ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00122

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 382 del 29/07/2020
Abbinamenti
Atto 6/00121 abbinato in data 29/07/2020
Atto 6/00123 abbinato in data 29/07/2020
Atto 6/00124 abbinato in data 29/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: MOLINARI RICCARDO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 29/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/07/2020
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 29/07/2020
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO 29/07/2020


Stato iter:
29/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 29/07/2020
Resoconto GUALTIERI ROBERTO MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 29/07/2020
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto ZENNARO ANTONIO MISTO-POPOLO PROTAGONISTA - ALTERNATIVA POPOLARE
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
Resoconto MARATTIN LUIGI ITALIA VIVA
Resoconto FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GARAVAGLIA MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SGARBI VITTORIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
 
PARERE GOVERNO 29/07/2020
Resoconto CASTELLI LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/07/2020

DISCUSSIONE IL 29/07/2020

NON ACCOLTO IL 29/07/2020

PARERE GOVERNO IL 29/07/2020

DICHIARATO PRECLUSO IL 29/07/2020

CONCLUSO IL 29/07/2020

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00122
presentato da
MOLINARI Riccardo
testo di
Mercoledì 29 luglio 2020, seduta n. 382

   La Camera,
   premesso che:
    il Programma Nazionale di Riforma oggetto di esame raccoglie le Raccomandazioni specifiche approvate nel 2019 dal Consiglio dell'Unione europea, nonché le Raccomandazioni 2020 proposte dalla Commissione, ponendosi come prodromico alla definizione operativa del Recovery Plan dell'Italia e tracciando le linee essenziali del programma di riforma necessario all'accesso alle risorse derivanti dal programma Next Generation EU del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, definito dall'accordo raggiunto in seno al Consiglio europeo nella riunione del 17-21 luglio;
    la diversa collocazione temporale del Programma Nazionale di Riforma (PNR), rispetto alle sezioni I e II del Documento di Economia e Finanza 2020, approvate dal Parlamento in data 30 aprile 2020, pur consentendo una visione più ampia sull'evoluzione dell'epidemia e potendo prendere atto dell'esito dei lavori dell'Unione europea in merito alla risposta comunitaria alla crisi sanitaria ed economica, poggia su analisi economiche previsionali già superate dall'aggravamento del contesto macroeconomico europeo e, soprattutto, nazionale;
    le ultime stime del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale prevedono infatti per l'Italia una flessione del PIL di 12,8 punti percentuali per il 2020, in linea con le ipotesi più pessimistiche della Banca d'Italia, e ben più grave del calo dell'8 per cento che lo stesso Governo ha previsto nel Documento di Economia e Finanza approvato nel mese di aprile;
    al fine di un effettivo rilancio dell'economia nazionale risulta centrale un corretto utilizzo delle risorse proprie nazionali, che non sia rivolto esclusivamente a misure di sostegno e assistenza ai redditi, pur di vitale importanza, ma intervenga fin da subito sui settori maggiormente colpiti dalla crisi, e strategici per una rapida e solida ripresa del Paese, atteso che le risorse provenienti dal programma Next Generation EU, non saranno concretamente disponibili prima della seconda metà del prossimo anno, e soggette a stringenti vincoli di destinazione;
   considerato che:
    si ritiene di fondamentale importanza, in un contesto storico, politico ed economico di portata epocale per il futuro del Paese, che venga elaborato un programma di riforma di ampio respiro, costruito su di un orizzonte temporale pluriennale, ma che sia sufficientemente dettagliato per poter individuare e risolvere i nodi strutturali e le criticità sistemiche che impediscono la crescita economica italiana;
    con riferimento alle politiche fiscali, nello schema di programma i principali nodi problematici evidenziati vertono sull'eccessivo peso del cuneo fiscale sul lavoro, sull'accumulo nel tempo di disparità di trattamento tra le diverse fonti di reddito e sull'eccessiva complessità del sistema fiscale, mettendo tuttavia in secondo piano l'imponente peso fiscale che aggrava imprese e professionisti, con un total tax rate attestato al 64 per cento;
    il Programma pone poi come proprio pilastro in materia fiscale il contrasto all'evasione, attraverso l'incremento degli incentivi ai pagamenti elettronici, e una progressiva riduzione della soglia all'utilizzo del contante. Misura, quest'ultima, che non si ritiene decisiva ai fini del contrasto all'evasione, che trova come suo principale strumento quello delle falsificazioni contabili;
    con riferimento al sistema bancario e l'accesso al credito, nel documento viene sottolineato il miglioramento dello stato di salute delle banche italiane, connesso alla maggiore disponibilità di capitale stabile, alla riduzione dei crediti deteriorati, diminuiti di due terzi negli ultimi quattro anni, e all'assenza di tensioni sul fronte della liquidità. Sul piano strutturale, concluso il processo di riforma del settore del credito cooperativo, si intende favorire la creazione di una banca di dimensioni e capacità adeguate alle esigenze di credito del Mezzogiorno. La principale esigenza in questa fase emergenziale è quella di sostenere l'accesso al credito, mentre gli altri interventi mirano a rendere più agevole l'accesso al credito mediante la sottoscrizione semplificata dei contratti bancari o le semplificazioni per l'accesso al Fondo per mutui prima casa;
