CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 febbraio 2015
389.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 17 febbraio 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 17.10.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
Atto n. 134.

(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 10 febbraio 2015.

  Cesare DAMIANO, presidente e relatore, fa presente di aver predisposto una proposta di parere (vedi allegato 1), segnalando che i gruppi Sinistra ecologia libertà, Lega nord e autonomie, MoVimento 5 Stelle e Area popolare hanno predisposto proprie proposte alternative di parere (vedi allegati 2, 3, 4 e 5).

  Patrizia MAESTRI (PD) preannuncia il suo voto a favore della proposta di parere Pag. 53del presidente, evidenziando come essa tenda al superamento di taluni aspetti di criticità presenti nello schema di decreto legislativo in esame, sui quali auspica che il Governo possa intervenire. Fa riferimento, in particolare, al tema dei licenziamenti collettivi, sul quale ritiene necessaria un'attenta riflessione da parte dell'Esecutivo, a fronte dell'esigenza di fronteggiare con adeguati strumenti la crisi economica ed occupazionale in atto nel Paese.

  Sergio PIZZOLANTE (AP) preannuncia che voterà contro la proposta di parere formulata dal presidente, che giudica caratterizzata da un'anacronistica ostilità nei confronti dell'impresa. Ritiene che essa, indicando al Governo condizioni inaccettabili, proponga un radicale stravolgimento dell'impianto attuale del provvedimento in esame, pregiudicando il raggiungimento degli obiettivi sottesi alla riforma. Fa notare, quindi, che la proposta di parere del relatore recante tre pesanti condizioni, equivalga a un vero e proprio parere contrario al provvedimento, giacché essa mette in dubbio il nucleo fondamentale dello schema di decreto legislativo. Ritiene grave, infatti, incidere sulla tematica dei licenziamenti collettivi, su quella dei licenziamenti disciplinari nonché sulla misura degli indennizzi, chiedendone una rivisitazione che definisce inammissibile, in quanto altererebbe il difficile equilibrio raggiunto in seno alla maggioranza di Governo. Ricorda, in proposito, che uno degli obiettivi della riforma – dichiarati anche dal Presidente del Consiglio – è quello di migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, anche limitando la discrezionalità dei giudici, che tornerebbe ampia se, nei licenziamenti disciplinari, si inserisse un riferimento alla proporzionalità tra sanzione del licenziamento e gravità del comportamento addebitato. Giudica grave proporre una modifica del provvedimento che rischia di ingessare il mercato del lavoro, facendo leva su argomentazioni capziose che presuppongono la malafede dei datori di lavoro, al solo fine di prevenire fenomeni distorsivi che, a suo avviso, potrebbero essere facilmente contrastati attraverso l'applicazione di più adeguati controlli. Fa presente che le condizioni recate dalla proposta di parere del relatore, se accolte, rischiano di peggiorare il provvedimento, atteso che propongono di lasciare inalterata la struttura attuale del mercato del lavoro, che, a suo avviso, non ha fatto altro che produrre precarietà e incertezze occupazionali. Fa notare che la proposta del relatore appare intrisa da una spasmodica paura del licenziamento del lavoratore, ignorando le potenziali ricadute positive del provvedimento sulle nuove assunzioni. Invita, quantomeno, il relatore a non nascondersi dietro ambiguità ed equilibrismi e a dichiarare espressamente – nell'esercizio legittimo della propria libertà di pensiero – la propria ostilità nei confronti del provvedimento in questione. Raccomanda, infine, l'approvazione della sua proposta alternativa di parere (vedi allegato 5), con la quale il suo gruppo intende esprimere un orientamento favorevole al provvedimento, senza alcuna condizione o osservazione.

