CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 gennaio 2023
51.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e IX)
COMUNICATO
Pag. 4

SEDE REFERENTE

  Giovedì 26 gennaio 2023. — Presidenza del presidente della I Commissione Nazario PAGANO.

  La seduta comincia alle 11.40.

DL 1/2023: Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.
C. 750 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 gennaio 2023.

  Nazario PAGANO, presidente, a seguito della richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso avanzata dal gruppo Partito Democratico, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Avverte che sono stati presentati dal gruppo Lega ricorsi avverso le declaratorie di inammissibilità delle proposte emendative Iezzi 1.014, 1.015, 1.016, 1.017, 1.018, 1.019, 1.020, 1.025, 1.026, 1.027, 1.030, 1.035, 1.036 e Furgiuele 1.038, ritenendo in particolare che tali articoli aggiuntivi siano strettamente correlati al contenuto del decreto-legge in esame e alle tematiche da esso affrontate, richiamate anche nel titolo del decreto; e ciò anche alla luce del fatto che tali proposte emendative incidono su materie disciplinate dal decreto-legge n. 130 del 2020, ossia lo stesso oggetto d'intervento normativo del decreto-legge n. 1.
  Dichiara che la Presidenza delle Commissioni riunite non può accogliere tali ricorsi.
  Ricorda infatti che il regime di ammissibilità degli emendamenti ai decreti-legge è stabilito dal comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, ai sensi del quale non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative ai decreti-legge all'esame della Camera, che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto degli stessi decreti, nonché dalla prassi consolidatasi sin dalla XII legislatura. In proposito, la lettera circolare del Presidente della Camera del Pag. 510 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative ai decreti-legge, la materia deve essere valutata con riferimento ai «singoli oggetti» e alla «specifica problematica» affrontata dall'intervento normativo.
  Evidenzia che, nel caso di specie, l'ambito materiale di intervento del provvedimento, come sottolineato nella relazione tecnica di accompagnamento e nello stesso preambolo, attiene alle misure di gestione delle operazioni di soccorso in mare. Il decreto-legge mira infatti a definire le condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali e a disciplinare più compiutamente gli effetti della violazione del limite o del divieto di transito e sosta nel mare territoriale disposto nei confronti della nave che abbia recuperato persone discostandosi dall'osservanza delle condizioni previste, sostituendo la precedente sanzione penale con quella amministrativa e introducendo anche una nuova ipotesi di illecito amministrativo fuori dalle ipotesi previste nel caso della violazione del limite o del divieto di transito o sosta. Ciò avviene attraverso novelle all'articolo 1 del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, volte a definire ulteriormente le condizioni di svolgimento delle operazioni di soccorso in mare in presenza delle quali non possono essere adottati provvedimenti del Ministro dell'interno di divieto o di limitazione al transito o alla sosta delle navi nel mare territoriale. Tra tali condizioni rientrano, tra l'altro, il fatto che sia stata richiesta, nell'immediatezza dell'evento, l'assegnazione del porto di sbarco; il fatto che il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità sia raggiunto senza ritardo per il completamento dell'intervento di soccorso.
  Sottolinea che la modifica al decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, riguarda dunque esclusivamente una parte limitata dell'articolo 1 di tale decreto: è pertanto questa sola la specifica problematica affrontata dal decreto-legge in esame, ossia il parametro della valutazione di ammissibilità degli emendamenti. Non sono in alcun modo investite, invece, le restanti parti del citato articolo 1 né i successivi articoli del decreto n. 130, le cui materie non possono dunque ritenersi comprese nel perimetro dell'intervento normativo.
  Ciò chiarito quanto all'individuazione corretta della specifica problematica affrontata dal decreto, che non può essere genericamente ricondotta alla gestione dei flussi migratori, precisa che comunque nella consolidata prassi parlamentare, secondo quanto chiarito nella Giunta per il Regolamento del 13 marzo 2007, il ricorso al criterio finalistico – e cioè alla ratio dominante del provvedimento – ai fini dell'ammissibilità degli emendamenti è applicabile «soltanto ai disegni di legge di conversione di decreti-legge connessi alla manovra finanziaria (nel senso che sono ritenuti ammissibili gli emendamenti comunque volti a conseguire gli obiettivi finanziari del decreto) e per i decreti-legge riguardanti proroghe di termini (nel senso che sono ammessi gli emendamenti comunque volti a prorogare termini in scadenza)».
  Infine, quanto alla giurisprudenza costituzionale, fa presente che la stessa Corte ha richiamato il collegamento «alla ratio dominante del provvedimento originario considerato nel suo complesso» con riferimento ai provvedimenti governativi ab origine a contenuto plurimo (sentenza n. 247 del 2019) e che, nella sentenza n. 245 del 2022, la Corte ha precisato che la correlazione delle norme introdotte in sede di conversione non può essere individuata in relazione al generico riferimento contenuto nell'epigrafe e nel preambolo di un decreto-legge, posto che tale generico riferimento potrebbe «diventare lo strumento per vanificare i limiti costituzionali all'emendabilità del decreto-legge in sede di conversione; ciò a detrimento delle ordinarie dinamiche del confronto parlamentare, così prefigurando un procedimento legislativo alternativo a quello ordinario».

  Igor IEZZI (LEGA) ribadisce la propria perplessità sulla dichiarazione di inammissibilità e sull'esito dei ricorsi, evidenziando come le presidenze non abbiano chiarito le motivazioni che le hanno portate a confermarePag. 6 l'inammissibilità in particolare dell'emendamento Furgiuele 1.038 recante contributi a specifici comuni per far fronte agli sbarchi di migranti. Ritiene che la valutazione dei ricorsi sia stata effettuata con un po' di superficialità e si riserva un approfondimento su quanto testé dichiarato dalla presidenza. Esprime stupore per l'assenza di ricorsi avverso l'inammissibilità degli emendamenti da parte dei gruppi di opposizione, che avevano presentato proposte emendative recanti contenuto speculare a quello delle proposte emendative presentate dalla Lega. Rileva come i gruppi di opposizione, probabilmente a seguito della presentazione di emendamenti da parte della Lega, abbiano scritto una lettera ai Presidenti delle Commissioni, chiedendo loro di attenersi a un rigoroso criterio di inammissibilità, senza poi presentare alcun ricorso avverso la pronuncia di inammissibilità delle proprie proposte emendative. A titolo esemplificativo, richiama l'attenzione su un emendamento presentato dall'opposizione relativo alle patenti degli immigrati, che ritiene emblematico di come l'opposizione abbia inteso il perimetro del provvedimento.

  Nazario PAGANO, presidente, precisa che le considerazioni svolte in ordine alla conferma dell'inammissibilità delle proposte emendative devono intendersi riferite anche alla proposta emendativa Furgiuele 1.038, relativa ai contributi da destinare ai porti di sbarco di una specifica regione.

  Antonino IARIA (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, invita a valutare, qualora non fosse stato già fatto, l'opportunità di anticipare la seduta già prevista per le 14.30 in cui si procederà all'esame degli emendamenti.

  Nazario PAGANO, presidente, precisa che alcuni gruppi avevano evidenziato l'opportunità di fissare la seduta per l'esame degli emendamenti non prima delle 14.30 per concomitanti impegni istituzionali.

  Roberto GIACHETTI (A-IV-RE) ricorda di aver fatto presente alla Presidenza delle Commissioni di dover partecipare alle 14, insieme al collega Zaratti, a una riunione dell'Ufficio di presidenza della Camera; fa presente che, nonostante tale impegno, non vi sarebbe alcuna contrarietà ad un'anticipazione dell'orario della seduta pomeridiana.

  Nazario PAGANO, presidente, propone, qualora vi sia accordo unanime dei gruppi, una anticipazione della seduta alle ore 13.30.

  Carmine Fabio RAIMONDO (FDI), relatore per la IX Commissione, al fine di garantire le eventuali sostituzioni dei componenti delle Commissioni, ritiene consigliabile attenersi all'accordo già raggiunto e confermare la convocazione alle ore 14.30.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) concorda con l'onorevole Raimondo.

  Nazario PAGANO, presidente, ritenendo opportuno mantenere l'orario già fissato, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già prevista per le ore 14.30.

  La seduta termina alle 11.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 26 gennaio 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.05.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 26 gennaio 2023. — Presidenza del presidente della I Commissione Nazario PAGANO, indi del presidente della IX Commissione Salvatore DEIDDA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Nicola Molteni.

  La seduta comincia alle 15.05.

Pag. 7

DL 1/2023: Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.
C. 750 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella odierna seduta antimeridiana.

  Nazario PAGANO, presidente, a seguito della richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso avanzata dal gruppo Partito Democratico, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Comunica che prima della seduta sono stati ritirati gli emendamenti Bonafè 1.37, Iezzi 1.138 e 1.166, Ghirra 1.80 e Zaratti 1.94 e che è stato presentato dai relatori l'emendamento 2.3 (vedi allegato), che recepisce la condizione formulata dalla Commissione Bilancio nel parere espresso il 17 gennaio 2023.

  Matteo MAURI (PD-IDP) chiede un chiarimento alla Presidenza in merito all'effettiva portata dell'emendamento 2.3 dei relatori.

  Nazario PAGANO, presidente, ribadisce che l'emendamento 2.3 dei relatori si limita a recepire una condizione posta, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, dalla Commissione Bilancio, volta ad assicurare una corretta formulazione della clausola di invarianza finanziaria riferita all'attuazione del provvedimento in esame.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) domanda alla Presidenza se dunque le singole proposte emendative recanti disposizioni onerose dovranno essere considerate improcedibili per incompatibilità rispetto alla clausola di invarianza finanziaria di cui all'articolo 2 del provvedimento, da riformulare alla luce del parere espresso dalla Commissione Bilancio.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che naturalmente la puntuale valutazione nel merito delle singole proposte emendative dichiarate ammissibili non potrà che essere svolta all'atto del loro esame.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), relatore per la I Commissione, anche a nome del relatore per la IX Commissione, onorevole Raimondo, esprime parere contrario sull'emendamento Dis.1.1, nonché sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 1 e di quelle riferite all'articolo 2, ad eccezione dell'emendamento 2.3 dei relatori, di cui raccomanda l'approvazione. Esprime, altresì, parere contrario sugli emendamenti riferiti al titolo. Formula inoltre, anche a nome del relatore della IX Commissione, che ne è cofirmatario, le proposte emendative 1.186, 1.185 e 1.184 (vedi allegato), corredate da apposite relazioni illustrativa e tecnica, che sono in distribuzione e di cui raccomanda l'approvazione.

