CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 dicembre 2022
22.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 7 dicembre 2022. — Presidenza del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene la Sottosegretaria di Stato dell'economia e delle finanze Sandra Savino.

  La seduta comincia alle 9.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 6 dicembre 2022.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, ricorda che nella seduta precedente ha avuto inizio l'esame preliminare del provvedimento in titolo, con l'illustrazione dei suoi contenuti svolta dalla relatrice Comaroli, anche a nome dei relatori Pella e Trancassini. Dà quindi la parola a coloro che intendano intervenire nella discussione.

  Daniela TORTO (M5S), evidenzia che la manovra di bilancio per il triennio 2023-2025 presentata dal Governo Meloni è profondamente sbagliata nella sua impostazione e, come tale, dovrà essere decisamente modificata nel corso dell'esame parlamentare, in linea peraltro con le indicazioni fornite anche da numerosi soggetti auditi nell'ambito della preliminare attività conoscitiva svolta congiuntamente all'omologa Commissione del Senato, in particolare dalle organizzazioni sindacali, dalla Corte dei conti, da Banca d'Italia e da Confindustria, giacché le disposizioni in essa contenute rappresentano misure «di bandiera», potenzialmente dannose per il futuro economico e sociale del nostro Paese.
  In tale quadro, osserva che il compito del Governo sarebbe stato quello di avviare riforme vere, per sostenere le imprese, per contrastare la precarietà e rilanciare il mondo del lavoro, per ridurre le disuguaglianze, mentre il disegno di legge di bilancio muove in direzione opposta e si dimostra assai lontano dagli effettivi bisogni di cittadini e imprese, in particolare penalizzando le fasce più deboli della popolazione e premiando viceversa gli evasori fiscali, dal momento che anche l'estensione della cosiddetta flat tax fino ai ricavi di ammontare pari a 85.000 euro non fa che aggravare l'iniquità del sistema fiscale.
  Sottolinea, inoltre, come risulti del tutto irrisolto il problema del lavoro, che riguardaPag. 4 milioni di persone, mentre in ambito previdenziale non solo non è stata superata la legge Fornero ma è stato anche indebolito il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere e sono state modificate, in peggio, misure perfettamente funzionanti e utili come «Opzione donna», penalizzando migliaia di lavoratrici. Rileva che non vengono altresì stanziate risorse finanziarie adeguate per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, mentre si prevede una sostanziale riduzione delle risorse destinate alla sanità e all'istruzione, così come mancano risorse destinate agli investimenti e misure adeguate per il settore del trasporto pubblico.
  In definitiva, ritiene che la manovra di bilancio presentata dal Governo Meloni sia chiaramente priva del coraggio e della visione prospettica necessari in un momento di grave difficoltà economica e sociale.
  Venendo agli aspetti maggiormente critici del testo in esame, rileva che non viene minimamente affrontata la questione relativa all'emergenza salariale, che in Italia si manifesta in maniera particolarmente accentuata, dal momento che i salari medi sono costantemente diminuiti nel corso degli ultimi venti anni, attestandosi decisamente al di sotto dei valori registrati nel resto degli Stati dell'area dell'euro, e circa l'85 per cento dei lavoratori e dei pensionati presenta un reddito lordo annuo inferiore a 35.000 euro. In tale contesto, osserva che il Governo non interviene sulla stagnazione dei salari reali che affligge il nostro Paese, mentre aumenta la precarietà – che riguarda, in particolare, i giovani, le donne e i lavoratori del Mezzogiorno, il cui potenziale economico potrebbe invece rappresentare un'enorme risorsa per l'intero Paese – con l'aumento dell'importo dei voucher a 10.000 euro e l'allargamento della platea dei prestatori, riducendo ulteriormente tutele e diritti. Rammenta, inoltre, che anche la proroga della decontribuzione fino a 35.000 euro altro non è che la prosecuzione di una misura già adottata dal precedente Governo, al pari di molte altre presenti nel provvedimento in esame.
  Rileva inoltre che, a fronte del costante incremento dei soggetti che versano in condizioni di povertà assoluta nel nostro Paese, che superano oramai i 5 milioni di unità, la soppressione del reddito di cittadinanza decisa dal Governo Meloni lascerà privi di ogni tutela circa 600.000 persone già nel corso del 2023, in assenza peraltro di qualsivoglia misura alternativa predisposta a sostegno delle fasce più deboli della popolazione. Ciò dimostra, a suo avviso, l'intenzione del Governo di fare cassa proprio intervenendo a danno dei soggetti più deboli, favorendo al contempo gli evasori fiscali.
