CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 16 dicembre 2022
28.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Venerdì 16 dicembre 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, indi del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Intervengono il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Claudio Durigon, nonché le sottosegretarie di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giuseppina Castiello e Matilde Siracusano.

  La seduta comincia alle 10.40.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta pomeridiana del 15 dicembre 2022.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dà conto delle sostituzioni.
  Comunica, quindi, che la deputata Cherchi sottoscrive l'articolo aggiuntivo Morfino 101.040, i deputati D'Attis e Cannizzaro sottoscrivono l'emendamento Di Giuseppe 129.4, il deputato Romano e il deputato Lupi sottoscrivono l'emendamento Iezzi 63.4, la deputata Gadda sottoscrive la proposta emendativa Foti 78.015.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), illustrando l'emendamento Serracchiani 13.9, segnala che si tratta di una proposta importante e coerente con quanto tutte le forze politiche hanno dichiarato durante la campagna elettorale in materia di cuneo fiscale. A suo avviso, infatti, il disegno di legge di bilancio prevede un minimo ampliamento rispetto a quanto già disposto in materia dal precedente Governo.
  Crede, dunque, che questo sia il momento giusto per fare un passo avanti più coraggioso, anche alla luce del fatto che alla necessità di operare un riequilibrio fiscale nel nostro Paese si è aggiunta l'inflazione, che erode il potere di acquisto di molti lavoratori dipendenti. Pur comprendendo le cautele del Governo rispetto alla previsione di forme di indicizzazione automatica dei salari, che potrebbero generarePag. 4 un ulteriore aumento dei prezzi, e sulle quali, comunque, auspica che si apra un confronto con la maggioranza, ritiene prioritario garantire l'equità del sistema fiscale.
  Chiede, pertanto, ai relatori e al Governo di svolgere un'ulteriore riflessione su questo tema.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP), condividendo le osservazioni svolte dalla collega Guerra sull'emendamento Serracchiani 13.9, sottolinea come per il suo gruppo la questione della riduzione del cuneo fiscale costituisca una questione di estrema rilevanza politica. Ritiene, infatti, che la misura della flat-tax, proposta dalla maggioranza, sia profondamente iniqua e si ponga in contrasto con i principi costituzionali in materia di prelievo fiscale, al contrario del taglio del cuneo fiscale che, a suo avviso, costituirebbe una misura assolutamente in linea con il principio di equità che dovrebbe animare l'operato del Parlamento.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) rileva come il Presidente del Consiglio dei ministri abbia sostenuto, quando era a capo dell'opposizione, che fosse necessario aumentare di una unità il numero delle mensilità per contrastare il «caro prezzi» e ancora, nel corso dell'ultima campagna elettorale, che il salario minimo costituisse uno «specchietto per le allodole» e che per aumentare il valore dei salari si dovessero abbassare le tasse sul lavoro. Evidenziando che con la proposta emendativa in discussione il suo gruppo chiede che il Presidente del Consiglio tenga fede a quanto annunciato, constata con rammarico che il Governo si è limitato semplicemente a confermare quanto previsto dalla precedente legge di bilancio senza introdurre elementi di novità. Rileva, inoltre, che l'impostazione dell'attuale legge di bilancio deriva certamente dall'impossibilità oggettiva di reperire le risorse necessarie ad adottare un taglio del cuneo fiscale più generoso, tuttavia ribatte che con la proposta emendativa in esame non si intende stravolgere l'impianto sostenuto dalla maggioranza ma, al contrario, ci si limita ad ampliare la platea dei soggetti che sarebbero tenuti al pagamento degli extra-profitti per finanziare un aumento del taglio del cuneo fiscale.
  Citando dati riportati da alcuni quotidiani, osserva come la proposta della maggioranza produrrà un aumento nelle buste paga dei lavoratori di pochi euro al mese, mentre l'istituzione del fondo per l'esonero parziale dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti, secondo quanto previsto dall'emendamento Serracchiani 13.9 in esame, produrrebbe un aumento dei salari di circa 500 euro. Rilevando criticamente che il lavoratore autonomo può facilmente scaricare l'aumento dei prezzi sul consumatore finale, osserva che in questo momento i lavoratori dipendenti, insieme ai pensionati, ai quali è stata ridotta l'indicizzazione delle pensioni, sono coloro che soffrono maggiormente per la crisi economica. Per tali ragioni, prendendo atto dell'invito al ritiro della proposta emendativa in discussione, chiede al rappresentante del Governo almeno di motivare le ragioni per le quali non si è ritenuto di accogliere l'indicazione del suo gruppo.

  Marco GRIMALDI (AVS), ricordando che in data odierna migliaia di lavoratori sono scesi in piazza per manifestare il proprio disagio e malcontento, ribadisce che la legge di bilancio non offre alcuna risposta alle loro le legittime rivendicazioni. Sottolinea, altresì, che l'emendamento in esame è in grado di produrre un incremento delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti attraverso l'esonero parziale dei contributi previdenziali, contribuendo così a contrastare l'aumento dell'inflazione, che ha ridotto significativamente il loro potere d'acquisto. Osserva, peraltro, che la copertura dei relativi oneri sarebbe garantita da una tassazione degli extra-profitti delle aziende, non solo di quelle nel mirino dell'Antitrust per aver aumentato indebitamente le tariffe di energia e gas. Evidenzia che, nonostante le aperture dello stesso Presidente del Consiglio Meloni, il Governo si è limitato ad agire in continuità con l'Esecutivo precedente, rinunciando ad adottare misure in grado di incidere concretamente sulle condizioni di vita dei lavoratori, che Pag. 5hanno pagato le conseguenze più gravi della pandemia e della crisi economica che ne è seguita.

  Chiara GRIBAUDO (PD-IDP), associandosi alle riflessioni dei colleghi, segnala che tutte le forze politiche, in maniera trasversale, si sono più volte espresse a favore di una riduzione del cuneo fiscale e previdenziale, che è l'obiettivo primario dell'emendamento in esame. Peraltro, osserva che tale misura consentirebbe anche di contrastare il fenomeno dell'evasione contributiva. Pertanto, invita i relatori e il Governo ad un supplemento di riflessione, chiedendo l'accantonamento della proposta emendativa, che risulta frutto di una richiesta di tutto il sistema produttivo nazionale, dalle organizzazioni datoriali a quelli sindacali.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE) riservandosi di intervenire più diffusamente sul tema della decontribuzione in sede di esame dell'articolo aggiuntivo Richetti 13.04, esprime riserve sulla copertura finanziaria dell'emendamento Serracchiani 13.9, che sembra penalizzare tutte le imprese che hanno prodotto profitti, non solo quelle che hanno speculato su rendite di posizione legate alle commodities energetiche. A suo avviso, si tratta di una impostazione ingiustificatamente punitiva nei riguardi delle aziende che hanno realizzato maggiori utili grazie a oculate politiche di investimento.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), replicando al collega Marattin, precisa che il contributo di solidarietà, di natura temporanea, prevede un prelievo pari al 25 per cento della quota del reddito complessivo che eccede per almeno il 20 per cento la media dei redditi conseguiti nei quattro periodi di imposta antecedente al 2022: pertanto, si tratta di una misura di carattere redistributivo, assimilabile a quella che il Governo intende introdurre a carico dei titolari di pensioni di importo superiore a 1.600 euro; in questo caso, quindi, il contributo di solidarietà viene richiesto alle aziende che hanno realizzato utili consistenti, nonostante il difficile contesto economico.

  Emiliano FENU (M5S), pur condividendo lo spirito della proposta emendativa in esame, si associa alle considerazioni del collega Marattin circa l'approccio punitivo nei riguardi di imprese che sono riuscite a incrementare i propri utili realizzando gli opportuni investimenti, anche in termini di maggiore occupazione.

  Silvio LAI (PD-IDP) sottolinea che il contributo di solidarietà viene calcolato sulla base degli utili e non del fatturato complessivo, in una logica redistributiva che mira a riequilibrare gli oneri fiscali e contributivi tra imprese e lavoratori.

  La Commissione respinge l'emendamento Serracchiani 13.9.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), illustrando l'emendamento Ubaldo Pagano 13.4, di cui è cofirmataria, evidenzia che esso mira a salvaguardare il finanziamento del Servizio sanitario nazionale. A tal fine ricorda che per il 2023 il Governo ha previsto un incremento delle predette risorse pari a 2 miliardi di euro, destinata essenzialmente all'acquisto di vaccini e a coprire l'aumento dei costi energetici delle strutture sanitarie; tuttavia, tale incremento non consentirà di coprire i costi determinati dall'aumento dell'inflazione e produrrà, di fatto, una riduzione in termini reali della spesa pubblica destinata alla sanità. Segnala che il professor Pisauro, in sede di audizione, ha stimato in 40 miliardi di euro il taglio in termini reali della spesa pubblica complessiva; nel settore della sanità ciò rischia di tradursi in una drammatica riduzione delle prestazioni e in un altrettanto preoccupante allungamento delle liste di attesa, aumentando così le disuguaglianze tra quanti possono accedere a prestazioni sanitarie private e coloro che, invece, possono rivolgersi esclusivamente al settore pubblico. Ribadisce, altresì, che, secondo le stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio, la spesa sanitaria calcolata sul prodotto interno lordo è destinata a scenderePag. 6 sotto il limite del 6 per cento, inferiore ai livelli dei principali Paesi europei. Rinnova, quindi, l'invito al Governo a incrementare le dotazioni del Servizio sanitario, vero baluardo dei diritti di cittadinanza, anche per la sua vocazione universalistica.

  Stefano VACCARI (PD-IDP) stigmatizza l'azione del Governo in ambito sanitario, ricordando che con il decreto-legge n. 169 del 2022 l'Agenzia italiana del farmaco è stata, di fatto, posta sotto il controllo del Ministero della salute. Rileva criticamente che, con la legge di bilancio in esame, il Governo si limita a garantire i costi connessi all'emergenza pandemica e alla crisi energetica, ma prevede una consistente riduzione dei finanziamenti complessivi: se dal 2020 al 2022 al Servizio sanitario nazionale erano destinate risorse pari al 7 per cento del prodotto interno lordo, tale quota è destinata a scendere al 6,7 per cento nel 2023 e addirittura al 6,1 per cento nel 2025, valore inferiore anche alla quota garantita prima della pandemia. A suo avviso, si tratta di un vero e proprio colpo a uno dei pilastri del welfare del nostro Paese, che rischia di penalizzare pesantemente il personale medico e infermieristico, che tanto ha contribuito alla gestione delle fasi più acute dell'epidemia di COVID-19.

