ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00104

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 332 del 29/04/2020
Abbinamenti
Atto 6/00105 abbinato in data 29/04/2020
Atto 6/00106 abbinato in data 29/04/2020
Atto 6/00107 abbinato in data 29/04/2020
Atto 6/00108 abbinato in data 29/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: GELMINI MARIASTELLA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 29/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
MANDELLI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
PRESTIGIACOMO STEFANIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
CANNIZZARO FRANCESCO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
D'ATTIS MAURO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
D'ETTORE FELICE MAURIZIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
PELLA ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020


Stato iter:
29/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE GOVERNO 29/04/2020
Resoconto CASTELLI LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 29/04/2020
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
Resoconto MARATTIN LUIGI ITALIA VIVA
Resoconto BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto PADOAN PIETRO CARLO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GARAVAGLIA MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto GUBITOSA MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SGARBI VITTORIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/04/2020

DISCUSSIONE IL 29/04/2020

DICHIARATO PRECLUSO IL 29/04/2020

CONCLUSO IL 29/04/2020

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00104
presentato da
GELMINI Mariastella
testo di
Mercoledì 29 aprile 2020, seduta n. 332

   La Camera,
   premesso che:
    preso atto della decisione del Consiglio dei Ministri di attivare la procedura di aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT) ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243;
    il Parlamento è chiamato a votare uno scostamento di bilancio per il 2020 per 55 miliardi di euro di deficit, a causa del protrarsi dell'emergenza Coronavirus e della necessità di nuove misure per il sostegno della sanità, nonché del lavoro e delle attività produttive bloccate dal lockdown. Si tratta del secondo voto sullo scostamento – dopo quello di circa 20 miliardi di euro di indebitamento netto dell'11 marzo 2020 – nel corso dell'emergenza sanitaria in atto. Questo porterà il rapporto deficit-Pil del nostro Paese al 10,4 per cento e il rapporto debito/Pil al 155,7 per cento. Il tasso di disoccupazione nel 2020 è previsto salire all'11,6 per cento;
    quanto all'aumento del deficit, esso è possibile grazie alla sospensione del Patto di Stabilità europeo, mentre con riferimento all'esplosione del debito pubblico, il Documento di Economia e Finanza (DEF) prevede un piano di rientro verso la media dell'area euro nell'arco di dieci anni;
    di fatto il Governo propone al Parlamento un'ipoteca sui conti dei prossimi dodici anni: 411,55 miliardi di indebitamento aggiuntivo da qui al 2031, 112,6 miliardi solo nel 2020-2022, a cui si aggiunge una postilla da 29,2 miliardi all'anno dal 2032;
    tuttavia, non è ancora dato sapere come il Governo utilizzerà le risorse derivanti da questo maggior deficit e maggior debito, anche a causa della non esaustiva interlocuzione da esso avuta con le opposizioni e, più complessivamente con il Parlamento, nonostante gli inviti del Presidente della Repubblica. Sarà, pertanto, un voto necessitato a scatola chiusa;
    non abbiamo infatti ancora una indicazione di massima delle macrovoci di interventi che concorrono a formare i 100 miliardi di saldo netto da finanziare 2020 che non rientrano nel perimetro dell'indebitamento netto 2020;
    nelle more della conoscenza di questo dato, le voci più accreditate riconducono buona parte di questi 100 miliardi: allo stanziamento di risorse per impegni di natura finanziaria quali il rilascio delle controgaranzie dello Stato sulle garanzie che SACE spa può rilasciare sui finanziamenti bancari alle imprese fino a 400 miliardi di euro (ai sensi di quanto stabilito dal Decreto Liquidità) e alla dotazione finanziaria di Cassa Depositi e Prestiti per eventuali acquisizioni di aziende in difficoltà ritenute strategiche. Ad ogni modo, è necessario avere conferma che le risorse stanziate a fronte del rilascio di garanzie da parte di SACE spa sui 400 miliardi di finanziamenti alle imprese, ai sensi di quanto previsto dal Decreto Liquidità, siano state opportunamente suddivise tra una parte confluita anche ad indebitamento netto 2020 e una parte confluita invece solo a saldo netto da finanziare 2020, rappresentando sin d'ora che, ove così non fosse, il Governo chiede al Parlamento di votare uno scostamento di bilancio errato nella sua struttura e che esporrà l'Italia alla seconda imbarazzante correzione da parte di Eurostat, con conseguente necessità di modifica postuma dei saldi di bilancio, come avvenuto ad aprile 2018 in relazione alle errate poste di bilancio del cosiddetto «Decreto Banche Venete» di giugno 2017;
