CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 gennaio 2023
45.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
Pag. 15

SEDE REFERENTE

  Martedì 17 gennaio 2023. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Antonino MINARDO. – Interviene il viceministro agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli.

  La seduta comincia alle 10.

DL 185/2022: Disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina.
C. 761 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  Le Commissioni riunite iniziano l'esame del provvedimento.

  Monica CIABURRO (FDI), relatrice per la IV Commissione, illustra i contenuti del provvedimento, approvato in prima lettura senza modificazioni dall'Assemblea del Senato nella seduta dell'11 gennaio 2023. Esso si compone di un solo articolo più l'entrata in vigore e proroga, fino al 31 dicembre 2023, l'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina che l'articolo 2-bis del decreto-legge n. 14 del febbraio 2022 aveva già autorizzato fino al termine dell'anno 2022. Osserva, quindi, che l'articolo unico del testo del Governo precisa che l'autorizzazione è concessa «previo atto di indirizzo delle Camere» e «nei termini e con le modalità» stabilite dalla normativa dettata dallo stesso articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 2.
  Ricorda, infatti, che tale disposizione ha autorizzato, previo atto di indirizzo delle Camere, la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine in deroga alla legge n. 185 del 1990 e agli articoli 310 e 311 del Codice Pag. 16dell'ordinamento militare, nonché alle connesse disposizioni attuative che disciplinano la cessione di materiali di armamento e di materiali non di armamento. Conseguentemente, con decreti del Ministro della difesa, adottati di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'economia e delle finanze, sono stati definiti l'elenco dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari oggetto della cessione, nonché le modalità di realizzazione della stessa. In relazione alle cessioni in esame sono stati finora emanati cinque decreti ministeriali: rispettivamente, D.M. 2 marzo 2022, D.M. 22 aprile 2022, D.M. 10 maggio 2022, D.M. 26 luglio 2022 e D.M. 7 ottobre 2022. Il supporto fornito attraverso i predetti decreti, unitamente agli sforzi compiuti dai nostri partner, hanno consentito all'Ucraina di resistere e di guadagnare terreno, a fronte di un'aggressione avvenuta in spregio alle norme del diritto internazionale, che sta drammaticamente devastando una Nazione sovrana e arrecando notevoli sofferenze alla popolazione.
  Sottolinea, quindi, che il comma 3 del richiamato articolo 2-bis prevede che il Ministro della difesa e il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con cadenza almeno trimestrale, riferiscano alle Camere sull'evoluzione della situazione in atto, «anche alla luce di quanto disposto dai precedenti commi 1 e 2», che disciplinano, appunto, la cessione di armi. La proroga consente alla Nazione di poter continuare, sulla base di quanto concordato con i nostri alleati in sede Nato e Unione europea, a sostenere le Forze armate di un Paese aggredito, attraverso procedure semplificate e con la tempestività che una crisi internazionale come quella in corso alle porte dell'Europa richiede.
  Ciò premesso, ricorda che il Parlamento si è espresso in diverse occasioni sul tema oggetto del decreto. In data 1° marzo 2022 il Senato e la Camera dei deputati, a conclusione delle comunicazioni sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina rese dal Presidente del Consiglio, hanno approvato, rispettivamente, le risoluzioni 6-00208 e 6-00207, che hanno impegnato, tra l'altro, il Governo ad attivare «con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie per assicurare assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché – tenendo costantemente informato il Parlamento e in modo coordinato con gli altri Paesi europei e alleati – la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione», confermando tale orientamento nelle successive risoluzioni n. 6-00226 e n. 6-00224, approvate, rispettivamente, dal Senato e dalla Camera nelle sedute del 21 e del 22 giugno, in occasione delle comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022. Le citate risoluzioni hanno impegnato il Governo, tra l'altro, a «continuare a garantire, secondo quanto precisato dal decreto-legge n. 14 del 2022, il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari».
