CAMERA DEI DEPUTATI
Sabato 17 dicembre 2022
29.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Sabato 17 dicembre 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, indi del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Intervengono il Ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni e Lucia Albano, nonché la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento Giuseppina Castiello.

  La seduta comincia alle 9.20.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta pomeridiana del 16 dicembre 2022.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, dà conto delle sostituzioni e comunica che la deputata Serracchiani sottoscrive la proposta emendativa Orfini 52.02. Ricorda che la Commissione nella seduta di ieri ha da ultimo respinto l'emendamento Conte 52.9.

  Irene MANZI (PD-IDP) illustra l'articolo aggiuntivo Orfini 52.02, di cui è cofirmataria, volto a stanziare le occorrenti risorse finanziarie, nella misura di 150 milioni di euro per l'anno 2023, ai fini di una pronta attuazione dell'indennità di discontinuità in favore dei lavoratori dello spettacolo, prevista dalla legge di delega al Governo in materia di spettacolo n. 106 del 15 luglio 2022. In tale quadro, ricorda che le finalità oggetto della presente proposta emendativa originano in realtà fin dal 2020, allorquando la mobilitazione spontanea delle associazioni di artisti e lavoratori dello spettacolo richiamò l'attenzione sulla necessità di approntare una specifica tutela economica e sociale degli addetti a quel comparto, incluse naturalmente le maestranze a vario titolo impiegate, pesantemente penalizzato dalle restrizioni imposte dalla pandemia, che ha provocato l'uscita Pag. 4dal lavoro di circa un quinto degli occupati. Rammenta che nella passata legislatura si era già pervenuti all'approvazione, con il consenso generalizzato delle forze politiche, alla predetta legge di delega, che come detto ha previsto, tra l'altro, l'introduzione di un'indennità di discontinuità, quale indennità strutturale e permanente, volta a riconoscere alla stregua dei periodi di attività lavorativa anche i tempi di studio e preparazione intercorrenti, ad esempio, tra uno spettacolo e l'altro. Alla luce di ciò, chiede ai relatori e al rappresentante del Governo una riconsiderazione dell'invito al ritiro formulato sull'articolo aggiuntivo Orfini 52.02, evidenziando altresì come l'effettiva attuazione, previa individuazione delle occorrenti risorse finanziarie, dell'indennità di discontinuità non debba comunque pregiudicare il mantenimento di altre misure rivelatisi di assoluta utilità per il sostegno al settore dello spettacolo, come in particolare il cosiddetto bonus cultura in favore dei diciottenni.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), nel sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Orfini 52.02, ne chiede l'accantonamento, invitando il Governo, per il tramite del sottosegretario Freni, a svolgere ogni opportuna verifica al fine di accertare se, in realtà, non risultino già disponibili tra gli stanziamenti di bilancio del Ministero della cultura le risorse finanziarie necessarie ad assicurare il riconoscimento dell'indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo, la cui introduzione è stata d'altronde prevista dalla citata legge di delega n. 106 del 2022, approvata unanimemente dal Parlamento nella scorsa legislatura, onde garantire una prima forma di tutela economica e sociale per i lavoratori dello spettacolo duramente colpiti dalle restrizioni imposte dalla pandemia, soprattutto per quelli cosiddetti invisibili, che forniscono la loro opera lontano dalle scene e dai riflettori.

  Marco GRIMALDI (AVS) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Orfini 52.02, segnalando come il Ministro Sangiuliano avesse promesso di prevedere già nella manovra di bilancio per il triennio 2023-2025 le risorse occorrenti per dare attuazione all'indennità di discontinuità in favore dei lavoratori dello spettacolo. Rammenta, in proposito, che l'intero settore, duramente colpito dagli effetti della pandemia, vale circa 90 miliardi di euro, mentre la filiera complessiva vale oltre 250 miliardi di euro, con un numero di occupati superiore a 1,5 milioni di unità, molti dei quali oggetto di un carico fiscale assolutamente spropositato. Per il tramite del sottosegretario Freni, rivolge quindi un appello al Presidente del Consiglio dei ministri, Meloni, e al Ministro della cultura, Sangiuliano, affinché sia data concreta attuazione a un diritto già riconosciuto dal Parlamento con l'approvazione della legge delega n. 106 del 2022, verificando l'effettiva sussistenza nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio delle risorse occorrenti a tal fine, mantenendo al contempo una misura rivelatasi assai efficace per la crescita del capitale umano dell'intero Paese, come il cosiddetto bonus cultura in favore dei diciottenni. Nel rilevare come l'indennità di discontinuità rappresenti uno strumento specifico di tutela economica e previdenziale, volto a valorizzare i tempi di studio e formazione intercorrenti tra lo svolgimento di un'attività e l'altra da parte dei lavoratori dello spettacolo, chiede l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Orfini 52.02.

  Emma PAVANELLI (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Orfini 52.02, che sottoscrive, ricorda come nella passata legislatura il M5S si sia convintamente battuto per introdurre nel nostro ordinamento l'indennità di discontinuità in favore dei lavoratori dello spettacolo, intesa come misura decisamente innovativa per un settore in costante espansione dopo l'arresto delle attività causato dalla pandemia, evidenziando tuttavia che la sua prima attuazione richiede lo stanziamento di apposite risorse finanziarie, cui provvede per l'anno 2023 la proposta emendativa in esame, al fine di assicurare piena dignità a quei lavoratori del comparto che spesso rimangono invisibili ai più, svolgendo il proprio operato dietro le quinte. Al tempo stesso, ritiene indispensabile mantenere anche la misura Pag. 5meglio nota come bonus cultura in favore dei diciottenni, che consente ai più giovani di acquistare libri o biglietti di accesso a spettacoli di varia natura e genere, incrementando così il complessivo livello culturale e di conoscenza del nostro Paese.

  Daniela TORTO (M5S) sottoscrive a nome del gruppo M5S l'articolo aggiuntivo Orfini 52.02, volto a garantire il necessario supporto a favore di un settore di cui ben conosce le problematiche interne. Si appella pertanto alla sensibilità dimostrata in passato dal relatore Trancassini rispetto alle esigenze del mondo dei lavoratori dello spettacolo, soprattutto nella difficile fase della pandemia. Rilevando come i tempi di studio o di preparazione intercorrenti tra uno spettacolo e l'altro debbano essere adeguatamente riconosciuti, si associa alla richiesta di accantonare la proposta emendativa in esame onde consentirne un ulteriore approfondimento.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, raccogliendo gli appelli contenuti negli interventi precedenti e ben conoscendo le problematiche del settore, troppo spesso trascurato in passato dalla politica nazionale, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Orfini 52.02, invitando altresì il sottosegretario Freni a farsi tramite per una verifica circa l'effettiva sussistenza di risorse a bilancio giù utilizzabili per la concreta attuazione dell'indennità di discontinuità in favore dei lavoratori dello spettacolo.

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta di accantonare l'articolo aggiuntivo Orfini 52.02.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Orfini 52.02.

  Davide AIELLO (M5S) illustra l'articolo aggiuntivo Conte 53.04, che sottoscrive, volto a ridurre la tassazione sui redditi da pensione secondo criteri di progressività, in modo da fornire sostegno alle fasce di popolazione che allo stato attuale si trovano in maggiori difficoltà. Nel raccomandarne l'approvazione, ricorda peraltro come proprio lo schieramento di centrodestra abbia condotto l'ultima campagna elettorale promettendo interventi in favore dei pensionati italiani.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Conte 53.04.

  Alfonso COLUCCI (M5S) interviene sull'articolo aggiuntivo Baldino 56.012, volto a prevedere il riscatto a titolo gratuito del periodo di studi universitari in favore di coloro con età inferiore a 36 anni, quale misura di grande civiltà in grado di contribuire all'evoluzione dell'intero Paese e di invertire la tendenza della manovra di bilancio in esame, fortemente recessiva ed iniqua, in quanto attenta soprattutto alle aspettative dei ceti più abbienti. Nel ricordare come già il primo Governo Conte avesse introdotto una forma di riscatto agevolato, rileva che in Italia l'inserimento tardivo dei giovani nel mondo del lavoro di per sé ipoteca, in ragione del vigente metodo contributivo, i futuri trattamenti pensionistici, il cui importo rischia pertanto di essere molto basso. Rammenta, altresì, che nel corso di una precedente audizione presso la XI Commissione lavoro della Camera il presidente dell'INPS, Tridico, si era dimostrato favorevole alla misura oggetto della presente proposta emendativa, ritenendola assolutamente compatibile con il bilancio dell'ente. Nel segnalare che il riscatto a titolo gratuito favorirebbe l'accumulazione del capitale umano, ingenerando una propensione allo studio in virtù dell'equiparazione, a fini previdenziali, degli studi universitari al periodo lavorativo, fa presente che la misura oggetto dell'articolo aggiuntivo Baldino 56.012 può essere in effetti interpretata come una sorta di anticipo pensionistico implicito per i giovani, che altrimenti sarebbero verosimilmente costretti a lavorare fino ad oltre 70 anni per ricevere un appena accettabile assegno pensionistico.

  Vittoria BALDINO (M5S), nel ringraziare il collega Alfonso Colucci per la compiutaPag. 6 illustrazione dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 56.012, segnala come esso si ponga in controtendenza rispetto ad una manovra di finanza pubblica che intende chiaramente fare cassa proprio a danno dei soggetti più esposti e, in particolare, dei redditi da pensione. Rileva, altresì, che il riscatto a titolo gratuito del periodo di studi universitari in favore di coloro che non abbiano compiuto 36 anni rappresenterebbe una misura assolutamente rivoluzionaria, del resto già presente negli ordinamenti di altri Paesi europei, che andrebbe incontro ai pensionati di domani, riducendo le disuguaglianze tra chi investe nello studio e nel capitale umano e chi, invece, da subito accede al mondo del lavoro. Nel ricordare, infine, che il gruppo M5S ha già depositato alla Camera una proposta di legge per estendere il riscatto gratuito a tutti i soggetti, indifferentemente dal requisito anagrafico, invita i relatori e il Governo a riconsiderare l'invito al ritiro in precedenza formulato sull'articolo aggiuntivo a sua prima firma 56.012.

  Valentina D'ORSO (M5S) chiede al relatore e al Governo di illustrare le ragioni del parere contrario all'articolo aggiuntivo all'esame della Commissione e ribadisce la richiesta di motivazione dei pareri sugli emendamenti precedentemente respinti e presentati dalle opposizioni con spirito collaborativo nella giornata di ieri.

  Il Sottosegretario Federico FRENI replica come, limitatamente alla proposta emendativa in questione, il tema sia squisitamente di costo, in quanto non reca una copertura finanziaria adeguata e presenta oneri molto elevati. Specifica che, pur essendo l'articolo aggiuntivo condivisibile nel merito, il parere negativo si appunta sulla mancanza di copertura finanziaria in quanto presenta oneri difficilmente sostenibili.

  Ida CARMINA (M5S) evidenzia come sarebbe auspicabile estendere le misure previste dall'articolo aggiuntivo in questione a tutti e non solo ai giovani fino ai 36 anni. Chiede quindi al Governo di rivedere le proprie posizioni sul tema e ribadisce l'opportunità di individuare le occorrenti risorse finanziarie tassando gli extraprofitti realizzati da alcune imprese in questi anni al fine di sostenere una misura di cui beneficerebbero tanti giovani in tutta Italia. Sottolinea, quindi, la necessità della valorizzazione del mondo giovanile, poco attenzionato dalle manovre del Governo. Chiarisce come, pur essendo già possibile riscattare la laurea, tale scelta sia al momento poco conveniente dal punto di vista economico e come l'approvazione dell'emendamento darebbe un impulso alla valorizzazione della formazione dei giovani del nostro Paese.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottolinea come, in un mercato del lavoro discontinuo e difficile quale quello italiano, sarebbe assurdo non porre una questione rilevante come quella trattata dall'emendamento in esame; chiarisce come, pur avendo delle perplessità sulle coperture dell'articolo aggiuntivo, l'onere di reperire le occorrenti risorse finanziarie ricada sulla maggioranza, addivenendo anche ad eventuali riformulazioni.

  Vittoria BALDINO (M5S) interviene per stigmatizzare l'assenza dei deputati della maggioranza in aula.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), evidenziando come secondo la maggioranza la proposta emendativa risulti problematica essenzialmente per i profili di copertura finanziaria, invita il Governo a presentare una riformulazione della proposta emendativa, prospettando quale possibile soluzione alternativa, la limitazione in una prima fase del numero delle persone coinvolte. In mancanza di tale riformulazione propone l'accantonamento.

  Angela RAFFA (M5S) interviene sull'ordine dei lavori, stigmatizzando la presenza di pochi deputati della maggioranza e sottolineando l'atteggiamento collaborativo delle opposizioni nel corso dell'esame del provvedimento.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo 56.012 Baldino.

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  Dieter STEGER (MISTO-MIN.LING.) chiede un supplemento di istruttoria sull'articolo aggiuntivo 57.024 Magi.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, accede alla richiesta del deputato Steger.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo 57.024 Magi.

  Davide AIELLO (M5S), intervenendo sull'emendamento Conte 58.4, pur riconoscendo la tecnicità dell'argomento, ribadisce la volontà del proprio gruppo di aumentare le pensioni minime. Fa presente come siano state completamente disattese le promesse fatte durante la campagna elettorale e ribadisce l'opportunità di prelievi temporanei di solidarietà a carico di quei settori che durante la pandemia hanno registrato consistenti extraprofitti, redistribuendo le relative risorse a favore di interventi rivolti a cittadini in difficoltà. Pertanto, chiede al Governo una riformulazione o, in mancanza, una motivazione del parere contrario.

  Valentina D'ORSO (M5S) sollecita la risposta del Governo rispetto alla richiesta sollevata dal collega nell'intervento precedente.

  Il Sottosegretario Federico FRENI sottolinea come il parere negativo all'emendamento in questione sia dovuto alla non condivisione delle coperture appostate.

  Vittoria BALDINO (M5S) sottolinea come l'emendamento in discussione sia ampiamente coperto, in quanto prevede di utilizzare parte degli extraprofitti realizzati dai colossi farmaceutici e assicurativi. In alternativa a un accoglimento, chiede al Governo di assumersi l'onere di trovare un'altra copertura.

  Valentina D'ORSO (M5S), ricordando come molti emendamenti sulle politiche abitative siano stati dichiarati inammissibili perché privi di idonea copertura, sottolinea come invece quello in discussione presenti una idonea copertura economica. Ribadisce l'opportunità di utilizzare gli extraprofitti realizzati dalle case farmaceutiche al fine di erogare un contributo solidaristico a favore dei percettori di pensioni minime, nonché l'opportunità di contribuire, in tal modo, a una più equa ridistribuzione della ricchezza.

