CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 gennaio 2021
514.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 57

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 27 gennaio 2021. — Presidenza del vicepresidente Andrea GIARRIZZO.

  La seduta comincia alle 10.

Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza.
Doc. XXVII, n. 18.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Gianluca BENAMATI (PD), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimersi in sede consultiva alla V Commissione sulla Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18).
  Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è il programma di investimenti che l'Italia deve presentare alla Commissione europea nell'ambito del Next Generation EU (NGEU), lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19.
  Riepilogando rapidamente le tappe essenziali del percorso seguito, fa presente che la proposta di Linee guida per la definizione Pag. 58 del Piano nazionale di ripresa e resilienza è stata approvata nei suoi contenuti essenziali dal Comitato interministeriale per gli affari europei del 9 settembre scorso, in coordinamento con tutti i Ministeri e le rappresentanze delle regioni e degli Enti locali, e trasmessa alle Camere il 16 settembre 2020.
  Il 13 e 14 ottobre 2020 le Camere si sono pronunciate con atti di indirizzo, che invitano il Governo a predisporre il Piano, garantendo un ampio coinvolgimento del settore privato, degli enti locali e delle eccellenze che il Paese è in grado di offrire in tutti i settori. Il Governo, su questa base, ha intrapreso dal 15 ottobre un dialogo informale con la task force della Commissione europea in vista della presentazione del PNRR. Il Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2021 ha approvato la proposta di PNRR che costituisce la base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le forze economiche e sociali, il Terzo settore e le reti di cittadinanza, ai fini dell'adozione definitiva del Piano. Il Governo, sulla base delle linee guida europee per l'attuazione del Piano, presenterà al Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i Ministri competenti a livello nazionale e agli altri livelli di governo, e monitori i progressi di avanzamento della spesa. Il termine per la presentazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza da parte degli Stati membri è il 30 aprile 2021.
  L'azione di rilancio del Paese delineata dal Piano è guidata da obiettivi di policy e interventi connessi a tre assi strategici condivisa a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
  Il PNRR, attraverso un approccio integrato e orizzontale, si pone anche tre priorità trasversali: Donne, Giovani, Sud. Mira all'empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, all'accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in tutte le missioni del PNRR.
  Il programma è costruito secondo una sequenza logica che indentifica le sfide che il Paese intende affrontare, le missioni del programma (suddivise in un insieme di progetti omogenei), i singoli progetti di investimento e le iniziative di riforma che saranno collegate ad uno o più cluster di intervento. Le missioni del Piano sono sei: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura con una dotazione complessiva di 46,3 miliardi; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica che disporrà di ben 69,8 miliardi; 3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile che potrà contare su 31,98 miliardi; 4. Istruzione e ricerca con un finanziamento totale di 28,49; 5. Inclusione e coesione che disporrà di 27,62 miliardi; 6. Salute che avrà un finanziamento di 19,72 miliardi. Queste sei missioni o linee strategiche riprendono per molti versi i 17 obiettivi stabiliti dall'ONU nell'Agenda 2030 per uno sviluppo mondiale sostenibile.
  I 209 miliardi messi a disposizione dal Programma Next Generation EU – insieme ai 13 di React-EU – saranno allocati e ripartiti in funzione delle predette sei Missioni le quali, a loro volta, raggruppano 16 Componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Le Componenti si articolano in 48 Linee di intervento per progetti omogenei e coerenti. I singoli progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi, a maggiore impatto sull'economia e sul lavoro. A tali criteri è stata orientata anche l'individuazione e la definizione sia dei «progetti in essere» che dei «nuovi progetti».
  Evidenzia, peraltro, che il PNRR può prevedere, in alcuni ambiti (tra i quali politiche industriali per le filiere strategiche e miglioramento dei servizi turistici e delle strutture turistico-ricettive), l'utilizzo di strumenti finanziari che consentano di attivare un positivo effetto leva sui fondi di NGEU per facilitare l'ingresso di capitali privati (equity o debito), di altri fondi pubblici Pag. 59 o anche di una combinazione di entrambi (blending) a supporto delle iniziative di investimento. In questa prospettiva, l'intervento pubblico può assumere la forma di una garanzia su finanziamenti privati, di una copertura della prima perdita oppure di un investimento azionario, con l'obiettivo della realizzazione di specifici progetti e in tal modo è possibile ottenere un volume complessivo di investimenti pubblico-privati superiore a quello che e si avrebbe con il finanziamento diretto da parte del settore pubblico (sovvenzioni, incentivi).
  Fa presente, preliminarmente e in via generale, che risultano di particolare interesse per la X Commissione: la Missione n. 1, per le Componenti «digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo» e «Cultura e Turismo 4.0»; la Missione 2, soprattutto per la Componente «Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile»; la Missione 4, in particolare per la Componente «Dalla ricerca all'impresa», riguardante la ricerca applicata.
  Più nello specifico, ricorda che la Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, oltre alla prima Componente, riguardante la digitalizzazione della PA, comprende anche altre due Componenti di peculiare interesse della Commissione. La seconda Componente, che riguarda l'innovazione e la digitalizzazione delle imprese (Transizione 4.0), ivi comprese quelle del comparto editoria e della filiera della stampa e per le filiere agroalimentari del Mezzogiorno, la realizzazione di reti ultraveloci in fibra ottica, 5G ed investimenti per il monitoraggio satellitare. In quest'ottica, gli incentivi fiscali inseriti nel PNRR sono riservati alle imprese che investono in beni strumentali, materiali ed immateriali, necessari ad un'effettiva trasformazione digitale dei processi produttivi, nonché alle attività di ricerca e sviluppo connesse a questi investimenti. Si prevedono inoltre progetti per sostenere lo sviluppo e l'innovazione del Made in Italy, delle catene del valore e delle filiere industriali strategiche, nonché la crescita dimensionale e l'internazionalizzazione delle imprese, anche attraverso l'utilizzo di strumenti finanziari a leva.
  La terza componente, che mira ad incrementare l'attrattività del Paese investendo nel sistema turistico e culturale attraverso la modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali, la formazione ed il potenziamento delle strutture ricettive attraverso investimenti in infrastrutture e servizi turistici strategici e il finanziamento dei progetti dei Comuni per investimenti su luoghi identitari sul proprio territorio (inclusi interventi sul patrimonio artistico-culturale di Roma in occasione del Giubileo). Il progetto Turismo e Cultura 4.0, con l'obiettivo di supportare la transizione digitale e verde e la rigenerazione socio-economico dei territori e promuovere l'integrazione tra scuola, università, impresa e luoghi della cultura, prevede interventi in modo da destinare una quota significativa di risorse alle regioni del Mezzogiorno e agli ambiti di attività caratterizzati da un'incidenza elevata di professionalità femminile e giovanile.
  La Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica, si struttura in quattro Componenti («Agricoltura Sostenibile ed Economia Circolare», «Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile», «Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici» e «Tutela del territorio e della risorsa idrica»). Per quanto riguarda, specificamente, la seconda Componente, «Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile», evidenzia che essa ha come obiettivo l'aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e lo sviluppo di una filiera industriale in questo ambito, inclusa quella dell'idrogeno. Un contributo rilevante verrà dai parchi eolici e fotovoltaici offshore. Nell'industria siderurgica primaria, l'idrogeno rappresenta in prospettiva un'alternativa al gas naturale per la produzione di Ferro Ridotto Diretto (DRI). In linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, è previsto un investimento per lo sviluppo del DRI connesso al progetto di decarbonizzazione dell'ex ILVA a Taranto e alla transizione per la produzione di acciaio verde in Italia. Una specifica linea di azione è rivolta allo sviluppo della mobilità sostenibile attraverso il potenziamento delle infrastrutture per il Pag. 60trasporto rapido di massa. La distribuzione territoriale degli investimenti di questa Componente dedicherà una quota significativa di risorse pari al 50 per cento, al Mezzogiorno.
  La Missione 4 – Istruzione e ricerca è divisa in 2 Componenti: «Potenziamento delle competenze e diritto allo studio» e «Dalla ricerca all'impresa», quest'ultima di specifico interesse della Commissione e che guarda alla ricerca di base, applicata, e al trasferimento tecnologico per rafforzare il sistema della ricerca lungo le diverse fasi della maturità tecnologica, agendo in maniera sistemica sulla leva degli investimenti in R&S. Una prima direttrice di intervento è rivolta al potenziamento della filiera di R&S attraverso grandi infrastrutture di ricerca e partenariati allargati per lo sviluppo di progetti di ricerca. Una seconda direttrice si focalizza sul potenziamento dei meccanismi di trasferimento tecnologico, incoraggiando – con partnership ed investimenti pubblici e privati – l'innovazione attraverso l'uso sistemico dei risultati della ricerca da parte del tessuto produttivo. Sono contemplati, in quest'ambito, investimenti per il potenziamento di strutture di ricerca, la creazione di «reti nazionali» di R&S su alcune tecnologie abilitanti (Key Enabling Technologies), e la creazione di «ecosistemi dell'innovazione» attorno a «sistemi territoriali» di R&S. Segnala, peraltro, che nella prima componente è prevista una specifica linea di intervento (3 – Istruzione professionalizzante e ITS) volta a incrementare l'offerta formativa degli ITS, rafforzandone le dotazioni strumentali e logistiche e incrementando la partecipazione delle imprese.
  Rinviando alla documentazione preparata dagli uffici per approfondire ulteriormente gli altri aspetti del documento in esame, illustra quindi le Componenti e le Linee di intervento delle Missioni di particolare interesse per la X Commissione.
  PNRR – Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. – In questa prima missione del PNRR rientrano 3 cluster o linee di investimento. In particolare segnala le Componenti 2 e 3: C2 – Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo: con investimenti pari a 26,55 miliardi di euro saranno finanziati sia alla digitalizzazione, a R&S e innovazione del sistema produttivo (in cui rientrano la transizione 4.0 e il supporto a innovazione e tecnologia dei microprocessori) sia al supporto di banda larga, 5G e monitoraggio satellitare e, infine, ai programmi di internazionalizzazione; C3 – Cultura e Turismo 4.0: i finanziamenti, per un valore di 8 miliardi di euro, riguarderanno lo sviluppo e l'accessibilità dei grandi attrattori turistico, lo sviluppo del turismo nelle aree rurali e nelle periferie e la formazione e lo sviluppo di servizi turistici e di imprese creative e culturali.
