CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 febbraio 2023
66.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 21 febbraio 2023. — Presidenza del presidente Mauro ROTELLI. – Interviene il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Galeazzo Bignami.

  La seduta comincia alle 15.15.

Schema di decreto legislativo recante codice dei contratti pubblici.
Atto n. 19.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 20 febbraio scorso.

  Mauro ROTELLI (FDI), presidente e relatore, comunica che, in accordo con l'altra relatrice, dopo un ulteriore approfondimento, sono state apportate alcune modifiche alla proposta di parere presentata nella giornata di ieri (vedi Bollettino delle Giunte e delle Commissioni del 20 febbraio 2023) volte a sopprimere le lettere ww), concernente l'applicazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa ai servizi pubblici locali di rilevanza economica e hhh) riguardante l'introduzione di una definizione in materia di partenariato pubblico privato, nonché a precisare ulteriormente il contenuto delle lettere r), con riguardo alle esclusioni per gli interventi di manutenzione e di opere di pubblica utilità, x) in materia di revisione prezzi, kk) in materia di illecito professionale, qqq) relativamente al differimento dell'efficacia della nuova disciplina. Presenta quindi una nuova proposta di parere, segnalando che la predetta lettera qqq) è ora rinumerata come lettera ooo) in tale nuova proposta di parere (vedi allegato 1).
  Ricorda che nella giornata di ieri sono state presentate le proposte alternative di parere dei gruppi Movimento 5 Stelle e Alleanza verdi e Sinistra (vedi Bollettino delle Giunte e delle Commissioni del 20 febbraio 2023), e che sono state trasmesse oggi le proposte alternative di parere dei gruppi Azione Italia Viva Renew Europe e Partito democratico (vedi allegati 2 e 3).

  Il Viceministro Galeazzo BIGNAMI, nel ringraziare i relatori per il lavoro svolto, Pag. 45che contiene numerosi elementi significativi di arricchimento che il Governo valuterà per la redazione del testo definitivo dello schema di decreto legislativo, concorda con la proposta di parere favorevole dei relatori ed esprime parere contrario sulle proposte alternative di parere presentate dai gruppi.

