CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 1 agosto 2017
865.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 1o agosto 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10 alle 10.10.

ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145

  Martedì 1o agosto 2017. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Francesco Saverio GAROFANI. – Intervengono il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Pag. 5e la cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola, e il sottosegretario di Stato per la difesa, Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 10.10.

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alla missione internazionale in supporto della Guardia costiera libica, adottata il 28 luglio 2017.
Doc. CCL, n. 2.
(Esame e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge n. 145 del 2016, le Camere devono discutere tempestivamente le deliberazioni del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali e con appositi atti d'indirizzo autorizzare o negare la partecipazione, eventualmente definendo impegni per il Governo.
  Ricorda inoltre che, in sede di prima applicazione della legge, la Conferenza dei Capigruppo del 31 gennaio scorso aveva stabilito, come regola generale, che le deliberazioni del Consiglio dei ministri sono esaminate a livello di Commissioni competenti, con votazione in tale sede degli atti di indirizzo conclusivi, a meno che uno o più gruppi ne chiedano la discussione in Assemblea. In tal caso la votazione degli atti d'indirizzo, nella forma di risoluzioni, avviene in Aula, previa discussione di una relazione delle Commissioni all'Assemblea ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del regolamento.
  Ciò premesso avverte che nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo svoltasi ieri è stata avanzata la richiesta che la deliberazione in titolo sia discussa in Assemblea ed è stato inoltre convenuto di iscrivere tale discussione nel calendario dell'Aula per il 2 agosto alle ore 9. Le Commissioni sono quindi tenute a concludere l'esame del documento e a licenziare la propria relazione per l'Assemblea entro la serata di oggi, martedì 1o agosto, al fine di non pregiudicare la programmazione dei lavori concordata nella Conferenza dei presidenti di gruppo.
  Quanto all'organizzazione dei lavori delle Commissioni, ricorda che queste procederanno ora all'avvio dell'esame della deliberazione, mentre alle ore 13, insieme alle Commissioni omologhe del Senato, ascolteranno le comunicazioni che il Governo ha inteso rendere, in connessione con la deliberazione del 28 luglio, sull'evoluzione della situazione in Libia.
  Comunica, quindi, che, secondo quanto convenuto dagli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, testé riunitisi, i lavori proseguiranno nel modo seguente: le Commissioni torneranno a riunirsi oggi al termine della votazione di fiducia al solo scopo di consentire ai relatori di depositare la loro proposta di relazione all'Assemblea; entro le ore 18.30 di oggi stesso i gruppi potranno presentare emendamenti alla proposta di relazione; al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea le Commissioni esamineranno gli emendamenti e approveranno la relazione all'Assemblea.
  Ricorda che con la loro relazione le Commissioni dovranno proporre all'Assemblea di autorizzare la missione, di autorizzarla con determinati impegni per il Governo oppure di non autorizzarla. Quanto agli emendamenti alla proposta di relazione dei relatori, ricorda che, come già concordato in occasione dell'esame della precedente deliberazione del Consiglio dei ministri (doc. CCL, n. 1), essi non potranno essere riferiti alle premesse e dovranno servire soltanto a proporre l'inserimento di impegni per il Governo. In caso di approvazione di emendamenti, i relatori valuteranno se riformulare le premesse della loro proposta di relazione. È facoltà dei gruppi che non condividano le premesse della proposta di relazione dei relatori di presentare proposte di relazione alternative, le quali saranno poste in votazione, secondo l'ordine di presentazione, solo in caso di reiezione della proposta dei relatori.