  Relativamente alla prima delle Componenti citate (la n. 2 della Missione 1) ricorda che nella Relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund approvata il 12 ottobre 2020 dalla V Commissione Bilancio della Camera, si evidenzia la necessità di prevedere talune azioni. Per quanto riguarda l'innovazione per lo sviluppo: il potenziamento e l'introduzione a regime delle misure per favorire l'aggiornamento del sistema produttivo e l'innovazione d'azienda; il rafforzamento del pacchetto Impresa 4.0 con specifica attenzione alle piccole e medie imprese (PMI) e il sostegno alle start-up e alle PMI innovative; il rafforzamento e la promozione delle catene strategiche del valore, investendo nelle tecnologie emergenti e in rilevanti progetti di ricerca e sviluppo nonché irrobustendo le reti di competence center e digital innovation hub per assistere la diffusione dell'innovazione. Per quanto concerne l'innovazione per la sostenibilità: il sostegno all'incremento dell'efficienza industriale dei processi produttivi (in relazione all'uso di materie prime, di energia e di fluidi di lavoro) e allo sviluppo e all'ottimizzazione dei prodotti; misure specifiche per l'orientamento e l'assistenza delle imprese e per la ridefinizione delle relative filiere in chiave di maggiore sostenibilità e di economia circolare. Per quanto riguarda la finanza e il risparmio per la crescita: l'uso della leva fiscale per incentivare la patrimonializzazione delle imprese, la loro crescita dimensionale, Pag. 61 anche mediante fusioni e acquisizioni, e il reinvestimento degli utili in azienda, prevedendo anche nuove e più rilevanti misure di sostegno ai prestiti alle imprese, al fine di garantire la necessaria liquidità con specifico riferimento a forme di intervento atte a sostenere le micro e piccole aziende aiutando anche le reti d'impresa; l'afflusso, mediante opportuni strumenti finanziari, del risparmio privato nell'economia reale (modello PIR/ELTIF) accrescendo la convenienza ad investire nel sistema delle PMI e nelle grandi aziende strategiche italiane; il supporto del ruolo di attori pubblici (Cassa depositi e prestiti, Invitalia) per il rafforzamento della leadership e delle connessioni nella filiera incentivando l'investimento di fondi pensione e casse di previdenza in tutte le categorie d'investimento del capitale privato di rischio. Per quanto concerne l'istruzione e la competitività: interventi specifici per favorire gli investimenti del sistema manifatturiero nella formazione, anche professionale, e il rinvigorimento del sistema formativo nazionale, soprattutto negli istituti tecnici superiori e nelle lauree professionalizzanti e nelle discipline scientifiche e tecnologiche, con una sempre maggiore connessione con le aziende; la valorizzazione economica dei brevetti a favore di micro, piccole e medie imprese; l'irrobustimento e la riorganizzazione del sistema della ricerca pubblica e l'allargamento dell'osmosi tra i settori pubblico e privato. Per quanto concerne le filiere e lo sviluppo: il supporto allo sviluppo tecnologico e sostenibile delle filiere nazionali con misure specifiche, sostenendo le attività di innovazione di processo e prodotto e provvedendo alla proiezione internazionale delle aziende tramite ausilio all'esportazione; la promozione dello sviluppo di rapporti sinergici e duraturi fra le aziende di filiera anche mediante «accordi di rete»; la valorizzazione del «Marchio Italia» valutando l'istituzione di un opportuno fondo per le industrie creative e per il made in Italy.
  Inoltre per quanto riguarda i grandi progetti Paese per la transizione, occorre raccordare le procedure autorizzative fra i diversi attori pubblici, continuando un'azione di semplificazione normativa e amministrativo-procedurale, in modo da rendere più facile il fare impresa.
  Per quanto riguarda la formazione permanente, rafforzare la capacità delle imprese e del tessuto produttivo in generale di programmare in maniera sistematica politiche di formazione dei lavoratori.
  Per quanto concerne il capitale di rischio, prevedere investimenti pubblici destinati alla crescita del sistema del venture capital italiano, favorendo la nascita di nuovi fondi, l'attrazione di fondi esteri e il rientro di talenti che tornino in Italia a lavorare in tale sistema.
  Con specifico riferimento alla internazionalizzazione e al sostegno all'export, ricorda che la Relazione all'Assemblea considera necessario potenziare la capacità delle imprese italiane di competere sui mercati internazionali, con assoluta priorità all'industria agroalimentare, al turismo e alla filiera della promozione culturale, nonché rafforzare gli strumenti di promozione integrata dei prodotti nazionali e sostenere l'internazionalizzazione delle imprese, a partire dal potenziamento del «Patto per l'export», sottoscritto nel giugno del 2020.
  Per quanto riguarda il commercio, rammenta che la predetta Relazione rileva la necessità di: favorire l'accelerazione della transizione digitale delle imprese, particolarmente delle PMI, con sviluppo di una rete di connessione digitale veloce ed ultraveloce; favorire la riattivazione delle reti economico-produttive locali introducendo misure di contrasta alla desertificazione commerciale dei centri storici in particolare nelle località minori; riqualificare le infrastrutture logistiche essenziali e di collegamento, anche mediante interventi di nuova edilizia pubblica nei settori di servizio per le comunità locali, agevolazioni fiscali per le imprese insediate nei centri storici urbani e nei piccoli comuni, recupero del piccolo commercio all'interno dei centri urbani, interventi per la rigenerazione urbana soprattutto delle aree interne e delle aree costiere; avviare un ampio piano di misure fiscali volte a incentivare l'economia circolare; sostenere la partecipazione alle fiere nazionali e internazionali Pag. 62e la nascita di imprese commerciali, e definire un piano d'internazionalizzazione da realizzarsi attraverso il potenziamento delle funzioni delle camere di commercio locali ed estere, delle micro, piccole e medie imprese con il sovvenzionamento di progetti di rete diretti alla commercializzazione dei prodotti territoriali nei mercati internazionali.
  Nella Risoluzione in Assemblea 6-00138, approvata alla Camera dei deputati il 13 ottobre 2020, con riferimento alla delineata missione n. 1, si impegna il Governo, per quanto concerne gli interventi volti a promuovere investimenti privati, a delineare strumenti capaci di attivare le risorse in modo rapido ed efficace, a tal fine privilegiando misure che si traducano in meccanismi agevolativi automatici, sulla base di criteri di accesso semplici e chiari, che riducano al minimo l'attività di intermediazione delle amministrazioni pubbliche e, conseguentemente, le scelte discrezionali nell'individuazione dei soggetti destinatari dei benefici, anche attraverso la previsione di misure fiscali mirate e temporanee.
  Fa presente che il PNRR dichiara l'intenzione di sostenere la transizione digitale e l'innovazione del sistema produttivo attraverso stimoli agli investimenti in tecnologie all'avanguardia e 4.0, ricerca, sviluppo e innovazione, cybersecurity, nonché attraverso l'ammodernamento e il completamento delle reti ad altissima capacità in fibra ottica, 5G e satellitari, collegate all'utente finale, per assicurare una parità di accesso al mercato in ogni area del Paese. Si introdurrà, anche, una riforma delle concessioni statali che garantirà maggiore trasparenza e un corretto equilibrio fra l'interesse pubblico e privato, nonché il costante miglioramento del servizio per gli utenti.
  Più nel dettaglio, per quanto concerne gli interventi della Componente 2 della Missione 1 (per un totale di 26,55 miliardi stanziati – 800 milioni a valere sul React/EU – di cui 21,55 miliardi destinati a progetti nuovi e 4,20 miliardi funzionali a realizzare progetti in essere), sono destinati 18,8 miliardi al progetto Transizione 4.0, 0,75 miliardi al progetto Innovazione e tecnologia dei microprocessori, 0,8 miliardi alla Digitalizzazione PMI e Fondo di garanzia, 4,20 miliardi alla Banda larga, 5G e monitoraggio satellitare (di cui 3,30 alle Connessioni Veloci e 0,90 alla Costellazione satellitare e Istituto Nazionale di Osservazione della Terra), 2 miliardi al progetto Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione.
  Agli interventi agevolativi per la transizione digitale e verde del sistema produttivo, attraverso stimoli agli investimenti in tecnologie all'avanguardia e 4.0, ricerca, sviluppo e innovazione, cybersecurity (cd. Transizione 4.0) è dunque destinata la maggior parte delle risorse, pari a circa 18,8 miliardi di euro, di cui 15,7 miliardi per progetti nuovi e 3,10 miliardi per progetti in essere. Segue, in termini di risorse finanziarie, l'obiettivo «Banda larga, 5G e monitoraggio satellitare» connesso alla realizzazione delle reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari, per la realizzazione, l'ammodernamento e il completamento delle reti ad altissima capacità collegate all'utente finale nel Mezzogiorno e nelle aree bianche e grigie, nonché per garantire la connettività di realtà pubbliche ritenute prioritarie e strategiche. A tale obiettivo, vengono complessivamente destinati 4,2 miliardi di euro, dei quali la parte preponderante, 3,3 miliardi, è destinata alle connessioni ultraveloci e la restante parte, 900 milioni, è destinata a progetti nuovi per la Costellazione satellitare e l'Istituto Nazionale di Osservazione della Terra. Quanto alle connessioni ultraveloci, 2,2 miliardi sono per progetti nuovi e la residua parte per progetti in essere. Alle «Politiche industriali di filiera e all'internazionalizzazione», obiettivo finalizzato a favorire lo sviluppo delle filiere produttive, in particolare quelle innovative, nonché del Made in Italy, sono destinati 2 miliardi di euro. Si tratta di risorse interamente destinate a progetti nuovi. All'obiettivo Digitalizzazione PMI e Fondo di garanzia gli 800 milioni di euro sono tutti a valere su React-EU.
