ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00965

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 676 del 02/08/2012
Abbinamenti
Atto 7/00977 abbinato in data 19/09/2012
Atto 7/00980 abbinato in data 19/09/2012
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00199
Firmatari
Primo firmatario: CENNI SUSANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/08/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2012
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2012
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2012
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2012
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2012
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2012
TRAPPOLINO CARLO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2012
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
25/09/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 19/09/2012
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 19/09/2012
BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/09/2012
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI
 
PARERE GOVERNO 25/09/2012
BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/09/2012

DISCUSSIONE IL 19/09/2012

ACCOLTO IL 19/09/2012

PARERE GOVERNO IL 19/09/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/09/2012

DISCUSSIONE IL 25/09/2012

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 25/09/2012

ACCOLTO IL 25/09/2012

PARERE GOVERNO IL 25/09/2012

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 25/09/2012

CONCLUSO IL 25/09/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00965
presentata da
SUSANNA CENNI
giovedì 2 agosto 2012, seduta n.676

La XIII Commissione,

premesso che:

l'Italia, assieme a Spagna, Tunisia, e Grecia, rispettivamente con 1.1, 2.2, 1.2, e 0.7 milioni di ettari dedicati, rappresenta oltre il 70 per cento della coltivazione mondiale di ulivi. Per i principali paesi produttori questa coltura riveste un'importanza vitale in termini di mantenimento dell'occupazione nonché di presidio paesaggistico e territoriale nelle zone rurali;

l'olio di oliva è nel nostro paese, in molteplici realtà territoriali, un prodotto di qualità e di eccellenza, rappresenta tradizioni culturali, alimentari, religiose secolari. L'Italia ha una produzione nazionale di circa 480 mila tonnellate, due terzi dei quali extravergine, e vanta con 43 denominazioni certificate (tra Dop e Igp), il maggior numero di produzioni riconosciute dall'Unione europea. L'olio italiano di qualità certificata rappresenta pertanto un'eccellenza delle filiera agricola nazionale e costituendo un importante segmento delle nostre esportazioni (Stati Uniti, la Germania e la Francia in Europa, la Cina ed il Brasile tra i nuovi paesi consumatori);

nonostante questi risultati, il comparto produttivo dell'olio di oliva di qualità nel nostro paese ha registrato, negli ultimi anni, alcuni preoccupanti segnali di crisi causati prevalentemente dagli alti costi di produzione, dalla scarsa remunerazione per i produttori, dai mutamenti climatici, e da patologie conseguenti, nonché dal crescente numero di contraffazioni;

secondo i dati resi noti da Ismea alcuni fattori, tra cui il caldo e la siccità, hanno causato, nella campagna 2011-2012 rispetto allo scorso anno, un calo della produzione di olio di circa il 6 per cento;

a parere di Coldiretti i prezzi dell'olio pagati ai produttori agricoli sono crollati nell'ultimo anno del 30 per cento, anche «per effetto della concorrenza sleale provocata da inganni e contraffazioni. Le importazioni di olio di oliva in Italia hanno raggiunto il massimo storico di 584 mila tonnellate e hanno superato la produzione nazionale»; «la maggioranza delle bottiglie di olio - riporta ancora Coldiretti - proviene peraltro da olive straniere senza che questo sia sempre chiaro ai consumatori» e si «assiste anche ad una forte riduzione della qualità dell'olio in vendita, oltre che a una pericolosa proliferazione di truffe e inganni»;

secondo Cia «l'economia dell'inganno strangola l'agricoltura italiana: solo all'olio extravergine di oliva le truffe e le sofisticazioni causano danni per 1,5 miliardi di euro l'anno»;

anche recentemente sono emersi, su tutto il territorio nazionale, gravi casi di contraffazione relativi all'olio di oliva. In particolare, nelle ultime settimane, sono stati sequestrati 80 mila quintali di falso olio extravergine «made in Italy» in provincia di Siena (ottenuto dalla illecita miscelazione con materie prime di categoria inferiore, quali oli di oliva lampanti e vergini aventi caratteristiche qualitative di scarso pregio); la procura di Pistoia ha inoltre aperto un'inchiesta relativa alla contraffazione dell'olio di oliva: in sintesi attraverso alcune sostanze, tra cui la clorofilla aggiunta all'olio di semi, veniva prodotto un falso olio d'oliva poi rivenduto ai consumatori attraverso il «porta a porta» e ad alcuni ristoratori della Toscana, dell'Emilia Romagna e del Lazio, si ricorda inoltre come sia pendente presso la procura della Repubblica di Firenze una importante indagine a carico di una nota società olearia a marchio italiano ma di proprietà spagnola per fatti risalenti al 2011;