    in materia di web tax il documento ribadisce la volontà di eliminarla non appena saranno individuate regole condivise a livello internazionale;
    tra gli interventi previsti nell'area prioritaria 4 del Programma Nazionale di Riforma 2020 è stato confermato «implicitamente» l'intendimento di proseguire nel processo di attribuzione di forme e condizioni ulteriori di autonomia alle regioni a statuto ordinario. Il regionalismo differenziato è previsto dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, e deve «esplicitamente» essere inserito in un programma di riforma nazionale, in attuazione dei principi costituzionali di sussidiarietà, adeguatezza e leale collaborazione. Il regionalismo differenziato non è una scelta governativa, ma una previsione costituzionale che deve essere garantita a tutte le Regioni che ne facciano istanza;
    i maggiori spazi di autonomia delle singole Regioni si accompagnano ad un aumento di responsabilizzazione della politica locale e controllo dell'azione amministrativa da parte dei cittadini, avvicinando così il potere amministrativo e politico alla cittadinanza;
    la sussidiarietà comporta, da un lato, che le funzioni pubbliche debbano essere svolte al livello più vicino ai cittadini e, dall'altro, che tali funzioni vengano attratte dal livello territorialmente superiore solo laddove questo sia in grado di svolgerle in modo più efficace (sussidiarietà in senso verticale). La sussidiarietà è un esercizio che non riguarda solo il rapporto fra Stato e regioni, ma anche tra regioni e province fino al coinvolgimento dei comuni;
    la perdurante scarsa efficienza del sistema giudiziario italiano e la conseguente necessità di assicurare la riduzione dei tempi della giustizia con interventi di riforma concernenti sia il processo civile che il processo penale, l'esigenza di implementare il sistema di lotta alla corruzione, nonché la lotta alla criminalità organizzata nazionale e transnazionale, oltre alle organizzazioni mafiose, e l'esigenza di un processo di riqualificazione che permetta di superare le carenze strutturali delle carceri e il sovraffollamento ovvero prevedere un piano strategico in materia di edilizia penitenziaria, la necessità di completare la pianta organica del corpo di polizia penitenziaria, l'impellente necessità di perseguire l'obiettivo della copertura e dell'ampliamento delle piante organiche nonché la riqualificazione del personale di servizio dell'amministrazione giudiziaria con assunzioni di magistrati e personale amministrativo attraverso l'espletamento delle procedure concorsuali; l'esigenza di garantire la bigenitorialità e quindi il diritto del minore a crescere con la presenza costante di entrambe i genitori, altresì nel caso di separazione degli stessi, anche al fine di evitare nuovi casi indebiti di allontanamento di minori dalla propria famiglia di origine, ponendo quindi una particolare attenzione al tribunale dei minori;
    tra i nodi irrisolti nell'amministrazione della giustizia, figura certamente anche quello della magistratura onoraria: migliaia di professionisti che quotidianamente evitano il collasso del sistema giustizia ma che da anni attendono invano di veder adeguatamente riconosciuto il proprio ruolo e il proprio impegno professionale;
    in tema di politiche attive per il lavoro, la grande innovazione degli ultimi anni consiste nel Reddito di cittadinanza, una misura di contrasto alla povertà erogata in favore di nuclei familiari in difficoltà ma finalizzata al contempo all'inserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro;
    come si evince dalla seconda Nota periodica sul Reddito di cittadinanza, alla data del 1o maggio 2020, su un numero complessivo di un milione di beneficiari presenti nel database, di cui 876 mila soggetti al Patto per il lavoro, sono solo 376 mila i soggetti ad avere sottoscritto il Patto (pari a circa il 43 per cento), mentre sono pochissimi coloro che hanno svolto un tirocinio (2.603, pari allo 0,3%);
    a febbraio, il numero di beneficiari che avevano sottoscritto un contratto di lavoro era pari a soli 39.760, il 2 per cento, dei quali il 65,2 per cento a tempo determinato, il 19,7 per cento a tempo indeterminato ed il 3,9 in apprendistato;
    anche la Corte dei conti ha bocciato la misura, nel rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica, evidenziando che «per quel che riguarda il secondo pilastro del RdC, quello finalizzato a promuovere politiche attive per il lavoro, i risultati appaiono al momento largamente insoddisfacenti e confermano le perplessità avanzate dalla Corte al suo avvio. I dati a disposizione, comunicati dall'ANPAL Servizi, dicono che alla data del 10 febbraio 2020, i beneficiari del RdC che hanno avuto un rapporto di lavoro dopo l'approvazione della domanda sono circa 40 mila. Soprattutto, non si intravedono segni di un possibile maggiore dinamismo dei Centri per l'impiego rispetto al passato»;
    in tema di previdenza sociale, in ossequio alla Raccomandazione n. 1 del Consiglio dell'Unione europea del 2019, che chiedeva all'Italia di ridurre il peso delle pensioni nella spesa pubblica, il Piano nazionale delle riforme prevede un disimpegno verso le più recenti politiche miranti a non allungare eccessivamente l'età pensionabile, portando a conclusione la sperimentazione di «Quota 100», nonostante i risultanti molto incoraggianti;
    in tema di ammortizzatori sociali, il PNR manifesta l'intenzione di avviare una ricognizione degli ammortizzatori sociali per definire un intervento organico nel settore;
    in tema di famiglia, il PNR punta all'introduzione di un assegno universale per i figli, alla revisione del meccanismo dei congedi parentali in un'ottica di condivisione dei carichi di cura tra uomo e donna e di miglior conciliazione vita-lavoro ed alla promozione del lavoro giovanile;