  Il documento all'esame sottolinea in particolare che il Governo intende proseguire una politica di incentivazione fiscale degli Pag. 63investimenti in beni materiali strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica secondo il modello «Transizione 4.0», ed in beni immateriali ad essi connessi, nonché in attività di ricerca e sviluppo, in una logica di neutralità tecnologica. Il progetto si basa su un credito d'imposta articolato per spese in beni strumentali (materiali e immateriali 4.0), e per investimenti in ricerca e sviluppo, nonché in processi di innovazione e di sviluppo orientati alla sostenibilità ambientale e all'evoluzione digitale, con un'estensione, a partire dal 2021, a un bacino più ampio di beni strumentali immateriali agevolabili e meccanismi semplificati e accelerati di compensazione dei benefici maturati per le aziende con fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro. A queste misure potranno accedere anche le imprese editoriali per le attività di digitalizzazione e per gli interventi a sostegno della trasformazione digitale dell'offerta e della fruizione di prodotti editoriale.
  Come già evidenziato, lo stanziamento totale per il progetto Innovazione e tecnologia dei microprocessori è di 750 milioni ed è volto a sostenere il settore ad alto contenuto tecnologico della microelettronica, attraverso un mix di strumenti per il sostegno finanziario agli investimenti in macchinari. Il PNRR afferma che «è ragionevole attendersi che una quota significativa di questa linea di intervento possa riguardare il Sud e favorire peraltro l'occupazione, anche giovanile, altamente qualificata», soddisfacendo anche obiettivi più direttamente perseguiti all'interno della Missione 5 (Inclusione e coesione). Con riferimento alla microelettronica, rammenta che lo Stato italiano è già impegnato nel grande progetto di interesse comune europeo (IPCEI) microelettronica. La legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019-2021) ha istituito, all'articolo 1, comma 203, il fondo destinato all'erogazione dei contributi alle imprese che partecipano alla realizzazione dell'IPCEI Microelettronica (Fondo IPCEI Microelettronica), destinando alla sovvenzione del progetto complessivi 410,2 milioni di euro per il periodo 2019-2024. La dotazione prevede 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, 60 milioni di euro per il 2021 e 83,4 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024. Il rafforzamento iniziative IPCEI costituisce uno degli obiettivi delle Missione 4 (Istruzione e ricerca) del PNRR.
  Ricorda, inoltre, come peraltro evidenziato nelle Linee guida per la predisposizione del Piano del 15 settembre scorso, che la Presidenza tedesca dell'UE ha proposto un secondo IPCEI concernente la microelettronica, con l'obiettivo di aumentare la sicurezza e la sostenibilità della componentistica microelettronica in Europa, favorendo l'integrazione e la produzione di soluzioni basate sulle tecnologie 5G e 6G, nuovi algoritmi di sicurezza dei sistemi di telecomunicazione e nuove attrezzature e processi di alta qualità da produrre. Il MISE ha pubblicato il bando per partecipare a questa nuova iniziativa. Le linee guida dichiaravano l'impegno del Governo allo sviluppo di simili iniziative.
  Quanto al progetto Digitalizzazione PMI e Fondo di garanzia PMI, il PNRR afferma che – grazie ad una sinergia tra più programmi europei – sono messi a disposizione diversi strumenti per il rafforzamento del sistema produttivo, in particolare strumenti per favorire l'accesso al credito e la liquidità delle imprese, come il rifinanziamento del Fondo di garanzia. Il PNRR afferma che alle predette risorse si aggiungono risorse complementari per 1 miliardo dai progetti PON e per 3,1 miliardi dagli stanziamenti della legge di bilancio. Ricorda, inoltre, il recente rifinanziamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese attraverso la Riserva PON Imprese e Competitività-IC ad esso dedicata. La relativa dotazione è stata incrementata dal D.M. 6 ottobre 2020 (pubblicato in G.U. 23 novembre 2020) di 1,4 miliardi euro di risorse FESR, distribuiti tra «Regioni meno sviluppate» (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) (1,3 miliardi), «Regioni in transizione» (Abruzzo, Molise e Sardegna) (66,9 milioni), «Regioni più sviluppate» del restante territorio nazionale (47,6 milioni).
  Relativamente agli interventi concernenti le infrastrutture per la transizione digitale: banda larga, 5G e monitoraggio Pag. 64satellitare, ricorda, in via preliminare che uno degli obiettivi principali contenuti nelle Raccomandazioni 2020 rivolte all'Italia ha richiesto al nostro Paese di concentrare gli investimenti sulla transizione digitale, che rappresenta la principale sfida di modernizzazione per il Paese sotto il duplice profilo degli investimenti infrastrutturali e di quelli immateriali. La realizzazione delle reti di comunicazione ad altissima velocità sia fisse (con le trasmissioni in fibra ottica) sia mobili (con lo sviluppo del 5G) rappresenta uno dei sette obiettivi faro (flagship) sui quali la Commissione europea, nella guida strategica per l'attuazione dello strumento per la ripresa e la resilienza definita nell'ambito della strategia annuale per la crescita sostenibile (ASGS) 2021, invita gli Stati membri a concentrare i propri piani d'utilizzo delle risorse. Rammenta altresì che la relazione della Commissione V della Camera dei deputati sulle Linee guida per la redazione del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, presenta contenuti assai dettagliati in merito alla realizzazione delle infrastrutture digitali. Con riguardo ai profili infrastrutturali si segnalava, in particolare, che eventuali iniziative per il potenziamento e lo sviluppo delle reti di telecomunicazione, non possono prescindere dalle nuove tecnologie disponibili (edge cloud e intelligenza artificiale nelle reti). Si richiedeva inoltre la ricognizione dell'esistente e delle reti già pianificate con iniziative private e pubbliche, all'uopo provvedendo ad una mappatura esaustiva, entro i primi mesi del 2021, di tutti gli interventi pubblici e privati già in essere.
  Segnala, tuttavia, che, per quanto riguarda le infrastrutture digitali, il Piano non affronta espressamente la connessione tra dispiegamento delle reti e investimento nelle nuove tecnologie connesse. Il documento infatti essenzialmente si sofferma sulla centralità della realizzazione e della messa a disposizione delle infrastrutture in fibra ottica, «a prova di futuro» (la cui fruizione è attualmente molto al di sotto della media europea). Anche con riferimento alla richiesta contenuta nell'atto di indirizzo parlamentare sopra citato, di effettuare la ricognizione delle reti esistenti e delle reti già pianificate con iniziative private e pubbliche per giungere ad una mappatura esaustiva entro i primi mesi del 2021 non si rilevano espliciti riscontri nel documento.
  La realizzazione dell'infrastruttura si basa sul Piano Banda ultralarga del marzo 2015, la cui attuazione sconta ritardi con particolare riferimento al dispiegamento della fibra nelle aree non a mercato e nelle aree grigie. In ragione di ciò, per favorire un'ulteriore accelerazione degli investimenti il Piano intende promuovere un «progetto fibra» che eviti il rischio di duplicazioni nella messa a terra garantendo al contempo la piena concorrenza nella fornitura dei servizi. Accanto a questo intervento si prevede la promozione di iniziative per la diffusione dello stesso nei grandi impianti sportivi e lungo le vie di comunicazione extraurbana nonché per la promozione dei servizi 5G e per la safety del 5G, senza tuttavia precisare le specifiche linee di intervento e le relative tempistiche di realizzazione delle citate iniziative. Ricorda che a tali finalità sono destinati complessivamente 3,30 miliardi di euro (nuove risorse pari a 2,20 miliardi di euro).
  Lo stanziamento totale per il progetto Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione è di 2 miliardi. Si prevede l'adozione di progetti nuovi volti a sostenere le filiere industriali in particolare quelle che maggiormente hanno risentito degli effetti della crisi e quelle più avanzate dal punto di vista dell'innovazione e della sostenibilità ambientale. Rileva che particolare attenzione, secondo il Piano, sarà rivolta, in questo ambito progettuale, alle imprese che promuovono nel mondo i prodotti del Made in Italy, in particolare a quelle di minori dimensioni. A tale scopo, sarà utilizzato il sistema del fondo di fondi attraverso il quale le risorse stanziate sono conferite a fondi operativi specializzati per strumenti finanziari, rischi assunti e settori di intervento. Inoltre, il Piano prevede di incentivare le integrazioni e le interconnessioni tra le aziende nelle diverse fasi dei processi produttivi, favorendo, con strumenti idonei, anche processi di fusione e di patrimonializzazione. Pag. 65
  Passando alla Componente 3 della Missione 1, «Turismo e cultura», osserva che già nelle risoluzioni sul PNR, approvate a fine luglio 2020 (Risoluzione n. 6/00124 della Camera dei deputati e Risoluzione n. 6/00126 del Senato), il Parlamento – premesso che l'avvio della ripresa economica del nostro Paese non può prescindere da una prospettiva riformatrice e dal considerare centrali, per quanto qui interessa, gli investimenti in cultura e turismo – ha impegnato il Governo, in particolare, a conferire, nell'ambito degli interventi del Piano per la ripresa, un ruolo centrale, fra l'altro, all'innovazione e alla trasformazione digitale, quale fattore più importante per rendere universale la diffusione anche della cultura. Con la risoluzione 6-00138, approvata dall'Assemblea della Camera il 13 ottobre 2020, si è impegnato il Governo a dare attuazione alle indicazioni contenute nella stessa relazione, inclusiva dei rilievi formulati dalle Commissioni permanenti. In tale ambito ricorda che (oltre alle esigenze rappresentate dalla VII Commissione) in particolare la X Commissione, nella seduta del 29 settembre 2020, ha fatto preliminarmente presente che proprio il comparto turistico, che prima della pandemia contribuiva alla formazione del PIL per circa 230 miliardi di euro annui, con 1,5 milioni di occupati, è il settore che ha subito i maggiori danni dalla pandemia. Intere filiere della catena si sono infatti totalmente fermate (intrattenimento, fiere, congressi, business travel) ed altre sono crollate fino al 90 per cento (come le agenzie di viaggio e i tour operator). Il comparto ha dovuto in sostanza fronteggiare un'emergenza inedita, con un tracollo della domanda e una conseguente elevata mortalità aziendale. Per la ripresa, la Commissione ha dunque sottolineato la necessità di azioni mirate, ma anche di un'azione trasversale di potenziamento infrastrutturale, con riferimento alle infrastrutture logistiche e di collegamento, all'accessibilità transfrontaliera e all'intermodalità dei trasporti tra il Nord e il Sud e tra Est e Ovest della penisola in modo da garantire un accesso facilitato alle diverse aree del Paese, ritenuta condizione indispensabile per la valorizzazione dei territori. Rammenta dunque che i rilievi deliberati dalla Commissione hanno inteso rappresentare anche le seguenti esigenze: sostenere un grande piano di riqualificazione delle strutture ricettive e termali presenti sul territorio, anche estendendo e stabilizzando le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni orientate al risparmio energetico e alla messa in sicurezza sismica degli edifici (espressamente richiamando la disciplina su «Ecobonus» e «Sismabonus» 110 per cento); favorire lo sviluppo delle imprese che operano nel settore turistico, in chiave sempre più digitalizzata ed innovativa; definire progetti atti a promuovere e sostenere il «prodotto turistico», che affianchino gli attuali ambiti portanti – ad esempio, località marinare e città d'arte – valorizzando luoghi e percorsi del territorio ora marginali e rinvigorendo anche un'offerta turistica mirata (ad esempio, turismo sostenibile, di ritorno, ecc.) nonché sostenendo specifici pacchetti volti a ridistribuire i flussi turistici; sviluppare la Rete dei cammini, con interventi per la sicurezza, la segnaletica e l'ospitalità, nonché per quanto riguarda il turismo sostenibile e responsabile e la promozione del turismo interno e dei borghi; adottare strumenti per incentivare l'ospitalità, la ristorazione «rifiuti zero» e l'utilizzo di prodotti territoriali; irrobustire i distretti patrimonio turistico esistenti e favorire la creazione di nuovi distretti, club e reti di prodotto; creare una piattaforma turistica nazionale con un sistema di promozione del turismo e di monitoraggio dei flussi.
