ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00105

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: del 25/01/2011
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00199
Atto numero: 7/00463
Atto numero: 7/00466
Firmatari
Primo firmatario: BECCALOSSI VIVIANA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 25/01/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
FOGLIATO SEBASTIANO LEGA NORD PADANIA 25/01/2011
BELLOTTI LUCA FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA 25/01/2011
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO 25/01/2011
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI 25/01/2011
SARDELLI LUCIANO MARIO INIZIATIVA RESPONSABILE (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE) 25/01/2011
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
BIAVA FRANCESCO POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
BITONCI MASSIMO LEGA NORD PADANIA 25/01/2011
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
CALLEGARI CORRADO LEGA NORD PADANIA 25/01/2011
CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
CUOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
DE CAMILLIS SABRINA POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
DE GIROLAMO NUNZIA POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
DI CATERINA MARCELLO POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
DIMA GIOVANNI POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
D'IPPOLITO VITALE IDA POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
FAENZI MONICA POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
GOTTARDO ISIDORO POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
MURO LUIGI POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO 25/01/2011
NASTRI GAETANO POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
NEGRO GIOVANNA LEGA NORD PADANIA 25/01/2011
NOLA CARLO POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
PEPE MARIO (PD) PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
PIZZETTI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
RAINIERI FABIO LEGA NORD PADANIA 25/01/2011
ROMELE GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
ROSSO ROBERTO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA 25/01/2011
ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI 25/01/2011
RUSSO PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
RUVOLO GIUSEPPE INIZIATIVA RESPONSABILE (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE) 25/01/2011
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
TADDEI VINCENZO POPOLO DELLA LIBERTA' 25/01/2011
TRAPPOLINO CARLO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2011


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
25/01/2011
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 25/01/2011

APPROVATO IL 25/01/2011

CONCLUSO IL 25/01/2011

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 8-00105
presentata da
VIVIANA BECCALOSSI
martedì 25 gennaio 2011 pubblicata nel bollettino n.429

