CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 31 maggio 2022
805.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 31 maggio 2022.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.05 alle 12.20.

SEDE REFERENTE

  Martedì 31 maggio 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Intervengono i sottosegretari di Stato per l'interno Carlo Sibilia e Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 12.20.

DL 41/2022: Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione da tenersi nell'anno 2022, nonché per l'applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto.
C. 3591 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 30 maggio 2022.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che sono stati presentati alcuni ricorsi avverso i giudizi di inammissibilità di talune proposte emendative dichiarati nella seduta di ieri.
  A seguito di un ulteriore approfondimento del contenuto degli emendamenti e alla luce delle argomentazioni addotte nei ricorsi, la Presidenza ritiene di dover confermare i giudizi di inammissibilità dichiarati sulle proposte emendative.Pag. 5
  In linea generale, atteso che alcuni ricorsi si basano su tale argomentazione, fa presente che l'individuazione della materia oggetto del decreto-legge, ai fini della valutazione dell'estraneità delle proposte emendative rispetto a tale materia, non possa essere effettuata basandosi semplicemente sul titolo del provvedimento, ma dipenda dal contenuto effettivo delle diverse disposizioni contenute nel decreto-legge stesso.
  Inoltre ribadisce come il provvedimento rechi una serie di interventi di carattere puntuale su aspetti specifici della cosiddetta «legislazione elettorale di contorno», che non incidono sui profili generali della disciplina elettorale, e come, pertanto, in sede di valutazione circa l'ammissibilità delle proposte emendative, la Presidenza abbia dovuto attenersi a tale caratteristica del provvedimento, in aderenza alle norme regolamentari in materia, e in coerenza con le decisioni assunte in occasione dei precedenti decreti – legge su analoghe tematiche esaminati nel corso degli ultimi anni.
  In particolare, rileva come:

   quanto agli emendamenti Siragusa 2.1 e Baldino 2.2, i quali prevedono che in ogni consultazione referendaria il Ministero dell'interno predisponga un opuscolo informativo sul quadro normativo di riferimento del referendum, sulle posizioni dei promotori e delle posizioni contrarie, nonché sul contenuto essenziale di ciascun quesito, rileva come non si rinvenga alcun nesso di consequenzialità tra tali proposte e il contenuto del decreto-legge, che non incide sulla disciplina specifica del referendum;

   quanto all'articolo aggiuntivo Baldino 2.01, il quale introduce una nuova normativa a regime sul cosiddetto voto anticipato presidiato, rileva come tale proposta vada di gran lunga al di là del contenuto del decreto-legge, che non introduce alcuna nuova modalità di voto, quale quella prospettata dall'articolo aggiuntivo;

   quanto all'articolo aggiuntivo Zanichelli 4.02, il quale interviene sulla disciplina relativa alle liste degli aventi diritto al voto (relativamente al contenuto dei dati anagrafici da indicare nelle stesse liste), segnala come la proposta persegua obiettivi che non appaiono connessi o consequenziali rispetto al contenuto del decreto-legge;

   quanto all'emendamento Gentile 6.3, il quale riguarda la disciplina sulla parità di genere nelle candidature e l'applicazione della previsione in base alla quale la Commissione mandamentale elettorale deve ricusare le liste che contengono un numero di candidati inferiore al minimo prescritto e ridurre quelle che contengono un numero di candidati superiore al massimo, rileva come tali previsioni non attengano in alcun modo al diverso aspetto, affrontato dal decreto-legge, concernente il numero delle firme richieste per la presentazione delle liste;

   quanto agli articoli aggiuntivi Parisse 6.018, limitatamente alla parte dichiarata inammissibile, e Scanu 6.021, rileva come essi affrontino una problematica di carattere tributario, che non presenta alcuna connessione, né diretta né indiretta, con il contenuto del decreto-legge;

   quanto agli articoli aggiuntivi Lollobrigida 6.022, Silvestroni 6.023, 6.024, 6.025, 6.026 e 6.027, rileva come il decreto-legge non incida in nessun modo sulla disciplina sostanziale relativa al modello di elezione degli organi dalla città metropolitana e delle province, né sulla disciplina di tali organi, ma solo su taluni aspetti relativi allo svolgimento delle consultazioni elettorali, anche amministrative, nel 2022;

   quanto agli emendamenti Siragusa 7.2, Baldino 7.3 e Siragusa 7.4, limitatamente alla parte dichiarata inammissibile, sottolinea come, sebbene intervengano sulla legge n. 459 del 2001, in parte modificata dall'articolo 7 del decreto-legge, essi riguardino una tematica, quella del voto per corrispondenza, che non ha a che vedere con le predette modifiche, le quali riguardano invece sostanzialmente l'istituzione – presso le Corti di appello di Milano, Bologna,Pag. 6 Firenze e Napoli – di uffici decentrati, competenti per lo spoglio dei voti provenienti dagli Stati e dai territori afferenti alle diverse ripartizioni della circoscrizione Estero;

   quanto all'articolo aggiuntivo Baldino 7.03, il quale interviene sulle caratteristiche fisiche delle urne elettorali, rileva come non si rinvenga alcun nesso di consequenzialità tra tale proposta e il contenuto del decreto-legge, che non incide su tale specifico aspetto;

   quanto agli articoli aggiuntivi Siragusa Dis. 1.01 e Dis. 1.02, che conferiscono deleghe legislative al Governo, sottolinea come l'inserimento di deleghe legislative nell'ambito dell'esame di decreti-legge sia pacificamente inammissibile, a prescindere dal loro contenuto, anche quando si proponga di inserire tali deleghe nel disegno di legge di conversione del decreto-legge.

