ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01180

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 579 del 29/02/2016
Abbinamenti
Atto 1/01124 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01146 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01170 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01171 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01172 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01173 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01175 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01174 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01176 abbinato in data 02/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: MELONI GIORGIA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 29/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 29/02/2016
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 29/02/2016
LA RUSSA IGNAZIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 29/02/2016
MAIETTA PASQUALE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 29/02/2016
NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 29/02/2016
PETRENGA GIOVANNA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 29/02/2016
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 29/02/2016
TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 29/02/2016


Stato iter:
02/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 02/03/2016
Resoconto COSTA ENRICO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 02/03/2016
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto ABRIGNANI IGNAZIO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto PETRENGA GIOVANNA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SBERNA MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto CALABRO' RAFFAELE AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PALMIERI ANTONIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI SALVO TITTI PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 02/03/2016

ACCOLTO IL 02/03/2016

PARERE GOVERNO IL 02/03/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 02/03/2016

DISCUSSIONE IL 02/03/2016

VOTATO PER PARTI IL 02/03/2016

APPROVATO IL 02/03/2016

CONCLUSO IL 02/03/2016

Atto Camera

Mozione 1-01180
presentato da
MELONI Giorgia
testo presentato
Lunedì 29 febbraio 2016
modificato
Mercoledì 2 marzo 2016, seduta n. 581