  Con riferimento specifico alle misure fiscali contenute nel disegno di legge di bilancio, ne segnala la palese iniquità, dal momento che, da un lato, la flat tax al 15 per cento per i redditi da lavoro autonomo fino a 85.000 euro indica chiaramente la volontà di smantellare la struttura progressiva del nostro sistema fiscale, giacché i lavoratori dipendenti e pensionati saranno tassati il doppio di coloro che hanno redditi tre volte superiori, dall'altro, le misure che il Governo stesso ha definito come una sorta di tregua fiscale altro non sono che veri e propri condoni, che hanno l'unico scopo di favorire chi le tasse non le ha mai pagate, a dispetto dei tanti milioni di contribuenti onesti che versano regolarmente quanto dovuto. Inoltre, sempre sul versante fiscale, osserva che solo il 35 per cento degli extraprofitti sarà sottoposti a tassazione, mentre in Italia i salari e le pensioni continuano ad essere tassati più delle rendite finanziarie. Ricorda, in particolare, che nel corso della sua audizione proprio la Corte dei conti ha espresso forti perplessità su misure come la flat tax, l'innalzamento dell'utilizzo dei contanti fino a 5.000 euro e l'introduzione di una soglia per il pagamento con mezzi elettronici, interrompendo il percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti e ampliando l'area dei ricavi soggetti a regime forfettario o altri regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento immediato del gettito, ipotecano entrate future. Rileva che anche lo stralcio delle cartelle comporta la rinuncia alla riscossione di posizioni «vive», in quanto interessate a procedure di rateazione, ciò a ulteriore smentita della tesi Pag. 5del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo cui si tratterebbe di cartelle vecchissime per le quali la riscossione avrebbe per lo Stato un costo superiore a quello che incasserebbe. Osserva quindi che il condono allargato previsto dalla manovra di bilancio rischia in pratica di attenuare l'effetto deterrente esercitato dalle attività di controllo e di riscossione, inducendo in molti contribuenti, anche non gravemente colpiti dalla crisi indotta dalla lunga pandemia e dall'eccezionale aumento dei costi dei prodotti energetici, il convincimento che il sottrarsi al pagamento dei tributi possa essere notevolmente vantaggioso. Rileva altresì che, come evidenziato sempre dalla Corte dei conti, l'innalzamento del tetto al contante contrasta con la necessità di fare emergere le attività economiche sommerse. A tale ultimo proposito, la non sanzionabilità del rifiuto da parte dell'esercente di accettare pagamenti elettronici di importo non superiore a 60 euro, non risulta coerente rispetto all'obiettivo di contrastare l'evasione fiscale previsto dal PNRR, e, segnatamente, dalla riforma 1.12, della missione 1, componente 1, relativa all'amministrazione fiscale, nell'ambito della quale si richiede l'adozione di specifiche misure volte, per l'appunto, a contrastare l'evasione fiscale. Come rilevato ancora dalla Corte dei conti, l'emergenza in corso avrebbe piuttosto richiesto l'adozione da parte del Governo di risposte immediate ed efficaci, tanto più che anche le diverse misure volte ad attenuare gli effetti negativi su imprese e cittadini derivanti dal rincaro dei prodotti energetici sono destinate ad esaurirsi nel primo trimestre del 2023, dimostrando una volta di più l'assenza di interventi strutturali e di un piano d'azione di medio-lungo termine. Evidenzia che risultano del tutto assenti gli investimenti per la coesione sociale e territoriale e a sostegno del Mezzogiorno, nonché gli interventi di contrasto alle disuguaglianze. Nel condannare, infine, la riduzione delle risorse finanziarie stanziate per il settore dell'istruzione, che mal si concilia con la pretesa del Governo Meloni di valorizzare il merito, e della sanità pubblica, dichiara la ferma intenzione del gruppo M5S di dimostrare nel corso dell'esame parlamentare la profonda iniquità della manovra presentata dall'Esecutivo e di apportare ogni utile correttivo al testo in esame sulla base delle proposte emendative che saranno presentate dal suo gruppo.