  Avverte quindi che, nell'odierna riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è emersa l'esigenza di approfondire sia sul piano tecnico sia sul piano politico gli emendamenti, e si è quindi deciso di chiedere uno slittamento, al termine della parte pomeridiana della seduta di mercoledì 15 giugno, dell'avvio della discussione in Assemblea, attualmente prevista per lunedì 13 giugno prossimo.
  In tale quadro nella giornata di oggi e di domani non si procederà alle votazioni sul provvedimento, le quali avrebbero luogo a partire da lunedì 13, per concludersi nella giornata di martedì 14 giugno.

  Emanuele PRISCO (FdI) ritiene quanto meno curioso che siano stati giudicati ammissibili emendamenti riguardanti lo svolgimento delle elezioni politiche, mentre sono stati considerati inammissibili per estraneità di materia proposte emendative relative alle elezioni dei presidenti delle province, visto che il provvedimento reca disposizioni in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale, anche al fine di superare problematiche evidenziate dalla Corte costituzionale. Adombra quindi il dubbio che si siano verificate ingerenze politiche nella valutazione dell'ammissibilità delle proposte emendative.
  Ricorda inoltre come fosse stato chiesto ai gruppi di anticipare la presentazione delle proposte emendative allo scopo di esaminare il provvedimento prima dello svolgimento delle elezioni del 12 giugno 2022 e come l'opposizione, pur riscontrando in questo una limitazione dei propri poteri emendativi, abbia acconsentito a questa richiesta. Rileva quindi come, alla luce della decisione, assunta nell'odierna riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, di chiedere lo slittamento al 15 giugno della discussione in Assemblea sul provvedimento e di rinviare l'avvio delle votazioni sugli emendamenti alla giornata di lunedì 13 giugno, tale richiesta perda ora qualsiasi giustificazione logica, lamentando come anche in questa circostanza vi siano problemi per il raggiungimento di un accordo all'interno dell'attuale eterogenea maggioranza.
  Conclude osservando come sarebbe meglio per l'Italia avere in questo momento un Governo scelto dai cittadini, che sia in grado di seguire una chiara linea di indirizzo.

  Elisa SIRAGUSA (Misto-EV-VE), concordando con quanto segnalato dal deputato Prisco, esprime stupore per la dichiarazione di inammissibilità di alcune proposte emendative, quali quelle sul voto degli italiani all'estero e sull'opuscolo illustrativo relativo ai quesiti referendari, a fronte del giudizio di ammissibilità di emendamenti relativi alle elezioni per la Camera e il Senato.

  Andrea COLLETTI (Misto-A), in considerazione del rinvio del seguito dell'esame del provvedimento, deciso dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione, al 13 giugno prossimo, chiede che venga riaperto il termine per la presentazione delle proposte emendative riferite al provvedimento.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, in riferimento alla proposta avanzata dal deputatoPag. 7 Colletti, ricorda che il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, e che su di essi si è già svolta la fase relativa alla valutazione di ammissibilità. Evidenzia inoltre come la riapertura di tale termine non sarebbe opportuna anche in considerazione dell'esigenza di consentire un adeguato approfondimento, tecnico e politico, sulle proposte presentate e della ristrettezza del tempo a disposizione per il loro esame.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica.
C. 1854 cost. Barelli, C. 2938 cost. Morassut, C. 2961 cost. Ceccanti e C. 3118 cost. Meloni.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 maggio 2022.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha stabilito l'avvio della discussione sul provvedimento in Assemblea a partire da lunedì 20 giugno prossimo: pertanto l'esame in sede referente dovrà concludersi entro la seduta di giovedì 16 giugno.
  Chiede quindi ai relatori, Calabria e Ceccanti, come intendano procedere ai fini dell'esame delle proposte emendative.

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, segnala che i relatori, dopo un lungo e approfondito lavoro di approfondimento e recependo alcune delle osservazioni emerse nel dibattito finora svolto, hanno formulato gli emendamenti 1.100 e 2.100 (vedi allegato 1).
  Evidenzia brevemente come la prima proposta emendativa intervenga sull'articolo 114 della Costituzione e riguarda i poteri amministrativi dell'Assemblea capitolina, mentre il secondo emendamento attribuisce al Parlamento il potere di definire le norme di attuazione del presente provvedimento.
  Invita quindi i colleghi a valutare tali proposte emendative, anche al fine di un eventuale ritiro degli emendamenti riferiti al provvedimento.