  Marco GRIMALDI (AVS) si associa alla osservazione del collega Vaccari sulla scarsa considerazione che il Governo riserva a medici e infermieri, ricordando che nel corso della pandemia, oltre a un significativo prezzo pagato in termini di vite umane, il personale sanitario ha registrato 5 milioni di giorni di ferie non pagate e oltre 10 milioni di ore di straordinario non retribuito. Inoltre, segnala che è in corso una vera e propria emorragia del personale medico pubblico, a cui occorre porre un freno immediato. Rileva che al termine dello stato di emergenza le liste di attesa si sono allungate in maniera esorbitante, creando gravi difficoltà nelle attività di prevenzione e producendo un preoccupante aumento delle disuguaglianze su tutto il territorio nazionale. Segnalando che l'emendamento in esame prevede la stessa copertura finanziaria del precedente emendamento Serracchiani 13.9, ritiene del tutto infondate le obiezioni sollevate dal collega Marattin, ribadendo che è doveroso prevedere un contributo di solidarietà a carico delle imprese che hanno realizzato extra-profitti.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) illustra i contenuti e le finalità sottese all'emendamento 13.4, di cui è primo firmatario, richiamando le problematiche che hanno interessato il settore sanitario negli ultimi anni e, in particolare, le iniziative fattivamente assunte dal precedente Esecutivo per finanziare le borse di specializzazione in favore dei giovani neolaureati. Esprime, dunque, contrarietà rispetto alla scelta dell'attuale Governo di ridurre il finanziamento della sanità pubblica di circa un punto percentuale per il prossimo triennio, manifestando perplessità e preoccupazione in ordine alla tipologia di scelte strategiche di cui si prevede l'adozione, in particolare per lo smaltimento delle liste di attesa per le prestazioni, la dislocazione dei servizi sul territorio e la distribuzione degli assistiti tra i medici di medicina generale. Rilevando criticamente che le risorse finanziarie potenzialmente da destinare alla sanità pubblica sono, invece, utilizzate per la realizzazione di altre misure, ribadisce la posizione favorevole del proprio gruppo al finanziamento e al sostegno del Servizio sanitario nazionale.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (A-IV-RE) esprime l'orientamento favorevole del proprio gruppo sull'emendamento in esame, richiamando le proposte in tema di sostegno alla sanità pubblica contenuti nella proposta alternativa di manovra finanziaria predisposta dalla propria parte politica, con particolare riferimento alle borse di specializzazione, all'aumento del personale medico e infermieristico e all'adeguamento dei relativi contratti di lavoro. Manifesta nel complesso un giudizio critico sui contenuti della manovra economica del Governo in tale materia, nonché sugli intendimenti della maggioranza, anche alla luce di quanto manifestato in sede di dibattito Pag. 7parlamentare su alcuni atti di sindacato ispettivo presentati dal proprio gruppo.

  Silvio LAI (PD-IDP) nel sottolineare il ruolo insostituibile del Servizio sanitario nazionale nella predisposizione e nella gestione delle strutture sanitarie di urgenza ed emergenza, reputa insufficienti e intempestive le risorse stanziate dal Governo per l'adeguamento del trattamento economico dei lavoratori del comparto sanità, rimasto invariato da circa un decennio. Al fine di scongiurare il progressivo esodo di personale medico specializzato verso forme privatistiche di assistenza sanitaria, che reputa difficilmente recuperabile in tempi brevi, ritiene necessario investire non solo sotto il profilo della gratificazione economica di tale personale ma anche sotto quello di una più efficace organizzazione di mezzi e risorse in grado di valorizzare le professionalità dei singoli.

  La Commissione respinge l'emendamento Ubaldo Pagano 13.4.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, fa presente che il gruppo Noi Moderati ha comunicato che nella seduta di ieri è stato erroneamente comunicato il ritiro dell'articolo aggiuntivo Lupi 19.03 anziché dell'emendamento Lupi 51.18.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE) esprime contrarietà al reinserimento di tale proposta emendativa nel novero di quelle segnalate.

  Francesco Saverio ROMANO (NM (N-C-U-I)-M) precisa di essere in corso in un mero errore materiale e chiede pertanto la riammissione della citata proposta emendativa.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede chiarimenti in ordine al riferito vertice tra rappresentanti del Governo e della maggioranza, anche in vista di una eventuale sospensione dei lavori per consentire la riunione dell'ufficio di presidenza della Commissione.

  Mauro D'ATTIS (FI-PPE) manifesta la disponibilità del proprio gruppo alla richiesta sollevata dal collega Romano.

  Daniela TORTO (M5S) esprime contrarietà da parte del proprio gruppo alla richiesta del deputato Romano.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), sottolineando la rilevanza della questione, sotto il profilo prettamente procedurale, paventa il rischio di creare un precedente pericoloso per il seguito dei lavori della Commissione.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto degli orientamenti della Commissione, avverte che devono considerarsi ritirati l'articolo aggiuntivo Lupi 19.03 nonché l'emendamento Lupi 51.18.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE) illustra le finalità sottese all'articolo aggiuntivo Richetti 13.04, prospettando l'opportunità di destinare ad una specifica platea di beneficiari, costituita dai giovani al di sotto dei 35 anni, le limitate risorse finanziarie disponibili al fine della riduzione del cuneo fiscale. Reputa che siffatta opzione possa garantire una maggiore efficacia in luogo di una destinazione delle predette risorse ad una platea indifferenziata. Auspica, comunque, che su tale proposta emendativa possa aprirsi un dialogo tra le parti politiche volto ad individuare più ampie risorse da destinare alla medesima finalità per un novero più ampio di destinatari.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Richetti 13.04.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP), intervenendo sugli identici emendamenti Pastorino 14.2 e Merola 14.3, di cui è cofirmatario, precisa che essi intendono sopprimere una disposizione che difficilmente troverà attuazione. Sottolinea, al riguardo, il timore che tale misura sposti sulle mance una parte di salario, incentivando così l'elusione e l'evasione fiscale e penalizzando i lavoratori del settore della ristorazione, che rischierebbero di ricevere un salario fittizio.

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  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottolinea che la disposizione che l'emendamento intende sopprimere non prefigura una detassazione ma, al contrario, introduce una nuova tassa, come peraltro chiarito dalla relazione tecnica, che chiarisce come dalla norma non derivino nuovi oneri. Rileva infatti che, se si fosse trattato di una detassazione, la norma sarebbe stata suscettibile di determinare oneri a carico del bilancio dello Stato. Inoltre, a suo avviso, le modalità applicative si prestano facilmente a comportamenti elusivi, potendosi liquidare una parte del contratto al minimo e una parte sotto forma di mance, che hanno una tassazione inferiore. Sottolinea che in tal modo il lavoratore sarebbe doppiamente penalizzato perché verrebbe altresì eliminata l'imposizione contributiva, utile al calcolo del montante pensionistico. Conclude evidenziando come il rischio sia quello di avere ancora più lavoratori sottopagati e privi delle ordinarie tutele previdenziali legate alla prestazione lavorativa.

  Marco GRIMALDI (AVS), dopo aver espresso l'avviso che la norma introduce una sorta di «mancia economy», che non rappresenta una mano tesa verso i lavoratori, invita ad una maggiore onestà intellettuale con riferimento a quelli che sono i veri intenti della disposizione in esame. In proposito, ritiene che la sua applicazione possa incentivare meccanismi elusivi, mentre i lavoratori interessati dalla disposizione continuerebbero ad essere sottopagati. Ricorda, a tale proposito, che i lavoratori del settore percepiscono uno stipendio medio lordo di 6-7 euro all'ora. Sottolineando come sia profondamente sbagliato ignorare le ricadute culturali, civili e sociali della norma in questione, invita i colleghi a sottoscrivere l'emendamento e ad approvarlo.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) ritiene che l'emendamento, disponendo la soppressione dell'articolo 14, potrebbe costituire l'occasione per procedere a una riflessione più profonda sul tema del livello dei salari, giudicati troppo bassi. Ritiene che ricorrere a quello che appare un vero e proprio sotterfugio per pagare ancora meno i lavoratori, soprattutto quelli che versano in una situazione economica già difficile, rientri in una visione frammentata del sistema fiscale, non condivisibile perché privilegia il ricorso a una pluralità di regimi sostitutivi. Chiede, pertanto, che venga chiarito quale sia il sistema fiscale che il Governo e la maggioranza hanno in mente.

  Valentina BARZOTTI (M5S) ritiene che la norma in esame sia totalmente inutile perché non si possono risolvere i problemi del mercato del lavoro con la detassazione delle mance che, peraltro, in molti casi non vengono elargite. A suo avviso, andrebbe presa in mano, invece, la questione dei salari e, in particolare, del salario minimo, come il Movimento 5 Stelle chiede da tempo. La contrattazione al ribasso non è accettabile, specialmente in presenza di 4 milioni di lavoratori poveri che ricevono un salario troppo basso.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, dopo aver premesso che all'estero l'istituto delle mance, soprattutto nell'ambito della ristorazione, è abbastanza generalizzato, invita i colleghi a verificare come il sistema proposto dalla norma produca guadagni maggiori, come dimostra il fatto che molti ristoratori preferiscono spostare all'estero la propria attività. Sottolinea come, anche in questa occasione, i colleghi delle forze di opposizione lamentino un quadro disastroso della Nazione che, tuttavia, non può essere imputato a un Governo in carica da soli due mesi, ma alle scelte politiche compiute negli ultimi anni.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP), rispondendo al relatore Trancassini, sottolinea che, quando le attività economiche vengono spostate all'estero, occorre vedere quale sia il regime fiscale dei Paesi in cui le attività sono spostate. Aggiunge che oggetto di critica non è la tassazione al 5 per cento, ma la possibilità di sostituire una parte del salario con le mance. Si dice sorpreso che la destra sociale non voglia tutelare quella fascia di popolazione che rischia di essere sottoposta a un'ingiustizia per un uso improprioPag. 9 del salario perché, come il deputato Pagano ha detto chiaramente, il lavoratore rischia di perdere una parte del proprio salario e la corrispondente contribuzione.

  Marco GRIMALDI (AVS) chiede di sottoscrivere l'emendamento Merola 14.3.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Pastorino 14.2 e Merola 14.3.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede l'accantonamento del suo articolo aggiuntivo 15.022 e dell'identico Steger 15.01.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, concorda con la proposta di accantonamento degli articoli aggiuntivi.