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  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, relatrice per la III Commissione, nel ricordare che la Libia continua ad attraversare una fase di gravissima incertezza politica e istituzionale, che ha ricadute a diversi livelli, segnala che all'interno del Paese l'instabilità e i conflitti tra autorità impediscono la ricomposizione di un quadro di sicurezza e continuano a consentire alle milizie di dominare la scena, mentre, all'esterno, l'assenza di un governo unico e nel pieno delle proprie funzioni s'inscrive tra le cause della permeabilità dei confini e del proliferare dei traffici transnazionali illeciti, primi fra tutti i flussi migratori che attraversano il Mediterraneo.
  Segnala che il nostro Paese ha cercato in questi anni diverse vie per sostenere la creazione di istituzioni nazionali, stabilizzare la Libia e tenere viva l'attenzione internazionale sulla crisi: dal Memorandum d'intesa italo-libico relativo all'immigrazione, fino alle azioni di mediazione tra le tribù nel Sud del Paese, opportunamente promosse dal Ministro Minniti.
  Sottolinea che, di fronte alla crisi libica, l'Italia ha scelto una strategia diversa da quella di breve periodo – fatta magari di qualche scatto fotografico in una qualche capitale europea – ma più incentrata sulle esigenze di stabilizzazione di quel Paese. Evidenzia che tale strategia si basa su un processo politico di unità nazionale, sostenuto nella quotidianità dalla presenza della nostra Ambasciata a Tripoli – l'unica tra i Paesi occidentali – sul dialogo con vari livelli istituzionali, sul ritorno delle imprese italiane e sulle attività di sicurezza energetica dell'ENI.
  Segnala che l'Italia non ha solo una strategia al centro della Libia ma ha sostenuto una serie di cessate il fuoco locali nel sud del Paese e tra le città chiave della Tripolitania. A tale proposito, segnala che i sindaci libici sono di casa nel nostro Paese e che molti feriti di guerra, appartenenti a tutte le parti in conflitto, vengono curati nell'ospedale civile di Misurata, ricostruito dagli italiani.
  Ribadisce che il nostro Paese è quello più impegnato a mantenere l'unità politico-territoriale della Libia del dopo-Gheddafi, che ha promosso un'intelligente azione diplomatica, che ci ha visto dialogare con Tripoli e con le tribù del Fezzan che controllano i confini meridionali della Libia.
  Segnala che la strategia italiana di creare, assieme alle tribù del sud, una fascia di sicurezza e di sviluppo nell'estremo sud del Paese per combattere i trafficanti di persone è progredita fino a coinvolgere Niger, Ciad e Mali. A tale proposito, sottolinea che la gestione dei flussi migratori passa anche attraverso il coinvolgimento diretto dei Paesi di transito nel contrasto al traffico.
  Ricorda che il Mali si è associato alla cabina di regia istituita a Roma con Ciad, Libia e Niger con l'obiettivo di fronteggiare il fenomeno migratorio e che la prossima riunione si terrà tra circa un mese. Segnala che, in parallelo, sempre ad agosto, si terrà un vertice a quattro tra Francia, Italia, Germania e Spagna e che tale incontro avrà, inoltre, una sessione a parte dedicata a Ciad e Niger per affrontare il nodo migranti. Ritiene che in questo modo si delinea, per impulso del nostro Paese, una strategia europea finalizzata alla stabilizzazione della Libia e dei Paesi del Sahel, quelli di transito delle carovane dei migranti. Segnala che per il nostro Paese tutto ciò ha significato essere riconosciuti a livello internazionale, anche da Washington, come «il Paese leader sulla Libia» e offrire all'Unione europea una strategia innovativa per fronteggiare trafficanti e terroristi.
  Sottolinea che, in questo quadro, anche a fronte di iniziative estemporanee di altri Paesi europei, occorre dimostrare, da parte italiana, molto realismo per non ripetere gli errori della primavera di sei anni fa. Evidenzia, infatti, che dalla stabilità della Libia dipende per l'Italia molta della propria sicurezza, e per questo ritiene bisogna sconfiggere la minaccia jihadista, sconfiggere il traffico di esseri umani e proteggere gli investimenti italiani per la sicurezza energetica.
  Nel ritenere che l'estensione dell'operazione di sostegno alla Guardia costiera libica, attraverso l'operazione Mare Sicuro, Pag. 7è pienamente coerente con la strategia descritta, sottolinea che soltanto una presenza navale più strutturata e credibile potrà operare come deterrente nei riguardi dei trafficanti e sostenere lo sforzo della Guardia costiera libica.
  Crede che nelle deliberazioni che saranno oggi adottate si debba partire da un dato di realtà: le cifre del Ministero dell'interno delle ultime settimane mostrano un rallentamento della crescita dei flussi migratori con un dimezzamento nel mese di luglio. Ricorda, infatti, che nel mese di luglio sono stati 10.781 gli immigrati approdati in Italia via mare rispetto ai 23.552 dello stesso mese del 2016 (-54 per cento). Segnala che si tratta di un dato che riallinea quest'anno (al 31 luglio) il numero complessivo degli sbarchi (94.802) al dato del corrispondente periodo del 2016 (93.774). Evidenzia che la crescita percentuale è solo dell'1,1 per cento, rispetto al +18,7 per cento su base annua registrato a fine giugno, al +25,7 per cento di fine maggio e al +32,6 per cento di fine aprile, per non parlare del +47,6 per cento di febbraio.
  Ribadisce che i dati di luglio rappresentano un'inversione del trend: finora, infatti (fatta eccezione per il mese di gennaio), tutti i mesi del 2017 avevano fatto registrare un aumento del numero degli sbarchi (+6 per cento a giugno; +15,7 per cento a maggio; +41,5 per cento ad aprile; +12,1 per cento a marzo e +134,4 per cento a febbraio). Si dichiara consapevole del fatto che in poche ore questi numeri possono essere ribaltati e ritiene servirà una valutazione più complessiva alla fine dell'anno.
  In ogni caso, crede importante interrogarsi sulle ragioni dietro alle cifre in diminuzione. Segnala che il calo di luglio è ascrivibile anche all'aumento degli interventi di pattugliamento e soccorso della Guardia costiera libica, che, in parte, hanno scoraggiato le partenze riportando a terra migliaia di persone ed evitando l'approdo in Italia. Sottolinea, quindi, che tale strategia ha prodotto importanti risultati.
  Sottolinea che la richiesta avanzata da al-Serraj il 23 luglio scorso, a cui il Governo risponde con le decisioni oggetto della discussione in corso, offre al nostro Paese la possibilità di consolidare il proprio ruolo chiave nella stabilizzazione della Libia e nel supporto alle sue forze armate. Ritiene che l'Italia può mettere a segno un importante salto di qualità nell'azione di contrasto al traffico di persone nel Mediterraneo, mettendo in campo tutta la vasta mole di informazioni raccolte in questi anni dalla nostra intelligence.
  Ritiene importante rilevare che il pieno recupero del controllo delle acque territoriali libiche da parte della Guarda costiera libica non riguarda, però, soltanto l'Italia, ma tutti i Paesi dell'UE e, pertanto, ritiene auspicabile che all'impegno diretto della flotta italiana, nel quadro dell'operazione Mare Sicuro, si aggiunga quello delle unità impegnate nelle missioni EUNAVFORMED Sophia e TRITON.
  Al tempo stesso ribadisce che l'Italia eserciterà tutte le necessarie pressioni perché le organizzazioni internazionali, a partire dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, rafforzino la loro presenza in Tripolitania e creino centri adeguati all'accoglienza degli immigrati intercettati dalla Guardia costiera, affinché in tali centri siano assicurati meccanismi imparziali per l'accertamento dei titolari del diritto d'asilo e messi a disposizione locali in cui siano vietati trattamenti inumani e degradanti.
  Nel ricordare che la nuova normativa sulla partecipazione italiana alle missioni internazionali ha definito chiaramente le prerogative del Parlamento in questa materia, circoscrivendo l'azione governativa – che non può operare autonomamente in questo decisivo ambito di politica estera – e superando la vecchia prassi basata sulle autorizzazioni a posteriori, segnala che la Deliberazione governativa all'esame appare molto precisa e contiene, così come prevede la legge n. 145 del 2016, tutti gli Pag. 8elementi che mettono il Parlamento in grado di esprimere un giudizio sulla congruità della missione.
  Concludendo auspica che si potrà pervenire, nei due rami del Parlamento impegnati nella decisione, all'approvazione di uno strumento parlamentare d'indirizzo nel quale saranno adeguatamente definiti condizioni e caveat per lo svolgimento dell'operazione, nel rispetto dei princìpi stabiliti dall'articolo 11 della Costituzione, del diritto internazionale generale, del diritto internazionale umanitario e del diritto penale internazionale.

