ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00233

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 27 del 03/06/2013
Abbinamenti
Atto 5/00324 abbinato in data 18/07/2013
Atto 5/00487 abbinato in data 18/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: CHIMIENTI SILVIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 03/06/2013
Stato iter:
18/07/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 18/07/2013
Resoconto GALLETTI GIAN LUCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 18/07/2013
Resoconto CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 03/06/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/07/2013

DISCUSSIONE IL 18/07/2013

SVOLTO IL 18/07/2013

CONCLUSO IL 18/07/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00233
presentato da
CHIMIENTI Silvia
testo di
Lunedì 3 giugno 2013, seduta n. 27

   CHIMIENTI, LUIGI GALLO, VACCA, D'UVA, MARZANA, DI BENEDETTO, BATTELLI, SIMONE VALENTE, BRESCIA e MASSIMILIANO BERNINI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   in data 25 marzo 2013 è stato firmato dal Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca pro tempore Francesco Profumo il decreto avente ad oggetto: «Istituzione dei percorsi speciali abilitanti, ai sensi del decreto del Ministro dell'istruzione 10 settembre 2010, n. 249 e successive modificazioni» che ha affiancato al percorso abilitante ordinario, detto «tirocinio formativo attivo ordinario», percorsi abilitanti riservati, detti «TFA speciali», come misura transitoria limitata a tre annualità (2012-13, 2013-14 e 2014-15);
   tale provvedimento, tanto atteso da docenti precari non abilitati, è rivolto a chi ha svolto un servizio di almeno 3 anni nel periodo compreso tra gli anni scolastici 1999-2000 e 2011-2012. Tali docenti precari, il cui numero stimato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, secondo criteri e fonti non chiariti, è di circa 75.000, deve essere ora registrato alla Corte dei conti e pubblicato in Gazzetta Ufficiale;
   il titolo di accesso alla professione di docente non è costituito dall'abilitazione ma dal diploma o dalla laurea, unici titoli validi di idoneità all'insegnamento nell'ambito delle rispettive classi di concorso, così come previsto dalla normativa vigente e secondo i criteri fissati a monte dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (nel caso delle lauree devono essere stati sostenuti determinati esami) e come recentemente ribadito dall'ultimo concorso a cattedre;
   la direttiva europea 36/2005 CE stabilisce che tre anni di esperienza professionale sono assimilati a un titolo di formazione, non all'accesso a un anno di tirocinio per ottenere il titolo abilitante e che nel rispetto della suddetta direttiva, si è tenuti a riconoscere che «l'esperienza professionale integra e completa la formazione»;
   avere esercitato legittimamente per tre anni una professione, sempre in base alla direttiva europea citata, implica il riconoscimento professionale e non stabilisce, come interpretato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca a discapito dei docenti italiani, diritto di priorità per l'accesso a corsi di formazione professionale;
   l'amministrazione pubblica scolastica, per garantire nel Paese il regolare svolgimento del servizio secondo gli standard nazionali fissati, si è avvalsa e tuttora si avvale dei docenti precari della III fascia delle graduatorie d'istituto, riconoscendone la professionalità;
   nello specifico, il decreto del 25 marzo 2013 appare in contraddizione con lo schema di decreto ministeriale rettificativo e integrativo del decreto ministeriale n. 249 del 2010 in particolare esiste una contraddizione tra l'articolo 4, comma 1, punto c), n. 1-quater («L'iscrizione ai percorsi formativi abilitanti speciali non prevede il superamento di prove di accesso») e la tabella 11-bis come modifiche dall'Allegato A al Decreto del 25 marzo 2013. La prova «non selettiva», introdotta nella modifica alla tabella 11-bis al fine di poter meglio scaglionare in tre anni il contingente degli aventi diritto (sulla base del punteggio ottenuto si effettuerà una ripartizione nei tre anni e l'ordine di priorità per la frequenza dei corsi è determinato in base ai risultati della prova nazionale), per sua natura stravolge infatti la legge stessa, risultando fortemente selettiva e penalizzante. Essa influisce per ben il 35 per cento sul punteggio finale di abilitazione e richiede almeno il superamento della soglia delle 43 risposte esatte su 70 (il 60 per cento del totale) per non essere valutata 0 punti. L'attribuzione di zero punti sotto la soglia di 43 risposte esatte, di fatto, introduce quindi un elemento di forte selettività, mentre i quiz dovrebbero essere finalizzati solo a graduare gli accessi ai percorsi formativi;
   la prova di valutazione delle competenze in ingresso, disciplinata dall'articolo 3 del decreto del 25 marzo 2013 e consistente in 70 quesiti a risposta multipla ripartiti in capacità logiche, capacità di comprensione del testo e lingua straniera, non è assolutamente adeguata a testare le competenze disciplinari di docenti che hanno già esercitato la professione, come tra l'altro sottolineava la relazione illustrativa del precedente schema di decreto modificativo del decreto ministeriale n. 240, del 2010 (AC. n. 535), e comporta una evidente disparità di trattamento rispetto alla verifica delle competenze in ingresso prevista per i candidati ai TFA ordinari;
   ai fini dell'inserimento nelle graduatorie permanenti, la valutazione del punteggio conseguito con il TFA ordinario, secondo i rispettivi regolamenti e tabelle, risulta il doppio rispetto a quello conseguito con il TFA speciale: per gli insegnanti che frequenteranno lo «speciale» la valutazione per ogni anno di servizio è di 6 punti in II fascia di istituto e così pure la valutazione del titolo abilitante, mentre per coloro che frequentano l’«ordinario» è quello stabilito e oggi vigente di 12 punti;
   non avranno accesso al TFA speciale né coloro che matureranno i requisiti di ammissione con l'anno in corso, dal momento che il decreto non è ancora stato definitivamente registrato, né coloro che maturerebbero i requisiti con 540 giorni cumulativi e ripartiti su più anni di servizio;
   la nuova previsione regolamentare, che ha introdotto una prova definita «non selettiva» nella modifica alla tabella 11-bis e che influisce per ben il 35 per cento sul punteggio finale di abilitazione richiedendo almeno il superamento della soglia delle 43 risposte esatte su 70 (il 60 per cento del totale) per non essere valutata 0 punti, è in contrasto con il parere contenuto nella relazione illustrativa dello schema di decreto n. 535, che faceva presente che «la previsione di iscrizione ai percorsi formativi speciali senza superamento di prove di accesso è determinata dal fatto che gli aspiranti, attraverso il servizio prestato, hanno già dato prova di possedere la competenza disciplinare che la stessa prova deve accertare»;
   le previsioni del decreto ministeriale del 25 marzo 2013, contenenti l'introduzione della prova non selettiva e il conseguente scaglionamento in tre anni, sono state inserite dopo l'acquisizione dei pareri delle Commissioni parlamentari, del Consiglio di Stato, del CNPI e del CUN e risultano dunque frutto di un'autonoma iniziativa del Governo, e dunque non presi in considerazione nei pareri;
   come sottolineato dalla sentenza dei Consiglio di Stato n. 01150/2011: «...È noto che dopo l'acquisizione dei pareri, i testi normativi possono essere modificati solo in adeguamento ad essi o per far fronte ad oggettive sopravvenienze» –:
   se il Ministro non ritenga urgente intervenire affinché siano rimosse le disparità di trattamento rilevate nelle premesse e nelle constatazioni, che produrrebbero inevitabilmente molti ricorsi con probabili conseguenze onerose per il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
   se sia intenzionato a chiedere nuovamente i pareri delle Commissioni Parlamentari, del Consiglio di Stato, del CNPI e CUN in merito alle modifiche introdotte dal decreto ministeriale 25 marzo 2013 schema di decreto rettificativo del decreto ministeriale n. 249 del 2010;
   se sia intenzionato a porre l'attenzione sull'irrazionale e dispersivo sistema di reclutamento docenti attualmente in vigore, assumendo una posizione di ascolto e mediazione tra le diverse aspirazioni di una categoria che negli ultimi anni ha visto peggiorare sempre più la propria condizione di instabilità e precariato.
(5-00233)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 18 luglio 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-00233