  Leonardo DONNO (M5S) precisa come l'emendamento risulti adeguatamente coperto e come lo stesso vada nella direzione che la maggioranza e il Governo hanno prospettato durante la campagna elettorale. Ricorda, infatti, come nel programma della coalizione uno dei punti prevedesse il diritto a una vecchiaia serena, mentre con la legge di bilancio si sta procedendo allo smantellamento del sistema pensionistico. Ribadisce criticamente come la manovra tolga risorse alle pensioni basse e medio basse, ai cittadini in difficoltà e ai percettori di reddito di cittadinanza. Sottolinea come tutte e tre le forze politiche della maggioranza abbiano disatteso le promesse fatte durante la campagna elettorale che prevedevano l'innalzamento delle pensioni minime a mille euro per tutti. Evidenzia come la maggioranza sia lontana dalla realtà e non ascolti i bisogni dei cittadini. Invita, quindi, il Governo a riformulare l'emendamento e dare un segnale positivo, confermando che l'opposizione continuerà a sottolineare le incongruenze dell'azione delle forze di maggioranza rispetto a quanto promesso durante la campagna elettorale.

  La Commissione respinge l'emendamento Conte 58.4.

  Marco GRIMALDI (AVS), nell'illustrare le finalità sottese all'articolo aggiuntivo 58.012 a sua prima firma, richiama le esperienze di altri Paesi europei che hanno introdotto il salario minimo legale, rilevando la necessità di un intervento al riguardo da parte del Parlamento italiano. Sottolinea in particolare come il livello medio dei salari percepiti dai lavoratori italiani risulti più basso, malgrado una più elevata quantità di ore di lavoro prestate Pag. 8annualmente, rispetto a quello dei lavoratori dei principali Paesi dell'Unione europea, anticipando al riguardo una iniziativa della propria parte politica per l'istituzione di un fondo per la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Rilevando quindi come la recente crescita dell'occupazione risulti principalmente legata all'incremento dei contratti di lavoro a termine, esprime contrarietà verso l'intendimento del Governo di abrogare il reddito di cittadinanza senza prevedere ulteriori rimedi contro la povertà di numerosi lavoratori e delle loro famiglie. Auspica quindi la condivisione della sua proposta emendativa invitando il Governo ad aprire un confronto sulla materia.

  Emma PAVANELLI (M5S), nel lamentare la stasi trentennale della dinamica salariale in Italia e la preoccupante situazione dei lavoratori precari e delle loro famiglie, richiama le iniziative di recente adottate da alcuni Paesi europei per l'incremento dei salari minimi legali ivi previsti. Rileva quindi come l'erogazione del reddito di cittadinanza stia attualmente consentendo a numerosi lavoratori con salari bassi di non scivolare nello stato di indigenza, dovuto anche al rilevante aumento del costo della vita. Nel giudicare inaccettabile l'atteggiamento del Governo sul tema, sottolinea come la proposta emendativa in discussione individui le necessarie risorse finanziarie nella legalizzazione della cannabis, rilevando in proposito le opportunità che potrebbero essere colte in termini di contrasto alla criminalità organizzata e promozione di una autentica e innovativa filiera produttiva.

  Stefano VACCARI (PD-IDP), esprime il sostegno del suo gruppo alla proposta emendativa in esame, sottolineando la necessità di fornire una risposta strutturale alle diffuse situazioni di precarietà lavorativa ed economica, acuita dalla recrudescenza della spirale inflazionistica, con particolare riferimento ai lavoratori impiegati nel settore delle consegne a domicilio e in quello della cosiddetta gig economy.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Grimaldi 58.012.

  Davide AIELLO (M5S), nell'illustrare la proposta emendativa Conte 59.41, di cui è cofirmatario, mette in evidenza l'importanza che il reddito di cittadinanza ha assunto, giacché esso rappresenta uno strumento indispensabile per garantire maggiore dignità sociale e, al contempo, per agevolare l'inserimento dei percettori nel mercato del lavoro. Perciò, esprime forte disapprovazione per la decisione della maggioranza di abolire il reddito di cittadinanza, così da abbandonare nell'incertezza tutte le famiglie che confidavano in tale istituto, espressione delle più basilari esigenze di solidarietà economica e sociale. Respinge con fermezza le accuse, provenienti dalla maggioranza e rivolte alla forza politica di appartenenza, di sobillare le folle mediante proteste volte a contestare l'abolizione del reddito di cittadinanza; al contrario, sottolinea come la responsabilità di tali proteste sia imputabile al comportamento della maggioranza stessa, che ha deciso di smantellare i fondamentali presidi di tenuta sociale ed economica del Paese.
  Fa presente che molti dei percettori del reddito di cittadinanza sono soggetti che vogliono lavorare, ma che a causa dell'inefficienza dei centri per l'impiego, non riescono ad inserirsi nel mercato del lavoro; sul punto, rimarca che le regioni, specialmente quelle governate dal centrodestra, ossia i soggetti responsabili dell'inerzia dei centri per l'impiego, non abbiano fatto alcuno sforzo per promuovere politiche attive del lavoro.
  Per queste ragioni, contesta fortemente la decisione di abolire il reddito di cittadinanza e invita il Governo a riflettere con maggiore attenzione sull'opportunità di tale scelta.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), nell'illustrare la proposta emendativa di cui è cofirmatario, tiene a precisare che la scelta della forza politica di appartenenza di non presentare un emendamento del tutto soppressivo dell'articolo abrogativo del reddito di cittadinanza trova spiegazione nel riconoscimento della correttezza di alcune previsioni introdotte nell'articolo su cui interviene la proposta emendativa.Pag. 9
  Si riferisce, in particolare, alla disciplina dettata dalla lettera a) del comma 4 dell'articolo 59, secondo cui, in caso di stipulazione di contratti di lavoro stagionale o intermittente, il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi, e alla disciplina di cui alla lettera b) del medesimo comma, che stabilisce che i comuni sono tenuti ad impiegare tutti i residenti percettori del reddito di cittadinanza, e non solo un terzo, come previsto dalla disciplina vigente – sul punto, tiene a precisare che solamente i comuni amministrati dal M5S hanno, in concreto, adottato misure volte ad impiegare i percettori del reddito.
  Ad ogni modo, ribadisce che, a suo avviso, le uniche parti dell'articolo in esame meritevoli di essere mantenute sono proprio quelle testé illustrate, dovendo invece procedersi alla soppressione della restante disciplina. Invero, disapprova fortemente la scelta di abolire il reddito di cittadinanza, indispensabile strumento di solidarietà economica e sociale per ben 2 milioni di poveri, di cui solo 600.000 realmente occupabili; con riferimento a questi ultimi, ribadisce come, in definitiva, la responsabilità dello stato di disoccupazione di tali soggetti ricada sulle regioni, la cui maggioranza è amministrata dalle medesime forze politiche al Governo. Ciò significa che sono proprio i medesimi partiti al Governo i maggiori responsabili dell'inefficienza dei centri per l'impiego, che non riescono ad inserire nel mercato del lavoro i percettori occupabili del reddito di cittadinanza.
  Dubita fortemente dell'efficacia dei corsi di formazione o di riqualificazione professionale che il Governo propone di far svolgere ai percettori del reddito di cittadinanza che, in tal modo, saranno abbandonati dallo Stato.
  Infine, evidenza l'erroneità di chi sostiene che una delle principali ragioni a fondamento dell'abolizione del reddito di cittadinanza consista nella necessità di impedire frodi; rimarca, infatti, come, secondo i dati forniti dalla Guardia di finanza, solo l'1 per cento dei percettori del reddito non ricada realmente nelle condizioni di bisogno dichiarate. Una percentuale così bassa di frodi, a suo avviso, non può, pertanto, costituire idonea giustificazione alla decisione di abolire un fondamentale strumento di tenuta economica e sociale, quale è il reddito di cittadinanza.
  Da ultimo, con riguardo alle coperture necessarie al mantenimento di tale strumento, ricorda come il M5S abbia indicato due possibili coperture: la prima, mediante un contributo straordinario a carico del settore farmaceutico o assicurativo; la seconda, attraverso una complessiva razionalizzazione delle spese pubbliche.
  In ogni caso, precisa come il risparmio di spesa derivante dall'abolizione del reddito di cittadinanza sia destinato ad essere, in concreto, annullato per l'aumento dei costi di welfare sociale che l'abolizione del reddito inevitabilmente genererà; in questa prospettiva chiarisce che il reddito di cittadinanza offre il vantaggio di reinserire nel circuito economico le risorse attribuite dallo Stato, che andranno a beneficio dei piccoli commercianti presso i quali i percettori del reddito acquistano i beni di prima necessità.
  Per queste ragioni, chiede che sia disposto l'accantonamento dell'emendamento in questione.

  Emiliano FENU (M5S) mette in evidenza come, a suo parere, l'aspetto più deteriore del dibattito politico ingenerato dalla decisione del Governo di abolire il reddito di cittadinanza è che esso ha finito per alimentare il conflitto sociale fra poveri, ossia tra i percettori del reddito con coloro che traggono vantaggio, seppur in modo indiretto, dal reddito stesso, come i piccoli commercianti di beni di prima necessità. In tal modo, l'attenzione sociale si concentra, invece che sui fatti di corruzione e mala-gestione che sottraggono molte più risorse al sistema economico, su una misura di carattere assistenziale, rivolta alle famiglie più fragili che vivono in una condizione di disagio economico e sociale.
  Eliminando il reddito, viene meno una rete di protezione sociale ed economica di fondamentale importanza e, pertanto, queste stesse famiglie si troveranno costrette a cercare ausilio nei comuni che, sempre più Pag. 10in difficoltà, non saranno in grado di rispondere ai loro bisogni.
  Per queste ragioni confida nel fatto che il Governo non abolirà realmente il reddito di cittadinanza; ma esprime comunque forte disapprovazione per il comportamento del Governo che, presentando una formale proposta di abolizione, ha generato apprensione e forte preoccupazione in tutte quelle famiglie che sulle risorse del reddito di cittadinanza fanno affidamento.

  Agostino SANTILLO (M5S) apre il proprio intervento invocando l'immagine, fortemente evocativa, di tutte le famiglie italiane che, non percependo più il reddito di cittadinanza e non disponendo di mezzi propri, consumeranno il pasto di Natale presso strutture di accoglienza per i poveri; sul punto, ricorda che proprio grazie al reddito di cittadinanza, durante la gestione della pandemia ben un milione di persone non sono scese al di sotto della soglia di povertà.
  Sottolinea, infatti, come, a suo avviso, il reddito di cittadinanza costituisca una misura fondamentale di tenuta sociale ed economica del Paese.
  Rimarca come la strada che un Governo di buon senso dovrebbe intraprendere non è quella di privare del dovuto sostegno economico i cittadini più fragili, ma investire su politiche attive per la promozione del mercato del lavoro. In questa prospettiva sottolinea la sostanziale inefficienza dei centri per l'impiego, gestiti dalle regioni amministrate dalle forze politiche di maggioranza, incapaci di assumere.
  A ciò si aggiunge, a livello nazionale, la sostanziale assenza, nel disegno di legge di bilancio presentato, di misure attive per la promozione del lavoro.
  Stigmatizza, infine, il comportamento di dubbia coerenza del Governo nei confronti dell'Unione europea, rilevando la solerzia che il Governo ha mostrato nel recepimento di tutte le sue richieste, salvo quelle che hanno come obiettivo l'integrazione del mercato del lavoro attraverso strumenti come il reddito di cittadinanza o il salario minimo.
  Da ultimo, ricorda come fra i percettori del reddito di cittadinanza ben 200 mila persone siano lavoratori che lo percepiscono per integrare il bassissimo stipendio che ricevono, inidoneo nemmeno a garantire la loro sopravvivenza.

  Alessandra TODDE (M5S) fa presente che dei cosiddetti occupabili percettori del reddito di cittadinanza, ben il 70 per cento non ha un diploma di istruzione secondaria di secondo grado; uno su dieci di tali persone, considerata la scarsa formazione, avrebbe difficoltà a trovare un lavoro; il 30 per cento di queste persone hanno più di 50 anni, e pertanto si trovano nella fascia di età più difficile per il rientro nel mercato del lavoro; ricorda, ancora, che dei tre milioni di percettori solo 50 mila siano giovani e che dei 660 mila occupabili, già 350 mila hanno sottoscritto almeno un contratto di lavoro, sicché il reddito di cittadinanza è necessario per integrare il basso reddito che essi ricevono.
  Esprime forte disapprovazione per il comportamento di chi stigmatizza coloro che, pur percependo il reddito, lavorano in nero, rimarcando come il problema non siano i lavoratori, ma i datori di lavoro, che sfruttano le fragilità di persone che si trovano in stato di povertà.
  Nella manovra presentata è stata disposta una pluralità di condoni, per un costo complessivo di circa un miliardo di euro; il costo del reddito di cittadinanza ammonta a 700 milioni; ciò detto, riflette sul messaggio complessivo che emerge dal confronto di tali dati, ossia che si aiuta chi le regole le viola o comunque non le segue e si abbandona il cittadino più fragili che, invece, dello Stato avrebbe più bisogno.
  Termina il proprio intervento sottolineando come la dignità delle persone debba essere sempre garantita, giacché essa viene prima dell'economia e della politica.

