ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15279

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 600 del 08/03/2012
Trasformazioni
Trasformato il 07/05/2012 in 5/06775
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 08/03/2012
Stato iter:
07/05/2012
Fasi iter:

TRASFORMA IL 07/05/2012

TRASFORMATO IL 07/05/2012

CONCLUSO IL 07/05/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15279
presentata da
RITA BERNARDINI
giovedì 8 marzo 2012, seduta n.600

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

la detenuta I.d.G., reclusa nel carcere romano di Rebibbia, deve scontare ancora sei anni per giungere al fine pena;

in carcere la detenuta, grazie ad un progetto realizzato dal consorzio di cooperative sociali onlus Artemisia, ha imparato a lavorare la pelle e il cuoio;

dal giugno 2010 Ld.G, è in articolo 21 e lavora presso il laboratorio di pelletteria sito non molto distante da Rebibbia;

il predetto laboratorio è stato voluto dal consorzio Artemisia per consentire a chi aveva imparato un mestiere, in carcere, di poter continuare a lavorare anche fuori;

sabato 14 gennaio 2012 la detenuta avverte un forte dolore all'addome e chiama al telefono la presidente volontaria del Consorzio Artemisia, chiedendole cosa fare, al che le viene risposto che avrebbe dovuto assolutamente chiamare il medico di guardia appena rientrata in Istituto e farsi visitare;

domenica 15 gennaio 2012 la detenuta chiama nuovamente la presidente volontaria del Consorzio Artemisia raccontandole che il medico del carcere le ha detto, in modo alquanto infastidito, che non era niente di grave e che aveva solo aria nella pancia;

nei giorni seguenti la detenuta continua ad avvertire forti dolori sicché giovedì 19 gennaio 2012 il medico del carcere le fa fare, sempre in istituto, un'ecografia addominale. La radiologa del carcere che esegue l'ecografia conferma alla detenuta di averle trovato aria nella pancia e del liquido, ma che comunque non c'è da preoccuparsi in quanto questo tipo di inconvenienti «possono dipendere da un virus»; dopodiché le fissa un appuntamento con la dottoressa di turno per il giorno successivo, venerdì 20 gennaio 2012;

la dottoressa del carcere di Rebibbia, di turno venerdì 20 gennaio 2012, consiglia alla detenuta I.d.G. di andare a farsi una Tac in una struttura privata posta all'esterno e di concordare con un medico, sempre privatamente, un ricovero per fare ulteriori accertamenti;

sabato 21 gennaio 2012 la detenuta chiama nuovamente al telefono la Presidente volontaria del consorzio Artemisia chiedendole di raggiungerla presso il laboratorio in quanto continuava ad accusare fortissimi dolori all'addome; dopodiché la detenuta veniva immediatamente portata al pronto soccorso del policlinico Umberto I dove le veniva diagnosticato: «Sospetto carcinoma ovario». In particolare l'Eco Addome evidenziava «un abbondante versamento ascitico fino allo scavo pelvico», mentre la Tac metteva in risalto una massa di tipo cistico di oltre 30 centimetri che comprimeva «sigma e dislocazione utero e vescica, pancreas, reni e area mesenterica. Più due altre formazioni a carico dell'ovaio»;

successivamente la presidente volontaria del consorzio Artemisia - attraverso gli agenti di custodia - avvertiva il direttore del carcere spiegandogli tutta la situazione, ovvero che la detenuta versa in condizioni molto gravi e che pertanto deve essere ricoverata d'urgenza presso il reparto di ginecologia del professor Benedetti Panici;

a seguito dell'intervento chirurgico, alla detenuta I.d.G. sono state asportate le ovaie, l'utero e l'appendice; ancora qualche giorno di ritardo e la donna non ce l'avrebbe fatta;

il diritto alla salute, sancito dall'articolo 32 della Costituzione, rappresenta un diritto inviolabile della persona umana, insuscettibile di limitazione alcuna ed idoneo a costituire un parametro di legittimità della stessa esecuzione della pena, che non può in alcuna misura svolgersi secondo modalità idonee a pregiudicare di diritto del detenuto alla salute ed alla salvaguardia della propria incolumità psico-fisica;

il trattamento sanitario riservato alla detenuta in questione secondo gli interroganti non è conforme alle leggi dello Stato e, soprattutto, a quanto previsto dagli articoli 3, 13 (comma 4), 27 (comma 3), 32 della Costituzione -:

di quali elementi dispongano sulla vicenda segnalata in premessa e quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, al fine di chiarire le cause e le responsabilità della gravissima situazione verificatasi, nonché al fine di assicurare un'adeguata tutela del diritto alla salute dei detenuti. (4-15279)