  Annagrazia CALABRIA (FI), relatrice, conferma di aver svolto, assieme all'altro relatore Ceccanti, un attento lavoro, durato oltre un anno, per superare le preoccupazioni espresse in particolare dal gruppo del Partito Democratico, ma anche per comprendere le istanze di tutti i gruppi.
  Si associa quindi all'invito al ritiro delle proposte emendative, già formulato dal collega Ceccanti, al fine di poter approvare in via definitiva il provvedimento entro la data di conclusione della Legislatura.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, fissa alle ore 12 di mercoledì 8 giugno prossimo il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti 1.110 e 2.100 dei relatori.

  Emanuele PRISCO (FdI), riservandosi di valutare con attenzione gli emendamenti dei relatori, ricorda come il proprio gruppo abbia presentato poche proposte emendative al provvedimento e segnala di non voler procedere al loro ritiro. Ritiene infatti che l'approvazione delle proposte emendative presentate dal proprio gruppo potrebbe contribuire al miglioramento del provvedimento in esame.

  Andrea CASU (PD) ringrazia i relatori per il lavoro svolto, esprimendo pieno apprezzamento per la formulazione degli emendamenti presentati, che affrontano alcune questioni cruciali, oggetto anche degli emendamenti a sua prima firma.
  In particolare, dichiara di condividere la scelta che sia la legge dello Stato lo strumento legislativo di disciplina dell'ordinamento di Roma capitale, il ruolo riconosciuto alla regione Lazio e la previsione di uno specifico statuto speciale di Roma Capitale.Pag. 8
  Preannuncia quindi il ritiro di tutti gli emendamenti a sua firma, ringraziando quindi la Commissione per il lavoro svolto ed in particolare i relatori, nonché il deputato Morassut.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, ribadendo che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti 1.100 e 2.100 dei relatori è fissato ore 12 di mercoledì 8 giugno prossimo.
  Sospende quindi brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 12.35, è ripresa alle 12.40.

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Testo unificato C. 105 Boldrini, C. 194 Fitzgerald Nissoli, C. 221 La Marca, C. 222 La Marca, C. 717 Polverini, C. 920 Orfini, C. 2269 Siragusa, C. 2981 Sangregorio e C. 3511 Ungaro.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 30 maggio 2022.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, ricorda che, alla luce di quanto stabilito a maggioranza nella riunione di ieri dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi, della Commissione, ai sensi dell'articolo 85, comma 7, del Regolamento, su ciascun emendamento posto in votazione è consentito un intervento per gruppo, per una durata non superiore a 5 minuti per intervento, fermo restando che la Presidenza si riserva, alla luce del successivo andamento dei lavori, di valutare se rivedere eventualmente tale tempistica.
  Avverte quindi che l'esame delle proposte emendative continuerà a partire dall'emendamento Ravetto 1.88.

  Laura RAVETTO (LEGA) illustrando le finalità dell'emendamento a sua prima firma 1.88, chiarisce come esso faccia parte di una serie di emendamenti presentati dal suo gruppo volti a meglio definire il concetto di frequenza irregolare previsto dall'articolo 1 in esame.
  In particolare, l'emendamento in discussione esclude coloro che vengano respinti nel passaggio agli anni successivi al fine di definire in senso restrittivo i requisiti previsti per la concessione della cittadinanza. Al riguardo ritiene che la verifica dei presupposti debba comprendere anche la valutazione del merito del percorso scolastico sulla base di elementi e parametri specifici. Raccomanda quindi l'approvazione dell'emendamento in esame.

  La Commissione respinge l'emendamento Ravetto 1.88.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), intervenendo sull'emendamento Bordonali 1.89, evidenzia l'opportunità di attribuire maggiore rigore all'impianto normativo proposto nel rispetto della vocazione nazionale dell'Italia. A tale riguardo ricorda che l'Italia rappresenta uno dei paesi europei dove si rilasciano più certificati di cittadinanza.
  Più in generale, osserva come sia necessario restringere l'ambito di concessione della cittadinanza verificando un'effettiva integrazione nel Paese e prevedendo una frequenza scolastica senza interruzioni. Ribadisce come non vi sia alcun intento offensivo nei confronti di tali studenti ma ritiene che la concessione della cittadinanza non debba essere utilizzata come strumento di integrazione ma semmai come conclusione di un reale percorso di conoscenza delle tradizioni nazionali. Al riguardo ricorda il dibattito svoltosi nella seduta di ieri, nel quale lui stesso ha evidenziato le molteplici opportunità riconosciute anche agli stranieri residenti in Italia che non sono cittadini italiani.

  La Commissione respinge l'emendamento Bordonali 1.89.

  Flavio DI MURO (LEGA), intervenendo sull'emendamento Tonelli 1.90, ne illustra le finalità evidenziando l'importanza che il percorso di integrazione preliminare alla concessione della cittadinanza non sia solo Pag. 9di tipo nozionistico ma sia caratterizzato dalla costruzione di un vero rapporto di comunità.
  In tale quadro ritiene opportuno che la valutazione del percorso di studi e dell'eventuale avvenuta integrazione debba contemplare l'assenza di sanzioni disciplinari circostanza che, a suo giudizio, deve essere considerata in un corretto procedimento di valutazione. Raccomanda quindi l'approvazione dell'emendamento in esame.