    in tema di disabilità, il documento preannuncia inoltre la presentazione di un disegno di legge delega sulla disabilità, destinato non solo a rafforzare le misure di assistenza sul territorio e di sostegno al reddito ma anche a potenziare quelle dirette al superamento delle barriere che impediscono la partecipazione al mercato del lavoro delle persone non autosufficienti;
    l'emergenza epidemiologica da COVID-19 accentuando, peraltro, le fragilità personali ed economiche di molti lavoratori, ha fatto altresì emergere «nuovi» bisogni e «nuove» priorità, che impongono quantomeno un ripensamento (e un potenziamento) degli strumenti di welfare aziendale;
    in questo contesto, aumentare, di fatto, la retribuzione «netta» dei lavoratori dipendenti attraverso un incremento della parte non tassata, ovvero di tutti quei benefici «accessori» che (riconosciuti dalla normativa vigente per creare welfare aziendale e, in generale, incentivare la produttività dei dipendenti) si aggiungono allo stipendio, generando un compenso aggiuntivo «in natura», significa contribuire sensibilmente a ridare ossigeno alle famiglie;
    in ottemperanza agli obiettivi adottati dall'ONU per uno sviluppo sostenibile, particolare attenzione deve essere rivolta alla riscoperta dei paesaggi rurali dell'entroterra, attraverso il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, capillarmente diffusi sul territorio nazionale, ognuno espressione di un patrimonio caratterizzato da paesaggi, storia, cultura, arte e tradizioni che rendono unico il nostro Paese, sviluppando quindi un turismo di prossimità basato sulla centralità della persona e della sua sicurezza, che sappia sfruttare al meglio la capacità attrattiva dei territori locali, tutelandoli anche da fenomeni di abbandono e degrado;
    nell'ambito delle strategie di attuazione del Green Deal particolare attenzione dovrebbe essere rivolta al sostegno delle eccellenze dell'agroalimentare italiano, quale punto di riferimento, a livello globale, per il raggiungimento di ambiziosi obiettivi di sostenibilità e tutela della biodiversità, attraverso lo sviluppo di sistemi che incentivino l'adozione di alte prestazioni all'interno della filiera, secondo una strategia one health, incentrata sul riconoscimento del legame esistente tra la salute animale, quella umana e l'ecosistema, a garanzia della diffusione di modelli alimentari che, basati sui principi della dieta mediterranea, assicurino la qualità, la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale;
    in materia di istruzione, le politiche che il Governo dichiara di voler adottare per il rilancio della crescita in risposta alle Raccomandazioni al Paese approvate dal Consiglio Europeo, riprendono pressoché integralmente gli interventi normativi proposti dalle opposizioni, sui quali lo stesso Esecutivo si era però espresso in senso contrario durante l'iter dei provvedimenti emergenziali adottati negli ultimi mesi. Parere contrario è stato infatti reso in tema di inclusione scolastica, sulla proposta di aumento del numero di docenti di sostegno di ruolo e l'indizione di bandi annuali per corsi di specializzazione per il sostegno; parere contrario è stato reso sull'istituzione di percorsi di abilitazione ordinamentali all'insegnamento per la scuola superiore di primo e secondo grado, per la valorizzazione della formazione permanente del personale docente, definendo nel nuovo contratto di lavoro il monte ore annuale e obbligatorio per la formazione, e per la riduzione del precariato attraverso un sistema di reclutamento più lineare che potrebbe attingere facilmente dal sistema delle graduatorie. Parere contrario è stato infine reso in merito alla proposta di concorso per i docenti di religione cattolica, che valorizzi l'esperienza pregressa di lavoro, riconoscendo un punteggio al servizio svolto e prevedendo una riserva di posti;
    in tema di Ricerca e Sviluppo, per sopperire alla carenza di investimenti pubblici effettuati negli ultimi anni, è necessario utilizzare le risorse del Next Generation EU per aumentare le spese oltre che per l'istruzione, per la ricerca e lo sviluppo, in quanto il livello di istruzione secondaria e terziaria della popolazione italiana è inferiore alla media dell'Unione europea (4,0 per cento contro il 4,6 del PIL nel 2018 secondo i dati Eurostat), ma il gap è particolarmente accentuato nella componente dell'istruzione terziaria (0,3 per cento contro 0,8 per cento del PIL). Parimenti, la spesa complessiva in Ricerca e Sviluppo pubblica e privata del Paese (1,35 per cento del PIL nel 2017) è inferiore alla media UE (2,06 per cento del PIL). Sono ancora numerose le aree di povertà educativa minorile e dispersione scolastica, caratterizzate da un elevato tasso di criminalità minorile. Per invertire questa tendenza è necessario garantire l'uguaglianza delle opportunità educative, ma anche innalzare gli standard e la qualità della didattica, anche attraverso gli strumenti digitali, riducendo il più possibile il digital divide tra le diverse zone del Paese;
    riguardo al settore culturale, nell'ambito degli interventi emergenziali sono state destinate dal Governo risorse ai musei non statali, circa 200 milioni di euro stanziati che però non andranno tutti al comparto museale, ma sono destinati anche ad altre finalità quali, il sostegno dei comparti librario ed editoriale;
