CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 30 gennaio 2023
53.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e IX)
COMUNICATO
Pag. 3

SEDE REFERENTE

  Lunedì 30 gennaio 2023. — Presidenza del presidente della IX Commissione, Salvatore DEIDDA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Nicola Molteni.

  La seduta comincia alle 11.10.

DL 1/2023: Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.
C. 750 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 gennaio 2023.

  Salvatore DEIDDA, presidente, a seguito della richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso avanzata dal gruppo Partito Democratico, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda che nella seduta di giovedì 26 gennaio ha avuto inizio la votazione degli emendamenti. Sono stati votati gli emendamenti fino all'1.58 Bonafè, con accantonamento delle proposte emendative 1.186 dei relatori, 1.40, 1.41, 1.42 e 1.43.
  Avverte che sono stati presentati subemendamenti agli emendamenti 1.184, 1.185 e 1.186 dei relatori, che sono stati inseriti nel nuovo fascicolo in distribuzione (vedi allegato 1).
  Comunica che la Presidenza – in conformità a quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 28 febbraio 2007 – ha ritenuto irricevibili, e quindi non pubblicate nel fascicolo in distribuzione, le proposte subemendative riferite a parti del testo del disegno di legge non prese in considerazione dall'emendamento da subemendare, le quali sono comunque in distribuzione in un apposito Pag. 4fascicolo del quale, ai fini di una migliore conoscibilità, è autorizzata la pubblicazione in allegato al resoconto (vedi allegato 2).

  Edoardo ZIELLO (LEGA), relatore per la I Commissione, anche a nome del collega Raimondo, relatore per la IX Commissione, esprime parere contrario su tutte le proposte subemendative presentate.

  Il sottosegretario Nicola MOLTENI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'ordine dei lavori e facendo presente di essere presente in sostituzione dell'onorevole Ghirra, chiede se gli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite, integrati dai rappresentanti dei gruppi, hanno concordato i tempi a disposizione per ciascun intervento. Preannuncia, inoltre, la volontà di intervenire su tutte le proposte subemendative presentate.

  Salvatore DEIDDA, presidente, fa presente che, con l'accordo dei rappresentanti di gruppo in Commissione, le presidenze si sono impegnate ad organizzare i lavori per consentire l'avvio dell'esame in Assemblea del provvedimento entro la data prevista dal calendario dei lavori. Per tale ragione, pur consentendo di intervenire su ciascuna proposta emendativa, si è convenuto di stabilire un limite di cinque minuti ad intervento.

  Matteo MAURI (PD-IDP), pur dichiarandosi disponibile a convenire sulla opportunità di stabilire in cinque minuti il tempo a disposizioni per gli interventi sui subemendamenti, rammenta che in sede di Ufficio di presidenza delle Commissioni riunite si era convenuto che gli interventi sugli emendamenti non dovessero superare i 10 minuti.

  Salvatore DEIDDA, presidente, chiarisce che, pur avendo previsto un tempo più ampio, la presidenza ha invitato i colleghi a limitare il proprio intervento nell'ambito dei cinque minuti per assicurare l'esame del provvedimento entro i termini stabiliti.

  Matteo MAURI (PD-IDP) fa presente di non avere in linea di massima contrarietà a limitare il tempo degli interventi qualora le Commissioni non riuscissero ad assicurare il completamento dell'esame entro i termini stabiliti; tuttavia ritiene che per il momento sarebbe opportuno consentire ai commissari di svolgere il proprio intervento entro il limite dei 10 minuti.

  Marco GRIMALDI (AVS), illustrando il subemendamento Zaratti 0.1.186.6, del quale è cofirmatario, osserva come per il suo gruppo sia fondamentale il rispetto, ancor prima delle leggi statali, delle norme internazionali. Ritiene che l'impianto del decreto-legge in discussione si scontri, oltre che con i limiti costituzionali, con il limite del diritto internazionale, in quanto, in maniera surreale, è volto a rendere più difficile il lavoro di ricerca e di soccorso in mare oltre che più complicata l'attività – che dovrebbe essere svolta dagli Stati – delle organizzazioni non governative.

  Filiberto ZARATTI (AVS) osserva come il subemendamento a sua prima firma in discussione sia volto a creare una corrispondenza tra le norme del provvedimento in esame e il diritto internazionale. Sottolineando come la proposta emendativa potrebbe apparire pleonastica, osserva tuttavia come essa sia indispensabile alla luce dei diversi profili contenuti del decreto-legge in contraddizione con il diritto internazionale. Per tale ragione, ritiene che inserire il richiamo alla conformità del diritto internazionale negli emendamenti dei relatori sia una proposta di buon senso che dovrebbe essere accolta con favore anche dai colleghi della maggioranza. Invita quindi i relatori ed il rappresentante del Governo a rivedere il parere espresso che appare, a suo avviso, bizzarro.

  Marco GRIMALDI (AVS) chiede se, dopo essere intervenuto per illustrare una proposta emendativa, sia consentito intervenire nuovamente in dichiarazione di voto.

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  Salvatore DEIDDA, presidente, precisa che gli interventi in tale fase sono interventi in dichiarazione di voto.

  Le Commissioni riunite, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Zaratti 0.1.186.6 e 0.1.186.7.

  Antonino IARIA (M5S), intervenendo sul subemendamento a sua prima firma 0.1.186.4, osserva come tale proposta non abbia finalità ostruzionistiche ma sia volta ad ampliare le possibilità previste dall'emendamento dei relatori, disponendo anche il richiamo alle prescrizioni tecniche previste da tutte le Convenzioni internazionali pertinenti.

  Marco GRIMALDI (AVS) sottolinea come le autorizzazioni di navigazione rilasciate dagli Stati bandiera delle navi umanitarie rispettino tutti i requisiti previsti. Richiama quindi una recentissima sentenza del 1° agosto scorso della Corte di giustizia nella quale è stato chiarito, proprio in merito ad una vicenda relativa all'Italia, che lo Stato di approdo non può pretendere certificazioni diverse da quelle rilasciate dallo Stato di bandiera né esigere che le navi rispettino prescrizioni tecniche diverse da quelle previste dalla convenzione internazionale pertinente. Sottolineando come non sia immaginabile che il Governo non rispetti quanto previsto dalla Corte di giustizia, evidenzia che nella citata sentenza è esclusa la legittimità di un eventuale fermo amministrativo delle navi di soccorso per ritenuta violazione di detta condizione, come invece previsto dal nuovo comma 2-quater dell'articolo 1 del decreto-legge n. 130 del 2020, introdotto dall'articolo 1 del decreto-legge in esame.
  Osserva, inoltre, come le condizioni previste alle lettere b), d) ed f) del nuovo comma 2-bis dell'articolo 1 del decreto-legge n. 130 del 2020 siano la dimostrazione che l'intendimento del Governo è quello di impedire l'approdo nel territorio italiano delle persone salvate da un naufragio e di evitare che l'Italia divenga Stato competente all'esame delle domande. Sottolinea quindi come tale intendimento sia in conflitto con gli articoli 17 e 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, ai sensi dei quali le navi di tutti gli Stati godono del diritto di passaggio inoffensivo nel mare territoriale e rammenta come il passaggio per condurre naufraghi sia sempre considerato inoffensivo.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Iaria 0.1.186.4.

  Antonino IARIA (M5S), illustrando il subemendamento Alfonso Colucci 0.1.186.2, di cui è cofirmatario, sottolinea che esso mira a rendere meno confusa e contraddittoria la disciplina prevista dal decreto-legge in esame.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Alfonso Colucci 0.1.186.2.

  Antonino IARIA (M5S), esponendo i contenuti del subemendamento Alfonso Colucci 0.1.186.1, di cui è cofirmatario, ribadisce che l'obiettivo è ridurre, almeno parzialmente, le evidenti lacune di un provvedimento che ha il solo scopo di compiacere una parte dell'elettorato con l'illusione di bloccare i flussi migratori: di fatto, invece, si limita ad ostacolare la preziosa attività delle ONG.

  Marco GRIMALDI (AVS), ringraziando i colleghi del Movimento 5 Stelle per aver presentato il subemendamento in esame, evidenzia come sia la Convenzione SAR di Amburgo del 1979 sia la Convenzione per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS) del 1974 prevedono l'obbligo, per il comandante di una nave, di prestare immediata assistenza nei riguardi delle persone che si trovino in pericolo in mare: in caso di inadempimento, lo stesso comandante sarebbe imputabile di omissione di soccorso, dando luogo a una violazione del Codice della navigazione, e dunque anche dell'ordinamento nazionale.
  Ricorda, altresì, che recenti sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea hanno stabilito che lo Stato di approdo non può imporre alle imbarcazioni autorizzazioniPag. 6 diverse da quelle già richieste dallo Stato di bandiera.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Alfonso Colucci 0.1.186.1 e Alfonso Colucci 0.1.186.3. Le Commissioni approvano, quindi, l'emendamento dei relatori 1.186 (vedi allegato 3).

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'emendamento Bonafè 1.40, ribadisce che le sentenze della Corte di Giustizia, sui casi C-14/21 e C- 15/21, chiariscono che non si può esigere dalle imbarcazioni il rispetto di prescrizioni tecniche diverse da quelle previste dalle Convenzioni internazionali. Pertanto, le sanzioni disposte dal provvedimento in esame, a partire dal fermo amministrativo delle imbarcazioni, rischiano di essere del tutto illegittime. Auspica, quindi, che il Governo e la maggioranza accolgano l'emendamento in esame, anche per non incorrere in una palese violazione del dispositivo delle citate sentenze, oltre che del diritto internazionale.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), associandosi alle considerazioni del collega Grimaldi, sottolinea che tali sentenze della Corte di giustizia costituiscono uno spartiacque, espressione di una giurisdizione superiore che non può essere disattesa dalle norme dell'ordinamento nazionale. Si associa, quindi, all'auspicio che la maggioranza modifichi il suo orientamento e approvi la proposta emendativa in esame.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafé 1.40.

  Salvatore DEIDDA, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento dei relatori 1.186, gli emendamenti Bonafé 1.41, Iaria 1.42, Bonafé 1.43 risultano preclusi.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), illustrando l'emendamento Bonafè 1.59, di cui è cofirmataria, sottolinea la necessità che la raccolta delle generalità dei migranti e l'istruttoria delle domande di asilo siano effettuate solo al termine delle operazioni di sbarco. Affidare questi compiti al comandante della nave, infatti, costituisce una palese violazione dell'ordinamento interno ed internazionale: infatti, da un lato, la disciplina vigente in Italia affida alle Commissioni territoriali competenti e ai presìdi dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) lo svolgimento delle procedure di informativa sul diritto d'asilo; dall'altro, non è pensabile effettuare tali adempimenti burocratici prima di aver garantito il completamento delle operazioni di salvataggio.
  Evidenziando che l'approvazione dell'emendamento in esame, quindi, ridurrebbe almeno in parte l'evidente inadeguatezza del decreto-legge, ribadisce che, a suo avviso, nel complesso il testo non è emendabile.

  Filiberto ZARATTI (AVS), associandosi all'ultima considerazione della collega Boldrini, sottolinea che attribuire tali adempimenti burocratici al comandante della nave ha il solo scopo di rendere più difficoltosa l'attività delle ONG. Al riguardo, esprime forti riserve sull'operato del Ministro Piantedosi che, nonostante i pregevoli risultati ottenuti nella sua carriera di perfetto, sta evidenziando gravi carenze nell'esercizio dell'incarico ministeriale.
  Rileva, quindi, che la proposta emendativa in esame mira a tutelare la salute psico-fisica delle persone salvate in mare, già vittime di traversie indicibili, come la reclusione nei centri di detenzione della Libia: a tale riguardo, stigmatizza il fatto che il Presidente del Consiglio Meloni non abbia neanche fatto cenno a questa tragica realtà nel corso della sua recente visita in Libia; omissione ancor più grave perché commessa in prossimità della Giornata della memoria, in cui si commemorano le vittime dei lager nazisti nell'auspicio che nessun essere umano sia più costretto a vivere esperienze analoghe.
  Ricordando che il nostro Paese, da un lato, ha una solida e nobile tradizione di marineria – sempre attenta al rispetto del diritto internazionale – e, dall'altro, ha patito i drammi dell'emigrazione, auspica uno sforzo di comprensione da parte dei colleghi di maggioranza.

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  Marco GRIMALDI (AVS), ringraziando la collega Bonafè per aver presentato l'emendamento in esame, pienamente condivisibile, segnala che ogni giorno la cronaca racconta di tragici incidenti in mare, i cui esiti drammatici sono ridimensionati proprio grazie all'operato delle imbarcazioni delle ONG. Sottolinea che il diritto internazionale prescrive in maniera inequivocabile che ciascuno Stato esiga dal comandante l'espletamento prioritario delle operazioni di soccorso: al contrario, il decreto-legge ostacola le attività delle imbarcazioni delle ONG, ne riduce l'operatività in mare, sottoponendole a controlli onerosi e finanche a sanzioni. Lo scopo dichiarato della maggioranza è ridurre le partenze e quindi i flussi migratori, ma l'unico effetto reale è quello di incrementare il rischio di incidenti.
  A suo avviso, è accettabile che le operazioni di raccolta delle generalità e di prima istruttoria delle domande di protezione internazionale vengano effettuate a bordo, a condizione che siano rispettati i requisiti minimi in materia di protezione dei dati personali e di tutela delle condizioni psicofisiche dei naufraghi; tuttavia, gli adempimenti burocratici dovrebbero essere completati solo al termine delle operazioni di soccorso, poiché, diversamente, il Governo e la maggioranza sarebbero responsabili di un'omissione di soccorso, tanto più grave in quanto perpetrata ai danni di soggetti vulnerabili e bisognosi di protezione: un comportamento che viola apertamente i principi del diritto internazionale e, in generale, i valori dell'umanesimo e della stessa religione cattolica a cui i colleghi di maggioranza sostengono di ispirarsi.

  Salvatore DEIDDA, presidente, invita l'onorevole Grimaldi a un più attento uso delle parole, evidenziando come non sia riconducibile all'esercizio del diritto di parola accusare deputati di compiere un crimine semplicemente esprimendo un voto. Ricorda come sino ad oggi il dibattito si sia svolto in modo pacato e auspica che la discussione prosegua su questi binari.

