CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 maggio 2022
802.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 105

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 25 maggio 2022. — Presidenza della presidente Martina NARDI.

  La seduta comincia alle 13.45.

Disposizioni per l'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere e domestica.
Nuovo testo unificato C. 1458 Frassinetti e abb.
(Parere alla XI Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 18 maggio 2022.

  Cecilia D'ELIA (PD), relatrice, formula una proposta di parere favorevole sul testo all'esame (vedi allegato 1) che, tra le premesse, segnala l'opportunità di prevenire i rischi di stigma e di violazione della privacy anche valutando la possibilità di assimilare l'aliquota agevolata a quella di maggior favore prevista per altre categorie agevolate nonché di valutare l'opportunità di inserire le donne vittime di violenza di genere e domestica tra le persone svantaggiate di cui all'articolo 4 della legge n. 381 del 1991.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva, all'unanimità, la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 13.50.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 25 maggio 2022. — Presidenza della presidente Martina NARDI.

  La seduta comincia alle 13.50.

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla prestazione energetica nell'edilizia (rifusione).
COM(2021)802 final.
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Luca SUT (M5S), relatore, espone brevemente i contenuti della proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, in esame, ricordando che essa fa parte del pacchetto «Pronti per il 55 per cento» (Fit for 55), presentato dalla Commissione europea al fine di allineare la normativa dell'Unione ai nuovi e più ambiziosi obiettivi climatici con cui l'Unione europea si è impegnata a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030, nella prospettiva del conseguimento della neutralità climatica entro il 2050.
  Osserva che ai fini del raggiungimento di questi obiettivi, la proposta in esame è stata presentata dalla Commissione come uno strumento legislativo fondamentale, al fine di rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico e meno dipendenti dai combustibili fossili. Secondo i dati forniti dalla Commissione stessa, infatti, nell'Unione gli edifici consumano il 40 per cento dell'energia e generano il 36 per cento delle emissioni di gas a effetto serra. Il 35 per cento del parco immobiliare dell'Unione europea ha più di 50 anni e quasi il 75 per cento è inefficiente dal punto di vista energetico, mentre il tasso di ristrutturazione annuo è di circa l'1 per cento.
  Ricorda che fin dalla presentazione del Green Deal e nella successiva comunicazione «Un'ondata di ristrutturazioni per l'Europa: inverdire gli edifici, creare posti di lavoro e migliorare la vita» presentata il 14 ottobre 2020, la Commissione europea ha fissato l'obiettivo di raddoppiare, almeno, il tasso di ristrutturazione annuo degli immobili entro il 2030 a fini di efficientamento energetico, preannunciando una revisione della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici.
  Rimarca che nel perseguimento dei nuovi e più ambiziosi obiettivi climatici prefissi, la proposta modifica e amplia l'oggetto della direttiva sulla prestazione energetica negli edifici, sia attraverso l'introduzione di nuovi istituti, sia promuovendo strumenti già esistenti.Pag. 106
  Richiama quindi i principali elementi di novità oggetto della proposta in esame, rinviando per una disamina più dettagliata alla documentazione predisposta dagli uffici.
  Fa anzitutto presente che viene introdotta la definizione di «edificio a emissioni zero» (articolo 2), un edificio ad altissima prestazione energetica, il cui fabbisogno (molto basso) di energia è interamente coperto da fonti rinnovabili a livello di edificio, di quartiere o di comunità. Segnala che l'allegato III fissa le soglie massime, differenti per le diverse tipologie di edifici e per le quattro aree climatiche in cui è suddivisa l'Unione europea (mediterranea, oceanica, continentale e nordica), che il consumo totale annuo di energia primaria deve rispettare perché un edificio possa essere ritenuto a emissioni zero. A tale proposito, ritiene utile un approfondimento sui valori indicati all'allegato III e sulla loro differenziazione per area climatica, nonché sulle prescrizioni ivi contenute, tenuto conto dell'obiettivo comune di decarbonizzazione del settore edilizio al 2050 e delle diverse caratteristiche del parco immobiliare negli Stati membri. È dell'avviso che occorrerebbe, altresì, valutare se non sia opportuna una maggiore flessibilità nel determinare le modalità di definizione delle fonti energetiche rinnovabili per gli edifici a emissioni zero, eventualmente tenendo conto anche dell'energia rinnovabile proveniente dalla rete elettrica.
  Sottolinea che gli edifici a emissioni zero diventeranno il nuovo standard per gli edifici di nuova costruzione, a partire dal 2027 per quelli occupati da enti pubblici o di proprietà di questi ultimi e a partire dal 2030 per tutti gli altri. Fino alle scadenze previste, tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere almeno a energia quasi zero, come attualmente disposto dalla normativa vigente (articolo 7).