  Antonino MOSCATT (PD), relatore per la IV Commissione, riferisce che, con la deliberazione dello scorso 28 luglio (doc. CCL n. 2), il Governo ha stabilito di aggiornare il mandato e l'area di operazioni della missione Mare sicuro per fornire – a decorrere dal 1o agosto 2017 e fino al 31 dicembre 2017 – supporto della Guardia costiera libica nelle attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale e del traffico di esseri umani.
  Ricorda quindi, che con la deliberazione del 14 gennaio 2017 (Doc. CCL n. 1) il Governo aveva già chiesto al Parlamento e ottenuto l'autorizzazione per una serie di missioni che si svolgono nel Mediterraneo centrale o nel teatro libico.
  In particolare, è stata autorizzata sia la prosecuzione per il 2017 del dispositivo aeronavale nazionale «Mare Sicuro», apprestato per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, che vede l'impiego di fino a 700 unità di personale militare, 4 mezzi navali e 5 mezzi aerei, sia la prosecuzione della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione dell'Unione europea EUBAM Lybia, volta ad assistere le autorità libiche nello sviluppo e nella gestione di controlli alle frontiere terrestri, marittime e aeree.
  Tra le missioni rilevanti per il contesto libico, la deliberazione del Governo del 14 gennaio prevedeva anche: la proroga della missione delle Nazioni Unite UNSMIL posta sotto la direzione del Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU, finalizzata a sostenere le fasi successive del processo di transizione libica; la riattivazione di una missione per l'assistenza e l'addestramento della Guardia costiera libica, cui provvederà la Guardia di finanza italiana, con la partecipazione di 50 unità di personale; la proroga della missione dell'Unione europea denominata EUNAFORMED operazione Sophia; infine, la prosecuzione della partecipazione di 300 unità di personale militare alla missione bilaterale di supporto sanitario in Libia denominata operazione Ippocrate, il cui obiettivo è fornire supporto sanitario al Governo di Accordo nazionale libico, mediante l'installazione di un ospedale da campo presso l'aeroporto di Misurata.
  Ciò premesso, evidenzia che la scheda allegata alla deliberazione del Governo oggi in esame chiarisce che il dispositivo di «Mare Sicuro», in aggiunta ai compiti già svolti, svolgerà anche compiti di protezione e difesa dei mezzi del Consiglio presidenziale/Governo di accordo nazionale libico (GNA) che operano per il controllo e il contrasto dell'immigrazione illegale. A tal fine una o più unità assegnate al dispositivo saranno distaccate per operare nelle acque territoriali e interne della Libia in supporto a unità navali libiche. Potranno inoltre essere svolti compiti di ricognizione in territorio libico per la determinazione delle attività di supporto da svolgere, attività di collegamento e consulenza a favore della Marina e Guardia costiera libica, nonché collaborazioni per la costituzione di un centro operativo marittimo in territorio libico per la sorveglianza, la cooperazione marittima e il coordinamento delle attività congiunte. Infine, potranno essere svolte attività per il ripristino dell'efficienza degli assetti terrestri, navali e aerei, comprese le relative infrastrutture, funzionali al supporto per il contrasto dell'immigrazione illegale.
  Sottolinea, infine, che la composizione degli assetti impiegati e il numero massimo delle unità di personale rimangono quelle già previste dall'attuale dispositivo dell'operazione Mare sicuro, così come rimane invariato il fabbisogno finanziario per l'anno 2017 per Mare sicuro, stimato Pag. 9in euro 34.950.000. Conclude ricordando che il supporto alle unità libiche è stato chiesto dal Governo al Serraj con lettera del 23 luglio 2017 ed è coerente con le risoluzioni dell'ONU sulla Libia.