  Nel rispondere congiuntamente alle interrogazioni oggi in discussione, concernenti il regolamento che introduce i percorsi abilitanti speciali, si rappresenta prima di tutto che l’iter di definizione del suddetto regolamento si è concluso con l'avvenuta registrazione da parte della Corte dei conti e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del 4 luglio 2013.
  Il decreto ministeriale in questione modifica gli articoli 5, 11 e 15 del precedente decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 249 del 2010 introducendo percorsi speciali di tirocinio formativo attivo destinati ai docenti che abbiano maturato almeno tre anni di servizio in scuole statali, paritarie ovvero nei centri di formazione professionale, nel periodo compreso tra l'anno scolastico 1999/2000 e l'anno scolastico 2011/2012.
  Il percorso formativo speciale è volto a valorizzare l'esperienza professionale acquisita dai docenti, pur privi di abilitazione.
  Sui singoli quesiti posti dagli Onorevoli interroganti, si precisa quanto segue.
   1. In ordine alla previsione di una prova «non selettiva» che sarebbe destinata a scaglionare sui tre anni il contingente degli aventi diritto, si osserva che il citato decreto non prevede per l'iscrizione ai percorsi formativi abilitanti speciali il superamento di alcuna prova di accesso né selettiva né, tanto meno, non selettiva.
   2. Riguardo alla dedotta non equivalenza tra la valutazione del punteggio conseguito con il TFA ordinario e quello conseguito con TFA speciale ai fini dell'inserimento nelle graduatorie, si sottolinea che nelle premesse del decreto è esplicitato come la questione non è oggetto del provvedimento in esame ma rientra nel diverso regolamento disciplinante il conferimento delle supplenze al personale docente ed educativo.
   3. Quanto alla circostanza che non verrebbe considerato l'anno scolastico 2012/2013 al fine della maturazione dei requisiti di ammissione ai corsi, si segnala che è in via di definizione una nuova modifica alla normativa in materia, che consenta di estendere il periodo utile per la maturazione dei requisiti di accesso a tutto l'anno scolastico in corso.

  Si chiede infine se il Ministro abbia intenzione di porre attenzione sul sistema di reclutamento dei docenti attualmente in vigore, considerato «irrazionale e dispersivo».
  La risposta è senz'altro positiva come chiarito dallo stesso Ministro nel corso dell'audizione presso le Commissioni riunite di Camera e Senato.
  In tale occasione è stato preannunciato l'avvio di una riflessione per il nuovo reclutamento dei dirigenti scolastici e dei docenti da svolgersi attraverso un confronto con il mondo della scuola.

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