    nell'ambito delle strategie di attuazione del Green New Deal è necessario trasformare le problematiche climatiche e le sfide ambientali in opportunità concrete creando le condizioni per un'effettiva crescita e un incremento della produttività del Paese, e non come un ulteriore limite o ostacolo allo sviluppo, indirizzando le risorse verso investimenti green intelligenti intesi a migliorare la qualità della vita dei cittadini, inclusi gli aspetti sanitari; rilevante è la promozione dell'economia circolare quale obiettivo ambientale prioritario del Green New Deal che vede nella corretta gestione e valorizzazione dei rifiuti un perno centrale e prioritario nonché l'accelerazione della transizione energetica per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione del PNIEC, attraverso maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili, maggiore efficienza energetica e minori emissioni di gas effetto serra;
    tra le politiche di valorizzazione del patrimonio pubblico si fa riferimento al settore dell'edilizia ecosostenibile, evidenziando l'opera di adeguamento e revisione del parco infrastrutturale della Difesa in termini di valorizzazione, riqualificazione e nuova edificazione, secondo criteri costruttivi innovativi di basso impatto ambientale e ridotti costi di manutenzione;
    il patrimonio immobiliare della Difesa comprende una vasta tipologia di siti ed infrastrutture, con quasi il 50 per cento delle infrastrutture risalente a prima del 1915 e soltanto il 10 per cento dopo il 1945;
    nel quadro di supporto all’export di specifiche filiere produttive, si fa riferimento, considerata l'importanza del settore della Difesa, al sostegno delle potenzialità dell'industria italiana dell'Aerospazio, della Difesa e della Sicurezza, la cui produzione è significativamente destinata per quasi il 70 per cento ai mercati esteri;
    sul fronte del rischio reale di «scalate ostili» e operazioni di speculazione da parte di soggetti terzi in conseguenza della grave crisi sociale ed economica determinata dall'emergenza epidemiologica in atto nel nostro Paese, è urgente approntare una serie di misure efficaci volte a tutelare e rafforzare la solidità e la sicurezza delle nostre imprese nazionali operanti in settori di rilevanza strategica e in quelli sottoposti alla normativa sul « Golden Power» nonché delle aziende rilevanti, nella produzione nazionale, comprese anche le piccole, medie e micro imprese (come ad esempio, quelle il cui marchio sia stato definito «marchio storico» ovvero quelle di alto valore per le filiere produttive italiane);
    in tema di sanità, il PNR consiste in una sommatoria di generiche dichiarazioni di intenti, prive di indicazioni certe su modalità e tempi di realizzazione del programma di ammodernamento del sistema sanitario nonché sui controlli;
    in tema di investimenti in materia di edilizia sanitaria, in particolare, il piano ipotizza un investimento di 32 miliardi in un arco temporale che va dal 2018 al 2045, per interventi in materia di adeguamento antisismico, antincendio e tecnologico, utilizzando a tal fine i fondi MES che, però, possono finanziare interventi connessi all'emergenza sanitaria, per spese dirette e indirette, nel biennio 2020-2021;
    il programma nazionale di riforma avrebbe dovuto dettare le regole fondamentali per la rimodulazione della spesa, dando contezza di una pianificazione in innovazione, ricerca e prevenzione post COVID anzitutto sulla base delle risorse già disponibili, che ammontano a 25 miliardi di euro sul biennio, comprensivi delle risorse stanziate e non utilizzate, che si aggiungono agli 8,280 miliardi di incremento in parte corrente in ragione e per l'effetto dei provvedimenti emergenziali intervenuti, rilevanti ai fini dello scostamento complessivo di 100 miliardi;
    l'Esecutivo non ha provveduto ad approfondire nel dettaglio dove, come e quando andrebbero allocati tali fondi e quali obiettivi ci si prefigge con essi di realizzare, prendendo per buona una ricognizione del 2018 senza nessuna verifica in punto di attualizzazione dei fabbisogni;
    l'Allegato III al Programma nazionale di riforma, relativo a infrastrutture e trasporti, contiene una serie di misure per lo sviluppo delle reti infrastrutturali di trasporto senza alcun carattere di novità e del tutto prive di efficacia, anche rispetto all'individuazione delle opere da realizzare in via prioritaria, molte delle quali già oggetto di commissariamento;
    particolare attenzione è posta al tema della mobilità sostenibile senza che siano tuttavia previste misure concrete per il ricambio del parco circolante, sia ad uso privato che commerciale, e per la celere realizzazione dell'ampliamento delle reti metropolitane di diverse città italiane;
    non si comprende quale sia lo stato di avanzamento delle opere previste nei Contratti di programma tra il MIT e RFI e tra il MIT e Anas, soprattutto in termini di oneri già finanziati e fabbisogno;
    nell'Allegato III al Programma nazionale di riforma si fa riferimento ad un aggiornamento del Piano nazionale aeroporti senza fornire alcun dettaglio in merito, specie con riguardo per lo sviluppo del trasporto aereo delle merci e della specializzazione funzionale di ciascun scalo aeroportuale;
    il Piano Nazionale delle Riforme si basa ampiamente sulla riconversione dell'economia verso una maggiore sostenibilità ambientale. Allo stesso tempo il Quadro Finanziario Pluriennale dell'Unione europea punta circa un terzo delle proprie risorse sul Green New Deal, pur con contraddizioni evidenti che vedono ridursi da 30 a 10 miliardi le risorse del Just Transition Fund, il principale Fondo che dovrebbe essere dedicato proprio alla transizione equa, con conseguenze anche sui trasferimenti di risorse europee all'Italia da dedicare alla svolta ambientalista delle centrali elettriche e dei siti produttivi fortemente energivori;
    va evidenziata la criticità delle nuove «risorse proprie» dell'Europa, che comporteranno interventi di tipo fiscale, che andranno ad alimentare direttamente il bilancio pluriennale dell'Unione Europea;