  Il Sottosegretario Claudio DURIGON concorda con la proposta di accantonamento.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dispone l'accantonamento degli identici articoli aggiuntivi 15.01 Steger e 15.022 Ubaldo Pagano.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (A-IV-RE) illustra, in qualità di cofirmatario, l'articolo aggiuntivo Gadda 15.025, precisando che esso è volto a introdurre premi di risultato e forme di welfare aziendale anche per i lavoratori del pubblico impiego.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Gadda 15.025 e Brambilla 17.028.

  Antonio CASO (M5S), illustrando l'emendamento 18.12 a sua prima firma, evidenzia che esso è volto a estendere l'agevolazione per l'acquisto della prima casa in favore degli under 36 anche ai giovani tra i 36 e i 40 anni e a portare la copertura della garanzia dello Stato sui relativi mutui dall'80 al 100 per cento. In proposito sottolinea come oggi, a causa dell'inflazione e del basso livello dei salari, per i giovani sia estremamente difficile accedere a un mutuo. Infine, nel rimarcare che nel nostro Paese a 40 anni si può essere ancora considerati giovani, fa presente che svariati interventi di sostegno sono stati estesi anche ai soggetti tra i 36 e i 40 anni, come ad esempio la misura «Resto al Sud».

  Vittoria BALDINO (M5S), nel ricordare che l'agevolazione per l'acquisto della prima casa in favore degli under 36 rappresenta una misura fortemente voluta della ex Ministra Dadone, evidenzia che tale forma di sostegno ha dimostrato di essere molto efficace. In proposito ritiene che andrebbero approfondite le ragioni per le quali i giovani escono sempre più tardi dalla famiglia di origine anziché lamentarne la scarsa intraprendenza. Segnala, inoltre, che il basso livello dei salari rende sempre più difficoltoso accendere un mutuo e ciò non fa che ritardare il momento in cui le giovani generazioni possono permettersi di formare una famiglia, incidendo in modo negativo sul rilevante problema del basso tasso di natalità nel nostro Paese. Chiede, quindi, al Governo di svolgere una ulteriore riflessione sul tema, anche alla luce del recente aumento dei tassi di interesse disposto dalla Banca centrale europea.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S) evidenzia come l'emendamento Caso 18.12 intenda dare un contributo per invertire la tendenza del tasso di natalità nel nostro Paese, che, tra l'altro, risulta peggiorato a seguito della pandemia. Al riguardo, segnala che la diminuzione del livello di natalità nel prossimo futuro rischia di mettere a repentaglio la sostenibilità del debito pubblico e del sistema pensionistico. Fa presente, inoltre, che l'intervento proposto dall'emendamento Caso 18.12, a fronte di un onere decisamente non proibitivo, rappresenterebbe un aiuto molto importante per i singoli giovani a cui è rivolto e, senza dubbio, un passo avanti nelle politiche di sostegno alle giovani generazioni.

  Antonino IARIA (M5S) evidenzia come l'approvazione dell'emendamento Caso 18.12 potrebbe avere un effetto di leva importante sulle compravendite immobiliari. Si tratterebbe, a suo avviso, di un importante impulso per un settore che, viste le scelte Pag. 10discutibili del Governo, vivrà inevitabilmente una fase di crisi.

  Marco GRIMALDI (AVS), nel sottoscrivere l'emendamento Caso 18.12, evidenzia che la percentuale di richieste di garanzia dello Stato sui mutui contratti dai giovani grazie alla norma di cui all'articolo 64 del decreto-legge n. 73 del 2021 è molto bassa. Ritiene, pertanto, che l'approvazione dell'emendamento Caso 18.12 rappresenterebbe un passo in avanti per riconoscere alle giovani generazioni il diritto di poter crescere con le proprie forze fuori dalla propria famiglia di origine.

  La Commissione respinge l'emendamento Caso 18.12.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dopo aver verificato, su richiesta dell'onorevole Torto, l'esito della precedente votazione mediante appello nominale, conferma la reiezione dell'emendamento Caso 18.12.

  Stefano VACCARI (PD-IDP), illustrando l'emendamento Merola 18.10, evidenzia che esso è volto a sopperire alla mancanza di misure in tema abitativo all'interno del disegno di legge di bilancio. Segnala, infatti, che all'interno del provvedimento non sono contenute, tra l'altro, misure di housing sociale. Segnala un rapporto di Federcasa e Censis da cui emerge che, del 30 per cento di italiani che vive in una casa in affitto, soprattutto i giovani desiderano acquistare un immobile; in proposito, osserva come l'aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse rischi di pregiudicare in modo definitivo la possibilità di accedere a un mutuo per le giovani generazioni. Chiede, pertanto, ai rappresentanti del Governo di svolgere una ulteriore riflessione sull'emendamento Merola 18.10, anche alla luce del respingimento della proposta emendativa del Partito Democratico in materia di rifinanziamento del «Fondo affitti» e del «Fondo morosità incolpevole».

  La Commissione respinge l'emendamento Merola 18.10.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo 18.08 a sua prima firma, chiede ai relatori le motivazioni dell'invito al ritiro.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, in risposta al deputato Dell'Olio, afferma che l'invito al ritiro è dovuto alla difficoltà di reperire risorse per la copertura finanziaria dell'articolo aggiuntivo.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), nel premettere che l'articolo aggiuntivo 18.08, di cui è primo firmatario, è in realtà una proposta emendativa virtuosa che potrebbe generare introiti per lo Stato, evidenzia che esso è volto a prevedere l'imposta di registro del 2 per cento, in luogo di quella ordinaria del 9 per cento, nei casi di cessione di fabbricati nei confronti di imprese che svolgano sui beni acquistati interventi di ristrutturazione edilizia per un valore minimo del 10 per cento del costo di acquisto, a condizione che i beni siano alienati nei cinque anni successivi e che non siano locati.
  Nel far presente che in Italia gli immobili da ristrutturare ammontano a circa un milione, per un valore complessivo di circa 50 miliardi di euro, sottolinea come, introducendo tale misura di agevolazione fiscale, secondo un modello già sperimentato in altri Paesi europei e negli Stati Uniti, potrebbe essere aumentato l'indotto delle imprese di ristrutturazione, molte delle quali rischiano di fallire a causa delle difficoltà incontrate nella fruizione del cosiddetto Superbonus del 110 per cento.
  Nel sottolineare che, pertanto, si aumenterebbe il numero delle transazioni commerciali e, di conseguenza, il gettito, e che, in ogni caso, in mancanza dei requisiti prescritti, il pagamento dell'imposta secondo l'aliquota ordinaria del 9 per cento verrebbe soltanto rinviato a cinque anni dopo la stipulazione, chiede ai relatori di rivedere il parere espresso.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, prende atto che i relatori confermano l'invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario.

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  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Dell'Olio 18.08.

  Dieter STEGER (MISTO-MIN.LING.), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Schullian 20.02, chiede ai relatori di effettuare un supplemento di istruttoria per modificare il parere espresso.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Schullian 20.02.

  La sottosegretaria Giuseppina CASTIELLO concorda sulla proposta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo Schullian 20.02.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Schullian 20.02.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP), intervenendo sull'articolo aggiuntivo 21.031 a sua prima firma, evidenzia che è volto a equiparare il regime fiscale dell'IMU per gli immobili posseduti in Italia dai cittadini italiani all'estero iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero. Nel ricordare la figura dell'onorevole Tremaglia, che promosse la riforma costituzionale per l'introduzione della circoscrizione elettorale Estero, fa presente che l'equiparazione dei cittadini residenti all'estero con i cittadini italiani sotto il profilo del trattamento fiscale è stato un tema trasversale promosso da tutte le forze politiche nella recente campagna elettorale.
  Nell'evidenziare che tale misura potrebbe limitare il trasferimento all'estero dei giovani italiani incoraggiandoli a rientrare in Italia, afferma che rappresenterebbe un atto concreto per eliminare un'iniqua discriminazione tra cittadini residenti in Italia e all'estero.

  Stefano VACCARI (PD-IDP), nel condividere le considerazioni svolte dal collega Toni Ricciardi, evidenzia che si tratta di una proposta che unisce gli schieramenti politici e consentirebbe di proseguire nel percorso di progressivo avvicinamento della condizione dei cittadini italiani residenti in Italia e all'estero.

  Vittoria BALDINO (M5S), nel chiedere di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Toni Ricciardi 21.031, ringrazia il collega primo firmatario per aver posto il tema dell'equiparazione del trattamento fiscale degli immobili dei cittadini italiani residenti all'estero.
  Ricorda che di frequente si tratta di immobili costruiti grazie ai proventi del lavoro svolto all'estero, con l'intenzione di lasciarli in eredità ai figli per farli rientrare in Italia e che, in seguito, sono divenuti troppo costosi soprattutto quando sono situati in borghi spopolati per la maggior parte dell'anno.
  Infine, rivolgendosi ai colleghi del centrodestra, che spesso invitano coloro che non hanno un lavoro a dirigersi all'estero, afferma che tale misura consentirebbe agli emigranti di rientrare nel Paese di origine.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel ricordare che i cittadini italiani residenti all'estero hanno trovato un riconoscimento parlamentare grazie alle riforme promosse proprio dai partiti di centro destra, fa notare al Governo che, attraverso l'accoglimento della proposta in esame, da un lato sarebbe introdotta una misura equitativa che equipara l'abitazione principale per tutti i cittadini italiani, dall'altro sarebbe dato un segnale di recupero dei legami affettivi tra l'Italia e il resto del mondo.

  Silvio LAI (PD-IDP), associandosi alle considerazioni svolte dai colleghi che lo hanno preceduto, ricorda che ai cittadini italiani residenti all'estero sono riconosciuti il diritto di voto, la titolarità della carta d'identità e della patente di guida in Italia e che, con un piccolo costo per la finanza pubblica, sarebbe possibile superare la disparità di trattamento che rimane nella tassazione della casa adibita ad abitazione principale in Italia. Nel far presente che tale innovazione faciliterebbe il mantenimento dei legami affettivi dei residenti all'estero con il Paese di origine, evidenzia che costituirebbe un modo per Pag. 12permettere anche agli appartenenti alle seconde e terze generazioni di cittadini emigrati all'estero di mantenere tali abitazioni.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Toni Ricciardi 21.031.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dopo aver verificato, su richiesta dell'onorevole Pagano, l'esito della precedente votazione mediante appello nominale, conferma la reiezione dell'articolo aggiuntivo Toni Ricciardi 21.031.
  Quindi prende atto che i relatori, modificando il parere espresso in precedenza, propongono l'accantonamento degli identici emendamenti Fenu 22.2 e Borrelli 22.3.