  La Commissione respinge l'emendamento Tonelli 1.90.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, ricorda che l'emendamento Sarro 1.91 è accantonato.

  Augusta MONTARULI (FDI) illustra le finalità dell'emendamento a sua prima firma 1.92, ritenendo necessario che il percorso di studi debba essere senza interruzioni e caratterizzato da un percorso positivo anche al fine di dare maggiore rigore all'impianto normativo previsto dal provvedimento in esame. Tale previsione consentirebbe il concreto rispetto dello spirito autentico dello ius scholae che deve essere caratterizzato dalla previsione di una serie di requisiti specifici per la concessione della cittadinanza.
  In assenza di tali specifici requisiti ritiene che la portata delle disposizioni contenute nell'articolo 1 sia del tutto irricevibile.

  La Commissione respinge l'emendamento Montaruli 1.92.

  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo sull'emendamento Montaruli 1.93, dichiara come non vi sia alcuna volontà ostruzionistica ma piuttosto quella di migliorare il testo base che giudica assolutamente non condivisibile.
  Al riguardo ritiene non si debba transigere sulla verifica della sussistenza di specifici requisiti volti a verificare un'integrazione effettiva anche premiando i più meritevoli nel percorso scolastico. Auspica pertanto che tale emendamento sia approvato, al fine di evitare una sorta di ius soli mascherato che consentirebbe di regalare la cittadinanza italiana ad un numero eccessivo di studenti.
  Ritiene quindi, a differenza del Partito Democratico, che lo ius scholae non costituisca davvero una priorità nazionale.

  La Commissione respinge l'emendamento Montaruli 1.93.

  Augusta MONTARULI (FDI) illustra le finalità dell'emendamento a sua prima firma 1.94, volto ad introdurre un elemento di continuità nel percorso scolastico al fine di attribuirgli maggiore continuità prevedendo un contenuto minimo nel percorso di integrazione. Ne raccomanda pertanto l'approvazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Montaruli 1.94, 1.95 e 1.96.

  Laura RAVETTO (LEGA), illustrando l'emendamento Iezzi 1.97, fa presente come esso introduca un pacchetto di emendamenti riguardanti, non il tema della scolarizzazione, oggetto degli emendamenti esaminati in precedenza, bensì il tema del radicamento sul territorio della famiglia di appartenenza del minore straniero. L'emendamento in esame, proponendo il limite massimo di tre comuni di residenza, intende premiare l'effettiva integrazione, che apparirebbe dubbia nel caso di eccessiva mobilità da un comune all'altro del territorio nazionale, atteso che una elevata mobilità apparirebbe infatti indicativa di una difficoltà della famiglia a integrarsi nel territorio, per ragioni peraltro non necessariamente imputabili alla famiglia stessa.
  Sottolinea quindi come sia lo stesso testo base a condizionare il riconoscimento della cittadinanza ad un processo di valutazione familiare. La norma sulla quale interviene l'emendamento non istituisce, infatti, uno ius soli, bensì prefigura un percorso volto al riconoscimento dello status di cittadinanza e condizionato all'esito positivo di un processo di valutazione, processo cui l'emendamento in esame, del quale Pag. 10raccomanda l'approvazione, intende concorrere.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 1.97.

  Flavio DI MURO (LEGA), illustrando l'emendamento Invernizzi 1.98, osserva come esso, analogamente agli altri emendamenti di contenuto analogo, miri a riconoscere la cittadinanza esclusivamente in caso di effettivo radicamento sul territorio del candidato e della sua famiglia. Occorre infatti evitare il rischio che la frequenza di un corso di istruzione sia usata in modo meramente strumentale al fine del riconoscimento della cittadinanza.
  Ritiene inoltre che la stanzialità in un contesto territoriale circoscritto, richiesta dall'emendamento in esame, costituisce un elemento di valutazione che ritiene essenziale. Infatti, benché riconosca che esigenze lavorative possono effettivamente richiedere una mobilità, ritiene che quest'ultima andrebbe comunque motivata ai fini dell'ottenimento della cittadinanza, ferma restando la necessità di porre un limite numerico ai trasferimenti ammessi.

  La Commissione respinge l'emendamento Invernizzi 1.98.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), illustrando l'emendamento 1.99 a sua prima firma, evidenzia come esso richieda che il ciclo di studi sia completato esclusivamente nel comune di residenza. Osserva in proposito come i deputati Ravetto e Di Muro abbiano già illustrato l'importanza del radicamento in uno dei comuni del territorio nazionale, al fine di dimostrare l'effettiva integrazione della famiglia di appartenenza del minore richiedente la cittadinanza.
  Rileva inoltre come il Comune costituisca l'entità amministrativa deputata al riconoscimento di diritti sociali, quali il diritto alla casa o altre prestazioni di carattere sociale, e come richiedere che le verifiche siano espletate da un unico comune costituirebbe pertanto una semplificazione amministrativa per accertare l'effettiva permanenza continuativa sul territorio del minore straniero.

  La Commissione respinge l'emendamento Ziello 1.99.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, ricorda che l'emendamento Calabria 1.100 è accantonato.