  Giorgio AIRAUDO (SEL) sottolinea come il Governo stia procedendo alla riforma del mondo del lavoro con un metodo fin troppo sbrigativo, che impedisce un reale confronto sui contenuti dei provvedimenti. Nel complesso ritiene che l'azione dell'Esecutivo stia portando a una transizione dal diritto del lavoro a un lavoro senza diritti, dal momento che si generalizzano le condizioni di precarietà dei lavoratori, proseguendo su una strada già percorsa in questa legislatura dal decreto-legge n. 34 del 2014. Con specifico riferimento al provvedimento in esame, rileva come il contratto a tutele crescenti che viene introdotto rappresenti in sostanza un nuovo contratto atipico che priva i lavoratori di molte tutele, senza contribuire realmente a un incremento dell'occupazione, dal momento che le assunzioni che vengono annunciate anche dai gruppi industriali assai rilevanti, come la FIAT, si sarebbero comunque realizzate anche senza le innovazioni normative che saranno introdotte, ma avrebbero portato Pag. 54alla creazione di posti di lavoro con maggiori garanzie. Nel richiamare i contenuti della proposta di parere presentata dal suo gruppo (vedi allegato 2), esprime, pertanto, un giudizio fortemente negativo sul provvedimento in esame, dichiarandosi convinto che la nuova disciplina non porterà a un incremento dei posti di lavoro e non inciderà sulle condizioni di disoccupazione e inoccupazione che caratterizzano la nostra economia. In questo contesto, ritiene tuttavia che la proposta di parere formulata dal presidente contenga elementi senz'altro positivi in un'ottica di riduzione del danno derivante dal provvedimento in esame. Giudica, pertanto, opportuno «sfidare» il Governo a recepire le condizioni che vengono proposte, anche al fine di verificare il reale valore delle discussioni che si svolgono in seno alla Commissione.

  Davide TRIPIEDI (M5S), pur giudicando gravemente sbagliato l'impianto dell'intero Jobs Act, che intende creare nuova occupazione attraverso la mera modifica della normativa sulle fattispecie contrattuali, ritiene necessario che il Governo tenga conto del lavoro svolto dalla Commissione, riconsiderando il contenuto del provvedimento in esame al fine di superare gli elementi di criticità evidenziati anche dalla proposta di parere formulata dal presidente, sulla quale, pertanto, dichiara il suo voto di astensione. Fatto notare, infatti, che l'occupazione è creata dal mercato e non certo dalle modifiche legislative, auspica che l'Esecutivo s'impegni a modificare un provvedimento, che, a suo avviso, non fa altro che aumentare a dismisure i vantaggi dell'impresa, ricordando come i lavoratori non siano schiavi ma persone con una propria dignità.

  Titti DI SALVO (PD) ritiene che l'esame del provvedimento in discussione non possa che partire da una valutazione delle condizioni particolarmente critiche del mercato del lavoro italiano, che presenta profonde frammentazioni e gravi disfunzioni. A fronte di tale difficile situazione, il Governo ha inteso fornire una risposta, che, ovviamente, è diversamente valutata sul piano politico dai diversi gruppi, anche all'interno della stessa maggioranza, dal momento che sussistono sensibilità e orientamenti non sempre sovrapponibili. In questo contesto, la soluzione proposta dall'Esecutivo ha inteso assicurare un equilibrio tra le diverse posizioni, che dovrà essere misurato soprattutto in relazione alla sua capacità di produrre risultati in termini di ripresa dell'occupazione. Da questo punto di vista, giudica, pertanto, strategiche le disposizioni, contenute nella legge n. 183 del 2014 e nello schema di decreto legislativo in esame, riferite alla valutazione degli effetti delle misure adottate. Per quanto attiene specificamente alla proposta di parere del presidente, esprime un giudizio complessivamente positivo, osservando come la Commissione, alla luce della natura non vincolante del proprio parere, avrebbe potuto limitarsi a un esame meno approfondito e serio. Giudica, invece, particolarmente apprezzabile lo sforzo compiuto per evidenziare gli orientamenti della Commissione, che intende sottoporre al Governo alcuni aspetti del provvedimento al fine di promuoverne la valutazione in vista di possibili modifiche. In ogni caso, ritiene che la proposta di parere del presidente non possa essere considerata alla stregua di un parere negativo mascherato, essendo chiaro l'orientamento favorevole espresso, pur in presenza di un invito all'Esecutivo a voler riconsiderare alcuni aspetti del provvedimento.