  La sottosegretaria Giuseppina CASTIELLO concorda con la proposta di accantonamento degli identici emendamenti Fenu 22.2 e Borrelli 22.3.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dispone l'accantonamento degli identici emendamenti Fenu 22.2 e Borrelli 22.3.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Bonelli 26.07.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Ubaldo Pagano 28.14, evidenzia che la proposta è volta ad autorizzare la spesa di 2,5 miliardi di euro per incrementare, limitatamente all'anno 2023, gli importi dell'assegno unico universale e le relative soglie ISEE, poiché l'aumento dell'inflazione ha eroso in modo sensibile l'effettività di tale sostegno al reddito.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Ubaldo Pagano 28.14 e Del Barba 28.20.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) illustra le finalità dell'articolo aggiuntivo Pavanelli 28.06, di cui è cofirmatario, invitando i relatori e i rappresentanti del Governo a esplicitare le motivazioni dell'invito al ritiro su di esso formulato, tanto più che tale proposta emendativa risulta assistita da apposita clausola di copertura finanziaria.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, fa presente come l'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Pavanelli 28.06 derivi dalla sua eccessiva onerosità, quantificata in 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2023, fermo restando che sul tema degli impianti fotovoltaici è in corso una discussione più generale all'interno della stessa maggioranza.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) invita i relatori e i rappresentanti del Governo a valutare attentamente la possibilità di procedere perlomeno ad una riformulazione dell'articolo aggiuntivo Pavanelli 28.06, eventualmente limitandone l'applicazione a impianti di potenza anche sensibilmente inferiore a 1 megawatt, al fine di venire comunque incontro alle esigenze delle tante imprese agricole che versano in condizioni di grave difficoltà a causa del rincaro dei prodotti energetici.

  Antonino IARIA (M5S) si associa alle considerazioni svolte dal collega Dell'Olio, osservando come sia prioritario il conseguimento di un risultato positivo per le imprese agricole in difficoltà a causa della crisi energetica, anche qualora si renda all'uopo necessaria una riformulazione del testo.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Pavanelli 28.06.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'articolo aggiuntivo Fratoianni 28.07, di cui è cofirmatario, che prevede l'introduzione di un'imposta ordinaria unica e progressiva sui grandi patrimoni, la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro, con applicazione di un'aliquota crescente fino al 3 per cento sui patrimoni aventi una base imponibile superiore al miliardo di euro, con contestuale esenzione per le persone fisiche dall'imposta municipale unica e dall'imposta di bollo sui conti correnti bancari e sui conti di deposito titoli. Rileva come tale proposta Pag. 13emendativa, lungi dall'essere animata da uno spirito punitivo, miri piuttosto a ridurre l'attuale, eccessivo divario che caratterizza in senso profondamente iniquo la struttura sociale del nostro Paese sotto il profilo della distribuzione della ricchezza, dal momento che circa il 60 per cento delle persone fisiche detiene solo il 15 per cento della ricchezza complessiva, dovendo peraltro fronteggiare notevoli difficoltà anche nell'accesso all'abitazione, all'istruzione, a cure sanitarie adeguate nonché, addirittura, al necessario fabbisogno alimentare. Osserva come la recente pandemia abbia del resto ulteriormente allargato la forbice tra i cittadini più ricchi e quelli più poveri, rendendo questi ultimi sempre più vulnerabili, mentre, secondo un processo costante sviluppatosi a partire dagli anni Novanta, ad oggi solo lo 0,1 per cento della popolazione italiana possiede la gran parte della ricchezza prodotta nel nostro Paese. Ritiene che, per tali ragioni, sia pertanto giunto il momento di introdurre un cambiamento radicale, alleggerendo la pressione fiscale sulle fasce più deboli e richiedendo un maggiore contributo a chi possiede di più, nello spirito di quella che potrebbe essere definita una Next generation tax. Osserva, inoltre, che la proposta emendativa prevede, al comma 4, il ristoro in favore dei comuni a fronte del gettito non più dovuto a seguito dell'esenzione dall'imposta municipale unica, mentre il successivo comma 8 destina le maggiori entrate permanenti rivenienti dall'introduzione della nuova tassazione sui grandi patrimoni, quantificabile in circa 10 miliardi di euro annui, ad un apposito fondo da istituire per interventi in materia di tutela della salute, welfare, diritti sociali, famiglia, istruzione scolastica, istruzione universitaria e post-universitaria, diritto all'abitazione e assetto urbanistico.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Fratoianni 28.07.

  Daniela TORTO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, informa che il gruppo M5S ha indirizzato una lettera al Presidente della Camera e, per conoscenza, allo stesso presidente Mangialavori, volta a stigmatizzare il giudizio di ammissibilità sull'articolo aggiuntivo Foti 78.015, in prima istanza ritenuto inammissibile, che di fatto consente l'indiscriminato svolgimento delle attività venatorie, già oggetto peraltro di analoga censura da parte di apposita lettera inviata al presidente della Commissione bilancio e, per conoscenza, al Presidente della Camera, dal gruppo AVS, ciò al fine di assicurare il compiuto rispetto dell'articolo 89 del Regolamento della Camera e dell'articolo 21, comma 1-quinquies, della legge di contabilità e finanza pubblica, in tema di contenuto proprio della legge di bilancio, confidando in una risposta da parte degli organi aditi.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nel prendere atto di quanto testé comunicato dalla deputata Torto, fa presente che, essendo la suddetta missiva indirizzata al Presidente della Camera e, solo per conoscenza, anche al presidente della V Commissione, sarà naturalmente nella disponibilità della medesima Presidenza della Camera fornire risposta alla questione sollevata con riferimento al giudizio di ammissibilità pronunciato sull'articolo aggiuntivo Foti 78.015.

  Stefano VACCARI (PD-IDP) ritiene oggettivamente inopportuno che la presidenza della V Commissione abbia considerato ammissibile, sia pure a seguito di un iniziale giudizio di inammissibilità, l'articolo aggiuntivo Foti 78.015, che reca a ogni evidenza disposizioni di carattere meramente ordinamentale. In proposito, segnala come, nell'ambito della discussione svoltasi presso la XIII Commissione agricoltura in sede consultiva sul disegno di legge di bilancio in corso di esame, proprio in riferimento all'emergenza rappresentata dalla fauna selvatica, la stessa maggioranza parlamentare avesse giustamente ravvisato l'esigenza di avviare una specifica e approfondita discussione sulle necessarie modifiche da apportare alla legge n. 157 del 1992, recante la disciplina delle attività di caccia, solo in un momento successivo alla conclusione della sessione di bilancio.

Pag. 14

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, obietta che l'intervento dell'onorevole Vaccari, a differenza di quello svolto dalla deputata Torto, evidentemente incentrato sull'ordine dei lavori, rappresenta di per sé un intervento sul merito della questione affrontata dall'articolo aggiuntivo Foti 78.015, che tuttavia, secondo l'ordine di votazione delle proposte emendative segnalate, dovrebbe essere esaminato solo in una fase successiva della discussione.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'ordine dei lavori, con riferimento alla lettera inviata ieri dal suo gruppo al presidente della Commissione bilancio e, per conoscenza, al Presidente della Camera, avente ad oggetto l'articolo aggiuntivo Foti 78.015, dichiarato inizialmente inammissibile dalla presidenza e successivamente, a seguito di ricorso avverso tale decisione, riammesso, di cui ha dato conto nella seduta del 15 dicembre 2022, chiede se sia già disponibile una risposta alla questione sollevata.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, comunica al deputato Grimaldi che sarà sua cura dare risposta alla questione concernente il giudizio di ammissibilità dell'articolo aggiuntivo Foti 78.015, non appena quest'ultima sarà disponibile.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) invita il relatore Trancassini ad astenersi da valutazioni in ordine al merito degli interventi svolti dai deputati dei gruppi di opposizione, giacché il contenuto di tali interventi è nella esclusiva disponibilità dei deputati medesimi, evidenziando al contempo come il collega Vaccari si sia limitato a fornire, in un'ottica collaborativa, il contributo emerso nel corso della discussione svoltasi presso la XIII Commissione agricoltura.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, si limita a ribadire come, nel pieno rispetto delle legittime considerazioni svolte dal deputato Vaccari, l'intervento di quest'ultimo di fatto comportasse, a suo personale giudizio, l'avvio di una discussione di merito sul contenuto dell'articolo aggiuntivo Foti 78.015, che pure affronta un tema di indubbia rilevanza.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, propone di sospendere la seduta e di convocare, per le ore 16, una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi, della Commissione.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), ritenendo che le comunicazioni testé rese dal presidente Mangialavori possano prefigurare di fatto una modifica al calendario dei lavori previamente stabilito per la giornata odierna, reputa opportuna l'immediata convocazione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi, della Commissione.

  Marco GRIMALDI (AVS) si associa alla richiesta avanzata dell'onorevole Ubaldo Pagano.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nel prendere atto delle richieste in tal senso formulate, dispone quindi l'immediata riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi, della Commissione, rinviando il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.

SEDE REFERENTE

  Venerdì 16 dicembre 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, indi del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Matilde Siracusano.

  La seduta comincia alle 17.45.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

Pag. 15

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nell'odierna seduta antimeridiana.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che l'esame del provvedimento riprende dall'articolo aggiuntivo Bonelli 28.09.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Bonelli 28.09, precisa che, mentre l'articolo aggiuntivo Fratoianni 28.07 riguardava un'ipotesi di rimodulazione delle imposte ordinarie sui grandi patrimoni, quello in esame propone l'istituzione di un'imposta straordinaria sui grandi patrimoni, la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 25 milioni di euro, quale somma delle attività mobiliari e immobiliari, al netto delle passività finanziarie posseduta ovvero detenuta sia in Italia che all'estero, da persone fisiche, la cui aliquota è stabilita in misura pari al 5 per cento. Nel segnalare che, in Italia, l'1 per cento della popolazione detiene il 25 per cento della ricchezza, precisa che sarebbero colpiti dall'istituenda imposta straordinaria quarantanove soggetti che hanno avuto redditi per 203 miliardi di euro.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA) afferma che la cifra di 203 miliardi di euro non gli pare verosimile.