  Maria Edera SPADONI (M5S), nel segnalare che dalla relazione illustrata dalla collega Quartapelle Procopio emerge la gestione solitaria da parte dell'Italia, non essendo per nulla citati altri Paesi europei. Partendo dal presupposto che il contrasto alla tratta di esseri umani dovrebbe costituire la priorità di ogni iniziativa in Libia, ricorda le recenti e discordanti dichiarazioni di al-Serraj, che avrebbe smentito in ultima analisi la sua richiesta all'Italia di una missione in acque libiche, confermando solo l'appello per un sostegno logistico finalizzato all'addestramento della Guardia costiera libica. Ritenendo che i riferimenti fatti dalla relatrice a specifici equipaggiamenti dei nostri militari siano in contraddizione con tali premesse, chiede al Governo di poter visionare la lettera inviata da al-Serraj in data 23 luglio, che viene citata anche tra le basi giuridiche della deliberazione all'esame, allo scopo di non rischiare di autorizzare una missione non voluta dal governo libico.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, premesso che i rappresentanti del Governo presenti alla seduta hanno già preso atto della richiesta della deputata Spadoni, invita quest'ultima ad avanzare la richiesta direttamente ai Ministri degli affari esteri e della difesa nel dibattito che seguirà le odierne comunicazioni del Governo sull'evoluzione della situazione in Libia.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-TIpI) si associa alla richiesta della deputata Spadoni. Manifesta, quindi, preoccupazione per la mancanza di informazioni di dettaglio riguardo all'area geografica interessata dall'operazione Mare sicuro a seguito dell'ampliamento del mandato disposto con la deliberazione in esame. Evidenzia, inoltre, il rischio di possibili attriti con le autorità di Tobruk.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) premette che il suo gruppo non intende assumere una posizione contraria a priori se la missione in questione può rivelarsi utile nell'interesse del Paese. Tuttavia, pur concordando sull'opportunità di un monitoraggio delle coste libiche, sottolinea che non si possono sottacere gli errori commessi nel passato. A tale proposito ricorda che il nostro Paese aveva un canale di dialogo privilegiato con la Libia durante il Governo Berlusconi, interrotto a causa dell'accettazione del diktat di Francia e Stati Uniti, sostenuto anche dall'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, relativo all'intervento militare per destituire Gheddafi.
  Ritiene che oggi, perso quel rapporto privilegiato con la Libia, sia ipocrita da parte della relatrice Quartapelle Procopio riferirsi all'azione della Francia nei termini svalutanti usati nel suo intervento introduttivo. Nel ricordare l'iniziativa tanto criticata dalla maggioranza e assunta dal collega Tofalo per l'organizzazione a Roma di un incontro del tutto analogo a quello convocato dal presidente francese, ritiene che l'incontro di Parigi tra al-Serraj e Haftar abbia dimostrato che sul tema della Libia la Francia ha superato l'Italia e che in generale l'Italia subisce le decisioni degli altri Paesi europei, più capaci di perseguire il proprio interesse nazionale. Sottolinea, infatti, che, mentre l'Italia è lasciata da sola ad affrontare la gestione dei flussi migratori, la Francia si attiva per proteggere i propri interessi economici in Libia. Al riguardo si chiede se il Governo italiano avrebbe adottato la deliberazione all'esame delle Commissioni se non ci fosse stato l'incontro di Parigi. Ritiene, infatti, che ora il Governo italiano si trovi nella posizione di dover recuperare terreno rispetto alle iniziative della Francia.
  Premesso tutto ciò, auspica che le iniziative del Governo italiano tengano conto della necessaria prudenza geopolitica e diplomatica, in quanto ritiene che la fretta con cui è stata adottata la deliberazione in Pag. 10oggetto possa portare a commettere ulteriori gravi errori, come sostenuto dalla collega Spadoni.
  Concludendo, dichiara che il suo gruppo è favorevole al monitoraggio delle coste libiche, in quanto ritiene necessario recuperare gli spazi persi nel passato a causa di gravi errori di valutazione, che ritiene opportuno ricordare affinché il Governo e le forze di maggioranza non ricorrano a una sterile e ridicola propaganda per sostenere la propria azione.

  Donatella DURANTI (MDP) si riserva di entrare più approfonditamente nel merito della missione dopo aver ascoltato le comunicazioni del Governo. Osserva tuttavia fin d'ora che il documento trasmesso dal Governo contiene informazioni lacunose. In particolare, non è specificato né il numero né il tipo di mezzi terrestri che verranno impiegati. Non viene inoltre chiarito quali siano nel concreto le attività che le navi distaccate di Mare sicuro dovranno svolgere nelle acque libiche. In conclusione, nell'esprimere il timore che la nuova missione abbia come vero e unico obiettivo quello di portare truppe italiane di terra sul territorio libico, chiede al Governo di fornire rassicurazioni al riguardo.