  Davide BARUFFI (PD) manifesta il proprio convinto orientamento favorevole tanto sul provvedimento in esame quanto sulla proposta di parere formulata dal presidente. Esprime, in particolare, un giudizio positivo sull'obiettivo di fondo dell'intervento legislativo, che è quello di assicurare un lavoro stabile e maggiori diritti a quanti al momento ne sono privi. Ritiene, pertanto, erroneo parlare di una transizione verso un lavoro senza diritti, dal momento che nella situazione attuale sono molti i lavoratori che non godono di adeguate garanzie e che non conoscono Pag. 55diritti comunemente riconosciuti, come il diritto alle ferie o ad una reale tutela della maternità. Evidenzia, invece, come la sfida del Governo e della maggioranza sia stata quella di promuovere la creazione di rapporti di lavoro stabili, limitando le forme contrattuali precarie, nell'ambito delle quali molti diritti rappresentano un'autentica chimera per i lavoratori. Con riferimento alla proposta di parere del presidente, ritiene che le condizioni e le osservazioni in essa contenute siano senz'altro coerenti con l'impianto complessivo del disegno riformatore e non smentiscano in alcun modo sul contenuto della delega approvata dal Parlamento. Come già osservato nel corso della discussione di questo provvedimento, ribadisce che la materia dei licenziamenti collettivi non è mai stata affrontata nel corso dell'esame parlamentare della legge n. 183 del 2014 e, pertanto, può ritenersi ragionevole escludere la sua disciplina nell'ambito del decreto in esame. Analogamente, reputa che la condizione volta a sollecitare il mantenimento di un criterio di proporzionalità fra la sanzione del licenziamento e gli addebiti disciplinari contestati non costituisca un'anomalia, ma intenda garantire che anche nell'ambito del diritto del lavoro sia costantemente assicurato il rispetto di principi di ragionevolezza e proporzionalità che ispirano l'intero ordinamento giuridico. Auspica, conclusivamente, che le soluzioni individuate con il provvedimento in esame e gli altri decreti attuativi della delega di cui alla legge n. 183 del 2014 possano costituire finalmente una risposta efficace all'esigenza di creare nuovi posti di lavoro stabili.

  Walter RIZZETTO (Misto-AL) ritiene che la proposta di parere formulata dal presidente rechi in sé un effetto meramente illusorio, dal momento che propone significative modifiche al provvedimento, che, tuttavia, rischiano di rimanere sulla carta, considerata la natura non vincolante per il Governo del parere della Commissione. Evidenzia, quindi, una spaccatura all'interno della maggioranza, testimoniata dalla presentazione di due pareri contrapposti da parte dei gruppi che la compongono. Si dichiara altresì sorpreso dal preannunciato voto di astensione di alcune forze di opposizione, sottolineando come esse, nel corso del dibattito, abbiano, al contrario, manifestato perplessità forti nei confronti del Governo e del presente provvedimento, usando anche toni accesi e aspramente critici. Dichiara, in ogni caso, di condividere le argomentazioni che fanno riferimento a un eccesso di delega, ad esempio sul tema dei licenziamenti collettivi, che richiamano la necessità di maggiori tutele in caso di cambio d'appalto ed evidenziano i rischi di possibili comportamenti opportunistici da parte dei datori di lavoro, a fronte della convenienza degli incentivi proposti. Fa notare, peraltro, che sarebbe stato opportuno intervenire anche su altri versanti, ad esempio incidendo sull'acausalità del contratto a termine o prevedendo la restituzione, in caso di licenziamento, delle agevolazioni contributive percepite per effetto delle disposizioni di cui alla legge di stabilità 2015. Preannuncia, in conclusione, che non parteciperà al voto sulla proposta di parere formulata dal presidente, ribadendo il proprio stupore di fronte alla convergenza che si sta creando tra alcuni gruppi di maggioranza e di opposizione.