  Filiberto ZARATTI (AVS), nell'illustrare la proposta alternativa di parere presentata dal proprio gruppo, ricorda che lo schema in esame, predisposto in attuazione della legge delega approvata nel 2022, intende adeguare la disciplina dei contratti pubblici a quella del diritto europeo, dei principi espressi dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle giurisdizioni superiori, nonché di razionalizzare, riordinare e semplificare la disciplina vigente, evitando l'avvio di procedure di infrazione da parte della Commissione europea. Richiama inoltre gli impegni assunti dal Governo italiano con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che, con riferimento al settore dei contratti pubblici, ha previsto un processo di riforma che si conclude con il provvedimento in esame, che reca una riforma complessiva del vigente codice dei contratti pubblici, da completare entro giugno 2023.
  Rammenta che l'intero impianto normativo del sistema dei contratti pubblici di lavori e forniture fu riscritto con la cosiddetta «legge Merloni», con la quale nel 1994 il legislatore incluse in un testo unico la regolamentazione dell'intero ciclo del contratto pubblico, il controllo della governance del sistema delle opere, istituendo l'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, oggi divenuta ANAC. Rileva che quel riordino conobbe una sorta di «boicottaggio», più o meno palese, soprattutto da parte di un certo mondo imprenditoriale arricchitosi per anni con le varianti e il sistema di revisione dei prezzi e osserva che i vincoli sanciti da quella legge iniziale si sono progressivamente allentati fino ad arrivare all'emanazione della «legge obiettivo», con la quale vennero introdotti istituti contrattuali atipici e definiti contratti e procedure speciali, trasfusi poi nel codice dei contratti pubblici del 2006. Il vigente codice degli appalti, approvato nel 2016, ha avuto il pregio di rimettere al centro del quadro normativo il potenziamento dell'ANAC, una stretta sulle varianti, la centralità del progetto nel sistema delle opere pubbliche, la riduzione delle stazioni appaltanti, l'incremento dei poteri di vigilanza pubblici sul contraente generale, l'aggiornamento del Piano generale dei trasporti e della logistica e il superamento della «legge obiettivo».
  Ritiene che il provvedimento in esame, seppur nello sforzo di una semplificazione dell'impianto normativo, rappresenti un notevole passo indietro rispetto al decreto legislativo del 2016, peraltro essendo alcune disposizioni declinate in modo discordante con taluni dei principi direttivi enunciati nella legge delega.
  Richiama, a tale proposito, l'espletamento degli affidamenti in house, per il quale il provvedimento in esame abroga la competenza di ANAC, rischiando di produrre una parcellizzazione del fenomeno che lo rende spesso incontrollato, come dimostra la relazione della Corte dei conti del 2021 che ha individuato più di 7000 organismi partecipati in via diretta e indiretta che in astratto potrebbero procedere con affidamenti diretti pur non avendone i requisiti.
  Per ciò che riguarda il conflitto di interessi, l'articolo 16 del provvedimento ne riduce lo spazio applicativo e introduce una sorta di inversione dell'onere della prova che non ha precedenti a livello europeo, rendendo particolarmente gravoso soddisfare l'onere probatorio posto a carico di chi lo invoca. Per quanto riguarda il tema dell'affidamento dei contratti di importo inferiore alle soglie di rilevanza europea, si stabilizzano le procedure emergenziali introdotte con il decreto-legge n. 77 del 2021, prevedendo un notevole innalzamento sia delle soglie di affidamento diretto che di quelle con procedura negoziata senza bando. Quanto alle aggregazioni e centralizzazioni delle committenze, si prevede l'innalzamento fino a 500.000 euro dell'obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti per l'affidamento di contratti di lavori pubblici, modifica di assoluto rilievo Pag. 46che sottrae dall'obbligo di qualificazione una fetta importante di enti aggiudicatori, comportando di fatto la riduzione del numero di gare eseguite da enti qualificati di circa 65 per cento, come stimato da ANAC.
  Osserva quindi che il combinato disposto delle disposizioni sul conflitto di interessi, sull'innalzamento della soglia europea, sugli affidamenti diretti, sulla procedura negoziata senza bando di gara, sull'estensione dell'appalto integrato e sull'indebolimento delle stazioni appaltanti rischia di determinare conseguenze negative in termini di propensione ai fenomeni corruttivi e penetrazione delle organizzazioni criminali nel sistema degli appalti. Desta perplessità anche la nuova disciplina della programmazione delle infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale, che stabilisce che sia il Governo a definire le infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale in un elenco che viene inserito nel Documento di economia e finanze, eliminando qualsiasi riferimento al Piano generale dei trasporti e della logistica, strumento di pianificazione e programmazione delle opere pubbliche volto ad uno sviluppo armonico di sistema del Paese e soggetto alle procedure di valutazione ambientale strategica.
  Dopo aver richiamato in sintesi le condizioni contenute nella proposta di parere, dichiara che solo il loro accoglimento determinerebbe il parere favorevole del proprio gruppo, esprimendosi altrimenti in senso contrario.