  Tornando al provvedimento in esame, evidenzia che lo scorso 13 dicembre, dopo le Comunicazioni del Ministro della difesa Guido Crosetto, il Parlamento ha concesso l'autorizzazione con l'approvazione, alla Camera, delle risoluzioni n. 6-000012 Serracchiani, n. 6-000014 Richetti e n. 6-00016 Foti, e, al Senato, delle risoluzioni n. 6-000002 Paita e n. 6-000005 Malan, nei testi riformulati, e n. 6-000003 Malpezzi, perfezionando in questo modo l'atto di indirizzo previsto dalla norma e propedeutico a eventuali cessioni.
  Conclude segnalando che dall'attuazione della disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, tenuto conto che i materiali e mezzi oggetto di cessione sono già nelle disponibilità del Ministero della difesa. Inoltre le cessioni, al pari di quelle realizzate dagli altri Stati membri, sono parzialmente rimborsate dall'Unione europea attraverso i fondi dello Strumento europeo per la pace, da ultimo rifinanziato per l'Ucraina fino a 3 miliardi di euro per materiali di Pag. 17armamento e di equipaggiamento. Al riguardo, fa presente che l'articolo 29-bis, del decreto-legge n. 21 del 2022 ha novellato l'articolo 2-bis del decreto-legge n. 14 del 2022, al fine di specificare che le somme in entrata derivanti dai decreti ministeriali che definiscono l'elenco dei mezzi, dei materiali e degli equipaggiamenti militari oggetto di cessione alle autorità governative dell'Ucraina devono essere riassegnate integralmente sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), relatore per la III Commissione, segnala che, come precisato nella relazione che accompagna il disegno di legge di conversione del decreto-legge, già esaminato in prima lettura dal Senato, il provvedimento d'urgenza è connesso con la necessità per l'Italia di ottemperare agli impegni assunti nell'ambito delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica, per affrontare più efficacemente la crisi internazionale in atto in Ucraina, che incide sugli equilibri geopolitici e mina la sicurezza e la stabilità internazionali. L'aggressione militare della Federazione Russa nei confronti dell'Ucraina del 24 febbraio scorso ha, infatti, interrotto un periodo di stabilità che durava da oltre settanta anni in Europa, con ripercussioni di carattere militare, geopolitico, finanziario e umanitario di enorme rilevanza e prevedibilmente di lungo periodo.
  Sottolinea che, a quasi un anno dal suo inizio le prospettive del conflitto russo ucraino appaiono tutt'ora incerte. Lo scontro si è trasformato in una guerra di logoramento, in cui vengono divorate da ambo le parti grandi quantità di materiale bellico. Molto elevate appaiono anche le perdite umane.
  Ricorda che, secondo le stime del generale statunitense Mark Milley, numero uno del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti, a inizio novembre ci sarebbero già stati circa 100 mila «morti o feriti» sia tra i militari russi, che tra quelli ucraini. Le Nazioni Unite hanno a loro volta registrato 7,8 milioni di persone come rifugiati dall'Ucraina in tutta Europa, tuttavia la cifra non include coloro che sono stati costretti a fuggire dalle proprie case ma rimangono in Ucraina.
  Evidenzia che il Governo ucraino ha più volte reiterato la richiesta di approvvigionamenti di materiale bellico, sempre più sofisticato, necessario per resistere alle offensive russe su Soledar e Bakhmut e preparare il contrattacco, che si ipotizza possa aver luogo nei prossimi mesi. Al riguardo, rileva che le immagini satellitari mostrano scenari apocalittici nell'Ucraina orientale: Soledar rasa al suolo e i dintorni di Bakhmut, bombardati da razzi, simili a paesaggi quasi lunari dove prima c'erano case e palazzi.
  Segnala che l'Italia e tutta la comunità euro-atlantica si sono dimostrate compatte nel sostegno all'Ucraina, alla sua popolazione e alla sua resistenza verso l'aggressore russo.
  Per quanto concerne il sostegno militare, ricorda che già tre giorni dopo l'inizio delle operazioni militari la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, insieme all'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, aveva dichiarato che «per la prima volta, l'Unione europea finanzierà l'acquisto e la consegna di armi e altre attrezzature a uno Stato che è sotto attacco».
  Sottolinea che ad una prima misura di assistenza per la fornitura alle Forze armate dell'Ucraina di materiale e piattaforme militari adottata dal Consiglio UE il 28 febbraio 2022 hanno fatto seguito significativi finanziamenti per la fornitura di armamenti. Da ultimo, lo scorso 12 dicembre gli Stati membri dell'Unione europea hanno accettato di integrare con 2 miliardi di euro l'European Peace Facility (Strumento europeo per la pace), il fondo predisposto dall'UE per stimolare un maggiore coordinamento tra le industrie della difesa nazionali e promuovere progetti di sviluppo congiunti tra i diversi attori europei, ora ulteriormente consolidato per sostenere le spese in armamenti derivanti dall'invio di armi in Ucraina. Segnala che circa 3,1 miliardi di euro sono già stati erogati per rimborsare gli Stati membri per gli armamenti e le munizioni prelevati dalle Pag. 18loro scorte e forniti alle forze armate ucraine.