  Carlo DELL'ARINGA (PD), nel ringraziare il presidente per il lavoro svolto in qualità di relatore, annuncia il proprio voto favorevole sulla sua proposta di parere, pur manifestando l'esigenza di esprimere taluni dubbi e precisazioni rispetto al contenuto della medesima proposta. In particolare, pur rilevando che la proposta di parere costituisce l'espressione di una sensibilità diffusa nell'ambito della Commissione, ritiene che le condizioni espresse, e in particolare quella relativa ai licenziamenti disciplinari assumano un indubbio significato politico, tenuto conto delle posizioni non coincidenti esistenti all'interno della maggioranza, emerse già nel corso dell'elaborazione del decreto in esame. Nel sottolineare come il testo dello schema in esame, per quanto attiene ai licenziamenti disciplinari, rappresenti il Pag. 56frutto di un compromesso raggiunto all'interno del Governo, ritiene che sarebbe stato preferibile sollecitare una riflessione del Governo con un'osservazione, anziché una condizione, che, verosimilmente, non potrà essere recepita dall'Esecutivo. Dichiara, inoltre, di condividere le valutazioni relative a un possibile incremento della misura massima delle indennità dovute in caso di licenziamento, pur ribadendo che sarebbe stato preferibile sottoporle al Governo sotto forma di osservazione. In ogni caso, prende atto che la proposta di parere del presidente ha recepito convinzioni diffuse nell'ambito della Commissione, che ha dimostrato di non riconoscersi pienamente nel contenuto della delega conferita al Governo in materia di contratto a tutele crescenti, manifestando in alcuni casi un distacco rispetto agli orientamenti dell'Esecutivo.

  Monica GREGORI (PD) dichiara di condividere l'impostazione della proposta di parere formulata dal presidente, il cui obiettivo, a suo avviso, non è certamente quello di colpire gli imprenditori – come precedentemente prefigurato dal deputato Pizzolante – ma di riequilibrare i rapporti tra lavoratore e datore di lavoro e di garantire una piena rispondenza ai criteri di delega di cui alla legge n. 183 del 2014, soprattutto per quanto attiene all'inapplicabilità della nuova normativa ai licenziamenti collettivi e al rispetto del principio di proporzionalità nei licenziamenti disciplinari. Preannuncia, quindi, il suo voto favorevole sulla proposta di parere formulata dal presidente.

  Antimo CESARO (SCpI) ritiene che sarebbe stato auspicabile che la proposta di parere del presidente avesse formulato una valutazione positiva sottoponendo al Governo i temi emersi nel corso del dibattito svoltosi in Commissione, senza prevedere specifiche condizioni. A suo avviso, deve infatti sostenersi in modo univoco l'azione del Governo volta a promuovere la ripresa dei livelli occupazionali. Preannuncia, pertanto, la propria astensione sulla proposta di parere formulata dal presidente.

  Emanuele PRATAVIERA (LNA) fa notare che il provvedimento in esame, lungi dal determinare effetti occupazionali positivi, rischia di favorire comportamenti opportunistici da parte degli imprenditori e di produrre pesanti effetti di dumping sociale tra lavoratori, discriminati a seconda della data di assunzione, determinando conseguenze abnormi e precarizzanti nel mercato del lavoro, soprattutto a scapito delle categorie più deboli, tra le quali cita, in particolare, i lavoratori meno giovani. Fa notare che si sarebbe potuto intervenire in altro modo, ad esempio agendo sul cuneo fiscale, oppure sulla contrattazione di secondo livello, ricorrendo all'introduzione delle cosiddette «gabbie salariali». Ritiene che la confusione emersa nel dibattito odierno circa l'orientamento dei gruppi testimoni la volontà di una certa parte della maggioranza di scaricare sul Presidente del Consiglio la responsabilità delle scelte politiche che vengono compiute, senza tuttavia avere il coraggio di assumere concrete scelte consequenziali. Nel preannunciare, infine, che voterà contro la proposta di parere formulata dal presidente, raccomanda l'approvazione della sua proposta alternativa di parere (vedi allegato 3), con la quale esprime l'orientamento contrario del proprio gruppo rispetto al provvedimento in esame.

  Claudio COMINARDI (M5S) fa notare che il giudizio del suo gruppo sul provvedimento in esame permane fortemente critico, poiché esso, in linea con le misure assunte dai precedenti Governi, tende a una sempre maggiore precarizzazione del mercato del lavoro, producendo effetti devastanti per i lavoratori. Fa notare, tuttavia, che il suo gruppo non può rimanere indifferente di fronte ad una proposta di parere, che quantomeno, indica una via per ridurre il danno e migliorare un testo, che, in ogni caso, continua a definire vergognoso.