  A fronte del contesto descritto e degli indirizzi parlamentari deliberati, il PNRR in esame evidenzia, preliminarmente, che nella sua nuova versione vi è un significativo aumento di risorse relative alla cultura e al turismo, che non corrisponde solo all'esigenza di sostenere gli ambiti più colpiti dagli effetti del Covid-19. Il documento afferma, infatti, che l'investimento strategico in tutta la catena del valore della cultura e del turismo, è essenziale per diffondere lo sviluppo sostenibile a livello territoriale, per realizzare l'inclusione sociale e offrire ai giovani nuove opportunità. Pag. 66In tal senso in esso è apparso opportuno ricordare che la crisi del settore turistico nell'attuale pandemia ne ha reso immediatamente percepibile la sua rilevanza economica (al turismo è direttamente riconducibile, rispettivamente, più del 5 per cento del PIL e oltre il 6 per cento dell'occupazione (fonte: Banca d'Italia) e le imprese che svolgono attività economiche riconducibili al turismo sono più di un milione, di cui il 90 per cento ha fino a 4 addetti (fonte: Istat).
  Segnala che le risorse NGEU complessivamente destinate alla componente 3 della missione 1 sono pari a 8 miliardi di euro, di cui 0,3 miliardi destinati a progetti in essere e 7,7 miliardi destinati a progetti nuovi. Alle risorse NGEU si sommano, in base al documento, 0,3 miliardi di fondi PON.
  Le risorse sono ripartite in 3 aree di intervento e 13 progetti.
  Area di intervento 1 – Patrimonio culturale per la EU Next Generation, per complessivi 2,85 miliardi (tra risorse NGEU e PON) con i seguenti progetti: Potenziamento del piano strategico grandi attrattori turistico culturali, 1,10 miliardi; Piattaforme e strategie digitali per l'accesso al patrimonio culturale, 0,5 miliardi; Miglioramento dell'accessibilità fisica, 0,30 miliardi; Caput Mundi. Interventi sul patrimonio artistico-culturale di Roma, 0,5 miliardi; Sviluppo industria cinematografica (Progetto Cinecittà), 0,45 miliardi. Area di intervento 2 – Siti minori, Aree rurali e Periferie, per complessivi 2,40 miliardi (solo risorse NGEU) con i seguenti progetti: Piano nazionale borghi, un miliardo; Patrimonio storico rurale, 0,50 miliardi; Programma Luoghi identitari, Periferie, Parchi e giardini storici; 0,40 miliardi; Sicurezza antisismica dei luoghi di culto e restauro patrimonio FEC, 0,50 miliardi. Area di intervento 3 – Turismo e Cultura 4.0, per complessivi 3,05 miliardi (tra risorse NGEU e PON) con i seguenti progetti: Cultura 4.0: Formazione Turistica e iniziative per la diffusione culturale nelle scuole, 0,40 miliardi; Supporto agli operatori culturali nella transizione green e digitale, 0,50 miliardi; «Percorsi nella storia “Turismo lento”», 0,65 miliardi; Miglioramento delle infrastrutture turistico-ricettive e dei servizi turistici, 1,50 miliardi;
  Il piano, con riferimento ai predetti 13 progetti, rappresenta quanto segue. Per la linea di intervento 1 – Patrimonio culturale per la EU Next Generation: si potenzierà il piano di interventi sui grandi attrattori turistico-culturali, che prevede il restauro e la riqualificazione di complessi di elevata valenza storico-architettonica e testimoniale del patrimonio culturale e urbano di alcune principali città italiane; si intende investire su piattaforme e strategie digitali per l'accesso al patrimonio culturale di archivi, biblioteche, musei e luoghi della cultura in generale. Inoltre, sarà sviluppata una infrastruttura per la raccolta, conservazione e accesso alle risorse digitali, che metterà a disposizione le risorse per il riuso per servizi complementari ad alto valore aggiunto sviluppati dalle imprese culturali e creative e da start-up innovative, e per fini educativi; si migliorerà l'accessibilità fisica e cognitiva a istituti e luoghi della cultura, anche mediante la realizzazione di un Piano strategico per l'eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A) senso-percettive, culturali e cognitive; per la città di Roma, si prevede, in vista del Giubileo del 2025, la realizzazione del progetto «Caput Mundi». Si tratta, in particolare, di interventi di valorizzazione, messa in sicurezza, restauro e restituzione al pubblico di monumenti presenti anche nelle aree periferiche della città, da inserire in percorsi integrati di fruizione, ad esempio offrendo una bigliettazione congiunta. Inoltre, dovranno essere incentivate le sinergie con il mondo formativo e, a conclusione degli interventi, ogni sito dovrà essere fruibile anche digitalmente; si intende potenziare gli studi cinematografici di Cinecittà, anche al fine di aumentare la capacità di attrazione delle grandi produzioni nazionali, europee e internazionali. Inoltre, si rilanceranno le attività della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia mediante lo sviluppo di infrastrutture («virtual production live set») ad uso professionale e didattico tramite e-learning, nonché attraverso la digitalizzazione e la modernizzazione Pag. 67 degli immobili e degli impianti e mediante investimenti sulla formazione.
  Per la linea di intervento 2 – Siti Minori, Aree Rurali e Periferie: si prevede la realizzazione di interventi di valorizzazione del grande patrimonio di storia, arte, paesaggio, cultura e tradizioni presenti nei piccoli centri intervenendo con un Piano Nazionale Borghi e favorendo la rinascita delle antiche strutture agricole e dei mestieri tradizionali (ad esempio, l'artigianato). Inoltre, si sosterrà l'attivazione di iniziative imprenditoriali e commerciali, tra le quali nuove modalità di ricettività come ospitalità diffusa e albergo diffuso, anche al fine di contrastare lo spopolamento dei territori; si investirà nella riqualificazione di luoghi identitari, periferie, parchi e giardini storici, sostenendo progetti di rigenerazione urbana a base culturale di competenza comunale, ma in partenariato con attori pubblici e privati; si investirà nella sicurezza antisismica dei luoghi di culto e nel restauro del patrimonio del Fondo Edifici di Culto (FEC). Per il patrimonio mobile, si realizzeranno depositi temporanei per la protezione del patrimonio culturale ad elevato rischio legato a grandi fenomeni naturali.
  Per la linea di intervento 3 – Turismo e Cultura 4.0: si intende promuovere l'interazione fra scuola, università, impresa e luoghi della cultura sulla base di strategie locali di specializzazione intelligente. L'azione è connessa, tra l'altro, alla prevista riforma degli Istituti tecnici superiori (contenuta nella Missione 4); si investirà per supportare agli operatori culturali nella transizione green e digitale.
  Con specifico riguardo al turismo, come già evidenziato in precedenza, 1,5 miliardi di euro sono destinati a potenziare le strutture ricettive attraverso investimenti in infrastrutture e servizi turistici strategici, rinnovando l'ecosistema turistico e promuovendo il turismo delle radici. Di tale importo, 300 milioni di euro sono destinati a progetti in essere. Il Piano propone di intervenire sul miglioramento delle strutture-turistiche-ricettive e dei servizi turistici, riqualificando e migliorando gli standard di offerta ricettiva, con il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese e di promuovere un'offerta turistica basata sulla sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. L'azione include interventi di riqualificazione e ammodernamento delle imprese che operano nel comparto turistico per potenziare il loro livello di digitalizzazione; promuovere modelli innovativi di organizzazione del lavoro anche attraverso lo sviluppo dei network e altre forme di aggregazione; sviluppare le competenze, digitali e non, degli operatori del settore attraverso l'accesso ad una formazione qualificata. In questo ambito sarà anche possibile attivare degli effetti leva delle risorse attraverso opportune iniziative di Fondi di Investimento.
  Il Piano all'esame evidenzia che per il 2021 è previsto – ai sensi di quanto indicato nella NADEF 2020 – un provvedimento collegato alla legge di bilancio che conterrà la riforma delle norme in materia di turismo e imprese culturali, che, nei limiti consentiti dalla competenza statale, provvederà al riordino, al coordinamento e all'integrazione delle disposizioni legislative statali vigenti, nel rispetto dell'ordinamento dell'Unione europea e delle attribuzioni delle regioni e degli enti locali. Tale riforma si rende necessaria per superare alcune criticità rilevate dagli operatori, rese ancora più problematiche dalla pandemia, anche al fine di stimolare l'offerta turistica per rafforzare la competitività del sistema nazionale nel suo complesso.
