CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 giugno 2022
822.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 28 giugno 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 17.45.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, comunica che entra a far parte della Commissione il deputato Davide Aiello.

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Testo unificato C. 105 Boldrini, C. 194 Fitzgerald Nissoli, C. 221 La Marca, C. 222 La Marca, C. 717 Polverini, C. 920 Orfini, C. 2269 Siragusa, C. 2981 Sangregorio e C. 3511 Ungaro.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 giugno 2022.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che la Commissione prosegue l'esame, in sede referente, del testo unificato delle proposte di legge C. 105 Boldrini, C. 194 Fitzgerald Nissoli, C. 221 La Marca, C. 222 La Marca, C. 717 Polverini, C. 920 Orfini, C. 2269 Siragusa, C. 2981 Sangregorio e C. 3511 Ungaro, recante Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
  Ricorda che, essendo prevista la discussione in Assemblea sul provvedimento a partire dalla seduta di domani, al termine delle votazioni sul disegno di legge C. 3656, di conversione del decreto-legge n. 36 del 2022, la conclusione dell'esame in sede referente, è stata fissata per la giornata di oggi, entro le ore 22.
  Rammenta inoltre che, qualora non fosse possibile concludere l'esame di tutte le proposte emendative presentate, la Presidenza, giunti al momento in cui si è stabilito di concludere l'esame in sede referente, porrà in votazione la proposta di conferire il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento.
  Informa che l'esame delle proposte emendative riprenderà a partire dall'emendamento Montaruli 1.231.

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  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo sull'ordine dei lavori, sottolinea di essere iscritto per l'illustrazione degli ordini del giorno al disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 36 del 2022 nella seduta dell'Assemblea attualmente in corso, così come molti altri deputati della Commissione. Al riguardo, invita la Presidenza ad organizzare conseguentemente i lavori della Commissione, al fine di consentire la piena partecipazione alle votazioni del provvedimento in esame senza peraltro ostacolare la partecipazione dei componenti della Commissione alla seduta dell'Assemblea relativa ad un decreto-legge in scadenza.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, chiarisce che intende organizzare i lavori della Commissione in modo tale da non impedire ai deputati iscritti per l'illustrazione degli ordini del giorno in Assemblea di partecipare a tale seduta, anche prevedendo l'eventuale sospensione della seduta della Commissione al fine di garantire ai componenti la partecipazione alle votazioni sul provvedimento in esame.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, segnala di aver dovuto cancellare il proprio intervento dall'elenco degli iscritti a parlare sugli ordini del giorno in Assemblea nell'ambito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge PNRR e che tale circostanza di fatto ha rappresentato la compressione di un suo diritto. Più in generale ritiene non opportuna la convocazione della seduta della Commissione, ritenendo che la concomitanza con la seduta dell'Assemblea certamente possa determinare incertezza sulla conclusione dei lavori, dal momento che le votazioni in Assemblea potrebbero iniziare in qualsiasi momento.
  Nel ricordare che è prevista una sospensione dei lavori dell'Assemblea tra le ore 20 e le ore 21.30 di questa sera, ritiene che la priorità sia rappresentata dalla conversione del decreto-legge all'esame dell'Assemblea e non certo la votazione del mandato al relatore sul provvedimento in materia di cittadinanza.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, nel ribadire come la seduta della Commissione sia stata convocata nel pieno rispetto delle norme regolamentari, ribadisce che i lavori saranno sospesi ove ciò sia necessario per consentire a tutti i componenti la partecipazione alle votazioni in Assemblea, ovvero all'illustrazione degli ordini del giorno sul disegno di legge di conversione del decreto-legge PNRR, e ciò senza alcuna forzatura procedurale.

  Emanuele PRISCO (FDI) illustra, in qualità di cofirmatario, l'emendamento Montaruli 1.231, volto a migliorare il testo del provvedimento in esame smascherando altresì l'ipocrisia dell'introduzione, deliberata dal consiglio comunale di Bologna, di una norma in materia di ius soli nello statuto del Comune.
  Più in generale osserva come dal dibattito fin qui svoltosi, sia emerso quanto alla sinistra non interessi affatto tutelare i ragazzi della cosiddetta seconda generazione, ma piuttosto trovare nuovi elettori.

  Simona BORDONALI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Montaruli 1.231, ribadisce la necessità di riscrivere l'articolo 1 del testo unificato, evidenziando come il cosiddetto ius scholae non rappresenti la soluzione per risolvere i problemi di integrazione dei giovani stranieri.
  Ritiene infatti necessaria l'adozione di misure realmente efficaci per garantire una reale integrazione dei giovani stranieri, a suo giudizio non interessati al riconoscimento della cittadinanza italiana, quanto ad avere concrete opportunità di raggiungimento degli obiettivi di istruzione, superando il divario esistente con i loro compagni di scuola.
  In tale contesto evidenzia come il riconoscimento della cittadinanza venga utilizzato solo a fini strumentali senza un reale interesse riguardo all'effettiva integrazione degli stranieri. Ricorda in proposito il recente episodio di Peschiera del Garda, che indurrebbe a adottare misure urgenti per la prevenzione di tali episodi di violenza. In conclusione, ritiene che il provvedimento in esame rappresenti solo un'iniziativa a scopo di propaganda elettorale.

  La Commissione respinge l'emendamento Montaruli 1.231.

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  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, informa che il gruppo della Lega ha chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) intervenendo, in qualità di cofirmatario, sull'emendamento Stefani 1.232, ne illustra le finalità, invitando il Governo a riflettere sulla necessità di apprestare strumenti di tutela anche per i ragazzi minori di età che non sono intenzionati a richiedere la cittadinanza: su tale delicata manifestazione di volontà invece saranno chiamati i loro genitori.
  Più in generale, ritiene che il provvedimento in esame non contempli affatto la piena tutela dei minori stranieri, i quali vengono esclusi da una scelta assai rilevante. Sollecita quindi il Governo ad un'approfondita riflessione su tale criticità e a fornire adeguate risposte anche a coloro che non sono interessati a diventare cittadini italiani.