  Renata POLVERINI (FI-PdL) preannuncia il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere del presidente.

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  Lorenzo DELLAI (PI-CD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del presidente.

  Il Sottosegretario Teresa BELLANOVA, rispondendo anche alle sollecitazioni emerse nel corso del dibattito, evidenzia come, a nome del Governo, abbia inteso assicurare la massima attenzione all'intera discussione svoltasi nei due rami del Parlamento con riferimento alla legge n. 183 del 2014 e ai suoi primi decreti attuativi. Nel rilevare come nel dibattito siano spesso stati usati toni eccessivamente drammatici, sottolinea come il Governo abbia inteso perseguire soluzioni equilibrate che tenessero conto anche dei contributi emersi dalla discussione nelle aule parlamentari, al fine di raggiungere l'obiettivo, da tutti condiviso, di creare un mercato del lavoro realmente inclusivo che assicuri maggiori diritti a tutti i lavoratori. Evidenzia come, nel perseguire tale obiettivo, il Governo si sia mosso con particolare rapidità, dando attuazione alla delega in tempi brevissimi che non trovano riscontro nelle precedenti esperienze, quando deleghe di ampia portata venivano spesso abbandonate e lasciate scadere. Esprime, inoltre, una decisa critica a quanti nel dibattito odierno hanno fatto riferimento a un rischio di schiavitù per i lavoratori, ricordando come purtroppo forme di schiavitù siano ben note all'attuale mercato del lavoro, caratterizzato da una presenza pervasiva del lavoro nero e da un pesante sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici stranieri, che, specialmente nell'Italia meridionale, sono costretti a lavorare in condizioni inumane a fronte di compensi irrisori. Invita, pertanto, a non banalizzare il termine «schiavitù» attraverso un suo utilizzo improprio, esortando a considerare le gravi disfunzioni presenti nel mondo del lavoro, che il presente provvedimento intende affrontare e contribuire a risolvere. Quanto alla proposta di parere formulata dal presidente, fa presente che il Governo, nella sua autonomia, ne valuterà i contenuti nell'ambito dell'istruttoria che porterà all'adozione definitiva del decreto in materia di contratto a tutele crescenti.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che porrà prima in votazione la proposta di parere da lui formulata in qualità di relatore; in caso di sua approvazione, le proposte alternative presentate si intenderanno precluse e non saranno, pertanto, poste in votazione.

  La Commissione approva, quindi, la proposta di parere formulata dal presidente, risultando così precluse le proposte alternative di parere presentate dai deputati dei gruppi Sinistra ecologia libertà, Lega nord e autonomie, MoVimento 5 Stelle e Area popolare.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati.
Atto n. 135.

(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 10 febbraio 2015.

  Claudio COMINARDI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso per garantire un'adeguata pubblicità ai lavori della Commissione, anche tenuto conto che il deputato Rizzetto ha ripreso le votazioni che sono state effettuate nell'ambito dell'esame dell'atto n. 134.

  Walter RIZZETTO (Misto-AL) ricorda che il collega Cominardi, che ora si lamenta delle riprese, in passato aveva registrato e diffuso su internet riprese dei lavori della Commissione.

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  Cesare DAMIANO, presidente, ricordato che non è consentito l'utilizzo di strumenti di registrazione e di trasmissione dei lavori delle Commissioni in violazione delle forme di pubblicità consentite dal Regolamento, in accoglimento della richiesta testé formulata, non essendovi obiezioni, dispone l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Avverte preliminarmente che la presidenza della Camera con nota in data 16 febbraio 2015 ha trasmesso alla Commissione l'intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sancita nella riunione del 12 febbraio 2015. Nella nota la Presidente informa di aver segnalato al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento l'opportunità di concordare con le Commissioni competenti tempi adeguati per l'espressione del parere parlamentare.
  Informa che la relatrice ha formulato una proposta di parere sullo schema di decreto legislativo (vedi allegato 6). Avverte altresì che i gruppi Sinistra ecologia libertà, Lega Nord e autonomie e MoVimento 5 Stelle hanno predisposto proprie proposte alternative di parere (vedi allegati 7, 8 e 9).