    Forza Italia è disposta, nei solco dell'atteggiamento responsabile che ha contraddistinto la sua azione politica dall'inizio dell'emergenza, a sostenere la seconda proposta di scostamento di bilancio, che dovrebbe però aumentare fino ad almeno 75-80 miliardi di deficit (in termini di indebitamento netto), contro i 55 previsti dal Governo, così da avere un ammontare complessivo di 100-105 miliardi (primo e secondo scostamento), come avevamo proposto sin dall'inizio della crisi con molta chiarezza a fronte del minimalismo irresponsabile del Governo;
    il maggior indebitamento netto 2020, messo al servizio di famiglie e imprese per il superamento della crisi, nei «tre decreti COVID» Cura Italia, Liquidità e quello di prossima emanazione, pari a complessivi 74 miliardi di euro, appare infatti del tutto insufficiente ad offrire una risposta adeguata in un anno in cui è espressamente consentito e supportato a livello europea il ricorso all'indebitamento e al debito in misura massiccia;
    occorre mettere tutto il «fieno in cascina» il più possibile, ovvero caricare al massimo la politica economica italiana nel 2020, in maniera da avere il massimo risultato in termini di crescita e occupazione nel 2021 e 2022. L'idea del caricare al massimo la politica economica in situazioni di ciclo economico avverso è giustificata da una robusta letteratura economica. Questa ritiene infatti che le politiche fiscali espansive, come i tagli fiscali o gli aumenti della spesa, possono aumentare il Pil e i redditi nel breve periodo aumentando la domanda complessiva. Per avere il massimo impatto con il minor costo a lungo termine, lo stimolo dovrebbe avere appunto una natura «front load», ovvero essere dotata delle seguenti caratteristiche: tempestività, temporaneità e concentrazione su pochi obiettivi. Le politiche del Governo devono quindi essere tempestive, in modo che i loro effetti si possano far sentire mentre l'attività economica è ancora al di sotto del suo potenziale; quando l'economia si è ripresa, gli stimoli diventano infatti controproducenti. Temporanee, per evitare un aumento dell'inflazione e per minimizzare gli effetti negativi a lungo termine di un maggiore deficit di bilancio. E ben mirate, per fornire risorse alle componenti della società che ne hanno più bisogno e che le spenderanno: perché le politiche fiscali funzionino, è essenziale che i fondi siano spesi, non risparmiati;
    in sintesi, sfruttando l'anno sabbatico concesso dalle istituzioni europee, per attuare una politica economica di tipo «front load» occorre che il Governo aumenti al massimo il deficit quest'anno, di almeno altri 2 punti percentuali rispetto al Pil (rispetto al 10,4 per cento previsto nel DEF), portandolo quindi a circa il 12 per cento, per poi abbassarlo di 2 punti percentuali l'anno prossimo (rispetto al 5,7 per cento previsto sempre dal Governo nel DEF) in maniera da riportarlo sul sentiero virtuoso della credibilità nei confronti dei mercati e delle regole europee contenute nel Patto di Stabilità e Crescita, Fiscal Compact, Two Pack, Six Pack che non potranno essere sospese all'infinito;
    in particolare, uno scostamento di 100 miliardi consentirebbe di aggiungere alle misure in atto un rinvio di scadenze fiscali dal 2020 al 2021 per 26 miliardi, pari sostanzialmente ai saldi IRPEF, IRAP e IRES per l'anno 2019 in scadenza il prossimo 30 giugno, offrendo a moltissime partite IVA e imprese un sostegno in termini di liquidità molto più concreto e immediato di quelli sino ad ora concessi nella teoria, ma non incassati nella pratica; questi 26 miliardi di maggiore indebitamento netto 2020, per rinvio di incassi dello Stato al 2021, si sarebbe tradotto nel quadro programmatico del Governo – come accennato – in un deficit 2020 dell'11,8 per cento (rispetto al 10,4 per cento del DEF), e in un deficit 2021 del 4,3 per cento (rispetto al 5,7 per cento del DEF), mentre, sul fronte del rapporto Debito/PIL, avrebbe determinato un aumento al 157,2 per cento (rispetto al 155,7 per cento del DEF), ma poi già un riallineamento al dato del DEF sul 2021; numeri sufficienti ad evidenziare l'assoluta mancanza di coraggio, visione e strategia del Governo rispetto a un tema, quello dei rinvii delle scadenze fiscali 2020, che offre un aiuto concreto e immediato a molte partite IVA contro impatti assolutamente risibili sul bilancio dello Stato in un contesto in cui quello che conta è soltanto il «punto di arrivo» sul 2021 e non certo la «tappa intermedia» del 2020;
    Forza Italia conviene, inoltre, sulla necessità di sostenere l'intero pacchetto finanziario europeo da oltre 2.000 miliardi di euro deciso nell'ultimo Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo, costituito da 4 pilastri fondamentali (BEI, MES, SURE e Recovery Plan), da discutere e approvare in Parlamento, soprattutto in relazione alla quota che potrebbe spettare all'Italia (oltre 200 miliardi di euro), sostenendo la scelta di far prevalere il finanziamento tramite «grants» rispetto ai «loans»;