  La Commissione respinge l'emendamento Stefani 1.232.

  Simona BORDONALI (LEGA), illustrando l'emendamento Stefani 1.236, di cui è cofirmataria, rileva come i promotori del provvedimento in esame strumentalizzino i minori stranieri per fini elettorali, in quanto in realtà non viene offerta alcuna prospettiva di effettiva integrazione.
  Sottolinea come la mera concessione della cittadinanza non muterebbe alcunché rispetto alla situazione attuale, in quanto ai minori stranieri sono comunque già garantiti, doverosamente, gli stessi diritti dei cittadini italiani. Rileva quindi la necessità di promuovere un processo di effettiva integrazione, anche al fine di prevenire il diffondersi di fenomeni di marginalità sociale e di criminalità ai quali si è assistito in altri Paesi, quali la Francia e il Regno Unito.
  Si associa, inoltre, alle considerazioni del deputato Iezzi, sottolineando come sia sostanzialmente razzista presumere che la cittadinanza italiana sia da ritenersi preferibile a quella di altri Paesi. Osserva, altresì, come la previsione della facoltà di rinunciare alla cittadinanza entro due anni dal compimento della maggiore età sia del tutto inadeguata, in quanto tale facoltà non è riconosciuta a chi non sia in possesso di altra cittadinanza e, comunque, il suo esercizio porrebbe il giovane in una situazione di contrapposizione nei confronti dei genitori.
  Sottolinea, infine, richiamando i fatti accaduti a Peschiera del Garda, il rischio che venga concessa la cittadinanza italiana a persone che non intendano ottenerla, in quanto animate da un atteggiamento di radicale avversione nei confronti della nostra società.

  Emanuele PRISCO (FDI) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Stefani 1.236. Osserva come i temi legati alla presenza degli stranieri siano stati affrontati dalla sinistra in modo ideologico, con la pretesa di trasformare un'opinione particolare in opinione generale e di imporre una visione di vita che non è condivisa dalla maggioranza degli italiani. Ritiene inoltre illiberale consentire ai genitori di scegliere la cittadinanza per i figli minori e auspica che, dopo le prossime elezioni politiche, possa finalmente svolgersi sui temi in questione un confronto sereno, senza ipocrisie né pregiudizi ideologici.

  La Commissione respinge l'emendamento Stefani 1.236.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), illustrando l'emendamento Stefani 1.237, di cui è cofirmatario, osserva come, secondo quanto lasciano intendere i sostenitori del provvedimento in esame, l'Italia sarebbe un Paese razzista che nega la cittadinanza a milioni di persone e che soltanto ora riconoscerebbe agli stranieri diritti che finora sarebbero stati loro negati. Contesta con forza tale assunto e ribadisce la contrarietà del suo gruppo al provvedimento in esame.

  La Commissione respinge l'emendamento Stefani 1.237.

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  Cristian INVERNIZZI (LEGA), illustrando l'emendamento Ravetto 1.238, di cui è cofirmatario, rileva come alla discussione in corso, nonostante la sua importanza, stiano partecipando soltanto deputati della Lega e di Fratelli d'Italia. Sottolinea come tale discussione non verta su una mera contrapposizione politica, ma attenga a un tema, quello della cittadinanza, che riguarda un patrimonio comune a tutti i cittadini.
  Ribadisce come la cittadinanza debba costituire la conclusione di un percorso di integrazione e come l'esperienza di altri Paesi dimostri che la concessione della cittadinanza a chi non ha concluso tale percorso e non si sente pienamente integrato nella comunità nazionale produca esiti fallimentari.
  Sottolinea quindi come l'emendamento in esame posticipi al ventesimo anno di età il termine entro il quale richiedere il riconoscimento della cittadinanza, al fine di consentire una scelta più libera e consapevole, e osserva come la concessione della cittadinanza non possa prescindere dalla piena adesione ai principi occidentali, fra cui la parità fra uomo e donna e la netta separazione tra Stato e religione, in quanto tali principi non possono essere dati per acquisiti in via definitiva e potrebbero essere messi in discussione dalla concessione indiscriminata della cittadinanza agli stranieri.

  Emanuele PRISCO (FDI) stigmatizza la concomitanza della seduta della Commissione e di quella dell'Assemblea, osservando come tale sovrapposizione non consenta l'adeguato svolgimento del mandato parlamentare da parte dei deputati.
  Ribadisce di ritenere incomprensibile la scelta di consentire ai genitori di optare per la cittadinanza italiana dei propri figli e a questi ultimi di rinunciarvi dopo il compimento della maggiore età. Osserva come sarebbe stato ben più opportuno prevedere il riconoscimento della cittadinanza nell'ambito di un percorso che tenga conto dei meriti acquisiti, in ambito scolastico o anche, come peraltro già previsto da vigenti disposizioni di legge, in ambito sportivo.
  Ritiene quindi che il meccanismo delineato dal provvedimento in esame, vale a dire il riconoscimento della cittadinanza del minore su richiesta dei genitori con facoltà di rinuncia da parte del minore dopo il compimento della maggiore età, sia del tutto inappropriato e suscettibile di generare contenziosi e derivi esclusivamente da motivazioni di carattere ideologico.
  Auspica un'ulteriore riflessione su tali aspetti, anche sulla base del contenuto delle proposte emendative presentate.

  La Commissione respinge l'emendamento Ravetto 1.238.

  Emanuele PRISCO (FDI), illustrando il suo emendamento 1.239, richiama le considerazioni svolte nel precedente intervento e osserva come il provvedimento in esame sia sostanzialmente volto a introdurre uno ius soli mascherato, anziché premiare chi ha compiuto un reale percorso di integrazione.
  Sottolinea quindi come le proposte emendative del suo gruppo siano state presentate in uno spirito costruttivo e auspica che la loro discussione possa consentire la riapertura del dibattito.