  Andrea MANCIULLI (PD), nel ritenere fondamentale il mantenimento della continuità della politica estera italiana nei confronti della Libia, ricorda che l'Italia, sin dai tempi del governo Berlusconi non ha mai cessato di rappresentare in sede europea la specificità del caso libico e la difficoltà di avviare un percorso solido di stabilizzazione della Libia. Ricorda come dal 2011 la vicenda della Libia sia divenuta la vicenda del popolo libico, inteso come aggregato di etnie diverse in cui quella araba risulta minoritaria e di un fitto tessuto tribale. Si tratta di una linea profonda di cui occorre tenere conto nella nostra analisi e che deve essere salvaguardata nella polemica interna al nostro Paese. Sottolinea che se non si tiene conto di questa caratteristica peculiare, come hanno fatto la Francia e il Regno Unito, la stabilizzazione del Paese non sarà possibile.
  Nel ricordare che, prima di Parigi, al-Serraj e Haftar si erano già incontrati, ad esempio a Dubai, evidenzia che la difficoltà principale non è la conclusione degli accordi, ma il rispetto degli stessi, in quanto i leader libici hanno difficoltà a spiegarne i contenuti alle diverse tribù che esercitano influenza nel territorio. Segnalando che la strategia italiana è quella di interagire con tutte le forze libiche, ricorda che l'Italia è l'unico Paese ad avere la propria ambasciata in Libia.
  Ribadisce che chiunque governi in Italia dovrà tenere conto del fatto che la stabilizzazione della Libia passa necessariamente dal dialogo con tutte le forze che giocano un ruolo fondamentale nello scacchiere libico, altrimenti il nostro Paese si troverà a pagarne le conseguenze.
  Sottolinea, inoltre, che la stabilizzazione della Libia non può prescindere da un ritorno all'economia reale, la quale nel tempo è stata sostituita da un'economia illegale fatta di traffici di esseri umani, di droga e di armi. Segnalando che il cuore del problema libico si trova nella parte meridionale del Paese, sottolinea che l'azione dell'Italia non può che limitarsi al segmento finale di tali traffici, che avviene per mare, al fine di non ingerire sul territorio della Libia. D'altra parte, gli interlocutori libici hanno più volte manifestato il gradimento nei confronti del sostegno da parte italiana in ragione del rapporto profondo ormai avviato grazie all'attività addestrativa e all'elevato livello di interoperabilità ormai conseguito con il nostro Paese.
  Ritiene che l'incontro di Parigi tra al-Serraj e Haftar abbia rappresentato un importante passo in avanti, soprattutto in relazione al precedente atteggiamento della Francia, che vedeva come unico interlocutore il generale Haftar, mentre ora risulta più equidistante.
  Conclude ribadendo che nessun altro Paese al di fuori dell'Italia è in grado di dialogare con i differenti attori della scena libica ed è pertanto l'Italia il Paese più attrezzato per contribuire a costruire una prospettiva positiva per la Libia.

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  Laura GARAVINI (PD), associandosi alle dichiarazioni del collega Manciulli, ritiene che, proprio per la delicatezza e l'importanza dell'intervento che si propone, sia necessario evitare polemiche sterili che possono solamente indebolire l'azione del Governo. Ritiene che l'intervento oggetto della Deliberazione ha lo scopo di rafforzare le autorità libiche, come esse stesse hanno richiesto. Ricorda che il nostro Paese già svolge l'attività di addestramento della Guardia costiera libica in un contesto in cui i trafficanti di esseri umani usano mezzi estremamente violenti. Segnala, infatti, che gli interessi economici legati alla tratta di esseri umani sono notevoli, in quanto il viaggio di un singolo migrante può arrivare a costare fino a cinquantamila dollari.
  Al di là delle legittime richieste di chiarimento al Governo, auspica che le forze politiche parlamentari siano il più possibile compatte nell'esaminare la Deliberazione in oggetto, sottolineando che il dialogo con le tribù locali e l'adozione del codice di condotta per le ONG che operano nel Mediterraneo costituiscano un tassello fondamentale dell'azione italiana. Concludendo, ritiene che l'intervento proposto dal Governo possa essere risolutivo con riferimento sia al numero dei migranti che sbarcano sulle coste italiane sia alla tratta di esseri umani.

  Sandra ZAMPA (PD), nel ritenere che sia un errore riportare sulla politica interna questioni di carattere internazionale, esprime apprezzamento per la relazione illustrata dalla collega Quartapelle Procopio, della quale sottolinea la saggezza e l'onestà intellettuale. Ritiene, inoltre, che la relazione apra opportunità su cui l'Italia farebbe male a non lavorare. Infatti, sottolinea che dalla richiesta di al-Serraj può derivare la possibilità di consolidare un ruolo chiave del nostro Paese in Libia.
  Sulla questione dei migranti chiede che il Governo fornisca ulteriori elementi affinché si assicuri che i centri di accoglienza in Libia siano più che adeguati sul piano umanitario ed auspica che su questa questione l'Italia svolga un ruolo determinante in sede europea. Infatti, ritiene che, in nome del blocco dei flussi migratori, non si possa tollerare che i migranti siano lasciati morire nel deserto o siano sottoposti a violenze nei centri di accoglienza in Libia, con ciò riferendosi a documenti ormai acquisiti all'opinione pubblica internazionale, soprattutto per quanto concerne l'odioso fenomeno della tratta dei minorenni, anche alla luce della recente celebrazione della Giornata internazionale sulla tratta. Chiede, quindi, che il Governo italiano fornisca rassicurazioni sulla presenza in Libia di organizzazioni internazionali, quali l'UNHCR, facendosi portavoce in Europa di questa esigenza.

