CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 giugno 2019
212.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO
Pag. 14

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 26 giugno 2019. — Presidenza del presidente della I Commissione Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Nicola Molteni.

  La seduta comincia alle 10.30.

DL 53/2019: Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica.
C. 1913 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 25 giugno scorso.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che nella seduta del 25 giugno sono intervenuti i relatori, nonché alcuni deputati.
  Avverte quindi che lo svolgimento delle audizioni previsto ai fini dell'istruttoria legislativa sul provvedimento avrà luogo nella settimana dal 1o al 5 luglio, nonché, eventualmente, in considerazione dell'elevato numero di richieste di audizioni pervenute, nella successiva.

  Emanuele FIANO (PD), rileva preliminarmente come non sia stata data risposta alla richiesta, avanzata nella scorsa seduta, di ascoltare nel corso dell'esame del provvedimento il Ministro della difesa e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, anche al fine di disporre di ulteriori elementi utili per lo svolgimento della discussione generale.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, segnala come da parte del gruppo di Forza Italia sia stata avanzata la richiesta di ascoltare il Ministro dell'interno e assicura come non vi sia alcuna preclusione, da parte della Presidenza delle Commissioni riunite, ad accogliere tali richieste, ferma restando la necessità di verificare la disponibilità dei Ministri interessati.

  Emanuele FIANO (PD), ritiene che il provvedimento in esame, all'articolo 1, preveda una estensione irragionevole dei poteri del Ministero dell'interno, che appare in contrasto con il vigente quadro di attribuzioni previsto a livello costituzionale e ordinamentale, nonché in violazione di obblighi internazionali derivanti dall'adesione a diversi trattati.
  Giudica altresì incostituzionale la parte del provvedimento in esame che, operando Pag. 15un iniquo collegamento tra le operazioni di salvataggio in mare e l'impianto delle norme vigenti sull'immigrazione, sembra far derivare da tali attività di soccorso una presunzione di illegittimità anche penale, a prescindere dal concreto accertamento dello status dei migranti coinvolti. Ritiene quindi che il Governo sia responsabile di un atto di gravità assoluta, che, in nome di presunte esigenze di sicurezza e di una propaganda peraltro non suffragata dai fatti – considerato che, a suo avviso, gli sbarchi continuano a verificarsi nei nostri porti – pospone nella scala gerarchica delle priorità la tutela di diritti fondamentali e il salvataggio delle vite umane, ponendosi in violazione con la stessa Carta costituzionale.
  Evidenzia, infine, come il decreto – legge in oggetto determini una modifica del quadro di competenze istituzionali, che, alterando l'assetto dei rapporti tra i Dicasteri e determinando squilibri pericolosi, incrementa a dismisura i poteri del Ministero dell'interno. Si riserva, in conclusione, di intervenire nel prosieguo dell'esame, anche alla luce di quanto emergerà dalle audizioni che saranno svolte.

  Emanuele PRISCO (FdI), riservandosi di svolgere interventi più approfonditi nel prosieguo dell'esame del provvedimento, rileva preliminarmente come l'adozione del decreto – legge cosiddetto «sicurezza bis» in esame confermi la fondatezza delle valutazioni del proprio gruppo circa l'insufficienza delle misure contenute nel precedente decreto – legge in materia di sicurezza e immigrazione.
  Reputa, in particolare, condivisibile l'impostazione del provvedimento per quanto riguarda i temi del rapporto con le organizzazioni non governative (ONG), del contrasto dell'immigrazione clandestina, della sicurezza urbana e delle misure in vista dell'Universiade Napoli 2019. Ritiene, nel contempo, che sussistano margini di miglioramento. In particolare, rileva l'opportunità di prevedere interventi più incisivi nei confronti delle ONG, attraverso misure che consentano il sequestro delle navi e la denuncia degli equipaggi, considerando altresì necessaria la revisione dell'attuale configurazione del reato di tortura, la quale, a suo avviso, danneggia l'attività delle Forze dell'ordine.
  Sottolinea quindi l'assenza, nel provvedimento in esame, di misure volte a contrastare specificamente l'integralismo islamico, rilevando, inoltre, la necessità di adottare misure volte a promuovere l'esecuzione dell'accordo europeo sui centri per gli immigrati, a facilitare le espulsioni e ad addivenire alla chiusura dei campi rom nelle città.
  Ritiene vi siano le condizioni per un proficuo confronto parlamentare e assicura la piena disponibilità in tal senso da parte del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia.