  Osserva che, secondo quanto riferito dall'Alto Rappresentante Borrell, tenendo conto degli aiuti militari concessi dagli Stati tramite i loro bilanci nazionali, il sostegno militare dei Paesi membri dell'UE all'Ucraina ammonta a quasi 9 miliardi di euro. Inoltre, ricorda che il 16 dicembre 2022 il Consiglio UE ha adottato un nono pacchetto di sanzioni. Le misure sono concepite per indebolire la base economica della Russia, privandola di tecnologie e mercati fondamentali e limitando in modo significativo la sua capacità bellica.
  Rileva che a sua volta la NATO ha rafforzato la propria presenza in Europa orientale dispiegando migliaia di truppe supplementari e istituendo altri quattro nuovi gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia. Attualmente gli otto gruppi tattici della NATO si estendono lungo tutto il fianco orientale, dal Mar Baltico a nord al Mar Nero a sud. Ricorda che oltre 40 mila unità, insieme a significativi mezzi aerei e navali, sono attualmente sotto il diretto comando della NATO. Inoltre, al Vertice di Madrid del giugno 2022, gli alleati hanno concordato un cambiamento fondamentale nella politica di deterrenza della NATO. Ciò include il rafforzamento delle difese avanzate, il potenziamento dei gruppi tattici nella parte orientale dell'Alleanza fino al livello di brigata, la trasformazione della Forza di risposta della NATO e l'aumento del numero di forze ad alta prontezza a ben oltre 300 mila unità.
  Segnala che pochi giorni fa, il 10 gennaio, la NATO e l'Unione europea hanno firmato un nuovo accordo di cooperazione, il terzo in sei anni, con l'obiettivo di rafforzare il legame transatlantico, in un contesto molto incerto, e assicurare un supporto militare e diplomatico «più forte» all'Ucraina.
  Per quanto riguarda il nostro Paese, ribadisce che dal 24 febbraio scorso ad oggi, sono stati emanati cinque decreti ministeriali concernenti la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell'Ucraina. In meno di un anno è, inoltre, aumentato di cinque volte il numero dei militari italiani schierati in Europa orientale alle frontiere con Ucraina, Russia e Bielorussia. Sui 7 mila effettivi impiegati attualmente in missioni internazionali quasi 1.500 operano in ambito NATO nel «contenimento» delle forze armate russe. Segnala, inoltre, che militari italiani sono presenti in Lettonia, Ungheria, Bulgaria e Romania. Ogni giorno le truppe sono in stato d'allerta e si addestrano in condizioni estreme ad ogni possibile scenario di conflitto.
  Ricorda, altresì, lo straordinario contributo offerto dalla cooperazione italiana, che si accompagna al sostegno militare. A seguito delle operazioni militari russe, infatti, i bisogni umanitari in Ucraina sono aumentati significativamente. Al riguardo, evidenzia che il nostro Paese ha accolto 173.231 persone fuggite dall'Ucraina, quasi tutte beneficiarie di protezione temporanea (164.171). Inoltre, in collaborazione con le principali istituzioni umanitarie mondiali il nostro Paese ha organizzato donazioni e trasporti di beni umanitari. L'Italia ha trasferito fino ad oggi 110 milioni di euro in favore del Governo dell'Ucraina, quale sostegno al bilancio generale dello Stato e allocato complessivamente oltre 41 milioni di euro in iniziative umanitarie, di cui 26,5 milioni di euro in risposta agli appelli umanitari. Rileva che il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha annunciato, a margine della Conferenza a sostegno dell'Ucraina a Parigi (13 dicembre), che l'Italia stanzierà «altri 10 milioni di euro da destinare ad un'organizzazione ucraina» che verrà indicata dal Governo di Kiev.
  In conclusione, evidenzia che l'approvazione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame appare necessaria affinché l'Italia continui a partecipare a tutte quelle iniziative che in ambito europeo ed alleato sostengono l'Ucraina e il suo popolo nel proprio diritto di legittima difesa, in linea con la Carta delle Nazioni Unite. Come sottolineato sia dal Concetto strategico della NATO che dalla Bussola strategica dell'UE, questo è un momento che dimostra più che mai l'importanza del Pag. 19legame trasversale euroatlantico e che richiede una più stretta cooperazione tra l'UE e l'Alleanza atlantica. La NATO rimane infatti il fondamento della difesa collettiva per i suoi alleati ed è essenziale per la sicurezza euroatlantica. A sua volta, una difesa europea più forte non può che contribuire positivamente alla sicurezza globale e transatlantica.

