Legislatura: 17Seduta di annuncio: 785 del 27/04/2017
Primo firmatario: RABINO MARIANO
Gruppo: SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Data firma: 27/04/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PARISI MASSIMO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE 27/04/2017 ROMANO FRANCESCO SAVERIO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE 27/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione INTERVENTO GOVERNO 27/04/2017 Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE) DICHIARAZIONE VOTO 27/04/2017 Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO MISTO-UDC DICHIARAZIONE GOVERNO 27/04/2017 Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE) DICHIARAZIONE VOTO 27/04/2017 Resoconto GEBHARD RENATE MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE Resoconto SBERNA MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO Resoconto PARISI MASSIMO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE Resoconto MONCHIERO GIOVANNI CIVICI E INNOVATORI Resoconto MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE Resoconto SALTAMARTINI BARBARA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI Resoconto CICCHITTO FABRIZIO ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD Resoconto CIMBRO ELEONORA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BERLINGHIERI MARINA PARTITO DEMOCRATICO PARERE GOVERNO 27/04/2017 Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/04/2017
DISCUSSIONE IL 27/04/2017
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 27/04/2017
ACCOLTO IL 27/04/2017
PARERE GOVERNO IL 27/04/2017
APPROVATO IL 27/04/2017
CONCLUSO IL 27/04/2017
La Camera,
premesso che:
il 10 novembre 2015, una lettera del Primo ministro del Regno Unito David Cameron al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha formalizzato, per la prima volta in forma ufficiale, le preoccupazioni britanniche con riguardo all'appartenenza all'Unione europea;
nel corso del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016, in seguito a intensi negoziati, i leader dell'Unione europea hanno raggiunto un'intesa tesa a rafforzare lo status speciale del Regno Unito nell'Unione europea. Una decisione giuridicamente vincolante e irreversibile di tutti i 28 leader per rispondere a tutte le preoccupazioni sollevate dal Primo ministro Cameron;
nonostante la nuova intesa sullo status speciale del Regno Unito nell'Unione europea, i cittadini britannici, con referendum tenutosi il 23 giugno 2016, hanno deciso di abbandonare l'Unione europea;
lo sforzo proteso dai leader europei per scongiurare l'uscita del Regno Unito non ha quindi dato il risultato sperato ed ha costituito un precedente negativo da non ripetere, mostrando un'Unione debole e disposta anche a cedere sui propri elementi costitutivi, fattore, questo, che – se reiterato – potrebbe spingere altri Paesi a chiedere condizioni di partecipazione all'Unione europea ritagliate su misura;
il Consiglio europeo straordinario del 29 aprile 2017 discuterà, pertanto, degli ultimi sviluppi in tema di uscita del Regno Unito dall'Unione europea, con l'obbiettivo di definire gli orientamenti e le posizioni che l'Unione europea dovrà tenere nel corso dei negoziati;
il 25 marzo 2017 si è celebrato il 60o avversario del Trattato di Roma che, nel 1957, ha dato la luce alla Comunità economica europea, gettando le basi per la realizzazione delle quattro libertà di movimento: dei beni, dei servizi, dei capitali e delle persone. Da allora, molti Paesi sono entrati a far parte dell'Unione europea; alcuni di essi hanno deciso di dar vita a una Unione ancora più stretta, estesa anche alla moneta, adottando l'euro;
la Brexit ed altri moti centrifughi in atto in altri Paesi mettono a rischio quanto fatto in questi decenni: per la prima volta i membri dell'Unione europea anziché aumentare di numero, diminuiranno e ad andarsene non sarà una piccola nazione ma uno Stato che, per contributo non solo economico ma anche culturale, è uno dei cardini del continente;
in un contesto di profonda incertezza il progetto dell'Unione deve essere rilanciato e ulteriormente rafforzato, con rinnovato spirito europeista. Il suo smantellamento si tradurrebbe in un pericoloso salto nel buio per gli Stati, per le imprese e per le famiglie europee, con il rischio di mettere in pericolo il benessere dell'intera collettività, europea e nazionale;