  Leonardo DONNO (M5S), rileva come l'attuale maggioranza stia operando rilevanti tagli alle pensioni e al reddito di cittadinanza, misura quest'ultima che ha salvato dalla disperazione cinque milioni di famiglie italiane. Ricorda che durante la pandemia secondo l'ISTAT il reddito di cittadinanza ha avuto un ruolo chiave e che Pag. 11anche secondo lo SVIMEZ nel periodo del lockdown ha evitato che si creassero incontrollabili tensioni sociali, soprattutto nelle periferie urbane e nel Meridione.
  Rileva che gli stessi membri del Governo dichiarano che la misura costituirebbe una fase transitoria e sperimentale, senza che sia indicata una ricetta o una proposta per il futuro, creando così nuovi disoccupati e facendo fallire le aziende. Rileva invece che nella scorsa legislatura sono stati creati due milioni di posti di lavoro con la decontribuzione al Sud e altre centinaia di migliaia con il Superbonus.
  Sottolinea che la propria parte politica ascolta le necessità dei cittadini e risponde alle loro esigenze.
  Ricorda due esempi di cittadini, una commerciante e un avvocato, che essendo in grave difficoltà hanno sentito la presenza dello Stato grazie al reddito di cittadinanza. Rileva infine come questa misura abbia consentito ai cittadini italiani di sottrarsi e ribellarsi anche a varie forme di sfruttamento lavorativo.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, interviene ricordando che la campagna elettorale è terminata e che la propria parte politica, essendo stata chiara sul tema del reddito di cittadinanza è stata premiata mentre un'altra è stata bocciata. Ritiene che la questione centrale sia che il reddito di cittadinanza è stato inserito dal Presidente Conte e dal Movimento 5 Stelle tra le politiche attive del lavoro e che da questo punto di vista sia stato un fallimento. Sottolinea che la propria parte politica considera un errore utilizzare per questa misura circa 9 miliardi di euro.
  Rileva infine come il tema centrale sia invece la modernizzazione del mondo del lavoro e che su questo tema la maggioranza è pronta a misurarsi con l'opposizione per dare ai giovani una prospettiva diversa dal reddito di cittadinanza.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE) osserva come anche per il reddito di cittadinanza il dibattito politico si stia limitando ad una sorta di tifoseria da stadio, che vede l'assunzione di posizioni estreme poco utili nella sostanza. Rileva, infatti, che se da una parte, il MoVimento 5 Stelle sostiene che il reddito di cittadinanza non ha funzionato perché le regioni non sono state in grado di mettere in campo adeguate politiche attive del lavoro, dall'altra parte, la maggioranza propone solo di eliminare tale misura, senza prevedere un istituto diverso. A suo avviso, invece, il reddito di cittadinanza è una misura disegnata male, che va sostituita da una combinazione di strumenti più efficaci, come propone il successivo emendamento Richetti 59.30. Un'alternativa che reputa adeguata è quella dell'imposta negativa associata all'utilizzo dei voucher. Crede, inoltre, che il reddito di cittadinanza non sia una misura da applicare agli under 40. In questi casi ritiene più utile concentrare gli sforzi sulla formazione professionale, in modo da trasformare i 2,5 milioni di NEET presenti in Italia in lavoratori preparati. Segnala anche che uno dei problemi del reddito di cittadinanza riguarda l'offerta congrua. In proposito, evidenzia che sarebbe utile favorire la mobilità dei lavoratori, anche tramite un contributo dello Stato al pagamento dell'affitto, poiché il nostro Paese è diviso in due: in una parte del Paese, infatti, le imprese non riescono a trovare lavoratori con un'adeguata formazione e, nell'altra, il livello di disoccupazione è molto elevato.
  Replicando agli interventi dei deputati del MoVimento 5 Stelle, fa presente che nessuna forza politica ha negato la necessità di dare un reddito a chi non è in grado di procurarselo da sé. In proposito, richiama il reddito di inclusione, introdotto nel 2017, che, a suo avviso, ha rappresentato un sussidio contro la povertà, sebbene avesse a disposizione risorse finanziarie limitate. Replicando all'onorevole Donno, ritiene che al commerciante che chiude l'impresa non si debba dare un sussidio perenne, ma la possibilità di rientrare nel mercato del lavoro prevedendo strumenti specifici. Reputa, infine, che le politiche attive del lavoro non funzioneranno fino a che il lavoro sarà competenza concorrente tra Stato e regioni e la formazione professionale competenza delle regioni.

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  Valentina D'ORSO (M5S) osserva che dal tenore dell'articolo 59 del provvedimento emerge che l'intenzione del Governo è puntare solo a una misura di contrasto alla povertà, non prevedendo nulla rispetto alle politiche attive del lavoro. Ciò, a suo avviso, si pone in contrasto innanzitutto con il dettato della Costituzione, che sancisce il diritto al lavoro. Rivendica che la misura del reddito di cittadinanza ha permesso di tutelare svariate situazioni critiche e nuclei familiari che prima per lo Stato erano fantasmi. Nel concordare con l'onorevole Marattin sul problema della competenza di Stato e regioni in materia di lavoro e formazione professionale, reputa che alcuni governatori hanno portato avanti corsi di formazione che non rispondono alle attuali esigenze del mercato del lavoro. In proposito, fa presente che vi è una scarsa conoscenza della legge n. 4 del 2019, che disciplina la misura del reddito di cittadinanza, e che molte regioni, soprattutto quelle governate dal centro destra, non sono state in grado di collaborare per fare in modo che tale istituto funzionasse nel miglior modo. Rispetto alla proposta di concedere il reddito di cittadinanza solo a chi ha concluso la scuola dell'obbligo, fa presente che nella provincia di Palermo, grazie al lavoro dei navigator, molti soggetti sono stati avviati ai centri di istruzione per adulti. Auspica, pertanto, un ulteriore riflessione del Governo sul tema, sottolineando che il reddito di cittadinanza ha ridato dignità a numerosi cittadini.

  Antonino IARIA (M5S), nel sottolineare come dalle parole dei deputati della maggioranza sembra emergere che prima dell'introduzione del reddito di cittadinanza non esistessero lavoro nero e frodi, segnala che gli enti locali, anche quelli governati da esponenti del centro destra, saranno costretti a mettere a bilancio risorse per sopperire all'eliminazione di tale misura. Evidenzia, inoltre, che il reddito di cittadinanza ha arginato la spirale dell'offerta di lavoro al ribasso, permettendo a molti giovani di non dover accettare per forza lavori sottopagati. Auspica, infine, che i 700 milioni di euro risparmiati con la soppressione del reddito di cittadinanza non saranno utilizzati dal Governo per salvare le squadre di calcio in crisi, reputando che ciò sarebbe davvero vergognoso.

  Andrea QUARTINI (M5S), ricordando come Riccardo Muti dicesse che un calciatore viene pagato più di un'intera orchestra, stigmatizza l'intervento del Governo in favore delle società di calcio e condivide l'intervento dell'Onorevole Marattin secondo il quale quando si elimina una legge importante, che ha coperto delle lacune importanti, occorrerebbe sostituirla con un'altra, mentre nella narrazione quotidiana da parte della maggioranza sia stata creata la categoria degli occupabili. Sottolinea come, quella del reddito di cittadinanza, sia stata un'operazione davvero significativa che ha avuto l'approvazione dell'OCSE e della Banca d'Italia e di come la Caritas, tra gli altri, rileva un aumento considerevole della povertà. Chiarisce, quindi, che il reddito di cittadinanza è stata una misura espansiva e porta ad esempio uno studio che ha dimostrato come nella regione Toscana il reddito di cittadinanza abbia garantito un aumento dello 0,3 per cento del PIL. Stigmatizza l'ossessione ideologica che esiste contro tale misura di sostegno e ricorda come la prima causa di cattiva salute a livello internazionale sia proprio la povertà. Sottolinea quindi che combattere la povertà rappresenta un investimento in quanto nella stessa si possono annidare stili di vita scorretti e di conseguenza costi sanitari insostenibili.

  Andrea QUARTINI (M5S) chiede l'accantonamento dell'emendamento per poterlo valutare con la dovuta attenzione, ricordando come in Germania, per esempio, il reddito di cittadinanza abbia richiesto dieci anni per andare a regime. Stigmatizza il fatto di aggredire una misura come questa per motivazioni puramente ideologiche e che si sia parlato più di reddito di cittadinanza che di evasione fiscale.

  Vittoria BALDINO (M5S) stigmatizza la scarsa presenza in aula della maggioranza e chiede un maggior rispetto per le forze di Pag. 13opposizione. Rileva come nel merito questo articolo 59 sia il cuore della manovra, prevedendo l'abrogazione del reddito di cittadinanza e il recupero di 700 milioni di euro per il prossimo anno e di 8 miliardi dal 2024. Evidenziando come ci sia stata una mistificazione del fenomeno, rileva che il reddito di cittadinanza è intervenuto su due fronti: sostegno alla povertà e politiche attive del lavoro e ricorda come il reddito di cittadinanza sia stato inserito per contrastare il deciso aumento della povertà negli anni precedenti l'introduzione della misura. Sottolinea come, sul fronte delle politiche attive del lavoro, l'Italia spenda dieci volte di meno della Germania e ribadisce come il cattivo funzionamento dei centri per l'impiego non sia colpa del reddito di cittadinanza, ma del fatto che il Paese non abbia investito abbastanza sugli stessi e sulle politiche attive del lavoro. Ribadendo la disponibilità del gruppo parlamentare di appartenenza a valutare delle modifiche all'emendamento presentato, sottolinea come la maggioranza stia confondendo le cause e l'effetto con il rimedio, impoverendo il ceto medio e precarizzando il lavoro per un'esigenza di accontentare gli elettori. Chiede al Governo di precisare la portata del comma 5 dell'articolo 59.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), contestando l'intervento del collega Marattin, ricorda come proprio il suo partito avesse proposto un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza. Stigmatizza l'incongruenza della maggioranza e del Governo che, nelle more di decidere come costruire una misura contro la povertà, abrogano, a partire dal 2024, quella attualmente presente.
  Sottolinea l'assurdità della scelta, ricordando come le misure promesse dal Governo partano già con 1.700.000 in meno, e chiede al Governo come possa quantificare il denaro necessario per una misura che ancora non è prevista. Stigmatizza quindi l'idea che la povertà sia una responsabilità individuale, mentre i dati sulla povertà sono sconvolgenti e dicono che la stessa è molto cambiata rispetto al passato e ora riguarda principalmente i giovani e le famiglie, soprattutto nel Sud, con un'incidenza altissima nei nuclei familiari composti da soli stranieri. Chiarisce come la volontà di non lavorare non sia una caratteristica ontologica di determinate categorie ma l'effetto, ad esempio, di un'eccessiva precarizzazione del lavoro e della proposta di salari eccessivamente bassi e come la povertà sia anche una questione di scelte politiche. Riguardo al fatto che non ci sia incontro tra domanda e offerta di lavoro, ricorda come molte delle persone che soffrono di disagio economico lavorino ma guadagnino troppo poco, rientrando nella categoria dei working poor e come un'alta percentuale di persone che non lavorano non abbiano precedenti esperienze lavorative o presentino tassi di scolarizzazione troppo bassi e quindi siano difficilmente impiegabili, fenomeno riscontrabile in tutte i Paesi che presentano una misura universale di sostegno al reddito. Fa presente come negli anni passati siano stati fatti dei passi avanti nell'ottica dell'inclusione lavorativa e sociale e siano stati effettuati degli investimenti nelle politiche attive del lavoro, sottolineando come il reddito di cittadinanza abbia avuto una forte componente di inclusione sociale. Stigmatizza, quindi, la soppressione del reddito di cittadinanza al buio e il fatto di non volere precisare quali siano le intenzioni del Governo su tale questione. Per quanto riguarda, infine, il tema delle frodi relative al reddito, ribadisce come tutte le misure pubbliche che eroghino denaro abbiano lo stesso problema, e come il reddito preveda anche conseguenze di carattere penali in caso di false dichiarazioni. Sottolinea il diverso trattamento, nella manovra, dell'evasione fiscale rispetto alla questione del contrasto alla povertà.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S) stigmatizza la campagna mediatica strumentalmente posta in essere contro il reddito di cittadinanza ad opera di alcune forze politiche dell'attuale maggioranza, che pure in passato ne avevano condiviso e sostenuto l'introduzione, anche a livello locale. Nel richiamare le analoghe misure adottate da altri Paesi, paventa il rischio che la soppressione di tale istituto nella manovra di bilancio risulti funzionale al finanziamento Pag. 14di forme di condono fiscale, ipotesi che giudica eticamente inaccettabile. Reputa piuttosto necessario uno sforzo per superare le criticità evidenziatesi nell'attuazione dell'istituto, in particolare riguardo il ruolo dei centri per l'impiego, la formazione professionale dei percettori del reddito di cittadinanza e la prevista prestazione di lavori socialmente utili.

  Ilaria FONTANA (M5S) evidenzia il rapporto tra reddito di cittadinanza e transizione ecologica nell'ambito del processo in atto di trasformazione del sistema economico, rilevando come la sua erogazione concorra alla prevenzione della povertà e alla promozione di una crescita sostenibile e inclusiva. Sottolineando come molti dei percettori del reddito di cittadinanza risultino lavoratori giovani con salario assai basso, chiede alla maggioranza di ripensare il proprio approccio alla questione, evidenziando la funzionalità di tale istituto al perseguimento di una effettiva giustizia sociale, economica e ambientale.

  Emma PAVANELLI (M5S), richiamate le criticità del mercato del lavoro nella regione Umbria, sottolinea come al reddito di cittadinanza debba correlarsi l'attuazione a livello locale di politiche volte alla promozione della formazione professionale. Rileva quindi come le critiche rivolte a tale istituto potrebbero estendersi anche all'assicurazione sociale per l'impiego, osservando del resto che i casi di abuso segnalati nell'erogazione del reddito di cittadinanza sono comunque frutto dei controlli dei soggetti preposti. Stigmatizza infine la contrarietà del Governo a tale istituto che, al pari del Superbonus, ha favorito la creazione di numerosi posti di lavoro, paventando il rischio di gravi ripercussioni future sui livelli occupazionali.

  Marco GRIMALDI (AVS), nel sottolineare i contributi offerti dalle opposizioni per migliorare lo strumento del reddito di cittadinanza, evince dalla contrarietà della maggioranza e del Governo la carenza di idee per il perseguimento di una piena e buona occupazione nel Paese. Richiamati i dati salienti circa la platea dei percettori del reddito di cittadinanza, tra i quali sottolinea la fragilità dei lavoratori che percepiscono un salario troppo basso, esprime netta contrarietà alle politiche del lavoro e dell'impresa manifestate dal Governo, che non prevedono misure volte a promuovere la crescita dimensionale dell'economia nel Paese. Nel ribadire il ruolo essenziale del reddito di cittadinanza nel sostegno delle fasce sociali più fragili della popolazione, auspica l'apertura di un confronto fattivo in materia.

  Daniela TORTO (M5S), dopo aver chiesto la parola sull'ordine dei lavori, nel deprecare le frequenti e inopportune ingerenze del Governo sui lavori della Commissione, riferisce che il Ministro Musumeci, intervenuto alla festa per i dieci anni di Fratelli d'Italia, ha appena rivolto parole offensive nei confronti del presidente del MoVimento 5 Stelle, Conte, definendolo un borghese piccolo piccolo. Nel chiedere che il Ministro si scusi per le parole ingiuriose rivolte a Conte, lo invita a venire a parlare del reddito di cittadinanza nella sede opportuna.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, richiama la deputata Torto per il fatto che il merito dell'intervento appena svolto non poteva essere qualificato sull'ordine dei lavori.

