche al fine di una revisione e integrazione del quadro normativo, sarebbe auspicabile un'attenta verifica degli effetti prodottisi successivamente all'entrata in vigore dei citati decreti legislativi, così come previsto dall'articolo 1, comma 13, della richiamata legge n. 183 del 2014;

    per quanto concerne il mondo delle professioni, un ruolo fondamentale potrà essere svolto dalle casse di previdenza private, di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, per la definizione di misure di sostegno del reddito dei liberi professionisti iscritti, nonché per l'erogazione di prestazioni socio-assistenziali e di welfare ulteriori rispetto a quelle già praticate,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative per realizzare un sistema di protezione sociale che progressivamente, ma entro tempi certi e ravvicinati, assicuri a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori titolari di contratti di lavoro subordinato e di lavoro autonomo o professionale, pure se occasionali, intercorrenti con datori di lavoro o committenti privati e pubblici, nonché alle lavoratrici e ai lavoratori che effettuino prestazioni di lavoro in ragione di contratti di tipo associativo e ai titolari di partite IVA iscritti alle gestioni separate o alla gestione autonoma, in caso di disoccupazione involontaria, anche per periodi dell'anno, e di contrazione dell'attività produttiva, trattamenti economici e tutele previdenziali tali da assicurare loro un'esistenza libera e dignitosa, superando l'attuale situazione di frammentazione e disparità di tutela tra lavoratori. In tale prospettiva, l'istituzione dell'ISCRO, introdotta durante l'esame della legge di bilancio, rappresenta un primo importante passo nella direzione di un ridisegno organico;

   ad adottare iniziative per rivedere, in particolare, la disciplina in materia di protezione del reddito dei disoccupati, rafforzando NASpI e DIS-COLL e superando la frammentazione e le discriminazioni, per arrivare a un unico strumento di disoccupazione, allungandone i periodi di fruizione ed escludendo ogni forma di décalage, in modo che la garanzia del reddito sia costante per tutta la durata dell'indennità, soprattutto per i lavoratori ultracinquantenni, e favorendo l'accesso all'indennità con requisiti ridotti per i lavoratori giovani;

   a valutare l'opportunità di riformare la disciplina in materia di compatibilità degli strumenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro con lo svolgimento di altra attività lavorativa, anche per incentivare i percettori di cassa integrazione o di altre forme d'integrazione salariale ad acquisire nuove competenze;

   ad adottare ogni iniziativa utile al fine di prevedere concreti e adeguati percorsi di formazione professionale per i percettori di NASpI e DIS-COLL, anche con il coinvolgimento di organizzazioni datoriali, imprese e istituti universitari;

   a valutare l'opportunità di incentivare, d'intesa con le organizzazioni datoriali e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, i beneficiari di NASpI, DIS-COLL e reddito di cittadinanza ad accettare proposte di stage formativi formulate dalle aziende e presentate per il tramite dei centri per l'impiego, consentendo la possibilità di cumulo tra il beneficio erogato e l'emolumento percepito nell'ambito dello stage formativo;

   a porre in essere ogni iniziativa utile al fine di garantire l'efficienza e l'efficacia dell'azione di ANPAL;

   a investire, anche sostenendo l'azione dei fondi interprofessionali, sulla formazione continua delle persone in cassa integrazione per l'aggiornamento delle competenze, in particolare sul digitale e sulla green economy, finalizzata a favorire la riorganizzazione dei processi produttivi e una coerente riqualificazione delle competenze professionali nonché la valorizzazione dell'occupabilità delle persone;

   ad adottare iniziative per definire strumenti di indennizzo e ristoro che riguardino tutte le categorie di lavoratori autonomi, ispirati a un criterio di maggiore incisività della tutela per soggetti con redditi bassi e con comprovato calo di attività, valutato su base temporale compatibile con le specifiche professionalità, e che siano operativi anche per i periodi di osservanza dei protocolli sanitari, incluso l'isolamento fiduciario obbligatorio, al fine di incentivare il rispetto dei medesimi protocolli in un'ottica di prevenzione del contagio da Covid-19;

   ad adottare iniziative normative affinché anche gli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria possano prevedere, per le diverse gestioni obbligatorie da loro amministrate, ulteriori forme di assistenza ai propri iscritti, da equiparare ai fini fiscali e contributivi a quelle corrispondenti del sistema pubblico.
(8-00097) «Serracchiani, Zangrillo, Viscomi, Gribaudo, Lepri, Mura, Carla Cantone, Polverini, Cannatelli, Musella».