  Sara KELANY (FDI), in relazione alle affermazioni dell'onorevole Grimaldi, invita tutti a restare entro i limiti della continenza verbale.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) si rivolge al sottosegretario Molteni, per chiedere chiarimenti sulla condizione di cui alla lettera b) del nuovo comma 2-bis. Ricorda, infatti, che il decreto legislativo n. 25 del 2008, relativo a norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato, individua all'articolo 3 le autorità competenti a ricevere e ad esaminare la domanda di asilo. L'inserimento nel decreto-legge di una modalità diversa non trova riscontro né nella norma principale – che è appunto il decreto legislativo – né nelle convenzioni internazionali. Ritiene che si tratti di un modo caotico di legiferare e che non sia vero, come ritiene il sottosegretario, che non si tratti di un obbligo, perché per come è formulato il comma 2-bis, se a bordo della nave non si avviano tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, non si raccolgono i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità, viene meno una condizione che rende legittima l'attività di salvataggio in mare. Evidenzia peraltro che a bordo delle navi non ci sono le competenze per svolgere le attività richieste dalla lettera b), che non possono essere affidate a medici, mediatori culturali, comandanti o marinai. Conclude affermando che se l'obiettivo è quello di provare a incardinare una competenza dello Stato di bandiera della nave – come sostenuto in maniera delirante da alcuni membri del Governo nei mesi scorsi – non sarebbe centrato comunque, perché tutti gli Stati hanno proprie norme nazionali che disciplinano la presentazione delle richieste di asilo. Invita il Governo a chiarire la portata della norma ricordando che se anche è d'accordo sull'esigenza di modificare il regolamento di Dublino, appare evidente che la strada per farlo non è quella prefigurata dal decreto-legge.

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  Antonino IARIA (M5S) chiede cosa si intenda con l'obbligo «in caso di interesse, a raccogliere i dati rilevanti», previsto dalla lettera b). Ritiene che si tratti semplicemente di un tentativo per attaccare le ONG per non aver fatto qualcosa e che l'obiettivo sia creare una situazione di confusione, attraverso frasi sibilline, finalizzata a far cadere in fallo le ONG e rallentare le loro operazioni. Si dice convinto che qualunque ricorso presenteranno le ONG avverso le accuse che il Governo muoverà loro sarà accolto, perché le disposizioni del decreto-legge non sono chiare e violano palesemente disposizioni internazionali. Conviene sul fatto che le espressioni usate dal collega Grimaldi siano un po' forti, ma è altresì convinto che il Governo e la maggioranza stiano scherzando in punto di diritto sulla possibilità di salvare vite umane, cosa che reputa scandalosa. Conclude affermando che il tema dell'immigrazione è complesso e deve essere affrontato in modo serio, ma ciò non avviene con il decreto-legge in conversione, il cui unico obiettivo è quello di ritardare gli interventi di salvataggio delle ONG.

  Alfonso COLUCCI (M5S), analizzando le statistiche di approvazione delle proposte emendative, evidenzia come al momento nessuna proposta delle minoranze sia stata approvata, nonostante molti emendamenti avessero un contenuto chiaramente migliorativo del decreto-legge. Ritiene che il testo della Lega sia proposto monoliticamente, e risponda all'esigenza di sventolare un totem elettorale della Lega alla vigilia delle elezioni, così come venne sbandierata ad inizio legislatura la norma scalcagnata sui rave party. Sottolinea però che mentre su quel decreto, a fronte delle proteste dell'opinione pubblica, ci fu un senso di resipiscenza del Governo, che accolse modifiche, ciò non accade stavolta, forse proprio perché siamo a ridosso delle elezioni. Si chiede come possano i gruppi di Forza Italia e Fratelli d'Italia sostenere questo testo, così lontano dal loro impianto ideologico. Invita, nuovamente, ad ascoltare le ragioni della minoranza, perché nelle proposte emendative ci sono modifiche opportune, soprattutto tenuto conto che l'applicazione del decreto-legge produrrà un contenzioso che vedrà l'Italia soccombente. Si chiede, infine, perché si stia spingendo questo treno in corsa contro un muro.

  Le Commissioni riunite respingono l'emendamento Bonafé 1.59.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) intervenendo sull'emendamento Bonafé 1.60, si chiede per quale ragione il Governo manifesti tutta questa attenzione, questo assillo, per l'anticipazione a bordo della informativa sul diritto di asilo. Ritiene che la maggioranza e il Governo siano convinti che, presentando l'informativa subito, a bordo della nave battente bandiera di uno Stato estero, l'eventuale contestuale manifestazione di volontà del migrante, che chiede dichiara di voler subito chiedere asilo, incardini nello Stato di bandiera la competenza a gestire la domanda. Afferma che questa idea, come le bugie, ha le gambe corte, in quanto non fa i conti con il fatto che il soccorso viene fatto in acque internazionali e che ogni Stato di bandiera si è dato proprie regole per ricevere e gestire le domande di asilo. L'Italia non ha alcuna possibilità di far prevalere le proprie norme su quelle che legittimamente si è dato lo Stato di bandiera. La stessa normativa italiana, peraltro, prevede che l'informativa debba essere resa dopo lo sbarco; ciò in quanto a bordo delle navi mancano le figure essenziali per veicolare le informazioni al migrante, e per riceverne la domanda, mancano soggetti preposti all'identificazione, che compete agli organi statali e segnatamente alla polizia dell'immigrazione, e non all'equipaggio della nave. La richiesta di raccogliere i dati prevista dalla lettera b) è volta esclusivamente a creare un intralcio aggiuntivo, a creare un diversivo. Sostiene che il decreto in conversione sarà fatto a pezzi, perché presenta vari profili di incostituzionalità: è contro la gerarchia delle fonti perché contrasta con le Convenzioni internazionali che sono poste in posizione sovraordinata rispetto alle nostre leggi.
  Ricorda come il Presidente del Consiglio Meloni abbia promesso alla Libia l'invio di Pag. 9cinque motovedette, senza porre alcuna condizione relativamente al necessario rispetto dei diritti umani dei migranti, e che questa decisione, in combinato disposto con il decreto-legge, avrà come conseguenza la consegna dei migranti alle torture dei lager libici. E ciò è contrario alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, che impedisce che sia riportata una persona in un posto dove sarà sottoposta a trattamenti inumani e degradanti. Fa presente che il decreto-legge confida nella possibilità che ci siano naufragi e conclude affermando che la politica di gestione dei flussi migratori del Governo consiste nello sperare che vi siano più naufragi in quanto questi consentiranno di ridurre il numero di persone che sbarcano in Italia. Ritiene che con questa politica si stia sprofondando nella disumanità ed esorta la maggioranza ad ascoltare le richieste delle opposizioni, i cui emendamenti sono solo volti ad arginare il danno di un decreto-legge che sarebbe altrimenti inemendabile e inaccettabile.

  Marco GRIMALDI (AVS), per quanto riguarda la disposizione inserita nella lettera b) del nuovo comma 2-bis, evidenzia che si tratta di una prescrizione che non può essere imposta al comandante di una nave battente bandiera straniera, come prevede l'articolo 8 del Codice della navigazione. Per quanto riguarda le navi battenti bandiera italiana, ritiene che andrebbe precisato che il comandante esercita funzioni di pubblico ufficiale soltanto con riguardo ad atti di stato civile – nascita, morte, matrimonio e testamento – ai sensi dell'articolo 296 del Codice della navigazione e dell'articolo 94 della Convenzione UNCLOS. Ricorda, inoltre, che la materia della protezione internazionale in Unione europea ha una sua specifica regolamentazione nella Direttiva 2013/32, il cui articolo 4 demanda agli Stati di indicare le autorità competenti a ricevere la domanda di protezione internazionale. In merito, rammenta che il decreto legislativo n. 25 del 2008, modificato proprio per dare attuazione della Direttiva, ha previsto che spetti alla polizia di frontiera raccogliere le domande che devono essere trattate poi dalle commissioni territoriali distribuite su base regionale. In nessuno degli atti citati è consentito che la competenza possa essere attribuita al capitano di una nave battente bandiera straniera, che non potrà neanche ricevere la relativa domanda. Rammenta la sentenza della Corte europea dei diritti umani, del 23 febbraio 2012, nel caso Hirsi Jamaa e altri, in base alla quale il personale a bordo delle navi non ha la formazione necessaria per condurre colloqui individuali e non è assistito da interpreti e consulenti giuridici. Evidenzia pertanto che se l'intento del Governo italiano è radicare nello Stato di bandiera delle navi la competenza a ricevere e gestire la domanda di protezione internazionale, tale intento contrasta con il diritto dell'Unione europea.
  Ricorda che – come più volte affermato anche dal Santo padre – l'obbligo di soccorso delle persone in mare, che si trovano in condizione di pericolo, prescinde dalla loro qualificazione giuridica soggettiva e che ostacolare tale soccorso equivale a macchiarsi di crimini contro l'umanità; solo una volta che i naufraghi sono posti in salvo possono essere identificati e qualificati giuridicamente.
  Conclude affermando che se l'intento del Governo è quello di informarli prima, per poi informarli meglio dopo, allora non si tratta di un obbligo, bensì di una raccomandazione. Se invece l'intento è davvero quello di obbligare il personale di bordo a fornire l'informativa sulla protezione internazionale e ricevere la domanda, allora il decreto-legge contrasta con il diritto internazionale e il diritto dell'Unione europea.

  Il sottosegretario Nicola MOLTENI svolge alcune considerazioni in risposta agli interventi, ritenendo il punto delicato e sensibile. Afferma che l'informativa a bordo non preclude la possibilità di presentare la domanda a terra e che non esiste una normativa che impedisce di prevedere una informativa a bordo, che peraltro andrebbe a tutela dei migranti stessi. Chiarisce, rivolgendosi all'onorevole Boldrini, che non c'è un obbligo, ma c'è una possibilità, e che la raccolta di dati rilevanti non è l'identificazione, che compete ad autorità diverse, come è chiaramente scritto. Si chiede in Pag. 10che misura verrebbe meno la tutela dei diritti dei migranti con il radicamento della domanda di asilo nello Stato di bandiera della nave, a fronte di una domanda di asilo presentata dal naufrago a bordo. Ritiene che non sia così e che l'Europa stessa, con i più recenti piani di azione, stia andando in questa direzione, richiamando gli Stati di bandiera ad una responsabilità nelle attività di salvataggio, per non lasciare tutto in capo agli Stati rivieraschi. Rammenta come in passato l'Europa abbia sempre detto che le attività di salvataggio in aree SAR sono incombenza degli Stati costieri e degli Stati rivieraschi, mentre ultimamente non è più così, forse anche per merito del Governo. Ribadisce di essere convinto del fatto che se sullo Stato del quale la nave che opera il salvataggio batte bandiera si dovesse eventualmente radicare la domanda d'asilo ciò non pregiudicherebbe in alcun modo i diritti del migrante.
  Conclude sottolineando che la prescrizione della lettera b) è volta a imporre alle ONG, soggetti privati che battono bandiera straniera, di interloquire – per quanto riguarda il coordinamento e le comunicazioni – con le autorità di ricerca e soccorso nazionali, che hanno la responsabilità di gestire l'evento SAR.

  Filiberto ZARATTI (AVS) pur esprimendo stima, nonostante le profonde diversità di opinione, per il sottosegretario Molteni, al quale riconosce una grande competenza, ritiene che con la sua spiegazione egli si sia arrampicato sugli specchi per difendere una norma che non ha alcun senso. Evidenzia che lo Stato italiano non ha alcuna potestà di porre questa competenza in capo al capitano di una nave straniera e che questo tentativo di imputare la prima accoglienza allo Stato di bandiera della nave è una sciocchezza, visto che non possiamo imporre la nostra normativa ad altri, come dimostra anche l'intervento appena svolto dal sottosegretario che ha parlato di possibilità e non di obbligo. Peraltro evidenzia come a fronte delle dichiarazioni del sottosegretario, che esplicitamente parla di possibilità, l'alinea del comma 2-bis richiede che ricorrano congiuntamente tutte le condizioni, e dunque anche quella prevista dalla lettera b). Afferma che o la lettera b) pone un obbligo o non ha significato, e serve solo per avere una scusa per ritardare lo spostamento delle navi delle ONG. Stigmatizza l'accordo concluso dal Presidente Meloni, che regala cinque motovedette agli scafisti, questi sì cinque taxi del mare, che preleveranno i migranti per riportarli nei lager libici. Conclude invitando Governo e maggioranza a riflettere, sottolineando come a questi migranti non si riconoscano i diritti previsti a livello internazionale, né il diritto italiano, come vengano considerati meno di nulla, mentre si approvano norme che espongono il Paese al ridicolo violando apertamente ogni normativa internazionale.

  Alfonso COLUCCI (M5S) afferma che, anche a voler seguire il ragionamento del sottosegretario Molteni e a riconoscerne la bontà, si incontra comunque un ostacolo insormontabile; evidenzia infatti come sul punto della protezione internazionale vi sia una disciplina dettata dall'Unione europea e come dunque qualsiasi norma interna, che pretenda di disciplinare diversamente la domanda di protezione, sarebbe illegittima, perché si tratta di una materia riservata all'Unione europea. Ritiene che sia determinante confrontare le nostre idee astratte con quella che è la nostra potestà legislativa e che il Governo sarebbe dovuto andare in Europa a rinegoziare i trattati prima di presentare in Parlamento una norma che in sé è viziata, perché non attiene alla competenza legislativa dei singoli Paesi membri dell'Unione.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), approfittando della riapertura del dibattito a seguito dell'intervento del sottosegretario Molteni, fa presente che il testo in esame è molto chiaro dal momento che stabilisce l'obbligo e non la possibilità che le condizioni indicate dal nuovo comma 2-bis del decreto-legge n. 130 del 2020 ricorrano congiuntamente. Quanto poi alla condizione dettata specificamente dalla lettera b), chiede al sottosegretario se i dati rilevanti di cui è prevista la raccolta, non essendo a suo dire riferiti alla procedura di identificazione, Pag. 11siano invece riferiti alla richiesta di protezione internazionale. In tal caso, ciò equivarrebbe a pretendere che un soccorritore o un infermiere sappiano quali sono i dati rilevanti da raccogliere, nonostante che essi siano chiamati a svolgere una funzione completamente diversa. Sottolinea quindi il grande livello di approssimazione raggiunto nella predisposizione del testo, precisando che a suo parere sarebbe stato meno grave se fosse stata prevista la raccolta di dati personali. In conclusione, ritiene che con la norma in esame si stia sfiorando il ridicolo.