  Con il progetto «Percorsi nella Storia- Turismo lento», cui sono destinati, come già detto, 500 milioni, si punta a generare nuove aree di attrazione e a promuovere una maggiore diffusione dei flussi dei visitatori, aprendo alla valorizzazione di nuovi territori, in chiave di sostenibilità e autenticità, anche attraverso la creazione e l'offerta di cammini, percorsi ciclabili, percorsi ferroviari, riscoperta di aree archeologiche «dimenticate». Il Piano evidenzia che nei siti oggetto di intervento sarà data particolare importanza alla comunicazione per fare percepire ai cittadini come effettivamente sono stati spesi i fondi e come a loro rientri il beneficio, anche attraverso Pag. 68strumenti di divulgazione fruibile in via «smart».
  Tutti i progetti sopraddetti avranno una importante valenza ambientale, rinverdendo e riqualificando il contesto urbano e periferico attraverso la ripiantumazione arborea e l'assorbimento della CO2. Questo intervento beneficia di risorse complementari, come già detto, per 150 milioni dai progetti Programmi operativi nazionali – PON. Osserva che l'azione «Percorsi nella Storia» appare riconducibile a quelle già prospettate nel Piano Strategico per il turismo 2017-2022-PST e nel connesso Piano strategico per la mobilità turistica 2017-2022. In particolare, nella linea di intervento A3 del PST, sono proposte azioni per «Ampliare, innovare e diversificare l'offerta turistica», anche attraverso la mappatura permanente delle destinazioni turistiche regionali e dei relativi prodotti, il recupero e riutilizzo sostenibile dei beni demaniali a uso turistico e, nello specifico, la creazione di forme di percorrenza alternative – vie e cammini – quali strumenti di conoscenza capillare e ramificata della storia e del patrimonio diffuso dell'Italia.
  PNRR – Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica. – La Missione 2, come peraltro ricordato nel documento in esame, concerne i grandi temi dell'agricoltura sostenibile, dell'economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell'efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell'inquinamento e «comprende tre dei programmi flagship del NGEU identificati dalla Commissione europea nella Strategia Annuale di Crescita Sostenibile 2021 e ribadite nelle Linee Guida per i Piani di Ripresa e Resilienza: Power up (rinnovabili e produzione e trasporto di idrogeno verde), Renovate (efficienza energetica degli edifici), Recharge and Refuel (sviluppo della mobilità sostenibile tramite reti di distribuzione di elettricità e idrogeno)».
  Le risorse complessivamente destinate alla Missione 2 sono pari a 69,8 miliardi di euro e sono ripartite in 4 Componenti: 1. Impresa verde ed economia circolare, con risorse per 7 miliardi; 2. Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile, con risorse per 18,2 miliardi; 3. Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, con risorse per 29,55 miliardi; 4. Tutela del territorio e della risorsa idrica, con risorse per 15,03 miliardi.
  Ricorda che nelle raccomandazioni del Consiglio UE del 2020 viene richiesto all'Italia di adottare provvedimenti nel 2020 e nel 2021 al fine, tra l'altro, di concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, in particolare su una produzione e un uso puliti ed efficienti dell'energia, su ricerca e innovazione, sul trasporto pubblico sostenibile, sulla gestione dei rifiuti e delle risorse idriche. Inoltre, nella Relazione per paese relativa all'Italia per il 2020, viene sottolineato che per realizzare la transizione verde è fondamentale migliorare l'efficienza energetica nel settore edilizio, promuovere i trasporti sostenibili, favorire l'economia circolare nelle regioni caratterizzate da un ritardo nello sviluppo e prevenire i rischi climatici. Infine, nell'Assessment of the final national energy and climate plan of Italy – Valutazione del piano nazionale per l'energia e il clima definitivo dell'Italia adottato dalla Commissione il 14 ottobre 2020 vengono forniti i seguenti indirizzi ai fini della redazione del PNRR italiano: i progetti di investimento maturi delineati nel PNIEC dovrebbero essere per quanto possibile anticipati; dovrebbero essere inclusi nel PNRR investimenti e riforme in una serie di «settori faro», tra i quali le iniziative faro «Power up» (premere sull'acceleratore), «Renovate» (ristrutturare) e «Recharge and refuel»(ricaricare e rifornire) direttamente connesse con l'azione in materia di energia e clima; il PNRR dell'Italia per la ripresa e la resilienza dovrà includere almeno un 37 per cento di spesa per il clima; l'Italia viene invitata a prendere in considerazione, nello sviluppo del PNRR, misure e investimenti volti a promuovere l'efficienza energetica degli edifici, misure e investimenti per decarbonizzare il settore energetico, misure e investimenti a sostegno dell'economia circolare, riesame di imposte e sovvenzioni per renderle coerenti con la transizione verde, tenendo conto nel contempo degli aspetti ridistributivi, misure e investimenti Pag. 69per sviluppare trasporti sostenibili, comprese le infrastrutture, misure che promuovono l'adattamento ai cambiamenti climatici, anche per garantire la resilienza ai cambiamenti climatici delle infrastrutture esistenti e future.
  Per quanto riguarda gli atti di indirizzo parlamentare, fa presente che con la risoluzione sul PNR 2020, Camera e Senato hanno impegnato l'esecutivo a conferire, nell'ambito degli interventi del PNRR, un ruolo centrale, tra gli altri, agli interventi del green deal orientati a favorire la transizione ecologica, la decarbonizzazione e lo sviluppo economico e sociale sostenibile, in linea con la piena attuazione dell'Agenda 2030, nonché alle misure di sostegno e potenziamento, in linea con quanto già previsto nel decreto attuativo del Piano transizione 4.0, delle attività produttive della green economy, in coerenza con il modello di economia circolare e con la nuova strategia industriale europea. Inoltre, con la risoluzione sulla NADEF 2020, hanno impegnato il Governo ad utilizzare appieno le risorse messe a disposizione dal Recovery Plan europeo per affrontare i nodi strutturali del Paese attuando un vasto programma di riforme e di investimenti pubblici per accelerare la transizione ecologica e digitale, anche attraverso il potenziamento dell'uso delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, il miglioramento della qualità dell'aria, la decarbonizzazione dei trasporti e del settore energetico, la gestione integrata del ciclo delle acque e la mitigazione dei rischi idrogeologici e sismici.
  Ricorda, infine, che nella relazione all'Assemblea della V Commissione (Bilancio) della Camera (relativa alla proposta di linee guida per la definizione del PNRR), con riferimento alla Missione n. 2 si ritiene, tra gli altri indirizzi, necessario investire nella transizione verde del sistema produttivo (che si fondi, da un lato, sulla promozione di una produzione e di un uso puliti ed efficienti dell'energia e, dall'altro, sull'affermazione di modelli di economia circolare incentrati sul riuso delle materie prime seconde), con l'obiettivo, tra l'altro, di pervenire ad una produzione priva di effetti alteratori del clima, di favorire la transizione da sistemi di produzione e consumo lineari a sistemi più sostenibili e circolari e di investire le risorse del Recovery Fund per la ricerca nel settore di produzioni e prodotti bio-circolari nonché nella chimica verde.
  Anche sulla base di questi indirizzi, nella proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza viene sottolineato che le 4 componenti in cui si articola la Missione 2 verranno più puntualmente definite, con le relative concrete iniziative di investimento in coerenza con la strategia nazionale complessiva in corso di definizione per alcuni aspetti e alla capacità di raggiungere con efficacia ed efficienza gli obiettivi PNIEC. Viene altresì evidenziato che le azioni di investimento della missione saranno accompagnate da specifiche riforme volte a favorire la transizione energetica e la svolta ecologica, fra le quali spiccano la revisione del sistema della fiscalità ambientale, in modo che essa contribuisca al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030, e la definizione di una strategia nazionale in materia di economia circolare. Scompare invece il riferimento alla revisione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi, contenuto nelle Linee guida.
  Considerando l'argomento di stretto interesse per la X Commissione, si sofferma sulla Componente n. 2, Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile, dedicando altresì un breve accenno alla Componente n. 3, Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici che solo indirettamente la riguarda. Rinvia quindi alla documentazione degli uffici per gli approfondimenti sulle altre Componenti della Missione 2.
  Come già evidenziato in precedenza, per la componente 2 Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile sono previste risorse per 18,22 miliardi di euro (di cui 690 milioni a valere su React/EU). Di tale importo: 14,58 miliardi di euro sono destinati a progetti nuovi e 2,95 miliardi di euro sono funzionali a realizzare progetti in essere.
  I progetti relativi a questa Componente sono tre: 1. Produzione e distribuzione di Pag. 70rinnovabili e sostegno alla filiera, con risorse complessive per 8,66 miliardi di euro (dei quali 4 miliardi per Fonti di Energia Rinnovabile (FER), 360 milioni per Sostegno alla filiera rinnovabili, 2,90 miliardi per Infrastrutture di rete e smart grids e 1,41 miliardi per Progetti dei comuni in linea con PNIEC); 2. Investimenti nella filiera dell'idrogeno e transizione con DRI verso acciaio verde, con risorse complessive per 2 miliardi di euro; 3. Trasporti locali sostenibili, ciclovie e rinnovo parco rotabile per complessivi 7,55 miliardi di euro.
  All'obiettivo «Produzione e distribuzione di rinnovabili e sostegno alla filiera» sono dunque destinati complessivi 8,66 miliardi di euro. Di tale importo, 7,98 miliardi sono destinati a progetti nuovi e 690 milioni costituiscono l'integrazione di risorse che proviene da React-EU. L'obiettivo contempla specifiche azioni di investimento: sulla produzione e distribuzione di fonti rinnovabili, cui sono ascritti 4 miliardi di euro, tutti destinati a progetti nuovi, si prevedono, in particolare, contributi a sostegno dello sviluppo di progetti fotovoltaici galleggianti ed eolici offshore, progetti onshore realizzati su siti di proprietà della PA o a basso consumo di suolo o abbinati a tecnologie di stoccaggio, nonché supporto finanziario tramite finanziamenti (prestiti senior/junior e/o credit enhancement) per sistemi di grid parity («parità» fra il costo di produzione dell'energia da fonte rinnovabile e il costo di acquisto dell'energia prodotta da fonti convenzionali). Sarà sviluppata l'infrastruttura di trasmissione elettrica per supportare le tecnologie rinnovabili offshore emergenti. L'azione in esame beneficia di risorse complementari per 300 milioni dai progetti PON.