    in particolare si dovrebbero avere aumenti nei seguenti ambiti: a) un'imposta sul riciclo dei rifiuti in plastica, che va ad aggiungersi a quella già approvata e la cui entrata in vigore è stata rinviata al 1o gennaio 2021; b) l'aumento dell'imposta sul meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera, che verrà decisa nel primo semestre 2021; c) la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni; d) l'estensione del sistema di scambio di emissioni ai settori marittimo ed aeronautico; e) il prelievo del 3 per cento applicata alla nuova tassa imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società; f) un ridimensionamento dal 10 al 20 per cento della quota dei dazi doganali trattenuta dagli Stati membri quale compenso per la riscossione;
    gli aumenti delle imposte indicate o dei prelievi sono quantificabili in Italia in circa 5,5/6 miliardi di euro annui, proseguirebbero anche negli anni successivi al settennato del QFP 2021-27 e sarebbero a carico delle imprese italiane;
    l'aumento delle risorse proprie a carico dell'Italia, già contribuente netto, da destinare al Bilancio pluriennale europeo, peraltro, coincide con la diminuzione dei contributi di altri Paesi europei contribuenti netti, attraverso il ricalcolo dei rebates;
    l'Italia diventerebbe quindi percettore netto solo nei quattro anni, 2021-2024, in cui riceverebbe i trasferimenti dei Fondi europei legati al piano di aiuti e di prestiti del Recovery Fund, per tornare ad essere contributore netto dal 2025 con un valore medio tra il dare e l'avere pari al doppio di quello medio stimabile oggi;
    il PNR dovrebbe quindi stimarne l'impatto sulle imprese coinvolte, sul loro prodotto e soprattutto sui posti di lavoro che potrebbero perdersi nei settori interessati dall'aumento paventato dell'imposizione fiscale,

impegna il Governo

   ai fini dell'elaborazione di una condivisa e complessiva strategia di rilancio del Paese, al corretto e completo coinvolgimento del Parlamento, e delle forze di opposizione alla stesura del Piano per la ripresa e la resilienza, cosiddetto Recovery Plan;
   ad utilizzare la leva fiscale di vantaggio e la garanzia dello Stato per i prestiti bancari a costi prossimi allo zero, per sostenere l'iniziativa economica, in particolare delle micro, piccole e medie imprese, favorendo la capitalizzazione, l'innovazione di prodotto e dei processi produttivi, agevolando l'accorpamento delle imprese manifatturiere e l'accesso ai mercati esteri, favorendo la ricerca e la sinergia tra imprese e università;
   ad evitare l'introduzione di qualsiasi nuova forma di tassazione, a partire da quella patrimoniale;
   ad introdurre un regime forfettario di vantaggio con la cosiddetta flat tax per fatturati fino a 100.000 euro;
   a provvedere alla revisione del trattamento tributario del reddito familiare con l'introduzione della flat tax per le famiglie fiscali;
   al fine di mitigare l'imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche che non rientrano tra i soggetti che beneficiano della flat tax, ad accorpare le ultime tre aliquote dell'imposta sul reddito delle persone fisiche;
   ad introdurre, sulla parte del reddito delle persone fisiche e delle società eccedente il reddito complessivo dichiarato per il periodo d'imposta precedente, come determinato ai fini IRPEF o IRES, l'imposta sostitutiva del 15 per cento;
   al fine di rilanciare la crescita e dare un nuovo impulso allo sviluppo economico del Paese, a ridurre il carico fiscale delle società, attraverso una riduzione progressiva dell'aliquota dell'imposta sul reddito delle società dall'attuale 24 per cento al 20 per cento per i periodi di imposta successivi al 31 dicembre 2019 e fino al 31 dicembre 2022, e prevedere un'ulteriore riduzione a decorrere dal 1o gennaio 2023, portando l'aliquota dell'imposta sul reddito delle società che passerà dal 20 per cento al 15 per cento;
   a sospendere l'applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, sino al 2021;
   a sospendere le disposizioni che limitano l'utilizzo del denaro contante e introducono le forme di pagamento elettronico, senza agevolazioni per gli esercizi commerciali, sino a tutto il 2021;
   ad assicurare l'accesso al credito a famiglie e imprese e – in questo contesto – accelerare il processo di riduzione dello stock di crediti deteriorati;
   ad eliminare le inefficienze e i limiti che pervadono l'attuale sistema di compensazione dei crediti e debiti vantati verso le Pubbliche Amministrazioni, introducendo strumenti finalizzati ad accelerarne e semplificarne l'attuazione;
   ad adottare iniziative volte a prevedere una «pace fiscale» per i contribuenti e le imprese volta a ridurre il contenzioso e i carichi pendenti a partire dal 2021;
   a semplificare il complesso tessuto normativo per rendere più competitiva l'Italia, tagliando in maniera energica e definitiva i temi e i costi della burocrazia, anche attraverso un efficace piano di digitalizzazione della pubblica amministrazione con adeguate risorse da destinare alle amministrazioni locali e lo snellimento di ogni adempimento burocratico, in particolare degli adempimenti, per facilitare l'avvio immediato di ogni nuova impresa;
   a procedere all'effettivo pagamento di tutti i debiti in ritardo della pubblica amministrazione nei confronti dei professionisti e delle imprese, alla compensazione piena tra crediti e debiti, rispettando i termini di legge per le nuove assegnazioni, iniettando in questo modo liquidità nel sistema delle aziende, fondamentale per la ripresa economica;
   a riportare il livello della tassazione sulla prima e sulla seconda casa ad un livello sostenibile, incentivando la riqualificazione degli immobili ed estendendo la cedolare secca anche agli immobili non abitativi e contestualmente adottando piani di rigenerazione urbana;