  Nazario PAGANO, presidente, propone quindi di fissare il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti alle proposte emendative 1.186, 1.185 e 1.184 dei relatori, testé depositate, alle ore 18 della giornata odierna.

  Roberto MORASSUT (PD-IDP) nel rimarcare la necessità per i Gruppi di prendere adeguata contezza dei contenuti delle proposte emendative 1.186, 1.185 e 1.184 dei relatori, testé presentate, chiede che, in assenza di un termine più ampio per la presentazione dei subemendamenti, la seduta venga sospesa.

  Nazario PAGANO, presidente, alla luce dell'intervento testé svolto dal deputato Morassut, propone pertanto di fissare il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti alle proposte emendative 1.186, 1.185 e 1.184 dei relatori alle ore 10 di domani. Non essendovi obiezioni, conferma tale termine.

  Il sottosegretario Nicola MOLTENI esprime parere conforme a quello dei relatori sulle proposte emendative Dis.1.1, nonché su quelle riferite agli articoli 1 e 2 del presente decreto-legge e sugli emendamenti riferiti al titolo del decreto. Esprime Pag. 8inoltre parere favorevole sugli emendamenti 1.186, 1.185, 1.184 e 2.3 dei relatori.

  Francesca GHIRRA (AVS) intervenendo sull'emendamento Dis.1.1, soppressivo del disegno di legge di conversione, ritiene che la mancata conversione del decreto-legge rappresenti la soluzione ottimale, come peraltro da più parti evidenziato anche nel corso delle audizioni svolte, giacché il provvedimento in esame presenta indiscutibili profili di illegittimità costituzionale e contrasta apertamente con i principi internazionali ed europei relativi alle operazioni di salvataggio di vite umane in mare. Nell'evidenziare che i contenuti del presente decreto-legge risultano sostanzialmente inemendabili, ribadisce l'opportunità che le Camere non procedano alla sua conversione in legge, determinandone in tal modo la perdita di efficacia.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Dis.1.1, concorda con le valutazioni svolte dalla deputata Ghirra e ritiene che la mancata conversione del decreto-legge costituisca effettivamente l'unica soluzione rispetto ad un testo sostanzialmente non emendabile e che – lungi dall'affrontare, a dispetto del titolo, il tema di una corretta gestione dei flussi migratori – arreca grave pregiudizio alle vite umane, dal momento che la reale intenzione del Governo e della sua maggioranza è quella di aumentare il numero dei naufragi e dei morti in mare, attraverso il sistematico smantellamento delle operazioni di soccorso. Sottolinea che ciò si pone in aperto contrasto con lo Stato di diritto, dal momento che il salvataggio di vite umane in mare rappresenta un principio fondamentale degli ordinamenti nazionale, europeo e internazionale. Evidenzia, altresì, la palese illegittimità delle misure volte a limitare le operazioni di soccorso a non più di una operazione per ogni singola nave, rilevando come i flussi migratori debbano piuttosto essere gestiti con strumenti ben diversi da quelli contemplati dal presente provvedimento. Anche in riferimento alla previsione secondo cui le navi impegnate in operazioni di soccorso in mare devono informare tempestivamente i competenti centri di coordinamento, ritiene che tale circostanza sia difficilmente praticabile, dal momento che – tanto più a seguito dell'istituzione della zona SAR libica – spesso i predetti centri non forniscono risposta, nonostante le richieste pervenute dalle imbarcazioni delle ONG, come ha avuto modo di accertare personalmente nel corso di una recente visita a bordo della nave Ocean Viking, e ciò smentisce talune affermazioni rese dal Ministro dell'interno Piantedosi durante una sua informativa urgente svoltasi alla Camera dei deputati. Osserva inoltre che, anche a causa dell'estrema precarietà delle imbarcazioni utilizzate dai migranti, le operazioni di soccorso in mare necessitano prioritariamente di interventi tempestivi, quale condizione essenziale per tentare di scongiurare perdite umane. Venendo quindi al merito di talune disposizioni recate dal presente decreto-legge, richiamata anzitutto l'attenzione sul carattere eccessivamente vago e non puntuale della locuzione «senza ritardo» di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), capoverso 2-bis, lettera d), riferita al tempo entro cui la nave è chiamata a raggiungere il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità per il completamento dell'intervento di soccorso. Al riguardo, invita il sottosegretario Molteni a rendere alle Commissioni maggiori delucidazioni, dal momento che – non essendo chiaro né l'autorità che possa stabilire il ritardo né i parametri rispetto a cui esso debba essere valutato – la norma appare configurarsi alla stregua del reato di istigazione all'omissione di soccorso. Ritiene che la citata misura, priva di un contenuto autosufficiente, presenti pertanto un margine interpretativo di eccessiva discrezionalità. Considera altresì incompatibile rispetto al diritto nazionale ed internazionale la disposizione di cui alla lettera a) del medesimo capoverso 2-bis, laddove richiama – tra le condizioni al cui ricorrere in modo congiunto è preclusa l'adozione da parte del Ministro dell'interno del provvedimento di limitazione o divieto all'ingresso, al transito o alla sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica – la circostanzaPag. 9 per cui la nave medesima effettui in via sistematica attività di ricerca e soccorso in mare, giacché tale previsione si manifesta come una norma ad hoc, e quindi come una legislazione speciale applicabile ad una sola categoria di imbarcazioni, vale a dire quelle utilizzate dalle ONG, e non anche, ad esempio, a pescherecci o navi commerciali che invece, come ampiamente dimostrato dalle cronache passate, hanno spesso meritoriamente salvato vite umane mediante operazioni di soccorso in mare. Ritiene altresì profondamente sbagliata e sostanzialmente inattuabile, per una serie di profili critici, la previsione di cui alla lettera b) dello stesso capoverso 2-bis, ai sensi della quale la nave che ha operato il soccorso deve tempestivamente avviare iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, a raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità. Evidenzia infatti che, da un lato, gli equipaggi delle navi di soccorso non dispongono, in assenza peraltro della figura del mediatore culturale, degli strumenti per adempiere ai suddetti compiti, che vengono invece regolarmente svolti dalla polizia di Stato per l'immigrazione e le frontiere, dall'altro, in tal modo verrebbero inopinatamente sottratte competenze rilevanti alle stesse forze di polizia. Si tratta pertanto, a suo avviso, di un intervento normativo assai poco coordinato, nonché irrispettoso della gerarchia delle fonti, non potendo evidentemente il nostro Paese imporre proprie norme a soggetti appartenenti ad altri ordinamenti giuridici.
  In conclusione, ritiene che il decreto-legge in esame – che confligge palesemente con i principi costituzionali, con il diritto internazionale e con il riparto di competenze dei diversi corpi dello Stato – sia un provvedimento di bandiera dal carattere manifestamente propagandistico, una sorta di capro espiatorio attraverso il quale il Governo e la sua maggioranza parlamentare cercano in realtà di distogliere l'attenzione degli italiani dalle vere emergenze del momento, tra cui il rincaro delle bollette, la crescita sostenuta dell'inflazione e le condizioni di povertà in cui versano sempre più numerosi i concittadini.

  Nazario PAGANO, presidente, nel ricordare che, in base al Regolamento della Camera, gli interventi possono avere una durata massima di 10 minuti, fa notare come la collega Boldrini abbia parlato per 20 minuti. Invita tutti i deputati al rispetto dei tempi regolamentari, al fine di garantire l'ordinato prosieguo dell'andamento dei lavori.

  Filiberto ZARATTI (AVS) sottolinea che l'emendamento Ghirra Dis.1.1 deve essere adeguatamente illustrato, stante la sua importanza. Afferma che il provvedimento in esame non tende ad affrontare concretamente un problema, bensì risponde a finalità ideologiche e allo scopo di ottenere consensi nel Paese. Numerose disposizioni in esso contenute appaiono del tutto irragionevoli e contrarie alle convenzioni internazionali e ai principi costituzionali: ad esempio l'effetto della disposizione che impedisce i soccorsi multipli equivale ad istigare il comandante della nave a commettere il reato di omissione di soccorso. Si tratta, a suo avviso, di un provvedimento di cattiveria sociale, nei confronti di persone che sfuggono alla fame, alla guerra, ai cambiamenti climatici, che sono magari transitate nei lager libici.
  Ricorda che domani, 27 gennaio, è la Giornata della memoria. Ritiene che dopo la Shoah non è più possibile l'esistenza di lager come quelli presenti in Libia. Bisognerebbe anzi che il nostro Paese denunciasse il Memorandum con quel Paese, che testimonia eloquentemente che non abbiamo imparato nulla dalla storia. Ricorda altresì che nel Canale di Sicilia e nel Mar Mediterraneo sono morte decine di migliaia di persone, e ciò deve seriamente interrogare le coscienze.
  Protesta poi contro l'assurdità della disposizione in base alla quale i comandanti delle navi devono procedere all'identificazione dei naufraghi, verificare se essi richiedono la protezione internazionale e trasmettere questi dati all'autorità giudiziaria del porto di sbarco. Si tratta di Pag. 10qualcosa di inedito sia per il nostro diritto sia per il diritto internazionale. Si tratta di una norma che provocherà disastri in termini sia giuridici sia umani, come già avvenuto per le iniziative del Ministro Salvini. Conclude ribadendo la richiesta di non convertire del decreto in esame in quanto considera tale provvedimento un'umiliazione per un Paese avanzato, con una grande cultura marinara e un grande passato di emigrazione.

  Andrea CASU (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Ghirra Dis.1.1, a nome suo e di tutti i colleghi del gruppo del PD che vorranno unirsi a tale richiesta. Ricorda le tantissime voci ascoltate nel corso del ciclo di audizioni, che tutte hanno rappresentato la necessità non di emendare il testo bensì di sopprimerlo. Il provvedimento in esame non è infatti finalizzato alla gestione dei flussi migratori, il suo obiettivo è piuttosto quello di rendere più difficile la vita di chi salva vite nel Mar Mediterraneo. L'Italia non può permettersi di dare il segnale che di fronte alla tragedia delle morti in mare la risposta sia complicare la gestione dei soccorsi umanitari. Di fronte alle divisioni che stanno emergendo nella maggioranza, auspica un'unità fra chi si oppone al provvedimento, considerando questa scelta una battaglia di civiltà.