  Ilaria FONTANA (M5S) dichiara il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere dei relatori, sia per ragioni di metodo e di merito. Quanto alle prime, pur avendo dimostrato il proprio gruppo ampia disponibilità fin da subito a lavorare in modo corale, osserva che è evidente la mancanza di una concreta volontà di procedere in tale maniera anche da parte della maggioranza. Quanto alle ragioni di merito, i soggetti auditi hanno sottolineato i profili di criticità, che sono stati in parte accolti nella proposta di parere dei relatori, formulando tuttavia solo osservazioni e non anche condizioni e mortificando completamente il ruolo del Parlamento. Ricorda che proprio grazie ad un emendamento di un rappresentante del suo gruppo è oggi possibile per la Commissione esprimere un parere sul provvedimento in esame, parere che però a suo giudizio, nella formulazione che ne propongono i relatori, è assai indebolito.
  Sottolinea in via generale l'incongruenza tra le disposizioni del codice e gli allegati tecnici e richiama alcuni elementi fondamentali, imprescindibili per il proprio gruppo, e posti quindi nella proposta di parere alternativo come condizioni.
  In primo luogo, fa riferimento al tema del conflitto di interessi, di cui all'articolo 16 che, al comma 1, limita l'applicazione della norma ai soli soggetti che espletano compiti funzionali, vale a dire quelli che svolgono l'esercizio della funzione amministrativa. Ritiene necessario a tale riguardo che: si estenda la fattispecie a tutte le situazioni che determinano l'obbligo di astensione previste dall'articolo 7 del DPR n. 62 del 2013, nonché ai casi non tipizzati in cui siano comunque ravvisabili ragioni di convenienza all'astensione; si ripristini l'anticipazione della soglia di tutela, rendendo così rilevante il solo pericolo di lesione e non l'effettiva concretizzazione del conflitto di interessi; si estenda l'ambito di applicazione della disposizione non soltanto ai soggetti che hanno compiti funzionali ma, più in generale, a tutti coloro che possono influenzare in qualunque modo il risultato della procedure di aggiudicazione ovvero lo svolgimento della fase di esecuzione del contratto. Il successivo comma 2 reca una previsione che appare eccessivamente gravosa per il soggetto che invoca il conflitto di interesse e pertanto sarebbe opportuno che si prevedesse che la verifica in concreto e la prova in ordine alla sussistenza delle situazioni di conflitto di interesse sia rimessa in capo alla Pubblica amministrazione, onerando chi le invoca di fornire, se del caso, la sola prova contraria rispetto alle valutazioni fornite dall'amministrazione.
  Riguardo al tema dei contratti sotto la soglia di rilevanza europea, tenuto conto degli effetti pregiudizievoli di tali disposizioni sulla concorrenza, sulla prevenzione Pag. 47delle condotte illecite, nonché sulle finalità di risparmio della spesa cui è altresì connessa la regola dell'evidenza pubblica, ritiene opportuno che si preveda: la riduzione delle soglie economiche fissando nella misura di 100.000 euro per i lavori, 75.000 euro per le forniture e 50.000 euro per i servizi; la limitazione soli casi di urgenza della possibilità di prescindere dalla previa ricerca di mercato; l'introduzione di criteri sufficientemente specifici per la scelta dell'appaltatore solo in via eccezionale; l'obbligo di pubblicazione dell'avviso anche sui risultati della procedure di affidamento diretto al fine di garantire l'efficacia dei controlli sull'operato della pubblica amministrazione.
  Con riferimento al sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, ritiene opportuno che si riduca a 100.000 euro la soglia di sotto della quale non è necessario che le stazioni appaltanti siano qualificate.
  Quanto all'avvalimento, proprio al fine di garantire la lealtà del confronto concorrenziale e la qualità della prestazione, sarebbe opportuno che si ripristinasse il divieto generale di partecipazione congiunta alla medesima gara dell'impresa avvalente che di quella ausiliaria. Sempre in tema di avvalimento rammenta che l'articolo 104, comma 9, ha eliminato l'inciso «pena la risoluzione del contratto» e chiede che si introducano meccanismi sanzionatori a carico dell'appaltatore, quale conseguenza del mancato effettivo impiego delle risorse da parte dell'impresa ausiliaria. In tema invece di controlli demandati al RUP, sarebbe opportuno introdurre disposizioni specifiche in ordine ai tempi e alle modalità dell'azione di controllo, prevedendo altresì, in caso di omissioni e/o inadempienze agli obblighi di verifica, l'erogazione di sanzioni pecuniarie da parte dell'ANAC.
  In ordine al tema del subappalto, l'articolo 119 ne prevede la liberalizzazione con il solo limite del divieto di cessione dell'intera commessa e della prevalente esecuzione delle lavorazioni relative alla categoria prevalente dei contratti ad alta intensità di manodopera. Sotto tale profilo, al fine di evitare la possibile distorsione delle procedure, chiede che si estenda il divieto del ricorso al subappalto a tutte le categorie di lavorazioni, vale a dire anche quelle cosiddette scorporabili, per la quota eccedente il 50 per cento del valore dell'opera. Posto inoltre che spesso le attività coincidono con quelle caratterizzanti l'oggetto dell'appalto, al fine di garantire un paritetico trattamento economico e normativo dei lavoratori nonché gli stessi standard qualitativi prestazionali del contratto principale, giudica opportuna l'applicazione dei medesimi contratti collettivi nazionali di lavoro. Sempre all'articolo 119, nel ricordare che il comma 17 introduce per la prima volta l'istituto del «subappalto a cascata», rileva che la consentita frammentazione delle quote oggetto di subappalto potrebbe agevolare l'elusione della normativa antimafia. Proprio per evitare tale evenienza bisognerebbe prevedere il divieto generalizzato di ricorso al «subappalto a cascata». Infine, allo scopo di mitigare l'impatto derivante dalla estensione generalizzata dell'istituto del subappalto, bisognerebbe prevedere la possibilità, rimessa alle stazioni appaltanti, di inserire nella valutazione delle offerte, criteri premiali legati all'impegno dell'operatore economico concorrente di esecuzione diretta delle prestazioni, prevedendo: un range di punti minimi e massimi parametrati alla maggiore percentuale di esecuzione diretta dell'appalti; l'estensione degli obblighi e dei divieti previsti nei rapporti tra contraente principale e subappaltatore anche ai rapporti tra subaffidatari e subappaltatori; la facoltà delle stazioni appaltanti di introdurre limiti al subappalto anche per gli operatori iscritti in una white list o nell'anagrafe antimafia degli esecutori e di richiedere al subappaltatore una cauzione definitiva per le opere di sua competenza.
  Pur ringraziando i relatori per il grande lavoro svolto e il presidente per la disponibilità nell'audire i soggetti indicati dai gruppi, ribadisce il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere dei relatori.