le contraffazioni relative all'olio di oliva si inseriscono in un quadro nazionale allarmante in cui sono sempre maggiori i casi di truffe in campo commerciale e agroalimentare. Secondo quanto dichiarato dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Mario Catania, il danno generato dalla contraffazione nel settore agroalimentare ammonta a 7,9 miliardi di euro l'anno. Secondo la Coldiretti le frodi e le falsificazioni sottraggono «all'agroalimentare nazionale ben 164 milioni al giorno che potrebbero invece generare reddito e occupazione»; per la Cia «l'Italia è al primo posto in Europa per segnalazioni di cibi contraffatti. Nel 2011 sono state portate a termine 13.867 operazioni, un numero più che triplicato rispetto all'anno precedente»;

lo stesso rapporto redatto da Eurispes e Coldiretti conferma e documenta tale fenomeno ed i legami che spesso intercorrono con la criminalità organizzata;

questa situazione, che penalizza il Paese sia dal punto di vista economico e produttivo, viene confermata dai risultati della recente indagine promossa dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della contraffazione e della pirateria in campo commerciale e agroalimentare discussa dalla Camera dei deputati approvata il 6 dicembre 2011;

il regolamento dell'Unione europea numero 182 del 6 marzo 2009 ed il decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali 10 novembre 2009 «Disposizioni nazionali relative alle norme di commercializzazioni dell'olio di oliva» dispongono, tra l'altro, che debbano essere indicate nelle etichette delle confezioni di olio di oliva le nazioni di provenienza delle olive impiegate;

gli imbottigliatori di olio extra vergine di oliva, quindi, dal 1o luglio 2009, sono tenuti a riportare in etichetta l'origine del prodotto secondo le menzioni riportate nel regolamento stesso nonché a tenere una adeguata contabilità che consenta una corrispondente rintracciabilità;

la legislazione italiana ed europea prevede quindi da tempo norme che obbligano a riportare, nelle etichette delle confezioni di olio d'oliva, non solo il paese di imbottigliamento dell'olio ma anche le nazioni da cui provengono le olive. Tali indicazioni sarebbero però (secondo le denunce di alcune organizzazioni di categoria) in alcuni casi omesse, e spesso difficilmente visibili per il consumatore;

sia alla Camera dei deputati, sia al Senato della Repubblica, sono state presentate proposte di legge contro la contraffazione dell'olio di oliva ed in particolare per la promozione di una corretta informazione al consumatore, sottoscritte da numerosi parlamentari di differenti gruppi politici;

le norme previste da tali proposte di legge sono finalizzate a favorire la crescita delle produzioni di qualità nel settore olivicolo e a contrastare pratiche commerciali scorrette nell'ambito della filiera degli oli di oliva vergine. Un sistema di norme pensate a tutela dei consumatori e della reale concorrenza tra le imprese, in grado di preservare l'autenticità del prodotto, la veridicità della provenienza territoriale e la trasparenza delle informazioni, sia in etichetta che nell'ambito delle pratiche commerciali;

nel recente decreto sulla crescita, approvato alla Camera ed in fase di approvazione al Senato, sono stati inseriti due importanti emendamenti (alchilesteri e panel test), utili ad accrescere la trasparenza nel settore;

nel mese di marzo 12 regioni tra cui Emilia Romagna/Toscana/Puglia in occasione delle assemblee generali di «Arepo» (Regioni europee per prodotti di origine) e di «Arefe» (ortofrutta) hanno dato vita ad un gruppo europeo di difesa dell'olio di oliva;

l'Unione europea ha promosso politiche mirate per tutelare il comparto olivicolo. La crisi del settore coinvolge infatti tutto il continente: i dati diffusi dall'Ufficio di statistica dell'Ue (Eurostat) mostrano che i prezzi dell'olio d'oliva europeo sono in forte caduta (- 47.8 per cento);

nello scorso mese di giugno, dopo una riunione con i Ministri dell'agricoltura dei Paesi membri, Dacian Ciolos, Commissario europeo all'agricoltura, ha presentato un piano di rilancio che si sviluppa sostanzialmente in 3 punti. Nell'asse dedicato a «qualità e controlli», l'azione prevede il rafforzamento del sistema dei controlli e delle sanzioni. Sul versante della qualità, il documento si muove nella direzione sempre auspicata dall'Italia: un miglioramento dei parametri obbligatori di qualità ai fini della commercializzazione e dell'autenticità degli oli di oliva vergini. In particolare il documento vuole accelerare sui dossier relativi ai parametri analitici (stigmastadieni, alchil esteri, determinazione di digliceridi e trigliceridi) che servono a garantire l'autenticità e la genuinità del prodotto e che evidenziano eventuali manipolazioni e contraffazioni negli oli di oliva vergini. Sul fronte della «struttura della filiera» è previsto il rafforzamento delle organizzazioni di produttori e verranno analizzate nuove misure. Il piano punta anche a rafforzare l'attività di promozione rendendola più incisiva, attrattiva ed efficace. In questo contesto, potrà inoltre essere prevista la menzione dell'origine nazionale accanto a quella comunitaria. Uno spazio importante sarà riservato anche alle azioni nell'ambito dello sviluppo rurale nella nuova programmazione. Saranno possibili sottoprogrammi oleici che contribuiscano alla realizzazione delle priorità strutturali oltre agli obiettivi agroambientali, unitamente ad investimenti per la trasformazione, la commercializzazione e lo sviluppo dei prodotti agricoli;