  Marco GRIMALDI (AVS), nell'invitare i colleghi ad accogliere con gioia le precisazioni del sottosegretario, dichiara di essere pronto a rinunciare a qualsiasi iniziativa dilatoria nel caso in cui la questione fosse esattamente quella chiarita dal rappresentante del Governo. Fa presente infatti che, se l'obbligo previsto dal testo in esame dovesse essere interpretato al contrario come una possibilità, se ne dovrebbe dedurre che allo stesso modo anche alle condizioni poste dalle successive lettere del nuovo comma 2-bis del decreto-legge n. 130 del 2020 dovrebbe essere riconosciuto esclusivamente un carattere indicativo. Ritiene che questa sia una notizia positiva che consente di considerare superata la gran parte della discussione in atto. Sulla base di tale interpretazione, invita quindi a rassicurare il comandante della Ocean Viking, comunicandogli che non avrà conseguenze nel caso in cui non avesse rispettato una delle condizioni poste dal decreto, trattandosi evidentemente di indicazioni di massima. Nel chiedere conferma di tale interpretazione, fa presente che ci si trova quindi di fronte ad un testo di legge emendato dalle parole del sottosegretario.

  Antonino IARIA (M5S), nel rilevare che il sottosegretario Molteni ha avuto difficoltà a dare un senso a ciò che un senso non ce l'ha, chiede cosa siano esattamente i «dati rilevanti» citati dal decreto-legge. Rammenta inoltre che il testo in esame prevede che ricorrano congiuntamente sei condizioni, al fine di evitare il divieto di transito e sosta nel mare territoriale, senza tuttavia che tali condizioni siano chiarite in maniera efficace, al fine di evitare l'amplissima discrezionalità introdotta dalle norme in questione. In conclusione, di fronte all'approssimazione del Governo, ricorda che all'epoca erano gli esponenti del Movimento 5 Stelle ad essere tacciati di incompetenza.

  Marco GRIMALDI (AVS) chiede perché il sottosegretario Molteni non risponda alle domande postegli.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.60.

  Filiberto ZARATTI (AVS) nel premettere di non avere nulla contro il sottosegretario Molteni, fa presente che in italiano corrente, almeno fino a quando non sarà introdotta l'autonomia differenziata anche in campo linguistico, la condizione posta dalla lettera b) del nuovo comma 2-bis è da intendersi come obbligatoria. Precisa quindi che per il comandante della nave vi è l'obbligo e non la possibilità di informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, di raccogliere i dati rilevanti. Invita pertanto il sottosegretario a leggere con attenzione il testo, richiamando il poeta Dante Alighieri che secondo molti sarebbe di destra ma che comunque sicuramente ha dato un grande contributo alla lingua italiana.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), illustra l'emendamento Bonafè 1.61 che, pur nella grande difficoltà di emendare un testo in realtà inemendabile, tenta per quanto possibile di ridurre il danno, prevedendo che l'informazione e la raccolta dati avvengano una volta sbarcati a terra. Considerandola una soluzione minimale, nel ricordare che nelle operazioni di sbarco vi sono azioni prioritarie volte a garantire in primo luogo la salute e il benessere fisico e psichico delle persone sbarcate, ritiene che la raccolta dei dati vada fatta necessariamente dopo aver espletato tutte le altre incombenze. Chiede nuovamente chiarimenti in Pag. 12merito ai dati rilevanti richiesti, deducendone che, se non sono relativi alla procedura di identificazione, devono essere allora necessariamente riferiti al diritto di asilo. In tale ipotesi, si domanda come faccia una persona non formata espressamente a raccogliere dati rilevanti in materia di protezione internazionale. Rileva come tale mancanza di chiarezza del testo tradisca la reale volontà del Governo, che è quella di intralciare l'azione delle organizzazioni non governative. Considerato oltretutto che nella maggior parte dei casi si tratta di navi non italiane, si domanda come faccia l'Italia a imporre un obbligo a cittadini di uno Stato terzo. Ritiene quindi che le disposizioni introdotte dal decreto-legge, oltre a essere incostituzionali, siano anche inapplicabili, determinando di conseguenza un gran numero di ricorsi. Rileva quindi la natura propagandistica del decreto-legge, evidenziando che il Governo invece di occuparsi dei problemi reali dei cittadini e delle cittadine italiani ha tra le sue priorità, oltre ai rave e alle organizzazioni non governative, la fornitura di motovedette alla Libia. Fa presente a tale proposito che – come ormai appurato – diversi esponenti della guardia costiera libica sono coinvolti nel traffico dei migranti. Nel sottolineare dunque l'insussistenza dell'emergenza ONG, considerato tra l'altro che tali organizzazioni salvano il 10 per cento dei migranti, rileva come il vero intento del Governo sia quello di toglierle di mezzo, mandandole in porti sempre più lontani, in modo che siano meno presenti in mare e possano soccorrere un numero inferiore di persone. Conclude quindi che la politica del Governo in materia di gestione dei flussi migratori consiste nell'utilizzare i naufragi quale strumento di contenimento delle partenze.

  Marco GRIMALDI (AVS) fa presente che nella sostanza il sottosegretario Molteni ha chiesto nel suo intervento se vi fossero contrarietà al fatto che, una volta espletate le altre incombenze, il comandante decidesse eventualmente di raccogliere dati rilevanti, qualora qualche migrante fosse interessato alla richiesta di protezione internazionale. Fatta questa premessa, ritiene che se così è – e se quindi non si tratta di un obbligo in capo al comandante della nave – il Governo sta chiedendo sostanzialmente di perdere tempo, peraltro in maniera non conforme alle convenzioni internazionali. Cita a tale proposito le linee guida OIM nelle quali si precisa che qualunque operazione di screening dei migranti non dovrebbe mai ostacolare le operazioni di salvataggio e di assistenza. Rammenta inoltre che, nel caso in cui si tratti di una nave battente bandiera italiana, il capitano ha funzioni di pubblico ufficiale esclusivamente in materia di stato civile e che, con riguardo a eventuali richieste di protezione internazionale, vige l'obbligo di rispettare la normativa europea. Ribadisce altresì che l'Italia ha già ottemperato agli obblighi previsti dal diritto dell'Unione europea nominando l'autorità titolata a esaminare le domande di protezione internazionale. Sottolinea pertanto che, anche nel caso in cui le operazioni fossero effettuate sulla nave, sarebbe comunque necessario ripeterle daccapo ad opera dell'autorità competente. In conclusione, nel rilevare che le disposizioni sono in contrasto con il diritto internazionale ed europeo nonché con le scelte già operate dal nostro Paese, sottolinea che si tratta di un gioco che non porterà la maggioranza molto lontano.

  Alfonso COLUCCI (M5S) evidenzia che la disposizione all'esame delle Commissioni viola il principio costituzionale della sufficiente determinatezza dell'evento illecito e della proporzionalità della sanzione conseguente. Richiama quindi i contenuti della sentenza della Corte costituzionale n. 112 del 2019 nella quale si ribadisce il principio della necessaria proporzionalità del regime sanzionatorio rispetto al fatto, rilevando come in mancanza di criteri chiaramente determinati per circoscrivere l'atto illegittimo ci si troverebbe assoggettati ad un eccesso di discrezionalità. Nel ricordare che tali principi discendono direttamente dal contenuto dell'articolo 3 della Costituzione, con riguardo in particolare alla motivazione posta dalla Corte ricorda che «non può dubitarsi che il principio di proporzionalità della sanzione rispetto alla gravità dell'illecito sia applicabile anche alla generalitàPag. 13 delle sanzioni amministrative» e che tale principio «postula l'adeguatezza della sanzione al caso concreto; adeguatezza che non può essere raggiunta se non attraverso la concreta valutazione degli specifici comportamenti messi in atto nella commissione dell'illecito». Ciò premesso, in relazione della formulazione della lettera b) fa presente che «la rilevanza» è un concetto relativo, soprattutto in assenza di un altro valore rispetto al quale confrontarla. Nel ricordare che la citata sentenza della Corte richiama svariate sentenze precedenti intervenute nel corso degli anni nel medesimo argomento, conclude che le disposizioni in esame determineranno un enorme contenzioso che rappresenterà il fallimento della maggioranza.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) aggiunge un'ulteriore considerazione agli argomenti dei colleghi, relativi, da un lato, alla presunta facoltà delle ONG di ottemperare alla condizione posta dalla lettera b) e, dall'altro, alla mancanza di chiarezza del riferimento ai dati rilevanti richiesti. Richiama quindi le considerazioni svolte in questa stessa giornata dal presidente della XIV Commissione della Camera il quale, intervenendo alla riunione della COSAC a Stoccolma, ha dichiarato che le ONG non possono essere complici degli scafisti e contemporaneamente pretendere di avere rapporti con le autorità statali. Il presidente Giglio Vigna avrebbe inoltre aggiunto che ha ritenuto di sensibilizzare gli altri paesi dell'Unione europea sul tema, dal momento che nella maggior parte dei casi tali ONG utilizzano navi che battono bandiere di altri Stati. A fronte di tali gravissime accuse, rammenta che nessuna sentenza ha fin qui provato le eventuali complicità o connivenze delle organizzazioni non governative con i trafficanti di esseri umani e che pertanto le affermazioni del presidente Giglio Vigna si configurano come e vere proprie calunnie. Ciò premesso, domanda quindi alla maggioranza e al Governo se veramente vogliano affidare alle ONG, da loro ritenute criminali, il compito di raccogliere dati per le richieste di protezione internazionale. Richiama quindi il contenuto di un articolo pubblicato oggi sul quotidiano La Stampa relativo all'annegamento di quattro uomini nel Mediterraneo e al resoconto dell'ONG coinvolta nelle operazioni di soccorso in merito al comportamento della guardia costiera libica. Nel segnalare a tale proposito che il modus operandi dei libici è quello di tentare in tutti modi con le proprie imbarcazioni di ostacolare le operazioni di soccorso, fa presente che dal 2017 ad oggi tutti i Governi hanno adottato politiche criminali fornendo mezzi all'autorità libica nonostante che indagini e pronunce della Corte penale internazionale li abbiano individuati come conniventi del traffico di esseri umani. Ribadisce quindi che la guardia costiera libica agisce con tutte le modalità e gli strumenti propri dei pirati, con mezzi forniti dall'Italia, ricordando da ultimo le cinque motovedette messe a disposizione proprio in questi giorni dall'attuale Governo. Conclude che in tal modo, se va bene, i migranti saranno riportati nei lager libici e, se va male – a patto che quest'ultima sia la condizione peggiore –, moriranno annegati.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.61.

  Marco GRIMALDI (AVS) fa riferimento agli emendamenti Ghirra 1.62 e Zaratti 1.63, che intervengono entrambi a modificare la lettera b) del nuovo comma 2-bis del decreto-legge n. 130 del 2020. Fa presente in particolare che, se l'intendimento è quello ipotizzato, vale a dire far perdere tempo alle ONG imponendo loro operazioni e procedure che poi dovranno essere ripetute dalle autorità competenti, allora il Governo dovrebbe esprimere parere favorevole sull'emendamento Zaratti 1.63, che intende evitare il contrasto con le norme internazionali. Nel ricordare che, come evidenziato anche in sede di audizione, l'Italia non può imporre prescrizioni e obblighi ai cittadini di uno Stato straniero, sollecita Governo e maggioranza a fare un passo indietro, specificando che la raccolta di dati rilevanti richiesta all'ONG non ha valore sostitutivo rispetto alla funzione attribuita alle autorità amministrative italiane Pag. 14preposte. Ricorda a tale proposito che lo Stato italiano ha già ottemperato agli obblighi previsti dalla direttiva europea 2011/95/UE individuando nelle commissioni territoriali, nell'unità di Dublino presso il Ministero dell'interno e nella polizia di frontiera le autorità competenti in materia di protezione internazionale. In conclusione fa presente che l'emendamento Zaratti 1.63 almeno metterebbe il Governo a riparo dai futuri contenziosi.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Ghirra 1.62 e Zaratti 1.63.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'emendamento Ghirra 1.64, di contenuto analogo alla proposta emendativa appena respinta. Si dichiara quindi dispiaciuto per il fatto che il Governo e i relatori non intendano modificare il proprio parere, chiedendo comunque loro conferma del fatto che l'eventuale raccolta di dati rilevanti da parte dei comandanti delle navi non sarebbe in alcun modo sostitutiva delle funzioni attribuite alle autorità nazionali. Se, come dichiarato dal sottosegretario, con tale raccolta dati non ci si sostituisce alle prerogative delle autorità competenti, si domanda per quale motivo la maggioranza non voti in senso favorevole all'emendamento Ghirra 1.64. Ne deduce che il vero intento del Governo sia quello di rendere più difficoltosi i soccorsi e di dissuadere le ONG dal salvare vite umane.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) fa presente, come già osservato dal collega Grimaldi, che questo emendamento nella sostanza si limita a tradurre quanto già dichiarato dal sottosegretario Molteni. Ricorda quindi che l'attribuzione della protezione internazionale spetta alle Commissioni territoriali che assumono la decisione sulla base del formulario C-3 compilato dal soggetto richiedente. Ribadisce pertanto che la raccolta di dati rilevanti effettuata a bordo non ha alcun valore e che pertanto il sottosegretario Molteni nega sé stesso esprimendo un parere contrario sull'emendamento Ghirra 1.64.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ghirra 1.64.

  Filiberto ZARATTI (AVS) fa presente che l'emendamento a sua prima firma 1.65 affronta una diversa questione. A tale proposito evidenzia che, mentre le prime lettere del nuovo comma 2-bis ripropongono nella sostanza disposizioni già previste dalle norme vigenti, le lettere successive sono a suo parere volte a rendere meno efficace l'azione delle ONG, in contrasto con tutte le convenzioni internazionali, in base alle quali è necessario salvaguardare prioritariamente l'attività di soccorso rapido. Si riferisce in particolare al divieto di soccorsi plurimi che equivale sostanzialmente a indurre il comandante della nave a commettere un reato gravissimo quale è quello dell'omissione di soccorso. Ritiene quindi che il decreto-legge in esame costituisca una vera e propria istigazione a delinquere e presenti quindi un grave vizio di costituzionalità, dal momento che nessuna legge può costringere una persona a macchiarsi di tale reato. Con riguardo a un'ulteriore condizione posta dal decreto-legge in esame fa presente che il porto più sicuro è anche il più vicino. Interrompendo le proprie considerazioni di merito, dichiara di trovare inaccettabile che il sottosegretario Molteni si comporti in modo non adeguato al suo status, facendo commenti e alzandosi dal banco della presidenza. Ritiene che tutti debbano essere rispettosi dei colleghi dal momento che si tratta di una battaglia di idee che ha a che fare con la vita delle persone. Rivolgendosi ai colleghi della maggioranza, li invita quindi a vergognarsi e a guardare alla propria coscienza, quando approvano provvedimenti di questa natura.

