ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00089

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: del 18/11/2020
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00575
Firmatari
Primo firmatario: FASSINO PIERO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CABRAS PINO MOVIMENTO 5 STELLE 18/11/2020
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 18/11/2020
SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE 18/11/2020
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2020
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 18/11/2020
VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/11/2020
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 18/11/2020
MIGLIORE GENNARO ITALIA VIVA 18/11/2020
PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI 18/11/2020
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO 18/11/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
18/11/2020
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 18/11/2020

APPROVATO IL 18/11/2020

CONCLUSO IL 18/11/2020

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00089
presentato da
FASSINO Piero
testo di
Mercoledì 18 novembre 2020 in Commissione III (Affari esteri)

Risoluzione n. 7-00575 Fassino: Sulla crisi nella regione del Nagorno Karabakh.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

   La III Commissione,

   premesso che:

    il Nagorno-Karabakh – regione storicamente abitata in prevalenza da una radicata e storica comunità armena che dagli anni '80 rivendica il diritto all'autodeterminazione – nel 1991 si è unilateralmente costituita, con il sostegno dell'Armenia, in Repubblica indipendente, non riconosciuta dalla comunità internazionale;

    tale decisione ha suscitato tra il 1991 e il 1994 un conflitto armato tra Azerbaijan e Armenia che ha causato 30.000 vittime e centinaia di migliaia di sfollati;

    dal 1993 l'Armenia ha esercitato il controllo – oltreché sul Nagorno-Karabakh propriamente detto – anche su sette distretti totalmente azeri;

    sulla questione si è espresso il Consiglio di Sicurezza dell'ONU con quattro diverse Risoluzioni e successivamente l'OSCE anche nel quadro del processo negoziale guidato dai Co-Chair del Gruppo di Minsk;

    sin dal 1994 si sono susseguiti episodi di conflitto armato, fino a che il 27 settembre 2020 – a seguito di una iniziativa dell'Azerbaigian – sono riprese le ostilità tra Armenia e Azerbaigian che, nonostante tre tregue umanitarie, hanno causato la morte di almeno 5.000 persone, nonché ingenti danni a infrastrutture, abitazioni e monumenti di valore storico;

    la Turchia ha esplicitamente appoggiato l'intervento militare azero;

    secondo molte fonti, sul teatro di guerra avrebbero operato gruppi di miliziani radicali;

    il 9 novembre i Presidenti Putin, Alyev e Pashinyan hanno sottoscritto una dichiarazione che prevede l'immediato cessate il fuoco, la restituzione all'Azerbaigian di territori occupati dall'Armenia e il dispiegamento lungo la nuova linea di contatto di una forza di interposizione russa;

    detto Accordo ha consentito di far cessare il conflitto armato e di evitare ancor più gravi escalation militari, fermo restando che per normalizzare le relazioni tra Armenia e Azerbaigian e per definire lo status del Nagorno-Karabakh si richiederanno successivi negoziati;

    al fine di favorire una soluzione stabile e condivisa di pace, la Presidenza del Gruppo di Minsk ha annunciato di voler riprendere la sua iniziativa di mediazione, fino ad oggi inibita dagli opposti veti delle parti in conflitto;

    l'Alto Rappresentante dell'Unione europea per la politica estera, Josep Borrell, ha annunciato lo stanziamento di circa un milione di euro in aiuti umanitari europei per soccorrere le popolazioni civili colpite dal conflitto,

impegna il Governo:

   a sollecitare tutte le Parti a rispettare il cessate il fuoco e ad attuare gli impegni convenuti con l'Accordo del 9 novembre e a perseguire soluzioni fondate su negoziati e non sull'uso della forza;

   a sostenere la decisione della Presidenza del Gruppo del Gruppo di Minsk di riprendere la sua iniziativa volta a favorire una soluzione duratura e condivisa di pace e stabilità;

   a sostenere, in tutte le sedi opportune, le iniziative di ONU e Unione europea utili a tal fine;

   a sollecitare ogni Paese terzo ad astenersi da ogni forma di interferenza e di sostenere le iniziative di mediazione messe in campo dalle Istituzioni internazionali;

   a richiedere a tutti gli attori della regione di contrastare ogni forma di presenza e iniziativa di miliziani estremisti e radicali;

   a richiedere a tutte le Parti interessate di garantire nei territori da loro controllati il rientro degli sfollati, la tutela dei diritti umani, il rispetto dell'identità di ogni comunità e del pluralismo culturale e religioso, l'integrità e la preservazione del patrimonio storico;

   a sostenere ogni iniziativa volta a tutelare la popolazione armena del Nagorno-Karabakh e il suo patrimonio culturale e religioso, custode di una presenza millenaria del cristianesimo;

   a porre in sede OSCE – istituita come Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa – la necessità di una verifica sull'efficacia delle sue politiche e dei suoi strumenti, anche alla luce delle sue difficoltà ad esercitare un ruolo attivo nella crisi del Nagorno-Karabakh;

   a garantire il massimo impegno dell'Italia, d'intesa con le Istituzioni europee e internazionali, nell'assicurare i necessari aiuti umanitari alle popolazioni civili colpite dal conflitto e per contribuire alla stabilizzazione e ricostruzione della regione;

   a sollecitare i Paesi della regione a garantire la regolarità dei flussi energetici di oleodotti e gasdotti connessi all'Italia e all'Europa.
(8-00089) «Fassino, Cabras, Formentini, Suriano, Quartapelle Procopio, Zoffili, Valentini, Delmastro Delle Vedove, Migliore, Palazzotto, Lupi».