  Simona BORDONALI (LEGA) esprime rammarico per l'andamento dei lavori, in quanto non è stata fornita alcuna risposta, da parte dei sostenitori del provvedimento, alle questioni che sono state poste e non si è cercato alcun punto di convergenza con gli oppositori del provvedimento medesimo.
  Rileva come la decisione di porre comunque in votazione la proposta di conferimento del mandato al relatore alle 22 di oggi renda la discussione in corso sostanzialmente inutile.
  Richiama quindi l'attenzione sul tema dell'imposizione della cittadinanza al minore da parte di genitori che resteranno comunque cittadini stranieri e osserva come il riconoscimento della cittadinanza italiana anche contro la volontà del minore potrebbe creare situazioni di tensione all'interno del nucleo familiare. Sottolinea Pag. 20come il meccanismo delineato dal provvedimento in esame, destinato ad applicarsi anche a minori che hanno compiuto il quattordicesimo anno di età, sia lesivo dei diritti dei minori medesimi.
  Chiede pertanto di conoscere quale sia la posizione del Governo sulle questioni richiamate.

  La Commissione respinge l'emendamento Prisco 1.239.

  Emanuele PRISCO (FDI) chiede una breve sospensione della seduta per poter effettuare il proprio intervento in sede di illustrazione degli ordini del giorno al provvedimento in discussione in Assemblea.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, preso atto che l'intervento del deputato Prisco dovrebbe effettuarsi alle ore 18.45, comunica che sospenderà la seduta dopo lo svolgimento della prossima votazione.
  Ricorda quindi che l'emendamento Ceccanti 1.240, nonché gli identici emendamenti Magi 1.242 e Baldino 1.243 sono accantonati.

  Ketty FOGLIANI (LEGA), raccomanda l'approvazione dell'emendamento Di Muro 1.244, di cui è cofirmataria, avente la finalità di prevedere che la richiesta di cittadinanza per i minori possa essere avanzata da genitori ininterrottamente residenti in Italia da almeno dieci anni. Ribadisce, in ogni caso, la contrarietà alla previsione che tale richiesta possa essere effettuata senza tenere conto del parere del minore interessato, evidenziano che in numerosi casi tale volontà non può essere data per scontata.
  Segnala, inoltre, come, per la gran parte delle situazioni, la concessione della cittadinanza non comporti grandi cambiamenti, in quanto i minori italiani o stranieri residenti in Italia godono di pari tutela.

  La Commissione respinge l'emendamento Di Muro 1.244.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, in seguito alla richiesta avanzata dal deputato Prisco, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 18.35, è ripresa alle 19.15.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che si procederà ora all'esame di talune proposte emendative in precedenza accantonate.
  Esprime quindi parere favorevole sull'emendamento Ceccanti 1.240, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato). Esprime parere favorevole sull'emendamento Sarro 1.81, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato). Esprime altresì parere favorevole sull'emendamento Baldino 1.118, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato). Esprime infine parere favorevole sugli emendamenti Ziello 1.259, sul quale aveva in precedenza espresso parere contrario, nonché sull'emendamento Ceccanti 1.262, a condizione che siano riformulati nel medesimo testo riportato in allegato (vedi allegato).

  Il Sottosegretario Ivan SCALFAROTTO fa presente che il Governo si rimette alla Commissione su tali proposte emendative.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, prende atto che i presentatori dell'emendamento Ceccanti 1.240 accettano la riformulazione proposta.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Ceccanti 1.240, si dichiara stupito della riformulazione proposta dal relatore, giudicando grave che si tenti di introdurre nell'ordinamento principi che sembrano più conformi alla sharia che alla Costituzione di un ordinamento democratico, senza oltretutto dare alcuna risposta ai rilievi, avanzati più volte dal suo gruppo, circa l'esigenza di prevedere l'ascolto del minore rispetto alla scelta di accedere al meccanismo dello ius scholae.
  Fa notare inoltre come l'emendamento Ceccanti 1.240, come riformulato, rischi di Pag. 21mettere i due genitori uno contro l'altro, a discapito dell'interesse del minore.
  Si dichiara altresì sorpreso che il Governo si rimetta alla Commissione su una proposta di tale portata, che appare lesiva dei diritti e delle libertà e contraria ai principi della parità di genere, dal momento che si consentirebbe al padre di decidere d'autorità.

  Augusta MONTARULI (FDI) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Ceccanti 1.240, così come riformulato, facendo notare che si rischia di ledere il diritto del minore e di porre in contrasto i due genitori.
  Ritiene paradossale che i gruppi che sostengono tale provvedimento ignorino il diritto d'ascolto del minore e introducano invece una proposta di riformulazione che lo penalizza fortemente.

  Laura RAVETTO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede al Presidente Brescia, considerato il suo ruolo di garante, di svolgere un supplemento di riflessione, al fine di verificare la compatibilità alle norme costituzionali e ai principi fondamentali dell'ordinamento della proposta di riformulazione dell'emendamento Ceccanti 1.240, che appare, a suo avviso, gravemente lesiva degli interessi del minore e del ruolo della madre.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, fa presente di aver già svolto gli approfondimenti necessari sulla proposta di riformulazione sull'emendamento Ceccanti 1.240, ritenendo che non vi sia alcun profilo di illegittimità costituzionale.

  La Commissione approva l'emendamento Ceccanti 1.240, nel testo riformulato (vedi allegato) (commenti del gruppo della Lega).

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che l'emendamento Ceccanti 1.58, gli identici emendamenti Ceccanti 1.56 e Baldino 1.57, nonché gli emendamenti Ceccanti 1.60, 1.61 e 1.62, Magi 1.242 e Baldino 1.243, si intendono assorbiti dall'approvazione dell'emendamento Ceccanti 1.240, come riformulato.