  Emanuele PRATAVIERA (LNA) illustra la propria proposta alternativa di parere (vedi allegato 8), raccomandandone l'approvazione. Fa notare, quindi, le gravi criticità del provvedimento in esame, che, a suo avviso, introduce una riforma degli ammortizzatori sociali inadeguata e priva delle necessarie coperture finanziarie.

  Giorgio AIRAUDO (SEL) illustra la proposta alternativa di parere presentata dai deputati del suo gruppo (vedi allegato 7), raccomandandone l'approvazione. Rileva, in particolare, come il presente schema di decreto legislativo non proponga alcuna seria riforma in senso universale degli ammortizzatori sociali, trascurando peraltro il sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro. Ritiene, quindi, che si sia persa una grande occasione, dal momento che si è omesso di affrontare temi fondamentali come l'introduzione del reddito minimo garantito, il rafforzamento della CIG in deroga e il potenziamento dei contratti di solidarietà.

  Claudio COMINARDI (M5S), illustrando la proposta alternativa di parere presentata dal suo gruppo (vedi allegato 9), di cui raccomanda l'approvazione, fa notare che le misure recate dal provvedimento in esame, pur proponendo un ampliamento della platea dei beneficiari delle tutele in caso di disoccupazione involontaria, appaiono insufficienti e di carattere non universale. Sottolinea, quindi, taluni aspetti problematici del testo connessi alle relative coperture finanziarie e alla limitata durata degli interventi, facendo notare la diversità del modello di azione proposto dal suo gruppo, che si fonda sulla promozione del reddito minimo di cittadinanza, inteso come unico e vero strumento di sostegno al reddito di natura di carattere universale. Ricorda che su tale importante tematica è all'esame del Senato una proposta di legge presentata dal suo gruppo, che potrebbe essere approvata in poco tempo, dal momento che appare supportata anche da un'adeguata copertura finanziaria.

  Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, in risposta a talune considerazioni svolte nel dibattito, fa notare che la sua proposta di parere mira proprio a segnalare taluni aspetti di criticità del testo in esame, con l'indicazione di condizioni e osservazioni che auspica possano essere recepite dal Governo. Segnala come l'obiettivo della sua proposta sia quello di assicurare maggiori tutele ai lavoratori, soprattutto a categorie deboli, come i lavoratori stagionali, che, in taluni casi, potrebbero risultare danneggiate dall'entrata in vigore del provvedimento. Nel ringraziare tutti i componenti della Commissione per il contributo offerto, fa notare che il suo gruppo è sempre aperto a spunti e proposte che mirano a rafforzare le garanzie e le tutele dei lavoratori, come testimoniato dall'impegno profuso dal suo stesso gruppo anche in queste ore sul tema del blocco dell'aumento Pag. 59dell'aliquota contributiva per i titolari di partita IVA, in occasione dell'esame del decreto-legge n. 192 del 2014. Pur comprendendo la posizione delle opposizioni, che rivendicano la legittimità dei propri convincimenti, ad esempio in tema di reddito minimo garantito, fa notare che, seppur condivisibili, talune proposte, anche se tese a migliorare la condizione dei lavoratori, richiedono il reperimento di ulteriori risorse, che non appaiono al momento disponibili. Raccomanda, infine, l'approvazione della sua proposta di parere.

  Matteo DALL'OSSO (M5S) fa notare che la copertura finanziaria in tema di reddito minimo di cittadinanza esiste e non sarebbe un problema garantirne una concreta applicazione.

  Gessica ROSTELLATO (Misto-AL) preannuncia il voto di astensione della sua componente politica sul provvedimento in esame.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che porrà prima in votazione la proposta di parere della relatrice; in caso di sua approvazione, le proposte alternative presentate si intenderanno precluse e non saranno, pertanto, poste in votazione.

  La Commissione approva, quindi, la proposta di parere formulata dalla relatrice, risultando così precluse le proposte di parere dei gruppi Sinistra ecologia libertà, Lega nord e autonomie e MoVimento 5 Stelle.

  La seduta termina alle 18.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 17 febbraio 2015.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 18.35 alle 18.40.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna l'8 luglio 2005, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
Nuovo testo C. 2124 Governo.

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