  Il Viceministro Edmondo CIRIELLI rileva che il provvedimento, al Senato, è stato approvato con una larga maggioranza ed auspica una rapida approvazione anche presso questo ramo del Parlamento.

  Piero FASSINO (PD-IDP) evidenzia come il provvedimento si ponga in continuità con le decisioni assunte nella scorsa legislatura dal precedente Governo e approvate dal Parlamento, reiterando misure e interventi che erano stati già condivisi dal proprio gruppo. Osserva, quindi, che, come rilevato anche dalla relatrice per la Commissione Difesa, è previsto che i Ministri della difesa e degli affari esteri riferiscano alle Camere con cadenza trimestrale sull'evoluzione della situazione in atto in Ucraina e, condividendo tale esigenza, auspica che si possa svolgere tale audizione nei tempi previsti.
  Rileva, quindi, che la continuità del sostegno all'Ucraina è necessaria se si vuole che il Paese sia messo nelle condizioni di resistere all'attacco e aprire, così, alla possibilità di una soluzione politica della vicenda e considera giusto invocare l'avvio di negoziati, ma sottolinea anche come sia molto difficile arrivare ad un accordo quando, anziché un'occupazione militare suscettibile di ritiro, si verifica un'annessione.
  Conclude, quindi, ribadendo il sostegno del Partito democratico al provvedimento.

Sui lavori della Commissione.

  Piero FASSINO (PD-IDP) segnala che la scorsa settimana, la Commissione affari esteri della Camera ha svolto, congiuntamente alla Commissione affari esteri e difesa del Senato, l'audizione del Ministro Tajani, sulla situazione dei diritti umani in Iran e sulle linee di azione del Governo italiano. A suo giudizio la difformità esistente tra i Regolamenti delle due Camere riguardo il numero delle Commissioni permanenti rende più complicato, in particolare ai parlamentari delle Commissioni affari esteri e difesa, acquisire una visione completa relativa a determinati lavori e pertanto auspica che, in futuro, vi possa essere un maggiore coordinamento sulla programmazione dei lavori.

  Antonino MINARDO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA, INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni si è riunito dalle 14.35 alle 14.40.

SEDE REFERENTE

  Martedì 17 gennaio 2023. — Presidenza del vicepresidente della III Commissione, Paolo FORMENTINI. – Interviene la sottosegretaria agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, Maria Tripodi.

  La seduta comincia alle 14.40.

DL 185/2022: Disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina.
C. 761 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Paolo FORMENTINI, presidente, ricorda che il provvedimento è calendarizzato per l'Assemblea a partire da lunedì 23 gennaio e che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle CommissioniPag. 20 riunite III e IV ha convenuto di fissare il termine per gli emendamenti per oggi alle ore 18.
  Informa, inoltre, che in data odierna la I Commissione ha espresso parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Marco PELLEGRINI (M5S) osserva che la situazione attuale della guerra in Ucraina è profondamente diversa da quella di un anno fa, quando si verificò l'invasione da parte della Russia, e che il tipo di aiuto concesso, a quel tempo era in accordo con le previsioni regolate dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Fa presente, poi, che il proprio gruppo, senza trovare ascolto agli appelli rivolti, ha sempre sostenuto la necessità di incrementare gli sforzi diplomatici per una soluzione pacifica del conflitto e che, al contrario, il provvedimento in esame, prorogando l'invio di armi, allontana l'obiettivo di salvaguardare le vite umane e prolunga la durata di un conflitto di cui, oggi, non si intravede la conclusione. Sottolinea, quindi, che anche il Capo di stato maggiore delle Forze armate statunitensi, non più di due mesi fa, ha evidenziato le difficoltà di arrivare a una soluzione militare del conflitto in tempi brevi e, pertanto, manifesta il proprio convincimento che la migliore strada da percorrere sia quella di avviare negoziati per il cessate il fuoco. Condivide l'osservazione sulla difficoltà dei tentativi diplomatici che il collega Fassino ha esposto nella seduta di questa mattina, ma ritiene che la diplomazia debba incrementare i propri sforzi per raggiungere la pace, mentre la strada dell'invio di armi debba essere definitivamente abbandonata.