  Daniela RUFFINO (A-IV-RE) intende preliminarmente fare una valutazione sulle modalità di lavoro con le quali si è ritenuto di operare. Ritiene che all'interno della Pag. 48Commissione ci sia la possibilità concreta di arrivare a risultati condivisi per la buona volontà che ravvede in tutti i gruppi. Ammette di non essere riuscita ad approfondire la nuova proposta di parere presentata oggi dai relatori e di non aver potuto quindi verificare se i suggerimenti del proprio gruppo siano stati o meno recepiti. In ogni caso tiene a sottolineare che l'assenza di condizioni rende a suo avviso il parere assai debole.
  Rileva come la disciplina dei contratti pubblici sia farraginosa, complessa e disfunzionale, come è noto a chi ha avuto, come lei, esperienza negli enti locali, che spesso dispongono di poco personale e non sempre preparato. Le parole d'ordine in questo momento sono celerità e semplificazione, anche alla luce degli obblighi imposti dal PNRR, che impone non solo di fare in fretta, ma anche di recuperare i ritardi accumulati, e questo a suo giudizio non si concilia con il nuovo quadro normativo, che complica le procedure di aggiudicazione.
  Bisognerebbe garantire anche ai piccoli comuni di poter essere stazioni appaltanti, attraverso strumenti alternativi, flessibili, scongiurando che vi siano opere senza termine, come tante ne ha viste il Paese. L'Italia ha bisogno di opere snelle, in cui sia ridotta la possibilità di contenziosi.
  Osserva che il meccanismo della revisione dei prezzi, non solo per i lavori ma anche per i servizi, va accompagnato da uno stretto controllo sui costi da parte delle stazioni appaltanti. Entrando nel merito di alcune questioni, rileva che all'articolo 58 bisognerebbe introdurre una disposizione atta a far sì che le stazioni appaltanti possono prevedere criteri di selezione volti a favorire la partecipazione delle imprese del territorio interessato dall'opera, il che implica anche minori costi dovuti ai mancati oneri per trasferimenti e trasferte. Sarebbe opportuno modificare gli articoli 61 e 106 dello schema di decreto, nel senso di inserire un esplicito riferimento alla certificazione della parità di genere. Con riguardo all'articolo 16, sul conflitto di interessi, sarebbe opportuno specificare che è compito delle stazioni appaltanti adottare misure adeguate di individuazione, prevenzione e risoluzione di ogni ipotesi di conflitto di interesse nello svolgimento delle procedure di aggiudicazione degli appalti delle concessioni. Quanto agli appalti di servizi per gli spettacoli dal vivo, richiama le difficoltà degli enti locali di lavorare con le regole attuali. Si riserva in ogni caso di prendere visione dell'ultima versione del parere depositato dai relatori prima di esprimersi definitivamente.