  Claudio MANCINI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Conte 59.41, critica il deputato Trancassini poiché, rivolgendosi ai gruppi di opposizione, ha affermato che fino ad un mese fa lo Stato erano loro, riferendosi al fatto che tali gruppi componevano la maggioranza di Governo.
  Nell'augurarsi che il relatore non abbia voluto compiere un'affermazione politica, ritiene grave che lo Stato, formato dall'intera comunità dei cittadini e dall'insieme delle istituzioni, sia stato identificato con il Governo e, quindi, soltanto con la parte pur maggioritaria dei cittadini che lo hanno votato. Si augura, pertanto, che tali affermazioni non siano mai più ripetute in un'aula parlamentare.

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  Angela RAFFA (M5S), nell'affermare di essere stata titolare di un'impresa edile e, quindi, di conoscere bene le difficoltà che soprattutto i lavoratori ultracinquantenni incontrano a ricollocarsi nel mercato del lavoro, critica la graduale abolizione del reddito di cittadinanza voluta dal Governo, che non è stata accompagnata dalla previsione di misure alternative, per gli effetti nefasti in particolare a danno dei nuclei familiari in cui il reddito costituisce un unico introito.
  Nel ricordare che il Ministro Musumeci, quando era presidente della Regione siciliana, ha boicottato la misura del reddito di cittadinanza emanando i bandi per l'impiego soltanto nel 2022, quando la regione disponeva delle relative risorse già dal 2019, ricorda che tale misura rappresenta anche un incentivo all'assunzione dal momento che gli imprenditori che assumono a tempo pieno e indeterminato i percettori usufruiscono di un esonero contributivo commisurato all'importo del reddito.
  Invita, infine, il Governo a indirizzare la propria azione sulla tassazione degli extra-profitti delle aziende produttrici di energia e delle case farmaceutiche, piuttosto che verso l'abolizione del reddito di cittadinanza. Propone quindi di accantonare l'emendamento in discussione.

  Dario CAROTENUTO (M5S), nel ricordare che il MoVimento 5 Stelle è sorto dalla fine della partitocrazia e dalla mancata adozione da parte dei Governi della Prima Repubblica di provvedimenti che proponessero soluzioni per le questioni sociali, fa presente che il reddito di cittadinanza fu richiesto già nel 2015 durante la marcia per la pace da Perugia ad Assisi organizzata dal MoVimento, ben prima dell'introduzione, nel 2017, del reddito di inclusione, che si è dimostrato insufficiente.
  Ricorda, altresì, che proprio il partito cui apparteneva all'epoca il deputato Marattin, sosteneva che non era dignitoso dare soldi a chi non ha lavoro, benché in Italia il sistema di collocamento pubblico non abbia mai funzionato a causa della frequente diffusione di un malcostume per il quale il lavoro era la contropartita del voto politico.
  Nel segnalare che il sostegno ricevuto da parte degli elettori delle zone con la disoccupazione più elevata conferma chiaramente l'importanza riconosciuta a tale misura, invita il Governo ad ampliare la platea dei percettori del reddito e a indirizzarsi verso l'istituzione del reddito unico universale.

  Antonio CASO (M5S), replicando all'accusa rivolta dal deputato Marattin al suo gruppo di aver introdotto una politica assistenziale, anziché una politica attiva del lavoro, evidenzia che le motivazioni del reddito di cittadinanza sono da ricercare nella crescita della disoccupazione in seguito alla pandemia, che ha aggravato le difficoltà già esistenti nella ricerca del lavoro dovute alla cattiva gestione amministrativa dei centri per l'impiego e dei lavori socialmente utili. Nel precisare che la crescita dell'occupazione si è fatta sentire anche negli Stati Uniti, fa presente che, in seguito alla soppressione del reddito di cittadinanza, una grande platea di cittadini tornerebbe in una situazione di povertà.
  Nell'aggiungere che tale decisione potrebbe recare danni anche all'economia di vicinato perché coloro che fossero privati di tale sostegno avrebbero difficoltà a far fronte alle spese quotidiane, sottolinea che è necessario ricordare che i percettori del reddito di cittadinanza sono anche consumatori.
  Conclude, infine, affermando che l'idea di ritornare al reddito di inclusione e alle competenze comunali in materia potrebbe aggravare i compiti degli enti locali e favorire il clientelismo.

  Alessandro CARAMIELLO (M5S) dichiara che condizione indispensabile per l'abolizione del reddito di cittadinanza è l'esistenza di una reale e praticabile alternativa economica per gli attuali percettori. Per questa ragione, critica il comportamento delle quattordici regioni amministrate dal centrodestra che nulla hanno fatto per promuovere reali ed efficaci politiche attive di lavoro.
  Ricorda come il reddito di cittadinanza abbia rappresentato, specialmente durante Pag. 16la gestione della pandemia, un sostegno sociale indispensabile per milioni di famiglie che, in mancanza, si sarebbero trovate in condizioni di povertà assoluta, aggravata dall'obbligo di rimanere in casa e dalla chiusura di tutti gli esercizi commerciali; pur essendosi conclusa la fase più critica della gestione pandemica, non essendo state promosse politiche di creazione del lavoro ribadisce come quelle famiglie si trovino nelle medesime condizioni di fragilità; perciò, conferma come, a suo avviso, il reddito di cittadinanza costituisca un'essenziale garanzia di dignità per milioni di italiani, specialmente provenienti dal Mezzogiorno, che non devono essere abbandonati.

  Francesco SILVESTRI (M5S), rispondendo al collega Trancassini, censura la scarsa chiarezza che, durante la campagna elettorale, la coalizione dei partiti di maggioranza ha manifestato con riguardo all'abolizione del reddito di cittadinanza; anzi, sul punto fa presente come autorevoli esponenti di Forza Italia e della Lega, nel corso della campagna elettorale, avessero manifestato la volontà di modificare il reddito di cittadinanza estendendone la platea dei beneficiari.
  Ciò premesso, ricollegandosi a quanto affermato dal collega Marattin, censura l'impreparazione del Governo che, pur disponendo l'abrogazione del reddito di cittadinanza, non ha approntato alcun progetto volto alla gestione della fase successiva all'abolizione del reddito medesimo.
  Per quanto concerne le politiche attive, premette che spesso, nella valutazione dell'operato degli ultimi anni dei centri per l'impiego, non si tiene conto della pandemia, che invece ha fortemente inciso sulla reale possibilità di creazione di posti di lavoro. Ciò detto, ribalta l'accusa che il Governo lancia nei confronti degli occupabili di non riuscire a trovare lavoro – sicché essi verrebbero esclusi dal reddito – nel senso di accusare, lui stesso, le regioni amministrate da partiti di centrodestra di non riuscire ad assumere personale, nonostante l'ampia disponibilità di fondi di cui esse dispongono.
  Chiarisce come, a suo parere, con la decisione di abolire il reddito di cittadinanza, si sia consumato il momento di maggiore ingiustizia sociale, di maggiore mistificazione della realtà e di maggiore miopia politica.
  Il tema dell'ingiustizia sociale, inoltre, assume, a suo avviso, dei contorni di particolare gravità se si inquadra la decisione, già di per sé censurabile, di abolire il reddito di cittadinanza, con la complessiva azione politica in cui essa si pone, ossia in un contesto in cui il Governo promuove autonomie differenziate fra regioni, si oppone all'introduzione di un salario minimo, smantella le norme anticorruzione, rimane inerte con riguardo all'adozione di misure volte a contrastare il precariato e a promuovere il lavoro. Rimarca come il quadro complessivo che emerge dai citati provvedimenti va ad aumentare significativamente le disuguaglianze e a danneggiare il sistema della protezione sociale, che ha assicurato dignità a milioni di persone durante uno dei momenti più critici della storia del Paese.
  La decisione di abolire il reddito di cittadinanza, come riferito, è figlia anche di un complesso processo mediatico di mistificazione della realtà, cominciato già al momento della creazione del reddito stesso, e perfettamente in linea con il contesto complessivo in precedenza illustrato. Tale processo mediatico di mistificazione della realtà è infatti funzionale, a suo parare, ad assicurare che il conflitto sociale rimanga sempre orizzontale, per giunta fra i cittadini più in difficoltà.
  La mistificazione, a suo avviso, interviene sul lato della percezione sociale dei percettori il reddito, spesso equiparati a truffatori, o ai russi, secondo le parole del Presidente Meloni; infatti, i dati forniti dalla Guardia di finanza dicono il contrario, essendo imputabile ai percettori del reddito meno dell'1 per cento dei 36 miliardi di truffe nei confronti dello Stato.
  La decisione di abolire il reddito, inoltre, è causata, a suo avviso, come riferito, da una grave forma di miopia politica, atteso che una tale forma di solidarietà sociale ed economica nei confronti dei cittadini più fragili è indispensabile per garantire la dignitosa sopravvivenza di tutti Pag. 17quei lavoratori che, a causa del progresso della tecnica e della riconversione dei processi industriali, si ritrovano momentaneamente esclusi dal mercato del lavoro e che, in un momento così delicato, invece di essere supportati dallo Stato, sono da questo abbandonati.
  Ciò significa che il reddito di cittadinanza costituisce una garanzia anche per i lavoratori stessi, che il M5S ha mostrato di avere a cuore, come dimostra anche la misura sul cosiddetto «bonus del 110 per cento», che, invece, il Governo ha deciso di smantellare, a detrimento del ceto imprenditoriale, che invece i partiti di maggioranza dichiarano di voler tutelare.
  Conclude affermando come, da quanto riferito, emerga la totale incapacità del Governo a garantire giustizia sociale e tenuta economica.

  Gilda SPORTIELLO (M5S) critica duramente coloro che, per pura propaganda, hanno descritto i percettori del reddito di cittadinanza come veri e propri parassiti, tossicodipendenti, come soggetti da deridere e disprezzare.
  Rammenta come in alcune dichiarazioni rese a Napoli nel corso della campagna elettorale le forze politiche attualmente al Governo avessero dichiarato di voler modificare, non abolire, il reddito di cittadinanza.
  Ricorda come, in Italia, ben 1.300.000 persone, non potendo soddisfare i propri bisogni primari, vivano in uno stato di povertà assoluta e come per costoro il reddito di cittadinanza sia una vera e propria garanzia di materiale sopravvivenza; fra queste famiglie, molte contano disabili, anziani, minori, soggetti che lo Stato dovrebbe tutelare in modo particolare e che, invece, il Governo, con il disegno di legge di bilancio presentato, mostra di voler abbandonare. Si tratta di persone, a suo avviso, per anni invisibili agli occhi dello Stato, incapace di predisporre reali strumenti di solidarietà sociale e formulare politiche volte a promuovere il mercato di lavoro. Per questa ragione esprime con forza la necessità che lo Stato si faccia carico di queste persone, fragili e vulnerabili non per propria colpa.
  Dichiara come strumenti di solidarietà sociale come il reddito di cittadinanza, specialmente dopo le conseguenze disastrose che la pandemia ha avuto sul tessuto sociale e economico del Paese, debbano essere rafforzati, non aboliti; per giunta, nell'attuale contesto economico, dubita fortemente che le imprese, che stanno faticando per rimanere operative e molte delle quali stanno chiudendo, possano permettersi nuove assunzioni. Per questa ragione, ribadisce come mantenere il reddito di cittadinanza sia, ad oggi, ancora più necessario del contesto economico precedente la pandemia, in cui il reddito è stato creato.
  Sottolinea come nessuno preferisca percepire l'esiguo ammontare di cui si compone il reddito di cittadinanza ad uno stipendio adeguato, ad un salario minimo, cui tuttavia la maggioranza ha mostrato di essere contraria respingendo la relativa mozione; in questa prospettiva, non destano stupore, a suo avviso, gli emendamenti della maggioranza volti ad eliminare il parametro della congruità dall'offerta di lavoro che si deve rivolgere ai percettori. A suo avviso, un lavoro non pagato dignitosamente non è realmente lavoro, ma sfruttamento, che non può essere accettato in un Paese civile.
  Con riferimento, invece, ai corsi di formazione di cui all'articolo in esame, invita il Governo a chiarire chi sia il soggetto chiamato a sostenerne i relativi costi, auspicando che essi non ricadano sui percettori del reddito che, oltre ad essere abbandonati alla povertà, sarebbero così anche chiamati a pagarsi i corsi di formazione disposti dallo Stato.
  Infine, critica duramente il disegno di legge di bilancio presentato, che non prevede alcun sostegno al Mezzogiorno ma, anzi, promuove un sistema di autonomie regionali a scapito delle regioni più fragili.
  Per queste ragioni, spera che il Governo possa ravvedere il proprio intendimento in ordine alla scelta di abolire il reddito di cittadinanza, le cui conseguenze, sia dal punto di vista sociale sia economico, sarebbero disastrose.

  Ida CARMINA (M5S) ricorda che il Governo con questa manovra taglierà a 600 Pag. 18mila cosiddetti «occupabili» il reddito di cittadinanza dal 1° settembre 2023 per eliminare del tutto questa misura a partire dal 1° gennaio 2024.
  Ritiene questa impostazione figlia di quella che Papa Francesco chiama la cosiddetta cultura dello scarto, mentre sarebbe giusto dare risposta alle esigenze degli individui cosiddetti «invisibili». Sottolinea come in tal modo si stravolga la visione della Carta costituzionale, che all'articolo 2 esprime il principio solidaristico e all'articolo 3 prevede per la Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che limitano il principio di uguaglianza.
  Rileva che viene tagliato il reddito di cittadinanza senza prevedere contestualmente misure in sua sostituzione, incidendo così sulle prospettive di vita dei cittadini, sul loro diritto alla salute e anche sul diritto allo studio. Ricorda che, avendo svolto il ruolo di sindaco nel 2016, senza reddito di cittadinanza, in una realtà difficile colpita dalla crisi post industriale conosce bene la situazione delle persone che vorrebbero lavorare, ma che non possono perché non ci sono le condizioni.
  Replicando all'onorevole Trancassini, rileva che è vero che all'inizio della campagna elettorale si era parlato dell'abolizione del reddito di cittadinanza, ma che successivamente, sempre durante la campagna elettorale, si era poi parlato solo di modifiche. Evidenzia che al Sud servono investimenti e che se si vogliono migliorare le politiche attive del lavoro lo si deve fare senza abolire il reddito di cittadinanza. Concorda sul fatto che siano emerse criticità ma ritiene che lo strumento del reddito di cittadinanza vada mantenuto e migliorato. Ricorda, infine, che in Germania ci sono voluti anni per affinare questo strumento e che misure simili esistono in tutta Europa, anche in Paesi con una capacità economica minore dell'Italia.

