ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00606

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 378 del 19/02/2015
Abbinamenti
Atto 7/00588 abbinato in data 25/02/2015
Atto 7/00607 abbinato in data 25/02/2015
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00102
Firmatari
Primo firmatario: ROSTELLATO GESSICA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Data firma: 19/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZETTO WALTER MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 19/02/2015
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 19/02/2015
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 19/02/2015
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 19/02/2015
BARBANTI SEBASTIANO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 19/02/2015
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 19/02/2015
MUCCI MARA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 19/02/2015
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 13/03/2015
PRODANI ARIS MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 19/02/2015


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
TANCREDI PAOLO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 19/02/2015 13/03/2015
Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
09/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 25/02/2015
ROSTELLATO GESSICA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/02/2015
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 09/04/2015
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
ROSTELLATO GESSICA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
ROMANINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 09/04/2015
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
PARERE GOVERNO 09/04/2015
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/02/2015

DISCUSSIONE IL 25/02/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 25/02/2015

ATTO MODIFICATO IL 27/02/2015

DISCUSSIONE IL 09/04/2015

ACCOLTO IL 09/04/2015

PARERE GOVERNO IL 09/04/2015

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 09/04/2015

CONCLUSO IL 09/04/2015

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00606
presentato da
ROSTELLATO Gessica
testo presentato
Giovedì 19 febbraio 2015
modificato
Venerdì 13 marzo 2015, seduta n. 391

   La XIII Commissione,
premesso che:
dall'inizio della crisi economica in corso in Italia è stata chiusa una stalla su cinque, con la perdita silenziosa di 32 mila posti di lavoro e il rischio concreto della scomparsa del latte e dei prestigiosi formaggi italiani con effetti drammatici anche sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale;
gli allevatori italiani si sentono giustamente sotto attacco a causa della riduzione del valore di scambio del latte e degli altri prodotti senza alcun beneficio per i consumatori, e del perdurante fenomeno del commercio di latte e formaggi provenienti da altre realtà produttive contrabbandati per prodotti italiani;
in Italia le poco più di 36.000 stalle sopravvissute hanno prodotto nel 2014 circa 110 milioni di quintali di latte mentre si sono importati circa 86 milioni di quintali di latte (per ogni milione di quintale di latte importato in più scompaiono 17 mila mucche e 1.200 occupati in agricoltura in Italia), e la situazione rischia di precipitare nel 2015 con un prezzo riconosciuto agli allevatori che non copre neanche i costi di produzione e spinge verso la chiusura altre migliaia di allevamenti;
oltre a questa concorrenza sleale alla quale sono soggetti, gli allevatori italiani, vedono ulteriormente ridotti i propri ricavi per il fatto che l'Italia è il Paese dell'Unione europea in cui l'energia elettrica, il gasolio, le imposte e le tasse, gli alimenti e i medicinali hanno il costo più elevato a livello europeo (dati Istat e Università di Agraria di Bologna 2014) oltre agli oneri burocratici e ad una pedissequa applicazione della normativa di settore, spesso imposta senza una particolare attenzione verso gli operatori del settore e i consumatori tanto che e sembra abbia il mero fine di rendere ogni giorno più difficile;
vi è un impatto negativo anche con riferimento alla sicurezza alimentare, visto che nell'ultimo anno le cosiddette cagliate importate dall'estero hanno addirittura superato il milione di quintali, rappresentando ora circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte pari, al 10 per cento dell'intera produzione italiana, situazione che sta diventando sempre più seria e pericolosa; pericolosa dal punto di vista salutare, poiché la disciplina ed i controlli che incombono sui produttori esteri non sono assimilabili a quelli italiani (Romania, Ungheria, Lettonia hanno regolamentazioni simili a quelle italiane dei primi anni 2,50) ed è inoltre pericolosa anche perché economicamente permette di importare latte per qualsiasi uso a costi nettamente inferiori;
si rileva la costante presenza di prelavorati industriali provenienti soprattutto dall'Est Europa, che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità, che, dall'inizio della crisi nel 2007 ad oggi sono aumentati in valore del 23 per cento (dati del commercio estero nei primi dieci mesi del 2014);
altro tasto dolente è la problematica delle quote latte e relative multe che lo Stato italiano ha pagato in questi anni, creando una forte disparità fra aziende che le hanno regolarmente pagate, e aziende che invece, hanno continuato a vendere senza versare un euro;
da aprile 2015 il regime delle «quote latte» verrà superato: un fatto che viene da più parti considerato rivoluzionario per un settore caratterizzato da oltre un trentennio da una forte regolamentazione produttiva; con esso le quote, decise in origine per mantenere una politica di sostegno al settore evitando sovrapproduzioni, hanno cristallizzato, dalla fine degli anni ’80, le produzioni nazionali provocando forti squilibri tra i diversi Paesi; in Italia questa regolamentazione ha prodotto errori di gestione, conseguenti indagini della magistratura, multe salatissime da pagare alle casse comunitarie e problemi non ancora del tutto superati;
l'eliminazione del regime delle quote giunge in un momento difficile per il settore, con una tendenziale crescita dei consumi, soprattutto di formaggi e prodotti caseari, specie nei nuovi mercati, accompagnata da una sensibile volatilità dei prezzi;
in Europa si prevede una crescita delle produzioni (poco meno del 2 per cento all'anno), che toccheranno nel 2020 i 150 milioni di tonnellate di latte, ma con forti squilibri tra i Paesi produttori e con il rischio di un forte aumento della competitività e una crescita concentrata principalmente nel Nord Europa;
l'Italia è stata multata negli anni per non aver rispettato i contingenti di produzione e che le sanzioni non sono state mai saldate dagli allevatori come, invece, è richiesto dall'Unione europea, che ha utilizzato un meccanismo che più volte ha penalizzato gli allevatori virtuosi che hanno sempre rispettato la quota di produzione, favorendo chi ha venduto di più;
ad ottobre del 2014 dovevano essere inviati i bollettini per le multe, avendo l'Unione europea in estate deciso di andare avanti con la procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, chiedendo di recuperare dai produttori di latte «splafonatori» multe per 1,395 miliardi, per superamento delle quote di produzione assegnate tra il 1995 e il 2009 e che a fine agosto l'Agenzia delle entrate ha approvato il «modulo» per le cartelle di pagamento da consegnare a ogni allevatore multato, stabilendo che la notifica e la riscossione coattiva spettasse all'Agea avvalendosi della Guardia di finanza mentre ad oggi il recupero non risulta attuato nonostante sia necessario operare affinché questa situazione sia regolarizzata in modo che tutti gli allevatori operino in condizione di pari competitività;
difendere la produzione del latte italiano significa difendere un sistema che garantisce non solo 180 mila posti di lavoro, ma anche una ricchezza economica di 28 miliardi di euro, pari al 10 per cento dell'agroalimentare italiano;
la chiusura di una stalla non significa solo perdita di lavoro e di reddito, ma anche un danno al 53 per cento degli allevamenti italiani che si trova in zone montane e svantaggiate e svolge un ruolo insostituibile di presidio del territorio dove la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali,