  Giuseppe PROVENZANO (PD-IDP) si unisce alla richiesta di sottoscrivere l'emendamento Ghirra Dis.1.1. Sottolinea l'impossibilità di convertire in legge un decreto che è contro il diritto in quanto viola le convenzioni internazionali, la legge del mare e l'ordinamento italiano. Definisce questo decreto come criminogeno, in quanto istiga i comandanti delle navi a commettere omissione di soccorso. Ricorda che le ONG svolgono un ruolo che deriva dal fatto che le persone non vengono tratte in salvo dagli Stati e sottolinea che l'alternativa al ruolo delle ONG è la morte in mare dei migranti che naufragano. Ricorda altresì che nel 2022 i morti nel Mediterraneo sono stati 1400, decine di migliaia di persone in tutti questi anni. Proprio sulla base di quanto emerso nelle audizioni, è convinto della inemendabilità complessiva del provvedimento, anche se l'opposizione passerà a discutere ogni singola proposta emendativa presentata. Dichiara inaccettabile l'ipocrisia di chi considera il provvedimento come finalizzato a mettere in salvo le persone. Rileva che tale decreto ha invece un fine del tutto contrario e che esso provocherà l'aumento del numero di morti nel Mar Mediterraneo. Esso inaugura la terza fase delle politiche della destra sull'immigrazione: la prima, quella dei porti chiusi, bocciata dalla Corte di cassazione in quanto contraria al diritto internazionale; la seconda, la strategia del Ministro Piantedosi, quella dei porti socchiusi ovvero degli sbarchi selettivi, che ha rappresentato il grado zero della civiltà giuridica; la terza, appunto quella dei porti lontani, che anch'essa si scontrerà con la realtà. Si tratta di una strategia di distrazione di massa, volta a distogliere l'attenzione dei cittadini dai veri e irrisolti problemi del Paese.
  Ribadisce ancora che il Governo, sapendo di non poter fare la guerra alle ONG, ha deciso di muovere una sorta di guerriglia, fatta di piccoli impedimenti, intralci, infamie. Ricorda infine che siamo stati un popolo di naviganti e di migranti, consapevole che non c'è nulla di più tragico della morte in mare di un uomo, e ciò contrasta vivamente con l'aridità morale che emerge dalla redazione di queste norme. Cita infine la poesia La morte per acqua, da La terra desolata di T.S Eliot.

  Roberto MORASSUT (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Ghirra Dis.1.1. Osserva che il provvedimento di cui si chiede la soppressione risponde a un nomen sbagliato: è in realtà un decreto che definisce «antisoccorso». Rileva che il decreto è il risultato di profonda immoralità e viola le norme di diritto internazionale e i principi fondanti la nostra Costituzione. È un vero e proprio intruglio giuridico che non funzionerà e che apre una luce sulle contraddizioni interne alla maggioranza, la quale propone il testo nel pieno di una stagione elettorale.
  Il provvedimento, continua, lede diritti antichissimi e viola la nostra Costituzione; soprattutto introduce l'idea che il problema Pag. 11dei flussi migratori abbia dei colpevoli, in primo luogo le ONG. Si introducono tutta una serie di ostacoli alle attività di tali organizzazioni: ad esempio l'impossibilità del soccorso multiplo.
  Evidenzia come sia incredibile che lo Stato stia abdicando a alcune delle sue funzioni essenziali, come prevede l'articolo 1, comma 1, lettera b). Rileva infatti come tali disposizioni scarichino sui comandanti delle navi il compito di informare le persone prese a bordo della possibilità di chiedere la protezione internazionale. Sono fragilità ineliminabili dal punto di vista giuridico-formale di questo testo, che ne renderanno alla fine impossibile l'applicazione. Menziona poi l'aumento delle sanzioni amministrative, per rendere più difficile l'attività delle ONG. Ribadisce infine la soppressione del provvedimento.

  Davide FARAONE (A-IV-RE) dichiara di votare a favore dell'emendamento Dis. 1.1, ritenendo il provvedimento in esame inutile rispetto alla portata del fenomeno che viene trattato, concentrandosi su un aspetto assolutamente marginale del fenomeno migratorio. Evidenzia come il Governo, dopo aver fatto della questione migratoria un tema centrale e identitario, si limiti ad affrontare questo rilevante tema con un decreto-legge che, di fatto, non risolve nulla. I salvataggi delle ONG, sulla base dei dati forniti dal Governo stesso, sono infatti marginali per quantità. Ritiene che questo sia un decreto di frustrazione del Governo che, incapace di incidere e ottenere risultati in Europa, ad esempio per quanto riguarda la riforma del regolamento Dublino, utilizza il decreto-legge come specchietto per le allodole, attaccando le ONG. Sottolinea come il decreto-legge sia il simbolo del fallimento del Governo sulle politiche migratorie, come dimostravano gli emendamenti della Lega dichiarati inammissibili, che non a caso cercavano di allargare l'ambito del provvedimento nella consapevolezza dell'insufficienza dei suoi contenuti.
  Stigmatizza il fatto che, mentre attualmente nel mondo ci sono nazioni in competizione per essere destinatarie di una migrazione di qualità (si pensi all'importazione di medici stranieri da parte della regione Calabria), il Governo italiano scomoda il Parlamento per convertire un decreto-legge che disciplina con fonte primaria quanto il Ministro Minniti aveva già ottenuto con un semplice Codice di comportamento delle ONG, peraltro adottato previa concertazione e con il loro consenso.
  Annuncia che gli emendamenti del proprio gruppo in merito alla regolamentazione degli sbarchi sono volti a ripristinare i contenuti di quel Codice, sia per quanto riguarda gli aspetti concertativi, di dialogo e collaborazione con le ONG, sia per quanto riguarda le condizioni dei salvataggi in mare. Invita il Governo a ritirare il provvedimento e utilizzare gli strumenti più adatti per gestire questo fenomeno, dialogando con le ONG, nella convinzione che coloro che salvano i naufraghi in mare svolgono un lavoro encomiabile e vanno ringraziati, non criminalizzati. Sottolinea infatti come, ad oggi, non sia stato provato nessun accordo tra le ONG e gli scafisti, assicurando che, in caso contrario, se ci fosse in merito una condanna passata in giudicato, il suo gruppo sarebbe tra i primi a condannare il fenomeno.
  Si dichiara convinto dell'esigenza di regolamentare i salvataggi in mare, di prevedere un coordinamento da parte dello Stato e del dovere delle ONG di attenersi alla regolamentazione, ma ritiene che non sia attraverso il decreto-legge in esame che si realizzi tutto questo. Stigmatizza l'uso della decretazione d'urgenza a fini elettorali, per nascondere ciò che il Governo non è in grado di realizzare in Europa. Dichiara la disponibilità del proprio gruppo ad affrontare il tema della regolamentazione del fenomeno migratorio, partendo però dal modello applicato dal Governo Gentiloni, e segnatamente dal Ministro Minniti, che aveva raggiunto risultati dei quali si dichiara orgoglioso. Respinge invece l'approccio dell'attuale Governo, tutto incentrato sulla criminalizzazione di coloro che svolgono un lavoro nella maggioranza dei casi encomiabile.

  Alfonso COLUCCI (M5S), ribadendo quanto già sostenuto in altre sedute, afferma che il decreto-legge in esame rappresenta il naufragio dell'umanità. Ricorda Pag. 12alle Commissioni come il primo naufrago del nostro immaginario collettivo sia Odisseo, l'unico che si salvò dalla furia del mare scatenata da Poseidone e come tutti siamo figli di questa cultura classica e del significato simbolico del naufragio, come momento di disperazione dell'uomo, segno della sua impotenza di fronte all'ignoto, e della barca come simbolo di salvataggio. Evidenzia come nella vita di ciascuno ricorrano occasioni di naufragio, situazioni di disperazione di fronte all'ignoto e al pericolo, situazioni nelle quali si cerca solidarietà, salvataggio, si cerca la barca che metaforicamente offre salvezza. Si dichiara convinto che gli italiani siano molto migliori di come questo decreto-legge li descriva e ritiene che anche i colleghi della Lega, che sta iniziando a conoscere e dunque ad apprezzare umanamente, siano sensibili alla necessità di aprire le braccia e accogliere l'altro, comprendendo che l'altro, il naufrago, non è diverso da noi. Invita dunque tutti a mandare un segnale di solidarietà, ritirando il decreto-legge.
  Stigmatizza quindi i contenuti del decreto-legge, che impedisce i soccorsi plurimi, in violazione delle Convenzioni internazionali, della Costituzione, del codice della navigazione e del codice penale, con particolare riferimento al reato di omissione di soccorso. Ritiene in particolare che la norma penale sull'omissione di soccorso sia espressione di quell'impianto valoriale di solidarietà che le disposizioni del decreto contraddicono. Contesta inoltre sia la parte del decreto-legge che impone agli equipaggi di navi battenti bandiera di uno Stato estero di effettuare operazioni riferite dal decreto legislativo n. 25 del 2008 a organismi previsti dal nostro ordinamento, sia il tentativo di incardinare la competenza a ricevere le domande di asilo nello Stato del quale la nave che effettua il salvataggio batte bandiera. Entrambe le disposizioni ritiene che violino norme del nostro ordinamento e di diritto europeo, oltre che con gli articoli 3 e 10 della Costituzione.
  Chiedendo di sottoscrivere l'emendamento Dis. 1.1, dichiara come ad avviso del suo gruppo il decreto-legge non sia emendabile, perché contrasta con il senso dell'umanità, e ne auspica dunque il ritiro.

  Antonino IARIA (M5S), preannunciando che il suo intervento non sarà elevato come quello testé svolto dal collega Colucci, assimila il decreto-legge in conversione a una macchina per affilare il burro, cioè una cosa complessa, confusa ma inutile. Ritiene che il decreto sia semplicemente volto a complicare il quadro normativo e ad individuare un nemico: se il nemico di ieri era il percettore del reddito di cittadinanza e poi il nemico sono stati i benzinai che aumentano il costo della benzina, il nemico di oggi sono le ONG, che causano i problemi dell'immigrazione clandestina in Italia. Evidenzia però che se questo confusionario decreto impedisce anche solo un soccorso in mare, il risultato è una tragedia, perché si perdono vite umane. Sottolinea come le ONG siano il nemico del Governo nonostante la percentuale di salvataggi svolti dalle ONG sia molto bassa. Afferma che il decreto-legge confligge con il diritto internazionale, come riconosciuto dalle audizioni, ed evidenzia come dunque con questo provvedimento il Governo non abbia risolto niente. Evidenzia come il problema dei migranti vada affrontato con serietà, non con la propaganda, e vada affrontato a livello europeo. Ritiene che l'approvazione della proposta emendativa soppressiva del provvedimento possa aiutare il Governo a chiudere qui la questione e passare ad altro.