  Chiara BRAGA (PD-IDP) osserva che il proprio gruppo ha inteso elaborare una proposta alternativa di parere per poter declinare in modo più corretto il contributo che può venire dalla Commissione, sottolineando quali elementi costituiscano delle vere e proprie priorità, formulate quindi come condizioni. Ritiene, infatti, che le sole osservazioni non possano dare al Governo un quadro chiaro degli elementi di maggior rilievo per la Commissione.
  Pur riconoscendo che il provvedimento in esame è stato emanato in attuazione di una delega cui ha contribuito anche il proprio gruppo, ritiene che questo presenti dei punti di criticità che sono stati appunto evidenziati nelle condizioni contenute nella proposta alternativa di parere del proprio gruppo.
  In primo luogo giudica opportuno che tra i principi del nuovo codice vengano introdotte misure orientate a garantire: la tutela del lavoro, della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro; la qualità della progettazione e la valorizzazione delle professionalità tecniche; la funzionalità delle stazioni appaltanti, con particolare riguardo alla dimensione ottimale dell'organico a disposizione, al personale di elevata professionalità tecnica, giuridica ed economica; il rafforzamento delle disposizioni di contrasto alle frodi, alla corruzione, al conflitto di interessi; la sostenibilità ambientale; la concorrenza e la parità di trattamento tra operatori economici, l'interoperabilità fra le banche dati.
  Stigmatizza che nel testo del parere elaborato dalla maggioranza non vi siano disposizioni sulla certificazione della parità di genere che, proprio in ragione dell'evoluzionePag. 49 della discussione sul tema, avrebbe meritato maggiore attenzione.
  Richiama la necessità di armonizzare l'articolo 6, in materia di principi di solidarietà e sussidiarietà orizzontale e rapporti con gli enti del Terzo settore, con il codice del Terzo settore, facendo riferimento esplicito all'amministrazione condivisa.
  Ritiene opportuno che venga esclusa in via generale la possibilità di concludere contratti a titolo gratuito da parte delle pubbliche amministrazioni e che venga conseguentemente abrogato l'articolo 134; a tale riguardo fa specifico riferimento alle indagini archeologiche e alle procedure di archeologia preventiva, da escludere dalla tipologia di contratti gratuiti e dalle forme speciali di partenariato, come esplicitato da numerosi soggetti auditi.
  In merito al conflitto di interesse, bisognerebbe a suo giudizio prevedere un più chiaro obbligo dichiarativo in capo a soggetti che partecipano all'affidamento, anche relativamente all'insussistenza delle situazioni di conflitto, al fine di consentire il monitoraggio delle situazioni medesime.
  Sul tema delle fasi delle procedure di affidamento, giudica necessario che venga rafforzato il contenuto della motivazione, anche al fine di una maggiore apertura alla concorrenza tra operatori. Richiama ancora l'opportunità che si utilizzino strumenti di pianificazione e programmazione come il Piano generale dei trasporti e della logistica, al fine della individuazione delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese.
  Osserva che il tema del dibattito pubblico è stato del tutto svuotato di senso e di contenuto.
  Richiama inoltre i livelli di della progettazione, ritenendo necessario che sia introdotta la valutazione degli aspetti di compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica dell'opera e che siano previste, in ragione della riduzione da tre a due dei livelli di progettazione, misure finalizzate a garantire la qualità della progettazione e la valutazione di impatto economico finanziario ex post delle opere.
  Quanto all'appalto integrato, ritiene che esso debba essere limitato ai soli casi in cui l'elemento tecnologico innovativo delle opere oggetto dell'appalto sia nettamente prevalente rispetto all'importo complessivo dei lavori, precludendolo del tutto per opere di manutenzione ordinaria o straordinaria, indipendentemente dal loro valore. Richiama ancora il principio di rotazione degli affidamenti, rilevando che debba essere estesa anche ai soggetti precedentemente invitati non affidatari e che le fasce siano stabilite dalla stazione appaltante in modo da evitare una artificiosa suddivisione del nuovo importo per farli cadere in una diversa fascia.
  Quanto all'articolo 50, relativo alle procedure di affidamento, ritiene che la scelta operata sia eccessivamente restrittiva della concorrenza. In tema di revisione dei prezzi, ritiene opportuno che sia previsto che per l'applicazione delle clausole si utilizzino anche i costi derivanti dal rinnovo dei contratti collettivi nazionali e territoriali. In tema di aggregazione e centralizzazione delle stazioni appaltanti, stigmatizza l'assenza di abbandonare l'obiettivo che avrebbe dovuto vedere tutti concordi di avere stazioni appaltanti qualificate e ritiene invece opportuno che venga valutata una revisione della soglia di 500.000 euro per l'obbligo di qualificazione, prevedendo un periodo transitorio nel quale le stazioni appaltanti qualificate possono svolgere le procedure di lavori non superiori a 500.000 euro fino ad un anno dall'entrata in vigore del codice.
  In tema di subappalto, ritiene che la scelta di prevedere il cosiddetto subappalto «a cascata» sia fortemente regressiva in ordine al controllo della qualità delle opere e al controllo della fase esecutiva da parte delle stazioni appaltanti e teme ricadute anche sui lavoratori. Rammenta la contrarietà al riguardo di tutte le organizzazioni sindacali, delle imprese e dell'ANAC e auspica che ci possa essere un ripensamento nella proposta di parere dei relatori che contiene un mero richiamo al Governo che vengano replicati i medesimi controlli fino all'ultimo livello di subappalto, che costituisce una previsione a suo giudizio del tutto scontata.Pag. 50
  Quanto al ruolo dell'ANAC, nel testo predisposto dal Governo alcune scelte sono condivisibili, ma in un contesto come quello nazionale ritiene che non ci siano le condizioni per abbassare il livello di controllo sugli appalti.
  Sottolinea la serietà con la quale il proprio gruppo ha lavorato sulla proposta di parere che ha testé illustrato e auspica che ci sia ancora la possibilità di discutere seriamente sui contenuti della proposta di parere presentata dai relatori.
  Consapevole dell'importanza di rispettare la data di approvazione del codice, auspica che le considerazioni svolte dal Ministro Salvini in ordine alla volontà di rimandarne l'entrata in vigore non pregiudichino la possibilità di ottenere le risorse derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