  Igor IEZZI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Zaratti 1.65, preannunzia il voto contrario della Lega. Afferma poi che nel corso della discussione sono stati sollevati spunti interessanti. Riconosce l'esistenza dei lager, anche però all'interno dei confini del nostro Paese: menziona in proposito la cooperativa Karibu, da cui si augura che tutte le forze politiche possano prendere le distanze. Quanto all'immagine Pag. 15del Mar Mediterraneo come cimitero, ricorda che durante i periodi in cui vi sono stati Governi sostenuti dal Partito Democratico in quel mare morivano 5000 persone ogni anno, mentre il Ministro Salvini aveva ridotto tali morti a meno di 1000 unità. Conclude che quel che interessa alle opposizioni è semmai il numero dei migranti che fanno ingresso nel nostro Paese, per alimentare il business dell'immigrazione clandestina e aumentare la propria platea elettorale.

  Giuseppe PROVENZANO (PD-IDP) richiama il Presidente al dovere di far rispettare il Regolamento. Ricorda infatti gli interventi devono essere inerenti agli emendamenti, mentre il collega Iezzi ha svolto un vero e proprio comizio di strada: se questo viene consentito sarà impossibile mantenere l'andamento ordinato che ha finora caratterizzato i lavori delle Commissioni.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) richiamandosi a quanto dichiarato dal collega Provenzano, ricorda al Presidente che l'intervento del collega Iezzi era del tutto estraneo all'emendamento. Per quanto abbia sempre elogiato l'atteggiamento improntato a equilibrio fin qui tenuto dal Presidente, lo richiama da ex-Presidente della Camera a ristabilire l'ordine dei lavori.

  Marco GRIMALDI (AVS) chiede di sospendere i lavori delle Commissioni e di convocare un Ufficio di presidenza, per riflettere su quanto è accaduto. Dichiara che la sua forza politica si avvarrà della possibilità di svolgere un'accurata analisi di quanto avvenuto nel corso della seduta. Aggiunge poi che dietro la cosiddetta «ghetto economy» ci sono forti interessi, soprattutto da parte italiana, e che potrebbe replicare punto per punto a quanto detto dal collega; fa inoltre presente che le leggi sull'immigrazione sono state approvate nel corso degli ultimi anni da parte di tutte le forze politiche.

  Antonino IARIA (M5S) interviene sull'ordine dei lavori. Ricorda che da parte della maggioranza i toni si sono alzati quando è stata evocata la possibilità della commissione di reati contro i migranti causati dal disposto del provvedimento; ora che si accusa il PD di una macchinazione per aumentare i propri voti tramite l'immigrazione clandestina, il Presidente dovrebbe intervenire con la medesima fermezza.

  Salvatore DEIDDA, presidente, rivendica la correttezza della propria conduzione dei lavori. Invita quindi i colleghi di tutti i gruppi a tornare alla pacatezza dimostrata fino a questo momento. Dichiara infine che prima di sospendere la seduta occorre votare l'emendamento Zaratti 1.65 e che sentirà il presidente Pagano sulla possibilità di convocare un ufficio di presidenza alla fine delle votazioni pomeridiane dell'Aula.

  Filiberto ZARATTI (AVS) si unisce all'auspicio che la discussione prosegua secondo criteri di pacatezza e ribadisce la necessità di convocare l'Ufficio di presidenza. Dichiara di non essere disponibile ad accettare gesti di intemperanza. Per quanto riguarda l'intervento del collega Iezzi, lo considera uno sfogo personale che certo non ha aiutato il buon andamento dei lavori. Conclude definendo alcune dichiarazioni come «carnevalesche».

  Salvatore DEIDDA, presidente, invita nuovamente i colleghi a stemperare i toni.

  Igor IEZZI (LEGA) dichiara di condividere, a parte l'ultima battuta, l'interezza di quanto dichiarato dal collega Zaratti. Afferma che per i gruppi di opposizione è difficile mantenere toni pacati, visto che per essa le contraddizioni sono tante.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zaratti 1.65.

  Carmine Fabio RAIMONDO (FDI), relatore per la IX Commissione, intervenendo anche a nome del collega Ziello, relatore per la I Commissione, presenta una riformulazione dell'emendamento 1.185 dei Relatori, che incide, rispetto alla precedente Pag. 16versione, solo sul numero 1 della parte conseguenziale (vedi allegato 4).

  Salvatore DEIDDA, presidente, ribadisce che si consulterà con il collega Pagano, presidente della I Commissione, in merito a una convocazione dell'Ufficio di presidenza. Rinvia dunque il seguito dell'esame alla seduta già prevista al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 13.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Lunedì 30 gennaio 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 18.05 alle 18.15.

SEDE REFERENTE

  Lunedì 30 gennaio 2023. — Presidenza del presidente della I Commissione Nazario PAGANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Nicola Molteni.

  La seduta comincia alle 18.15.

DL 1/2023: Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.
C. 750 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella odierna seduta antimeridiana.

  Nazario PAGANO, presidente, a seguito della richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso avanzata dal gruppo Partito Democratico, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda che nella seduta odierna antimeridiana le Commissioni hanno proseguito l'esame delle proposte emendative fino all'emendamento Zaratti 1.65.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Ghirra 1.66, Iaria 1.67 e Bonafè 1.68.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Bonafè 1.69, critica il testo attualmente presente al comma 1, lettera b), capoverso 2-bis, lettera c) in quanto definisce il soccorso in mare come una sorta di gara. Fa presente che al momento del salvataggio chi lo opera ha preoccupazioni molto diverse; inoltre, una nave che nota un'imbarcazione in difficoltà avverte il centro di coordinamento già prima del salvataggio. Aggiunge che le ONG non contattano il centro di coordinamento libico in quanto la Libia non è considerata una destinazione sicura in base alla Convenzione EDU. L'obiettivo del provvedimento non è evidentemente salvare vite umane, bensì di circoscrivere il raggio di azione del salvataggio.
  Quanto alla lettera f), si tratta appunto della disposizione che vieta i soccorsi multipli e va soppressa. Chiede chiarimenti al Governo in merito al suo significato, caldeggiando l'approvazione dell'emendamento.

  Marco GRIMALDI (AVS) fa presente che molte delle condizioni imposte per i salvataggi erano già previste prima dell'emanazione del decreto-legge in esame, come per esempio quella di contattare i centri di coordinamento. Nella prassi sono semmai i centri che non rispondono tempestivamente alla richiesta di indicare un porto sicuro, lasciando spesso le navi con le persone soccorse a bordo per molti giorni in mare. Chiede, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, di sottoscrivere l'emendamento Bonafè 1.69, preannunziando voto favorevole.

  Antonino IARIA (M5S) dichiara che le Commissioni stanno facendo uno sforzo imponente per tradurre in un linguaggio comprensibile il dettato del provvedimento. Afferma che il suo scopo è appunto quello di rendere confusa la legislazione, per far restare ferme le navi delle ONG. Ribadisce che le opposizioni non stanno facendo ostruzionismo, semmai andando nel merito di Pag. 17ogni singola proposta emendativa per chiarire un testo che di per sé è ambiguo; il tutto, mentre ci sono delle persone che necessitano di soccorso rischiando la vita. Ipotizza che tutto questo venga fatto a fini elettorali, nell'imminenza delle elezioni regionali.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.69.

  Antonino IARIA (M5S), intervenendo sul proprio emendamento 1.70, afferma che esso risponde proprio alla finalità di chiarire il significato del testo. In particolare «porto sicuro» è una locuzione molto diffusa nei regolamenti internazionali con un significato acclarato, a differenza di quella di «porto di sbarco». Raccomanda quindi l'approvazione della proposta emendativa.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) osserva che la locuzione «porto di sbarco» è un termine nostrano, domestico, mentre nelle convezioni internazionali si parla di «porto sicuro». È una differenza importante: a volte il porto più vicino non è sicuro, visto che sul Mediterraneo vi sono Paesi che non offrono condizioni di sicurezza, come ad esempio la Libia.
  Deplora aspramente il Presidente Meloni, che ha appena donato cinque motovedette alla Libia, senza alcuna condizione riguardo al rispetto dei diritti umani. Ricorda che nei luoghi di detenzione libici, in base a rapporti presentati al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite da parte di associazioni e alle fonti giornalistiche, vi è una sistematica violazione dei diritti umani. Si tratta, aggiunge di un dono colpevole, visto che tutti sanno quel che sta accadendo in quel Paese, ed è un gesto di cui prima o poi si dovrà rispondere.
  Cita inoltre il caso della Tunisia, la quale ha celebrato di recente le elezioni con un'affluenza al primo turno del 9 per cento e al secondo dell'11 per cento. Ricorda che il Presidente Saïed ha avocato tutti i poteri, compiendo di fatto un colpo di Stato e, al contempo, il Fondo monetario internazionale non ha concesso un prestito di 1,9 miliardi di dollari al governo tunisino, lasciando che una situazione economica drammatica. Un Paese come la Tunisia, che si stava stabilizzando in senso democratico, sta evolvendo invece verso una situazione di alta instabilità: a dimostrazione, conclude, che la lista dei Paesi sicuri dev'essere aggiornata in continuazione sulla base degli avvenimenti.

  Marco GRIMALDI (AVS) dichiara che, vista la situazione della crescita degli arrivi e dei salvataggi in mare dei migranti, provenienti da almeno 60 Paesi del mondo, molti dei quali in situazione di guerra, di disastri ambientali, di miseria, i gruppi di opposizione si sarebbero aspettati nuovi impegni e norme per la tutela e la protezione dei migranti salvati nel Mediterraneo, come anche norme diverse sui respingimenti in mare in armonia con le Linee guida sul trattamento del soccorso in mare e con alcune Convenzioni internazionali. Richiama in particolare tre punti del decreto-legge: la richiesta al comandante di avviare la procedura di domanda di protezione internazionale, l'impossibilità di più azioni di salvataggio durante il tragitto per raggiungere il porto più vicino e più sicuro, la difficoltà di sbarco delle persone salvate in mare in una situazione emergenziale. Afferma che se si voleva davvero combattere il traffico degli esseri umani si sarebbe dovuto portare l'attenzione sul rinnovo del memorandum con la Libia piuttosto che sull'azione delle ONG e che il decreto non affronta i problemi degli arrivi dal Mediterraneo. Conclude rivelando che ciò che ha sostenuto nel proprio intervento non sono solo parole sue, ma anche dichiarazioni rese da monsignor Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, ascoltato dalle Commissioni riunite in audizione. Rileva come tali dichiarazioni siano perfettamente in linea con quanto sostenuto dai gruppi di opposizione.
  Evidenzia come l'emendamento Iaria 1.70, che a prima vista potrebbe apparire pleonastico, preveda una specificazione quanto mai opportuna e dunque ne caldeggia l'approvazione.

Pag. 18

  Ida CARMINA (M5S) si associa all'auspicio che l'emendamento Iaria 1.70, che sostituisce l'espressione «porto di sbarco» con quella «porto sicuro», venga approvato, richiamando la propria precedente esperienza di sindaco di Porto Empedocle durante la pandemia. Ricorda infatti che in quella fase tutti gli immigrati giunti a Lampedusa sono sbarcati a Porto Empedocle, in quanto sede della capitaneria di porto più grande del Mediterraneo. Ritiene indispensabile cambiare la dizione da «porto di sbarco» a «porto sicuro» per assicurare che migranti e personale di bordo possano sbarcare in condizioni di sicurezza. Rammenta che anche le condizioni sanitarie del luogo possono rendere insicuro un porto e ricorda che durante la pandemia furono dichiarati porti non sicuri per lo sbarco tutti i porti italiani, tranne Porto Empedocle. Ribadisce l'esigenza di approvare l'emendamento, altrimenti si potrebbe ritenere che qualsiasi porto vada bene, anche se non è sicuro.

  Le Commissioni riunite respingono l'emendamento Iaria 1.70

  Marco GRIMALDI (AVS) ricorda il contenuto dell'emendamento Ghirra 1.7, che richiede che lo sbarco sia effettuato tra i porti sicuri più prossimi alle zone di salvataggio, al fine di ridurre le condizioni di malessere delle persone soccorse ed evitare oneri ingiustificati per le ONG. Ritiene l'emendamento di stretta attualità, rammentando quanto sta accadendo in queste ore a La Spezia, da dove non può ancora ripartire la nave di Medici Senza Frontiere Geo Barents, sulla quale nella mattinata sono saliti gli agenti di polizia per verificare il rispetto del decreto-legge e valutare se irrogare le previste sanzioni. Ricorda altresì l'analoga vicenda della nave Ocean Viking, attraccata con 95 naufraghi nel porto di Carrara. Afferma come l'emendamento in esame provi a riportare il decreto in fase di conversione al rispetto dei principi del diritto del mare, chiarendo come lo sbarco debba avvenire nel porto sicuro più prossimo alle zone di salvataggio. Ritiene l'emendamento banale nel suo buon senso, al punto tale che avrebbe potuto scriverlo un bambino; rileva l'assurdità di obbligare una nave, dopo che ha effettuato un salvataggio nel cuore del Mediterraneo, a risalire le coste italiane per arrivare a Carrara o a La Spezia, magari passando prima davanti alle coste della Puglia o della Calabria. Invita i parlamentari di maggioranza a chiedere a un bambino se una tale pratica abbia un senso. È convinto che questa politica abbia un costo, in termini di sofferenza dei migranti e anche per l'aumento dei costi dei carburanti per le ONG che in quest'anno avranno speso un milione e mezzo di euro in più solo per il carburante. Conclude affermando che l'emendamento esprime tutte le differenze, in termini di umanità e anche di amore per la propria nazione, tra la posizione dell'opposizione e quella della maggioranza, ed è volto a far tornare i porti italiani ad essere luoghi di accoglienza aperti a chi nel mare svolge il proprio mestiere, perché il diritto del mare viene prima di qualsiasi provvedimento intendimento di questo Governo.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) ritiene che a questo punto del dibattito sia necessario chiedersi apertamente quale sia l'obiettivo del Governo con questo decreto. Sostiene in tal senso che l'unica risposta sia nella volontà del Governo di mettere fuori gioco le navi delle ONG, impedendo loro di salvare vite umane. Ritiene che si tratti di un obiettivo riprovevole, perché è volto a contenere i flussi migratori aumentando il numero di coloro che non potranno essere salvati in mare, cioè aumentando il numero dei morti. Afferma che il decreto è contro lo stato di diritto, contro le convenzioni internazionali, contro la legge del mare e contro l'umanità, oltre ad essere affetto da numerosi vizi di incostituzionalità. Ritiene inoltre che questo decreto getta discredito e vergogna sull'Italia. Rammenta come in passato non sia stato così, riportando l'esperienza della missione Mare Nostrum degli anni 2013-2014, quando il nostro Paese salvava migliaia di vite umane suscitando rispetto, gratitudine e ammirazione in tutti gli altri paesi dell'Unione europea. Ricorda che in quegli anni le ONG non c'erano, ma operavano i corpi dello Stato – marina, Pag. 19guardia costiera e guardia di finanza – che si spingevano in acque internazionali per salvare vite umane, al costo di circa 9 milioni di euro al mese. Fa presente che oggi questa attività la svolgono, a costo zero per lo Stato, le ONG, che dovrebbero dunque essere ringraziate e coordinate nei loro sforzi, anziché essere ostacolate e bloccate nei porti. Ritiene che l'unica cosa di senso da fare sia perorare la causa di una missione europea di soccorso in mare, ma rileva che il Governo non ha intenzione di procedere in tal senso.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ghirra 1.71.