  Marco GRIMALDI (AVS), nel condividere le osservazioni della deputata Torto soprattutto sul rischio che la manovra economica premi coloro che eludono gli obblighi tributari, sottolinea che il provvedimento anzitutto non pone alcun rimedio alla questione attualmente più drammatica, ossia l'aumento dell'inflazione all'11 per cento, il livello più alto tra i Paesi europei, con la conseguente caduta del potere d'acquisto dei salari. Al riguardo, segnala criticamente che il Governo, da un lato, prevede la graduale soppressione del reddito di cittadinanza e, dall'altro, ha escluso l'introduzione del salario minimo legale, proposta dall'opposizione.
  Non ritiene parimenti sufficienti le misure di sostegno in favore degli enti locali, le cui difficoltà sono state illustrate nell'audizione dei rappresentanti dell'ANCI, né le risorse stanziate per il settore sanitario che difficilmente saranno sufficienti a porre rimedio ai limiti evidenziati durante la crisi pandemica nell'erogazione equa dei servizi e nell'organizzazione della medicina territoriale, anche in considerazione dell'elevato tasso di inflazione corrente.
  Riguardo alla questione della tracciabilità dei pagamenti e del limite all'utilizzo del contante, ricorda le osservazioni critiche richiamate nel corso delle audizioni dei rappresentanti della Banca d'Italia, della Corte dei conti e di Confindustria.
  Infine evidenzia l'opportunità di non accrescere le spese militari e di affrontare con misure adeguate la questione della transizione ecologica, anche al fine di conseguire gli obiettivi in materia stabiliti nel PNRR. A quest'ultimo riguardo, considerando i contenuti della legge di bilancio, esprime forti perplessità circa l'effettiva possibilità di raggiungere gli obiettivi stabiliti nel Piano, non rilevando misure volte ad incentivare gli investimenti.
  Conclude preannunciando l'intenzione di presentare una relazione di minoranza Pag. 6per l'esame in Assemblea nella quale intende illustrare in modo più analitico le criticità del provvedimento del Governo, soltanto delineate in questa sede.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo da remoto, esprime preliminarmente solidarietà al Presidente del Consiglio per le minacce ricevute attraverso i social media.
  Quindi, passando all'esame del provvedimento, ricorda che in base ai dati economici del terzo trimestre dell'anno in corso, l'Italia si avvia ad una fase recessiva che comporterà una perdita del potere d'acquisto dei salari con un conseguente allargamento delle disuguaglianze. Evidenzia che il disegno di legge di bilancio rischia di aggravare tale situazione, sottolineando la portata limitata di alcune misure ivi previste, come gli interventi per porre rimedio all'aumento dei costi energetici, che sono limitati al primo trimestre del nuovo anno, e lamentando la portata essenzialmente identitaria di alcune previsioni che avvantaggiano soltanto alcune categorie, come l'innalzamento dei limiti per l'uso del contante, che, ricorda, è stato stigmatizzato da molti dei soggetti auditi.
  In riferimento alle misure concernenti la spesa previdenziale, nell'affermare che il taglio previsto all'indicizzazione dei trattamenti pensionistici colpirà essenzialmente il ceto medio, evidenzia come i relativi risparmi saranno in parte destinati all'introduzione della nuova fattispecie di pensionamento anticipato, cosiddetta quota 103, peraltro ben differente dall'ipotesi di quota 41 annunziata dai partiti di maggioranza durante la campagna elettorale. Sostiene che, invece, un'adeguata riforma pensionistica dovrebbe sia consentire un equo ricambio generazionale sia evitare un futuro di povertà per i pensionati.
  Nel richiamare la relazione tecnica allegata al provvedimento, evidenzia che le misure sul fisco determineranno una riduzione delle entrate pari a circa 1 miliardo di euro e che la manovra di bilancio prevede anche la riduzione dei fondi per la lotta alla povertà. Segnala che le risorse liberate in attuazione delle predette misure sono destinate all'introduzione della tassa piatta incrementale, con un'evidente sperequazione a vantaggio dei soggetti più abbienti.
  Evidenzia che il Governo ha di fatto premiato il lavoro autonomo e mortificato il lavoro dipendente con il mancato recepimento delle richieste delle parti sociali riguardanti sia la priorità del taglio del cuneo fiscale, che risulta effettuata in misura molto modesta, sia il contenimento dell'utilizzo dei voucher per l'impiego dei lavoratori dipendenti, che, invece, vengono potenziati.
  Nel sottolineare che non sono previste misure dirette a rilanciare la crescita economica sia attraverso sostegni alle imprese sia con la previsione di investimenti pubblici, cita il dimezzamento degli incentivi previsti dal piano Transizione 4.0 e il mancato rinnovo dei crediti d'imposta per le zone economiche speciali, riguardo alle quali erano stati emanati provvedimenti attuativi per renderle operative, e per il Mezzogiorno.