  Piero FASSINO (PD-IDP), replicando al collega Pellegrini, rileva come tutte le forze politiche siano profondamente convinte della necessità di arrivare al più presto a un cessate il fuoco e precisa di avere sottolineato, nel suo intervento, che l'unica possibilità per giungere a una soluzione non armata del conflitto è strettamente legata a rapporti di forza non eccessivamente squilibrati. Aggiunge che l'annessione della regione del Donbass alla Federazione russa proclamata da Putin non agevola le possibilità di una trattativa diplomatica, rendendo ancora più complicata la ricerca di una soluzione pacifica.

  Salvatore CAIATA (FDI), associandosi alle considerazioni del collega Fassino, sottolinea che auspicare la pace prescindendo dalla realtà dei fatti è un esercizio semplicistico e poco responsabile. L'invio delle armi pone alle coscienze di ciascuno seri interrogativi sul piano morale. Appare però indispensabile proseguire l'azione si sostegno al popolo ucraino, vittima di un'aggressione insensata e brutale. In questo contesto, Fratelli d'Italia intende continuare ad operare con coerenza nel quadro delle alleanze euroatlantiche, senza sottrarsi agli obblighi che derivano dall'appartenenza al campo delle democrazie occidentali. D'altro canto, a suo avviso, l'auspicabile percorso verso un cessate-il-fuoco è reso assai problematico dalla profonda di divergenza di interessi tra ucraini e russi, con i primi che mirano al ritiro delle truppe di occupazione e al ripristino della sovranità e integrità territoriale, e Mosca che pretende, invece, il riconoscimento della sovranità sui territori illegalmente annessi.

  Roberto BAGNASCO (FI-PPE) condivide le considerazioni dei colleghi Fassino e Caiata e considera un dato di fatto che tutti i gruppi desiderano che le armi cessino al più presto di tuonare. Confessa, a un certo punto, di avere anche sperato in una rapida fine delle ostilità, ma si rende conto che l'attuale situazione di equilibrio richiede tempi lunghi e che, al momento, non ci sono le condizioni per un accordo. Osserva anche che l'aiuto all'Ucraina da parte del nostro Paese non è risolutivo sotto il profilo militare, ma risulta invece estremamente importante dal punto di vista politico poiché consente di mantenere l'unità di intenti in ambito della Nato e dell'Unione europea. Per tale ragione, considera obbligatorio proseguire sulla linea finora adottata.

  Simone BILLI (LEGA), condividendo le osservazioni dei colleghi Fassino, Caiata e Pag. 21Bagnasco, ribadisce la necessità di distinguere nettamente l'aggressore dall'aggredito. Nell'attuale fase di stallo, caratterizzata dall'equilibrio tra le forze in campo, a suo avviso è assai difficile che nel breve periodo uno dei contendenti possa prevalere in maniera netta e definitiva: da un lato, la Federazione russa, ricca di materie prime e con una popolazione dal tenore di vita medio-basso, appare piuttosto impermeabile agli effetti economici delle sanzioni occidentali; dall'altro, il popolo ucraino ha mostrato una resilienza ed un coraggio fuori dal comune. In questo quadro, l'obiettivo prioritario, nel breve periodo, deve essere un cessate-il-fuoco, presupposto indispensabile per rilanciare un dialogo negoziale finalizzato ad una pace duratura.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP) ricorda che una media potenza come l'Italia non deve alimentare la pretesa velleitaria di modificare gli equilibri globali, ma deve limitarsi a concorrere allo sforzo comune per sostenere la resistenza ucraina e bloccare così l'avanzata russa verso i confini dell'Europa. Per quanto riguarda le sanzioni, sottolinea che, nonostante taluni profili problematici, esse sono uno strumento essenziale per indebolire il sistema produttivo russo, con effetti che si dispiegheranno in tutta la loro efficacia nel medio e lungo periodo. Stigmatizza, quindi, le riserve che talune forze di maggioranza continuano ad esprimere sulle misure sanzionatorie, rivelando una inaccettabile ambiguità di fondo.