  Carlo SARRO (FI) dichiara di accettare la proposta di riformulazione sul suo emendamento 1.81, dal momento che essa, nel rispetto della competenza residuale delle regioni in tale settore, è volta a definire i requisiti essenziali che i percorsi di istruzione e formazione professionale devono possedere ai fini dell'idoneità di tali percorsi a costituire titolo per l'acquisto della cittadinanza. Ritiene infatti che, nell'ambito della formazione professionale, sia necessario svolgere una previa verifica, dal momento che, accanto ad alcune eccellenze, si affiancano anche altre realtà nelle quali è diffusa una certa opacità ed illegalità.
  Raccomanda quindi l'approvazione del suo emendamento 1.81, come riformulato.

  La Commissione approva l'emendamento Sarro 1.81, nel testo riformulato (vedi allegato).

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che l'emendamento Sarro 1.117 e gli identici emendamenti Montaruli 1.119 e Calabria 1.120 si intendono assorbiti dall'approvazione dell'emendamento Sarro 1.81, come riformulato.
  Prende inoltre atto che i presentatori dell'emendamento Baldino 1.118 accettano la riformulazione proposta.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), soffermandosi sul contenuto dell'emendamento Baldino 1.118, si chiede a quale tipo di scuola si faccia riferimento in tale proposta emendativa, interrogandosi ironicamente se non si voglia introdurre elementi del Corano anche nell'ambito dell'istruzione.
  Giudica inaccettabile che i gruppi del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, che spesso si ergono, a parole, a difensori dei diritti e delle libertà, introducano una modifica al testo, come quella recata dall'emendamento Ceccanti 1.240, gravemente lesiva dei principi della parità di genere, della parità genitoriale e degli interessi del minore, che appare esclusivamentePag. 22 a vantaggio di un padre-padrone, figura ritenuta più conforme ad un ordinamento islamico non democratico.
  Ritiene quindi grave che sia stato dichiarato ammissibile l'emendamento Ceccanti 1.240, il quale, come riformulato, si pone palesemente in contrasto con la Costituzione e con i principi del codice civile, giudicando altresì inaccettabile che il Governo rimanga silente di fronte ad una scelta di tale portata.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, invita il deputato Iezzi ad abbassare i toni e ad intervenire con più serenità, osservando che la sua è un'interpretazione assolutamente soggettiva, a suo giudizio non conforme alla realtà dei fatti.
  Ricorda che l'emendamento Ceccanti 1.240, come riformulato, è già stato approvato dalla Commissione e invita i deputati che interverranno ad attenersi al merito dell'emendamento Baldino 1.118, ora in esame.

  Laura BOLDRINI (PD) contesta la lettura dell'emendamento Ceccanti 1.240 data dai deputati della Lega, rilevando come, al contrario, esso si ponga nella prospettiva di tutelare i diritti delle donne rispetto alla tematica oggetto dell'intervento legislativo.

  Emanuele PRISCO (FDI) ritiene che la formulazione delle proposte emendative in discussione sia passibile di differenti interpretazioni alla luce delle diverse visioni dei rapporti interni alla famiglia. Si dice perplesso dal fatto che la scelta appena fatta dalla Commissione rischia di rappresentare il superamento del consenso di entrambi i genitori come postulato del progresso della civiltà occidentale.
  Richiama quindi l'attenzione della Commissione nel valutare la compatibilità della nuova formulazione dell'emendamento Ceccanti 1.240 con le norme del Codice civile, in particolare con quelle degli articoli 147 e 315-bis, che affermano il principio della parità genitoriale nella definizione del percorso educativo di crescita del minore.
  Sottolinea come tale principio non sia a suo avviso condiviso da tutte le altre culture, come ad esempio quella islamica, dove possono riscontrarsi altri modelli di comportamento come quello fondato sulla superiorità della figura paterna e sulla soggezione della donna. A suo avviso, sussiste il rischio che si dia corso a un'applicazione delle norme coerente con l'interpretazione negativa prospettata dal deputato Iezzi e non con l'interpretazione positiva prospettata dalla deputata Boldrini.
  Invita altresì il presidente e relatore a rivedere l'emendamento Ceccanti 1.240, come riformulato, considerando le criticità evidenziate nel corso degli ultimi interventi.

  Felice Maurizio D'ETTORE (MISTO) dichiara di intervenire sull'emendamento Baldino 1.118, come riformulato e sulla nuova formulazione dell'emendamento Sarro 1.81 come testé approvato dalla Commissione. Ritiene infatti che le norme di tali emendamenti non possano essere considerate individualmente. Si dice stupito dal fatto che le riformulazioni proposte non tengano conto di principi cruciali per l'ordinamento giuridico italiano come quello della parità dei coniugi e quello della responsabilità genitoriale.
  In particolare, ricorda come la legislazione vigente preveda sempre che le decisioni che interessano lo status del minore siano rimesse a entrambi i genitori e disponga l'intervento del giudice tutelare in caso di mancato consenso tra i coniugi.
  Sottolinea altresì che i principi citati costituiscono norme di ordine pubblico di protezione e non possono essere riviste attribuendo un potere di scelta a un solo genitore. Invita in definitiva la Commissione ad accantonare emendamento Sarro 1.81, come riformulato, per evitare che il testo che arriverà in Assemblea includa delle norme che ritiene palesemente irragionevoli ed arretrato rispetto alle riforme del diritto di famiglia che sono state approvate negli anni Settanta.

  Emanuele FIANO (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, dichiara che il suo gruppo valuterà eventuali miglioramenti da apportare al testo, considerando le considerazioniPag. 23 emerse in alcuni dei precedenti interventi. Ricorda altresì di essere firmatario e relatore di una proposta di legge contro la radicalizzazione islamica, ma nonostante il fine di quest'iniziativa legislativa, non condivide le dichiarazioni che criminalizzano la cultura islamica in modo indiscriminato, rilevando come in tutte le culture e le religioni vi siano persone che ritengono di fare uso di mezzi criminali per affermare le loro posizioni.