   La Camera,
   premesso che:
    gli articoli 29, 30 e 31 della nostra Costituzione sono dedicati alla famiglia e al ruolo che ad essa è riservato nel nostro ordinamento, con particolare riferimento ai rapporti tra i coniugi, ai doveri e ai diritti rispetto ai figli, e ai compiti dello Stato nel sostegno da accordare alla formazione della famiglia e alla tutela della maternità, dell'infanzia e della gioventù;
    la definizione di «società naturale», contenuta proprio nell'articolo 29, come è stato osservato da autorevoli costituzionalisti «è diretta a sottolineare che l'istituto familiare è pregiuridico, sussiste cioè prima e indipendentemente da interventi legislativi», ne deriva che il compito del legislatore è quello di garantirne la formazione e tutelarne i singoli aspetti;
    il report dell'Istat sugli indicatori demografici pubblicato nei primi giorni di gennaio 2016 ha evidenziato un ulteriore calo delle nascite rispetto all'anno precedente, con un dato che realizza il nuovo minimo storico dall'Unità d'Italia;
    nel 2015 sono nati quindicimila bambini in meno rispetto al 2014, e il dato complessivo si è fermato a 488 mila nascite, sancendo il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità;
    inoltre, risultano in diminuzione sia la popolazione in «età attiva», vale a dire quella composta da soggetti di età compresa tra 15 e 64 anni, sia i minori di quattordici anni, mentre non si arresta il processo di invecchiamento, assoluto e relativo, della popolazione, composta per oltre un quinto da persone ultrasessantacinquenni;
    i fattori che maggiormente deprimono i tassi di natalità sono la disoccupazione e la precarietà nel lavoro, che generano nei giovani un'incertezza che impedisce loro una qualsiasi programmazione di vita; tali fattori sono uniti all'assenza di politiche efficaci a sostegno della natalità, della maternità e della famiglia;
    a questo si aggiungono la scarsezza delle risorse finanziare destinate al sostegno dei nuclei familiari, anche sotto il profilo degli sgravi contributivi previsti, e l'insufficienza e l'inadeguatezza dei servizi di assistenza, con servizi educativi e scolastici costosi, con la mancanza di una rete sussidiaria, con la scarsa tutela accordate a molte donne lavoratrici, con le difficoltà nell'acquisto di un'abitazione;
    i provvedimenti a sostegno della natalità e della maternità sin qui adottati dimostrano di non aver risolto il problema del calo delle nascite, e tantomeno di restituire alle giovani coppie quel diritto al futuro del quale la genitorialità è una componente essenziale;
    il piano nazionale per la famiglia, varato per la prima volta nel 2012, prendeva le mosse proprio dalla constatazione che, sino ad allora, avevano «largamente prevalso interventi frammentati e di breve periodo, di corto raggio, volti a risolvere alcuni specifici problemi delle famiglie senza una considerazione complessiva del ruolo che esse svolgono nella nostra società, oppure si sono avuti interventi che solo indirettamente e talvolta senza una piena consapevolezza hanno avuto (anche) la famiglia come destinatario. In particolare, sono state largamente sottovalutate le esigenze delle famiglie con figli»;
    inoltre, nel nostro Paese si riscontrano gravissime lacune sia sotto il profilo dell'istruzione, che si sostanzia nelle altissime percentuali di abbandono scolastico, sia sotto il profilo del sistema di welfare, incapace di offrire una tutela e un sostegno adeguati e affidabili alle famiglie, con particolare riferimento a quelle che abbiano a carico minori, anziani o soggetti portatori di handicap;
    in merito, un rapporto stilato da Save the children ha definito «il default del sistema di welfare» come il fatto che gli effetti degli interventi adottati non siano «in alcun caso riconducibili ad un sistema di politiche, ma la risultante di processi diversi, non interagenti (o male interagenti), di norme che variano senza un orizzonte comune e con tempistiche diverse, tali da rendere incoerenti o inefficaci e/o senza risorse i singoli passaggi»;
    in questo ambito, è necessario segnalare come i criteri introdotti con la recente riforma dell'Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) stiano penalizzando proprio i nuclei familiari che si prendono cura di persone affette da disabilità, per i quali ora si considerano come reddito anche le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento, e i giovani, che in molti si sono visti negare il rinnovo delle borse di studio e, quindi, la possibilità di proseguire negli studi;
    una questione centrale nella programmazione di efficaci politiche in favore delle famiglie consiste nell'individuazione, e nella garanzia stabile lungo un arco di tempo pluriennale, delle risorse finanziarie da destinare a tali politiche; ma, invece, il succedersi delle normative in materia ha causato un processo di progressiva erosione dei fondi;
    il fondo per le politiche della famiglia, istituito nel 2006 e poi sostanzialmente ridisegnato dalla legge finanziaria per il 2007, dopo un iniziale graduale aumento delle risorse, arrivate negli anni tra il 2007 e il 2010 ad un importo medio annuo di oltre 180 milioni di euro, a partire dal 2011, ha subito consistenti decurtazioni sino a raggiungere un importo pari a poco più di venti milioni di euro nello scorso biennio;
    la relazione sul fondo per le politiche della famiglia, approvata nell'aprile del 2012 dalla sezione di controllo della Corte dei conti, ha evidenziato «la mancanza per il contesto analizzato di un sistema organico in grado di intervenire efficacemente, sia sotto il profilo dell'azione di “policy”, sia sotto quello della gestione degli interventi, per le esigenze della famiglia», rilevando come «gli interventi, per essere efficaci, devono porsi l'obiettivo di sostenere in modo significativo e continuativo le famiglie con figli, con basso livello di reddito. Si tratta di puntare a un maggiore impatto e a una maggior continuità che consenta di valutare l'efficacia degli incentivi ad avere figli»;
    secondo la Corte «la mancata utilizzazione di consistenti risorse – soprattutto nel settore degli interventi di competenza statale – ormai drasticamente limitate, pone in discussione l'attuale impianto che, in primo luogo, non ha messo in campo strategie efficaci e sul piano degli interventi ha privilegiato scelte “bottom up”, inevitabilmente caratterizzate da profili individualistici. Va quindi recuperata una capacità strategica di disegnare effettive azioni di sistema che mettano i potenziali beneficiari nella condizione di fare scelte appropriate, consentendo, da un lato, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e, dall'altro, la possibilità concreta di condurre un'attività lavorativa continuativa»;
    la rete dei servizi per la prima infanzia è uno strumento essenziale sia per il benessere e lo sviluppo dei bambini, sia per il sostegno al ruolo educativo dei genitori nell'ambito della conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della famiglia;
    in Italia, si continuano a registrare considerevoli ritardi nel recepimento delle iniziative normative europee in materia di sostegno alla genitorialità e servizi alla famiglia e, da anni, l'Europa raccomanda all'Italia di moltiplicare gli strumenti che facilitano l'ingresso nel mondo del lavoro di chi ha una famiglia, per poter puntare all'equilibrio dei conti pubblici e a tornare a crescere dopo anni di debolezza;
    l'obiettivo fissato in sede europea che prevedeva una copertura territoriale dei servizi per l'infanzia almeno al trentatré per cento entro il 2010, è, ad oggi, largamente disatteso in Italia dove tale copertura arriva in media ad appena il venti per cento; con riferimento a questa copertura, come segnalato anche dalla commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, si conferma la carenza di strutture nelle regioni meridionali, ferme ad appena il tredici per cento delle strutture presenti sul territorio nazionale;
    a questo si aggiunge la scarsa diffusione di modelli di accoglimento alternativi agli asili nido, sul modello, ad esempio, delle Tagesmutter tedesche;
    sulla realizzazione di nuovi asili nido per garantirne una capillare diffusione sul territorio pesa il fatto che rispetto a settori quali, tra gli altri, la pubblica istruzione e l'offerta di asili nido, si continua a prendere come parametro la spesa storica, prevedendo di continuare ad assegnare agli enti locali esattamente quello che già spendevano;
    questo si traduce nel fatto che proprio i comuni che finora non hanno avuto un numero sufficiente di asili nido, spesso proprio a causa di mancanza di fondi o a causa di episodi di malagestione del denaro pubblico da parte degli amministratori locali, continueranno a non ricevere risorse e sarà impossibile per loro sia aumentare le strutture, sia implementare i servizi esistenti;
    un efficace sostegno alle famiglie non può prescindere da un insieme di politiche abitative che possano garantire un alloggio ai nuclei che non possiedono sufficienti risorse proprie per acquistarne o locarne uno, al fine di realizzare pienamente il diritto alla casa;
    nel 2010 era diventato operativo il «Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, con priorità per quelli che risultino titolari di contratti di lavoro a tempo determinato», istituito dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112;
    il fondo ha costituito per anni uno strumento mirato ed efficace a sostegno dei soggetti in favore dei quali era stato istituito, ma l'attuale Esecutivo, con la legge di stabilità per il 2014, ha deciso di smantellarlo facendolo confluire nel più ampio sistema nazionale di garanzia, privando tutti gli aventi diritto di uno strumento dedicato e creando uno stop nell'erogazione delle garanzie, a causa della necessità di emanare decreti attuativi e stipulare nuovi protocolli d'intesa con l'associazione bancaria;
    secondo la definizione dell'Ocse si definiscono «politiche per la famiglia quelle che aumentano le risorse dei nuclei familiari con figli a carico; favoriscono lo sviluppo del bambino; rimuovono gli ostacoli ad avere figli e alla conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare; e promuovono pari opportunità nell'occupazione»,