  Augusta MONTARULI (FDI), illustrando l'emendamento 1.101 a sua prima firma, evidenzia come esso richieda il completamento, con esito positivo, dell'intero ciclo scolastico dell'obbligo, richiesta che costituisce, a suo avviso, un prerequisito minimo necessario a riconoscimento della cittadinanza.

  La Commissione respinge l'emendamento Montaruli 1.101.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che la serie di emendamenti da Montaruli 1.102 a Fogliani 1.107, relativi alla durata temporale della frequenza dei cicli scolastici da parte del minore ai fini dell'acquisto della cittadinanza, presentino differenze dovute esclusivamente a variazioni a scalare: pertanto, come anticipato nella seduta di ieri, saranno posti in votazione il primo e l'ultimo emendamento della serie – gli emendamenti Montaruli 1.102 e Fogliani 1.107 –, nonché l'emendamento intermedio Ravetto 1.104.

  Augusta MONTARULI (FDI), illustrando l'emendamento 1.102 a sua prima firma, evidenzia come esso sia volto ad elevare da 5 ad almeno 10 il numero di anni di frequenza scolastica richiesto ai fini del conseguimento della cittadinanza.
  Ritiene infatti che cinque anni di frequenza scolastica non siano sufficienti per dimostrare un'effettiva integrazione, rendendosi a suo avviso necessario un periodo più lungo.

  La Commissione respinge l'emendamento Montaruli 1.102.

Pag. 11

  Laura RAVETTO (LEGA), illustrando l'emendamento 1.104 a sua prima firma, osserva come esso sia volto a dimostrare il carattere strumentale di una motivazione addotta dal Ministero dell'istruzione, nel dare parere negativo sugli emendamenti che richiedono il completamento di due cicli scolastici invece di uno. Tale motivazione attiene ad una presunta scarsa chiarezza del riferimento a due cicli scolastici – di cui il primo comprensivo sia di elementari e medie – in quanto potrebbe assumersi che tale richiesta implichi la necessità di ripetere sul territorio nazionale anni scolastici appartenenti a cicli già iniziati nel paese di provenienza.
  Ritiene implausibile che il testo degli emendamenti si prestasse a tale interpretazione, reputando pertanto pretestuosa tale motivazione di carattere tecnico, addotta dal Governo al solo fine di evitare di assumere una posizione di contrarietà basata su motivazioni di carattere politico. L'emendamento in esame evita quindi di parlare di cicli scolastici e propone un numero di anni di studio sul territorio italiano coerente con l'obiettivo del completamento del secondo ciclo scolastico. La motivazione è quella di richiedere un adeguato livello di istruzione agli stranieri richiedenti la cittadinanza italiana, al fine di garantire loro la possibilità di accedere all'università o a lavori qualificati.
  Anticipa che, ove respinto dalla Commissione, l'emendamento in esame verrà ripresentato ai fini della discussione in Assemblea, chiarendone ulteriormente, in modo didascalico, la finalità, in modo da non prestare il fianco a censure di carattere tecnico. Ove il Governo intenda rispettare l'autonomia del Parlamento e rimettere alla volontà dell'Assemblea la scelta, non potrà pertanto fare leva su motivazioni tecniche inesistenti.

  La Commissione respinge l'emendamento Ravetto 1.104.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), illustrando l'emendamento Fogliani 1.107, osserva come esso faccia parte di un pacchetto di emendamenti volti a conferire certezza e rigore al metodo di valutazione, ai fini dell'acquisizione della cittadinanza. L'emendamento propone infatti di dettagliare numero di anni richiesti a tal fine, evitando di riferirsi genericamente cicli scolastici.

  La Commissione respinge l'emendamento Fogliani 1.107.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che, essendo stati respinti gli emendamenti Montaruli 1.102, Ravetto 1.104 e Fogliani 1.107, devono intendersi respinti tutti gli emendamenti compresi nella serie a scalare Montaruli 1.102 e 1.103, Ravetto 1.104, Ziello 1.105, Boldrini 1.106 e Fogliani 1.107.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), intervenendo sull'emendamento D'Ettore 1.108, rileva come esso risponda alle stesse finalità di altre proposte emendative e sia volto ad aggiungere la previsione per cui il percorso formativo debba concludersi con il conseguimento del diploma finale entro le tempistiche previste dal corso di studi, nell'ottica di rendere maggiormente chiaro e serio tale requisito. Ricorda come nel nostro Paese il diritto all'istruzione sia già garantito indipendentemente dal possesso della cittadinanza e rileva pertanto come richiedere che il percorso formativo previsto per ottenere la cittadinanza sia effettivo non rivesta alcun intento discriminatorio, ma anzi favorisca un'integrazione ancora più profonda.
  Ritiene che il parere contrario espresso sull'emendamento in esame sia comprensibile soltanto sulla base dell'assunto per cui la cittadinanza è il punto di partenza di un percorso di integrazione. Rileva come tale posizione si contrapponga a quella di coloro i quali ritengono, al contrario, che il riconoscimento della cittadinanza non possa avvenire sulla base di un mero automatismo, sottolineando come si tratti di due posizioni inconciliabili e come, pertanto, la prosecuzione dell'iter del provvedimento scaverà una profonda divisione tra le forze politiche.