La XIII Commissione,
premesso che:
con la direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, concernente la protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (cosiddetta direttiva nitrati), sono stati introdotti nell'ordinamento comunitario i principi fondamentali che gli Stati membri devono osservare, al fine di ridurre l'inquinamento delle acque dai nitrati di origine agricola;
gli articoli 3 e 5 della predetta direttiva prevedono, più specificamente, che gli Stati membri debbano individuare e rivedere sistematicamente le designazioni relative alle zone vulnerabili in base a specifici criteri, evidenziando inoltre i cambiamenti intervenuti, e stabilire conseguentemente specifici programmi d'azione per quanto riguarda le zone vulnerabili designate, volti a ridurre l'inquinamento delle acque causato direttamente o indirettamente dai nitrati di origine agricola o a prevenire qualsiasi ulteriore inquinamento di questo tipo;
i suddetti programmi devono inoltre tener conto, in particolare, dei dati scientifici e ambientali delle singole zone nonché dell'efficacia e dei costi delle misure individuate;
la suddetta direttiva individua anche gli obiettivi da raggiungere stabilendo esclusivamente prescrizioni generiche, che consentono agli Stati membri la facoltà di decidere sulle questioni tecniche;
risulta importante evidenziare come alcune disposizioni della direttiva sembrano non tenere in sufficiente considerazione le specificità dell'agricoltura mediterranea, con particolare riferimento ai limiti imposti per lo spandimento dei nitrati nelle aree vulnerabili, in particolare nell'area della pianura padana;
risulta altresì rilevante ribadire come sia attualmente complesso e faticoso il processo di adeguamento da parte delle regioni;
nell'ambito dell'Unione europea alcuni Paesi, inclusa la Germania, hanno chiesto ed ottenuto una deroga ai limiti massimi di azoto spandibili per ettaro. In particolare, le deroghe sono state concesse: dall'anno 1998 all'anno 2004 e dall'anno 2004 all'anno 2007 alla Danimarca, ai sensi della decisione 2002/915/CE della Commissione, del 18 novembre 2002, relativa a una domanda di deroga ai sensi dell'allegato III, punto 2, lettera b), e dell'articolo 9 della direttiva [notificata con il numero C(2002) 464] e della decisione 2005/294/CE della Commissione, del 5 aprile 2005, relativa a una domanda di deroga ai sensi dell'allegato III, punto 2, lettera b), e dell'articolo 9 della direttiva 91/676/CEE [notificata con il numero C(2005) 1032]; dall'anno 2004 all'anno 2007, all'Austria, ai sensi della decisione 2006/189/CE della Commissione, del 28 febbraio 2006, relativa alla concessione di una deroga richiesta dall'Austria [notificata con il numero C(2006) 590];
anche l'Italia è afflitta da problematiche analoghe a quelle che hanno spinto i citati Stati a chiedere alcune deroghe alla suddetta direttiva;
tra le diverse difficoltà applicative, fra l'altro, le principali sono riferibili alla corretta individuazione delle cosiddette «zone vulnerabili», che non può, come purtroppo è stato finora, essere limitata alla sola considerazione di parametri riguardanti il carico agricolo e zootecnico, ma deve essere effettuata in riferimento al complesso delle fonti di inquinamento, incluse, dunque, le acque reflue dei depuratori e gli scarichi industriali;
i risultati di recenti studi hanno, infatti, chiaramente validato l'ipotesi che indica il carico zootecnico come fattore non determinante nell'inquinamento da nitrati, evidenziando come la vulnerabilità di una determinata zona a tale forma d'inquinamento non sia riconducibile solo ad aspetti settoriali agricoli, ma riguardi il complesso degli aspetti che ne determinano le particolarità idrogeologiche in riferimento al contesto socio-economico della zona medesima;
l'ultima relazione elaborata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sull'applicazione della direttiva evidenzia come la situazione delle acque superficiali sia senz'altro rassicurante, posto che oltre il 97 per cento appartiene alla classe migliore, mentre per quanto riguarda le acque sotterranee il valore medio superiore al limite di 50 milligrammi per litro è misurato per il 12 per cento dei punti di monitoraggio, con un'evidente contraddizione rispetto all'assoluta ampiezza delle designazioni di zone vulnerabili;
risulta importante ricordare, inoltre, che la direttiva in questione è stata inizialmente recepita dallo Stato italiano ai sensi del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, successivamente confluito nel codice ambientale di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, mentre è stata resa applicabile ai sensi del decreto ministeriale 7 aprile 2006, recante «Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, di cui all'articolo 38 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152», nonché di altri provvedimenti adottati in materia dalle singole regioni, provocando una situazione non sempre uniforme e congruente sull'intero territorio nazionale;
in relazione alla comunicazione di infrazione n. 2006/2163 della Commissione europea, le regioni italiane, e in particolare quelle del bacino padano, stanno ampliando le zone vulnerabili da nitrati, delimitando in quest'ultimo caso più del 65 per cento della superficie agricola;
detta procedura, come noto, è stata archiviata nel giugno 2008 e ciò ha consentito all'Italia di inoltrare, in data 20 gennaio 2010, una richiesta di deroga in riferimento alle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, a supporto della quale è seguita, in data 29 aprile 2010, l'approvazione del nuovo Piano strategico nazionale sui nitrati che, tra le altre cose, pone particolari ed ulteriori vincoli alle aziende agricole;