  Franco MANES (MISTO-MIN.LING.) nel ringraziare i relatori per l'impegno profuso e per l'attenzione dimostrata al contributo del proprio gruppo, osserva che il provvedimento in esame rappresenta un corpo normativo moderno e dinamico, che necessita di un tempo adeguato per assumere piena efficacia. Le strutture territoriali devono attuare delle modifiche al proprio interno e questo potrebbe creare una iniziale difficoltà soprattutto per gli enti locali di minori dimensioni. L'esigenza di un'attuazione graduale è stata d'altronde esplicitata da tutti i gruppi.
  Con riguardo alla proposta di parere depositata dai relatori, si sarebbe aspettato una maggiore attenzione alle piccole e medie imprese e alle libere professioni, di cui riconosce il valore cristallizzato nella antica definizione di arti e mestieri. L'esperienza avuta con i precedenti codici ha permesso di comprendere che un testo di tale portata si può giudicare soltanto in seguito ad una sua applicazione. Auspica quindi che, una volta evidenziate le eventuali criticità in sede di prima applicazione, queste possano essere risolte celermente.
  In conclusione, dichiara il parere favorevole del proprio gruppo.

  Marco SIMIANI (PD-IDP) ringrazia i relatori per il lavoro svolto, che ha visto l'ascolto di numerosi soggetti, che hanno portato spunti interessanti. Esprime anche una forte sorpresa per la presenza di mere osservazioni all'interno della proposta di parere dei relatori, ritenendo invece importante, stante anche il lavoro del Consiglio di Stato, dare certezza alla soluzione di una serie di criticità emerse attraverso l'introduzione di condizioni.
  Ritiene giusto dare al Paese, alle stazioni appaltanti, alle imprese e agli enti locali la possibilità di una «messa a terra» delle opere celere, nel rispetto della sicurezza del mondo del lavoro. Quanto alla proposta di parere dei relatori, stigmatizza il ritardo con il quale questa è stata depositata, impedendo di fatto di raggiungere l'obiettivo di un parere condiviso con le forze di opposizione.
  Segnala alcuni elementi generali di particolare rilievo, come ad esempio l'obiettivo di permettere la partecipazione del numero maggiore di aziende possibile, le criticità legate all'innalzamento della soglia di qualificazione a 500.000 euro, la mancata centralità dei consorzi, il rischio di impresa per il quale si è ritenuto di abbassare al 2 per cento il sistema della revisione dei prezzi, favorendo le imprese, ma creando un ulteriore danno alle stazioni appaltanti e quindi di fatto agli enti pubblici.
  Per tali ragioni e per quanto espresso dalla collega Braga, dichiara il voto contrario del proprio gruppo.