  Marco GRIMALDI (AVS), in replica all'intervento di Gusmeroli, conferma che l'ammontare della ricchezza dei cosiddetti super-ricchi ammonterebbe a circa 203 miliardi di euro, pur affermando di essere rimasto parimenti stupito dopo averlo appreso.
  Fa presente che la proposta emendativa, che rappresenta un contributo di solidarietà, trae origine dalla esigenza di reperire risorse per finanziare misure di equità sociale, come l'innalzamento delle pensioni minime e l'indicizzazione delle pensioni da 1.500 a 2.000 euro, percepite da soggetti che oltretutto non sono stati beneficiari di alcuno dei bonus riconosciuti dai decreti cosiddetti aiuti, e per garantire i servizi sociali sanitari e dell'istruzione.
  Nel segnalare che una misura analoga esiste in Francia da tempo, la considera uno strumento utile per attenuare le sperequazioni sociali aggravate dalla crescita dei prezzi dell'energia.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Bonelli 28.09.

  Daniela TORTO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, riferisce che un'agenzia di stampa della testata ANSA riporta che il Ministro Abodi avrebbe annunziato un intervento del Governo da inserire nel disegno di legge di bilancio, già caratterizzato da misure particolarmente inique, per avvantaggiare le società calcistiche di serie A. Nell'affermare che, qualora tale provvedimento fosse confermato, il suo gruppo è pronto a porre in atto ogni forma di opposizione per impedirne l'approvazione, chiede alla rappresentante del Governo di smentire tale notizia per confortare non soltanto lei ma anche gli italiani che versano in condizione di povertà.

  Marco GRIMALDI (AVS), si associa alle preoccupazioni espresse dalla collega Torto e si augura che il silenzio del rappresentante del Governo sulla notizia riportata costituisca una smentita.
  Quindi, passando a illustrare l'articolo aggiuntivo Grimaldi 28.013, afferma che è volto ad innalzare il contributo straordinario contro il caro-bollette, previsto dall'articolo 37 del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, dal 25 per cento al 100 per cento, nei casi in cui la base imponibile, calcolata come l'incremento del saldo tra operazioni attive e operazioni passive, riferito al periodo dal 1° ottobre 2021 al 30 aprile 2022 rispetto al saldo del periodo dal 1° ottobre 2020 al 30 aprile 2021, sia superiore a 5.000.000 di euro. Nel ricordare che il gettito derivato da tale contributo straordinario è stato sinora di circa 2,7 miliardi di euro, pertanto molto inferiore ai 10 miliardi di gettito che erano stati stimati, ritiene che si tratti di una forma di arricchimento non fondata su ragioni di merito Pag. 16ma piuttosto verificatasi a seguito di eventi eccezionali, come la guerra in Ucraina, e che pertanto non dovrebbe essere limitata, come è tuttora, ai casi in cui l'incremento dei ricavi sia stato superiore al 10 per cento.
  Nel segnalare che si tratta imprese, come l'ENI, che si sono avvantaggiate con profitti stellari a danno degli italiani, segnala che i primi ricorsi ai tribunali amministrativi regionali contro la previsione del contributo straordinario non sono stati accolti.
  Rileva, inoltre, come fattore di criticità, l'errata commisurazione della tassa sui flussi IVA, anziché, come previsto dall'Unione europea, sugli utili di impresa. Da tale criticità ne deriverebbe anche una seconda, poiché nel computo attivi/passivi verrebbero compresi anche i ricavi derivanti dalle operazioni straordinarie compiute dalle imprese ma estranee all'attività propria delle stesse, come, ad esempio, gli introiti derivati da fusioni societarie, alienazioni di quote societarie ed altre simili. Una terza criticità sarebbe, poi, rappresentata da una doppia imposizione, poiché dalla base imponibile non sarebbero escluse le accise che le imprese hanno già versato all'erario.
  Evidenzia, quindi, come la proposta emendativa in discussione ponga rimedio a tali criticità, permettendo, tra l'altro, con l'elevazione dell'aliquota al 100 per cento, un ampliamento della platea a tutte le imprese, comprese quelle che sarebbero tassate al 25 per cento concedendo, allo stesso tempo, alle stesse un termine congruo per effettuare il nuovo saldo.
  Rileva, inoltre, come l'eventuale accoglimento della proposta emendativa permetterebbe di affrontare altre questioni non meno importanti, quali l'adeguamento dei salari e la loro indicizzazione, a partire da un salario minimo legale, o il finanziamento adeguato del Servizio sanitario nazionale, raggiungendo di nuovo percentuali di PIL degne del nostro Paese ed utili al superamento della crisi contingente.
  Nell'auspicare, da ultimo, l'approvazione della proposta emendativa in discussione, evidenzia come il suo accoglimento rappresenterebbe una delle ultime occasioni offerte al Governo e alla maggioranza da parte del suo gruppo per rettificare alcuni aspetti negativi di una manovra che non presenta alcuna spinta innovatrice, permettendo parimenti di trovare le risorse necessarie senza penalizzare le fasce più deboli della popolazione e ponendo rimedio ad errori compiuti anche dal Governo precedente in merito.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), nel ricordare come sulle problematicità della misura cui la proposta emendativa in discussione vuol intervenire vi era stato un impegno ad apportare correttivi già da parte del Governo, e che per tale motivo sarebbe utile un approfondimento da parte del Governo stesso, rileva, tuttavia, come l'articolo aggiuntivo in discussione presenti alcuni profili di problematicità, in particolare correlati al fatto che l'elevazione della quota al 100 per cento non terrebbe conto dei versamenti IRES, portando il prelievo complessivo a superare il 100 per cento. Ritenendo che si tratti di un errore tecnico di formulazione, propone, dunque l'accantonamento della proposta emendativa, preannunziando altrimenti il voto di astensione del suo gruppo sulla stessa.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo 28.013 Grimaldi.

  Stefano VACCARI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento 29.1 a sua prima firma, evidenzia come le misure recate nella sua formulazione siano state caldeggiate in primis dalle associazioni degli agricoltori della filiera. Mette, quindi, in luce come proposte emendative di analogo tenore siano state stranamente ritirate nei giorni precedenti, forse per evitare che potessero essere intestate alle opposizioni, ma così facendo si è privato il dibattito parlamentare di un momento importante di confronto, paventando, inoltre, il rischio che il contenuto della proposta emendativa in questione possa essere trasfuso sic et simpliciter in un emendamento a più ampio spettro da parte del Governo.
  Sottolinea, quindi, l'importanza del tema, non solo correlato a questioni puramente fiscali, rilevando come la proposta in esame Pag. 17tenda, in particolare, a recare un intervento più equilibrato che permetta di non mettere a rischio un settore, quale quello della filiera del tabacco, estremamente importante per il settore, ricordando come esso rappresenti un punto di eccellenza per il nostro Paese. Ricorda a tal proposito gli importanti numeri che detta filiera raggiunge, permettendo all'Italia di primeggiare in Europa non solo per quantità, ma soprattutto per la qualità delle relative lavorazioni, che richiedono un alto livello di specializzazione, ed essendo altresì un settore manufatturiero labour-intensive, con un rapporto ore lavorate/ettaro assai elevato.
  Ribadisce, inoltre, come l'accoglimento della proposta emendativa in discussione eviterebbe un impatto negativo sul settore in questione, con le conseguenti pesanti ricadute negative anche sulla tenuta economica e sociale della relativa filiera.
  Non spiegandosi, pertanto, il parere negativo del Governo, auspica un ripensamento dello stesso e invita comunque all'approvazione dell'emendamento.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento 29.1 Vaccari e l'emendamento 29.4 Rosato.

  Marco GRIMALDI (AVS) interviene sul suo articolo aggiuntivo 29.02, evidenziando il fallimento delle politiche proibizioniste, che hanno generato un forte incremento degli utili delle organizzazioni criminali, nonché delle forme di carcerizzazione di massa.
  Ricordando, quindi, come una produzione potenzialmente redditizia per l'erario statale, di cui l'Italia era stata una dei più grandi produttori fino all'inizio del Novecento, sia stata ingiustamente sottoposta, nel nostro Paese, ad una sorta di «Fatwa», in particolare a seguito dell'orientarsi delle politiche d'oltreoceano, e segnatamente degli Stati Uniti del post-proibizionismo sugli alcolici, alla lotta a tali coltivazioni, rileva come successivamente, in modo assai paradossale, siano state sempre le politiche d'oltreoceano a portare ad una sorta di liberalizzazione, mentre il nostro Paese è rimasto legato ad un pregiudizio ideologico in materia che ha favorito altrettanto paradossalmente l'invasione di prodotti derivati dalla cannabis dall'estero, con un evidente danno per la potenziale produzione nazionale.
  Rileva, pertanto, come un'eventuale istituzione di una sorte di DOGC della cannabis potrebbe consentire al nostro Paese di tornare ad essere protagonista nel processo produttivo, sottraendone il monopolio alle organizzazioni criminali ed evitando, al contempo, il dumping anzidetto delle grandi industrie straniere sui suoi derivati, che danneggia sia l'industria farmaceutica italiana, sia l'erario.

  Chiara GRIBAUDO (PD-IDP), intervenendo, a sua volta, sull'articolo aggiuntivo 29.02 Grimaldi, dichiara di volerlo sottoscrivere.

  Gilda SPORTIELLO (M5S), interviene, a sua volta, sull'articolo aggiuntivo 29.02 Grimaldi, evidenziando come occorra affrontare il tema scevri da pregiudizi morali e ideologici. Ricordando di aver presentato, come MoVimento 5 Stelle, un emendamento che non sarà possibile discutere, considerati gli esigui margini a disposizione per la modifica del disegno di legge di bilancio in discussione, il 77.9, a sua prima firma, sottolinea come il tema riguardi un intero settore che è in attesa di risposte, con un comparto economico e sociale che deve essere tutelato. Rilevando, altresì, il processo di legalizzazione in atto in altri Paesi europei, evidenzia come la legalizzazione rappresenterebbe il primo passo in direzione dell'effettivo contrasto alla criminalità organizzata, che per il MoVimento 5 Stelle rappresenta una priorità assoluta.
  Ritiene infatti che il fenomeno vada regolamentato e rammenta la proposta di legge a prima firma Perantoni presentata nel corso della passata legislatura per la coltivazione in modica quantità e, soprattutto, per l'istituzione di una giornata per la lotta al tabagismo, all'alcolismo e alle altre dipendenze. Sottolinea ancora come una normativa adeguata permetterebbe di risolvere i problemi evidenziati, non ultimo Pag. 18quello della sicurezza e tutelando anche, al contrario di quanto generalmente affermato, anche la salute pubblica.
  Preannunziando, inoltre, l'astensione del suo gruppo sulla proposta emendativa in discussione, in quanto foriera di aspetti problematici dal punto di vista fiscale, ribadisce la posizione favorevole alla regolamentazione della filiera della canapa.