risultano in particolare onerosi gli investimenti volti al riordino dei processi produttivi e all'utilizzo e al trattamento delle deiezioni, anche a fini energetici. In tale ambito, quindi, appare evidente la necessità di prevedere ogni iniziativa volta a favorire e sostenere progetti che consentano la realizzazione d'impianti per la trasformazione, la depurazione delle deiezioni e dei liquami zootecnici e la riconversione o l'adeguamento delle aziende interessate dalla direttiva;
in considerazione dei suesposti profili di criticità generali appare oggettivamente reale e preoccupante il pericolo di un forte ridimensionamento numerico delle aziende, specie zootecniche e soprattutto nella pianura padana, con le conseguenti ripercussioni sull'intera filiera, sull'economia nazionale e sull'occupazione, senza trascurare l'impatto su molte produzioni «DOP»;
occorre pertanto introdurre adeguate misure in grado di coniugare, nel migliore dei modi, gli inderogabili principi della tutela delle aree vulnerabili con la necessità di mantenere un sistema agricolo efficiente ed aziende capaci di generare reddito, approfondendo in particolare, con maggiori dettagli, i criteri attuativi delle vigenti norme sulla protezione delle acque dai nitrati, anche verificando se vi siano altre cause, oltre le deiezioni zootecniche, che possano provocare danni alle risorse idriche, in particolare i concimi chimici, e in tali circostanze mettendo in gioco tutti i fattori che interessano la questione;
attraverso l'introduzione di specifici provvedimenti, si potrebbe conseguentemente procedere ad una revisione nonché ad una semplificazione delle norme di cui trattasi, in particolare delle disposizioni recate dal citato decreto ministeriale 7 aprile 2006, ciò con particolare riferimento alle misure relative ai periodi di spandimento, visto che le stesse non tengono conto, ad esempio, dei mutamenti climatici ed idrogeologici che si stanno verificando nel Nord Italia, ai divieti di spandimento, ai limiti tecnici e temporali imposti per lo stoccaggio, ai limiti relativi alle aziende soggette agli obblighi amministrativi, alle procedure concernenti la comunicazione, il piano di utilizzazione aziendale (PUA) ed il trasporto degli effluenti, alle tipologie di allevamento (a tal proposito, occorrerebbero maggiori semplificazioni in relazione al tipo di effluente prodotto, all'organizzazione dell'allevamento, brado semibrado, e altro), al permesso di utilizzare i fertilizzanti chimici a supporto dello spandimento degli effluenti zootecnici;
è importante ricordare che, in considerazione di quanto suesposto, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, rispondendo ad un'interrogazione a risposta immediata nella seduta della Camera del 24 novembre 2010, ha reso noto che il 29 aprile 2010 è stato approvato il Piano strategico nazionale sui nitrati, che l'Italia ha sottoposto all'Unione europea una richiesta volta ad ottenere una concessione di deroga al valore limite di 170 chilogrammi di azoto previsto dalla «direttiva nitrati» e che l'operatività di questa deroga è subordinata alla rivisitazione dei singoli programmi regionali;
appare tuttavia evidente che, in considerazione di quanto suesposto, l'eventuale ottenimento di una deroga non modificherebbe in modo significativo i termini delle problematiche in questione, che risulterebbero attenuate solo per poche forme di allevamento;
risulta invece necessario procedere ad una rigorosa, nonché scientificamente credibile, designazione delle aree vulnerabili che tenga conto non solo degli aspetti agricoli, ma che si basi sull'effettiva verifica delle fonti puntuali e diffuse di inquinamento, con particolare riguardo alla depurazione delle acque reflue urbane, materia rispetto alla quale, sono, peraltro, numerose le condanne per inadempimento adottate dall'Unione europea nei confronti dell'Italia,
impegna il Governo:
a promuovere, in vista delle opportune azioni in sede comunitaria, anche attraverso una valutazione congiunta in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, una revisione delle zone vulnerabili in riferimento ai dati sulle qualità delle acque superficiali e sotterranee, già disponibili presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e in attesa della realizzazione di nuovi studi finalizzati a fornire metodi e criteri per la corretta designazione delle zone vulnerabili in riferimento al complesso delle fonti di inquinamento presenti sul territorio;
ad avviare un processo di verifica dei contenuti del decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali 7 aprile 2006, recante criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, al fine di renderlo più facilmente applicabile agli allevamenti, attraverso una semplificazione degli adempimenti dal punto di vista tecnico e amministrativo;
a prevedere, nell'ambito di una possibile modifica del decreto ministeriale 7 aprile 2006 di cui in premessa, disposizioni minime omogenee per tutto il territorio nazionale, consentendo alle amministrazioni regionali di prevedere integrazioni, laddove possibile meno restrittive, in relazione alla specificità degli allevamenti presenti sul proprio territorio.
(8-00105)
«Beccalossi, Marco Carra, Fogliato, Bellotti, Delfino, Di Giuseppe, Sardelli, Agostini, Biava, Bitonci, Brandolini, Callegari, Catanoso, Cenni, Cuomo, Dal Moro, De Camillis, De Girolamo, Di Caterina, Dima, D'Ippolito Vitale, Faenzi, Fiorio, Gottardo, Marrocu, Muro, Naro, Nastri, Negro, Nola, Oliverio, Mario Pepe (PD), Pizzetti, Rainieri, Romele, Rosso, Rota, Paolo Russo, Ruvolo, Sani, Servodio, Taddei, Trappolino, Zucchi».