  Antonino IARIA (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente alla presidenza che anche la collega Carmina intendeva intervenire sull'emendamento Ghirra 1.71, ma non le è stato dato modo.

  Nazario PAGANO, presidente, si dichiara dispiaciuto per non essersi accorto della richiesta di intervento.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zaratti 1.72.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'emendamento Zaratti 1.73 volto a specificare che il porto di sbarco deve essere il più vicino e sicuro. Ricorda come alcuni giorni fa una barca abbia dovuto affrontare condizioni di mare molto impegnative prima di giungere al porto assegnatogli, aggravando così la sofferenza di persone già provate dal viaggio, e il tutto per far capire ad altri che non è opportuno mettersi in viaggio. Si dichiara convinto che queste difficoltà non fermeranno le partenze, così come non hanno fermato i nostri migranti nel secolo scorso. Fa l'esempio dei nostri parenti italiani, diretti in Argentina, e si chiede cosa avrebbero fatto se gli fosse stato detto che prima di sbarcare avrebbero dovuto fare il giro della Patagonia, per dichiararsi convinto del fatto che sarebbero partiti comunque, nella speranza di un futuro migliore.

  Ida CARMINA (M5S) ritiene l'emendamento in esame opportuno perché conforme alle convenzioni internazionali che, dopo un naufragio, richiedono non un porto sicuro ma un place of safety, identificando la sicurezza nello sbarco a terra. Ribadisce che mantenere i migranti in mare, in una condizione di pericolo, assegnando alle navi delle ONG un porto lontano, significa assumersi grandi responsabilità. Invita tutti a ricordare che l'Italia è un Paese solidale che nega qualsiasi trattamento inumano, ricordando che la persona deve essere sempre un fine e mai un mezzo. Ritiene la pratica instaurata dal Ministero dell'interno, di assegnare un porto molto lontano dai luoghi di salvataggio, vessatoria e indegna di una nazione civile e, rammentando il libro del filantropo francese Raoul Follereau, dal titolo «Se Cristo domani busserà alla tua porta, lo riconoscerai?» si dice convinta che il Cristo che oggi bussa alla nostra porta sia un naufrago.

  Ida CARMINA (M5S), intervenendo sull'emendamento Zaratti 1.73, sottolinea che esso è conforme alle prescrizioni delle principali Convenzioni internazionali, che prevedono non solo un obbligo di soccorso in mare, ma anche il loro trasferimento in un posto sicuro – place of safety – che per i naufraghi corrisponde alla terraferma. Pertanto, con il provvedimento in esame il Governo si assume la responsabilità enorme di prolungare le sofferenze dei migranti, costretti a lunghi giorni di navigazione prima di approdare al porto assegnato. Sottolinea come ciò sia contrario allo spirito di solidarietà che caratterizza il nostro Paese, il quale ha sempre riconosciuto il primato della persona umana, e rappresenta quindi un atto indegno di uno Stato civile.

  Valentina GHIO (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento Zaratti 1.73, evidenziando che non è possibile scindere il concetto di porto sicuro da quello di porto vicino. Segnalando di aver assistito allo sbarco a La Spezia della nave Geo Barents – che accoglieva numerosi minori, donne in stato di gravidanza, e persone che avevano subito traumi di ogni tipo – ritiene inaccettabile Pag. 20che tale imbarcazione Sia stata costretta a navigare per quattro giorni e quattro notti dopo il salvataggio per raggiungere il porto assegnato. A suo avviso, chiunque avesse visto la sofferenza nei volti di quei naufraghi avrebbe riconosciuto l'insensatezza di tale imposizione.
  Sulla scorta di queste considerazioni, invita la maggioranza a votare favorevolmente per l'emendamento in esame.

  Antonino IARIA (M5S), sottolineando le analogie dell'emendamento Zaratti 1.73 con una proposta emendativa a sua prima firma, rileva che l'assegnazione del porto di sbarco può implicare gravi difficoltà tanto per le imbarcazioni delle organizzazioni non governative quanto per i Comuni, che devono approntare in tempi rapidissimi tutti i servizi necessari, dall'assistenza sanitaria, ai servizi sociali, alla pubblica sicurezza.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), associandosi alle considerazioni dei colleghi, considera la scelta di porti lontani dalle operazioni di soccorso in mare come cinica e spregiudicata, dal momento che infligge ulteriori sofferenze a persone molto fragili e vulnerabili. Per tale ragione, l'approvazione dell'emendamento in esame, che rinvia al porto più vicino e sicuro, rappresenta l'unica soluzione per non ostacolare le attività delle ONG ed attenuare i patimenti dei migranti.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zaratti 1.73.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) chiede la verifica del voto, ritenendo che alcuni colleghi dei gruppi di maggioranza siano entrati in aula dopo che era già stato comunicato l'esito della votazione.

  Nazario PAGANO, presidente, rivendica la correttezza procedurale del voto appena espresso.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) ribadisce la necessità di procedere ad una verifica.

  Nazario PAGANO, presidente, nel ribadire la validità a suo avviso dell'esito della votazione, in considerazione delle perplessità avanzate dal collega Magi, ritiene che si possa procedere alla ripetizione della votazione.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) esprime nuovamente riserve sul fatto che il presidente abbia correttamente contato i voti a favore dell'emendamento.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), relatore per la I Commissione, sottolineando che, suo avviso, non vi è stata alcuna alterazione nel risultato finale della votazione, segnala che è possibile ripetere il voto alla presenza dei Segretari delle Commissioni.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) ribadisce che la maggioranza dei deputati presenti in aula si è espressa a favore dell'emendamento.

  Nazario PAGANO, presidente, conferma che, ai sensi del regolamento, è possibile ripetere il voto e, a tal fine, invita i deputati Segretari delle Commissioni ad avvicinarsi al banco della Presidenza.

  Marco GRIMALDI (AVS), in analogia a quanto già avvenuto in V Commissione in sede di esame della legge di bilancio, chiede ai colleghi della maggioranza non presenti al momento del voto di non partecipare alla votazione di verifica, sulla base di un principio di correttezza.

  Igor IEZZI (LEGA) ricorda quanto disposto dall'articolo 46, comma 4, del Regolamento, in base al quale «la Presidenza non è obbligata a verificare se l'Assemblea o la Commissione sia, oppure no, in numero legale per deliberare, se non quando ciò sia richiesto rispettivamente da quattordici o tre deputati e l'Assemblea o la Commissione stia per procedere ad una votazione per alzata di mano». Ritiene, pertanto, che si possa procedere alla verifica del numero legale su richiesta dell'opposizione, com'è accaduto in altre occasioni.

Pag. 21

  Nazario PAGANO, presidente, nel fare presente che nel caso di specie si contesta la regolarità della votazione, precisa che è opportuno ripetere il voto alla presenza dei deputati Segretari.

  Alfonso COLUCCI (M5S), stigmatizzando le modalità con le quali il presidente sta gestendo questa fase della seduta in corso, evidenzia che, nel caso specifico, la ripetizione del voto non è la soluzione più adeguata.

  Antonino IARIA (M5S), concordando con le riserve espresse dal collega, auspica che il presidente assuma la sua decisione tenendo conto delle questioni poste dalla minoranza.

  Nazario PAGANO, presidente, si dichiara disponibile anche ad effettuare la controprova della votazione mediante appello nominale.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) rileva che l'unica soluzione dignitosa e rispettosa dei diritti delle opposizioni è quella suggerita dal collega Grimaldi e già sperimentata in Commissione bilancio.

  Igor IEZZI (LEGA) ritiene inaccettabili le reiterate sollecitazioni del collega Magi.

  Ida CARMINA (M5S) rivendica la legittimità delle questioni poste dal deputato Magi.

  Nazario PAGANO, presidente, procede ad effettuare la verifica della votazione alla presenza dei deputati Segretari delle Commissioni.

  Le Commissioni, ripetendo la votazione, respingono l'emendamento Zaratti 1.73; respingono, altresì, con distinta votazione, l'emendamento Bonafé 1.74.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sugli identici emendamenti Ghirra 1.75, Pastorino 1.76, Alfonso Colucci 1.77 e Bonafè 1.78, evidenzia che il divieto di effettuare più di un'operazione di salvataggio in mare rappresenta una palese violazione del diritto internazionale, oltre che una crudele vessazione imposta agli equipaggi delle ONG, la cui propensione alla solidarietà non potrà mai essere piegata dal rischio di una multa o di una sanzione.

  Ida CARMINA (M5S) ritiene che la condizione posta dalla lettera d) del nuovo comma 2-bis del decreto-legge n. 130 del 2020 vada soppressa dal momento che, da un lato, si assegnano porti situati a tutte le latitudini, anche molto lontani dal luogo del salvataggio, e, dall'altro, si impone alla nave dell'ONG di raggiungere il porto assegnato senza ritardo, con ciò introducendo di fatto il divieto di soccorsi plurimi. Fa presente a tale proposito che l'equipaggio della nave Geo Barents, arrivata a La Spezia sabato scorso, ha diffuso un video relativo al più piccolo dei salvati, che essendo stato soccorso durante il terzo intervento della nave sarebbe morto annegato se il comandante non avesse contravvenuto alle regole introdotte dal provvedimento in esame. Ricorda che a norma del diritto penale l'omicidio può essere commissivo od omissivo, sottolineando quindi che l'omissione di soccorso equivale ad uccidere una persona. Si dichiara pertanto convinta che non si possano obbligare le organizzazioni non governative a dirigersi senza ritardo nel porto assegnato, evitando in tal modo di procedere ad ulteriori soccorsi.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) fa presente che gli identici emendamenti Ghirra 1.75, Pastorino 1.76, Alfonso Colucci 1.77 e Bonafè 1.78 sopprimono la lettera d) del nuovo comma 2-bis del decreto-legge n. 130 del 2020, vale a dire una delle sei condizioni che devono ricorrere simultaneamente al fine di evitare che il Ministro dell'interno disponga il divieto di transito e sosta nel mare territoriale. Con riguardo alla formulazione della lettera d) evidenzia che l'espressione «senza ritardo» è di per sé relativa e richiederebbe ulteriori precisazioni, dal momento che possono intervenire cause di forza maggiore a ritardare l'arrivo nel porto assegnato. Rammenta tra l'altro che è obbligo giuridico e morale per Pag. 22il comandante della nave procedere ad altri salvataggi nel caso in cui venisse a conoscenza di imbarcazioni in difficoltà nelle vicinanze. Nel ribadire che si tratta non di una scelta ma di un obbligo di legge, fa presente che il suo gruppo ha presentato un emendamento successivo volto a modificare la lettera d) al fine di introdurre una specifica che Governo e maggioranza dovrebbero seriamente considerare. Non essendo chiaro cosa si debba intendere con l'espressione «senza ritardo», auspica quindi una precisazione che chiarisca tra l'altro che la locuzione adottata non significa divieto di salvataggio. Rileva in conclusione che il ritardo è invece quello indotto dal Governo che sceglie porti sempre più lontani, allungando i tempi tra il salvataggio delle persone e il termine delle operazioni.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Ghirra 1.75, Pastorino 1.76, Alfonso Colucci 1.77 e Bonafè 1.78.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) illustra l'emendamento Bonafè 1.79, evidenziando che si ripropongono in questa sede i temi già evidenziati sia nella discussione generale sia nell'esame dei singoli emendamenti. Tiene in particolare a rilevare il tono sprezzante con cui si affronta il tema del trattamento dei migranti, evidenziando che l'opposizione ha tenuto un atteggiamento composto nel corso del dibattito e che si sarebbe aspettato passi in avanti da parte della maggioranza. Precisa quindi che l'emendamento Bonafè 1.79 non rompe in qualcun modo l'equilibrio del decreto-legge ma viene incontro a esigenze da più parti rilevate in relazione alla necessità di individuare un porto sicuro e vicino per attenuare le sofferenze dei migranti. Ritiene in conclusione che si tratti di un emendamento di buon senso che merita l'attenzione della maggioranza.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Bonafè 1.79 e Alfonso Colucci 1.81.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) nel far presente che l'emendamento a sua prima firma 1.82 è quello cui ha inteso riferirsi nell'intervento precedente, chiede ai relatori e al Governo di accantonarlo ai fini di una sua ulteriore valutazione. Precisa che tale emendamento, senza stravolgere l'impianto della norma, è volto a specificare che il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità deve essere individuato in conformità a quanto previsto dalle linee guida sul trattamento sulle persone soccorse in mare allegate alla risoluzione MSC 167(78) del 20 maggio 2004. Ricorda che si tratta delle medesime linee guida citate, in maniera parzialmente scorretta, dal ministro Piantedosi durante l'informativa alla Camera sulla gestione dei flussi migratori. Precisa a tale proposito che, a differenza di quanto dichiarato dal ministro, una nave che abbia soccorso delle persone in mare non può essere considerata place of safety soltanto sulla base della considerazione che tali persone sono state sottratte al rischio di perdere la vita. Precisa infatti che, sulla base delle citate linee guida, occorre nel più breve tempo possibile sollevare il comandante della nave da ulteriori responsabilità e che l'assenza di ritardo deve riguardare l'assegnazione del porto di sbarco più sicuro. Qualora il Governo ritenesse pleonastica la specifica introdotta dall'emendamento 1.82, fa presente che tale precisazione serve a chiarire l'ambiguità della norma.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) considera interessante l'emendamento Magi 1.82 che fa esplicito riferimento alle linee guida più volte richiamate nel corso del dibattito. Nel rammentare che l'OIM fissa le regole per tutti i natanti che operano in mare, a differenza del Governo che introduce norme specifiche per le navi dell'ONG, fa presente che secondo le citate linee guida la nave non può essere considerata un place of safety perché l'operazione di soccorso finisce con lo sbarco e l'identificazione in porto. Fa presente inoltre che la risoluzione citata nell'emendamento Magi 1.82 stabilisce che a bordo della nave debbano essere forniti i servizi essenziali e che il comandante debba essere sollevate da altre responsabilità. Sempre secondo la risoluzione è necessario assegnare un porto che Pag. 23non arrechi danni alla nave, potendosi trattare anche di navi mercantili o di pescherecci che subirebbero oneri significativi per ogni giorno di ritardo. Fa presente a tale proposito che stabilire una destinazione che arreca danno alla nave significa in sostanza disincentivare il soccorso in mare. Nel considerare aberrante che uno Stato di diritto arrivi a gestire i flussi migratori scoraggiando il soccorso delle persone, deve concludere tuttavia che tutte le misure messe in atto fanno ritenere che questa sia effettivamente la strategia del Governo.

