ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07791

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 570 del 16/02/2016
Abbinamenti
Atto 5/07484 abbinato in data 25/02/2016
Atto 5/07797 abbinato in data 25/02/2016
Atto 5/07846 abbinato in data 25/02/2016
Atto 5/07851 abbinato in data 25/02/2016
Atto 5/07863 abbinato in data 25/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 16/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 16/02/2016
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 16/02/2016
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 16/02/2016
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 16/02/2016
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 16/02/2016
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 16/02/2016
SALTAMARTINI BARBARA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 16/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 16/02/2016
Stato iter:
25/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/02/2016
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 25/02/2016
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/02/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/02/2016

DISCUSSIONE IL 25/02/2016

SVOLTO IL 25/02/2016

CONCLUSO IL 25/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07791
presentato da
PINI Gianluca
testo di
Martedì 16 febbraio 2016, seduta n. 570

   GIANLUCA PINI, MOLTENI, FEDRIGA, ATTAGUILE, CAPARINI, GUIDESI, SIMONETTI e SALTAMARTINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   Italia e Francia hanno firmato il 21 marzo 2015 un accordo bilaterale che modifica i confini marittimi tra i due Paesi, sostituendo una precedente convenzione, risalente al 1892;
   nelle more del processo di autorizzazione alla ratifica da parte italiana, la parte francese sembra aver dato unilateralmente attuazione alle disposizioni dell'accordo, con l'effetto di ridurre immediatamente e senza preavviso le zone di pesca agibili dai pescherecci italiani attivi nelle acque prospicienti alla Liguria ed alla Sardegna, determinando alcuni incidenti;
   un peschereccio ligure, il Mina, è stato sequestrato il 13 gennaio 2016 dalle autorità francesi in una zona che secondo il nuovo accordo bilaterale sarebbe destinata all'esclusivo sfruttamento da parte dei pescatori transalpini;
   soltanto il 18 gennaio 2016, per deliberazione del tribunale di Nizza, il peschereccio Mina è stato restituito ai suoi legittimi proprietari, dietro versamento di una cospicua cauzione, di importo superiore agli ottomila euro;
   una situazione analoga si è verificata più recentemente in Sardegna, a nord della quale, ad un peschereccio che entrava nelle «nuove» acque territoriali francesi è stato intimato di allontanarsi;
   il 12 febbraio 2016, intervenendo alla Camera per rispondere all'interpellanza urgente n. 2-01268, il sottosegretario agli affari esteri, Benedetto Della Vedova, ha confermato che l'Italia non ha ratificato l'accordo e pertanto lo stesso non può considerarsi in vigore;
   è prevedibile che in difficoltà possano presto trovarsi anche i pescherecci provenienti da Toscana, Sicilia e Calabria, che spesso risalgono il Tirreno verso nord per profittare della maggior pescosità di alcune zone di mare cedute alla Francia;
   il rischio che i nostri pescherecci possano essere fermati, perché in zona pertinente alla Francia, è accresciuto dalla circostanza che il testo dell'accordo sia conosciuto in Francia ma non in Italia –:
   per quali motivi il Governo abbia sottoscritto un accordo bilaterale con la Francia tanto svantaggioso per l'Italia;
   quali iniziative il Governo intenda assumere per proteggere gli interessi dei pescatori italiani, che vengono danneggiati dalle forze di polizia marittima della Francia, in applicazione di un accordo che non può ancora considerarsi in vigore, a causa della mancata ratifica da parte della Repubblica italiana;
   se il Governo, alla luce di quanto sta accadendo, non ritenga opportuno soprassedere alle iniziative di competenza per la ratifica dell'accordo e negoziarne un altro, meno sfavorevole agli interessi nazionali. (5-07791)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 febbraio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-07791