  Gaetano AMATO (M5S) interviene rilevando che chi perderà il reddito di cittadinanza è considerato «occupabile», cioè una persona che non solo possiede le capacità tecniche per lavorare, ma che ha anche la capacità di autopromuoversi, che ha dunque caratteristiche che i percettori di reddito di cittadinanza non hanno. Ritiene che sarebbe più corretto dire che perderanno il reddito di cittadinanza coloro che potrebbero lavorare se ci fosse il lavoro. Si chiede che lavoro potranno trovare queste persone e quali gesti potranno arrivare a compiere molti padri di famiglia a seguito di questo taglio. Rileva, infine, che contestualmente vengono promosse, invece, forme di condono, come quelle sul calcio, andando contro ciò che era stato detto sia dal Ministro dello Sport sia dal Ministro dell'economia.

  Riccardo RICCIARDI (M5S) ritiene che si stia facendo una lotta di classe prendendo di mira il reddito di cittadinanza in quanto promosso dal MoVimento 5 Stelle ed entra nel merito delle cifre per sfatare alcune «leggende» che sono state riferite circa tale misura. Riporta quindi alcuni dati che ritiene dimostrino che non è vero che a causa del reddito di cittadinanza non si riescono ad assumere stagionali o che non sia incentivato il lavoro o che si favorisca il lavoro in nero. Sottolinea, inoltre, come l'80 per cento del reddito di cittadinanza torni all'economia sotto forma di consumi o nelle casse dello Stato per risanare debiti pregressi.
  Ritiene assurdo che la legge di bilancio aiuti i facoltosi, abbassando la tassazione sulle rendite e, allo stesso tempo, tagli il reddito di cittadinanza, dopo che un altro taglio del 12 per cento è già avvenuto a causa dell'inflazione. Ritiene, inoltre, che si tratti di una scelta ben precisa, figlia di una certa visione della società, ma che sia antieconomica in questa fase anche per chi ha una visione ultraliberista. Evidenzia, infine, che il Governo non ha chiara una ricetta per creare lavoro e che l'economia non trarrà beneficio dall'eliminazione di questa misura, che aveva dato finalmente risposta alle esigenze di chi vive nelle periferie d'Italia, al Nord come al Sud.

  Daniela TORTO (M5S), ribadendo la necessità di una misura alternativa al reddito di cittadinanza qualora questo venga soppresso, segnala che l'attuazione delle politiche attive del lavoro è responsabilità delle Pag. 19regioni: in proposito, porta il cattivo esempio dell'Abruzzo, dove l'amministrazione di centro destra ha proceduto a solo 6 assunzioni nei centri per l'impiego. Rivendica che il MoVimento 5 Stelle, da una parte, ha voluto aiutare i soggetti sotto la soglia di povertà con il reddito di cittadinanza e, dall'altra, ha sostenuto l'economia del nostro Paese e le imprese tramite la misura del Superbonus. Riscontra, invece, che con la manovra in esame l'attuale Governo ha previsto solo tagli e nessun investimento. Ricorda, poi, quello che reputa sia stato un vero e proprio «sciacallaggio» da parte del gruppo Fratelli d'Italia durante la pandemia, ossia far leva sulle paure e le difficoltà dei cittadini per contrastare l'allora maggioranza di Governo. Replicando, infine, all'onorevole Trancassini, il quale aveva sostenuto che il risultato elettorale dimostra che gli italiani hanno bocciato le scelte del MoVimento 5 Stelle, ricorda che il centro destra non rappresenta la maggioranza dei cittadini perché occorre tener conto della grande parte di italiani che non ha votato in quanto ha perso fiducia nella classe politica. Ritiene, pertanto, che la strategia che il Governo intende attuare con questa manovra di bilancio sia chiara: mantenere il proprio elettorato e non occuparsi di quei cittadini che hanno perso fiducia nella politica.

  La Commissione respinge l'emendamento Conte 59.41.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, considerata la presenza del Ministro Ciriani, chiede una sospensione dei lavori per svolgere una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di definire le modalità per il seguito dell'esame del provvedimento.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto degli orientamenti della Commissione, sospende la seduta e convoca immediatamente l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta, sospesa alle 15.10, è ripresa alle 15.35.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, sulla base di quanto convenuto nella riunione appena svoltasi dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dichiara conclusa la seduta, rinviando il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta, che sarà convocata per le ore 17 di oggi.

  La seduta termina alle 15.35.

SEDE REFERENTE

  Sabato 17 dicembre 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, indi del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Intervengono il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni e la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano.

  La seduta comincia alle 17.05.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nell'odierna seduta antimeridiana.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dopo aver dato conto delle sostituzioni, ricorda che prima della sospensione della seduta era stata respinta la proposta emendativa Conte 59.41. Invita dunque l'onorevole Marattin a illustrare l'emendamento Richetti 59.30, da lui sottoscritto, ricordando che tanto i relatori quanto il Governo ne hanno chiesto il ritiro.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE), ribadisce preliminarmente quanto sostenuto in un suo precedente intervento, circa la possibilità di prolungare in eterno l'erogazione del reddito di cittadinanza, dando conto di quanto disposto dall'articolo 3, comma 6, Pag. 20del decreto-legge n. 4 del 2019, che prevede che il reddito possa essere rinnovato, previa sospensione della sua erogazione per un periodo di un mese prima di ciascun rinnovo. Afferma dunque la correttezza del proprio precedente intervento, messa in discussione dai colleghi che sono intervenuti nel prosieguo del dibattito per difendere l'erogazione del reddito di cittadinanza.
  Chiede ai relatori di accantonare l'emendamento Richetti 59.30, evidenziando come si tratti di una proposta emendativa che potrebbe consentire al Governo di avere a disposizione una disciplina sostitutiva del reddito di cittadinanza, da applicare da subito, in attesa della soppressione dell'istituto dal 1° gennaio 2024. Attraverso questo emendamento, che contiene la proposta del suo gruppo su come articolare un nuovo sussidio contro la povertà (disciplina dell'imposta negativa, previsione della sospensione del sussidio, riforma delle agenzie private), il Governo potrebbe infatti evitare di dover intervenire successivamente con un disegno di legge collegato; evidenzia, inoltre, che con l'accantonamento dell'emendamento la disciplina proposta potrebbe essere oggetto di dibattito nei giorni successivi, ipotizzando che la chiusura della legge di bilancio in Commissione non sia prossima.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, ritiene opportuno effettuare un supplemento di analisi sull'emendamento Richetti 59.30, del quale propone quindi l'accantonamento.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO concorda con la proposta di accantonare l'emendamento Richetti 59.30.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dispone l'accantonamento dell'emendamento Richetti 59.30.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, chiede di verificare se, come crede, stiano per essere depositato gli emendamenti del Governo.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, ricorda come si fosse già concordato che il Governo, prima di depositare i propri emendamenti, li avrebbe illustrati all'opposizione. Chiede quindi una sospensione della seduta per dar modo al Governo di procedere in tal senso.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nel ricordare quanto convenuto in ufficio di presidenza circa l'opportunità di sospendere i lavori all'atto della presentazione da parte del Governo dei propri emendamenti, per svolgere un ulteriore ufficio di presidenza, fa presente che il pacchetto di emendamenti del Governo è pronto e pertanto sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alla 17.10, riprende alle 17.45.

  Vittoria BALDINO (M5S) ricorda che la sospensione della seduta si è resa necessaria per consentire al Governo, prima di depositare i propri emendamenti, di illustrarli all'opposizione. Purtuttavia, fa notare che, nel corso dell'ufficio di presidenza appena svolto, il Governo si è limitato a enunciare tali proposte emendative, non esplicitando, però, la sua posizione in merito. Stigmatizzando, pertanto, il ritardo del Governo nella formulazione dei pareri, sollecita un intervento in Commissione del Ministro Giorgetti, al fine di consentirgli di dar conto dello stato di avanzamento dei lavori.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), riservandosi di intervenire più diffusamente sull'emendamento 59.27, si dichiara rammaricata per il fatto che la posizione del Governo, nonostante le rassicurazioni in ufficio di presidenza, non risponda, a suo avviso, alle richieste formulate dai gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione, pur con diverse sensibilità, su proposte emendative affini.
  Richiama, in proposito, le proposte presentate in materia fiscale e, specificamente, la norma sugli extra-profitti, sulla quale il Governo sembra disattendere le sollecitazioniPag. 21 ricevute, nonostante il tema assuma rilievo centrale. Facendo riferimento alla riformulazione esposta sul punto dal sottosegretario Freni, ha impressione che essa ne riduca la platea e gli introiti, in controtendenza rispetto alla necessità di sostenere sacche di fragilità non contemplate dalla manovra. Stigmatizzando il taglio operato in manovra rispetto a poste certe quali pensioni o reddito di cittadinanza, invita la maggioranza a svolgere una riflessione, anche alla luce della ridotta tempistica di discussione in Commissione del disegno di legge di bilancio. Si dichiara amareggiata per l'atteggiamento di chiusura del Governo rispetto a tematiche che ritiene di interesse primario per il Paese e, infine, si associa alla richiesta formulata dalla collega Baldino di sollecitare un intervento in Commissione del Ministro Giorgetti, affinché egli possa riferire sullo stato di avanzamento dei lavori.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE) caldeggia la richiesta, avanzata dall'onorevole Baldino, di un intervento del Ministro Giorgetti, in Commissione o in ufficio di presidenza, al fine di consentire un'interlocuzione in merito agli intendimenti del Governo.

  Claudio MANCINI (PD-IDP), nell'associarsi alla richiesta dei colleghi di sollecitare un intervento del Ministro Giorgetti in Commissione, ricorda che il pacchetto di emendamenti, pur annunciato dal Governo prima della sospensione dei lavori, non risulta, allo stato, depositato, unitamente alla relativa relazione tecnica. Manifestando la preoccupazione che gli emendamenti presentati comportino una diminuzione del gettito e rechino coperture non chiare, ritiene ipotizzabile un confronto sugli stessi solo a seguito dell'effettiva bollinatura.

  Marco GRIMALDI (AVS) ritiene che il Governo, non cogliendo lo spirito degli emendamenti presentati e delle istanze formulate dall'opposizione, intervenga in peius su istituti significativi come opzione donna e le pensioni minime. Pur riconoscendo l'attività svolta dal sottosegretario Freni, si associa alla richiesta dei colleghi di sollecitare un'interlocuzione con il Ministro Giorgetti in merito al pacchetto di emendamenti, che auspica siano tempestivamente depositati, al fine di consentire una regolare prosecuzione dei lavori.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, intervenendo sull'ordine dei lavori, invita il sottosegretario Freni a fornire riscontro rispetto alle sollecitazioni di alcuni colleghi e alle perplessità da essi formulate rispetto al contenuto degli emendamenti.

  Il Sottosegretario Federico FRENI, dopo aver richiamato l'impegno, assunto e rispettato dal Governo, di esporre sinteticamente in Commissione il contenuto degli emendamenti, poco prima che essi fossero depositati, preannuncia che nel corso della giornata di domani il Ministro Giorgetti interverrà in Commissione per illustrare il contenuto di due pacchetti di emendamenti che saranno a breve depositati, relativi, specificamente, a fisco ed enti locali.

  Claudio MANCINI (PD-IDP) ribadisce che, allo stato, il pacchetto di emendamenti del Governo, corredati dalla relativa relazione tecnica, non risulta essere stato depositato.

  Daniela TORTO (M5S) chiarisce che la richiesta circa la presenza del Ministro Giorgetti non è finalizzata ad ascoltare l'illustrazione del contenuto degli emendamenti del Governo, dei quali è assolutamente necessario poter disporre dei relativi testi quanto prima, ma piuttosto a conoscere gli obiettivi della manovra economica in discussione e l'orientamento che il Governo intende assumere rispetto agli emendamenti segnalati dai gruppi di opposizione.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che la Commissione continuerà ad esaminare il fascicolo degli emendamenti segnalati, in discussione.

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  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) intervenendo per illustrare il contenuto dell'emendamento a prima firma Ubaldo Pagano 59.27, intende precisare in questa sede quale sia la posizione del Partito Democratico riguardo allo strumento del reddito di cittadinanza.
  In particolare ricorda come a partire dal decreto-legge cosiddetto «Dignità» il reddito di cittadinanza sia stato concepito come strumento di contrasto della povertà e non come strumento di politica attiva del lavoro.
  Nel sottolineare come anche lo strumento del superato reddito di inclusione non fosse riuscito a contrastare diverse tipologie di povertà, evidenzia l'assoluta necessità di strumenti di politica attiva del lavoro volti a sostenere le persone in difficoltà, che ad oggi ammontano a circa un milione.
  Al riguardo ricorda come il Ministro del lavoro Orlando avesse infatti previsto alcuni specifici correttivi necessari ad una concreta politica di prossimità. Segnala come il Partito Democratico abbia già presentato una proposta di legge volta a modificare il reddito di cittadinanza, ma che servono misure ulteriori di politica attiva del lavoro che attingano alle risorse previste dal PNRR. In proposito segnala che anche prima della pandemia erano stanziati circa 19 miliardi per gli ammortizzatori sociali – cosiddetta politica passiva del lavoro – e solo 2 miliardi per gli interventi di politica attiva, ritiene non più rinviabile un cambio di prospettiva anche con misure relative alla riqualificazione del lavoro delle numerosissime persone che altrimenti non riuscirebbero a rientrare nel mercato del lavoro.
  Stigmatizza il fatto che la destra pensi di poter risolvere tutto limitandosi ad eliminare il reddito di cittadinanza, privando del necessario sostegno circa 700 mila disoccupati: al riguardo ritiene che tale visione rappresenti in sostanza una lotta contro i poveri e non contro la povertà. Chiede infine che l'emendamento in questione sia oggetto di ulteriori approfondimenti proponendone l'accantonamento.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) intervenendo sull'emendamento Ubaldo Pagano 59.27, volto a sopprimere innanzitutto i commi 1 e 2 dell'articolo 59 del disegno di legge in esame, illustra sinteticamente le finalità di tale articolo, volto al riordino dello strumento del reddito di cittadinanza. Nel ricordare quanto emerso nelle recenti audizioni della Corte dei Conti dell'UPB e dell'ISTAT, stigmatizza come il Governo sostituisca il concetto di occupabilità individuale con quello di occupabilità familiare allo scopo di contrastare il presunto immobilismo dei cosiddetti «divanisti». Al riguardo evidenzia come tale riscrittura della normativa relativa al reddito di cittadinanza non trova un corrispettivo in nessun Paese europeo, prevedendo criteri che nulla hanno a che fare con la capacità di lavoro di una persona e introducendo condizioni che riguardano altri soggetti, seppur appartenenti alla medesima famiglia. Segnala infatti come nelle citate audizioni sia emerso l'identikit delle famiglie che in base alla nuova disciplina perderanno il reddito di cittadinanza: si tratta per oltre il 60 per cento di persone di oltre 40 anni, con bassi livelli di istruzione e per lo più residenti nelle regioni del Mezzogiorno che, come noto, hanno alti tassi di disoccupazione. Si tratta evidentemente di persone non facilmente occupabili che si troveranno senza uno strumento di sostegno al reddito.
  Con riferimento alle recenti dichiarazioni del Sottosegretario Durigon circa l'esistenza in Italia di 2 milioni di disoccupati, ricorda che in tale categoria rientrano tutte le persone in cerca di occupazione che non possono essere automaticamente considerate «divanisti» ma che chiedono un giusto sussidio da parte dello Stato.