  Luca PASTORINO (MISTO-+EUROPA) considerato che la questione posta dalla lettera d) del nuovo comma 2-bis costituisce un tema ricorrente, richiamando la richiesta del collega Magi, chiede che vengano accantonati tutti gli emendamenti di analogo contenuto. Rileva quindi che, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Secolo XIX, la nave Geo Barents non può ripartire in attesa che vengano completati gli accertamenti destinati a verificare se sia stato infranto il decreto-legge in esame, dal momento che l'imbarcazione, lungo la rotta per il porto di La Spezia, avrebbe effettuato due ulteriori salvataggi di emergenza. Ritiene quindi che una adeguata riformulazione di questo aspetto specifico consentirebbe ai prefetti e agli altri operatori di avere maggiori certezze circa l'applicazione delle disposizioni, evitando un inutile dispendio di risorse e di tempo. Crede quindi che il Governo dovrebbe fare un supplemento di riflessione considerato che il problema dell'applicazione del decreto-legge si è posto già sabato scorso.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che la richiesta di accantonamento non è accolta dai relatori e dal rappresentante del Governo.

  Marco GRIMALDI (AVS) considerato che la richiesta di accantonamento non è stata accolta, affronta nuovamente la questione, sottolineando che il comandante è tenuto ad accertarsi sulla base del diritto consuetudinario marittimo e delle convenzioni internazionali che tutte le operazioni di salvataggio siano state effettuate, così come stabilito in particolare dalla convenzione SOLAS. Rammenta inoltre che anche la convenzione dell'ONU sul diritto del mare impone ad ogni Stato l'obbligo di esigere che il comandante della nave battente la propria bandiera presti soccorso a chiunque si trovi in difficoltà in mare e proceda nel più breve tempo possibile al salvataggio. Richiama anche i contenuti della convenzione SAR in base alla quale le parti sono tenute ad assicurarsi che venga fornita assistenza in mare indipendentemente dalle circostanze e dalle condizioni soggettive della persona in difficoltà. Precisa inoltre che a norma delle convenzioni internazionali il luogo in cui si considerano terminate le operazioni è quello in cui le persone non si trovano più a rischio della vita e possono usufruire dei servizi essenziali e accedere a tutte le procedure necessarie a definire la loro futura destinazione. Nel chiedere di sottoscrivere l'emendamento Magi 1.8, dichiara che il suo gruppo voterà orgogliosamente in senso favorevole.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.82.

  Giulia PASTORELLA (A-IV-RE) interviene sugli emendamenti Faraone 1.83 e 1.84, che recano un intervento analogo, introducendo criteri volti a chiarire le modalità di individuazione del porto di sbarco, nel tentativo di limitare i danni introdotti dal decreto-legge in esame. Segnala che l'emendamento Faraone 1.83 richiama, nell'individuazione del porto di sbarco, criteri di ragionevolezza in conformità agli obblighi internazionali di soccorso che questo decreto appare ignorare. L'emendamento 1.84 chiarisce che il porto di sbarco deve rappresentare il più vicino tra quelli disponibili, partendo dal presupposto che vi possano effettivamente essere condizioni tali da ritenere che il porto più vicino non sia anche quello preferibile. In conclusione ritiene che il decreto-legge in esame rischi di peggiorare la situazione e di penalizzare un'attività legittima oltre che già normata a livello internazionale.

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  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Faraone 1.83 e 1.84.

  Nazario PAGANO, presidente, accogliendo una richiesta avanzata in via informale dai colleghi Barbagallo e Iezzi, propone, in assenza di obiezioni, di sospendere la seduta per circa 30 minuti.

  Roberto GIACHETTI (A-IV-RE) chiede chiarimenti in ordine alla prosecuzione dei lavori delle Commissioni.

  Ida CARMINA (M5S) dichiara di voler sottoscrivere tutti gli emendamenti del Movimento 5 Stelle e dei gruppi di opposizione fin qui esitati.

  Matteo MAURI (PD-IDP) rammenta che nel corso dell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni riunite svoltosi alle 18, il presidente Pagano si era riservato di valutare l'andamento della seduta a circa un'ora e mezzo dal suo avvio, al fine di assumere le conseguenti decisioni in ordine alle modalità per il suo proseguimento. Chiede quindi al presidente quali siano le sue valutazioni alla luce dell'andamento dei lavori e se vi siano indicazioni sulla loro conclusione.

  Nazario PAGANO, presidente, ritiene che, anche quale segno di disponibilità nei confronti delle opposizioni, si possa procedere nei medesimi termini fin qui utilizzati, senza la necessità di contingentare gli interventi. Invita comunque i gruppi di minore consistenza ad evitare l'intervento di due esponenti su ciascun emendamento.

  Carmine Fabio RAIMONDO (FDI), relatore per la IX Commissione, propone che dopo la sospensione si proceda ad oltranza eventualmente aggiornandosi nel corso di serata.

  La seduta, sospesa alle 20.30, riprende alle 21.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo sul proprio emendamento 1.85, dichiara che esso darebbe una patente di legittimità al provvedimento, che nel testo attuale appare poco compatibile con l'obiettivo primario del salvataggio delle vite umane. Fa inoltre presente che sinora la totalità delle proposte emendative delle opposizioni è stata rifiutata dalla maggioranza, e dunque approvare questa proposta corrisponderebbe a un gesto di distensione.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) dichiara che l'emendamento in esame introduce un elemento che appare ineccepibile, e considera il suo rifiuto come estremamente preoccupante, in quanto testimonia che per il Governo salvare vite umane sia un disvalore. Conclude che il provvedimento getta discredito sul nostro Paese che dimostra di aver perso la propria etica pubblica.

  Antonino IARIA (M5S) fa notare che se il decreto-legge fosse già stato formulato come previsto dall'emendamento in esame, il prefetto di La Spezia citato in precedenza non avrebbe avuto difficoltà ad applicarlo. Ribadisce che il problema del decreto-legge è appunto la sua difficile applicabilità in concreto.

  Marco GRIMALDI (AVS) dichiara di concordare con la collega Boldrini quando sostiene che l'emendamento è forse pleonastico, ma impossibile da non accogliere. La maggioranza continua a proseguire nella sua politica di contrasto all'immigrazione tout court, con un testo incapace peraltro di incidere veramente sulle dinamiche dei flussi migratori. Preannunzia voto favorevole e chiede di sottoscrivere l'emendamento notando con soddisfazione che esso fa incontrare forze politiche che sull'argomento in passato avevano avuto forti contrasti.

  Luca PASTORINO (MISTO-+EUROPA) evidenzia che l'emendamento Alfonso Colucci 1.85 è parte di una lunga serie di proposte emendative volte a modificare il comma 1, lettera b), capoverso 2-bis, lettera d). Lamenta poi che questo è il primo provvedimento, nella sua esperienza parlamentare, che non vede approvato alcun emendamento delle opposizioni.

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  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Alfonso Colucci 1.85 e Magi 1.86.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Bonafè 1.87, sottolinea come esso vada a tutelare l'aspetto umano che è sottostante al provvedimento. Ribadisce che le opposizioni attendono da più giorni che almeno un rigo di esso sia frutto di un ragionamento e di condivisione, e non solo della forza dei numeri.

  Alfonso COLUCCI (M5S) raccomanda l'approvazione dell'emendamento in esame, che non fa che ribadire quanto è già nella logica delle cose.

  Ouidad BAKKALI (PD-IDP) fa notare come il comma 1, lettera b), capoverso 2-bis, lettera d) sia stato oggetto di innumerevoli tentativi di riformulazione, senza incontrare alcuna reazione positiva da parte della maggioranza. Questa norma, secondo i relatori, dovrebbe rispondere al duplice obiettivo di assicurare l'incolumità delle persone recuperate in mare e di tutelare l'ordine e la sicurezza pubbliche, ma non offre alcuno strumento per raggiungere effettivamente tali obiettivi. Aggiunge che l'unico modo di gestire i flussi, secondo la maggioranza, è quello di contare i morti che nei prossimi mesi ci saranno in mare.

  Nazario PAGANO, presidente, prima di dare la parola al deputato Iaria, fa notare come stia concedendo la parola anche a più deputati dello stesso gruppo, diversamente da quello che era stato auspicato nel corso dell'Ufficio di presidenza delle Commissioni riunite.

  Antonino IARIA (M5S) dichiara che l'emendamento rappresenta per la maggioranza un salvagente: la formulazione è migliore di quella dal testo del decreto-legge, ma comunque molto vaga e i parlamentari dei gruppi di maggioranza potrebbero quindi votare favorevolmente.

  Marco GRIMALDI (AVS) dichiara che il decreto-legge non è volto a gestire i flussi migratori, ma a fermare le navi delle ONG che compiono i salvataggi. È la certificazione, aggiunge, che questo Paese non è lieto di svolgere queste funzioni.
  Ricordando l'audizione del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, cita le convenzioni delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 e rileva come dispongano che ogni Stato debba esigere che il comandante di una nave che batte la sua bandiera, nella misura in cui sia possibile adempiere e senza mettere a repentaglio la nave, l'equipaggio e i passeggeri, presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in pericolo di vita; e proceda quanto più velocemente possibile al soccorso delle persone in pericolo nella misura in cui ci si può ragionevolmente aspettare da lui tale iniziativa. Tutto questo, sottolinea, va nella direzione dell'approvazione dell'emendamento in esame.
  Conclude che la maggioranza si sta assumendo di fronte alla storia una responsabilità ben più grande che non quella di respingere l'emendamento Bonafè 1.87.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.87.

  Nazario PAGANO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire sull'emendamento Ghirra 1.88, lo pone in votazione.

  Marco GRIMALDI (AVS) fa presente di aver chiesto di intervenire per illustrare l'emendamento Ghirra 1.88, con una richiesta verbale, senza alzata di mano.

  Nazario PAGANO, presidente, invita tutti coloro che intendono prendere la parola ad alzare la mano per tempo al fine di consentire alla presidenza di registrare la richiesta.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'emendamento Ghirra 1.88, volto a sopprimere le parole «senza ritardo» dalla lettera d) e, conseguentemente, a sopprimere dalla lettera f) le parole «né impedito di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco», Pag. 26lasciando così come requisito di legittimità delle attività di salvataggio l'aver effettuato le attività di ricerca e soccorso senza concorrere a creare situazioni di pericolo a bordo. Ricordando le Convenzioni internazionali vigenti in materia, che impongono agli Stati di organizzare e gestire i centri di ricerca e soccorso in mare, cooperando tra loro, afferma come l'obbligo degli Stati di prestare assistenza ad ogni persona in pericolo in mare sia centrale in ciascuno degli emendamenti presentati dal proprio gruppo e come risponda a questa esigenza anche l'emendamento in oggetto.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ghirra 1.88.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'emendamento Zaratti 1.89, volto a eliminare le parole «senza ritardo» dalla lettera d), relativa al raggiungimento del porto di sbarco assegnato alla nave, ritenendo che tali parole siano emblematiche della pavidità e dell'ipocrisia del Governo. Afferma che l'espressione «senza ritardo» è un ulteriore paletto volto a ostacolare l'operato delle ONG, come sta accadendo attualmente a due imbarcazioni che sono state poste sotto indagine per verificare se effettivamente abbiano raggiunto i porti di sbarco senza fermarsi a soccorrere altri. L'espressione ribadisce il principio in base al quale se le ONG vogliono continuare a operare nei nostri mari lo devono fare alle nostre regole ma soprattutto soffrendo il più possibile e spendendo il più possibile, facendo un solo carico alla volta, perché il lavoro di salvataggio deve essere fatto con sofferenza. Ritiene che questa sia l'arroganza dei potenti, che fanno gli indifferenti rispetto alle gravi contraddizioni del mondo e che preferiscono aizzare i penultimi contro gli ultimi. Auspica che le ONG riescano a salvare le vite in mare nonostante questi provvedimenti e a fare quello che le opposizioni non riescono a fare, cioè fermare questa politica del Governo.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) fa presente come a prima vista la lettera d) sembri innocua, in quanto esprime un riguardo nei confronti delle persone che sono state salvate, portandole senza ritardo al porto di sbarco. Evidenzia però come l'espressione «senza ritardo» non abbia significato, non essendo chiarito rispetto a cosa si possa accertare il ritardo, e come soprattutto il vero intendimento della frase non sia quello di salvaguardare i naufraghi, bensì sia quello di impedire che la nave si attardi in ulteriori operazioni di soccorso. Ritiene che il capitano della nave si troverà nel dilemma di scegliere tra rispettare il decreto, incorrendo nel reato di omissione di soccorso, o violarlo salvando altre vite umane in una seconda operazione di soccorso, accettando quindi il rischio delle sanzioni amministrative e della possibile confisca dell'imbarcazione. Stigmatizza come l'effetto di questa scelta possa essere la morte di persone e ribadisce la forte dissonanza di questa previsione rispetto alla norma penale sull'omissione di soccorso. Ritiene che se fosse accolto l'emendamento, le navi potrebbero procedere a salvataggi multipli di vite umane.