  Erica MAZZETTI (FI-PPE), relatrice, esprime soddisfazione per essere giunti al termine di un lungo lavoro, partecipato e condiviso, che ha visto anche un forte ascolto delle categorie interessate. Segnala che la proposta di parere dei relatori contiene numerosi passaggi che raccolgono le indicazioni dei gruppi di opposizione nonché le considerazioni emerse da parte dei soggetti invitati in audizione. Le osservazioni in essa contenute sono, altresì, in linea con i principi della legge delega, e richiama al riguardo la riduzione dei livelli progettuali, che fa risparmiare tempo nell'aggiudicazione delle opere.
  Quanto al metodo richiamato dai colleghi che l'hanno preceduta, ricorda di aver più volte chiesto ai gruppi di opposizione Pag. 51elementi che tuttavia non sono pervenuti. Precisa che le modifiche e le integrazioni intervenute nell'ultima versione del parere riguardano alcuni punti essenziali, tra i quali la revisione dei prezzi che non è stata fissata al 2 per cento, come ricordava il collega Simiani, essendo stata data un'indicazione al Governo di fissarla al di sotto del 5 per cento e la questione dell'illecito professionale, per il quale si è operato il cambio culturale di prevedere che sino al primo grado di giudizio non vi sia l'esclusione dalla gara. Ritiene che un corpus normativo che contenga disposizioni sempre più oggettive e di semplice applicazione riduca non solo i tempi, ma gli eventuali contenziosi, permettendo la realizzazione più celere delle opere.

  Aldo MATTIA (FDI) ritiene che sia stato svolto un lavoro puntuale, che ha raccolto i suggerimenti avanzati nel corso delle numerosissime audizioni svolte. Concorda con la relatrice sulla correttezza del metodo utilizzato nella predisposizione del testo della proposta di parere. Ritiene assolutamente determinante l'emanazione di un nuovo codice, anche alla luce dei mutati scenari nazionali e internazionali e dichiara pertanto favorevole del proprio gruppo.

  Gianpiero ZINZI (LEGA) esprime soddisfazione per il lavoro del Governo e della Commissione e in particolare dei relatori, che ringrazia. Vi è stata, a suo giudizio, una grande capacità di ascolto delle istanze degli operatori e concorda con la collega Ruffino che la buona volontà dei gruppi ha permesso di raggiungere un punto di equilibrio nella proposta di parere che rappresenta una sintesi delle sollecitazioni pervenute con l'obiettivo chiaro di semplificare e sburocratizzare il sistema. Dichiara pertanto il voto favorevole del proprio gruppo.

  Daniela RUFFINO (A-IV-RE), a seguito di un approfondimento dei contenuti della nuova proposta di parere depositata dai relatori, accoglie con favore la presenza di due osservazioni condivise dal proprio gruppo, ovvero l'innalzamento a 20.000 euro del valore dei contratti aventi ad oggetto l'acquisto di prodotti agricoli ambientali e la semplificazione della disciplina relativa agli spettacoli dal vivo. Pur comprendendo che il testo della proposta di parere dei relatori sia arrivato con ritardo rispetto a quanto assicurato, stigmatizza la sottolineatura della collega Mazzetti sulla richiesta di indicazioni non rese dai gruppi di opposizione, ma che in genere pervengono su un testo già definito. Sottolinea l'importanza del metodo, che deve essere definito in modo trasparente ed efficace.

  Mauro ROTELLI, presidente, non essendovi altre richieste di intervento, pone in votazione la proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dai relatori, ricordando che, in caso di approvazione della stessa, risulteranno precluse le proposte di parere alternativo.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni dei relatori (vedi allegato 1).

  La seduta termina alle 16.35.