  La Commissione respinge l'emendamento D'Ettore 1.108.

Pag. 12

  Laura RAVETTO (LEGA), illustrando il suo emendamento 1.109, e facendo altresì riferimento al successivo emendamento Fogliani 1.110, di cui è cofirmataria, rileva come si tratti di proposte emendative volte a chiarire un testo che, allo stato, appare confuso e rischia di attribuire un eccessivo margine di discrezionalità alla pubblica amministrazione.
  Ritiene, in particolare, che l'espressione «uno o più cicli scolastici» non sia comprensibile e ribadisce che la sua parte politica ritiene imprescindibile la frequenza di due cicli scolastici, anche al fine di consentire l'accesso all'università, rilevando come limitare il requisito alla frequenza di un solo ciclo scolastico rischi di favorire le famiglie che intendono contrastare l'aspirazione dei figli alla prosecuzione degli studi.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ravetto 1.109, Fogliani 1.110 e D'Ettore 1.112.

  Augusta MONTARULI (FDI), intervenendo sull'emendamento Prisco 1.121, di cui è cofirmataria, rileva come esso sia volto a precisare il significato della norma e a rendere chiari i requisiti previsti per il riconoscimento della cittadinanza.

  La Commissione respinge l'emendamento Prisco 1.121.

  Augusta MONTARULI (FDI), illustrando il suo emendamento 1.122, richiama le considerazioni svolte nel precedente intervento e rileva come la proposta emendativa in esame risponda allo scopo di rendere più chiaro il significato della norma al fine di evitare problemi interpretativi, anche a tutela degli interessati.
  Alla luce di tali considerazioni, chiede al relatore e al Governo la modifica del parere contrario espresso sulla proposta emendativa in esame.

  La Commissione respinge l'emendamento Montaruli 1.122.

  Flavio DI MURO (LEGA) rileva preliminarmente come l'emendamento Montaruli 1.122, testé respinto, fosse volto a escludere i corsi di formazione professionale dai percorsi formativi che consentono il riconoscimento della cittadinanza. Illustra, quindi, il suo emendamento 1.123, osservando come esso sia volto a circoscrivere i corsi di formazione professionale che consentono il riconoscimento della cittadinanza a quelli di durata triennale o quadriennale.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, sottolinea come il parere contrario da lui espresso sull'emendamento 1.123 si basi sulla constatazione che l'emendamento è a suo giudizio pleonastico, in quanto, secondo l'ordinamento vigente, tutti i corsi di formazione professionale hanno durata triennale o quadriennale.

  Il Sottosegretario Ivan SCALFAROTTO, richiamando le considerazioni del relatore, ribadisce che il Governo si rimette alla Commissione sull'emendamento Di Muro 1.123.

  Flavio DI MURO (LEGA), alla luce delle precisazioni rese dal relatore e dal rappresentante del Governo, chiede l'accantonamento del suo emendamento 1.123.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, concorde il Governo, dispone l'accantonamento dell'emendamento Di Muro 1.123.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), atteso che sono in corso interlocuzioni informali tra i gruppi sull'emendamento 1.123, richiama l'attenzione della Presidenza sull'opportunità di una breve sospensione della seduta.

  Laura RAVETTO (LEGA) chiede l'accantonamento anche degli emendamenti Stefani 1.125 e Invernizzi 1.126, in considerazione del fatto che il loro contenuto è analogo a quello dell'emendamento Di Muro 1.123, poc'anzi accantonato.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, concorde il Governo, dispone l'accantonamentoPag. 13 anche degli emendamenti D'Ettore 1.124, Stefani 1.125 e Invernizzi 1.126.
  Rileva, quindi, come l'emendamento Bordonali 1.127 e gli emendamenti da Stefani 1.134 a Iezzi 1.141 risultino riconducibili al medesimo principio comune, consistente nell'introduzione del requisito del superamento del ciclo scolastico frequentato dal minore o del conseguimento di una qualifica professionale ai fini dell'acquisto della cittadinanza.
  Avverte, pertanto, che sarà posto in votazione il richiamato principio emendativo comune ai predetti emendamenti: qualora esso venga respinto si intenderanno respinti anche tutti gli emendamenti che lo presuppongono, mentre nel caso di approvazione del principio sarà posto in votazione ciascun emendamento ad esso riconducibile.

  Laura RAVETTO (LEGA), illustrando l'emendamento Bordonali 1.127, di cui è cofirmataria, rileva come esso potrebbe sembrare di natura meramente formale od ostruzionistica, ma rivesta in realtà carattere sostanziale, proponendo la sostituzione delle parole «idonei al conseguimento» con la parola «conseguendo». Ritiene, infatti, inaccettabile che, ai fini del riconoscimento della cittadinanza, sia sufficiente la mera iscrizione a un corso di formazione.
  Ricorda come il diritto all'istruzione e alla formazione sia già assicurato indipendentemente alla cittadinanza e come, pertanto, con il provvedimento in esame si intenda in realtà prevedere una scorciatoia per l'ottenimento della cittadinanza. Osserva come sia necessario prevedere l'effettiva frequenza dei percorsi formativi a tutela sia dell'aspirante alla cittadinanza sia della collettività.
  Rileva, infine, come l'emendamento Di Muro 1.146 non possa, a suo avviso, ritenersi riconducibile al medesimo principio emendativo, in quanto tale emendamento fa riferimento al conseguimento della qualifica con il massimo dei voti.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, osserva come l'emendamento richiamato dalla deputata Ravetto preveda comunque il conseguimento del titolo e appaia pertanto riconducibile al principio emendativo comune testé indicato.