  Eleonora CIMBRO (MDP), ritenendo che non si possano banalizzare gli errori commessi in Libia dal nostro Paese e dall'Europa, si chiede se nell'adottare la Deliberazione all'esame il Governo abbia compiuto un'adeguata riflessione. Crede, infatti, che non vi sia una visone completa del fenomeno da parte dell'Italia e dell'Unione europea, mancando un piano complessivo di lungo termine relativo alla stabilizzazione della Libia.
  Richiamandosi all'intervento della collega Zampa, ricorda che la III Commissione ha audito rappresentanti di Medici Senza Frontiere che operano in Libia e che hanno riferito della condizione disumana dei centri di accoglienza libici. Ricorda, inoltre, che il suo gruppo non aveva partecipato al voto in occasione del rinnovo di alcune missioni internazionali, in particolare relativamente alla possibilità del passaggio alla fase 3 della missione EUNAVFORMED operazione Sophia. Segnala, infatti, che il semplice blocco dei confini non può costituire una soluzione di lungo termine della situazione libica e che occorra affrontare anche lo scenario complessivo all'indomani dell'avvio di missioni come quella in titolo.
  Apprezzando la decisione di consentire la discussione della Deliberazione in oggetto in Aula, sottolinea che la richiesta avanzata dal suo gruppo in proposito non aveva lo scopo di una sterile polemica ma Pag. 12di evitare gli errori commessi nel passato e mettere in campo politiche lungimiranti.
  Segnala, inoltre, di aver presentato un'interrogazione in Commissione, relativa alle recenti dichiarazioni della ex Ministra Bonino, secondo cui l'Italia aveva assicurato all'Europa di poter affrontare da sola il problema dei flussi migratori. Ritiene che la risposta del Governo alla sua interrogazione sia stata inconsistente e che le decisioni prese all'epoca hanno avuto ripercussioni che oggi mostrano tutta la loro gravità e rispetto alle quali anche l'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, non ha fornito chiarimenti soddisfacenti in occasione della sua ultima audizione presso il Parlamento italiano. Ritiene che la deliberazione del Governo sia stata adottata per porre rimedio agli errori commessi all'epoca, tuttavia crede che manchi ancora un passaggio fondamentale, ossia la previsione di politiche lungimiranti, al di là della gestione dell'emergenza, come d'altra parte traspare nell'illustrazione dell'onorevole Quartapelle. Infine, ribadisce che in tema di flussi migratori occorra una visione che non sia solo italiana, ma europea.

  Angelo TOFALO (M5S) si associa innanzitutto alla richiesta della deputata Spadoni di poter prendere visione della lettera inviata lo scorso 23 luglio dal presidente Serraj al Governo italiano, sottolineando come, senza conoscerne i contenuti, il Parlamento non sia nelle condizioni di verificare la congruità dell'intervento deliberato dal Governo.
  In secondo luogo, lamenta il fatto che l'Italia non abbia voluto o non sia riuscita a stabilire un'interlocuzione con tutti gli attori del teatro libico. Ricorda infatti che il Consiglio presidenziale libico non rappresenta tutto il Paese e che la componente legata al generale Haftar non è mai stata presa in considerazione dall'Italia. Ritiene che si tratti di un errore del Governo in carica come del precedente e sottolinea come l'iniziativa della Francia di Macron su questo punto abbia rappresentato un importante risultato della diplomazia francese, per effetto del quale l'Italia rischia di perdere la posizione cui aspirava di Paese europeo di riferimento della controparte libica. Fa presente che i motivi di tensione con la Francia sono più di uno: oltre alla Libia, c’è la questione dei cantieri navali di Saint-Nazaire e quella di Telecom. È essenziale che il Governo sappia cercare sinergie in Europa, ma senza perdere di vista l'interesse nazionale, come mostrano di saper fare gli alleati europei.
  Rileva poi come non sia chiaro quale sarà la sorte dei migranti che dovessero essere intercettati dalla Marina italiana nelle acque territoriali libiche: dovranno essere riportati in Libia ? Si aggiunga il fallimento dell'iniziativa del Governo per cercare un'intesa con le organizzazioni non governative, la gran parte delle quali hanno rifiutato di firmare il codice di condotta predisposto dal Ministero dell'interno. Nel complesso, quelli richiamati sono tutti elementi che impediscono di valutare favorevolmente l'operato del Governo in tema di Libia e di immigrazione.
  Conclude sottolineando come l'Europa abbia lasciato da sola l'Italia di fronte all'emergenza dei migranti e come il Paese non abbia saputo sviluppare una forte azione diplomatica per ricostruire le istituzioni in Libia. Ritiene che questo dovrebbe essere l'obiettivo della nuova missione, che rischia invece solo di accentuare le fratture già esistenti. Ribadisce la richiesta al Governo di adoperarsi per avviare iniziative diplomatiche che favoriscano il dialogo tra tutte le parti libiche.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) ritiene opportuno aspettare lo svolgimento delle comunicazioni del Governo per avere un quadro dettagliato dell'intervento italiano, soprattutto relativamente all'ingresso nelle acque libiche, in quanto negli ultimi giorni la stampa ha riportato notizie contraddittorie in merito.
  Richiamando l'intervento della collega Zampa, ritiene che non si possano strumentalizzare temi di politica internazionale per risolvere questioni interne, come ha fatto il Presidente Macron attraverso l'incontro di Parigi tra al-Serraj e Haftar Pag. 13allo scopo di recuperare consenso nel proprio Paese. Sottolinea, inoltre, che l'intervento proposto dal Governo si è reso necessario proprio a seguito degli errori commessi dalla Francia, non certo dall'Italia. Segnalando che l'Unione europea ha riconosciuto all'Italia un ruolo di capofila relativamente alla Libia e ai flussi migratori, ricorda che la strategia italiana in Libia, pur non contemplando azioni clamorose, ha mantenuto una linea chiara e costante, sempre diretta alla stabilizzazione e al mantenimento dell'unità territoriale del Paese. Segnala che le milizie di Misurata ricavano ingenti risorse dalla tratta dei migranti e che è necessario fornire loro una fonte di sostentamento legale alternativa.
  Sottolinea, inoltre, che in passato la Francia, sostenendo esclusivamente il generale Haftar, non si è adeguata alle decisioni della comunità internazionale, che aveva riconosciuto nel governo di al-Serraj la legittima autorità libica.
  Chiede al Governo di fornire chiarimenti rispetto alla richiesta di intervento da parte di al-Serraj e rispetto al destino dei migranti, economici e richiedenti asilo, quando, intercettati nelle acque libiche vengono portati nei centri di accoglienza presenti nel territorio libico.
  In conclusione, ritiene che ci sia ancora molto lavoro da fare, anche con riferimento ai rapporti con le ONG, visto che solamente due delle organizzazioni che operano nel Mediterraneo hanno sottoscritto il codice di condotta proposto dal Governo italiano.