  Ringrazio per quest'ulteriore opportunità che mi viene data per fornire chiarimenti sul tema delle delimitazioni degli spazi marini fra Italia e Francia, tema sul quale credo siano state diffuse notizie parziali e talvolta allarmistiche.
  Vorrei intanto ricordare quanto detto ieri dal Ministro Gentiloni ovvero che l'Accordo di Caen non è in vigore né per l'Italia né per la Francia e che, comunque, non è mai esistito né esiste a questo momento, un accordo internazionale di delimitazione fra Italia e Francia, non potendo assimilarsi ad un trattato internazionale l'intesa di fatto del 1892, relativa peraltro ad una area (Baia di Mentone) assai ristretta, lungo una delimitazione che ha una proiezione in mare di non oltre due miglia marine dalla costa. Vorrei anche stabilire una tantum che non si tratta di un cedimento di tratti di mare pescosi o di cose di questo genere. Questo accordo è il frutto di un negoziato andato avanti dal 2006 al 2012, ha coinvolto diversi Governi e diverse amministrazioni tecniche, come sempre avviene in questi casi: il Ministero dell'ambiente per gli aspetti di protezione ambientale, il Ministero della difesa per gli aspetti di sicurezza, il Ministero dello sviluppo economico per la piattaforma continentale, il Ministero delle politiche agricole per le questioni legate alla pesca, e il Ministero dei beni culturali per gli aspetti di protezione dei beni culturali. Nel corso del negoziato i Dicasteri competenti per materia hanno avuto modo di rappresentare le proprie, autonome valutazioni ed esprimere il proprio assenso.
  Ho già avuto modo di dire, rispondendo a un'interpellanza nell'Aula della Camera, che l'Accordo di Caen risponde alla necessità di stabilire fra l'Italia e la Francia dei confini marittimi certi e univoci. Il regime dei mari sta infatti vivendo mutamenti radicali dovuti, da una parte, alla tendenza di tutti gli Stati ad estendere la propria giurisdizione sull'alto mare, sulla base di quanto previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, e, dall'altra, all'espansione della normativa europea relativa alla politica comune sulla pesca.
  Ricordo che, in attesa di un accordo di delimitazione dei confini marittimi, i francesi hanno creato la Zona di Protezione Ecologica (2004) e poi la Zona Economica Esclusiva (2012). In tal modo, Parigi ha potuto, in conformità alla Convenzione ONU, legittimamente estendere la propria giurisdizione sull'alto mare. Anche l'Italia ha istituito la propria Zona di Protezione Ecologica (2011). Con tali atti normativi interni, Francia e Italia hanno fissato, in via provvisoria, i limiti esterni delle rispettive aree di giurisdizione, in attesa dell'accordo di delimitazione con il Paese vicino.
  Con riferimento alla Sardegna vorrei chiarire che le linee già tracciate nell'unico accordo bilaterale in vigore, quello sulle Bocche di Bonifacio del 1986, resterebbero, se l'accordo di Caen entrasse in vigore, immutate. Tale accordo non solo non «cede» nulla, ma anzi per la prima volta, fissando in modo chiaro le aree di competenza tra Italia e Francia, potrà dare concreta attuazione all'obiettivo di proteggere i mari italiani anche oltre le 12 miglia dalla costa, che costituisce attualmente il limite del mare territoriale. Anche in tema di risorse, l'accordo tutela gli interessi nazionali, prevedendo la concertazione tra Italia e Francia per lo sfruttamento di giacimenti sui fondali a cavallo della linea di delimitazione.
  Anche per quel che riguarda la Baia di Mentone, nel confine del mare territoriale fra Italia e Francia, nel Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l'Accordo di Caen segue il principio dell'equidistanza, come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 1982.
  La questione della pesca costiera emersa recentemente con l'incidente del peschereccio Mina, e non nei sei anni di discussione tra vari Governi e varie amministrazioni, sarà affrontata anche alla luce della pertinente legislazione europea in materia. Si stanno ora raccogliendo eventuali ulteriori valutazioni ed elementi tecnici dal Ministero competente al fine di considerare eventuali strumenti integrativi dell'Accordo. Solo allora il Governo potrà procedere e avviare l’iter di ratifica parlamentare.
  Quanto a eventuali fermi di pescherecci italiani da parte delle autorità francesi vorrei confermare che il Governo continuerà ad agire a protezione dei nostri interessi, come ha fatto in occasione del sequestro del peschereccio Mina, quando il «deprecabile errore» è stato riconosciuto per iscritto dai francesi e non solo ha assicurato il dissequestro del peschereccio ma ha anche posto le basi per l'avvio di un'azione risarcitoria, su cui sarà chiamata a pronunciarsi la magistratura francese.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accordo bilaterale

ratifica di accordo

peschereccio