  Laura RAVETTO (LEGA) ribadisce le considerazioni precedentemente svolte e rileva pertanto come l'emendamento Di Muro 1.146 non possa ritenersi ricompreso fra gli emendamenti riconducibili al principio emendativo indicato dalla Presidenza.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, rilevando come le decisioni assunte dalla Presidenza sulla questione sollevata dalla deputata Ravetto si basino esclusivamente su valutazioni di carattere tecnico, si riserva comunque di compiere un approfondimento ulteriore sull'effettiva riconducibilità dell'emendamento Di Muro 1.146 al principio emendativo comune indicato.

  Edoardo ZIELLO (LEGA) fa notare come anche la ratio dell'emendamento Invernizzi 1.132 sia identica a quella dell'emendamento Di Muro 1.146.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, a seguito di ulteriori approfondimenti, fa presente che gli emendamenti Stefani 1.134, Di Muro 1.146, Ravetto 1.130, Invernizzi 1.132, Tonelli 1.145, Ravetto 1.131, Fogliani 1.138, Bordonali 1.135, Iezzi 1.136, Fogliani 1.137 e Ziello 1.139 risultano riconducibili ad un ulteriore, più specifico principio emendativo comune, consistente nell'introduzione del requisito del superamento – con una certa votazione non inferiore ad un determinato limite – del ciclo scolastico frequentato dal minore o del conseguimento, con una certa valutazione non inferiore ad un determinato limite, di una qualifica professionale, ai fini dell'acquisto della cittadinanza.
  Avverte dunque che porrà ora in votazione il principio emendativo comune agli emendamenti Bordonali 1.127, Di Muro 1.140, Bordonali 1.133, Marco Di Maio 1.142 e Iezzi 1.141, consistente nell'introduzione del requisito del superamento del ciclo scolastico frequentato dal minore o del Pag. 14conseguimento di una qualifica professionale ai fini dell'acquisto della cittadinanza.

  La Commissione respinge il principio emendativo comune consistente nell'introduzione del requisito del superamento del ciclo scolastico frequentato dal minore o del conseguimento di una qualifica professionale ai fini dell'acquisto della cittadinanza.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che, per effetto della votazione testé svoltasi, si intende respinti gli emendamenti Bordonali 1.127, Di Muro 1.140, Bordonali 1.133, Marco Di Maio 1.142 e Iezzi 1.141.
  Avverte quindi che porrà ora in votazione il principio emendativo comune agli emendamenti Stefani 1.134, Di Muro 1.146, Ravetto 1.130, Invernizzi 1.132, Tonelli 1.145, Ravetto 1.131, Fogliani 1.138, Bordonali 1.135, Iezzi 1.136, Fogliani 1.137 e Ziello 1.139, consistente nell'introduzione del requisito del superamento – con una certa votazione non inferiore ad un determinato limite – del ciclo scolastico frequentato dal minore o del conseguimento, con una certa valutazione non inferiore ad un determinato limite, di una qualifica professionale, ai fini dell'acquisto della cittadinanza.

  Flavio DI MURO (LEGA), illustrando il suo emendamento 1.146, fa notare come esso miri ad introdurre elementi meritocratici ai fini del riconoscimento della cittadinanza.

  La Commissione respinge il principio emendativo comune consistente nell'introduzione del requisito del superamento – con una certa votazione non inferiore ad un determinato limite – del ciclo scolastico frequentato dal minore o del conseguimento, con una certa valutazione non inferiore ad un determinato limite, di una qualifica professionale, ai fini dell'acquisto della cittadinanza.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che, per effetto della votazione testé svoltasi, si intendono respinti gli emendamenti Stefani 1.134, Di Muro 1.146, Ravetto 1.130, Invernizzi 1.132, Tonelli 1.145, Ravetto 1.131, Fogliani 1.138, Bordonali 1.135, Iezzi 1.136, Fogliani 1.137 e Ziello 1.139.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che si passerà ora all'esame dell'emendamento D'Ettore 1.129.

  Edoardo ZIELLO (LEGA) interviene sull'emendamento D'Ettore 1.129, non comprendendo le ragioni per le quali il relatore e il Governo non abbiano espresso parere favorevole ad una proposta di modifica che è volta a richiedere che il minore straniero abbia superato un esame che attesti le conoscenze della lingua italiana, nonché dell'educazione civica, dimostrando inoltre di avere cultura generale e di conoscere elementi di diritto costituzionale italiana e dell'Unione europea. Si dichiara in particolare stupito dal silenzio di alcuni componenti del Partito democratico, tra i quali cita il deputato Ceccanti.