  Luca FRUSONE (M5S), premesso che l'Italia, ad avviso del suo gruppo, avrebbe dovuto da tempo coinvolgere anche Haftar nel dialogo per la ricostruzione istituzionale in Libia, anziché avere in al Serraj il suo interlocutore esclusivo, chiede al Governo di chiarire se vi siano contatti tra l'Italia e Haftar e quale sia in generale il rapporto del Governo italiano con il generale libico; in che modo la nuova missione in Libia si coordini con l'operazione Ippocrate; quali sono gli assetti della guardia costiera libica, militare e civile; quale tipo di operazione quest'ultima è in grado di condurre e quale genere di supporto potrà o dovrà quindi prestare la Marina militare italiana; che cosa si intende per «protezione e difesa dei mezzi del Consiglio presidenziale / Governo di accordo nazionale libico (GNA)», che è uno degli obiettivi della missione di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 luglio. Sottolinea che proteggere e difendere i mezzi del GNA è potenzialmente molto pericoloso, considerato che quest'ultimo è solo una delle diverse parti che si contendono il controllo della Libia.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, relatrice per la III Commissione, ringrazia i colleghi intervenuti e preannuncia che gli spunti emersi nel corso del dibattito potranno essere acquisiti nella proposta di relazione all'Assemblea che, d'intesa con il collega Moscatt, sarà presentata nel prosieguo dell'iter.

  Maria Edera SPADONI (M5S), ribadendo una richiesta già avanzata nella riunione degli Uffici di presidenza, auspica che la proposta di relazione all'Assemblea predisposta dai relatori possa essere trasmessa ai gruppi nel più breve tempo possibile per facilitare la predisposizione di proposte emendative, considerati i ridotti tempi a disposizione dei commissari.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta che inizierà al termine della chiama per la votazione sulla questione di fiducia.

  La seduta termina alle 11.20.

ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145

  Martedì 1o agosto 2017. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Francesco Saverio GAROFANI. – Intervengono il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Vincenzo Pag. 14Amendola, e il sottosegretario di Stato per la difesa, Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 16.20.

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alla missione internazionale in supporto della Guardia costiera libica, adottata il 28 luglio 2017.
Doc. CCL, n. 2.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che, come con concordato nella riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, le Commissioni sono state autorizzate dalla Presidenza a riunirsi al termine della votazione di fiducia per la presentazione della relazione all'Assemblea predisposta dai relatori.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice per la III Commissione, anche a nome del relatore per la IV Commissione, presenta una proposta di relazione all'Assemblea (vedi allegato 1).

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti riferiti alla proposta di relazione all'Assemblea è fissato per le ore 18.30. Quindi, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta che inizierà dopo la conclusione delle votazioni odierne dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 16.25.

ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145

  Martedì 1o agosto 2017. — Presidenza del presidente della IV Commissione Francesco Saverio GAROFANI. – Intervengono il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale Vincenzo Amendola e il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 20.40.