  Il PNRR prospetta, inoltre, taluni interventi di riforma, quali: la semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili onshore e offshore e la definizione del nuovo quadro giuridico per sostenere la produzione da fonti rinnovabili innovative con proroga dei tempi e estensione del perimetro di ammissibilità agli attuali regimi di sostegno; l'introduzione di una nuova regolamentazione per l'imposizione di quote obbligatorie di rilascio di biogas a importatori e produttori di gas naturale; il sostegno della filiera industriale nei settori tecnologici legati alle rinnovabili, cui sono ascritte risorse complessivamente pari a 0,36 miliardi di euro, tutti destinati a progetti nuovi. L'investimento si concentra su due settori, fotovoltaico (pannelli fotovoltaici di nuova generazione) ed eolico (turbine eoliche alta efficienza con impianto di produzione prototipale); il potenziamento e la digitalizzazione delle infrastrutture di rete elettrica e smart grids, cui sono ascritte risorse pari a 2,9 miliardi di euro, di cui 180 milioni provenienti da React-EU. L'investimento prevede l'installazione di sistemi di accumulo termico per disaccoppiare i flussi termici ed elettrici degli impianti CCGT (Combined Cycle Gas Turbines). Le azioni contribuiranno – secondo il Piano – alla realizzazione degli obiettivi del PNIEC (aumentare la quota rinnovabile nel mix energetico italiano: 55,4 per cento al 2030, e raggiungere una capacità di stoccaggio di 3,0 GW al 2025, in linea con la strategia di decarbonizzazione UE). Si prevedono, poi, interventi di infrastrutturazione fisica e digitalizzazione della rete elettrica e ulteriori interventi per aumentare la resilienza della rete di distribuzione elettrica e per istallare poli integrati di ricarica per veicoli elettrici, in linea con gli obiettivi del PNIEC (6 milioni di veicoli elettrici al 2030, di cui 4 milioni completamente elettrici e 2 milioni ibridi plug-in).
  All'obiettivo «Investimenti nella filiera dell'idrogeno e transizione con DRI verso acciaio verde» sono destinati, come già evidenziato in precedenza, complessivi 2 miliardi di euro. Nell'industria siderurgica primaria, secondo il PNRR, l'idrogeno rappresenta in prospettiva un'alternativa al gas naturale per la produzione di Ferro Ridotto Diretto (DRI). In linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, è previsto un investimento per lo sviluppo del DRI connesso al progetto di decarbonizzazione dell'ex ILVA a Taranto e alla transizione per la produzione di acciaio verde in Italia. Rammenta in proposito che il Piano Nazionale integrato per l'energia ed il clima (PNIEC) riconosce all'idrogeno Pag. 71un ruolo rilevante nel perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione e neutralità energetica, e di implementazione dell'impiego delle fonti energetiche rinnovabili nei trasporti (quale carburante rinnovabile non biologico). Nell'ottica di una «neutralità climatica», il PNIEC prevede poi la promozione – a partire da attività di ricerca, sviluppo e dimostrazione – della produzione e dell'utilizzo di idrogeno prodotto da elettricità rinnovabile per la decarbonizzazione dei settori industriali ad alta intensità energetica e dei trasporti commerciali a lungo raggio. Ricorda che il Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, il 9 settembre 2020, nel corso dell'audizione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund ha sottolineato il ruolo strategico dello sviluppo dell'energia prodotta da idrogeno, con attenzione agli interventi di sostegno all'idrogeno verde prodotto da fonte fotovoltaica, considerata la sua economicità e ha richiamato il finanziamento di tutto il pacchetto IPCEI (Important Projects of Common European Interest), 950 milioni per il 2021, nel decreto «Agosto» (decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104). Successivamente il MISE ha adottato le linee guida della Strategia nazionale sull'idrogeno che espongono la posizione del Governo italiano sul ruolo che l'idrogeno può occupare nel percorso nazionale di decarbonizzazione, in conformità al PNIEC, e alla Strategia per l'Idrogeno dell'Unione europea adottata lo scorso 8 luglio nell'ambito del Green New Deal.
  Il PNRR in esame afferma in proposito che la Strategia Idrogeno è attualmente in fase di finalizzazione e che la linea progettuale Idrogeno verde si basa sulle seguenti iniziative: produzione di idrogeno in aree industriali dismesse per testare la produzione di idrogeno da FER. L'investimento consentirà l'uso locale dell'idrogeno nell'industria, creando da 5 a 10 Hydrogen Valley con produzione e utilizzo locali; produzione di elettrolizzatori e sviluppo di una filiera italiana dell'idrogeno. Il polo industriale dovrà essere in grado di produrre elettrolizzatori di diverse dimensioni e tipologie per soddisfare le diverse esigenze del mercato; utilizzo dell'idrogeno nell'industria «Hard-to-abate» (nell'industria siderurgica primaria – secondo il Piano – l'idrogeno è in prospettiva un'alternativa al gas naturale per la produzione di Ferro Ridotto Diretto (DRI). Oltre alla produzione di acciaio primario, l'idrogeno può essere utilizzato nel riscaldamento in altri processi produttivi della siderurgia, della raffinazione del petrolio, della chimica, cemento, vetro e cartiere); rete di stazioni di rifornimento idrogeno, con un massimo di 40 distributori di carburante adatti ai camion per una riduzione delle emissioni legate al trasporto; utilizzo dell'idrogeno nel trasporto ferroviario, con l'introduzione di treni alimentati a idrogeno nella rete ferroviaria nazionale; ricerca nel campo dell'idrogeno. Accanto alle tecnologie, si sosterrà la sperimentazione e la realizzazione di prototipi per l'industrializzazione dei processi innovativi. Questo progetto – afferma il Piano – sarà raccordato con quelli previsti dalla componente 2 della Missione 4 («Dalla Ricerca all'Impresa», v. infra) con particolare riferimento agli IPCEI e alla creazione di centri di eccellenza per la ricerca e le tecnologie emergenti; sviluppo tecnologico dell'idrogeno verde. La strategia è progettare e realizzare bruciatori in grado di utilizzare idrogeno in sostituzione del gas naturale fino al 70 per cento, corrispondente a una riduzione delle emissioni di CO2 del 40 per cento.
  Come già riferito in precedenza, nell'ambito della Missione 2 è, poi, evidenziata una parte delle risorse per la mobilità sostenibile, che si aggiungono a quelle presenti nella Missione 3. Tra i relativi progetti segnalo, solo per titoli, i Progetti dei Comuni in linea con il PNIEC, i trasporti locali sostenibili, ciclovie e rinnovo del parco rotabile. In particolare, per questi ultimi segnala che per il Trasporto pubblico locale green, si prevede, tra le altre azioni, la stipula di 25/30 contratti di sviluppo per aziende della filiera nazionale per autobus a basso impatto ambientale, l'attivazione di bandi, per incentivare le PMI alla riconversione verso nuove tecnologie (veicoli elettrici/ibridi, digitalizzazione, ecodesign, ecc.) nonché nuove produzioni ed estensione alle filiere automotive, autobus, nautica e per la Pag. 72mobilità marittima finalizzati al trasporto a basso impatto ambientale e smart.
  Un rapido accenno merita la Componente n. 3, relativa all'efficienza energetica e riqualificazione degli edifici. Tale componente – che, come rileva il documento, intercetta una dimensione assai rilevante per l'abbattimento delle emissioni di CO2 – si articola in due linee di azione.
  La prima linea di azione (cui sono destinati 11,04 miliardi di euro) riguarda la realizzazione di un programma di efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a scuole, edilizia residenziale pubblica, comuni e cittadelle giudiziarie.
  La seconda linea di azione (cui sono destinate risorse pari a 18,51 miliardi di euro) prevede, per il settore dell'edilizia privata, l'estensione del superbonus al 110 per cento per efficientamento energetico e messa in sicurezza degli edifici; il documento in esame prevede, al fine di dare maggiore tempo per gli interventi più complessi, di prolungare l'applicazione della misura per gli IACP al 30 giugno 2023 (estesa di ulteriori sei mesi quando siano stati effettuati almeno il 60 per cento dei lavori), e per i condomìni fino al 31 dicembre 2022, a prescindere dalla realizzazione di almeno il 60 per cento dei lavori; l'obiettivo è di aumentare in modo sostanziale il risparmio annuale generato dagli interventi di riqualificazione energetica; in termini di superficie sottoposta a riqualificazione energetica e sismica, si stimano circa 3 milioni di metri quadri riqualificati per anno, corrispondenti a circa l'1 per cento della superficie complessivamente occupata da edifici residenziali.
  PNRR – Missione 4: Istruzione e ricerca. – Come già anticipato, la Missione 4 – Istruzione e ricerca è divisa in 2 Componenti, per complessivi 28,49 miliardi di euro di risorse destinate: «Potenziamento delle competenze e diritto allo studio» (con 16,72 miliardi) e «Dalla ricerca all'impresa» (con 11,77 miliardi), quest'ultima di specifico interesse della Commissione riguardando la ricerca di base, applicata, e il trasferimento tecnologico. Evidenzia, peraltro, che, in base al documento, alle risorse sopra indicate si sommano 2,6 miliardi di euro di fondi PON e 2,95 miliardi derivanti dalla programmazione di bilancio 2021/2026.
  In linea generale gli obiettivi della Missione n. 4 consistono in: colmare il deficit di competenze che limita il potenziale di crescita del Paese; migliorare i percorsi scolastici e universitari – anche attraverso l'internazionalizzazione della formazione superiore e la promozione della mobilità di docenti e ricercatori – e agevolare le condizioni di accesso degli studenti; rafforzare i sistemi di ricerca – attraverso il potenziamento della ricerca di base e delle grandi infrastrutture di ricerca, nonché il supporto alla ricerca condotta dai giovani talenti – e la loro interazione con le imprese e le istituzioni.
  Le risorse NGEU complessivamente destinate alla Missione 4 sono pari a 28,49 miliardi di euro.