  Stefano VACCARI (PD-IDP) condivide l'impostazione data al tema dal collega Grimaldi, poiché fa riferimento ai 6 milioni di persone che consumano cannabis in Italia e rileva altresì che attraverso la liberalizzazione del consumo si potrebbe anche liberare il sistema giudiziario dalle migliaia di procedimenti, a sua detta, inutili che lo intasano. Nonostante le buone pratiche introdotte da alcune regioni vi è tuttora un impedimento di fatto per coloro che desiderano curarsi con la cannabis. Inoltre segnala che con la legalizzazione si potrebbero generare nuove opportunità di investimento per le imprese, generando nuovo gettito per lo Stato nonché minori costi legati alla repressione dell'illegalità, in quanto si colpirebbe al cuore la criminalità organizzata. Per tali motivi, annuncia il proprio voto favorevole all'emendamento Grimaldi 29.02.

  Andrea QUARTINI (M5S) condivide l'intervento della collega Sportiello, in quanto ritiene importante sottolineare la necessità di fare educazione e informazione sulla salute. Ricorda che in Italia muoiono 80 mila persone per il fumo, 30 mila a causa del consumo di bevande alcoliche, e che le patologie croniche e tumorali derivano in gran parte da una scorretta alimentazione. Dichiarandosi apertamente antiproibizionista, ritiene che lo Stato debba agire con sobrietà, al fine di evitare conflitti di interesse, confrontandosi con i vari portatori d'interessi per quanto riguarda fumo, alcol e cibo spazzatura. Segnala che il 40 per cento dei bambini tra i 7 e i 9 anni è affetto da disordini alimentari, mentre lo Stato non riesce ancora ad approvare la sugar-tax, misura che avrebbe potuto contrastare l'abuso di bevande zuccherate. Ritiene che le opposizioni dovrebbero collaborare al fine di elaborare una proposta di legge che affronti il tema della cannabis in un contesto più generale e che occorra un ordinamento virtuoso che colpisca il mercato nero e la criminalità organizzata.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Grimaldi 29.02.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, propone, anche a nome degli altri relatori, l'accantonamento delle proposte emendative Merola 31.1 e Foti 35.01. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento Gribaudo 36.1.
  Propone l'accantonamento degli identici emendamenti Raffa 36.5, De Bertoldi 36.2 e Santillo 36.4 e dell'emendamento Fenu 37.3.
  Esprime un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Magi 37.01 e sull'emendamento Merola 38.4 e propone l'accantonamento dell'emendamento Mancini 46.3. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli emendamenti Fenu 47.8, Guerra 47.4, Guerra 48.1, e sull'articolo aggiuntivo Torto 48.03. Propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Ziello 48.02.
  Esprime un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento D'Alfonso 51.11 e sugli identici emendamenti Steger 51.1 e Peluffo 51.4. Ricorda che l'emendamento Lupi 51.18 è stato ritirato. Esprime un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Pastorino 51.06; propone l'accantonamento dell'emendamento Frassini 51.021. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 51.022 e sugli identici emendamenti Evi 51.033 e Ilaria Fontana 51.031. Propone l'accantonamento degli articoli aggiuntivi Scerra 51.027 e Scerra 51.032.
  Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Evi 51.047, ricorda che l'articolo aggiuntivo Rizzetto 51.048 è stato ritirato, Pag. 19formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento Conte 52.9 e sull'articolo aggiuntivo Orfini 52.02.
  Propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Cafiero De Raho 52.08, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Conte 53.04, propone l'accantonamento dell'emendamento Richetti 56.6 e degli articoli aggiuntivi Sarracino 56.02, Serracchiani 56.05 e Lupi 56.017.
  Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Baldino 56.012, mentre propone l'accantonamento degli emendamenti Cattaneo 57.17 e Lupi 57.16, dell'articolo aggiuntivo Lucaselli 57.023 e degli identici articoli aggiuntivi Orfini 57.02, Roscani 57.07, Lupi 57.022, Scotto 57.04, Casu 57.06 e Ubaldo Pagano 57.08, nonché degli articoli aggiuntivi Sportiello 57.015, Conte 57.018 e Scerra 57.021.
  Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Magi 57.024 e sull'emendamento Conte 58.4. Propone l'accantonamento dell'emendamento Cattaneo 58.7, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Grimaldi 58.012 e sugli emendamenti Conte 59.41, Richetti 59.30, Ubaldo Pagano 59.27. Propone l'accantonamento degli emendamenti Lupi 59.50, Boschi 59.38, Sasso 59.47 e Lucaselli 59.60. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli emendamenti Richetti 59.35 e Richetti 59.37. Ricorda che l'emendamento Iaia 59.29 è stato ritirato e infine formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento Richetti 59.36.

  La Sottosegretaria di Stato Matilde SIRACUSANO esprime parere conforme ai relatori.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) interviene sull'ordine dei lavori per chiedere se sia possibile conoscere il parere dei relatori su tutti gli articoli del provvedimento.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, risponde che i pareri sugli altri articoli non sono ancora disponibili.

  Chiara GRIBAUDO (PD-IDP) interviene sull'emendamento Gribaudo 36.1 per spiegarne la ratio. L'emendamento intende sopprimere la responsabilità solidale dei professionisti intermediari prevista dal comma 2 dell'articolo 36 della legge di bilancio, in quanto si tratterebbe in sostanza di una sanzione arbitraria, perché il professionista non può disporre degli stessi strumenti dell'Agenzia delle entrate per verificare l'affidabilità di coloro che richiedono la partita IVA. Ritiene che l'emendamento vada nella direzione, che pare stia prendendo anche il Governo secondo quanto si apprende dagli organi di stampa, di evitare che venga prevista una punizione nei confronti dei professionisti che semplicemente svolgono tutti i giorni il proprio dovere.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) ritiene che gli identici emendamenti Raffa 36.5, De Bertoldi 36.2 e Santillo 36.4 siano sostanzialmente identici anche all'emendamento Gribaudo 36.1 e quindi chiede l'accantonamento anche di quest'ultimo.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, accede alla richiesta di accantonamento dell'emendamento 36.1 in vista di una possibile riformulazione.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, concorde la relatrice, dispone l'accantonamento dell'emendamento 36.1.

  Dieter STEGER (MISTO-MIN.LING.) chiede di apporre la propria firma all'articolo aggiuntivo Magi 37.01.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Magi 37.01.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Merola 38.4., ricorda il rilievo operato dalla Corte dei conti in merito alle norme contenute nell'articolo 38, secondo cui tali disposizioni potrebbero potenzialmente costituire un incentivoPag. 20 a dichiarare meno di quanto fatturato e, quindi, a non versare le imposte dovute. Ricorda che secondo la Corte dei conti la reiterazione di queste misure determina un ammanco stabile per le casse dello Stato pari a circa 10 miliardi di euro. Pertanto, concorda con la finalità dell'emendamento che intende sopprimere le norme che agevolano tale operato.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA), contrariamente alla deputata Guerra, ritiene che il mancato versamento delle imposte successivo ad un accertamento fiscale difficilmente può configurarsi come un comportamento non dettato da uno stato di necessità, in quanto le elevate sanzioni rappresentano un deterrente più che sufficiente; invita quindi a concentrarsi su chi evade veramente piuttosto che su chi si trova a dover fronteggiare situazioni di estrema difficoltà economica.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) ritiene che se si propongono in continuazione condoni o definizioni agevolate si lanci il messaggio che le sanzioni non siano veramente effettive. Ricorda che, qualora il contribuente si trovi in difficoltà, potrebbe sempre accedere alla rateizzazione senza ulteriori sanzioni.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Merola 38.4 e Fenu 47.8.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), nell'illustrare le finalità dell'emendamento 47.4 a sua prima firma, premette di condividere quegli interventi che vadano incontro a chi sia in difficoltà a pagare i propri debiti, soprattutto considerati gli effetti negativi sull'economia della crisi pandemica. L'emendamento interviene sulla cosiddetta «rottamazione-quater» per individuare una soglia, proposta in 50 mila euro, sopra la quale il soggetto che sia in difficoltà a pagare debba dimostrarlo. L'emendamento chiede quindi che chi abbia un debito con lo Stato debba dimostrare di non poterlo pagare, altrimenti passerebbe il messaggio che sia legittimo non pagare le imposte.

  Emiliano FENU (M5S), pur comprendendo le finalità dell'emendamento, che intende limitare le agevolazioni ai contribuenti in difficoltà, ritiene che la soglia dei 50.000 euro sia facilmente raggiungibile, anche da parte delle micro imprese. Per tali ragioni preannuncia l'astensione dei deputati del Gruppo Movimento 5 Stelle.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA) ritiene che occorra distinguere fra chi evade le imposte e chi, pur dichiarandole non riesca incolpevolmente a pagarle, osserva come nella particolare situazione di crisi economica post pandemia sia molto facile raggiungere la soglia dei 50.000 euro.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), pur essendo disponibile a innalzare la soglia a 100.000 euro, esprime l'avviso che debba esserci un limite oltre il quale verificare le condizioni economiche chi dichiara di non riuscire a pagare. Diversamente non potrebbe dirsi che la misura è destinata a soggetti in condizioni di difficoltà economica, perché ciò non risulterebbe in alcun modo provato.

  La Commissione respinge l'emendamento Guerra 47.4

  Marco GRIMALDI (AVS) interviene sull'ordine dei lavori per chiedere se corrisponde al vero che il Governo intenda introdurre sportelli Bancomat negli esercizi commerciali.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, invita a non discutere di notizie non verificate.

  Leonardo DONNO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente come non vi siano state risposte del Governo alla richiesta della collega Torto, avanzata ormai da più di un'ora, di ricevere chiarimenti in ordine alla notizia, apparsa sulle Agenzie di stampa, secondo la quale il Governo intenderebbe presentare un emendamento che favorirebbe le società calcistiche. Aggiunge di aver appreso che analoga dichiarazione sarebbe stata rilasciata Pag. 21a mezzo agenzie di stampa dal relatore Pella. Nel ritenere irrispettoso nei confronti delle opposizioni che queste ultime siano costrette ad apprendere tali notizie dalle agenzie di stampa, invita il presidente a procedere agli opportuni accertamenti.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) deplora il comportamento di quei relatori che pur disponendo delle suddette informazioni già mentre era in corso l'ufficio di presidenza non lo abbiano pubblicamente dichiarato e invita il Presidente a richiamarli a un comportamento maggiormente rispettoso delle opposizioni.