  Gennaro MIGLIORE (PD), fa notare come il provvedimento in esame rechi evidenti profili di illegittimità costituzionale, già illustrati nel dettaglio dal suo gruppo nell'ambito della discussione in Aula di specifiche questioni pregiudiziali. Ritiene infatti che il decreto-legge in esame sia privo dei requisiti di necessità ed urgenza, giudicando peraltro assurdo rappresentare le attività di salvataggio delle ONG come illegali e collegate al traffico di esseri umani, attraverso una presunzione di illegalità che da amministrativa sfocia addirittura in ambiti penalistici. Ritiene quindi che si sia dinanzi ad una mera operazione propagandistica, tenuto conto peraltro che i porti italiani registrano ogni giorno lo sbarco di navi – cariche di persone disperate in fuga da condizioni disumane – giunte, oltre che dalla rotta libica, da Paesi come l'Egitto, la Tunisia e la Turchia, senza considerare, peraltro, i migranti rispediti in Italia dagli altri Paesi dell'Unione europea.
  Fa inoltre notare come il Governo in carica, nella scia di quanto già intrapreso con il primo decreto – legge sicurezza, introduca nome inefficaci e scarne e continui ad alimentare insicurezza, incrementando il numero di soggetti irregolari e amplificando i rischi di un loro sfruttamento illegale. Ritiene pertanto falso e assurdo rappresentare le operazioni di Pag. 16salvataggio delle ONG come illegittime di per sé, preannunciando la presentazione di emendamenti al testo che quantomeno operino una riduzione del danno prodotto. Fa altresì notare come il testo in esame preveda un insensato rafforzamento dei poteri del Ministro dell'interno, determinando uno squilibrio istituzionale tra gli ambiti di competenze del Presidente del Consiglio e degli altri Ministeri, mortificando il ruolo delle Forze armate e della Guardia costiera.
  Evidenzia, inoltre, come la pretesa di giustificare un simile intervento con presunte esigenze di contrasto al terrorismo internazionale rischi di recare un danno al Paese, scoraggiando politiche di redistribuzione dei migranti. Ritiene che il Governo dovrebbe invece concentrarsi su reali politiche di contrasto al terrorismo internazionale – come fecero, a suo avviso, con efficacia, i precedenti Governi di centrosinistra – piuttosto che scagliarsi contro le operazioni di salvataggio delle ONG, esasperando ed edulcorando il senso di percezione delle minacce esterne. A tale proposito, giudica scellerata la scelta dell'Esecutivo in carica di non aderire al Global compact in materia di immigrazione, facendo notare come l'azione del presente Governo, per quanto concerne le politiche sui flussi migratori, appaia scriteriata e rischi di isolare l'Italia nel contesto internazionale.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI, ferma restando la diversità delle posizioni politiche, ritiene innanzitutto imprescindibile un approfondito confronto parlamentare sul provvedimento in esame. Rispondendo alle sollecitazioni emerse nell'ambito della discussione, riafferma come il contrasto dell'immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani costituisca una priorità del Governo e sottolinea come gli ingressi illegali nel territorio italiano si siano notevolmente ridotti rispetto agli anni precedenti. Evidenzia, altresì, come la correttezza della condotta del Governo italiano sia dimostrata dalla pronuncia resa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo sulla vicenda della nave Sea Watch 3, in riferimento alla quale è stata esclusa la competenza italiana.
  Rileva quindi come le misure contenute nel provvedimento in esame non siano rivolte a specifici soggetti, in particolare alle ONG, e come ciò sia testimoniato dal fatto che le disposizioni di cui agli articoli 1 e 2 del decreto-legge si applichino a tutte le navi, con le sole esclusioni dei navigli militari e delle navi in servizio governativo non commerciale, ricordando, peraltro, che le predette disposizioni prevedono sanzioni amministrative e non penali.
  Per quanto riguarda il tema, sollevato nel corso della discussione, della competenza del Ministro dell'interno, osserva come essa si fondi sulla qualifica di autorità nazionale di pubblica sicurezza riconosciuta al Ministro medesimo dall'articolo 1 della legge n. 121 del 1981, nonché sulle funzioni di coordinamento dei controlli sulla frontiera marittima e terrestre ad esso spettanti ai sensi dell'articolo 11, comma 1-bis, del testo unico sull'immigrazione di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998. Nega, pertanto, che con il provvedimento in esame siano state attribuite al Ministro dell'interno nuove e ulteriori competenze.
  Osserva, dunque, come la facoltà, attribuita al Ministro dell'interno dall'articolo 1 del decreto-legge, di vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, si fondi sulle funzioni attribuite al Ministro dell'interno dalle leggi vigenti, nonché sull'articolo 19 della Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare, che riconosce la facoltà per ciascuno Stato di esercitare la sovranità sulle acque territoriali impedendo i passaggi pregiudizievoli per la pace, il buon ordine e la sicurezza dello Stato, con esplicito riferimento, fra l'altro, alla violazione delle leggi sull'immigrazione.
  Sottolinea altresì come le disposizioni in esame non intendano certo sanzionare chi svolge attività di soccorso, bensì, a fini di tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico, chi si rende responsabile di condotte che costituiscono violazione delle leggi sull'immigrazione e delle convenzioni internazionali, in particolare della già citata Pag. 17Convenzione di Montego Bay e della Convenzione SAR sulla ricerca e il salvataggio marittimo.
  Con riferimento alle osservazioni formulate nella seduta precedente dal deputato Ceccanti, precisa come il fatto che l'immigrazione irregolare non gestita possa essere strumento di penetrazione del fondamentalismo costituisca una delle motivazioni, ma non certo l'unica, delle misure previste dal provvedimento in esame e rileva come tale rischio emerga da risultanze investigative e come esso sia evidentemente accresciuto dalla situazione di instabilità nella quale versa la Libia. Segnala, peraltro, come, a seguito di tale situazione di instabilità, sussista il rischio di una ripresa dell'ingresso di immigrati irregolari non soltanto dal Mediterraneo ma anche attraverso la rotta balcanica.
  Rivendica con orgoglio l'impegno del nostro Paese sul fronte dei corridoi umanitari e dei piani di evacuazione umanitaria, sottolineando come dal 2017 siano stati organizzati sei corridoi umanitari, di cui quattro dall'attuale Governo, che hanno consentito l'evacuazione di oltre 700 profughi. Ricorda con commozione di aver partecipato personalmente a una di tali evacuazioni, che ha consentito, tra l'altro, di condurre nel nostro Paese un bambino di appena cinque giorni.
  Dichiara conclusivamente di restare a disposizione, a fronte di tutte le ulteriori sollecitazioni che dovessero emergere nel corso dell'esame.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.15.