  Valentina GHIO (PD-IDP), associandosi ai ragionamenti già svolti dai colleghi, chiede di sottoscrivere la proposta emendativa soppressiva. Ritiene che il decreto-legge renda tragicamente più probabile la morte di persone in mare, come hanno confermato le audizioni svolte, e che sul tema dei salvataggi il Governo non possa adottare un approccio ideologico, ma debba rispettare la normativa internazionale e i principi umanitari. Afferma che l'assegnazione di porti lontani dall'area di salvataggio renda impossibile l'attività di soccorso delle organizzazioni umanitarie, che peraltro non possono fare salvataggi multipli. EvidenziandoPag. 13 come provvedimenti analoghi al decreto-legge odierno, adottati in violazione di norme internazionali, siano già incorsi in contestazioni plurime, stigmatizza che il Governo persegua ancora questo approccio. Ritiene inoltre il provvedimento all'esame delle Commissioni basato su un segnale di sicurezza falsato, sia in relazione al numero di migranti che giungono in Italia, che in relazione alla percentuale di salvataggi effettuati dalle ONG. Evidenzia come sarebbe stato necessario affrontare il tema dell'immigrazione in modo strutturale e sistemico e sostiene come invece il Governo abbia abdicato al proprio ruolo, impedendo alle persone di trovare salvezza, trasformando il dovere morale di procedere al salvataggio in un crimine. Conclude affermando che il decreto-legge risponde a esigenze propagandistiche, non affronta il tema dell'immigrazione e non dà risposta neanche alle vere emergenze del Paese, perché è più facile fare propaganda che affrontare i problemi sul serio.

  Riccardo RICCIARDI (M5S) ritiene che il carattere esiguo degli sbarchi in Italia dovuti a salvataggi delle ONG, espresso dai numeri che sono emersi anche nel corso delle audizioni, possa essere meglio percepito attraverso un esempio: in Italia nel 2021 con le ONG sono arrivate 12.000 persone; con la metro di Roma in un'ora ne arrivano 24.000. Ritiene che legittimamente il Governo abbia emanato il decreto-legge, avendo dichiarato agli italiani che avrebbe risolto il problema dell'immigrazione, ma che il provvedimento non risolva niente e che di questo gli italiani si accorgeranno. Si accorgeranno che i problemi veri legati all'immigrazione, dalle periferie ai problemi di convivenza delle diverse comunità, non sono stati risolti e che questo decreto-legge è una truffa. Per evidenziare i limiti del decreto-legge offre un ulteriore esempio: cosa fare se in strada il semaforo rosso ci impedisce di passare, ma dall'altra parte della strada c'è qualcuno che sta morendo? Rispettare il segnale di stop e lasciare morire la persona o compiere un illecito per salvarla? Infine, collegandosi all'esempio fatto dal suo capogruppo, onorevole Colucci, ricorda che nell'antica Grecia lo straniero prima veniva lavato, poi rivestito, poi sfamato, e solo dopo tutto questo gli veniva chiesto da dove venisse. Ricorda come la nostra cultura provenga da lì e come gli italiani siano meglio di come li rappresenta il decreto-legge.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), nel preannunciare il voto favorevole sull'emendamento Ghirra Dis.1.1, evitando di ripetere le considerazioni già svolte nel corso delle sedute precedenti, tiene a sottolineare un aspetto che a suo parere rende particolarmente odioso il provvedimento in esame, vale a dire che esso si fonda su una falsità. Fa presente quindi che, come ripetuto in ogni occasione dal ministro Piantedosi, il decreto-legge muove dal falso presupposto che le organizzazioni non governative non facciano ricerca e salvataggio di vite umane in mare ma piuttosto favoriscano l'immigrazione irregolare. Precisa a tale proposito che l'eventuale illegalità dell'azione delle ONG non è stata finora dimostrata da alcun tribunale, rammentando che tutte le sentenze passate in giudicato hanno assolto i comandanti di navi di soccorso dall'accusa di aver violato norme amministrative analoghe a quelle che si appresta ad introdurre il provvedimento in esame. Aggiunge che in quelle sentenze è stato al contrario riconosciuto che i comandanti delle navi si erano conformati al diritto internazionale e nazionale. Accusa quindi la maggioranza di montare una retorica che falsifica la realtà e che, se riprovevole quale elemento di propaganda, diventa inaccettabile come base di un intervento normativo. Sottolinea in particolare la menzogna del cosiddetto pull factor, evidenziando che secondo il ministro Piantedosi la presenza di pochissime navi di soccorso in una zona amplissima come quella del Mediterraneo occidentale costituirebbe un fattore di attrazione determinando la partenza di decine di migliaia di persone che in realtà fuggono dalla carestia dalla guerra, dalla crisi geopolitiche dell'Africa centrale e dalle conseguenze del cambiamento climatico. Ricorda che, sempre secondo il ministro, la presenza in mare delle imbarcazioni delle ONG determinerebbePag. 14 addirittura le caratteristiche delle imbarcazioni utilizzante dai migranti. Censura pertanto il fatto che sulla base di tale menzogna il Governo imponga ai parlamentari di occuparsi di un provvedimento inconsistente, contraddittorio, inutile e fonte di incertezza del diritto, che per di più rende difficili le operazioni di salvataggio. Nel rammentare a tale proposito che dal 2013 ammontano a 25.218 le persone morte in mare, pur riconoscendo come uno Stato possa legittimamente decidere di non organizzare missioni di salvataggio – quale ad esempio Mare nostrum di cui le massima autorità nazionali si sono sempre dette fiere – invita almeno a non ostacolare l'azione delle ONG. Fa presente al contrario l'esigenza di un provvedimento che intervenga davvero nella gestione dei flussi migratori, prevedendo ingressi legali per motivi di lavoro e regolarizzazione delle persone che già lavorano nel nostro Paese, anche se in una condizione irregolare. Sottolineando che in tal modo ne trarrebbero beneficio i sistemi fiscale, pensionistico e previdenziale dell'Italia, si meraviglia del fatto che la maggioranza ed il Governo non parlino con le categorie produttive del Paese che chiedono ripetutamente ingressi legali per i lavoratori stranieri. In conclusione fa presente che se la maggioranza e il Governo si impegnassero su un provvedimento come quello appena indicato, troverebbero una diversa interlocuzione da parte dell'opposizione.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che saranno posti in votazione congiuntamente gli emendamenti Ghirra Dis.1.1 e Bonafè 1.2 che, benché formalmente diversi, se approvati determinerebbero il medesimo effetto normativo di impedire la conversione del decreto-legge.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni riunite respingono gli emendamenti Ghirra Dis.1.1 e Bonafè 1.2.

  Francesca GHIRRA (AVS), intervenendo sull'emendamento 1.5 a sua prima firma, sottolinea preliminarmente come il decreto-legge in esame presenti un titolo che stride con il reale contenuto del provvedimento, dal momento che non si tratta di gestire i flussi migratori ma piuttosto di ostacolare le operazioni di soccorso da parte delle organizzazioni non governative. Nel ribadire che la soluzione migliore sarebbe quella di non convertire il decreto-legge, dal momento che è illegittimo e incostituzionale, sottolinea tuttavia che il suo gruppo ha presentato diverse proposte emendative volte almeno a migliorare il testo, sollecitando tra l'altro alla maggioranza a strutturare in maniera più adeguata il sistema di accoglienza per chi fugge da guerre e carestie. Richiama quindi, con riguardo all'azione delle ONG, i dati riportati nella documentazione fornita dalla Guardia costiera in occasione del ciclo di audizioni svolto dalle Commissioni riunite, da cui si evince che, rispetto al totale degli arrivi dalla Tunisia e dalla Cirenaica, le ONG sono responsabili del salvataggio di una percentuale inferiore o pari al 10 per cento, segnalando l'eccezione rappresentata dal dato del 30 per cento relativo al totale delle partenze dalla Tripolitania. Si rammarica inoltre della mancata ammissibilità dell'emendamento 1.3 che, recependo un suggerimento avanzato in audizione dal sindaco di Prato, responsabile ANCI in materia di migrazione, proponeva la creazione di nuovi hotspot nei porti assegnati per lo sbarco. Sottolinea che in tal modo si potrebbe tentare di lenire le sofferenze dei migranti che invece vengono incrementate dal Governo che li costringe a rimanere più a lungo a bordo delle navi e a percorrere molte miglia in più per raggiungere porti sempre più lontani. Considerato inoltre che il Governo evidentemente non vuole che le navi delle ONG straniere si occupino del soccorso in mare, a suo parere allora bisognerebbe potenziare il sistema nazionale di sorveglianza e salvataggio, come previsto appunto dall'emendamento a sua prima firma 1.5. Al di là delle questioni giuridiche e del mancato rispetto degli obblighi internazionali, si tratta a suo parere in primo luogo di un intervento disumano che, piuttosto che assicurare l'incolumità delle persone, come rilevato nella relazione dei colleghi relatori, mira ad ostacolare le azioni delle Pag. 15ONG, nonostante che queste ultime sopperiscano alla mancata iniziativa del Governo. Quanto al divieto di soccorsi plurimi, preannuncia che tale disposizione non sarà attuata dal momento che non è possibile impedire al comandante di una nave di ottemperare al superiore obbligo di salvare le vite in mare. Pertanto, in conclusione, nell'invitare i colleghi a votare in senso favorevole sull'emendamento a sua prima firma 1.5, sollecita Governo e maggioranza a ritirare il provvedimento e a riflettere insieme all'opposizione su nuove modalità di accoglienza e soccorso.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) nel partire dall'indispensabile presupposto, secondo cui salvare vite umane in mare è un obbligo giuridico ed un principio inalienabile, rileva che i dotti richiami dei colleghi Provenzano e Alfonso Colucci erano volti non a fare sfoggio di cultura classica ma piuttosto a dimostrare che si sta parlando di valori antichi tanto quanto l'umanità stessa. Aggiunge pertanto agli esempi riportati dai colleghi il riferimento alla tragedia di Euripide che racconta le vicissitudini dei figli di Eracle, scacciati da Argo, costretti a vagare per l'Egeo in compagnia della nonna e infine accolti dalla città di Atene in quanto rifugiati. Nel richiamare il significato originario della parola asilo, derivante da un termine greco, facendo presente che si tratta di un diritto antichissimo, evidenzia come il Governo con il «decretuccio» in esame finisca per strappare millenni di cultura, anche giuridica. Rileva quindi come, a fronte della grandezza di Euripide, il Governo riveli il suo modello di civiltà, rispondendo sostanzialmente con lo slogan «la pacchia è finita», che equivale a dire che ora si può morire in mare dal momento che alle ONG è resa difficile l'azione di soccorso. Nel rammentare che non uno solo dei diversi soggetti auditi dalle Commissioni riunite si è espresso in favore del provvedimento in esame – che può essere definito un «decreto naufragi» dal momento che l'unico risultato sarà quello di aumentare le morti in mare –, richiama le pertinenti disposizioni in materia di obbligo del soccorso in mare contenute nelle Convenzioni UNCLOS, SOLAS e SAR. Ribadisce pertanto che alla luce di tali disposizioni il provvedimento in esame è contrario alla legislazione internazionale consolidata che obbliga tutti gli Stati a soccorrere le persone in mare, rammentando che il numero delle persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo ammonta a oltre 25.000. Rileva in conclusione che il decreto in esame servirà non a contenere i flussi migratori o a rendere un servizio al Paese, ma semplicemente ad alimentare la propaganda che tuttavia è anch'essa destinata a fallire dal momento che a suo parere gli italiani e le italiane a fronte di tanta brutalità finiranno con il voltare le spalle alla maggioranza ed al Governo.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ghirra 1.5.