  Gianni TONELLI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, rileva come non siano stati rivolti attacchi generalizzati alla cultura islamica da parte di nessun deputato della Commissione. Ricorda altresì che la presentazione della proposta di legge di cui il deputato Fiano è firmatario dimostra esattamente che nelle comunità musulmane sussiste un ragionevole rischio di violenza fondato sul presupposto religioso del primato dell'uomo sulla donna.

  Laura RAVETTO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, concorda sulla necessità, esposta anche dal deputato Fiano, che la Commissione valuti in modo approfondito i dubbi di legittimità costituzionale dell'emendamento Ceccanti 1.240, come riformulato.
  Fa presente quindi che il suo gruppo potrà presentare una pregiudiziale di costituzionalità in Assemblea, qualora, nel corso dell'esame in Commissione, non saranno approvate modifiche del testo che accolgano i rilievi già sollevati in merito.

  Augusta MONTARULI (FDI) rileva come la Commissione debba valutare attentamente la compatibilità dell'emendamento Ceccanti 1.240, come riformulato, con l'ordinamento, considerando, ad esempio, che la normativa vigente richiede la firma di entrambi i genitori ai fini dell'iscrizione del minore al sistema scolastico.
  Osserva come il principio della parità dei coniugi non possa essere messo in discussione e che eventuali modifiche volte a superare la parità tra i coniugi potrebbero diventare lo strumento per indebolire la condizione della donna.

  Carlo SARRO (FI) rileva come, al momento dell'adozione del testo unificato, il suo gruppo avesse votato favorevolmente sulla base di due condizioni, ossia che il percorso scolastico equivalesse ad un ciclo di istruzione di almeno otto anni e che si includesse il superamento con esito positivo della frequenza del medesimo ciclo.
  Dichiara che tali condizioni vengono meno alla luce della riformulazione dell'emendamento Baldino 1.118. Annuncia pertanto su di esso il voto contrario del suo gruppo.

  Andrea GIORGIS (PD) chiede la parola.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) chiede al Presidente se il gruppo del Partito democratico può intervenire due volte nella discussione sul medesimo emendamento.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, ricorda che un esponente del gruppo del Partito democratico è già intervenuto sull'emendamento Baldino 1.118 e che quindi il deputato Giorgis potrà intervenire sul prossimo emendamento.

  La Commissione approva l'emendamento Baldino 1.118, nel testo riformulato (vedi allegato).

  Augusta MONTARULI (FDI) illustra le finalità dell'emendamento 1.245 a sua prima firma, volto a rivedere, così come altri emendamenti presentati dal suo gruppo, il complesso dei requisiti previsti per il riconoscimento della cittadinanza. Ne raccomanda l'approvazione al fine di garantire una maggiore coerenza del testo e la sua aderenza alle diverse necessità degli stranieri.

  Cristian INVERNIZZI (LEGA) chiede alla Presidenza chiarimenti circa il coordinamento tra l'emendamento 1.245 e l'approvazione della riformulazione dell'emendamento Ceccanti 1.240, che ha modificato la parte del capoverso comma 2-bis della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1, su cui incide anche l'emendamento 1.245.

Pag. 24

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, chiarisce che l'emendamento Montaruli 1.245 deve in realtà considerarsi precluso dall'approvazione dell'emendamento Ceccanti 1.240, come riformulato.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) chiede ulteriori chiarimenti alla Presidenza sulla dichiarazione di preclusione relativa all'emendamento Montaruli 1.245.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, conferma che l'emendamento Montaruli 1.245 deve considerarsi precluso in quanto, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Ceccanti 1.240 come riformulato, risulta modificata anche la parte del capoverso comma 2-bis della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 su cui interviene il medesimo emendamento 1.245.

  Simona BORDONALI (LEGA), intervenendo in qualità di cofirmataria sull'emendamento Di Muro 1.246, chiede se anche tale emendamento debba considerarsi precluso dall'approvazione dell'emendamento Ceccanti 1.240, come riformulato, dal momento che è stata eliminata la previsione che siano entrambi i genitori, legalmente residenti, a presentare l'istanza di riconoscimento della cittadinanza per i figli minori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, chiarisce che l'emendamento Di Muro 1.246 non deve considerarsi precluso.

  Simona BORDONALI (LEGA) illustra le finalità dell'emendamento Di Muro 1.246, evidenziando in generale come la mancata previsione del consenso di entrambi i genitori, di fatto attribuisca al marito una decisione assai rilevante, magari in contrasto con la volontà della moglie. Al riguardo ritiene che tale evenienza non debba considerarsi improbabile, soprattutto nel mondo musulmano, laddove vi sono numerosi esempi di mariti che impediscono alle proprie mogli l'esercizio dei normali diritti.
  Al riguardo ricorda come le norme del codice civile che vengono lette durante la celebrazione del matrimonio civile siano volte specificatamente a tutelare la parità dei coniugi, nonché a garantire il rispetto dell'inclinazione dei figli. Si stupisce pertanto della posizione assunta dalle colleghe degli altri gruppi di maggioranza, che non sembrano voler tutelare appieno il ruolo delle donne all'interno della famiglia.
  In conclusione, invita la Presidenza a intervenire tempestivamente sul testo in esame prima dell'inizio della discussione in Assemblea, al fine di eliminare tale errore.