impegna il Governo:

   a valutare le opportune iniziative anche normative per ideare e realizzare, dotandolo degli strumenti finanziari adeguati, un Piano a tutela delle famiglie e della natalità che passi attraverso l'assunzione di iniziative di competenza per l'implementazione delle strutture sul territorio, il miglioramento dell'integrazione tra servizi pubblici e privati, l'adozione di misure economiche di sostegno al reddito e di agevolazioni fiscali;
   in tale ambito, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, a valutare le opportune iniziative anche normative per introdurre il meccanismo del quoziente familiare, disporre l'applicazione dell'aliquota agevolata dell'Iva al quattro per cento sui prodotti per l'infanzia, disciplinare specifiche forme di sgravi contributivi in favore delle famiglie numerose, tra le quali la detraibilità integrale di ogni spesa sostenuta per i figli a partire dal terzo nato;
   a valutare le opportune iniziative anche normative per realizzare una politica di sostegno alla natalità che rimuova le cause economiche e sociali che portano a rinunciare alla maternità, attraverso il rilancio dell'occupazione femminile, garantendo il part-time e diffondendo il telelavoro, promuovendo il potenziamento dell'offerta pubblico-privata degli asili nido, l'incentivazione dell'apertura degli asili nido sul posto di lavoro, condominiali e in case private secondo il modello delle Tagesmutter, nonché adottando iniziative per favorire l'accesso alle abitazioni;
   con specifico riferimento alla necessità di una equilibrata e sufficiente diffusione sul territorio degli asili nido, a valutare le opportune iniziative anche normative per il rapido superamento del criterio della spesa storica nei trasferimenti alle regioni destinati a tale finalità;
   a valutare le opportune iniziative anche normative per una efficace politica abitativa per le giovani coppie, ripristinando il soppresso fondo per le giovani coppie di cui in premessa, e nelle more, promuovendo l'accesso da parte dei potenziali beneficiari alle misure agevolative contemplate dal Sistema nazionale di garanzia, nonché aumentando i fondi destinati al sostegno all'accesso alle locazioni;
   a valutare le opportune iniziative di carattere normativo volte a garantire la impignorabilità totale della prima casa dei nuclei familiari;
   ad assumere iniziative volte a garantire il tempestivo recepimento di ogni misura a sostegno delle famiglie e della natalità adottata in ambito europeo;
   a valutare le opportune iniziative, anche normative, al fine di rivedere i parametri per il calcolo dell'Isee;
   ad effettuare il monitoraggio delle iniziative adottate in favore delle famiglie e della natalità, elaborando procedure di valutazione che consentano di fruire dei risultati dei monitoraggi effettuati, ai fini della ottimizzazione delle politiche.
(1-01180)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Giorgia Meloni, Rampelli, Cirielli, La Russa, Maietta, Nastri, Petrenga, Taglialatela, Totaro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica familiare

statistica dell'istruzione

lavoro femminile