l'Unione deve essere sostenuta da istituzioni politiche e governative in grado di reagire in tempi di crisi. Il disegno dell'area euro in particolare – per come strutturato fin qui – era adeguato ai periodi di congiuntura favorevole, ma ha mostrato i suoi limiti di fronte alle sfide poste dalla crisi economica e finanziaria. Una unione monetaria ha bisogno di unione fiscale, bancaria e economica ma anche di un certo livello di integrazione politica che porti a politiche estere e di difesa comuni;
al termine del vertice informale dei Capi di Stato e di Governo dell'Unione europea il 10 marzo 2017 il Presidente del Consiglio italiano ha indicato con chiarezza le quattro grandi priorità per il futuro dell'Europa: difesa e sicurezza nella gestione dei flussi dei migranti; crescita, sviluppo sostenibile e lavoro; un'Europa sociale; un'Europa che abbia un ruolo nel mondo di scambi e di mercato;
secondo la Consob:
Londra verrà a perdere il ruolo di centro finanziario di riferimento per il mercato europeo e per l'eurozona;
attività finanziarie intermediate sino ad oggi su Londra verranno riassorbite all'interno dell'Unione europea e, in particolare, dell'Eurozona (ad esempio « clearing» sull'euro);
operatori sino ad oggi basati a Londra dovranno trovare una nuova collocazione nei centri finanziari europei se vorranno avere libero accesso («passaporto») al mercato europeo (« retail» e all'ingrosso);
le agenzie europee basate a Londra (EBA e EMA) dovranno essere ricollocate all'interno dell'Unione europea;
sempre secondo la Consob, Brexit è una sfida che presenta rischi per l'Italia e per il suo settore finanziario ma anche opportunità come la possibilità di sviluppo per le infrastrutture di trading e post-trading e la possibilità di attrarre attività di « front-office» e « back office» di imprese, banche di investimento e gestori di Londra;
il Governo italiano deve perciò essere pronto ad attuare tutte le misure necessarie a far sì che i rischi derivanti da Brexit siano minimizzati e che le possibilità di sviluppo siano invece implementate e sostenute rendendo competitivo il sistema nazionale;
il Regno Unito esporta nel mondo 370 miliardi di euro di beni, di cui 176 (il 47,5 per cento nell'Unione europea. Le importazioni sono pari a 574 miliardi di euro, 290 proveniente dall'Unione europea) (il 50,5 per cento). L'Italia importa dal Regno Unito 11 miliardi di euro di beni e ne esporta in quel Paese 22,5 miliardi. Il Regno unito è pertanto il 4o mercato di destinazione di beni made in Italy e l'8o Paese fornitore;
la «Brexit», secondo i maggiori analisti, avrà un impatto economico negativo soprattutto per il Regno Unito ma peserà anche sulle esportazioni dei membri dell'Unione europea, in particolare dell'Italia, è quindi necessario che il nostro Paese – da subito – cerchi nuovi partner commerciali per mantenere o implementare il livello di esportazione dei beni;
le esportazioni italiane verso il Regno Unito nel 2019 potrebbero avere una contrazione stimabile tra i 4,1 ed i 7,2 miliardi di euro ma secondo quanto emerge da un rapporto SACE-SIMEST l'analisi sui mercati a maggior opportunità di crescita per le imprese con proiezione internazionale ha portato a identificare un potenziale export aggiuntivo per l'Italia pari a circa 18 miliardi di euro entro il 2019,
impegna il Governo:
1) a lavorare in sede comunitaria affinché l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea sia seguita da un accordo che garantisca la libertà di movimento dei beni, dei servizi, dei capitali e delle persone;
2) ad adoperarsi affinché le istituzioni europee, nel caso in cui il Regno Unito si opponga ad un accordo che garantisca la libertà di movimento delle persone, neghino l'accesso automatico al mercato unico;
3) ad assumere iniziative per evitare che, nel caso in cui altri Paesi decidano di chiedere misure ad hoc per la loro partecipazione all'Unione europea, queste vengano concesse;
4) a creare le condizioni affinché l'Italia colga le opportunità derivanti dalla Brexit come lo sviluppo delle infrastrutture di trading e post-trading e la possibilità di attrazione di attività di front-office e back-office di imprese finanziarie attualmente stanziate a Londra nonché delle sedi delle agenzie europee con sede nel Regno Unito;
5) a favorire, nel quadro dei mutamenti economici in corso in ambito mondiale, accordi commerciali tesi ad aumentare l’export italiano non solo con gli storici partner dei Paesi europei ma anche con nuovi attori protagonisti dell'economia mondiale, purché basati su regole condivise.
(6-00319)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Rabino, Parisi, Francesco Saverio Romano».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):assetto territoriale
esportazione
beni e servizi