  Matteo MAURI (PD-IDP) ritiene significativo il fatto che molti interventi si siano soffermati su questo punto, che è centrale per mettere in evidenza due aspetti: da una parte il rischio che il decreto-legge possa comportare danni immediati e non rimediabili, impedendo le operazioni di soccorso in mare, a spese dei più deboli; dall'altra la contraddizione insanabile tra ciò che il Governo scrive nel decreto-legge e ciò che il Governo fa. Evidenzia infatti come la formula vaga sul ritardo, con l'utilizzo di un argomento legato al tempo, lasci intendere l'esigenza di far scendere prima possibile i naufraghi dalla nave che li ha soccorsi, per metterli al sicuro sulla terraferma, ma come, contestualmente, il Governo decida di assegnare alle navi porti di sbarco sempre più lontani dalla zona di soccorso (La Spezia, Livorno, Massa), contraddicendo il primo intendimento. Tornando al tema del pull-factor, ribadisce quanto già affermato circa il fatto che le persone partono a prescindere, essendo la spinta a partire talmente forte che non è certo la normativa di un singolo Stato a rallentare gli sbarchi. Le partenze dipendono infatti da contingenze geopolitiche, Pag. 27climatiche, e non certo dal contenuto di un decreto-legge. Esprime rammarico per il fatto che non sia stata accolta neanche una proposta emendativa dell'opposizione, con particolare riferimento a quelle che fanno riferimento alle convenzioni internazionali.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Zaratti 1.89 e Bonafé 1.90.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'emendamento Zaratti 1.91, volto ad esplicitare che il porto deve essere raggiunto senza ritardo, a meno che sulla rotta la nave non debba prestare soccorso a persone in pericolo di vita. Ritiene che un capitano di nave solo di fronte a questa esigenza si possa attardare quando la prospettiva è portare al sicuro i naufraghi già raccolti. Si dice convinto che l'unica risposta a questo decreto possa essere – come suggerito da Armando Spataro – la disobbedienza civile, in quanto salvare vite è e rimarrà l'imperativo delle ONG, che potranno essere ostacolate ma non si fermeranno. Si dichiara imbarazzato per la maggioranza, che ipotizza che le ONG di fronte alla possibilità di salvare altre vite umane dal mare preferiscano rispettare la lettera del decreto e raggiungere senza ritardo il porto e si dice convinto che tutti i parlamentari, di fronte alla possibilità di salvare qualcuno, si fermerebbero a soccorrere incuranti delle conseguenze. Per quanto riguarda il concetto di ritardo, conclude dichiarandosi convinto del fatto che le ONG si prenderanno tutto il tempo necessario per salvare vite e continueranno per questo ad avere tante persone che le sosterranno, nonostante le sanzioni che il Governo applicherà loro.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Zaratti 1.91, evidenzia che esso mira a sanare una grave lacuna del provvedimento in esame. Pur condividendo l'obiettivo di completare in tempi rapidi le operazioni di soccorso, approdando nel porto designato per lo sbarco, rileva che in taluni casi è imperativo verificare se ci sono altre attività di salvataggio da effettuare in mare, al fine di evitare che si ripetano nuove tragedie. Al riguardo, rileva che qualsiasi imbarcazione che parte dalla Libia è per sua natura a rischio di naufragio, ancora più pericoloso nella stagione invernale; pertanto, in taluni casi le navi di soccorso devono intervenire tempestivamente, prima che le imbarcazioni dei migranti si trovino in uno stato di oggettiva difficoltà. Infine, evidenzia che la proposta emendativa in esame corregge una disposizione scritta in modo approssimativo ed ipocrita, che in maniera surrettizia riduce l'operatività delle organizzazioni non governative.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zaratti 1.91.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP), illustrando l'emendamento Bonafè 1.93, di cui è cofirmatario, invita la maggioranza ad approvarlo, come segno di disponibilità nei riguardi dell'approccio costruttivo assunto dalle opposizioni.

  Roberto MORASSUT (PD-IDP) sottolinea il dilemma etico e giuridico che la disposizione del decreto-legge impone ai comandanti delle imbarcazioni di soccorso: l'osservanza delle prescrizioni in esso contenute, infatti, confligge apertamente con gli obblighi di soccorso previsti sia dal Codice della navigazione sia dalle Convenzioni internazionali.

  Antonino IARIA (M5S), associandosi alle considerazioni del collega Morassut circa la compatibilità tra le disposizioni del decreto-legge e gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, stigmatizza la scarsa competenza giuridica degli estensori del provvedimento.

  Marco GRIMALDI (AVS) ricorda che le medesime preoccupazioni sollevate dai colleghi sono emerse anche nel corso delle audizioni svolte in sede istruttoria: a suo avviso, la scelta deliberata del Governo di ostacolare, di fatto, le operazioni di soccorso in mare rende ancora più pericolosa la rotta migratoria del Mediterraneo centrale. Peraltro, osserva che tali operazioni Pag. 28di soccorso, anziché essere affidate a soggetti della comunità civile, dovrebbero essere prese in carico dagli stessi Stati membri dell'Unione europea che, al contrario, si mostrano indifferenti al dramma dei naufragi e in alcuni casi ostacolano l'attività delle organizzazioni non governative, fino al punto di criminalizzarle.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), evidenziando le analogie tra gli emendamenti Zaratti 1.91 e Bonafè 1.93, evidenzia che tutti i soggetti auditi nella fase istruttoria hanno espresso gravi riserve sugli effetti della disciplina in vigore, che rischia di aumentare in modo esponenziale il numero dei morti in mare: tale responsabilità ricadrà integralmente sul Governo, che evidentemente considera i migranti una categoria non degna del rispetto e della protezione che dovrebbe essere garantita ad ogni essere umano. Ricordando che nel corso dell'esame in sede referente il gruppo Lega ha cercato di reintrodurre con apposite proposte emendative – poi giudicate inammissibili – talune norme contenute nei cosiddetti «decreti sicurezza», esprime il timore che tale tentativo possa essere reiterato in successivi provvedimenti di urgenza.
  Infine, sottolinea che le disposizioni che limitano le attività di soccorso contraddicono manifestamente il senso di solidarietà che anima il nostro Paese, con una grave lesione della sua reputazione internazionale.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.93.

  Marco GRIMALDI (AVS), illustrando l'emendamento Ghirra 1.96, rileva che esso è finalizzato a salvaguardare vite umane assicurando soccorsi rapidi ed efficaci, evitando che i comandanti delle navi incorrano in comportamenti incompatibili con gli obblighi di soccorso previsti sia dall'articolo 98 della Convenzione UNCLOS, sia dalla regola 33 della Convenzione SOLAS; peraltro, ricorda che l'omissione di soccorso è configurata come reato anche ai sensi dell'ordinamento interno, e precisamente ai sensi degli articoli 490 e 1158 del Codice della navigazione.

  Antonino IARIA (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente di considerare scorretta la processione in atto presso i banchi della presidenza da parte dei colleghi della maggioranza.

  Nazario PAGANO, presidente, invita il collega Iaria ad attenersi al merito della questione.

  Antonino IARIA (M5S) invita il presidente a non considerare ogni intervento sull'ordine dei lavori come un reato di lesa maestà. Fa presente quindi che, se il presidente ha qualcosa da comunicare alle Commissioni, allora dovrebbe farlo nel corso di un Ufficio di presidenza. Ritiene infatti che la processione dei colleghi della maggioranza presso il banco della presidenza stia ad indicare che si sta decidendo come proseguire i lavori delle Commissioni. In qualità di capogruppo, chiede quindi alla presidenza se abbia intenzione di convocare gli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente al collega Iaria che allo stato non è intenzione della Presidenza convocare gli Uffici di presidenza delle Commissione riunite.

  Antonino IARIA (M5S) si lamenta nuovamente per le interlocuzioni in corso presso il banco della Presidenza.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ghirra 1.96.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'ordine dei lavori, in qualità di rappresentante del suo gruppo, chiede ai presidenti Pagano e Deidda di convocare gli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite, integrati dai rappresentanti dei gruppi. Fa presente che l'atteggiamento del presidente Pagano non è di alcun aiuto né in relazione agli impegni assunti presso le Commissioni riunite, né in relazione agli Pag. 29impegni assunti in Assemblea. Fa altresì presente che l'atteggiamento prudente delle opposizioni ha garantito l'approvazione di diversi provvedimenti negli ultimi giorni e che analoga garanzia è stata data anche con riguardo ai due provvedimenti all'esame dell'Assemblea nella giornata di domani mattina. Aggiunge che, se l'Assemblea avesse concluso stasera i lavori sui due provvedimenti rinviati a domani mattina, le Commissioni riunite I e IX non avrebbero neanche iniziato i propri lavori. Rileva quindi che le opposizioni si sono dimostrate rispettose dei termini concordati in Ufficio di presidenza. Considerato quindi che le Commissioni sono tuttora in attesa delle valutazioni del presidente Pagano, preannunciate allo scadere della prima ora e mezza di lavoro, reitera la richiesta di convocare gli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite.

  Nazario PAGANO, presidente, chiede se vi siano colleghi che intendano intervenire sulla proposta testé avanzata.

  Carmine Fabio RAIMONDO (FDI), relatore per la IX Commissione, manifesta la contrarietà del gruppo di Fratelli d'Italia presso la IX Commissione alla convocazione degli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite. Fa presente che, dopo un esame sostanzialmente ordinato, oggi per la prima volta si sperimentano alcune turbolenze, in coincidenza con la presenza dell'onorevole Grimaldi. Considerato che le opposizioni hanno in più occasioni dichiarato di non voler fare in alcun modo azioni ostruzionistiche, ritiene che chiedere la convocazione di un Ufficio di presidenza alle ore 22.35 si configuri come un atteggiamento ostruzionistico. Rileva quindi che non vi è necessità di un Ufficio di presidenza, tanto più che l'esame sta procedendo in maniera lineare senza alcuna esigenza di contingentare i tempi degli interventi.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP), nell'apprezzare il fatto che la presidenza abbia fin qui condotto i lavori senza accedere al contingentamento dei tempi e consentendo a tutti di svolgere i propri interventi, fa presente che si aspettava che per le ore 23 le Commissioni riunite avrebbero fatto il punto della situazione per decidere come procedere, anche in relazione alla Conferenza dei presidenti di gruppo fissata per domani.

  Alessandro URZÌ (FDI) manifesta la contrarietà del gruppo di Fratelli d'Italia presso la I Commissione alla convocazione di un Ufficio di presidenza, invitando invece a proseguire i lavori.

  Igor IEZZI (LEGA) fa presente che anche la Lega è contraria alla convocazione di un Ufficio di presidenza.

  Nazario PAGANO, presidente, alla luce degli interventi svolti, invita a proseguire i lavori delle Commissioni, valutando eventualmente più tardi le modalità per il loro proseguimento.

  Marco GRIMALDI (AVS) fa presente che l'emendamento Ghirra 1.97, che integra la lettera d) del nuovo comma 2-bis al fine di consentire al comandante la possibilità di effettuare ulteriori salvataggi, si iscrive nel contesto degli emendamenti già illustrati. Ricorda a tale proposito che la gran parte dei comandanti di nave, prima di rispettare le disposizioni italiane, rispondono alle regole del loro Stato di bandiera ma soprattutto alle convenzioni internazionali. Pertanto, per quanto il decreto-legge si sforzi di rendere più difficile il soccorso e l'assistenza in mare, ostacolando il lavoro delle ONG, obbligo primario rimane comunque quello di rispettare le convenzioni internazionali UNCLOS, SOLAS e SAR. Sottolinea in particolare che l'articolo 19 della convenzione UNCLOS, relativo al cosiddetto passaggio inoffensivo, sembrerebbe apparentemente considerare legittimo il divieto di transito nel mare territoriale in violazione di norme nazionali in materia di immigrazione. Nel precisare tuttavia che così non è, dal momento che l'obbligo di soccorso prescinde dalle circostanze e dalle condizioni soggettive delle persone in difficoltà, richiama anche l'articolo 98 della Pag. 30convenzione UNCLOS, che obbliga lo Stato ad esigere che il comandante della nave battente la sua bandiera presti soccorso a chiunque sia in difficoltà. In maniera analoga la convenzione SAR del 1979 obbliga le parti ad assicurarsi che sia data assistenza alle persone in mare, mentre la convenzione SOLAS impone al comandante che abbia ricevuto da qualsiasi fonte informazioni su un'imbarcazione in difficoltà di procedere subito al soccorso, informando se possibile gli interessati o il servizio di ricerca e soccorso. Rileva che l'obbligo di soccorso vige anche per chi si trovi nelle acque territoriali italiane come previsto dagli articoli 489 e 490 del codice della navigazione, ricordando inoltre che l'omissione di soccorso è sanzionata penalmente. Ritiene che con queste premesse il Governo dovrebbe accogliere la richiesta di accantonamento dell'emendamento Ghirra 1.97, che a suo parere merita di essere approvato.

  Valentina GHIO (PD-IDP), associandosi alla richiesta del collega Grimaldi, nel chiedere di sottoscrivere l'emendamento Ghirra 1.97, fa presente che si torna nuovamente su un tema essenziale già affrontato più volte, vale a dire quello della decisione del comandante di prestare ulteriori soccorsi. Nel ricordare che tanto il diritto internazionale quanto il codice della navigazione prescrivono esattamente il contrario di quanto previsto dal decreto-legge, aggiunge che le disposizioni in esame violano anche il principio costituzionale di sussidiarietà contenuto nell'articolo 118 della Costituzione in base al quale «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale». Rileva quindi che, alla luce dell'applicazione di tale principio, lo Stato dovrebbe favorire e non ostacolare le iniziative di soccorso mentre al contrario il decreto-legge riduce drasticamente il numero di vite umane salvate, dal momento che diminuisce gli ambiti di operatività delle ONG. Fa presente a tale proposito che, secondo le stime delle organizzazioni non governative, per ciascuna missione saranno salvate ottanta persone in luogo delle attuali trecento. Nel domandarsi se questo sia il risultato voluto e se ciò significhi migliorare la vita dell'umanità, invita a considerare attentamente l'emendamento Ghirra 1.97.