   a prevedere una riduzione del 30 per cento dei coefficienti di calcolo IMU, nonché l'esenzione della predetta imposta per i comuni con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti e per gli immobili a uso commerciale rientranti nella categoria catastale C/1 sfitti;
   a rendere «esplicito» l'intendimento di proseguire il percorso avviato dal precedente Governo per il raggiungimento dell'autonomia differenziata delle regioni che ne abbiano fatto istanza, partendo da quelle il cui percorso è già in stato avanzato, presentando quanto prima iniziative in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in attuazione del principio di autonomia, di sussidiarietà e leale collaborazione, costruendo un sistema di competenze differenziate che siano in grado, per prossimità, per cultura civica e per reticolo istituzionale di supporto, di fornire strumenti alle amministrazioni in grado di fornire risposte tempestive in merito:
    a) alla lentezza nei processi di decisione e alla necessità di rispondere con immediatezza alle trasformazioni economiche;
    b) ad una progettazione a lungo termine che sia rispondente alle peculiarità territoriali;
    c) ad un percorso che preveda, a fronte dell'aumento di competenze, un corrispondente aumento di responsabilità e di controllo dell'azione amministrativa da parte dei cittadini al fine di raggiungere le migliori performance pubbliche;
   al fine di migliorare l'efficienza del sistema giudiziario, individuare politiche strutturali volte ad assicurare una riduzione e una maggiore prevedibilità dei tempi della giustizia, ovvero la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio;
   ad adottare iniziative volte a migliorare l'efficienza del sistema giustizia, con particolare riguardo alla velocizzazione dei processi civili e penali, alla lotta alla corruzione e al contrasto della criminalità organizzata, e il sistema penitenziario, sotto il duplice profilo degli interventi di edilizia penitenziaria e di potenziamento degli organici della polizia penitenziaria;
   ad introdurre meccanismi atti a migliorare la lotta alla criminalità organizzata, alle organizzazioni mafiose e alla criminalità organizzata transnazionale;
   a perseguire l'obiettivo della copertura e dell'ampliamento delle piante organiche di magistrati e personale amministrativo, nonché della riqualificazione del personale in servizio, anche attraverso l'espletamento di procedure concorsuali e ad adottare le misure volte alla valorizzazione del ruolo dei magistrati onorari;
   a realizzare un processo di riqualificazione che permetta di superare le carenze strutturali delle carceri italiane e il loro sovraffollamento, prevedendo un piano strategico di misure in materia di edilizia penitenziaria, sia attraverso la riqualificazione degli spazi esistenti sia attraverso l'incremento dei posti detentivi;
   a provvedere al completamento della pianta organica del Corpo di Polizia Penitenziaria, al momento fortemente carente in quasi tutte le strutture penitenziarie;
   a prevedere una particolare attenzione al tribunale dei minori quale strumento di tutela dei minori stessi e rivedere i procedimenti di separazione e divorzio con figli minori avanti i tribunali ordinari per garantire il rispetto del principio di bigenitorialità, auspicando una riforma con l'istituzione del tribunale della famiglia;
   a rafforzare le politiche attive per il lavoro, evitando che vengano disperse risorse pubbliche per misure di fatto assistenziali c prive di effetti concreti sul mercato del lavoro;
   ad agevolare il mercato del lavoro attraverso una semplificazione reintroducendo forme flessibili mediante l'utilizzo dei voucher per le attività minori, per il lavoro agricolo e per il lavoro domestico e per il settore turistico, evitando il paventato salario minimo orario che avrebbe effetti distorsivi sulla contrattazione sindacale e incentivando così il lavoro, in particolare nei campi, da parte dei disoccupati, inoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, al fine di sopperire alla denunciata carenza di manodopera senza ricorrere ad ingiustificati provvedimenti di regolarizzazione di cittadini stranieri senza documenti;
   a prevedere maggiore flessibilità nel mercato del lavoro attraverso il superamento del cosiddetto decreto dignità, che ha portato una diminuzione dei posti di lavoro, e del reddito di cittadinanza, i cui effetti assistenzialistici rappresenteranno un ulteriore deterrente al reinserimento nel mondo del lavoro;
   ad introdurre una decontribuzione del 50 per cento per 10 anni per le aziende che assumono lavoratori fino ai 35 anni;
   a non perseguire politiche penalizzanti per i lavoratori, finalizzate ad allungare l'età di accesso ai trattamenti previdenziali, che andrebbero anche a detrimento dei più giovani ai quali sarebbe reso più complicato entrare nel mercato del lavoro;
   a disporre opportune sollecitazioni all'impiego, dei disoccupati, inoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, con particolare riguardo al settore agricolo al fine di sopperire alla denunciata carenza di manodopera;
   ad incrementare le tutele e le protezioni sociali dei lavoratori reclutati con piattaforme digitali;
   a rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali, in modo da tutelare i lavoratori penalizzati dalla crisi derivante dall'emergenza epidemiologica e garantire ossigeno alle imprese in difficoltà;
   ad attuare e potenziare le attuali politiche di sostegno alla natalità e alla famiglia, incrementando le risorse stanziate per il finanziamento dell'assegno unico universale e degli altri strumenti in materia, tenuto conto dell'esigenza di contrastare la crisi demografica in atto e di invertire i tassi di natalità registrati nel nostro Paese, attualmente i più bassi d'Europa;