  Ricorda, preliminarmente che nell'ambito delle Raccomandazioni del Consiglio sul programma nazionale di riforma dell'Italia 2019, del 5 giugno 2019, la Raccomandazione n. 3 invitava l'Italia ad adottare provvedimenti nel 2019 e nel 2020 al fine, tra l'altro, di porre l'accento sulla politica economica connessa agli investimenti in materia di ricerca e innovazione e sulla qualità delle infrastrutture, tenendo conto delle disparità regionali. Al riguardo, il Considerando n. 21 sottolineava che la spesa delle imprese per la ricerca e lo sviluppo è pari a quasi la metà del livello medio di spesa della zona euro. Si rilevava altresì che il sostegno pubblico alla spesa delle imprese destinata alla ricerca e allo sviluppo rimane modesto, sebbene stia migliorando grazie all'accresciuto ruolo degli incentivi fiscali e che anche la spesa pubblica destinata alla ricerca e allo sviluppo è inferiore alla media della zona euro. Per migliorare i risultati dell'Italia in materia di innovazione indicava come necessari ulteriori investimenti in attività immateriali, così come una maggiore attenzione al trasferimento di tecnologie, tenendo conto delle debolezze a livello regionale e delle dimensioni delle imprese. Le misure a sostegno della conoscenza (come i cluster tecnologici) Pag. 73 e della cooperazione tra imprese aiutano soprattutto le imprese più piccole ad affrontare le difficoltà e ad aumentare la loro bassa produttività. Ricorda altresì che nella Relazione per Paese relativa all'Italia 2020, del 26 febbraio 2020, la Commissione europea sottolineava che l'Italia ha compiuto progressi limitati per quanto riguarda il tasso di investimenti in ricerca e sviluppo. Infine, osservava che il Sud è in ritardo in termini di ricerca, sviluppo e innovazione, anche a causa delle politiche nazionali, che tendono ad avvantaggiare il Nord. Infine, nell'ambito delle Raccomandazioni del Consiglio sul programma nazionale di riforma dell'Italia 2020, del 20 maggio 2020, la Raccomandazione n. 3 invitava l'Italia ad adottare provvedimenti nel 2020 e nel 2021 al fine, tra l'altro, di concentrare gli investimenti su ricerca e innovazione: al riguardo, nel Considerando n. 23 si evidenziava come la crisi attuale ha chiaramente dimostrato che è necessario rafforzare ulteriormente il rapido scambio di dati tra ricercatori, in particolare l'accesso ai risultati senza costi a carico dell'utente e la scienza aperta. Quest'ultima, infatti, insieme alla cooperazione tra scienza e industria, è uno degli strumenti per portare sul mercato i risultati della ricerca, compresi quelli necessari su vaccini e terapie.
  Sul punto osserva che il Programma Nazionale di riforma (PNR) 2020 ha evidenziato innanzitutto la necessità di un coordinamento delle attività di ricerca del Paese, anche attraverso l'istituenda Agenzia Nazionale per la Ricerca. Lo stesso PNR – evidenziato che la spesa complessiva in R&S pubblica e privata del Paese (1,35 per cento del PIL nel 2017) è inferiore alla media UE (2,06 per cento del PIL), e che la componente pubblica (0,17 per cento del PIL) è solo marginalmente inferiore alla media UE, ma è sensibilmente più bassa che in Germania e Francia (0,41 per cento e 0,28 per cento del PIL, rispettivamente) – aveva preannunciato che era intenzione del Governo utilizzare le risorse del Next Generation EU per aumentare le spese per la ricerca e lo sviluppo. In particolare, aveva evidenziato che la maggiore spesa per R&S sarà destinata anche al finanziamento di progetti di ricerca che perseguano obiettivi di sostenibilità ambientale e digitalizzazione e che contestualmente abbiano un rilevante effetto sull'incremento della produttività.
  Fa presente che la necessità di incrementare la spesa per l'istruzione e per la ricerca è stata, dapprima, ribadita nelle risoluzioni sul medesimo PNR, approvate a fine luglio 2020 (Risoluzione n. 6/00124 della Camera dei deputati e Risoluzione n. 6/00126 del Senato) e quindi ulteriormente riconfermata con le risoluzioni sulla nota di aggiornamento del DEF, approvate a ottobre 2020 (Risoluzione n. 6/00146 della Camera dei deputati e Risoluzione n. 6-00140 del Senato). Ricorda, inoltre, che da ultimo, con la risoluzione 6-00138, approvata dall'Assemblea della Camera il 13 ottobre 2020, al termine dell'esame della relazione della V Commissione (DOC XVI, n. 4) sulla proposta di Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), si è impegnato il Governo a dare attuazione alle indicazioni contenute nella stessa relazione, inclusiva dei rilievi formulati dalle Commissioni permanenti. Al riguardo, oltre alle numerose esigenze rappresentate nei rilievi della Commissione cultura e istruzione, ricorda in particolare quanto rilevato dalla X Commissione, nella seduta del 29 settembre 2020, relativamente alla ricerca applicata. In quella occasione quest'ultima ha infatti sottolineato la necessità di strutturare un sistema di «ricerca di filiera» per rilanciare il Paese, rafforzando la sinergia tra università, enti di ricerca e tessuto produttivo, anche promuovendo le aggregazioni di imprese operanti nelle principali filiere industriali. Ha, inoltre, segnalato l'opportunità di finanziamento di specifiche tecnologie strategiche, quali ad esempio l'intelligenza artificiale, i big data, il cloud computing e l'internet delle cose, la robotica e l'automazione, le scienze della vita e le biotecnologie, la difesa e la sicurezza cibernetica, il super e il quantum computing, le nanotecnologie e le scienze dei materiali, la guida elettrica e autonoma, la realtà virtuale e la realtà aumentata, la manifattura Pag. 74 digitale, il blockchain e la tecnofinanza. Inoltre ha ravvisato la necessità di creare le condizioni affinché nei territori possano sorgere o potenziarsi insediamenti infrastrutturali in grado di determinare una contaminazione tra la formazione terziaria e i laboratori pubblici e privati di ricerca, anche attraverso iniziative di formazione avanzata per il mondo del lavoro, iniziative per la promozione di imprese innovative, iniziative per la coesione sociale e lo sviluppo economico dei territori e delle città. Infine, dopo aver sottolineato la necessità di favorire l'irrobustimento e la riorganizzazione del sistema della ricerca pubblica e l'allargamento dell'osmosi tra i settori pubblico e privato e quella sul rinvigorimento del sistema formativo nazionale, soprattutto negli istituti tecnici superiori e nelle lauree professionalizzanti e nelle discipline scientifiche e tecnologiche, con una sempre maggiore connessione con l'ecosistema aziendale, anche innervando la formazione fra le attività d'impresa, ha ribadito la necessità di valorizzazione economica dei brevetti a favore di micro, piccole e medie imprese.
  Per quanto riguarda la ricerca applicata, segnala che anche le Commissioni riunite 5ª e 14ª del Senato hanno anzitutto ribadito alcuni dei temi presenti nella relazione della V Commissione della Camera sulla scorta dei rilievi della X Commissione. In particolare, hanno raccomandato un'attività di sostegno alle start-up ed alle PMI innovative, per «promuovere le catene strategiche del valore» e «investire nelle tecnologie emergenti e in rilevanti progetti di ricerca e sviluppo, sviluppando al contempo le reti di competence center e digital innovation hub per assistere la diffusione dell'innovazione». Le Commissioni del Senato hanno anche fatto un riferimento alle attività di ricerca nel settore della difesa, con soluzioni organizzative volte a razionalizzare il comparto della ricerca scientifica e tecnologica della difesa tramite sinergie tra le università e i centri di ricerca pubblici e privati, l'industria, le piccole e medie imprese e le start-up, soprattutto nell'ambito delle innovazioni che possono essere impiegate per duplice uso militare e civile, valorizzando le aree più soggette a spopolamento.
  Il PNRR prevede per la Missione 4, come già evidenziato in precedenza, due Componenti. Ogni componente è articolata in progetti, per complessivi 25 progetti.
  Per realizzare gli obiettivi della componente 1 della Missione 4 (Potenziamento delle competenze e diritto allo studio), cui sono destinate complessivamente risorse NGEU per 16,72 miliardi di euro, sono previste tre linee di intervento, articolate in 13 progetti.
  Di interesse per la Commissione è la terza linea di intervento (Istruzione professionalizzante e ITS), cui sono destinate risorse per 2,25 miliardi di euro, articolata in tre progetti: Sviluppo e riforma degli ITS, con 1,5 miliardi; Formazione professionalizzante e collaborazione università-territori, con 500 milioni di euro; Orientamento attivo nella transizione scuola-università, con 250 milioni di euro. Con questa linea di intervento: si intende incrementare l'offerta formativa degli ITS, rafforzandone le dotazioni strumentali e logistiche e incrementando la partecipazione delle imprese. Si intende, altresì, attivare una piattaforma digitale nazionale che consenta agli studenti di conoscere le offerte di impiego per chi consegue il titolo di studio. Infine, si prevede un'integrazione dei percorsi degli ITS con i percorsi universitari delle lauree professionalizzanti, anch'essi da incrementare; si prevede un programma di orientamento attivo verso le opportunità di formazione universitaria, attraverso corsi brevi erogati da docenti universitari e insegnanti scolastici. In tale contesto, si prevedono iniziative di orientamento al quarto ed al quinto anno delle scuole superiori per avvicinare gli studenti alle opportunità offerte dalle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e dalle discipline legate al digitale.
  In affiancamento ai progetti di tutte e tre le linee di intervento della Componente 1, si prevedono ulteriori interventi di riforma. In particolare, si prevede: la riforma del sistema di reclutamento dei docenti, rafforzando l'anno di formazione e prova; la riforma degli istituti tecnici e Pag. 75professionali, allineando i curricola alla domanda proveniente dai territori produttivi del Paese e orientando il modello verso l'innovazione introdotta da Industria 4.0; l'introduzione di lauree abilitanti all'esercizio delle professioni (su quest'ultimo punto ricorda che il Governo ha già presentato alla Camera l'A.C. 2751, collegato alla manovra di bilancio).
  Di peculiare interesse per la X Commissione è soprattutto la Componente 2 della Missione 4, «Dalla ricerca all'impresa». Per realizzarne gli obiettivi – cui, come già detto, sono destinate complessivamente risorse NGEU per 11,77 miliardi di euro –, sono previste due linee d'intervento, che si concretizzano in 12 progetti.