  Simone BILLI (LEGA) precisa che, ad avviso del proprio gruppo, le sanzioni possono avere un effetto sulla economia russa, ma con impatto limitato e comunque non sufficiente per determinare il crollo del sistema produttivo.

  Emanuele LOPERFIDO (FDI), ribadendo la necessità di assicurare continuità alla politica estera del nostro Paese nel quadro delle alleanze europee ed atlantiche, ricorda che la propria forza politica ha sempre approvato, anche dall'opposizione, le misure di assistenza al popolo ucraino. Peraltro, segnala che gli aiuti militari costituiscono solo una parte delle azioni di supporto a favore di Kiev, come conferma l'odierna erogazione, da parte della Commissione europea, della prima tranche da 3 miliardi di euro a valere sul pacchetto di assistenza macrofinanziaria – del valore complessivo di 18 miliardi di euro – concordato in sede di Consiglio europeo nella riunione del 20-21 ottobre 2022: si tratta di risorse fondamentali per consentire alle autorità ucraine di continuare a pagare stipendi e pensioni e mantenere in funzione i servizi pubblici essenziali, nonché per ripristinare le infrastrutture critiche distrutte dalla Russia. Sottolinea, infine, che l'invio di armi è indispensabile per sostenere la resistenza ucraina, presupposto essenziale per negoziare una pace giusta.

  Arnaldo LOMUTI (M5S), evidenziando la legittimità e la valenza etica di entrambe le posizioni – a favore e contro l'invio di nuove armi –, ricorda che secondo il Generale statunitense Mark Milley il conflitto sta attraversando una fase di stallo, in cui l'Italia potrebbe utilmente promuovere un'attività di mediazione internazionale. A suo avviso, per esercitare tale ruolo, occorre però interrompere l'invio di armi a Kiev – attività che, tra l'altro, sta sguarnendo gli arsenali del nostro Paese – e potenziare gli aiuti umanitari. Inoltre, il Movimento 5 Stelle ritiene opportuno rendere pubblico l'elenco delle forniture belliche – analogamente a quanto viene fatto in Germania – e subordinare ciascun invio ad un voto del Parlamento, valutando attentamente, di volta in volta, gli sviluppi del conflitto.
  Da ultimo, sottolinea l'opportunità che il Governo italiano, operando in sede UE e ONU e con il supporto della Santa Sede, promuova l'avvio di contatti bilaterali tra le delegazioni russa e ucraina, nella prospettiva di una soluzione negoziata del conflitto.

  Piero FASSINO (PD-IDP) ribadisce l'importanza di evitare la supremazia delle forze militari russe rispetto a quelle ucraine Pag. 22al fine di una soluzione pacifica pur concordando che tale equilibrio non consente di giungervi in tempi rapidi.

  Arnaldo LOMUTI (M5S) precisa che l'attuale equilibrio delle forze in campo, determinato proprio dall'invio di armi a Kiev, rende assai più concreta e fattibile l'opzione negoziale.

  Marco PELLEGRINI (M5S) ritiene che occorra tenere conto delle considerazioni formulate dai generali americani riguardo alla stabilizzazione del conflitto ed invita a riflettere sul senso dello sforzo che si sta compiendo per consentire all'Ucraina di confrontarsi a parità di mezzi con quella che per dotazione di armi è considerata la seconda potenza militare al mondo. Quanto, invece, all'efficacia delle sanzioni contro la Russia, fa presente che quando furono varate tutti ritenevano che la loro adozione avrebbe avuto, in breve tempo, pesanti ripercussioni sull'economia russa, mentre, al contrario, la situazione attuale testimonia che per porre fine del conflitto occorre seguire altre strade.

  Paolo FORMENTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare.
  Comunica altresì che, come convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite, ove le circostanze lo consentano le Commissioni riunite potranno nella giornata di domani accelerare il prosieguo dell'esame del provvedimento in titolo.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.