  Andrea GIORGIS (PD) ritiene opportuno evidenziare come il dibattito in corso abbia in realtà un elevato tasso di ipocrisia, giudicando non comprensibile l'accanimento sul testo del provvedimento in esame volto a favorire i minori stranieri presenti in Italia.
  Osserva come la previsione della facoltà riconosciuta anche ad un solo genitore presente in Italia ai fini della presentazione della richiesta di riconoscimento della cittadinanza sia volta a garantire che non si creino discriminazioni per i minori che si trovino in tale condizione e che alla maggiore età potranno eventualmente rinunciare alla cittadinanza ad essi attribuita.
  Rileva, infatti, come la finalità del provvedimento sia quella di equiparare posizioni di fatto a posizione di diritto, avendo a cuore la costruzione di un reale senso di appartenenza alla comunità. Evidenzia pertanto di non comprendere davvero quali sarebbero i benefici se si scegliesse di ostacolare la richiamata equiparazione.
  Più in generale, ritiene che se l'obiettivo di alcuni gruppi, anche se non espressamente dichiarato, è quello di limitare il riconoscimento della cittadinanza italiana per gli stranieri presenti in Italia, non deve essere necessariamente scomodata a tal fine la tutela della parità dei diritti tra i genitori.

  Laura RAVETTO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, osserva come l'intervento del deputato Giorgis non ha riguardato il contenuto dell'emendamento in discussione ma piuttosto i principi sottesi al provvedimento. Ritiene quindi che la Presidenza abbia consentito al deputato GiorgisPag. 25 di svolgere delle considerazioni di carattere generale che altri deputati non hanno potuto fare. Ribadisce in ogni caso come la questione giuridica posta dal suo gruppo debba essere affrontata con onestà intellettuale.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, con riferimento alle considerazioni svolte dalla deputata Ravetto, ricorda di aver richiamato continuamente tutti i deputati intervenuti ad attenersi scrupolosamente ai contenuti degli emendamenti in quel momento in discussione.

  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo sull'emendamento di Muro 1.246, di cui dichiara di condividere le finalità, ribadisce di considerare devastante la norma introdotta a seguito dell'approvazione dell'emendamento Ceccanti 1.240 come riformulato.
  Più in generale osserva come la difesa dell'uguaglianza fra i genitori non possa essere considerata una prerogativa del Partito democratico che accedendo alla richiamata riformulazione consente, a suo giudizio, un ritorno al Medioevo.

  La Commissione respinge l'emendamento Di Muro 1.246.

  Cristian INVERNIZZI (LEGA) illustra, in qualità di cofirmatario, le finalità dell'emendamento Fogliani 1.247, volto a prevedere l'assenza di carichi penali a carico dei genitori che presentano l'istanza di riconoscimento della cittadinanza.
  Nel ricordare come il gruppo della Lega non abbia mai avanzato iniziative legislative volte a limitare la concessione della cittadinanza agli stranieri presenti in Italia, ritiene che il deputato Giorgis non abbia compreso realmente il senso delle opinioni fin qui espresse dal suo gruppo.
  Più in generale, richiama l'attenzione dei colleghi sul rischio di mettere a rischio il diritto di famiglia in Italia, così come elaborato negli ultimi trent'anni, evidenziando come si continui a compiere errori marchiani a causa di un evidente furore ideologico. Nel ritenere doveroso il rispetto di sensibilità diverse, ribadisce che, quando si tratta di compiere delicate scelte relative alla vita dei figli, debba sempre essere previsto il consenso di entrambi i genitori.
  In conclusione, rivendica il fatto che, su tali specifici profili, non vi siano da parte della Lega posizioni ideologiche che vadano contro gli interessi degli stranieri presenti in Italia.

  La Commissione respinge l'emendamento Fogliani 1.247.

  Edoardo ZIELLO (LEGA) illustra, in qualità di cofirmatario, l'emendamento Bordonali 1.248, volto a prevedere tra i requisiti per il riconoscimento della cittadinanza anche il possesso del certificato di regolarità fiscale.
  Nel rammaricarsi per il parere contrario del relatore e del Governo su tale emendamento di buon senso, invita la maggioranza ad un ulteriore riflessione sugli emendamenti volti a migliorare il provvedimento in esame e a scongiurare il rischio di conflitti e criticità nell'applicazione futura delle norme.
  Ricorda quindi come anche nei Paesi del nord Europa, spesso assunti a modello sulla legislazione in materia di cittadinanza, siano emersi gravi fenomeni di radicalizzazione nei comportamenti degli stranieri, giudicando questo un rischio assai reale anche in Italia.
  Nel ritenere che il provvedimento in esame non diventerà mai legge, ribadisce che la Lega sarà sempre contraria a prevedere percorsi facilitati di riconoscimento della cittadinanza italiana mascherati dalla finalità di una falsa integrazione sociale.

  La Commissione respinge l'emendamento Bordonali 1.248.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), illustrando l'emendamento Bordonali 1.249, di cui è cofirmatario, osserva come esso sia volto a prevedere quale requisito per il riconoscimento della cittadinanza l'autonomia e la stabilità abitativa del nucleo familiare.
  Contesta l'automatismo nella concessione della cittadinanza previsto dal provvedimento in esame e ribadisce come il suo Pag. 26gruppo parlamentare ritenga la cittadinanza l'atto conclusivo di un percorso, l'attestazione finale di un dato di fatto, vale a dire l'integrazione nella comunità, mentre, al contrario i sostenitori del provvedimento in esame considerano la cittadinanza un mezzo per garantire l'integrazione, come è dimostrato, tra l'altro, dal fatto che si prevede che la cittadinanza sia richiesta per interposta persona dai genitori del minore.
  Con riferimento alle accuse di ipocrisia rivolte alla sua parte politica, rileva come vi sia semmai ipocrisia da parte di chi non ha l'umiltà e il coraggio di riconoscere il grave errore commesso con l'approvazione della riformulazione dell'emendamento Ceccanti 1.240. Osserva, infatti, come tale emendamento produca il risultato, anche se non sono certo queste le intenzioni dei promotori, di favorire una concezione patriarcale e arcaica dei rapporti familiari, e come tale errore sia frutto dell'approccio ideologico perseguito dai sostenitori del provvedimento.

  La Commissione respinge l'emendamento Bordonali 1.249.