  La Commissione respinge l'emendamento D'Ettore 1.129.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che si passerà ora all'esame degli emendamenti Di Muro 1.123, D'Ettore 1.124, Stefani 1.125 e Invernizzi 1.126, precedentemente accantonati.

  Matteo MAURI (PD) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Di Muro 1.123.

  Vittoria BALDINO (M5S) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Di Muro 1.123.

  Federico FORNARO (LEU) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Di Muro 1.123.

  Flora FRATE (IV) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Di Muro 1.123.

Pag. 15

  Flavio DI MURO (LEGA) chiede di parlare per dichiarazione di voto sul suo emendamento 1.123.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, fa notare che il deputato Di Muro è già intervenuto per dichiarazione di voto sul suo emendamento 1.123, avendo esaurito il tempo a disposizione del suo gruppo.

  La Commissione approva l'emendamento Di Muro 1.123 (vedi allegato 2).

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che gli emendamenti D'Ettore 1.124, Stefani 1.125 e Invernizzi 1.126 si intendono assorbiti dall'approvazione dell'emendamento Di Muro 1.123.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla Presidenza quante votazioni sono state svolte dall'inizio della seduta, auspicando siano fornite delucidazioni circa le modalità di prosecuzione dei lavori nella giornata odierna.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, fa presente che sono state svolte finora 25 votazioni.

  Edoardo ZIELLO (LEGA) fa notare che, in tale computo, si sarebbe dovuto far riferimento a tutti gli emendamenti effettivamente respinti.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, rivolgendosi al deputato Ziello, ricorda che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, la seduta odierna dovrebbe concludersi entro le ore 14.30.

  Cristian INVERNIZZI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Stefani 1.144, di cui è cofirmatario, rileva come esso miri a prevedere requisiti meritocratici. Ritiene infatti che la cittadinanza debba essere un risultato di un percorso di integrazione, facendo notare come il provvedimento in esame rechi solo misure ideologiche, che non rispondono alle vere esigenze del paese, tenuto conto peraltro che l'ordinamento vigente già offre ampie garanzie in materia di riconoscimento della cittadinanza.

  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo sull'emendamento Stefani 1.144, ritiene sia giusto tracciare una linea di demarcazione meritocratica, al fine di evitare che in materia di cittadinanza e di gestione dell'immigrazione si diffondano fenomeni poco trasparenti, che rischiano di favorire chi intende speculare sui bisogni degli immigrati.
  Dopo aver ricordato che il Governo in carica ha gestito in modo disastroso la questione dell'immigrazione, ritiene necessario garantire la massima trasparenza in tale contesto, proprio per evitare che si svolgano veri e propri business, tenuto conto del proliferare in tale ambito di associazioni e cooperative care ad una certa sinistra, la quale, probabilmente, a suo avviso, potrebbe avere interesse a non contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina.
  Si dichiara stupito che il gruppo del Movimento 5 stelle, il quale si è fatto portatore della bandiera della legalità e della trasparenza, preferisca non pronunciarsi a riguardo, pur di rimanere nella maggioranza e al Governo.
  Ritiene quindi che non ci si debba meravigliare della rilevante crescita dell'astensionismo, osservando come provvedimenti di tale natura non possano far altro che aumentare la sfiducia dei cittadini nei confronti di un certo ceto politico.

  La Commissione respinge l'emendamento Stefani 1.144.

  Edoardo ZIELLO (LEGA) illustra l'emendamento Di Muro 1.143, di cui è cofirmatario, facendo presente come esso sia volto a scongiurare iniziative tese ad aggirare le regole. Osserva infatti come tale proposta emendativa miri ad impedire che si possa conseguire la cittadinanza ricorrendo alla frequentazione di corsi improvvisati promossi da istituti che permettono il recupero degli anni scolastici.
  Non comprendendo come non si possa esprimere parere favorevole su una simile Pag. 16proposta emendativa, ritiene che il provvedimento in esame sia destinato a produrre gravi danni al Paese, tenuto conto che si è alle porte una vera propria emergenza clandestina epocale, considerata la recente crisi internazionale. Ritiene si stia scrivendo una brutta pagina di storia, ricordando che sono altre le emergenze del Paese.

  La Commissione respinge l'emendamento Di Muro 1.143.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che, diversamente da quanto indicato nel fascicolo per un mero errore materiale, l'emendamento Ravetto 1.149 si riferisce al capoverso 2-ter della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento, e sarà quindi posto in votazione dopo l'emendamento Di Muro 1.315.

  Laura RAVETTO (LEGA), intervenendo sull'emendamento Iezzi 1.150, di cui è cofirmataria, fa presente come esso miri ad evitare automatismi in sede di riconoscimento della cittadinanza, prevedendo che sia resa manifesta la volontà del soggetto destinatario, attraverso una precisa richiesta. Ritiene infatti necessario che sia il destinatario del provvedimento a decidere, evitando che ci siano interferenze da parti di altri.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 1.150.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, ricorda che l'emendamento Fogliani 1.151 è stato accantonato.
  Sulla base delle intese intercorse, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.