  La linea di intervento 1, Rafforzamento di Ricerca e Sviluppo e delle iniziative IPCEI, con risorse complessive pari a 7,91 miliardi di euro (tra risorse NGEU, PON e programmazione bilancio 2021-2026), prevede i seguenti progetti: Partenariati allargati estesi a Università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base, con risorse pari a 1,61 miliardi; Finanziamento giovani ricercatori, con risorse pari a 0,80 miliardi; Accordi per l'Innovazione, con risorse pari a 0,70 miliardi; IPCEI, Partenariati in ricerca e Innovazione, con risorse pari a 1 miliardo; Fondo programma nazionale della ricerca, con risorse pari a 0,85 miliardi; Nuovi PRIN – Ricerche su temi di rilevante interesse nazionale, con risorse pari a 0,95 miliardi; Fondo per l'edilizia e le infrastrutture di ricerca, con risorse pari a 2 miliardi.
  La linea di intervento 2, Trasferimento di tecnologia e sostegno all'innovazione, con risorse complessive pari a 5,18 miliardi di euro (tra risorse NGEU e PON), prevede i seguenti progetti: Ecosistemi dell'innovazione e campioni territoriali di R&S, con risorse pari a 1,30 miliardi; Potenziamento strutture di ricerca e creazione di campioni nazionali di R&S su Key Enabling Technologies (Agritech, Fintech, IA, Idrogeno, Biomedics), con risorse pari a 1,60 miliardi; Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria, con risorse pari a 0,90 miliardi; Dottorati innovativi per le imprese e immissione di ricercatori nelle imprese, con risorse pari a 0,70 miliardi; Dottorati e ricercatori green e innovazione, con risorse pari a 0,68 miliardi.
  Con riferimento ai progetti della Linea di intervento 1 – Rafforzamento di Ricerca e Sviluppo e delle iniziative IPCEI segnala che è previsto: il potenziamento delle grandi infrastrutture di ricerca; la realizzazione di partenariati allargati – estesi a università, centri di ricerca e imprese – per lo sviluppo di progetti di ricerca orientati alle sfide strategiche di innovazione (in particolare, si fa riferimento a 10 missioni); il finanziamento di progetti di ricerca di giovani ricercatori per 5 anni e un programma di periodi di breve mobilità per ricerca o didattica di docenti universitari presso altre sedi, incentivando lo scambio presso le sedi meno favorite o all'estero; la realizzazione di investimenti da parte degli atenei in nuove posizioni di ricercatore a tempo determinato; il finanziamento di accordi per l'innovazione (in particolare, lo strumento riguarda progetti di ricerca e sviluppo con soluzioni innovative di alto profilo, tramite la collaborazione con centri di trasferimento tecnologico, organismi di ricerca e di diffusione della conoscenza); incentivi alla partecipazione delle imprese italiane alle «catene strategiche del valore» attraverso iniziative quali IPCEI e a Partenariati in ricerca e Innovazione – Horizon Europe. Gli importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI) consentono di riunire conoscenze, competenze, risorse finanziarie e attori economici di tutta l'Unione, al fine di ovviare ai gravi fallimenti sistemici o del mercato e alle sfide sociali che non potrebbero altrimenti essere affrontati. Essi sono intesi a favorire la collaborazione tra settore pubblico e privato per intraprendere progetti su larga scala che apportano vantaggi significativi all'Unione e ai suoi cittadini. Ricorda che è già attivo il progetto relativo alla microelettronica (in proposito, segnala, da ultimo il rifinanziamento per 950 milioni per il 2021 dell'apposito fondo, disposto dall'articolo 60, comma 6, del decreto-legge n. 104 del Pag. 762020). Inoltre, sono stati successivamente individuati altri sei ambiti di intervento, per i quali sono aperte la manifestazione di interesse. Si tratta di: veicoli connessi verdi e autonomi; salute intelligente; industria a bassa emissione di carbonio; tecnologie e sistemi ad idrogeno; internet delle cose industriale; sicurezza informatica. Si prevede, infine, il finanziamento del Fondo programma nazionale della ricerca 2021-2027, dei nuovi PRIN, con la previsione di finanziare progetti di ricerca triennali con interazioni tra università ed enti di ricerca, e del Fondo per l'edilizia e le infrastrutture di ricerca, in particolare nel Mezzogiorno.
  Sempre con riferimento alla linea di intervento 1 della Componente 2 della Missione 4 evidenzio, infine, che in affiancamento ai progetti, con iniziative di riforma, si intende favorire: l'integrazione e la semplificazione degli strumenti di incentivazione e agevolazione; la maggiore apertura del sistema scolastico e universitario al mondo delle imprese, anche attraverso una modifica dei centri di trasferimento tecnologico presso gli atenei; la maggiore attrattività delle posizioni di ricercatore.
  Con riferimento ai progetti della Linea di intervento 2 – Trasferimento di tecnologia e sostegno all'innovazione, ricorda che tale Linea è rivolta «a potenziare il sistema di produzione dei risultati scientifici migliorando la competitività delle istituzioni di ricerca, creando un ecosistema attraente per i flussi internazionali di talento creativo e trattenendo all'interno del sistema nazionale competenze che altrimenti sarebbero destinate a perseguire la loro carriera altrove». Si introducono «ecosistemi dell'innovazione», ovvero una rete di istituti di ricerca applicata sparsi in tutto il territorio italiano, attraverso un finanziamento pubblico-privato, volto ad assicurare la piena osmosi tra ricerca e sua applicazione industriale. Sono inoltre contemplati investimenti per il potenziamento di strutture di ricerca e la creazione di «reti nazionali» di R&S su alcune tecnologie abilitanti (Key Enabling Technologies, su cui vedi più avanti).
  Gli ecosistemi dell'innovazione sono rafforzati attraverso la costruzione di una rete selezionata di facilities di ricerca duali in settori strategici quali le scienze della vita, la scienza dei materiali e le tecnologie digitali, secondo schemi di partenariato pubblico-privato.
  Per quanto riguarda i progetti, evidenzio che con il progetto «Ecosistemi dell'innovazione» e «campioni territoriali di R&S», ci si propone di finanziare la creazione di 20 «campioni territoriali di R&S» legati alle vocazioni produttive e di ricerca di un territorio, che partendo da una università o un centro di ricerca, favoriscano il collegamento tra ricerca e industria. La strutturazione degli «innovation ecosystem» consiste nella realizzazione di nuove infrastrutture digitali con erogazione di servizi alle imprese e alle strutture di ricerca, valorizzando forme di partenariato pubblico privato (PPP) per realizzare infrastrutture duali (utilizzate dalle strutture pubbliche e dalle imprese) di ricerca e innovazione. L'obiettivo è quello di generare infrastrutture di ricerca rilevanti per molte applicazioni chiave: sviluppo dei sistemi di comunicazione di quinta (5G) e sesta generazione (6G).
  Nelle infrastrutture saranno integrati didattica avanzata (master e Dottorati innovativi per le imprese e immissione di ricercatori nelle imprese), ricerca, laboratori pubblico-privati e terzo settore, per rafforzare le ricadute sociali ed economiche.
  La disponibilità di una linea pilota favorirà la partecipazione delle imprese italiane a collaborazioni europee e internazionali su progetti di innovazione ed hub tecnologici.
  Osserva poi che il progetto «Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali di R&S” su alcune Key Enabling Technologies» si propone il finanziamento di 7 centri di eccellenza in altrettanti domini tecnologici di frontiera. Gli investimenti, più della metà, saranno localizzati al Sud. Si tratta dei seguenti Centri: Centro Nazionale per l'intelligenza artificiale (l'Istituto avrà sede a Torino); Centro Nazionale di Alta Tecnologia ambiente ed energia; Centro Nazionale di Alta Tecnologia quantum computing; Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l'Idrogeno; Centro Pag. 77Nazionale di Alta Tecnologia per il Biofarma; Centro Nazionale Agri-Tech (il Polo Agri-Tech avrà sede a Napoli); Centro Nazionale Fintech (il Polo avrà sede a Milano).
  Rileva, inoltre, che il progetto «Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria», si propone il finanziamento dei centri incaricati della erogazione alle imprese di servizi tecnologici avanzati e servizi innovativi qualificanti di trasferimento tecnologico. Il documento segnala risorse per 400 milioni provenienti dal PON in favore di progetti di investimento innovativi per le piccole e medie imprese.
  Quanto al progetto «Dottorati innovativi per le imprese e immissione di ricercatori nelle imprese», l'intento è quello di finanziare il potenziamento delle competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle Key Enabling Technologies, attraverso l'istituzione di programmi di dottorato dedicati e incentivi all'assunzione di ricercatori precari junior da parte delle imprese. È, inoltre, prevista, la creazione di un hub finalizzato a supportare il trasferimento tecnologico dalla ricerca all'economia reale e la valorizzazione economica della ricerca prodotta dai dottorati industriali. Questo intervento beneficia di risorse complementari per 100 milioni dai progetti PON.
  Infine, il progetto «Dottorati e ricercatori green e innovazione», prevede l'attivazione di percorsi di dottorato coerenti con le strategie di ecosostenibilità e di innovazione e digitalizzazione, finanziati con risorse React-EU per 480 milioni di euro, cui si aggiungono 200 milioni per interventi all'interno dei progetti PON.
  Nell'ambito di questa linea è inoltre presente il progetto «Investimenti innovativi PMI» da 400 milioni di euro all'interno dei PON.

  Andrea GIARRIZZO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.15.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 27 gennaio 2021.

Audizioni informali, in videoconferenza, nell'ambito della Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18).
Audizione di rappresentanti dell'Associazione italiana Confindustria alberghi.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 10.15 alle 10.35.

Audizione di rappresentanti di CNA turismo e commercio.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 10.40 alle 10.55.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Europea delle vie Francigene (AEVF).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 10.55 alle 11.15.

Audizione di rappresentanti del Centro internazionale di studi sull'economia turistica (CISET).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 11.15 alle 11.35.

Audizione di rappresentanti di Confturismo.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 11.35. alle 11.55.

Audizione di rappresentanti di Federalberghi.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 11.55 alle 12.20.

Audizione di rappresentanti di Federterme.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 12.20 alle 12.30.

Pag. 78

Audizione di rappresentanti di Federturismo.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 12.35 alle 12.50.

Audizioni di rappresentanti della Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo (FIAVET).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 12.55 alle 13.15.

Audizioni di rappresentanti di Assoturismo.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 13.15 alle 13.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 27 gennaio 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 14.25.