  Simona BORDONALI (LEGA), illustrando l'emendamento Iezzi 1.250, di cui è cofirmataria, rileva come esso, essendo volto a prevedere che i genitori che richiedono la cittadinanza per il minore dimostrino di non avere carichi penali pendenti e/o illeciti amministrativi, sia a maggior ragione necessario a seguito della previsione introdotta con la riformulazione dell'emendamento Ceccanti 1.240, per cui la cittadinanza può essere richiesta anche da un solo genitore.
  Prende atto, alla luce degli interventi dei deputati Giorgis e Fiano, che i sostenitori del provvedimento si sono avveduti dell'errore, ma ritiene necessario che tale errore sia corretto prima della conclusione dell'esame in sede referente, al fine di evitare di mortificare il ruolo della Commissione.
  Sottolinea come la riformulazione testé approvata dell'emendamento Ceccanti 1.240 vanifichi cinquant'anni di diritto di famiglia e di difesa dei principi fondamentali di parità tra uomo e donna e trasmetta inoltre un messaggio pericoloso, vale a dire quello per cui ai cittadini stranieri non è richiesto di rispettare le norme che vigono per i cittadini italiani. Osserva altresì come si tratti di una previsione che sembra volta a compiacere una cultura di tipo patriarcale, incompatibile con i valori della nostra società.

  Laura RAVETTO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede se sia prevista una sospensione della seduta.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, si riserva di disporre a breve una sospensione della seduta.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 1.250.

  Laura RAVETTO (LEGA), illustrando l'emendamento Bordonali 1.251, di cui è cofirmataria, rileva come esso vada nella stessa direzione del precedente.
  Prende atto della riflessione, preannunciata dai deputati Giorgis e Fiano, sulla riformulazione dell'emendamento Ceccanti 1.240, che consente a un solo genitore di ottenere la cittadinanza per il figlio minore.
  Quanto all'emendamento in esame, volto a prevedere che i genitori richiedenti non abbiamo alcun debito fiscale con l'amministrazione finanziaria, rileva come esso risponda non soltanto a motivazioni di carattere etico, ma anche all'esigenza di accertare l'effettiva integrazione nella nostra comunità.

  La Commissione respinge l'emendamento Bordonali 1.251.

  Augusta MONTARULI (FDI), illustrando il suo emendamento 1.257, osserva come esso risponda all'esigenza di prevedere che il riconoscimento della cittadinanza possa avere luogo solo quando l'interessato è maggiorenne e può esprimere personalmente la sua volontà, considerato che il provvedimento in esame non prevede alcuna possibilità di coinvolgimento del minore.

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  La Commissione respinge l'emendamento Montaruli 1.257.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, prende atto che il deputato Ziello non accetta la riformulazione proposta del suo emendamento 1.259 e avverte che tale emendamento sarà pertanto posto in votazione nella sua versione originaria, sulla quale ha espresso come relatore parere contrario.
  Informa altresì che il deputato Ceccanti accetta la riformulazione proposta del suo emendamento 1.262.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), illustrando il suo emendamento 1.259, rileva come esso sia volto a prevedere che la formalizzazione del riconoscimento della cittadinanza abbia luogo soltanto dopo l'accertamento che i titoli presentati siano stati acquisiti legalmente. Rileva come tale emendamento non sia volto a limitare la fruizione di un diritto, bensì a consentire a chi richiede il riconoscimento della cittadinanza di dimostrare l'avvenuta integrazione e la propensione al rispetto delle regole.
  Ricorda inoltre come, nel periodo compreso tra il 2010 e 2019, siano state concesse nel nostro Paese 1 milione e 183 mila cittadinanze e come da ciò si evinca che non vi è alcuna necessità dell'intervento legislativo in esame, il quale risponde esclusivamente a motivazioni politiche.

  La Commissione respinge l'emendamento Ziello 1.259.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), dopo aver sottolineato come l'emendamento Ziello 1.259, testé respinto, fosse semplicemente volto a prevedere la valutazione dei titoli presentati dal richiedente, chiede chiarimenti sulla riformulazione dell'emendamento Ceccanti 1.262.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, rileva come la proposta di riformulazione miri a sopprimere il riferimento all'annotazione nel registro di stato civile, che presenta una formulazione non precisa. Rileva, infatti, come, in base alla normativa vigente in materia di cittadinanza, segnatamente all'articolo 23 della legge n. 91 del 1992, e agli articoli 23 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica n. 396 del 2000, l'annotazione non venga eseguita sui registri di stato civile, ma su un atto già esistente, che nel caso di specie è l'atto di nascita dell'interessato.

  La Commissione approva l'emendamento Ceccanti 1.262, nel testo riformulato (vedi allegato).

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, sospende brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 20.55, è ripresa alle 21.10.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, segnala che si è ormai prossimi all'orario stabilito per la conclusione dell'esame in sede referente e che è imminente la ripresa delle votazioni in Assemblea; avverte quindi che, come già preannunciato più volte, essendo evidentemente impossibile concludere, nei tempi ancora a disposizione della Commissione, l'esame delle proposte emendative, porrà in votazione la proposta di conferire il mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea, intendendosi conseguentemente respinte le proposte emendative non ancora esaminate.
  Informa quindi che le Commissioni Giustizia, Affari esteri, Cultura e Affari sociali hanno espresso i rispettivi pareri sul provvedimento, mentre la Commissione Bilancio si esprimerà direttamente all'Assemblea. Le Commissioni Finanze e Politiche dell'Unione europea, nonché la Commissione parlamentare per le questioni regionali, non si esprimono sul testo.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) si dichiara dispiaciuto del fatto che non sia stato possibile svolgere una discussione completa, esaminando tutte le proposte emendative, rispetto ad un provvedimento che non presenta caratteri di urgenza, non trattandosi di un decreto-legge, che deve essere convertito in termini stabiliti.Pag. 28
  Sottolinea che tale fretta ha portato anche a compiere errori gravi, come quello, riconosciuto anche da alcuni esponenti della maggioranza, di approvare l'emendamento Ceccanti 1.240, che consente a un solo genitore di effettuare la richiesta di concessione della cittadinanza.
  Ritiene quindi importante compiere anche una valutazione politica su quanto è successo, ricordando come le forze che sostengono il provvedimento avessero cercato un consenso più ampio su di esso, sulla base del presupposto che il cosiddetto «ius scholae» avrebbe potuto essere meno divisivo di un approccio basato sullo ius soli.
  Ricorda che inizialmente i deputati del gruppo di Forza Italia hanno votato favorevolmente all'adozione del testo base, segnalando tuttavia come, nel corso dell'esame degli emendamenti abbiano mutato atteggiamento e come ora tutto il centrodestra, che è minoranza in questo Parlamento ma maggioranza nel Paese, sia compatto nel giudizio negativo sul testo che la Commissione si accinge a licenziare. Sottolinea, quindi, come l'operazione politica immaginata dalle forze che sostengono il provvedimento non abbia funzionato, anche a causa della fretta e della loro arroganza, segnalando la probabile criticità degli ulteriori passaggi parlamentari del testo in discussione.