   a perseguire politiche idonee a consentire l'inclusione delle persone con disabilità in ambito sociale, familiare, lavorativo e scolastico, in condizioni di parità con tutti gli altri soggetti, anche adottando misure volte al riconoscimento della lingua dei segni e della lingua dei segni tattile;
   a varare un Piano efficace di sostegno in favore di famiglie e lavoratori, soprattutto di quelli appartenenti alle categorie più svantaggiate, anche prevedendo un potenziamento degli strumenti di welfare aziendale, come indicato in premessa;
   ad attuare una riforma complessiva e organica della disciplina tributaria specifica per gli emolumenti retributivi dei lavoratori dipendenti, in particolare del settore privato, finalizzata ad agevolare – attraverso forme di detassazione consistenti e permanenti – gli incrementi di produttività e di redditività;
   ad assicurare che nel PNR siano destinate adeguate risorse al sostegno della famiglia e ad avviare il sostegno diretto dei caregiver familiari e delle persone con disabilità, mediante la riforma del sistema della previdenza e dell'assistenza ad essi dedicato;
   ad assicurare che nella definizione del piano delle misure e delle riforme strutturali da adottare e da comunicare entro la metà del prossimo mese di ottobre 2020 alla Commissione europea, sia garantito l'ascolto delle associazioni delle persone con disabilità ai sensi dell'articolo 4, comma 3 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, al fine di realizzare i diritti di cui alla medesima convenzione e per la realizzazione di una concreta condizione di pari opportunità tra cittadini;
   ad assicurare che i progetti e le iniziative del Governo in materia di riforme in ambito ambientale, turistico, urbanistico, per i trasporti e la mobilità, per le infrastrutture, per lo sviluppo, per la digitalizzazione e la semplificazione, per la riforma della PA, per la riforma del sistema dell'occupazione delle persone con disabilità, ed in ogni ambito in cui ciò sia richiesto, prevedano la preventiva condivisione con le associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità in ottemperanza all'articolo 4 , comma 3 della convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità e che, in particolare, sia garantita la mobilità delle persone con disabilità attraverso l'adozione di misure atte a garantire l'accessibilità e l'abbattimento delle barriere architettoniche;
   ad adottare un piano strategico di promozione dell'Italia in chiave turistica e attrattiva, garantendo liquidità a tutti gli operatori del settore e una sensibile riduzione del carico fiscale in sintonia con quanto previsto dalla legislazione di altri Paesi nostri concorrenti diretti e anche attraverso la tutela e la valorizzazione dei piccoli centri, diffusi su tutto il territorio nazionale, che sono la testimonianza analitica della storia della cultura, dell'arte, del paesaggio e delle tradizioni proprie di ciascun territorio e che insieme rendono unico il nostro Paese, sostenendo un turismo di prossimità basato sulla centralità della persona e della sua sicurezza, che sappia sfruttare al meglio la capacità attrattiva dei territori locali, tutelandoli anche da fenomeni di abbandono e degrado;
   a sostenere le eccellenze dell'agroalimentare italiano attraverso lo sviluppo di sistemi che incentivino l'adozione di alte prestazioni all'interno della filiera, secondo una strategia one health, incentrata sul riconoscimento del legame esistente tra la salute animale, quella umana e l'ecosistema, a garanzia della diffusione di modelli alimentari che, basati sui principi della dieta mediterranea, assicurino la qualità, la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale;
   a porre in essere azioni per limitare i danni dei ritardi nel concorso transitorio della secondaria, per superare il contenzioso dei concorsi a dirigente scolastico e per risolvere la situazione in merito ai cosiddetti «DSGA facenti funzione»; a risolvere definitivamente il problema dei docenti di scuola primaria diplomati magistrale, ante 2001/2002 licenziati a seguito di giudizi definitivi, ma non ricompresi nel novero dei partecipanti al concorso straordinario indetto nel 2018, in forza delle disposizioni contenute nel decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, convertito dalla Legge 9 agosto 2018, n. 96, cosiddetto «decreto Dignità»;
   ad incrementare ulteriormente le risorse finanziarie per un piano straordinario di interventi, fondamentale per la messa in sicurezza, la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e museale, con iter autorizzativi più rapidi;
   a predisporre un piano strategico nazionale sulla valorizzazione del patrimonio UNESCO, materiale e immateriale, con investimenti adeguati soprattutto perché questi siti possono fungere da traino per riportare il turismo straniero nel nostro Paese, anche grazie ad una massiccia promozione dei siti stessi attraverso i media dei paesi europei ed extraeuropei. A potenziare il più possibile il previsto piano per la valorizzazione del patrimonio culturale, il paesaggio e i borghi al fine di attrarre i turisti verso aree meno conosciute, ma ugualmente interessanti del Paese, anche migliorando le infrastrutture viarie e ferroviarie per raggiungere le medesime;
   a sviluppare l'uso delle nuove tecnologie nel controllo satellitare del territorio, attraverso la creazione di un unico data base che possa controllare lo stato delle opere artistiche sotto una molteplicità di parametri per indicare gli interventi di restauro urgenti da effettuare; a dare, per questa finalità, più risorse al MIBACT, anche in termini di personale, attraverso nuove assunzioni e un'adeguata formazione, a promuovere per questo progetto la creazione di nuove start-up, in linea con quanto avviene nei paesi del Nord Europa;