impegna il Governo:

ad agire affinché sia espressamente prevista in etichetta l'origine del latte (anche Uht), dei formaggi e di tutti gli altri prodotti a base di latte e a garantire che venga chiamato «formaggio» solo ciò che deriva dal latte e non da prodotti diversi;
a promuovere a livello nazionale iniziative per il consumo e dei formaggi italiani di qualità soprattutto nelle scuole e nelle mense pubbliche;
ad assumere iniziative normative affinché vengano semplificate le procedure burocratiche a carico delle aziende agroalimentari nei confronti delle ASL;
a prevedere meccanismi di tutela o salvaguardia verso gli allevatori onesti, che finora hanno rispettato i limiti imposti dalle quote latte ed ad agire verso chi non ha rispettato i limiti imposti dalla legislazione corrente;
a promuovere iniziative affinché alle imprese agricole siano garantiti prezzi di favore per l'acquisto del gas, dell'energia elettrica, del gasolio e dei mangimi per l'allevamento degli animali nonché dei medicinali;
a prevedere maggiori controlli sanitari sul latte importato e maggiori controlli soprattutto per i paesi extra Unione europea nonché interventi a livello europeo per prevedere che i controlli sanitari minimi siano portati al nostro livello in tutti i Paesi dell'Unione europea;
a prevedere, ove ne ricorrano i presupposti di diritto, dazi in ingresso per latte importato da Paesi extra Unione europea;
ad intervenire a livello comunitario e nazionale per preparare con strumenti adeguati un piano per l'uscita del sistema delle quote, prevedendo meccanismi attraverso i quali venga definito il prezzo del latte con contratto semestrale o quadrimestrale per consentire agli allevatori una programmazione a medio termine;
ad agire a livello comunitario e nazionale per rendere possibile un aumento della produzione del latte italiano.
(7-00606) «Rostellato, Rizzetto, Bechis, Segoni, Artini, Barbanti, Baldassarre, Mucci, Turco, Prodani».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

produzione di latte

quota agricola

produzione nazionale