  Antonino IARIA (M5S) intervenendo sull'ordine dei lavori, pur non contestando le valutazioni di natura tecnica che hanno indotto a votare congiuntamente gli emendamenti Ghirra Dis.1.1 e Bonafè 1.2, ritiene che nelle prossime occasioni sarebbe preferibile che i deputati fossero informati tempestivamente della votazione congiunta e non a ridosso del voto.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.9, volto a sopprimere il comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 130 del 2020, secondo cui per motivi di ordine e sicurezza pubblica il Ministro dell'interno può limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale. Evidenzia come la predetta disposizione si sia rivelata del tutto inefficace sul piano applicativo, determinando una profonda incertezza nell'interpretazione del quadro normativo di riferimento e introducendo ulteriori vincoli ed impedimenti alle operazioni di soccorso in mare.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.9.

  Salvatore DEIDDA, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamentiPag. 16 Faraone 1.10 e 1.11; s'intende che vi abbiano rinunziato.

  Antonino IARIA (M5S) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.12, volto a perseguire, per quanto possibile, una riduzione del danno rispetto agli effetti del presente decreto-legge. Nel ritenere profondamente sbagliata l'azione politica del Governo in tale delicata materia, osserva come problemi complessi, quale quello della gestione dei flussi migratori, richiedono soluzioni altrettanto complesse, frutto di un'interlocuzione diretta e paziente con gli operatori del settore, astenendosi da un approccio di tipo propagandistico come quello adottato dal Governo stesso e dalla sua maggioranza parlamentare.

  Francesca GHIRRA (AVS) preannunzia il voto favorevole sull'emendamento Iaria 1.12, di cui condivide le finalità, dal momento che le lettere a) e b) del capoverso 2-bis, introdotto dall'articolo 1, comma 1, lettera b), del decreto-legge in esame, di cui si propone la soppressione, si pongono evidentemente in contrasto rispetto al diritto internazionale relativo al soccorso in mare, posto che, da un lato, la richiamata lettera a) criminalizza di fatto le ONG, dall'altro, la successiva lettera b) affida agli equipaggi della nave compiti assai delicati che agli stessi non competono e per i quali non dispongono delle prescritte professionalità.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) interviene sull'emendamento Iaria 1.12, volto a sopprimere le lettere a) e b) del capoverso 2-bis, introdotto dall'articolo 1, comma 1, lettera b), del decreto-legge in esame. Ribadisce il carattere estremamente vago e per più versi carente sotto il profilo della coerenza normativa. Con riferimento alle disposizioni di cui alla citata lettera a), non appare chiaro se esse ricomprendano anche il caso di navi che effettuano attività di ricerca e soccorso in mare in via non sistematica, né si comprende a quale ordinamento giuridico dovrebbero attenersi, se a quello dello Stato di bandiera o ad altro ancora. Con riguardo alle disposizioni di cui alla successiva lettera b), non appare chiaro quali siano i «dati rilevanti» ivi richiamati, dal momento che l'identificazione delle generalità delle persone a bordo, nel caso dei migranti, che sono persone spesso sprovviste di ogni tipo di documenti, non può certo essere rimessa agli equipaggi della nave né essere delegata ad altri soggetti che non siano le forze dell'ordine del nostro Paese.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Iaria 1.12.

  Antonino IARIA (M5S) illustra l'emendamento Carotenuto 1.13, di cui è cofirmatario, anch'esso diretto a migliorare, per quanto possibile, il testo del decreto-legge in esame, prevedendo che nelle operazioni di soccorso resta in ogni caso fermo il rispetto delle disposizioni e dei principi stabiliti dalle fonti internazionali concernenti il dovere di soccorso in mare, in ciò ponendo rimedio alla evidente trascuratezza da parte del Governo, che ha omesso di richiamare espressamente se non altro la cornice giuridica di riferimento entro cui si colloca il provvedimento in discussione. Nel rimarcare che l'Esecutivo e la sua maggioranza parlamentare affrontano un problema complesso sulla base di un approccio superficiale e propagandistico, ritiene che il presente decreto-legge sia essenzialmente animato da una preconcetta ostilità nei confronti delle ONG.

  Francesca GHIRRA (AVS) preannunzia il voto favorevole sull'emendamento Carotenuto 1.13, di cui condivide le finalità, in quanto volto ad esplicitare quei riferimenti normativi a livello internazionale di cui il decreto-legge adottato dal Governo non sembra invece minimamente tenere conto. Osserva, peraltro, che la stessa relazione illustrativa all'emendamento 1.186 dei relatori indica chiaramente una serie di criticità inerenti alla attuale formulazione della lettera a) del capoverso 2-bis, introdotto dall'articolo 1, comma 1, lettera b), del medesimo decreto-legge.

  Filiberto ZARATTI (AVS) invita i relatori e il Governo a riconsiderare il parere Pag. 17contrario in precedenza espresso sull'emendamento Carotenuto 1.13, che si limita a richiamare la cornice normativa di riferimento a livello internazionale, tanto più essenziale se si considera che, in base alla nostra Costituzione, i trattati internazionali non possono essere oggetto di referendum abrogativi.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) preannunzia il voto favorevole del Partito Democratico sull'emendamento Carotenuto 1.13, che reca i pertinenti riferimenti alle fonti internazionali in materia di soccorso in mare. Ritiene che una sua eventuale approvazione potrebbe certamente costituire un positivo segnale di distensione nei confronti delle forze parlamentari di minoranza, tanto più auspicabile in sede di esame di un provvedimento per molti aspetti controverso.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Carotenuto 1.13.

  Alfonso COLUCCI (M5S) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.14, su cui auspica un ripensamento da parte dei relatori e del Governo, volto a prevedere che le autorità italiane competenti per la ricerca e il soccorso in mare, ovvero, nel caso di assegnazione del porto di sbarco, le autorità di pubblica sicurezza e lo Stato di bandiera, siano costantemente informate sulle attività di soccorso e immediatamente informate di ogni evento rilevante ai fini della salvaguardia della vita in mare. Rileva, altresì, che, qualora approvato, l'emendamento in discussione determinerebbe la reviviscenza del secondo e terzo periodo del comma 2 del decreto-legge n. 130 del 2020, recante disposizioni a suo giudizio condivisibili anche da parte dell'attuale maggioranza di centrodestra, ciò a conferma dell'atteggiamento costruttivo del suo gruppo politico.

  Filiberto ZARATTI (AVS), nel condividere le argomentazioni svolte dal deputato Alfonso Colucci, osserva come il parere contrario espresso dai relatori e dal Governo sul complesso delle proposte emendative presentate dai gruppi parlamentari di opposizione riveli un approccio di scarsa apertura rispetto alla necessità di affrontare con serietà i problemi sostanziali connessi alla gestione dei flussi migratori.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Alfonso Colucci 1.14 e 1.15.

  Alfonso COLUCCI (M5S) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.16, che incide sul comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 130 del 2020. Rileva come l'emendamento sia diretto ad assicurare la dovuta tempestività con riferimento alle indicazioni emesse dalle competenti autorità nel quadro delle operazioni di soccorso in mare.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Alfonso Colucci 1.16, su cui preannunzia il voto favorevole, nel rinviare anche alle considerazioni in precedenza già espresse, stigmatizza la volontà del Governo di strumentalizzare demagogicamente la problematica relativa alla gestione dei flussi migratori, a danno dei soggetti più vulnerabili, come dimostrato nel recente passato dal prolungato trattenimento al largo delle coste italiane di imbarcazioni impegnate nel salvataggio in mare di tante vite umane.

  Francesca GHIRRA (AVS) dichiara di condividere il contenuto dell'emendamento Alfonso Colucci 1.16, che impedisce ulteriore sofferenze per i naufraghi legate ai ritardi. Manifesta sorpresa per l'atteggiamento della maggioranza, che non ha voluto discutere con le opposizioni il contenuto del provvedimento né accogliere le proposte da esse avanzate.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Alfonso Colucci 1.16 e Pastorino 1.17.

  Filiberto ZARATTI (AVS), intervenendo sul proprio emendamento 1.18, evidenzia come il provvedimento obblighi i comandanti delle navi ad assumersi delle responsabilità che non competono loro. Fa presentePag. 18 che il Ministro Piantedosi non ha l'autorità di dare istruzioni ai comandanti delle navi, potere che spetta solo alle leggi dello Stato di bandiera o del diritto internazionale. Si rammarica che il Ministro Piantedosi vanti una indiscutibile esperienza tecnica, ma non la necessaria formazione politica, facendo riferimento ad alcune sue dichiarazioni relative all'articolo 27 della Costituzione. È evidente, a suo avviso, che si tratti di una misura afflittiva, preconcetta, ideologica, volta a impedire alle navi di recuperare i naufraghi. Ricorda infine che le navi ONG hanno finora salvato nel Mediterraneo centrale 14.000 persone.