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alla missione internazionale in supporto della Guardia costiera libica, adottata il 28 luglio 2017.
Doc. CCL, n. 2.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  Le Commissioni proseguono l'esame, rinviato nella seduta pomeridiana.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, comunica che sono stati presentati 17 emendamenti (vedi allegato 2), nonché 4 proposte di relazione alternative (vedi allegati 3, 4, 5 e 6). Avverte che l'emendamento 15 Picchi, essendo riferito alle premesse, non è ammissibile.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) sottoscrive le proposte emendative a prima firma Zampa.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, relatrice per la III Commissione, anche a nome del relatore per la IV Commissione, onorevole Moscatt, esprime parere contrario sull'emendamento Spadoni 1, parere favorevole all'emendamento Spadoni 2, a condizione che sia riformulato nei termini seguenti: «favorire, nell'ambito delle intese con le autorità libiche, la definizione dell'area di ricerca e soccorso (SAR) secondo quanto previsto dalla Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo di Amburgo del 27 aprile 1979, dell'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO)». Esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Spadoni 3, 4 e 5; parere favorevole sull'emendamento Spadoni 6, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), e parere contrario all'emendamento Pag. 15Spadoni 7. Formula, inoltre, un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, all'emendamento Spadoni 8, in considerazione del fatto che esprimerà parere favorevole sull'emendamento Artini 16, analogo, ma di contenuto più ampio; infine, esprime parere contrario sugli emendamenti Spadoni 9 e 10.
  Con riferimento all'emendamento Carfagna 11, esprime parere favorevole, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
  Con riferimento agli emendamenti Locatelli 12 e Zampa 13, esprime parere favorevole, a condizione che siano riformulati nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2). Specifica che la riformulazione proposta è la stessa per entrambi gli emendamenti, che, quindi, sono identici.
  Esprime quindi parere contrario sull'emendamento Picchi 14 e parere favorevole sull'emendamento Artini 16. Formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Artini 17, in considerazione del fatto che il suo contenuto è già previsto dalle riformulazioni di emendamenti precedenti.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, sospende la seduta per consentire la trascrizione e la distribuzione delle proposte di riformulazione dei relatori.

  La seduta, sospesa alle 20.50, riprende alle 21.15.

  Maria Edera SPADONI (M5S), con riferimento all'emendamento 2, a sua prima firma, non accetta la proposta di riformulazione dei relatori, mentre accetta la proposta di riformulazione riferita all'emendamento 6. Dichiara quindi di voler mantenere l'emendamento 8, su cui la relatrice ha formulato un invito al ritiro.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) e Sandra ZAMPA (PD) accettano le riformulazioni proposte dalla relatrice agli emendamenti di cui sono prime firmatarie.

  Maria Rosaria CARFAGNA (FI-PdL) accetta la riformulazione proposta dalla relatrice all'emendamento a sua prima firma.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti 1, 2, 3, 4, e 5 Spadoni, approvano l'emendamento 6 Spadoni (nuova formulazione), respingono gli emendamenti 7, 8, 9 e 10 Spadoni, approvano l'emendamento 11 Carfagna (nuova formulazione), approvano gli identici emendamenti 12 Zampa (nuova formulazione) e 13 Locatelli (nuova formulazione), respingono l'emendamento 14 Picchi e approvano l'emendamento 16 Artini.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-TIpI) ritira il suo emendamento 17.

  Edmondo CIRIELLI (FdI-AN), ritenendo che gli emendamenti approvati rendono il testo della relazione più confuso, annuncia il voto di astensione del gruppo Fratelli d'Italia sulla proposta di relazione all'Assemblea come riformulata.

  Guglielmo PICCHI (LNA), annunciando il voto contrario della Lega, ritiene apprezzabile la previsione che la missione italiana possa svolgersi anche in acque libiche; tuttavia, sottolinea che la formula dell'accordo bilaterale, concluso esclusivamente con al-Serraj, non contribuirà alla stabilizzazione della Libia, visto che il generale Haftar ha già dichiarato di non apprezzare l'intervento italiano. Concludendo, crede che il quadro presentato dai Ministri Pinotti ed Alfano non sia soddisfacente, in quanto ritiene che l'Italia avrebbe dovuto chiedere il proseguimento dell'operazione Sophia e non dell'operazione Mare Sicuro.

  Erasmo PALAZZOTTO (SI-SEL-POS), nell'annunciare il voto contrario del proprio gruppo, segnala di aver presentato una proposta di relazione alternativa, in quanto ritiene che con l'autorizzazione Pag. 16della missione italiana in Libia si certifica che per il nostro Paese il fenomeno migratorio ha a che fare esclusivamente con la questione della sicurezza. Ritiene, infatti, che il salvataggio di vite umane passi in secondo piano rispetto alla tutela degli interessi nazionali del nostro Paese. Inoltre, crede che, vista la scarsità dei mezzi previsti, la missione italiana si sostanzierà in un intervento simbolico più che in un intervento significativo, che, oltretutto, non aiuterà la stabilizzazione della Libia. Concludendo, esprime profonda preoccupazione per l'intervento che si va delineando.

  Trifone ALTIERI (Misto-DI), esprimendo rammarico per l'occasione perduta per il Governo ai fini di un'azione più incisiva per la Libia, annuncia il voto di astensione del suo gruppo per ragioni sostanzialmente opposte a quelle segnalate dal collega Palazzotto. A tale proposito, ricorda di aver sollecitato il Governo a fornire ulteriori chiarimenti riguardo alle regole di ingaggio e alle modalità di contrasto agli scafisti, che costituiscono una vera e propria organizzazione criminale. In conclusione, pur sottolineando che alcuni aspetti della missione restano incerti, ritiene che essa costituisca un primo passo importante e sollecita il Governo a fare di più.

  Maria Edera SPADONI (M5S), nel ritenere che predisporre mezzi italiani a difesa di un unico soggetto libico, ossia al-Serraj, quando in Libia operano molteplici autorità, possa portare ad una ulteriore frattura destabilizzante per il territorio libico, annuncia il voto contrario del gruppo M5S alla proposta di relazione dei relatori.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che le proposte di relazione alternative saranno poste in votazione solo in caso di reiezione della proposta dei relatori.

  Le Commissioni approvano la proposta di relazione all'Assemblea formulata dai relatori, come risultante dagli emendamenti approvati (vedi allegato 7).

  La seduta termina alle 21.35.

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