    il piano finanziario europeo a 4 pilastri rappresenta lo strumento per fornire supporto all'economia italiana, atteso che la BCE ha deciso di attuare il programma di Quantitative Easing da 750 miliardi di euro per il 2020, possibilmente prorogabile anche nel 2021, più altre misure di politica monetaria come l'allentamento delle regole sui collaterali e sui finanziamenti al sistema bancario, che fornisce uno scudo importante contro la crisi, in grado di tenere bassi gli spread e i rendimenti di emissione dei titoli di Stato;
    l'unica ricetta di politica economica possibile in questo momento per fronteggiare la disastrosa crisi economica in cui ci troviamo, consiste quindi in un forte aumento del deficit pubblico, ossia della spesa pubblica, grazie alla liquidità erogata e garantita dall'Unione Europea e dalla BCE. L'incremento della spesa pubblica, non solo nel breve ma anche nel medio-lungo termine, potrà consentire di creare quel volano per rilanciare la produzione e quindi i consumi;
    le condizioni economiche del sistema Italia, con un alto debito pubblico, ormai arrivato ad oltre il 155 per cento del Pil, non consente di fare a meno del sostegno economico proveniente dall'Unione Europea, mai come in questo momento così necessaria e funzionale per la nostra ripresa. A causa del nostro debito, non possiamo permetterci quella flessibilità di cui potrebbero giovarsi Paesi più virtuosi del nostro, con un basso debito pubblico, come ad esempio la Germania;
    maxi-manovra anticrisi e pacchetto europeo sono quindi indispensabili ad affrontare una congiuntura senza precedenti, con un Pil che crolla dell'8 per cento quest'anno, per risalire del 4,7 per cento il prossimo, in un rimbalzo aiutato anche dall'addio alle clausole Iva;
    la liquidità di cui di cui l'Italia necessita arriverebbe dalle misure varate dall'Eurogruppo nei giorni scorsi, come i 17-18 miliardi di euro che dovrebbero arrivare dal fondo Sure, ossia quel meccanismo di finanziamento europeo finalizzato a finanziare le rispettive casse d'integrazione dei Paesi membri e potrebbe arrivare anche dal cosiddetto Mes «morbido», ossia quella linea di credito che ha come vincolo quello di essere utilizzato solo per affrontare le spese inerenti alla crisi sanitaria diretta ed indiretta e le sue conseguenze, con una liquidità erogata che ammonterebbe a circa 36-37 miliardi di euro. Senza dimenticare, ovviamente, i 220 miliardi che la Bce ha già erogato all'Italia, grazie ai suoi acquisti dei titoli di Stato italiani, secondo un programma ben definito;
    quindi, secondo questa previsione, si arriverebbe ad un totale di 270 miliardi di euro, il restante dovrebbe arrivare dai futuri titoli di Stato emessi nel mercato, che continueranno ad essere acquistati comunque e anche dal nuovo fondo, denominato Recovery fund, tenendo conto che anche i 200 miliardi di euro della Bei previsti per finanziare il settore privato potrebbero portare indirettamente altra liquidità all'economia italiana. Questa liquidità sarà indispensabile per evitare possibili speculazioni sui titoli di Stato italiani nel mercato finanziario, a danno della nostra già provata economia;
    in questo quadro strategico, nell'ambito della legislazione nazionale, supportata dalle risorse e dai provvedimenti dell'intero pacchetto europeo, sarà anche utile anticipare a giugno la prossima Legge di bilancio per l'anno 2021;
    ad ogni modo, è necessario «parlamentarizzare» il dibattito europeo, portando alle Camere tutti i documenti sottoscritti e discussi nelle riunioni europee alle quali ha partecipato, in maniera che questi possano essere analizzati e discussi dalle istituzioni italiane che possono esprimere, sui tema, un congruo parere (Banca d'Italia, Corte dei conti, Ufficio Parlamentare di Bilancio, Confindustria, sindacati, ecc.). Tutto questo dovrebbe avvenire in sede parlamentare in una opportuna sessione di lavori con Commissioni congiunte Camera e Senato e con tutte le audizioni possibili, come normalmente si fa per le Leggi di Bilancio;
    un Parlamento consapevole e responsabile assieme ad un Paese opportunamente informato. Questo è il solo percorso in grado di dare al Governo il maggior potere negoziale, e la migliore risposta all'Europa, ai mercati e soprattutto agli italiani,

autorizza il Governo,

ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, a procedere all'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Termine (OMT) considerando la cifra di 80 miliardi in termini di indebitamento netto (così da avere un ammontare complessivo di 100 miliardi), necessaria alla realizzazione di interventi fondamentali in ambito sanitario ed economico-finanziario utili a fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19, e a rilanciare strutturalmente l'economia italiana gravemente colpita, rendendo l'intero «pacchetto europeo» (da discutere anche in Parlamento) strategico e complementare all'azione interna della decretazione emergenziale, valutando altresì l'opportunità di anticipare la legge di bilancio per il 2021 al prossimo mese di giugno.
(6-00104) «Gelmini, Brunetta, Occhiuto, Mandelli, Prestigiacomo, Cannizzaro, D'Attis, D'Ettore, Pella, Paolo Russo».