  Marco FURFARO (PD-IDP) nel ricordare come la compagna elettorale dei partiti della maggioranza si sia incentrata tutta su annunci di misure a favore dei cittadini più fragili osserva come la legge di bilancio presentata dal Governo sia finalizzata in realtà proprio a fare cassa sui poveri, eliminando il reddito di cittadinanza e senza sostituirlo con un altro strumento di contrasto alla povertà.
  Nell'evidenziare la gravità della condizione di disuguaglianza in cui si trovano Pag. 23circa 3 milioni di persone, soprattutto bambini e anziani, invita il Governo a riflettere al fine di trovare le soluzioni più adeguate senza incrementare le condizioni di disuguaglianze dei cittadini. Osserva quindi, in proposito, come da molti anni i Governi che si sono succeduti hanno adottato la legge non scritta della precarietà come strumento ineluttabile per garantire maggiore crescita e maggiore benessere.
  Si tratta a suo giudizio di una visione politica del tutto sbagliata, che accresce il senso di precarietà dei cittadini senza salvaguardare i diritti dei più fragili. Ritiene altresì che tale visione non sia destinata ad aumentare consenso elettorale, ma piuttosto il senso di povertà e precarietà di molte persone.
  Reputa piuttosto necessaria una linea politica diversa sulle politiche del lavoro, sul capitale umano e sulla valorizzazione delle giovani generazioni. Non comprende quindi la decisione della maggioranza di voler togliere il reddito di cittadinanza proprio alle persone fragili che si troveranno per questo in balia delle criminalità organizzata senza alcuna rete di protezione sociale. Invita quindi la maggioranza a non voltare le spalle alla parte più fragile del Paese, ma ad individuare uno strumento per un sostegno adeguato da parte dello Stato.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP) intervenendo in generale sullo strumento del reddito di cittadinanza, osserva come nelle intenzioni del Governo il reddito di cittadinanza deve essere eliminato perché rappresenta una bandiera politica dei precedenti Esecutivi: è probabilmente per tale ragione che il Governo vuole introdurre una nuova misura nonostante il reddito di cittadinanza sia presente nella maggioranza dei Paesi europei.
  Nel ricordare come la medesima operazione è stata fatta sul reddito di inclusione (REI), stigmatizza il fatto che sia stata rigettata dal Governo anche la proposta di un salario minimo.
  Si chiede a questo punto se si voglia davvero dare ragione a Montesquieu sull'ineluttabilità delle condizioni di vita degli abitanti delle regioni del Sud, oppure se si voglia davvero affrontare la situazione di disuguaglianza e arretratezza del Meridione che vive una reale condizione di miseria.
  Al riguardo ritiene che la povertà non debba avere un colore politico, e ricorda come le ingenti risorse previste dal PNRR sono state destinate proprio a superare tale divario tra le regioni. Ritiene quindi che se le politiche del lavoro non saranno diverse nulla è destinato a cambiare. Infine evidenzia come proprio lo strumento del reddito di cittadinanza abbia avuto il merito di dimostrare quanto siano infimi i livelli dei salari nel sud Italia.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP) riferisce sinteticamente i dati contenuti nel recente rapporto dell'ISTAT che ha certificato la gravità delle condizioni di povertà di alcune fasce della popolazione. Segnala in proposito come ci vogliano addirittura 5 generazioni affinché una famiglia indigente possa finalmente raggiungere un reddito dignitoso. Nel sottolineare la gravità della crisi economica ed in particolare degli effetti di impoverimento dovuti all'inflazione, ritiene che lo strumento del reddito di cittadinanza non possa essere cancellato per non lasciare indietro proprio la parte più fragile della popolazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Ubaldo Pagano 59.27.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE) illustra, in qualità cofirmatario, le finalità dell'emendamento Richetti 59.35, volto ad introdurre un'imposta negativa a favore dei titolari di reddito di cittadinanza che vengano successivamente assunti. Al riguardo evidenzia come negli Stati Uniti proprio tale strumento ha avuto successo per combattere la povertà in modo efficace dal momento che si è dimostrato come il reddito di cittadinanza non sia in realtà uno strumento efficace se concepito come sussidio permanente.
  Ribadisce quindi come il meccanismo dell'imposta negativa rappresenti in realtà un incentivo al lavoro. Chiede pertanto al Governo e ai relatori che su tale proposta Pag. 24possa svolgersi un ulteriore riflessione volta a verificare se lo strumento dell'imposta negativa possa essere ritenuto preferibile rispetto al reddito di cittadinanza.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, nel ritenere il tema sollevato dall'emendamento Richetti 59.35 e in questa sede dall'onorevole Marattin, certamente di estremo interesse, anche a nome dei relatori Pella e Trancassini, propone l'accantonamento degli emendamenti Richetti 59.35 e 59.37, al fine di svolgere un ulteriore approfondimento.
  Al riguardo non è in grado di garantire che su tale delicata questione si possa individuare una soluzione nel disegno di bilancio in discussione. Ritiene peraltro che i contributi al dibattito siano certamente apprezzabili.

  La Sottosegretaria di Stato Matilde SIRACUSANO, concorda con la proposta della relatrice di accantonare gli emendamenti Richetti 59.35 e 59.37.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dispone l'accantonamento degli emendamenti Richetti 59.35 e 59.37.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE) in qualità di cofirmatario illustra le finalità dell'emendamento Richetti 59.36 volto a incrementare le risorse del reddito di inclusione.

  Alessandro CARAMIELLO (M5S) chiede di avere ulteriori chiarimenti circa il contenuto dell'emendamento Richetti 59.36 e in particolare sulla preannunciata volontà di reintegro delle risorse del cosiddetto reddito di inclusione.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE) osserva preliminarmente come i lavori socialmente utili non abbiano avuto lo sviluppo che si era previsto ma che abbiano, piuttosto, sfasciato il bilancio degli enti locali. Più in generale evidenzia come a suo giudizio ciò che non ha funzionato principalmente dello strumento del reddito di cittadinanza derivi dal fatto che si è voluto con tale strumento raggiungere obiettivi diversi. Ritiene infatti che le politiche attive del lavoro richiedano strumenti specifici così come il sussidio ai disoccupati abbia una finalità di sostegno del tutto diversa. Insiste quindi per una rivalutazione dei contenuti dell'emendamento Richetti 59.36 di cui chiede la votazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Richetti 59.36.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, anche a nome dei relatori Pella e Trancassini, con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 61, propone di accantonare l'emendamento Orlando 61.6 e l'articolo aggiuntivo Barzotti 61.02. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 62 propone di accantonare l'emendamento Vietri 62.3 e l'articolo aggiuntivo Bagnasco 62.013. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 63 propone di accantonare l'emendamento Boldrini 63.6, Zanella 63.11, Bonetti 63.2, Lupi 63.13, Iezzi 63.4 e l'articolo aggiuntivo Ascari 63.017. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 64 invita al ritiro degli identici emendamenti Torto 64.19, Mari 64.22, Pastorino 64.4, Laus 64.7, Caramiello 64.17, Scotto 64.9 e Orfini 64.5.
  Propone quindi l'accantonamento degli emendamenti Orlando 64.16, Del Barba 64.14, Osnato 64.13 e dell'articolo aggiuntivo Orlando 64.049, mentre invita al ritiro degli articoli aggiuntivi Zanella 64.099 e Grimaldi 64.097. Propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Schullian 64.050, invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo De Luca 64.060, propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Messina 64.051, invita al ritiro degli articoli aggiuntivi Carotenuto 64.076, Barzotti 64.092, propone di accantonare gli articoli aggiuntivi Borrelli 64.0101 e Aiello 64.081 e, infine, invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 64.039.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 65, invita al ritiro dell'emendamento Richetti 65.6 e degli articoli aggiuntivi Zanella 65.020 e Guerra Pag. 2565.08. Propone quindi l'accantonamento di tutte le proposte emendative segnalate riferite agli articoli 66, 67 e 68.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 69 invita al ritiro dell'emendamento Merola 69.7 e degli identici emendamenti Torto 69.11, Dell'Olio 69.14 e Grimaldi 69.17; quindi propone l'accantonamento degli identici emendamenti Pastorino 69.1, Conte 69.13 e Lai 69.3, nonché degli identici emendamenti Merola 69.10, Fenu 69.12, Grimaldi 69.18, Magi 69.21 e Marattin 69.22, nonché dell'emendamento Sottanelli 69.23. Invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Conte 69.02. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 70, propone l'accantonamento dell'emendamento Battilocchio 70.6 e invita al ritiro degli articoli aggiuntivi Provenzano 70.05 e 70.04.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 72, propone l'accantonamento degli emendamenti Foti 72.9 e Todde 72.12, nonché dell'articolo aggiuntivo Frassini 72.014.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 73, propone l'accantonamento degli identici articoli aggiuntivi Lucaselli 73.06 e Torto 73.013; invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Richetti 73.07, mentre propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Matera 73.03. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 74, propone di accantonare gli identici articoli aggiuntivi Tabacci 74.01 e Tenerini 74.028, quindi invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Lovecchio 74.021 e propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Cattaneo 74.029.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 75, propone di accantonare gli identici emendamenti Centemero 75.1 e Lucaselli 75.3, gli articoli aggiuntivi Appendino 75.040 e Frassini 75.032; mentre invita al ritiro degli articoli aggiuntivi Santillo 75.018 e Fassino 75.05. Propone quindi di accantonare gli identici articoli aggiuntivi Ubaldo Pagano 75.06 e D'Attis 75.035 e l'articolo aggiuntivo Foti 75.014.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 76, propone di accantonare l'emendamento Cerreto 76.5 e l'articolo aggiuntivo Caramiello 76.06. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 77, propone l'accantonamento dell'emendamento Nevi 77.18, mentre invita al ritiro degli identici articoli aggiuntivi Gadda 77.011, Vaccari 77.03, Schullian 77.06 e Caramiello 77.017 e degli articoli aggiuntivi Donno 77.021, Bonelli 77.024 ed Evi 77.029. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 78, propone l'accantonamento dell'emendamento Vaccari 78.4 e dell'articolo aggiuntivo Foti 78.016, mentre invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Furfaro 78.02; propone l'accantonamento degli articoli aggiuntivi Molinari 78.07, Foti 78.015, Nevi 78.035, Foti 78.014, Foti 78.027, Foti 78.020, Foti 78.021, Foti 78.022, Foti 78.029, Lupi 78.034 e Carloni 78.037.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 79, propone di accantonare gli identici emendamenti Manes 79.1 e Di Sanzo 79.3, l'emendamento Cattaneo 79.9 e l'articolo aggiuntivo Rizzetto 79.012. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 80, propone l'accantonamento degli articoli aggiuntivi Foti 80.03, Traversi 80.06, e Miele 80.08. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 81, invita al ritiro degli emendamenti Morassutt 81.22 e Pastorino 81.3; propone l'accantonamento dell'emendamento Francesco Silvestri 81.28, invita al ritiro degli identici emendamenti Sarracino 81.23 e Sportiello 81.34, mentre propone di accantonare l'emendamento Sergio Costa 81.32; infine invita al ritiro degli emendamenti Grimaldi 81.41, Roggiani 81.6, Iaria 81.29 e degli articoli aggiuntivi Del Barba 81.09, Ghirra 81.023 e Bonelli 81.022.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 82, invita al ritiro degli identici emendamenti Morfino 82.6 e Ghirra 82.8, dell'emendamento Barbagallo 82.4 e propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Raffa 82.05. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 84, propone l'accantonamento dell'emendamento Ciocchetti 84.5 e invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 84.01. Con riferimento alle proposte Pag. 26emendative presentate all'articolo 85, propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Frijia 85.04, mentre invita al ritiro degli identici articoli aggiuntivi Benzoni 85.012 e Ascari 85.022, dell'articolo aggiuntivo Santillo 85.017 e dell'articolo aggiuntivo Iaria 85.016; propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Maccanti 85.015, invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Ghirra 85.023 e propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Carloni 85.03.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 87, invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Barbagallo 87.07, mentre propone di accantonare gli articoli aggiuntivi Bruzzone 87.05 e Maccanti 87.03. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 88, propone l'accantonamento dell'emendamento Baldino 88.4, mentre invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Donno 88.05.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 90, propone l'accantonamento degli emendamenti Lucaselli 90.5 e Morassutt 90.4. Con riferimento alla proposta emendativa presentata all'articolo 91, propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Molinari 91.01. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 92, propone l'accantonamento degli articoli aggiuntivi Morrone 92.06 e Ottaviani 92.026; mentre invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Zanella 92.028 e propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Patriarca 92.029. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 93, propone l'accantonamento dell'emendamento Sportiello 93.9; invita al ritiro degli articoli aggiuntivi Richetti 93.018 e Sportiello 93.021; propone quindi di accantonare gli articoli aggiuntivi Lancellotta 93.040, Lupi 93.027, Cattaneo 93.029, Bagnasco 93.028 e Ubaldo Pagano 93.042. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 94, invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Malavasi 94.03, mentre propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Mulè 94.06. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 95, propone di respingere per l'Aula l'emendamento 95.2 della XII Commissione, mentre invita al ritiro dell'emendamento Quartini 95.5. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 96, invita al ritiro degli emendamenti Di Lauro 96.29, Quartini 96.37 e Gruppioni 96.10; propone l'accantonamento degli emendamenti Colosimo 96.16 e Cappellacci 96.41; invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Furfaro 96.026; propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Patriarca 96.041; invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Furfaro 96.012, mentre propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Madia 96.01, degli identici articoli aggiuntivi Faraone 96.020 e Lucaselli 96.028, degli identici articoli aggiuntivi Cattoi 96.024 e Cattaneo 96.040, dell'articolo aggiuntivo Lucaselli 96.027 e Benigni 96.037. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 97, invita al ritiro degli emendamenti Richetti 97.4 e Mancini 97.3, mentre propone di accantonare gli articoli aggiuntivi Caiata 97.011, Zanella 97.055, Boschi 97.012, Lucaselli 97.051, Boschi 97.019 e Schifone 97.09. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 98, propone l'accantonamento dell'emendamento Schifone 98.1 e dell'articolo aggiuntivo Marattin 98.02. Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 99, invita al ritiro dell'emendamento Manzi 99.7, mentre propone l'accantonamento dell'emendamento Lupi 99.17 e degli articoli aggiuntivi Zurzolo 99.07, Ilaria Fontana 99.010 e invita al ritiro l'articolo aggiuntivo Piccolotti 99.015.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO concorda con il parere espresso dalla relatrice.