  Infine evidenzia la scarsità delle risorse finanziarie destinate alla sanità, che non raggiungono l'obiettivo del 7 per cento del PIL che si era preposto il precedente Governo, e all'istruzione, benché tali settori costituiscano rilevanti ambiti di intervento del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  In conclusione, afferma che, nonostante tutte le forze politiche avessero invitato il Governo a contenere il numero di misure da inserire nella manovra economica, in considerazione della brevità dei tempi a disposizione per l'approvazione del bilancio, e a rinviare ad un successivo decreto l'adozione di misure più significative, il Governo ha presentato un provvedimento ipertrofico invitando nel contempo i gruppi di opposizione a contenere il numero delle proposte emendative da esaminare.
  Annunzia, infine, che il gruppo del Partito Democratico, pur impegnandosi in un'opposizione leale che consenta di rispettare i tempi previsti ed eviti il ricorso all'esercizio provvisorio, presenterà un insieme di proposte emendative volte a delineare un piano strategico alternativo, attraverso la valorizzazione di particolari ambiti e dando voce alle richieste delle numerose categorie che hanno fatto affidamento Pag. 7su promesse elettorali oggi non mantenute dal Governo.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (A-IV-RE), intervenendo a nome del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe, esprime il senso di delusione per una manovra che, anziché rispecchiare, come ci si attendeva, una visione economica di ampio respiro con un orizzonte temporale che oltrepassi il triennio della programmazione finanziaria, si riduce a prevedere misure di breve durata e norme che intendono soddisfare le richieste di singoli gruppi della maggioranza.
  In riferimento alle modifiche concernenti il reddito di cittadinanza, sostiene che sia necessario riformare completamente tale misura, ritornando al reddito di inclusione e attribuendo nuovamente la gestione di tali risorse ai comuni, che conoscono più da vicino le situazioni dei soggetti fragili. In materia di politiche attive del lavoro, afferma l'opportunità di coinvolgere le agenzie interinali nel reinserimento occupazionale e nella formazione dei disoccupati, di prevedere incentivi per coloro che sono occupati e di potenziare lo strumento dei voucher.
  Riguardo alla spesa sanitaria, ritiene non sufficienti le risorse stanziate che dovrebbero ammontare almeno a circa 6 miliardi per permettere l'assunzione di nuovi medici e infermieri e aumentarne la retribuzione e propone di reperire maggiori risorse ricorrendo anche al Meccanismo europeo di stabilità.
  Nel ritenere non adeguati i crediti d'imposta per far fronte ai costi energetici, propone piuttosto la previsione di interventi di sostegno diretto.
  Rispetto all'attuazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, osserva che è necessario consentire agli enti locali di aumentare il personale e di ricorrere a forme flessibili di assunzione, di incrementare il fondo per le spese di progettazione e di esternalizzare il responsabile unico del procedimento.
  Chiede, inoltre, di rifinanziare integralmente le misure previste dal programma Transizione 4.0 per non vanificare i benefici già conseguiti sulla crescita e sulle esportazioni; per la materia fiscale, rinvia alle osservazioni della Banca d'Italia ed evidenzia criticità per le disposizioni in materia pensionistica che penalizzano i giovani; rileva inoltre la necessità di misure di sostegno alla famiglia con effetti più incisivi rispetto a quelle previste.
  Conclude, infine, preannunziando che il suo gruppo presenterà proposte emendative volte a correggere le criticità illustrate.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, nel dichiarare concluso l'esame preliminare, ricorda che il termine per la presentazione delle proposte emendative è fissato alle ore 16.30 della giornata odierna e che nella seduta di sabato 10 dicembre sono previste sedute per la comunicazione delle decisioni in ordine alle ammissibilità delle proposte emendative presentate.

Sui lavori della Commissione.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che la prossima settimana la Commissione si riunirà nella giornata di martedì 13 dicembre per votare il parere all'Assemblea sul decreto-legge n. 169 del 2022 e per proseguire l'esame degli atti del Governo avviato in precedenza e non ancora concluso, nonché, come convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, svoltasi ieri, per avviare, a partire dalla giornata di mercoledì 14, con la discussione sul complesso degli emendamenti, l'esame delle proposte emendative riferite al disegno di legge di bilancio.

  La seduta termina alle 10.