  Roberto MORASSUT (PD-IDP) rivolge un appello alla maggioranza e al Governo a considerare attentamente l'emendamento Ghirra 1.97, dal momento che esso introduce una formulazione degna di riflessione. A suo parere tale formulazione infatti non preclude ulteriori soccorsi, facendo quindi in modo che le disposizioni in esame non entrino in conflitto con le convenzioni internazionali. Nel ritenere che l'emendamento introduca elementi di chiarezza e di organicità giuridica nel testo del provvedimento, invita ad approvarlo o ad accantonarlo ai fini di una sua eventuale riformulazione. Trattandosi di una proposta non conflittuale ma migliorativa del testo, chiede di non respingerla ciecamente soltanto per ragioni di contrapposizione politica.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ghirra 1.97.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) illustra l'emendamento Iaria 1.98, che porta alla luce una ulteriore questione, dal momento che le navi di soccorso si trovano ad intervenire più e più volte durante la medesima missione se le condizioni climatiche favoriscono partenze in sequenza. Rileva come ad avere l'ultima parola in merito a tali partenze siano i trafficanti, i quali decidono per quanto tempo le persone devono restare nei centri di detenzione, quanto ciascuno di loro deve pagare per imbarcarsi e anche se essi riusciranno ad arrivare sani e salvi nel luogo di destinazione. A tale proposito sottolinea come l'argomento frequentemente utilizzato, secondo cui il trafficante chiama al telefono l'ONG per chiedere di andare in soccorso, appaia destituito di ogni fondamento, in primo luogo perché non vi è alcuna prova di tali contatti e in secondo luogo perché il trafficante non ha alcun interesse a che il migrante arrivi sano e salvo. Ritiene quindi Pag. 31che molte delle motivazioni addotte dalla maggioranza e dal Governo siano frutto piuttosto di una cattiva conoscenza del fenomeno e di una ricostruzione fantasiosa che addirittura nobilita i trafficanti, i quali si farebbero scrupoli e si preoccuperebbero delle sorti dei migranti. Nel ricordare quindi che tutte le indagini in merito ad eventuali contatti tra trafficanti e ONG sono state archiviate, considera grave infangare le organizzazioni non governative che vivono di reputazione, essendo sovvenzionate dalla società civile che vuole partecipare nel rispetto del principio di sussidiarietà all'interesse generale. Pertanto nel rilevare che le ONG si fanno carico del problema del soccorso a costi zero per lo Stato, rileva che l'emendamento Ghirra 1.98 tenta di limitare i danni, restituendo dignità ad una norma che ne è priva. Fa presente inoltre che l'emendamento in questione prevede l'eventualità del trasferimento delle persone soccorse su altre navi sia al fine di garantire la sicurezza della navigazione sia al fine di consentire l'avvio di ulteriori salvataggi. Nel sottolineare che Governo e maggioranza stanno criminalizzando un'azione bella e positiva quale è quella di salvare le vite degli altri, si dichiara certa che ci sarà un giudice a Berlino che farà giustizia. Nel rammentare che in dieci anni sono morte oltre 25 mila persone, immagina che chiunque vorrebbe giustizia nel caso in cui suo figlio dovesse morire in mare.

  Antonino IARIA (M5S) fa presente che l'emendamento Ghirra 1.98 è il più sintetico dei tre che affrontano la medesima questione. Sottolinea a tale proposito che l'intervento emendativo potrebbe sembrare quasi banale, dal momento che non dovrebbe essere necessario fare tali precisazioni in un provvedimento. Evidenzia tuttavia che la maggioranza ed il Governo sottovalutano le decisioni che stanno prendendo e anche tutte le responsabilità che di conseguenza dovranno assumersi.

  Nazario PAGANO, presidente, pone in votazione l'emendamento Iaria 1.98.

  Marco GRIMALDI (AVS) fa presente al presidente di aver alzato la mano per chiedere di intervenire evitando di avanzare la richiesta verbalmente.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente al collega Grimaldi che nel suo intervento ha omesso di segnalare che non era seduto al suo posto.

  Marco GRIMALDI (AVS) invita il presidente all'imparzialità nella gestione delle sedute.

  Nazario PAGANO, presidente, dichiara di essere intimorito dalle parole del collega.

  Marco GRIMALDI (AVS) fa presente che domani metterà al corrente il Presidente della Camera dell'atteggiamento del presidente Pagano, che considera inammissibile, dal momento che, invece di zittire i colleghi di maggioranza che disturbano gli interventi, assume atteggiamenti arroganti nei confronti dell'opposizione. Considera tale situazione inaccettabile.

  Antonino IARIA (M5S) chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che si apprestava a dare la parola al collega Grimaldi per l'illustrazione dell'emendamento.

  Marco GRIMALDI (AVS) con riferimento all'emendamento Iaria 1.98, fa presente che le finalità implicite della lettera d) del nuovo comma 2-bis e dell'intero decreto-legge sono quelle di rendere i soccorsi meni efficaci, in contrasto con le convenzioni internazionali che invece stabiliscono l'obbligo di effettuare soccorsi in mare rapidi ed efficaci. Fa quindi presente che ogni qual volta il comandante di una nave venga a conoscenza di imbarcazioni in difficoltà nelle vicinanze egli saprà sempre dove dirigersi. Pertanto nessun divieto di soccorso plurimo potrà impedire l'azione di soccorso configurata come un obbligo dal diritto internazionale consuetudinario. Ciò premesso, fa presente che l'emendamento Iaria 1.98 serve a garantire che il comandante non sia costretto ad Pag. 32omettere il soccorso di persone in mare per dirigersi senza ritardo nel porto assegnato. Sottolinea inoltre che il decreto-legge vuole anche impedire le operazioni di trasporto delle persone soccorse su altre navi e che pertanto l'emendamento in questione interviene anche a sanare tale situazione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Iaria 1.98.

  Antonino IARIA (M5S) illustra il proprio emendamento 1.99, evidenziando le differenze tra esso e il proprio emendamento 1.98.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Iaria 1.99.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo sul proprio emendamento 1.100, nota come l'aggiunta in esso contenuta appaia del tutto incontestabile, giacché esplicita la prevalenza dell'interesse pubblico a salvare vite umane: il suo rifiuto da parte della maggioranza non fa altro che svelare l'obiettivo del provvedimento, ossia di evitare che tale interesse venga adempiuto. Nega poi che il suo contenuto sia ultroneo, giacché eminenti giuristi hanno evidenziato come il disposto del comma 1, lettera b), capoverso 2-bis, lettera d), sia in contrasto con alcuni principi basilari di salvaguardia della vita umana.

  Marco GRIMALDI (AVS) osserva come le sei condizioni introdotte dal capoverso 2-bis o già erano applicate nelle prassi oppure introducono elementi che ostacolano l'ottemperanza di obblighi internazionali; esse comunque, devono essere interpretate secondo le norme costituzionali, internazionali ed europee. Le sei condizioni, argomenta, potrebbero essere dichiarate costituzionalmente illegittime; obiettivo dell'emendamento è quello di renderle, per quanto possibile, invece compatibili con la Costituzione.
  L'impianto sanzionatorio introdotto dai commi 2-bis, 2-ter e 2-quater è di natura amministrativa. Qual è dunque, si chiede, la straordinaria necessità e urgenza di introdurre nell'ordinamento norme o non innovative, o che depenalizzano l'impianto sanzionatorio? L'unica novità sono dunque le sei condizioni, che però sono ridondanti oppure limitano le operazioni di soccorso e contrastano con gli obblighi internazionali. Come confermato in audizione dalla Guardia costiera, non cambia operativamente nulla; né si può dire che il decreto-legge preveda alcuna disposizione che prescrive alle autorità italiane l'obbligo di assegnare con immediatezza un porto sicuro di sbarco subito dopo che abbiano ricevuto la segnalazione delle operazioni di soccorso effettuate. L'assegnazione immediata avrebbe potuto essere effettuata anche prima: sarebbe bastata una mera scelta politica del Governo, che non necessitava di nuove norme. Prevede dunque che la Corte costituzionale potrà eccepire la mancanza dei requisiti di necessità e di urgenza; questo emendamento serve appunto a sanare tale situazione di irregolarità.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Alfonso Colucci 1.100.

  Antonino IARIA (M5S) illustra il proprio emendamento 1.101, vantando la brevità e la semplicità del suo dettato. Ribadisce che il provvedimento è confuso e incompleto, e questo potrebbe essere evidenziato in futuro in primo luogo dal sindaco di centro-destra di qualche città portuale, magari della stessa La Spezia.

  Marco GRIMALDI (AVS) evidenzia che il decreto-legge dovrà essere applicato secondo le norme costituzionali, internazionali ed europee, visto che resta in vigore il primo periodo del comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 130 del 2020, il quale esige che il decreto ministeriale di interdizione all'ingresso delle navi debba comunque rispettare la Convenzione sul diritto del mare di Montego Bay; e poi in base a quanto previsto dagli articoli 10, comma 1, e 117, comma 1, della Costituzione.
  Ciò comporta due conseguenze. In primo luogo, il porto di sbarco dev'essere comunque un porto sicuro, assegnato secondo i criteri indicati nelle raccomandazioni dell'IMOPag. 33 e dell'UNCHR. In secondo luogo poi, raggiungere il porto di sbarco senza ritardo non potrà impedire di adempiere all'obbligo internazionale, che esige che ogni nave salvi qualsiasi persona in mare che è in pericolo. Per questo l'emendamento eviterebbe altri ricorsi per violazione della Costituzione, del codice della navigazione e di tre diverse convenzioni internazionali alle quali dobbiamo sottostare.

  Maria Grazia FRIJIA (FDI), rispondendo al collega Iaria, fa presente come vicesindaco della Spezia che il problema vero nei recenti fatti di cronaca sia stato che la nave era passata da 70 a 240 persone, di cui oltre 70 minori. Il provvedimento va a suo avviso appunto nella direzione di regolamentare l'attività di salvataggio in mare, garantendo poi un'accoglienza giusta e decorosa per chi viene salvato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Iaria 1.101.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'ordine dei lavori, obietta come la collega Frija non sia intervenuta in merito all'emendamento.

  Nazario PAGANO (FI-PPE), presidente, risponde che la collega Frija al contrario era intervenuta proprio sull'emendamento.
  Constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Magi 1.102: si intende che vi abbiano rinunciato.

  Antonino IARIA (M5S), intervenendo sull'emendamento Alfonso Colucci 1.103, ritorna ai problemi che ha dovuto fronteggiare la città della Spezia. La testimonianza della collega Frija, a suo avviso, dimostra proprio che i salvataggi plurimi sono comunissimi e assolutamente necessari.
  Si chiede poi come tutto ciò sia stato possibile, visto che il decreto-legge di cui si sta discutendo la conversione è già vigente. Da questo desume che il decreto-legge sia solo uno strumento per sequestrare poi, a cose fatte, le navi delle ONG.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) ritiene che l'intervento della collega sull'esperienza di La Spezia metta in evidenza come la scelta del Governo di inviare le navi in porti lontani abbia messo in difficoltà comuni che non hanno una tradizione di accoglienza dei naufraghi, obbligandoli a organizzare i soccorsi dall'oggi al domani. Ricorda come accogliere comporti allestire i container sulla banchina del porto, per sottoporre i migranti alle prime cure, allestire un sistema di ambulanze, bagni chimici, prevedere un sistema di isolamento dei migranti affetti da malattie contagiose. Sottolinea come l'idea pessima di destinare porti di sbarco lontani, con il solo scopo di creare un danno a ONG e migranti, esposti cinicamente a ulteriori sofferenze, crei in realtà problemi anche alle amministrazioni locali che devono approntare su due piedi una accoglienza che non sono pronti a fornire e che comunque deve essere apprestata. Ribadisce come l'unico scopo di questa misura sia evidentemente quello di sguarnire il mare dalla presenza delle ONG, determinando così un aumento delle morti in mare e come in questo consista la politica di gestione dei flussi migratori del Governo.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Alfonso Colucci 1.103.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'emendamento Ghirra 1.104 volto ad aggiungere alla lettera d) la specificazione in base alla quale il porto di sbarco deve essere un porto sicuro, come previsto dalle norme internazionali, e deve essere assegnato secondo criteri indicati nelle raccomandazioni e linee guida dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO) e dell'UNHCR. Si tratta di un emendamento volto a ricondurre per quanto possibile il contenuto del decreto-legge alle norme della nostra Costituzione e a quelle del diritto internazionale vincolanti per l'Italia. Evidenzia come il concetto di porto sicuro sia oggetto di dibattito anche a livello internazionale, come dimostra il caso della nave Tampa, imbarcazione norvegese che nel 2001, dopo aver soccorso molti afghani ha cercato approdo Pag. 34nelle acque australiane, dando vita a uno scontro tra Norvegia e Australia. Per questo spiega che l'emendamento non definisce il concetto ma rimette la determinazione del porto sicuro a una serie di atti internazionali di soft law, come le raccomandazioni e le linee guida di IMO e UNHCR. Tornando all'attualità di questi giorni, avverte il Governo circa il pericolo che la prassi di assegnare porti sicuri lontani dalle zone di soccorso possa mettere a rischio la salute dei migranti, dando così vita a un contenzioso nei tribunali. Per evitare tale conseguenza, invita il Governo a valutare con attenzione gli emendamenti proposti dall'opposizione, a partire da quello in esame a prima firma Ghirra.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ghirra 1.104.

  Nazario PAGANO, presidente, preannuncia l'intenzione dei presidenti, in assenza di contrarietà, di sospendere la seduta dopo aver trattato il successivo blocco di emendamenti identici, per rinviare a domani l'esame delle restanti proposte emendative, al termine delle votazioni in Assemblea, con l'auspicio di concludere l'esame in sede referente entro domani sera.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'emendamento Zaratti 1.105, e gli identici Iaria 1.106 e Bonafé 1.107, volti a sopprimere la lettera e) del comma 2-bis, che individua l'obbligo di fornire alle autorità per la ricerca e il soccorso in mare le informazioni richieste ai fini dell'acquisizione di elementi relativi alla ricostruzione dettagliata dell'operazione di soccorso. Ritiene che o questa lettera è pleonastica, o è volta ad accertare che la navigazione non si sia interrotta per procedere a un salvataggio multiplo. Per questo auspica la soppressione della lettera con l'approvazione degli emendamenti.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) evidenzia la superfluità e il carattere strumentale della lettera e), in quanto le informazioni richieste dalla disposizione sono normalmente fornite dalle imbarcazioni di soccorso in modo dettagliato. Sottolinea che sul punto il decreto-legge richiede di fare qualcosa che in realtà viene già fatto, tacendo invece sugli obblighi dei centri di coordinamento, che dovrebbero a loro volta raccogliere le informazioni dettagliate per coordinare le operazioni di soccorso, cosa che si guardano bene dal fare, in particolare dal 2017 per quanto riguarda la zona di soccorso maltese. Ciò in quanto nessuna autorità di soccorso, né maltese né italiana, intende coordinare i soccorsi nella SAR libica. Invita a intervenire sulla lettera e) e, parallelamente, a disciplinare anche un obbligo di risposta da parte dei centri di coordinamento dei soccorsi.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Zaratti 1.105, Iaria 1.106 e Bonafé 1.107.

  Nazario PAGANO, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 23.50.