  Emma PAVANELLI (M5S) suppone che la maggioranza sia al corrente della notizia della quale le opposizioni stanno chiedendo pacatamente conferma e ritiene che le opposizioni meritino più rispetto da parte del Governo e della maggioranza. Deplora che vi sia da parte della maggioranza un comportamento non democratico, consistente nel respingere tutti gli emendamenti delle opposizioni, che stanno operando in maniera collaborativa, non coerente con le dichiarazioni sulla sovranità parlamentare espresse dal Governo in Aula.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dichiara che procederà agli opportuni accertamenti sulle predette notizie.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), nell'illustrare l'emendamento 48.1 a sua prima firma, chiede quale siano state le motivazioni sottese alla sua bocciatura.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, dichiara che si è preferito non intervenire sugli aspetti fiscali.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), pur condividendo in via generale l'intervento dell'articolo 48 che attraverso la dichiarazione di inesigibilità mira a evitare il formarsi di crediti inesigibili, il cosiddetto magazzino fiscale, ritiene che il relativo controllo da parte dell'Agente della riscossione debba essere fatto in data non anteriore a tre mesi e si debba altresì tenere conto dei beni e dei crediti con i quali il debitore potrebbe eventualmente fronteggiare l'onere fiscale. Chiede se sia possibile un ripensamento del parere su tale parte dell'emendamento, onde evitare di incidere negativamente sulla riscossione. Poiché l'altra parte dell'emendamento riguarda il potenziamento delle attività dell'Agenzia delle entrate in funzione antievasione, osserva come il relativo accoglimento sarebbe coerente con quanto previsto in materia anche dal PNRR e dalle dichiarazioni del Governo contro l'evasione fiscale.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, comprende il ragionamento della collega Guerra a sostegno della prima parte dell'emendamento e manifesta la disponibilità a valutare favorevolmente un eventuale ordine del giorno che venisse presentato in Aula.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) ringrazia la relatrice per lo sforzo e si riserva di presentare un ordine del giorno in Assemblea, insistendo comunque per la votazione dell'emendamento nel suo complesso.

  La Commissione respinge l'emendamento Guerra 48.1.

  Emiliano FENU (M5S) interviene sull'articolo aggiuntivo Torto 48.03, che incrementa da 2 a 5 milioni di euro il limite massimo per le compensazioni dei crediti fiscali delle imprese. Rivolge, quindi, un appello alla maggioranza affinché questa possibilità più volte sollecitata nella scorsa legislatura venga finalmente riconosciuta, portando importanti novità in un sistema fiscale obsoleto. Si sofferma, poi, sulla seconda parte della proposta emendativa, evidenziando gli aspetti positivi dell'incremento della digital tax sul nostro sistema fiscale.

  Daniela TORTO (M5S) condivide pienamente le considerazioni del collega Fenu, aggiungendo che l'attuale maggioranza si era impegnata a difendere le imprese, senza tuttavia far seguire i fatti alle parole, come Pag. 22dimostra l'atteggiamento riguardo alla proposta emendativa in esame. Osserva che l'equilibrio finanziario di molte imprese è messo a rischio dalla scarsa liquidità di cui dispongono, dovuta anche ai ritardi dei pagamenti effettuati dalla Pubblica Amministrazione e, pertanto, ritiene necessario aumentare il limite massimo per le compensazioni dei crediti fiscali, dando così un segnale importante di attenzione verso il settore. Domanda, quindi, di riconsiderare il parere su una proposta emendativa che ritiene di buon senso.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, osserva che il M5S è stato al Governo nelle ultime cinque leggi di bilancio e avrebbe avuto tutto il tempo per correggere un sistema fiscale vecchio e afflitto da problemi strutturali, come appena evidenziato. Se da una parte concorda sui presupposti che hanno spinto alla presentazione della proposta emendativa, dall'altra non condivide le soluzioni messe in campo e ribadisce, quindi, il parere contrario.

  Emiliano FENU (M5S) evidenzia come la volontà del M5S sia sempre stata quella di riformare il sistema fiscale creando nuovi meccanismi di redistribuzione del reddito e ribadisce che il gruppo di Fratelli d'Italia, nella passata legislatura, ha sempre votato contro le richiamate misure.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Torto 48.03.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento D'Alfonso 51.11 e ne chiede l'accantonamento, invitando ad un supplemento di riflessione sul tema.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, concorde la relatrice, dispone l'accantonamento dell'emendamento D'Alfonso 51.11.

  Dieter STEGER (MISTO-MIN.LING.) chiede alla relatrice la disponibilità ad accantonare il proprio emendamento 51.1.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, concorde la relatrice, dispone l'accantonamento degli identici emendamenti Steger 51.1 e Peluffo 51.4.

  Dieter STEGER (MISTO-MIN.LING.) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Pastorino 51.06 chiedendo che sia messo in votazione.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottoscrive, a sua volta, l'articolo aggiuntivo Pastorino 51.06 osservando che la proposta emendativa rappresenta l'occasione per risolvere l'annosa questione della rideterminazione dei canoni demaniali delle concessioni marittime correggendo le storture esistenti nell'attuale sistema di gestione delle stesse.

  Marco GRIMALDI (AVS), condividendo le valutazioni dei colleghi intervenuti, sottoscrive l'articolo aggiuntivo Pastorino 51.06.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Pastorino 51.06.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sul proprio articolo aggiuntivo 51.022, chiede che venga accantonato.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, concorde la relatrice, dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 51.022.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S) illustra l'articolo aggiuntivo Evi 51.033, in materia di deducibilità del costo di acquisto e noleggio delle auto aziendali a zero emissioni, ricordando come l'intenzione dell'Unione europea vada nella direzione di cessare la produzione di motori endotermici entro il 2035. Ritiene che sia necessario non farsi trovare impreparati e, pertanto, sollecita a votare a favore della proposta emendativa che incentiva l'immatricolazione di auto elettriche, iniziativa che determinerebbe benefici anche sulla salute dei cittadini e sulle ricadute economiche e occupazionali dei settori interessati dalla transizione ecologica.

  Marco GRIMALDI (AVS) sottolinea come l'incremento della deducibilità del costo delle autovetture elettriche rappresenti uno strumento indispensabile per il raggiungimentoPag. 23 degli obiettivi climatici fissati a livello internazionale. La proposta emendativa, inoltre, presenta indubbi vantaggi sotto il profilo della riduzione dei costi di manutenzione del parco autoveicoli per le aziende e non comporta maggiori oneri per lo Stato. Invita, quindi, i relatori a valutare la possibilità di accantonare la proposta.

  Emiliano FENU (M5S) chiede l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Ilaria Fontana 51.031, volto a risolvere il problema della limitata deducibilità delle spese sostenute dalle imprese per l'acquisto dei veicoli aziendali, attualmente fissata – dall'articolo 164, comma 1, lettera b), del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986 – al 20 per cento. Rileva, peraltro, che la proposta emendativa in esame è destinata a determinare un impatto positivo anche rispetto agli attuali livelli di inquinamento atmosferico, favorendo la diffusione di veicoli a basse o nulle emissioni di CO2.

  Antonino IARIA (M5S) si associa alla richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo Ilaria Fontana 51.031, che, qualora non accolta, dimostrerebbe una volta di più il sostanziale favore dell'attuale maggioranza parlamentare verso un sistema di sviluppo che non si preoccupa di contrastare il fenomeno delle troppe emissioni di CO2.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, accoglie la richiesta di accantonamento degli identici articoli aggiuntivi Evi 51.033 e Ilaria Fontana 51.031, fermo restando che il supplemento di istruttoria che si riserva di compiere al riguardo non potrà prescindere da una valutazione tanto degli effetti finanziari ad essi ascrivibili quanto della compatibilità delle suddette proposte emendative rispetto all'esigenza più ampia di tenere comunque in debita considerazione il comparto produttivo dell'automotive, chiamato nel suo complesso ad operare in un contesto sempre più problematico.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO concorda con la proposta di accantonamento degli identici articoli aggiuntivi Evi 51.033 e Ilaria Fontana 51.031.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, dispone l'accantonamento degli identici articoli aggiuntivi Evi 51.033 e Ilaria Fontana 51.031.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra l'articolo aggiuntivo Evi 51.047, di cui è cofirmatario, volto ad assicurare che la fruizione del credito di imposta o delle diverse misure di sostegno previste nell'ambito del piano Transizione 4.0 e della strategia di potenziamento dell'internazionalizzazione delle imprese sia subordinata al rispetto, da parte delle stesse, di condizionalità relative al mantenimento dei livelli occupazionali, misurati all'atto della richiesta di fruizione, sino al termine del periodo previsto per l'accesso alle incentivazioni richieste. In tale quadro, fa presente che la proroga al 2023 dei crediti d'imposta legati al piano Transizione 4.0 richiederebbe lo stanziamento di risorse aggiuntive, che invece mancano nel presente disegno di legge, da attingere eventualmente, in una misura pari a circa 4 miliardi di euro, da quelle previste nell'ambito del PNRR. Evidenzia, altresì, la necessità di prorogare il credito d'imposta per la formazione 4.0, al fine di favorire processi di innovazione digitale e tecnologica nei settori produttivi, fermo restando tuttavia l'obiettivo prioritario di evitare un eccessivo processo di sostituzione nel campo lavorativo dei macchinari agli esseri umani, al fine di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali.
  Non comprende pertanto le ragioni dell'invito al ritiro formulato dai relatori e dal Governo sulla proposta emendativa in discussione, che tra l'altro non risulta suscettibile di determinare oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Evi 51.047.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo sull'emendamento Conte 5.9, evidenziaPag. 24 che questo è volto ad aumentare dal 2 per cento al 4 per cento lo sgravio contributivo dovuto dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, esclusi i lavoratori domestici, previsto dall'articolo 52 del disegno di legge di bilancio. Aggiunge che, allo scopo di finanziare l'incremento dello sgravio contributivo, la proposta emendativa propone contestualmente di istituire un contributo solidaristico straordinario e temporaneo a carico dei settori farmaceutico e assicurativo.
  Precisa che l'entità del contributo è commisurata al maggior utile netto percepito dalle aziende negli anni 2021 e 2022 rispetto agli anni precedenti e, allo scopo di impedire forme di elusione, è previsto che l'Agenzia delle entrate presenti al Ministero dell'economia e delle finanze una relazione sugli effettivi incrementi di utile netto conseguiti da ciascuno dei soggetti contribuenti.
  Conclude rilevando che gli elevati extra-profitti conseguiti dalle aziende dei due settori citati nel periodo successivo alla pandemia talvolta sono stati accompagnati persino dal trasferimento della sede all'estero.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S), intervenendo sull'emendamento Conte 5.9, nel sottolineare che la ratio sottostante la proposta emendativa è analoga a quella delle disposizioni che hanno previsto il contributo di solidarietà a carico della aziende produttrici di energia, introdotto per la prima volta dal Governo Draghi e previsto anche dall'articolo 28 del provvedimento in esame, afferma che anche il contributo a carico delle aziende farmaceutiche e assicurative avrebbe il medesimo carattere di solidarietà, straordinarietà e temporaneità.