  Giovanni Luca CANNATA (FDI), presidente, avverte che l'esame del provvedimento riprende dagli identici emendamenti Torto 64.19, Mari 64.22, Pastorino 64.4, Laus 64.7, Caramiello 64.17, Scotto 64.9 e Orfini 64.5.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) intervenendo sull'emendamento Scotto 64.9, evidenzia che è volto a sopprimere l'articolo 64, con il quale viene esteso l'utilizzo dei voucher al settore agricolo, alle aziende alberghiere e alle strutture ricettive che Pag. 27operano nel settore del turismo. Nel sottolineare che la proposta emendativa è stata presentata nello stesso identico testo da numerosi gruppi, segnala che la relazione tecnica allegata al provvedimento fa presente che: «Ferma restando la domanda di lavoro, il maggior ricorso ai contratti di prestazione occasionale, sottrarrà, verosimilmente, contratti di altra natura (lavoro a tempo determinato – lavoro stagionale)». Sottolinea, pertanto, che il Governo stesso riconosce il proprio intendimento a frammentare ulteriormente il mercato del lavoro con l'introduzione di contratti sottopagati e che garantiscono minori tutele. Nel ricordare che la stessa Presidente del Consiglio Meloni ha detto che il Governo si impegnerà affinché ciò non avvenga, suggerisce di provvedere prima che tale grave rischio si verifichi.

  Daniela TORTO (M5S) intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente che era stato garantito dal Governo e dai relatori che alle ore 18 sarebbero state presentate le proposte emendative del Governo ma fa constatare che dopo circa un'ora ancora non si sono avuti i testi. Chiede se per caso ciò non sia dovuto al concomitante impegno del partito di Fratelli d'Italia nel festeggiamento per l'anniversario della sua nascita.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, in risposta alla deputata Torto, avverte che ha appena sentito il sottosegretario Freni, il quale gli ha riferito che tali proposte emendative saranno inviate a breve. Nel far presente che i componenti di Fratelli d'Italia impegnati nella manovra di bilancio non presenziano certamente alla festa del partito, sottolinea che il sottosegretario ha anticipato i temi delle proposte emendative che saranno presentate secondo quanto era stato convenuto con i gruppi di opposizione.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) ricorda al relatore Trancassini che la presentazione delle proposte emendative sarebbe dovuta avvenire entro le ore 14, mentre soltanto alle 18 è stato detto che mancava la bollinatura delle proposte emendative del Governo.

  Marco GRIMALDI (AVS), nell'associarsi alle osservazioni dei colleghi, stigmatizza il ritardo del Governo nel presentare i testi e fa notare che ci sono ancora cinquanta proposte emendative accantonate.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), in replica al relatore Trancassini, rileva che non è stato rispettato l'impegno preso dal Governo secondo il quale il sottosegretario avrebbe fatto leggere i testi delle proposte emendative prima della presentazione delle medesime.

  Luca PASTORINO (MISTO-+EUROPA), pur ringraziando il relatore Trancassini, nel ricordare le diverse modalità con le quali sia il Governo sia i gruppi di opposizione si sono comportati nella scorsa legislatura, afferma che è inevitabile convenire che il comportamento odierno del Governo è poco accettabile.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'emendamento Mari 64.22, critica la reintroduzione dei voucher in molti settori, dopo che furono anche raccolte le firme per l'indizione del referendum abrogativo, successivamente non tenutosi per l'intervento legislativo. Nel sostenere che in modo analogo alla disposizione di detassazione delle mance si tratta di uno strumento dannoso che nasconde molta manodopera irregolare e forme di sfruttamento, segnala che non è stato certo per la mancanza dei voucher che vi sono state difficoltà nel reperire la manodopera ma che ciò è stato dovuto alle condizioni di lavoro troppo basse. Nel ricordare che le aziende che se ne avvalgono in modo esclusivo di frequente falliscono, rileva che tale strumento acuisce il divario tra aziende sane e quelle che surrettiziamente tengono aperto. Nel deprecarne l'utilizzo soprattutto nel settore agricolo, evidenzia che in tal modo vengono levate tutte le tutele dei lavori a tempo determinato e si offre una giustificazione al mercato nero.

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  Davide AIELLO (M5S) nel condividere le critiche espresse in precedenza per l'estensione dei voucher, sostiene che in tal modo il Governo consente lo sfruttamento del precariato e dei fenomeni di caporalato molto diffusi nella regione Sicilia da cui proviene. Nel chiedere la soppressione dell'articolo 64, fa presente che tale strumento costituisce un arretramento per il Paese e non interviene in alcun modo a migliorarne le condizioni di lavoro.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Torto 64.19, Mari 64.22, Pastorino 64.4, Laus 64.7, Caramiello 64.17, Scotto 64.9 e Orfini 64.5.

  Marco GRIMALDI (AVS), interviene per illustrare la proposta emendativa Zanella 64.099, da lui sottoscritta, volta a incrementare l'importo delle pensioni e degli assegni per inabilità e invalidità, i cui importi ritiene attualmente irrisori. Nella consapevolezza che la cifra stanziata dall'emendamento, pari a 1,3 miliardi di euro, sia ancora insufficiente, afferma l'esigenza di dare comunque un primo segnale di aumento anche di queste pensioni. Esprime rammarico per la decisione dei relatori di non accantonare questo emendamento, considerato che altri emendamenti relativi alle pensioni sono stati accantonati in vista di un possibile intervento del Governo sulle pensioni minime.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Zanella 64.099.

  Marco GRIMALDI (AVS), illustrando l'articolo aggiuntivo a sua firma 64.097, volto a istituire presso l'INPS un fondo di incentivazione alla riduzione dell'orario di lavoro, evidenzia come l'esigenza dell'uomo di ridurre l'orario di lavoro, attraverso la ricerca, abbia storicamente rappresentato il motore dell'evoluzione dell'umanità. Ricorda come alla fine dell'Ottocento le donne e i minori lavorassero più di dodici ore al giorno e a qualsiasi ora, e come la richiesta di riduzione dell'orario di lavoro, prima a dieci ore e poi ad otto ore, sia stata una grande conquista del movimento dei lavoratori. Evidenzia come anche allora alla base delle rivendicazioni vi fosse l'esigenza di conciliare i tempi del lavoro con quelli della vita. Sottolinea come le obiezioni che venivano addotte allora, per negare la riduzione dell'orario di lavoro, fossero sostanzialmente le stesse che si avanzano oggi: l'esigenza di contrastare la concorrenza straniera. Sostiene che la storia del movimento operaio, con le sue conquiste, dimostri come tali obiezioni non fossero fondate. La riduzione dell'orario di lavoro, e l'aumento dei salari e dei diritti, sono andati di pari passo con un aumento della produttività, perché la riduzione dell'orario di lavoro ha obbligato le imprese a rivedere la propria organizzazione del lavoro, innovando. Evidenzia come la situazione attuale sia analoga, ricordando che in Italia si lavora di più di quanto accada altrove in Europa, e per salari più bassi, perché la produttività non è legata a quanto si lavora. Ricorda come in Italia sia stato rilevato un abuso di farmaci e un'alta incidenza della depressione, e come questi fenomeni vadano ricondotti o a un eccesso di lavoro o all'assenza di lavoro. Sostiene l'esigenza di istituire dunque un fondo per incentivare la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, spiegando che l'intervento prevede che per ogni quattro persone che riducono l'orario di lavoro a parità di salario si proceda ad una nuova assunzione. Conclude sull'esigenza di pensare al futuro, considerando gli effetti che produrranno sul mondo del lavoro l'intelligenza artificiale e la robotizzazione, ovvero pochi posti di lavoro per impieghi creativi e altamente qualificati e lavori poverissimi, con niente in mezzo. Auspica l'approvazione della proposta emendativa, evidenziando come la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario dovrebbe essere un obiettivo da perseguire anzitutto presso gli enti pubblici, come è avvenuto in Svezia, mentre attualmente nel nostro Paese si tratta di una politica portata avanti solo da alcune aziende private, tra le quali ricorda Intesa Sanpaolo.

  Vittoria BALDINO (M5S) chiede di sottoscrivere la proposta emendativa Grimaldi 64.097, che ha il pregio di consentire di Pag. 29aprire un dibattito sull'evoluzione delle politiche del lavoro e sui tempi del lavoro, anche alla luce del fenomeno globale della c.d. great resignation, ovvero delle grandi dimissioni. Ritiene che, dopo la pandemia, la scelta fatta da moltissimi giovani, in tutto il mondo, di lasciare l'impiego per cercare di conciliare diversamente i propri tempi di vita privata e di lavoro, evidenzi la necessità di introdurre una flessibilità del tempo e dello spazio, modalità di lavoro agile, come lo smartworking, e dalla durata ridotta. Ricorda come alla grande mole di ore lavorate in Italia, ben più alta rispetto ad esempio a Paesi come la Germania, non corrisponda una alta produttività e ciò a causa di inefficienze nell'organizzazione del lavoro o di organici ridotti. Ricordando che anche il suo gruppo abbia avanzato proposte volte ad intervenire sulla flessibilità del lavoro con gli strumenti del lavoro agile e della riduzione dell'orario, critica le soluzioni proposte dal disegno di legge di bilancio con particolare riferimento al meccanismo dei voucher, che nasconderebbe il fenomeno del lavoro nero e determinerebbe una sostanziale «fuga dai contratti».

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA), sollecitato dall'intervento dell'onorevole Baldino, difende i contenuti del disegno di legge per quanto riguarda i voucher. Evidenzia come, diversamente da quanto affermato dalla collega, i voucher consentano l'emersione di una prestazione lavorativa che resterebbe altrimenti in nero, senza per questo spingere a un lavoro precario. Rammenta come i sistemi semplici – come è quello del voucher – aiutino l'emersione del lavoro sommerso, diversamente dai sistemi complessi, che invece lo incentivano. Sottolinea, peraltro, come il disegno di legge nel trattare il tema dei voucher non apporti modifiche al sistema dei controlli, che dunque potranno intercettare eventuali abusi nell'uso dello strumento. Invita dunque i colleghi a superare i luoghi comuni, applicando i voucher a settori e prestazioni fortemente limitate nella durata, per verificare gli effetti della misura.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE), dopo aver sollecitato nuovamente il Governo a procedere alla presentazione dei propri emendamenti, spiega le ragioni che lo portano a ritenere la riduzione dell'orario di lavoro, prefigurata dall'articolo aggiuntivo Grimaldi 64.097, e sostenuta dall'intervento dell'onorevole Baldino, sbagliata. Ritiene che non sia vero che alla riduzione dell'orario di lavoro corrisponda un aumento della produttività, a causa di una migliore organizzazione del lavoro. Sostiene che tale affermazione sarebbe vera solo se in Italia la produttività del lavoro fosse alta, ma ricorda che l'Istat, nel rapporto del novembre scorso sulla produttività in Italia, ha affermato il contrario, evidenziando che la produttività del lavoro in Italia cresce cinque volte in meno rispetto all'area Euro. Sottolinea come ciò non dipenda dal comportamento dei lavoratori, ma da una serie molteplice di fattori che caratterizzano il nostro Paese. Conclude evidenziando che la riduzione dell'orario di lavoro produrrebbe in Italia un decremento del PIL e auspicando che nessuno si auguri questa conseguenza.

  Marco GRIMALDI (AVS) dichiara il proprio voto favorevole sull'articolo aggiuntivo a sua prima firma 64.097 che, istituendo un Fondo di incentivazione alla riduzione dell'orario di lavoro a parità di retribuzione, non rappresenta comunque un obbligo per le imprese. Osserva inoltre come in Italia il problema centrale sia piuttosto quello della mancata crescita dimensionale delle imprese stesse, che provoca tra l'altro la fuga dal Paese di professionalità altamente qualificate, che non trovano nel nostro territorio opportunità di valido impiego. In tale quadro, a suo avviso i contratti di solidarietà espansivi, ad esempio, si sono rivelati una soluzione innovativa in grado di aumentare in generale i livelli di produttività.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Grimaldi 64.097.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP) illustra l'articolo aggiuntivo De Luca 64.060, volto ad agevolare le assunzioni di personale negli enti locali, da sempre in prima linea nel fornire risposte ai tanti bisogni dei cittadini,Pag. 30 che si rendono ancor più necessarie ai fini del conseguimento degli obiettivi del PNRR, tenuto altresì conto dell'elevata età media del personale in servizio, anche attraverso una disciplina più flessibile degli istituti del distacco e del comando, non trascurando inoltre le particolari esigenze dei comuni che versano in condizioni di disequilibrio finanziario.

  Ida CARMINA (M5S), sulla base anche della sua personale esperienza passata in qualità di amministratrice di un comune del Sud in dissesto finanziario, invita i relatori e il Governo a riconsiderare l'invito al ritiro in precedenza formulato sull'articolo aggiuntivo De Luca 64.060, rilevando come la drammatica carenza di personale negli enti locali rischia di pregiudicare seriamente la realizzazione degli interventi compresi nel PNRR, come peraltro di recente ammesso anche dal Ministro dell'economia e delle finanze, Giorgetti.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo De Luca 64.060.

  Dario CAROTENUTO (M5S) illustra le finalità dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 64.076, volto ad estendere la disciplina pensionistica di favore ad ulteriori tipologie di lavori gravosi.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Carotenuto 64.076.

  Davide AIELLO (M5S) illustra le finalità dell'articolo aggiuntivo Barzotti 64.092, di cui è cofirmatario, che affronta la tematica degli ex navigator, personale qualificato di cui si richiede la ricontrattualizzazione e la reimmissione nei centri regionali per l'impiego, onde rilanciare il mercato del lavoro nel suo complesso in continua evoluzione. Nel rammentare che gli ex navigator hanno svolto un ruolo essenziale nell'orientamento nel mondo del lavoro, rivolge dunque un appello ai relatori e al Governo al fine di riconsiderare l'invito al ritiro in precedenza formulato sulla proposta emendativa in discussione.