  Emanuele PRISCO (FDI) ritiene doveroso svolgere alcune considerazioni di metodo preliminari, stigmatizzando la netta chiusura che si è verificata nei confronti delle forze di opposizione, nonostante la loro disponibilità a concordare i tempi di esame.
  Sottolinea quindi come la scelta di concludere forzatamente l'esame con ancora oltre 300 emendamenti da esaminare sia causata dalla scelta, adottata dal segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, di indicare come prioritario il tema della concessione della cittadinanza a scapito di argomenti sicuramente più urgenti, quali il sostegno le famiglie per il rincaro delle bollette energetiche, la fissazione di un tetto al prezzo del gas o il contenimento degli sbarchi degli immigrati clandestini. Questa scelta politica, motivata anche dalla possibilità di conseguire nuovi elettori, è basata su un assunto ideologico e utilizza lo ius scholae per mascherare l'obiettivo dello ius soli.
  Esprime inoltre un giudizio critico anche sulle modalità con cui il Presidente Brescia ha svolto il ruolo di relatore, non cogliendo la disponibilità delle forze di opposizione ad aprire una discussione approfondita su un tema di indubbia rilevanza.
  Ribadisce quindi l'opportunità di concedere la cittadinanza al termine di un serio percorso di integrazione, ponendo nella dovuta considerazione il merito dei singoli richiedenti. Ritiene, pertanto, che con le decisioni adottate siano state tradite le aspettative di molti elettori della sinistra, nonché di gran parte dei giovani figli di immigrati, che avrebbero preferito un approccio più serio al riguardo.
  In conclusione, ringrazia tutti gli appartenenti alle forze di centro-destra che hanno provato ad essere classe dirigente, anche se purtroppo le loro proposte di correzione del testo sono rimaste inascoltate.

  Carlo SARRO (FI) dichiara che il gruppo di Forza Italia aveva creduto nella possibilità di affrontare in maniera costruttiva un tema che coincide con una problematica reale del Paese. In tale contesto erano state poste delle condizioni per condividere un percorso basato sulla serietà ed effettività delle norme da adottare, prevedendo lo ius scholae come completamento di un percorso formativo di accrescimento. Rileva come le norme che si vogliono introdurre non assicurino invece che tale percorso sia effettivamente compiuto attraverso una verifica dei suoi esiti. Registra quindi con delusione il fatto che non venga avvertita l'esigenza di prevedere il conseguimento di importanti obiettivi di tipo culturale, nonostante le richieste avanzate dal suo gruppo in tal senso.
  Comunica, pertanto, che il gruppo di Forza Italia ha deciso di esprimere un voto contrario sul testo in esame, ritenendo importante la difesa di alcuni principi e valori. Nel segnalare come attualmente nelle istituzioni scolastiche italiane circa il 20 Pag. 29per cento degli alunni non abbia la cittadinanza italiana, ribadisce che serve un nuovo modello di integrazione, diverso dalla proposta «rabberciata» rappresentata dal testo che la Commissione sta per votare.
  Auspica quindi che in Assemblea sia possibile un miglioramento del testo attraverso l'approvazione di emendamenti, dando così una risposta alle esigenze della società italiana.

  Elisa SIRAGUSA (MISTO-EV-VE) ribadisce quanto affermato in un precedente intervento circa il fatto che l'interruzione dell'esame delle proposte emendative è causata anche dal fatto che il provvedimento in discussione è rimasto bloccato in Commissione per circa due anni. Nell'osservare come sarebbe stato in ogni caso auspicabile trovare una posizione di mediazione, esprime il timore che, in conseguenza dell'attuale contrapposizione tra le diverse forze politiche, non sarà possibile raggiungere l'obiettivo dell'approvazione di una legge.
  Sottolineando come il tema della cittadinanza andrebbe affrontato all'interno di un contesto complessivo, ritiene doveroso promuovere un dibattito sull'attuale normativa che riguarda il suo conseguimento attraverso lo ius sanguinis. Ricorda, infatti, che si può ottenere la cittadinanza anche nel caso di un solo antenato italiano di molte generazioni precedenti e che in tal modo vi possono essere decine di milioni di potenziali cittadini italiani senza alcun reale legame con il Paese.

  Laura BOLDRINI (PD), ricollegandosi a talune considerazioni svolte dalla deputata Siragusa, ritiene che il tema della riforma dello ius sanguinis sia reale, come dimostrato dalla congestione di pratiche e di ricorsi che si registrano all'estero a livello consolare. Fa presente altresì come l'Italia sia l'unico Paese che riconosce la cittadinanza ius sanguinis senza richiedere il superamento di un esame linguistico, concedendo tale status a soggetti che non hanno alcun legame con l'Italia e che non vi contribuiscono, neanche dal punto di vista fiscale.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, Brescia, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame, risultando conseguentemente respinte tutte le proposte emendative non ancora esaminate.
  Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 21.30.