  Francesca GHIRRA (AVS) dichiara che l'introduzione del comma 2-bis all'articolo 1 del decreto-legge n. 130 del 2020 rappresenta il cuore del provvedimento in esame: introduce una serie di disposizioni finalizzate a ostacolare gli interventi delle navi ONG. Invita ancora una volta la maggioranza a mutare il proprio orientamento. Ritiene che il nostro Paese sarà comunque costretto a sottomettersi al diritto internazionale, giacché la convenzione UNCLOS, agli articoli 91, 92 e 94, statuisce che le navi in alto mare sono sottoposte alla giurisdizione esclusiva dello Stato di cui battono bandiera, e dunque qualsiasi norma da noi introdotta difforme al diritto internazionale verrà naturalmente disapplicata.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) preannunzia il voto favorevole del Partito Democratico sull'emendamento Zaratti 1.18: l'introduzione del comma 2-bis all'articolo 1 del decreto-legge n. 130 del 2020 costituirebbe infatti un grandissimo passo indietro. Auspica un atteggiamento diverso da parte del Governo rispetto a un tema così importante come la tutela del diritto alla vita dei naufraghi.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Zaratti 1.18 e 1.19.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), intervenendo sul proprio emendamento 1.20, ricorda che, tra le condizioni poste dal comma 2-bis dell'articolo 1 del decreto-legge n. 130 del 2020 di cui si propone l'introduzione, vi è quella che le operazioni di soccorso vengano immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo nella cui area di responsabilità si svolge l'evento. Fa presente che gran parte di naufragi avviene nella zona SAR libica, evidenziando come tale zona dovrebbe essere eliminata in quanto non rispondente ai requisiti necessari, quale, in primo luogo, la capacità di intervento, visto che, se anche le navi ONG tentano di comunicare con la cosiddetta autorità di coordinamento libica, essa non risponde, oppure, se risponde, lo sbarco non avviene in un luogo che possa considerarsi place of safety, a causa delle commistioni fra la guardia costiera libica e le bande di trafficanti di esseri umani. Ricorda che i naufraghi sono spesso persone sfuggite ai lager libici, in cui vengono poi riportate. Diversi Stati, fra cui l'Italia, hanno provato a formare i membri della guardia costiera libica, ma – a suo avviso – è arrivato ormai il momento di ammettere che la SAR libica è solo un luogo funzionale a sollevare le responsabilità di salvataggio altrimenti poste in capo alle nostre autorità.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) illustra che la zona SAR libica esiste dal 2017, in teoria concordata con l'IMO, in realtà autodichiarata dai libici stessi, in modo peraltro funzionale agli interessi di tutti, perché le operazioni di soccorso non sarebbero così più ricadute sull'Italia o su Malta.
  Fa presente che la Libia non è considerata sicura a livello internazionale. I migranti soccorsi dalla guardia costiera libica vengono riportati nei centri di detenzione, spesso gestiti dai membri della stessa guardia costiera: luoghi in cui è stato documentato dalle agenzie ONU, dagli organismi non governativi e da molti servizi giornalistici, che gli esseri umani vengono torturati e da cui si può uscire solo pagando un riscatto. Evidenzia come, a seguito del pagamento di tale riscatto, queste persone si rimettono in mare, la guardia costiera libica li recupera e li riporta negli stessi Pag. 19centri. Ricorda in proposito la figura di Abd al-Rahman al-Milad «Bija», membro della guardia costiera libica e capo riconosciuto delle bande di trafficanti di esseri umani.
  Rileva che tutto questo corrisponde in realtà a un respingimento indiretto. Ricorda che l'Italia è già stata condannata, nel caso Hirsi, per un respingimento in Libia. Caldeggia quindi fortemente l'approvazione dell'emendamento Magi 1.20.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Magi 1.20 e Pastorino 1.21.

  Alfonso COLUCCI (M5S), illustra l'emendamento 1.24, a sua prima firma, spiegando che esso è volto a prevedere che i proventi delle sanzioni amministrative comminate vengano versate nello stato di previsione del Ministero dell'interno e finalizzate all'incremento delle risorse destinate ai competenti servizi per il riconoscimento della cittadinanza italiana, al fine di velocizzarne le procedure.

  Salvatore DEIDDA, presidente, fa presente che l'emendamento Alfonso Colucci 1.24 sarà trattato successivamente, in quanto prima occorre esaminare gli identici emendamenti Alfonso Colucci 1.22. e Bonafè 1.23.

  Alfonso COLUCCI (M5S), scusandosi per l'errore, dichiara di aver concluso il suo intervento sull'emendamento 1.24, a sua prima firma, e che pertanto non chiederà nuovamente la parola sul punto quando la Commissione giungerà a trattare l'emendamento.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) interviene sull'emendamento 1.23, del quale è cofirmatario, che prevede la soppressione del secondo periodo del capoverso 2-bis, ove sono elencate le condizioni di svolgimento delle operazioni di soccorso in presenza delle quali non possono essere adottati provvedimenti di divieto o limitazione al transito o alla sosta delle navi nel mare territoriale. Fa appello ai colleghi di maggioranza per trovare nell'ambito del confronto parlamentare una modalità diversa di affrontare questi temi, evitando l'approvazione di norme inumane.

  Il sottosegretario Nicola MOLTENI svolge alcune considerazioni sul nuovo comma 2-bis, anche per rispondere alle sollecitazioni che sono giunte dall'opposizione.
  Ricorda preliminarmente come il decreto-legge in conversione apporti modifiche al decreto-legge n. 130 del 2020, che non è stato approvato da un Governo di centro-destra, ma poggia su un precedente decreto-legge, il n. 113 del 2018, il cosiddetto «decreto-Salvini». Rammenta che il tema della possibilità per lo Stato, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, in conformità alle condizioni della Convenzione sul diritto del mare di Montego Bay del 1982, di limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale, è contenuto nell'articolo 1, comma 2, del decreto-legge n. 130 del 2020 che non viene inciso dal provvedimento all'esame del Parlamento. Il decreto-legge in conversione inserisce un comma 2-bis, che dovrebbe essere considerato come una forma di garanzia per le ONG, in quanto è volto a individuare le condizioni in presenza delle quali i soccorsi in mare non possono essere limitati perché il Governo non può esercitare i poteri previsti dal primo periodo del comma 2. Evidenzia che il comma 2-bis regolamenta, richiamando espressamente le convenzioni internazionali, l'esercizio di quel potere governativo e specifica come devono essere svolti i soccorsi da parte delle ONG, in quanto ritiene evidente che occorra tutelare il diritto alla vita in mare e che coloro che sono in difficoltà in mare vadano soccorsi. Ribadisce che il comma 2-bis riguarda dunque le modalità di svolgimento dei soccorsi da parte di organizzazioni private, generalmente straniere, in aree SAR non italiane (perché se l'intervento fosse in area SAR italiana, interverrebbero le autorità italiane) e consente quindi a coloro che rispettano le condizioni di continuare ad operare e salvare vite umane. Evidenzia che, come previsto dalle Convenzioni internazionali, gli interventi di salvataggio non devono essere sistematici, ma occasionali e Pag. 20coordinati da chi ha il coordinamento dell'area SAR, e devono essere eseguiti nel rispetto di alcune condizioni che sono esattamente quelle già previste dal Codice di condotta delle ONG. Ricorda alle Commissioni che l'area SAR libica non l'ha fatta il Governo di centro-destra, ma il Ministro Minniti, e che lo stesso bravo Ministro ha portato le organizzazioni umanitarie in Libia e ha concluso l'accordo con la Guardia costiera libica nel 2017. Rimarca il fatto che sono stati tutti interventi del Governo di centro-sinistra. Evidenzia quindi che il Governo in carica si è limitato a prendere il Codice di condotta – che ha valore pattizio, non normativo, ed è stato stipulato su base volontaria – ed a dare ai suoi contenuti valore di legge nazionale, senza particolare originalità, introducendo, in caso di violazione, alcune sanzioni. Per quanto riguarda in particolare il quadro sanzionatorio, sottolinea che si tratta delle stesse somme già previste dal Governo di centro-sinistra nel decreto-legge n. 130 del 2020, con la trasformazione però dell'illecito da penale in amministrativo, e con la sola aggiunta della confisca. Ritiene che tutte queste disposizioni siano conformi alla disciplina internazionale e alla tutela del diritto alla vita, ma anche rispettose dell'esigenza di evitare il far west nel Mediterraneo.
  Per questa ragione si dichiara convinto che il nuovo comma 2-bis dell'articolo 1 del decreto-legge n. 130 del 2020 vada difeso, perché fa chiarezza e distingue l'attività di soccorso e salvataggio dei naufraghi da attività sistematiche di ricerca in area SAR che, dal punto di vista del Governo, rappresentano un pull factor per le partenze dalla Libia e dalla Tunisia, incentivandole.
  Sottolinea infine come l'azione del Governo non si sia limitata all'emanazione del decreto-legge n. 1 del 2023, ricordando come tanto il Presidente del Consiglio Meloni quanto gli altri Ministri competenti stiano svolgendo interlocuzioni a livello di Mediterraneo allargato per affrontare il fenomeno migratorio. (Applausi da parte di deputati dei gruppi di maggioranza)

  Alfonso COLUCCI (M5S), ricorda al sottosegretario il brocardo summa iura summa iniuria, per evidenziare come il richiamo che il comma 2-bis fa alle convenzioni internazionali – summa iura – sia superfluo, in quanto il rispetto di quelle convenzioni si impone comunque mentre le successive condizioni, poste sempre dal comma 2-bis (ad esempio alle lettere d) ed e)), nei fatti contraddicono palesemente – summa iniuria – proprio le richiamate convenzioni internazionali. Sottolinea come non si tratti di un tema formale, di richiamo di norme, bensì di rispettare in concreto i principi superiori, di livello costituzionale e internazionale. Invita il Governo a non trincerarsi dietro petizioni formali ma a guardare alla sostanza delle prescrizioni, ritenendo che in tale sostanza si possa ravvisare il naufragio del diritto.