  Valentina D'ORSO (M5S), associandosi alle valutazioni svolte dal collega Aiello, evidenzia come l'articolo aggiuntivo Barzotti 64.092 si pone essenzialmente l'obiettivo di rimediare ad una incresciosa vicenda verificatasi a livello regionale, in particolare in Sicilia, di cui peraltro nessuno ha avuto il coraggio di assumersi direttamente la responsabilità politica, che di fatto ha impedito il rinnovo dei contratti in essere con gli ex navigator, pregiudicando in tal modo anche il conseguimento degli obiettivi previsti dal PNRR, in relazione, in particolare, al cosiddetto programma di riforma «GOL» per lo sviluppo delle politiche attive del lavoro. Nel chiedere quindi alla sottosegretaria Siracusano eventuali riscontri in ordine alla vicenda sopra accennata, raccomanda l'approvazione della proposta emendativa in esame, pena la frustrazione di tante legittime aspettative venutesi a creare tra il personale inizialmente impiegato nel ruolo di navigator.

  Dario CAROTENUTO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Barzotti 64.092, osserva come il funzionamento dei centri per l'impiego regionali si sia rivelato sostanzialmente fallimentare, laddove occorre piuttosto proseguire nell'esperienza virtuosa dei cosiddetti navigator, grazie ai quali sono stati stipulati finora circa 500.000 contratti di lavoro.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo anch'egli sull'articolo aggiuntivo Barzotti 64.092, fa notare come la questione da esso affrontata si ricolleghi solo parzialmente alla tematica del reddito di cittadinanza, tanto più alla luce della volontà del Governo attuale di prevederne la soppressione, dal momento che compito precipuo dei navigator è stato non già quello di trovare un impiego alle persone, bensì quello di accompagnare queste ultime in percorsi di formazione che tuttavia, anche a causa dello scarso funzionamento dei centri regionali per l'impiego, non hanno avuto un grande successo. Chiede pertanto un accantonamento della proposta emendativa in esame, segnalando agli esponenti di maggioranzaPag. 31 come la valorizzazione del personale qualificato degli ex navigator costituisca un fattore fondamentale anche in vista del pieno conseguimento degli obiettivi posti dal PNRR.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Barzotti 64.092.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP) interviene sull'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 64.039, recante proroga del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria per i dipendenti del gruppo Ilva, una misura che muove nella direzione di sostenere i soggetti più deboli operanti in aree svantaggiate del nostro Meridione.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 64.039.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, constatata l'assenza dei presentatori, dichiara decaduto l'emendamento Richetti 65.6.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'articolo aggiuntivo Zanella 65.020, di cui è cofirmatario, volto al rafforzamento delle prestazioni di assistenza domiciliare integrata, che in particolare prevede l'adozione da parte di regioni e province autonome di piani straordinari di intervento pluriennali, a valere sul finanziamento sanitario corrente, finalizzati ad implementare stabilmente le prestazioni di assistenza domiciliare integrata o equivalente per i soggetti affetti da malattie croniche, disabili, con disturbi mentali, con dipendenze patologiche, non autosufficienti, con bisogni di cure palliative, di terapia del dolore, e in generale per le situazioni di fragilità. Nel rilevare che la proposta emendativa in esame appare suscettibile di determinare indirettamente anche un minor aggravio di oneri per il sistema sanitario nazionale, segnala altresì che l'assegno di cura in realtà potrebbe favorire una maggiore integrazione del paziente anziano nella società, a fronte di un sistema basato sulle RSA, il cui modello gestionale a suo giudizio necessita invece di un radicale ripensamento.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Zanella 65.020.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), illustrando l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 65.08, recante misure straordinarie di reclutamento per asili nido e scuole materne comunali, chiede ai relatori e al Governo la motivazione dell'invito al ritiro in precedenza su di esso formulato.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, pur condividendo la ratio della proposta emendativa in argomento, anche alla luce delle obiettive esigenze di personale registrate negli enti locali, fa tuttavia presente che si è ritenuto opportuno non affrontare tale tematica all'interno del disegno di legge di bilancio.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), nel prendere atto che da parte dei relatori non sussiste una contrarietà di ordine finanziario o di appartenenza politica, osserva che la proposta emendativa in esame incrocia anche le questioni relative al PNRR e alla definizione dei LEP e, qualora approvata, consentirebbe di sottrarre la spesa di personale degli enti locali agli eccessivi vincoli cui la stessa risulta soggetta in base alla disciplina vigente. Ciò considerato, nell'invitare i relatori e il Governo a modificare il parere in precedenza espresso, si riserva, qualora l'articolo aggiuntivo 65.08 non dovesse essere accolto, di presentare sulla materia un apposito ordine del giorno per l'esame in Assemblea.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, interviene per ricordare all'onorevole Guerra la facoltà di presentare sulla materia un apposito ordine del giorno per l'esame in Assemblea. Si dichiara comunque disponibile ad accantonare l'articolo aggiuntivo Guerra 65.08, senza però assicurare l'esito delle valutazioni che saranno effettuate in merito.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), pur apprezzando la disponibilità della relatrice, accede all'invito a presentare sul punto un apposito ordine del giorno.

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  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Guerra 65.08.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede delucidazioni in merito alla tempistica di arrivo degli emendamenti bollinati, che il Governo aveva assicurato sarebbe stata breve. Teme, in proposito, che il reale intento del Governo sia quello di conferire mandato al relatore su un pacchetto preconfezionato di norme, senza consentire un adeguato confronto, anche in considerazione della ristrettezza dei tempi di esame del disegno di legge di bilancio.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, comunica che il Governo, che ha appena consegnato un primo pacchetto di emendamenti, è in procinto di consegnare anche il secondo pacchetto. Autorizza, dunque, la distribuzione dell'emendamento 51.1000 del Governo (vedi allegato), in attesa che pervengano gli altri emendamenti annunciati.

  Francesco SILVESTRI (M5S) condivide le considerazioni svolte dall'onorevole Serracchiani in ordine all'eccessiva ristrettezza dei tempi di esame del disegno di legge di bilancio. Esprimendo, inoltre, perplessità sulla condotta del Governo, che a suo avviso sottende il reale intento di frenare la discussione e conferire il mandato ai relatori su un pacchetto di norme immodificabile. Ritiene che ciò costituisca un vulnus rispetto a un principio di equilibrio, che è necessario salvaguardare, tra maggioranza e opposizione.

  Claudio MANCINI (PD-IDP), in considerazione della presenza, all'interno del pacchetto testé distribuito, di norme a carattere fortemente localistico, chiede se sulle stesse sia già stato svolto il prescritto vaglio di ammissibilità.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, ricorda che l'ufficio di presidenza aveva determinato lo svolgimento del vaglio di ammissibilità solo successivamente al deposito di entrambi i pacchetti preannunciati.

  Marco GRIMALDI (AVS) si rammarica per la mancata inclusione, all'interno del pacchetto di emendamenti distribuito, di norme sollecitate da ANCI, regioni e province, nonché di norme a sostegno del teleriscaldamento.

  Virginio MEROLA (PD-IDP), illustrando l'emendamento 69.7 a sua prima firma, evidenzia che le transazioni tramite POS costituiscono ormai la modalità di pagamento più diffusa e che, al contrario, la scelta di innalzare il tetto per i pagamenti in contanti risulta anacronistica e in controtendenza rispetto alla politica di lotta all'evasione condotta dai precedenti Governi nel nostro Paese, a forte vocazione turistica. Invita pertanto il Governo a rivedere il parere espresso sul suo emendamento, chiedendone l'accantonamento.

  Marco GRIMALDI (AVS) evidenzia i richiami formulati dall'Unione europea, dalla Banca d'Italia, dalla Corte dei conti e dall'Anac sull'ineluttabile processo di smaterializzazione in corso. La scelta del Governo di ridurre la possibilità di ricorrere all'uso del POS appare in forte controtendenza rispetto a un modello di innovazione ormai radicato. Chiede, pertanto, quali siano i reali intendimenti del Governo al riguardo.

  Christian Diego DI SANZO (PD-IDP) esprime il proprio dissenso rispetto alla scelta del Governo di limitare la possibilità di accedere alle transazioni elettroniche, che reputa in controtendenza rispetto a un percorso culturale che il nostro Paese ha ormai avviato e che, in altri Paesi come gli Stati Uniti d'America, ha già raggiunto un traguardo avanzato.

  La Commissione respinge l'emendamento Merola 69.7.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dopo aver verificato, su richiesta di alcuni deputati, l'esito della Pag. 33precedente votazione, conferma la reiezione dell'emendamento Merola 69.7.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'emendamento 69.17 a sua prima firma, volto a sopprimere il previsto innalzamento del limite all'uso dei contanti introdotto alla lettera b) dell'articolo 69. A riguardo ritiene che in queste ultime settimane si sia assistito ad una bizzarra narrazione su presunti turisti che vogliono effettivamente andare in giro e pagare tali cifre in contanti. Nel ritenere che tale scelta del Governo dia un'immagine assai negativa del Paese, evidenzia l'importanza della tracciabilità delle transazioni al fine di rafforzare la lotta all'evasione fiscale nonché per contenere il fenomeno dell'economia sommersa, così come evidenziato anche in un recente studio della Banca d'Italia. Insiste quindi per la votazione dell'emendamento in esame.

  Daniela TORTO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 69.11, ritiene che l'articolo 69 avrebbe dovuto essere stralciato dal disegno di legge anche sulla base delle criticità evidenziate nel corso delle audizioni, dove numerosi soggetti auditi, tra cui la Corte dei conti e la Banca d'Italia, hanno evidenziato la necessità di procedere con coerenza nell'intervenire con misure di contrasto al fenomeno dell'evasione.
  Più in generale ritiene che il Governo con questa manovra abbia scritto norme imbarazzanti se non addirittura pericolose come la flat tax per i lavoratori autonomi. Cita quindi alcuni passaggi specifici della memoria depositata dalla Corte dei conti stigmatizzando le recenti dichiarazioni del Viceministro Leo. Ritiene altresì grave anche la mancanza di sanzioni per gli esercenti che si rifiutino di ricevere pagamenti digitali, ricordando come fra le riforme previste nel PNRR vi sia proprio il potenziamento delle strutture chiamate a combattere l'evasione fiscale. Nel ricordare anche i recenti scandali balzati all'attenzione della stampa, chiede ai relatori e al Governo un ulteriore riflessione sull'efficacia delle previste misure, che certamente non aiutano la lotta all'evasione fiscale.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), illustrando l'emendamento a sua firma 69.14, dichiara innanzitutto di condividere le considerazioni svolte dai colleghi fin qui intervenuti nel dibattito. In particolare ritiene che la norma prevista all'articolo 69, che incrementa il limite per l'uso del contante, non solo aiuti l'evasione fiscale ma è in realtà volta a favorire proprio coloro che hanno già evaso. Infine sottolinea anche l'opportunità di non trascurare i costi a carico degli esercenti proprio per l'uso del contante.

  Claudio MANCINI (PD-IDP) chiede alla presidenza di procedere alla votazione nominale degli identici emendamenti Torto 69.11, Dell'Olio 69.14 e Grimaldi 69.17.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, chiarisce che secondo le norme del Regolamento della Camera nell'ambito delle votazioni in sede referente è possibile solo richiedere la verifica dell'esito della votazione mediante appello nominale.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Torto 69.11, Dell'Olio 69.14 e Grimaldi 69.17.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che è in distribuzione l'articolo aggiuntivo 18.01000 del Governo (vedi allegato).

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene che dal momento che risulta presentata anche l'ulteriore proposta emendativa del Governo in materia fiscale, sia opportuno convocare l'ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di decidere l'organizzazione per il prosieguo dei lavori della Commissione. Esprime quindi rammarico per il ritardo nella presentazione delle proposte emendative da parte del Governo, ritenendo in ogni caso che il sottosegretario Freni che aveva garantito altre tempistiche lo abbia fatto in assoluta buona fede.

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  Marco GRIMALDI (AVS), nel ritenere che l'emendamento del Governo che contiene misure per il Sud preveda ingenti risorse, giudica opportuno che il Governo debba illustrare nel dettaglio le misure contenute negli emendamenti presentati in questa fase.

  Daniela TORTO (M5S) si associa alla richiesta di convocazione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di discutere l'ulteriore prosieguo dei lavori della Commissione.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) evidenzia con rammarico come da un rapido esame del contenuto degli emendamenti presentati da parte del Governo emerga che essi riproducono sostanzialmente il contenuto degli articoli aggiuntivi Provenzano 70.05 e 70.04 nonché dell'articolo aggiuntivo Furfaro 96.012, sui quali i relatori e il Governo hanno già espresso parere contrario.
  A tale riguardo ritiene di dover definire tale metodo di lavoro un'assoluta presa in giro nei confronti delle opposizioni, cui sono state garantite alcune riformulazioni. Ritiene pertanto che tale comportamento del Governo renda assai complicato il prosieguo dei lavori della Commissione, dal momento che la maggioranza e il Governo solo apparentemente dichiarano di voler ricercare la condivisione di alcune scelte. Ricorda in proposito come nella manovra in discussione c'erano alcune gravi lacune che andavano colmate anche prendendo in considerazione alcuni importanti emendamenti presentati dall'opposizione, senza per questo appropriarsi del contenuto dei medesimi emendamenti.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, sospende quindi la seduta e avverte che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si intende immediatamente convocato.

  La seduta, sospesa alle 21.45, riprende alle 22.20.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che il Governo ha depositato l'articolo aggiuntivo 18.01000 e l'emendamento 51.1000.
  Al riguardo, fa presente che, in ragione della materia trattata l'emendamento 51.1000 risulta inammissibile, limitatamente alla lettera h), capoverso Art. 146-bis, che reca disposizioni per valorizzare l'arteria stradale Asse attrezzato Chieti-Pescara e favorire l'adempimento delle connesse posizioni debitorie in capo al locale Consorzio per lo sviluppo industriale in liquidazione; l'articolo aggiuntivo 18.01000 risulta inammissibile, limitatamente alla lettera r), capoverso Art. 146-quater, che prevede l'inserimento del comune di Campofelice di Fitalia nell'elenco dei comuni i cui terreni sono esenti dall'IMU.
  Avverte che il termine per la presentazione dei subemendamenti alle proposte emendative 51.1000 e 18.01000 del Governo è fissato alle ore 15 di domenica 18 dicembre 2022.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento a domenica 18 dicembre 2022 alle ore 10.

  La seduta termina alle 22.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.30, dalle 17.10 alle 17.45 e dalle 21.45 alle 22.20.