il Governo italiano ha manifestato il suo apprezzamento ricordando come occorra utilizzare pienamente anche in Italia ogni possibilità offerta dalla PAC, ed attivare un Piano olivicolo nazionale efficace peraltro già richiesto dalle regioni;

l'appuntamento europeo sopra richiamato sembra recepire istanze da sempre portate avanti dal nostro paese quali l'etichettatura di origine, i parametri di qualità e i rafforzamenti dei controlli sollecitate e condivise dai produttori italiani;

produttori, consumatori, istituzioni sono mobilitati a difesa della qualità e della competitività dell'olio di oliva italiano;

l'associazione nazionale città dell'olio (che raccoglie in tutta Italia oltre 350 enti, tra comuni, province, camere di commercio e comunità montane, con il comune obiettivo di valorizzare l'ampio e diversificato patrimonio olivicolo nazionale, 200 milioni di piante, con più di 500 varietà sul territorio nazionale, il 42 per cento del patrimonio genetico mondiale) ha proposto, nel corso della sua ultima Assemblea nazionale svolta a Montalcino (Siena) lo scorso 14 luglio, la candidatura del «Paesaggio olivicolo mediterraneo» quale patrimonio Unesco;

il paesaggio olivicolo rappresenta una preziosa opportunità per promuovere e valorizzare i territori di produzione integrando gli aspetti produttivi con quelli di tutela dell'ambiente; permettendo, allo stesso tempo, uno sviluppo sostenibile delle comunità locali e la valorizzazione della biodiversità dell'olio conservata nei territori d'origine. Molte analisi confermano come tale coltura si adatti a contesti ambientali complessi ed ostici ad altre colture, come risulti modesto l'impatto ambientale anche grazie ad una ampia diffusione dell'uso di tecniche di lotta guidata e biologica. La candidatura del paesaggio olivicolo a patrimonio dell'Unesco potrebbe inoltre contribuire a dare nuovo valore e arginare il crescente abbandono dei terreni agricoli che sta caratterizzando buona parte del Paese. È emerso da uno studio elaborato dalla Facoltà di agraria dell'università di Firenze che si è passati, negli ultimi 100 anni, da 23 a 13 milioni di ettari di terreni agricoli; sono stati abbandonati mediamente 100 mila ettari di terreno all'anno, soprattutto in zone collinari e di montagna e recentemente perlopiù in aree sottoposte a vincolo paesaggistico,

impegna il Governo:

a sostenere, assieme alle regioni, un'azione coordinata di sostegno alla produzione ed alla competitività dell'olio di oliva italiano;

a sostenere ogni iniziativa normativa in sede nazionale e comunitaria, utile a sostenere la tracciabilità del prodotto ed accertare controlli e sanzioni certe nei confronti di frodi e truffe, completando il quadro normativo esistente ed in particolare: modalità riconoscibili per l'indicazione della designazione di origine, valore delle verifiche su marchi e pratiche ingannevoli, maggiori interventi sul funzionamento della concorrenza, appesantimento delle norme in materia di reati e contrasto alle frodi;

a sostenere l'avvio di un serio piano olivicolo nazionale, anche sollecitando l'uso degli strumenti dell'Unione europea, finalizzato al recupero o al rinnovo degli uliveti;

a sostenere e sollecitare iniziative promosse dalle organizzazioni produttive per aggregazione di prodotto, acquisizione di marchi, azioni di promozione, tese alla valorizzazione dell'olio extravergine nazionale;

a sostenere e sollecitare iniziative promosse dalle organizzazioni produttive per aggregazione di prodotto, acquisizione di marchi, azioni di promozione e della informazione all'utenza, soprattutto quella più giovane che rappresenta la base del futuro consumatore;

a sostenere e sollecitare iniziative promosse dagli enti pubblici e dalle organizzazioni produttive, tese a tutelare il paesaggio olivicolo italiano;

a condividere e supportare l'iniziativa lanciata dall'Associazione italiana «Città dell'olio» circa la candidatura del «Paesaggio olivicolo mediterraneo» quale patrimonio UNESCO.

(7-00965)
«Cenni, Servodio, Oliverio, Zucchi, Brandolini, Agostini, Sani, Trappolino, Fiorio».