  Filiberto ZARATTI (AVS), in relazione all'intervento svolto dal sottosegretario Molteni, si chiede se, andando in barca nel Mediterraneo centrale e trovando un naufrago, lo si possa salvare. Esprime infatti perplessità sulle regole di condotta che, in base al decreto-legge, occorre rispettare per compiere i salvataggi, evidenziando come la legge del mare preveda semplicemente che i naufraghi vanno soccorsi. Ritiene che l'operazione del Governo sia volta non a regolamentare ma ad ostacolare i soccorsi: vietando i salvataggi plurimi, obbligando il capitano a raccogliere i dati relativi alla richiesta di protezione internazionale, obbligando allo sbarco nel porto indicato, che non è il più vicino. Sostiene come questa regolamentazione sia volta a impedire alle ONG di svolgere una funzione che deve essere svolta, per impedire che i migranti finiscano in fondo al mare, e della quale tutti dovrebbero farsi carico. Ricorda che gli obblighi di diritto internazionale sono cogenti, tanto da non poter formare oggetto neanche di referendum abrogativo, mentre nel decreto-legge si impedisce a chi si imbatte in un naufrago di salvarlo.

  Il sottosegretario Nicola MOLTENI, obietta come nel decreto non ci sia scritto questo.

  Filiberto ZARATTI (AVS), invitando il sottosegretario a trattare i parlamentari da Pag. 21persone intelligenti, ribadisce che il ragionamento del Governo muove da assunti sbagliati e afferma che il Governo dovrebbe invece sostenere, anche economicamente, le ONG che, senza scopo di lucro, si mettono in mare per salvare vite umane, intervenendo laddove la nostra guardia costiera non è in grado di operare.
  Riferendosi all'intervento del sottosegretario Molteni, conclusosi con gli applausi dei parlamentari dei gruppi di maggioranza, chiede alla presidenza di invitare i colleghi ad astenersi dall'applaudire in Commissione.

  Mauro D'ATTIS (FI-PPE), intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza il fatto che l'onorevole Zaratti nel corso del suo intervento si sia rivolto con sufficienza al sottosegretario Molteni.

  Il sottosegretario Nicola MOLTENI rassicura l'onorevole D'Attis circa il fatto di essere stato trattato molto peggio di così.

  Salvatore DEIDDA, presidente, nel dare la parola all'onorevole Boldrini, invita i colleghi al rispetto dei tempi pattuiti per la durata degli interventi.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), ringraziando il presidente per la cortesia con la quale ha ricordato i tempi concordati, preannuncia che non intende disattendere l'invito. Svolge quindi alcune considerazioni relative al trattamento sanzionatorio previsto dal decreto-legge, ritenendo che, diversamente da quanto sostenuto dal sottosegretario Molteni, la trasformazione dell'illecito da penale ad amministrativo non rappresenti un beneficio. Sottolinea infatti come l'intervento del giudice penale a suo avviso rappresenti una garanzia di terzietà, come dimostra il fatto che ogniqualvolta l'operato delle ONG è stato valutato in una indagine penale, non è stato trovato nulla a loro carico. L'illecito amministrativo, invece, è rimesso alla valutazione dei prefetti, che sono espressione del Governo sul territorio, e dunque questo cambiamento rappresenterebbe un arretramento sul fronte delle garanzie. Inoltre, per quanto riguarda le dichiarazioni del sottosegretario, che ha nuovamente definito le navi delle ONG un pull factor, una calamita per le partenze, rileva come ciò sia lontano dalla realtà in quanto coloro che partono dall'Eritrea, dal Sudan, dalla guerra in Etiopia ignora le ONG e di certo non sa se sono in mare. Ricorda come numerosi think tank, tra i quali ISPI, abbiano studiato i flussi migratori evidenziando che quando le ONG stanno ferme il numero dei migranti che si mette in mare aumenta e che dunque non c'è alcun rapporto tra partenze e ONG. In conclusione, ritiene che la narrazione del Governo non trovi fondamento nei dati fattuali e che il nuovo comma 2-bis sia semplicemente una bandiera politica, un'arma nel braccio di ferro fra Governo e organizzazioni non governative che, in caso di vittoria del Governo, produrrà l'unico risultato dell'aumento di morti, del quale non si accorgerà però nessuno perché se occhio non vede, cuore non duole. Ritiene che affidarsi alle morti in mare per contenere i flussi migratori sia una politica spietata e aberrante, sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista etico, e sia una politica non degna di questo Paese.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), nel ringraziare il sottosegretario Molteni per la partecipazione, la dedizione e la passione con cui svolge il proprio incarico, richiama l'emendamento a sua prima firma 1.9, con cui ha inteso sopprimere la disposizione contenuta nel comma 2 dell'articolo 1 nel decreto-legge n. 130 del 2020, con la quale si consente al Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa informazione al Presidente del Consiglio dei ministri, di limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale. Con riguardo alle precisazioni fornite a tale proposito dal sottosegretario, il quale ha dichiarato di non comprendere le ragioni della contrarietà dell'opposizione ad una disposizione che è posta in realtà a garanzia delle ONG, fa presente che secondo il suo punto di vista i termini della questione sono decisamente diversi. Precisa quindi che a suo parere il Governo, avendo sperimentato in passato l'impossibilità di Pag. 22vietare l'azione delle ONG, ha deciso di ostacolarla ponendo ben sei condizioni che devono ricorrere congiuntamente al fine di non incorrere nel citato divieto di transito e sosta. Fa quindi riferimento espressamente alla condizione posta dalla lettera f) del nuovo comma 2-bis del decreto-legge n. 130 del 2020, secondo cui le modalità di ricerca e soccorso in mare da parte della nave non devono aver concorso a creare situazioni di pericolo a bordo né impedito di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco. Nel richiamare un'esperienza personale in ordine alla partecipazione ad un'operazione di soccorso, rileva come in molti casi l'azione di salvataggio comporti naturalmente il miglioramento delle specifiche condizioni delle persone soccorse, non potendosi tuttavia negare un generico peggioramento della situazione a bordo, dal momento che nel caso specifico una barca a vela di 25 metri aveva finito per ospitare quasi centoventi persone in più rispetto all'equipaggio originario. Evidenzia che, in presenza di un'imbarcazione in difficoltà, il capitano della nave che giunge in soccorso è sempre chiamato a valutare la situazione e a prendere le conseguenti decisioni, assumendo un orientamento in linea con le disposizioni del codice della navigazione. Ritiene pertanto che le condizioni poste dal provvedimento in esame siano ostacoli e non certamente regole per l'azione di salvataggio da parte delle ONG. In conclusione, richiamando le conclusioni della collega Boldrini, si esprime criticamente anche con riguardo alla sostituzione della sanzione penale, più afflittiva ma contemporaneamente caratterizzata da maggiori forme di garanzia, con la sanzione amministrativa, rilevando come ciò configuri un ulteriore ostacolo all'azione delle ONG.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Alfonso Colucci 1.22 e Bonafè 1.23.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) interviene unitariamente sugli emendamenti Alfonso Colucci 1.24, 1.25, 1.26 e 1.27 relativi, pur con diverse modalità e con previsioni non sempre completamente condivisibili, alla destinazione delle risorse derivanti dalle sanzioni amministrative comminate. Ritiene che in particolare l'emendamento 1.26 preveda un intervento equo e giusto dal momento che destina le citate risorse in favore dei comuni di frontiera interessati dai flussi migratori. Cita quindi l'esperienza di Lampedusa, il cui comune è in dissesto finanziario e nell'impossibilità di fornire i servizi essenziali ai propri cittadini dal momento che si trova a fronteggiare un'emergenza continua. Nel rammentare che negli ultimo otto anni i necessari ristori sono venuti esclusivamente dalla Regione siciliana, ritiene che anche lo Stato debba fare la sua parte.

  Antonino IARIA (M5S), rivolgendosi in particolare al sottosegretario, invita Governo e maggioranza a valutare con attenzione il contenuto dell'emendamento Alfonso Colucci 1.24, che destina le risorse provenienti dalla sanzioni amministrative comminate ai competenti servizi per il riconoscimento della cittadinanza italiana, al fine di velocizzarne le procedure. Ritiene infatti che l'unica strada per affrontare seriamente ed efficacemente la questione migratoria sia quella di favorire, attraverso i diversi strumenti – quali il riconoscimento della cittadinanza italiana, l'attribuzione dello status di rifugiato e il lavoro regolare –, il passaggio dall'illegalità alla legalità. Si rammarica per il fatto che la maggioranza, pur essendo consapevole di ciò, preferisca, a fini propagandistici, puntare sulla questione della sicurezza.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), con riferimento al contenuto dell'emendamento Alfonso Colucci 1.24, sottolinea l'esigenza di velocizzare le procedure per il riconoscimento della cittadinanza italiana, rammentando che le disposizioni attuali prevedono che lo Stato si pronunci a ben quattro anni dalla presentazione della domanda e della relativa documentazione. Richiama a tale proposito una propria proposta emendativa riferita al cosiddetto «decreto immigrazione» della scorsa legislatura e volta a ridurre della metà tale periodo di tempo, rilevando come anche i due anni da lei Pag. 23stessa previsti siano comunque tanti nella vita di una persona. Nell'evidenziare che si tratta tra l'altro di una scelta discrezionale dello Stato e che gli altri membri dell'Unione europea si pronunciano entro sei-sette mesi, preannuncia il proprio convinto voto favorevole.

  Carmine Fabio RAIMONDO (FDI), relatore per la IX Commissione, con riferimento alle considerazioni dei colleghi, fa presente che l'emendamento 1.184 dei relatori destina le risorse derivanti dai proventi delle sanzioni amministrative all'erogazione di contributi ai comuni di confine con Paesi dell'Unione europea e costieri interessati dalla gestione dei flussi migratori, individuando allo scopo il fondo di cui all'articolo 1, comma 795, della legge di bilancio per il 2021.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), nel ringraziare il relatore Raimondo per la precisazione fornita, fa presente che nel caso dell'emendamento Alfonso Colucci 1.24 si tratta di destinare le risorse agli uffici del Ministero dell'interno che non riescono a smaltire le richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana.

  Alfonso COLUCCI (M5S), nel ritenere che il suo emendamento 1.26 possa essere considerato in qualche modo assorbito da quello dei relatori, considera più coerente destinare le risorse alle specifiche iniziative in materia di immigrazione, anche al fine di favorire l'accoglienza, anziché distribuirle in maniera generica ai comuni interessati, senza specificarne la finalità.