  Andrea QUARTINI (M5S), nel condividere le osservazioni illustrate dai colleghi che lo hanno preceduto, ricorda che, durante la pandemia, le aziende farmaceutiche hanno operato anche per mezzo dei contributi pubblici e, con un atto condannabile, si sono opposte alla rimozione del diritto di esclusiva. Nell'aggiungere che anche le imprese assicurative, durante la pandemia, hanno pagato minori indennizzi, sostiene, pertanto, che anche queste ultime debbano essere tassate per i maggiori utili conseguiti.

  Davide AIELLO (M5S) nel ritenere che la decontribuzione a vantaggio dei lavoratori dipendenti prevista dall'articolo 52 non sia sufficiente, sottolinea che, attraverso l'emendamento Conte 52.9, si intende da un lato, aumentarla dal 2 per cento al 4 per cento, dall'altro, estenderla anche all'anno 2024. Conclude evidenziando l'opportunità di aiutare coloro che hanno subito più gravemente gli effetti della pandemia con un contributo di solidarietà a carico di chi ha conseguito profitti più alti.

  Dario CAROTENUTO (M5S), richiamandosi a quanto precedentemente evidenziato dai colleghi, critica il Governo per l'intenzione di predisporre un provvedimento contenente misure di vantaggio fiscale per le società calcistiche e invita il Governo a preoccuparsi piuttosto dei soggetti meno abbienti.

  Leonardo DONNO (M5S) nel chiedere al collega Pella e al Governo che renda noto il contenuto della proposta emendativa che intende presentare sui bilanci delle società calcistiche, rileva che il disegno di legge di bilancio sembra favorire i corrotti, gli evasori, le grandi multinazionali piuttosto che i soggetti più bisognosi, tanto è vero che anche sulle pensioni minime si è indietreggiato dall'incremento a 1.000 euro, promesso durante la campagna elettorale, ai 600 euro per gli ultrasettantacinquenni, che forse sarà limitato in base alle condizioni economiche. Nel riservarsi di intervenire ancora nel corso del dibattito, ha il sospetto che il Governo attuale sia capace di provvedimenti addirittura più scellerati di quelli adottati dal Governo Draghi che lo ha preceduto.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), relatore, con riferimento a quanto affermato dal collega Donno, svolge alcune considerazioni. Anzitutto, evidenza come la sua parte politica non abbia cambiato idea e linea su nulla, e Pag. 25lo testimoniano sia la legge di bilancio in discussione sia i provvedimenti che ha adottato e adotterà il Governo Meloni.
  In secondo luogo, con considerazione di carattere politico, rileva come, sia leggendo l'emendamento 52.9 Conte sia, soprattutto avendo ascoltato gli interventi dei colleghi del MoVimento 5 Stelle a suo supporto, interventi nel corso dei quali è stato rilevato che alcune categorie si sono particolarmente arricchite nel corso della pandemia, sia singolare constatare che proprio durante l'apice del periodo pandemico fosse in carica il Governo Conte e quindi probabilmente alcuni errori sono stati commessi proprio da chi si è trovato a gestire la pandemia in Italia.

  Angela RAFFA (M5S) desidera ricordare, per il tramite del presidente della Commissione, al collega Trancassini che chi ha gestito la pandemia non ha certo inteso favorire quelle categorie, segnatamente alcune case farmaceutiche, che si sono particolarmente arricchite nel corso del periodo di diffusione del virus COVID.
  Evidenzia, quindi, che la finalità dell'emendamento in discussione non è altro che la richiesta di equità e giustizia, essendo finalizzato ad alleviare le pesanti conseguenze economiche che hanno dovuto sopportare in particolare gli strati più deboli della popolazione con un aumento percentuale di entità perfettamente sopportabile, pari ad una maggiorazione del 20 per cento e solo per gli importi superiori al milione di euro, a carico appunto di quelle aziende che hanno realizzato notevoli extra-profitti in un periodo estremamente difficile per la popolazione. Si tratterebbe, dunque, di un'equa misura di carattere redistributivo, che un Governo espressione di una parte politica che sosteneva di essere dalla parte dei più deboli quando si trovava all'opposizione non può non condividere.

  Ida CARMINA (M5S), intervenendo sull'emendamento 52.9 Conte, rileva come esso faccia riferimento a una misura di carattere temporaneo e straordinario per contrastare gli effetti di un ingiustificato arricchimento senza causa, correlato ad eventi imprevedibili, non legati alla normale attività di impresa. Concordando con la statuizione che, in generale, il profitto delle imprese sia giusto e frutto di scelte economiche, sottolinea, però, l'iniquità del ridurre misure quali il reddito di cittadinanza, pensate per permettere un livello di sussistenza a fasce della popolazione in difficoltà economiche, peraltro acuite proprio dalla crisi pandemica e dalle contingenze odierne legate all'aumento dei costi dell'energia e, nello stesso tempo, non voler chiedere un contributo di solidarietà a imprese che si sono arricchite nel modo anzidetto. Ritiene che tale contributo sarebbe da considerarsi il minimo sindacale per un Paese in difficoltà e per un Governo degno di tale nome. Chiede pertanto una riflessione adeguata sul tema, anche accantonando momentaneamente l'esame della proposta emendativa in discussione, che non apporterebbe danni ad imprese che hanno generato, come detto, profitti molto elevati.
  Per quanto riguarda la gestione della pandemia, ritiene, infine che non rientri nell'oggetto della discussione.

  Emma PAVANELLI (M5S), nello stigmatizzare l'intervento del collega Trancassini, relatore del provvedimento, nonché deputato questore, ricorda come sia dovere dell'attuale maggioranza governativa gestire diverse emergenze attuali, tra cui quella energetica, quella economica e quella derivante dall'avere un conflitto alle porte e, non ultima, quella climatica.
  Ritenendo, dunque, pressoché inverosimili le affermazioni del collega Trancassini, evidenzia come non si tratta di colpevolizzare le aziende cui è rivolta la misura contenuta nell'emendamento in discussione, bensì di farle partecipare in via solidaristica a vantaggio in particolare delle fasce di popolazione maggiormente in difficoltà.
  Da ultimo, lamenta la mancata risposta del rappresentante del Governo alla domanda rivolta in precedenza circa la ventilata proposta emendativa dell'Esecutivo in favore delle società calcistiche di Serie A.

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  Leonardo DONNO (M5S), intervenendo in dichiarazione di voto sull'emendamento in discussione, e preannunziando il voto favorevole sullo stesso, risponde alle osservazioni fatte dal collega Trancassini sulla gestione della pandemia, ricordando che l'Italia è stata presa a modello, proprio come gestione, dagli altri Paesi, in quanto primo Paese europeo ad essere stato investito da un virus fino ad allora pressoché sconosciuto.
  Rammenta, altresì, la responsabilità nel prendere decisioni che hanno impattato profondamente sulla vita dei cittadini e ad aver messo immediatamente in atto misure atte a contrastare gli effetti della pandemia; inoltre, che è stato il Presidente Conte ad aver negoziato con l'Unione europea i 209 miliardi del Recovery Fund. Ricorda ancora come siano state altre misure quali la decontribuzione per le imprese che operano al Sud o il Superbonus ad aver consentito la nascita di migliaia di aziende e un incremento pari a 2 milioni di posti di lavoro, mentre altre forze politiche fomentavano le imprese con atteggiamenti irresponsabili.
  Ritiene che vi sia differenza tra chi in Europa è riuscito ad ottenere fondi e misure di cui beneficeranno le giovani generazioni e chi, al contrario, si è posto in atteggiamento di subalternità, anche rispetto alla questione del MES e senza aver portato alcun risultato idoneo a contrastare la crisi energetica.
  Confermando il voto favorevole sull'emendamento in discussione, invita i colleghi della maggioranza a riconsiderare la propria posizione in merito, stigmatizzando, infine, l'adozione dell'emendamento cosiddetto «salva calcio», che tutelerebbe poche società sportive con un costo di diversi miliardi di euro.

  Marco GRIMALDI (AVS) ricorda che la sua parte politica è stata tra le prime a chiedere una sorta di Pandemic Tax, ossia di provare ad estendere la norma sugli extra-profitti a tutti i settori produttivi che hanno beneficiato di vantaggi rilevanti dalla pandemia e dal conseguente lockdown.
  Rammenta inoltre di aver chiesto al Ministro Giorgetti, dal quale aspetta ancora una risposta in merito, cosa ne pensasse di società che hanno realizzato profitti ancora maggiori, quali Amazon, la quale, da oligopolista, si è trasformata, di fatto, addirittura in monopolista durante i mesi di chiusura per la pandemia, aumentando a dismisura i livelli di profilazione. Si dichiara pertanto favorevole ad una misura equitativa che agevoli chi ha subito le conseguenze negative dalla crisi. Desidera, però, fare alcuni rilievi, di metodo e di merito sulla proposta avanzata dal MoVimento 5 Stelle. Sostiene, in particolare, che avrebbe scritto in modo differente la proposta emendativa, raccogliendo anche suggerimenti provenienti da alcuni colleghi, che avevano avanzato l'idea di collegare l'imposizione ad una percentuale del fatturato, ad esempio la crescita rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, considerando meritorio l'emendamento in discussione e considerandolo un meccanismo necessario di solidarietà, preannunzia voto favorevole sull'emendamento in esame.

  La Commissione respinge l'emendamento Conte 52.9.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, sospende la seduta e convoca una immediata riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta, sospesa alle 20.55 è ripresa alle 21.05.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, dichiara conclusa la seduta rinviando il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 21.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Venerdì 16 dicembre 2022.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14 alle 14.05, dalle 16 alle 17.20 e dalle 20.55 alle 21.05.