   a valorizzare maggiormente il ruolo dello sport ai fini dell'inclusione e dell'integrazione sociale, per garantire il diritto allo sport nelle aree territoriali più disagiate, attraverso il potenziamento e la riqualificazione dell'impiantistica sportiva sul territorio;
   ad indirizzare maggiori risorse agli enti locali e alle regioni al fine di consentire il miglioramento e l'ottimizzazione dei servizi pubblici, in termini di opere idriche, impianti di rifiuti, mobilità sostenibile, quali interventi concreti al raggiungimento di obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici e di prevenzione del dissesto idrogeologico nonché per immaginare una fase di ripresa che da un lato consenta di accelerare le opere e contribuire alla riduzione dei carichi tariffari sui cittadini, dall'altro possa favorire la realizzazione di opere infrastrutturali e l'apertura di nuovi cantieri;
   a favorire l'utilizzo delle risorse già disponibili attraverso un reale contributo alla riduzione dei vincoli burocratici e amministrativi per consentire di avviare gli investimenti e non lasciarli sulla carta come intenti;
   a individuare iniziative intese ad accompagnare la transizione verso un reale modello di economia circolare basato su un uso efficiente delle risorse naturali, su una corretta gestione dell'acqua, la bonifica dei siti contaminati nazionali e regionali contaminati e su un virtuoso ciclo dei rifiuti che punti al recupero di materia ed energia anche attraverso conseguente e necessario efficientamento e completamento di un sistema impiantistico efficace ed uniforme sull'intero territorio nazionale, anche attraverso l'individuazione di standard minimi per gli impianti di trattamento dei rifiuti;
   ad assumere iniziative legislative intese a garantire norme chiare e procedure amministrative e autorizzative semplificate, per garantire il perseguimento degli obiettivi del PNIEC, dare certezza agli investimenti, anche in ricerca e sviluppo, e agli operatori anche adottando misure di defiscalizzazione per gli investimenti in campo ambientale e programmare risorse pubbliche per la realizzazione di infrastrutture di pubblica utilità;
   a rafforzare e semplificare le attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare della Difesa, attraverso l'utilizzo di fondi e programmi già operativi o di prossima attivazione nel quadro dell'Unione europea, a partire dal Piano per la ripresa Next Generation EU, e al contempo sostenere con adeguate risorse finanziarie il processo di rinnovo infrastrutturale avviato dalle Forze armate, per rispondere ai profili funzionali e operativi degli immobili, e alle esigenze alloggiative e di benessere del personale;
   a ritenere il sostegno all'intero comparto della Difesa una priorità strategica per il nostro Paese, considerato che l'impatto della ricerca scientifica in ambito militare, unitamente all'innovazione tecnologica derivante, definisce e influenza il progresso sociale ed economico dell'intero Paese, e al contempo provvedere a garantire le adeguate risorse necessarie ad assicurare la fattibilità dei futuri programmi di sviluppo di materiali d'armamento, sia in ambito nazionale che in chiave di cooperazione tra stati, intensificando così la presenza delle aziende italiane nel mercato internazionale [DIFESA];
   ad adottare tutte le iniziative di competenza volte a tutelare le aziende italiane da operazioni di tipo speculativo promosse da soggetti esteri, comprese le piccole, medie e micro imprese;
   a prevedere il mantenimento della web tax, attraverso la sua configurazione quale forma di imposizione indiretta che si concentra sul mero utilizzo del servizio fornito, considerato come indice significativo ed attendibile di un trasferimento di ricchezza suscettibile di essere tassato come tale nel territorio statale in cui si registra;
   a definire un piano dettagliato di analisi delle reali necessità e dei risparmi che si andrebbero a realizzare con gli investimenti, in modo da poter dare preventivamente conto della necessità di nuove forme di indebitamento;
   a valutare l'opportunità di procedere ad un adeguamento del sistema sanitario senza gravare le future generazioni di ulteriore debito, individuando le risorse necessarie per offrire a tutti i cittadini i LEA sanitari e socio sanitari, compresi anche gli interventi di prevenzione c di cure innovative già oggi disponibili ma tuttora non previsti come diritti di salute esigibili;
   a riconsiderare l'elenco delle opere prioritarie previste nel programma «#Italiaveloce», al fine di includervi tutti gli interventi infrastrutturali già finanziati, anche parzialmente, che allo stato risultino immotivatamente bloccati;
   a prevedere un significativo piano di manutenzione e messa in sicurezza di ponti, viadotti e cavalcavia siti su strade statali e provinciali;
   nell'ambito dello sviluppo della mobilità sostenibile, ad introdurre incentivi, destinati alle imprese, per il rinnovo dei mezzi commerciali circolanti, in particolare quelli con massa inferiore alle 3,5 tonnellate;
   nell'ambito dello sviluppo della mobilità sostenibile, ad introdurre incentivi all'acquisto di auto nuove, indipendentemente dal loro tipo di alimentazione, con contestuale rottamazione di veicolo usato;
   a portare a compimento l’iter di riforma del codice della strada avviato in sede parlamentare;
   a favorire la specializzazione degli aeroporti più piccoli su specifici segmenti del trasporto aereo;
   a sostenere la competitività del sistema produttivo del Centro-Nord e a rafforzare il Piano Strategico per il Mezzogiorno dando concretezza a quanto già previsto nel PNR, al fine di raggiungere gli auspicati obiettivi di coesione.
(6-00122) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».