  Igor IEZZI (LEGA) interviene per precisare che in realtà si sta parlando del medesimo argomento, rispetto al quale viene assunta una diversa scelta politica. Sottolinea pertanto che, mentre i colleghi dell'opposizione privilegiano le iniziative in favore del riconoscimento della cittadinanza italiana e del diritto alla protezione internazionale, la maggioranza preferisce fornire sostegno economico ai comuni e ai cittadini italiani che subiscono gli effetti dell'immigrazione, peraltro non sempre controllata.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Alfonso Colucci 1.24, 1.25, 1,26, 1.27, 1.28 e 1.29.

  Francesca GHIRRA (AVS), nel richiamare le sei condizioni che, secondo il nuovo comma 2-bis del decreto-legge n. 130 del 2020, devono ricorrere congiuntamente perché le navi delle ONG possano sottrarsi al divieto di transito e sosta nel mare territoriale, fa presente che l'emendamento a sua prima firma 1.30 è volto a prevedere che debba ricorrere almeno una delle citate condizioni.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ghirra 1.30.

  Salvatore DEIDDA, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Magi 1.31; si intende che vi abbiano rinunciato.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP), nel rilevare che l'emendamento Bonafè 1.33 mira ad ottenere il medesimo risultato richiamato dalla collega Ghirra, ritiene che prevedere la sussistenza congiunta di ben sei condizioni metta a serio rischio la vita dei migranti. Chiede quindi di approvare l'emendamento Bonafè 1.33.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.33.

  Francesca GHIRRA (AVS) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.32, che è volto a rendere meno restrittiva la norma contenuta nel nuovo comma 2-bis, prevedendo che debba ricorrere almeno una delle sei condizioni indicate.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Ghirra 1.32.

  Francesca GHIRRA (AVS) fa presente che l'emendamento a sua prima firma 1.34 è volto a sopprimere la lettera a) del nuovo comma 2-bis dell'articolo 1 del decreto-Pag. 24legge n. 130 del 2020, dal momento che si tratta di una norma scritta male sia dal punto di vista terminologico sia con riguardo ai contenuti.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Ghirra 1.34 e Bonafè 1.35.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) sottolinea che l'emendamento Bonafè 1.36 è volto a sostituire la lettera a) del nuovo comma 2-bis, al fine di realizzare comunque un alleggerimento delle condizioni poste. Invita pertanto i colleghi ad approvare l'emendamento.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Bonafè 1.36 e 1.38.

  Alfonso COLUCCI (M5S) fa presente che il suo emendamento 1.39 propone in luogo della soppressione della citata lettera a) la sua parziale modifica, ritenendo non idonea l'attuale previsione.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) fa presente che del medesimo tenore è l'intervento recato dal successivo emendamento Bonafè 1.40.

  Salvatore DEIDDA, presidente, rammenta che è stato fissato per le ore 10 di domani il termine la presentazione dei subemendamenti all'emendamento 1.186 dei relatori, che deve essere posto in votazione prima del richiamato emendamento 1.40 della collega Bonafè. Preannuncia pertanto che, dopo la votazione dell'emendamento Alfonso Colucci 1.39 si dovrà procedere all'accantonamento delle successive proposte emendative, tra le quali anche l'emendamento Bonafè 1.40, per proseguire l'esame con l'emendamento Bonafè 1.44.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Alfonso Colucci 1.39.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) illustra l'emendamento Bonafè 1.44, che è volto a sopprimere alcune delle condizioni poste dal provvedimento in esame per non incorrere nel divieto di transito e sosta nel mare territoriale da parte delle navi delle ONG.

  Le Commissioni respingono l'emendamenti Bonafè 1.44.

  Salvatore DEIDDA, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Pastorino 1.46; si intende che vi abbiano rinunciato.

  Francesca GHIRRA (AVS) fa presente che l'emendamento Zaratti 1.47 è volto a sopprimere la lettera b) del nuovo comma 2-bis del decreto-legge n. 130 del 2020, dal momento che pone in capo alle ONG funzioni che in realtà sono tipiche della polizia di Stato e che devono necessariamente essere svolte una volta che i migranti siano sbarcati.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), nel rilevare che la richiamata lettera b) presenta carattere di indeterminatezza, rammenta che nel corso delle operazioni di soccorso vi sono delle azioni da svolgere in via prioritaria e che consistono in primo luogo nel tranquillizzare le persone in difficoltà a bordo dell'imbarcazioni per evitare che si agitino e cadano in mare. Rileva che in secondo luogo coloro che operano il salvataggio si qualificano e chiariscono i loro intenti nei confronti dei migranti, per rendere chiaro che non saranno riportati nei luoghi spietati dai quali sono fuggiti. In terzo luogo, una volta che i migranti sono a bordo della nave, sarà necessario accertarsi delle loro condizioni di salute, intervenendo eventualmente con le cure e i trattamenti del caso. Ritiene quindi che non si possa in alcun modo pretendere che vengano svolti tempestivamente ulteriori compiti, che peraltro attribuiscono al capitano di una nave di uno Stato terzo funzioni che dovrebbero essere prerogativa dello Stato italiano, senza contare che il personale potrebbe non disporre delle necessarie competenze in merito al diritto d'asilo. Nel rilevare oltretutto che l'articolo 10 della nostra Costituzione presenta un carattere più estensivo rispetto alla maggiorePag. 25 restrittività della stessa Convenzione di Ginevra in materia di rifugiati, ritiene che lo Stato non possa abdicare alle proprie prerogative e si meraviglia che tale impostazione arrivi proprio da una maggioranza sovranista. Nell'aggiungere che nessuna autorità italiana sarà disposta ad accettare una identificazione operata da un soggetto terzo, chiede che la disposizione della lettera b) venga riscritta in quanto inapplicabile.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Zaratti 1.45 e Bonafè 1.47.

  Salvatore DEIDDA, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Magi 1.48; s'intende che vi abbiano rinunziato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.49.

  Antonino IARIA (M5S) illustra l'emendamento 1.50 a sua prima firma, volto ad evitare che, stante l'attuale formulazione della lettera b) del capoverso comma 2-bis, introdotto dall'articolo 1, comma 1, lettera b), del presente decreto-legge, possano generarsi incertezze interpretative e inutili aggravi a carico delle navi che prestano soccorso in mare.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Iaria 1.50.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) illustra l'emendamento Bonafè 1.51, di cui è cofirmataria, diretto a prevedere che l'informativa a bordo delle navi in merito alla possibilità di richiedere la protezione internazionale sia effettuata ove possibile, utilizzando dunque una locuzione più realistica rispetto all'espressione «tempestivamente» contenuta nel testo del decreto-legge, a suo avviso anche inopportuna, in quanto un simile avverbio non può che riferirsi esclusivamente all'imperativo morale di soccorrere in mare vite umane in pericolo.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.51.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) illustra l'emendamento Bonafè 1.52, di cui è cofirmatario, anch'esso volto a mitigare l'obbligo in capo alle navi che hanno prestato soccorso di garantire a bordo un'informativa in merito alla possibilità per i migranti di richiedere la protezione internazionale.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.52.

  Francesca GHIRRA (AVS) illustra l'emendamento Zaratti 1.53, di cui è cofirmataria, volto ad espungere dal testo la previsione secondo cui le navi che hanno prestato soccorso debbano raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità competenti, in considerazione del fatto che, da un lato, i migranti risultano spesso privi di documenti che ne consentano l'identificazione, dall'altro, le navi stesse non dispongono della strumentazione a tal fine necessaria.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) illustra l'emendamento Bonafè 1.55, di cui è cofirmataria, di contenuto identico alla proposta emendativa Zaratti 1.53, a suo giudizio in grado di sanare una palese contraddizione del testo in esame tra la non dissimulata ostilità nei confronti delle ONG, che peraltro svolgono una meritoria azione autofinanziandosi, da un lato, e l'attribuzione a queste ultime del delicato compito, non meglio circostanziato, di raccolta di cosiddetti «dati rilevanti», dall'altro.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Zaratti 1.53, Iaria 1.54 e Bonafè 1.55.

  Alfonso COLUCCI (M5S) interviene sull'emendamento Iaria 1.56, di cui è cofirmatario, anch'esso volto a mitigare l'obbligo in capo alle navi che hanno prestato soccorso in mare di fornire ai migranti un'informativa circa la possibilità di richiedere la protezione internazionale, consentendoPag. 26 che tale compito possa essere assolto anche dopo lo sbarco, secondo quanto previsto dalla disciplina vigente. Invita inoltre a non trascurare mai il peso specifico delle vicende umane che comunque caratterizzano, spesso dolorosamente, il fenomeno migratorio, citando al riguardo la lezione offerta dall'Antigone di Sofocle, un testo nel quale sin da allora veniva posto il tema della legittimità della norma giuridica, che non può dunque prescindere dal riconoscimento di leggi morali che presiedono al diritto stesso emanato dall'autorità costituita.

  Matteo MAURI (PD-IDP), ad integrazione della citazione letteraria riportata dal deputato Alfonso Colucci, richiama l'attenzione, per un eventuale approfondimento della medesima tematica, sul saggio ottocentesco Disobbedienza civile di Henry David Thoreau.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Iaria 1.56.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) illustra l'emendamento Bonafè 1.57, di cui è cofirmatario, diretto a prevedere che l'informativa a bordo della nave che ha prestato soccorso in mare in ordine alla possibilità di richiedere presso le competenti autorità territoriali la protezione internazionale debba tenere conto anche delle condizioni sanitarie e psico-fisiche dei migranti.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), nel riallacciarsi a tale ultima considerazione del deputato Barbagallo, rileva infatti che, come purtroppo a questo riguardo non di rado insegna dolorosamente l'esperienza, spesso sulle navi che prestano soccorso in mare figurano i familiari di persone che hanno perso la vita nel corso del tragitto e che dunque a tutto pensano in quei frangenti disperati salvo che alle procedure relative ad una richiesta di asilo.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.57.

  Anthony Emanuele BARBAGALLO (PD-IDP) illustra l'emendamento Bonafè 1.58, di cui è cofirmatario, volto a prevedere che la richiesta di protezione internazionale possa essere formulata dai migranti presso le autorità territoriali competenti, una volta concluse le necessarie operazioni di sbarco.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 1.58.

  Salvatore DEIDDA, presidente, come convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite I e IX, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta che sarà convocata per le ore 11 di lunedì prossimo 30 gennaio, esprimendo altresì apprezzamento per lo spirito propositivo e il clima di assoluta correttezza con cui si sono svolti i lavori odierni.

  La seduta termina alle 19.30.