  Segnala poi che l'articolo 3 richiede agli Stati membri di adottare, in luogo della strategia di ristrutturazione a lungo termine ad oggi prevista dal decreto legislativo n. 48 del 2020, un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, la cui predisposizione passa attraverso un processo scandito da periodiche interlocuzioni tra gli Stati stessi e la Commissione europea. In particolare viene previsto che, ogni cinque anni, ciascuno Stato membro trasmetta alla Commissione europea una proposta di piano nell'ambito della proposta di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) sottolinea che la prima proposta di Piano dovrà essere presentata alla Commissione europea entro il 30 giugno 2024, mentre entro il 30 giugno 2025 dovrà essere presentato il primo Piano definitivo. Tra le altre cose, il piano dovrà prevedere una tabella di marcia con obiettivi stabiliti a livello nazionale e indicatori di progresso misurabili in vista del conseguimento della neutralità climatica entro il 2050. Evidenzia che, a differenza della strategia di ristrutturazione a lungo termine, il nuovo piano dovrà garantire il perseguimento di un obiettivo ultimo che non sarà più quello della trasformazione degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero, bensì in edifici a emissioni zero.
  Rileva che, come anche segnalato anche nella relazione trasmessa alle Camere ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 234 del 2012, le disposizioni introdotte dalla proposta dovranno essere considerate e integrate nelle analisi in corso di svolgimento volte, tra l'altro, ad aggiornare gli scenari su cui è stato basato il PNIEC.
  Venendo dunque agli edifici esistenti, evidenzia che le attuali disposizioni in materia di ristrutturazioni importanti vengono integrate con nuovo strumento normativo, reputato essenziale per incentivare la ristrutturazione degli edifici esistenti su larga scala e affrontare i principali ostacoli alla ristrutturazione. Si tratta delle norme minime di prestazione energetica, che dovrebbero applicarsi agli edifici con le prestazioni peggiori e contribuire al miglioramento del parco immobiliare nazionale. In virtù di tali norme minime, gli edifici e le unità immobiliari pubblici e non residenziali dovranno essere ristrutturati e migliorati fino a raggiungere almeno la classe F al più tardi dopo il 1° gennaio 2027, e almeno la classe E al più tardi dopo il 1° gennaio 2030; gli edifici e le unità immobiliari residenziali dovranno conseguire almeno la Pag. 107classe F entro il 2030 e almeno la classe E entro il 2033 (articolo 9).
  Segnala che, nella citata relazione, il Governo rileva la necessità di verificare se le tempistiche contemplate dalla proposta di rifusione siano conformi a quelle identificate a livello nazionale, in particolare per quanto concerne i nuovi standard previsti per gli edifici nuovi ed esistenti e la riclassificazione delle classi di prestazione energetica. A questo proposito sarà, infatti, necessario garantire che il rapporto tra costi e benefici venga ottimizzato al fine di favorire uno sviluppo sociale ed economico sostenibile nel tempo.
  Ricorda che nella medesima relazione si segnala, inoltre, che il passaggio alle classi energetiche superiori comporterà la necessità di riqualificare energeticamente la quasi totalità degli edifici pubblici e di quelli non residenziali, mentre per quanto riguarda gli edifici residenziali ciò comporterà la mobilitazione di investimenti ingenti nel settore edilizio. Ritiene pertanto opportuno acquisire elementi di informazione e di valutazione da parte del Governo in merito alla portata delle nuove norme, nonché al conseguimento a livello nazionale dei nuovi target e alla relativa fattibilità, anche tenuto conto degli obiettivi in termini di tasso annuo di riqualificazione attualmente previsti nella Strategia nazionale per la riqualificazione energetica.
  Sottolinea che nella tabella di marcia contenuta nel piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, gli Stati membri dovranno indicare le scadenze specifiche entro le quali gli edifici dovranno ottenere classi di prestazione energetica superiori entro il 2040 e il 2050.
  Fa poi presente che oltre alle norme minime di prestazione energetica previste dalla proposta, gli Stati membri potranno stabilirne delle ulteriori. Essi potranno, altresì, decidere di esentare dall'obbligo di applicazione delle norme minime di prestazione energetica alcune categorie di edifici, come, ad esempio, quelli di culto o quelli ufficialmente protetti. Si tratta di una disposizione rilevante per un Paese come l'Italia, caratterizzato da un patrimonio immobiliare di particolare valore architettonico e collocato all'interno di borghi storici, la cui portata deve essere considerata anche ai fini di una valutazione complessiva dell'impatto della nuova disciplina.
  Rileva quindi che agli stessi Stati viene assegnato il compito di sostenere il rispetto delle norme minime di prestazione energetica attraverso la predisposizione di una serie di misure, che contemplano anzitutto il sostegno finanziario, da rivolgersi in particolare alle famiglie vulnerabili e alle persone in condizioni di povertà energetica o che vivono in alloggi di edilizia popolare.
  Fa anche presente, più in generale, che la proposta stabilisce che, per conseguire i più ambiziosi obiettivi di ristrutturazione del parco edilizio europeo, gli Stati membri potranno prevedere incentivi finanziari di varia natura, anche a valere sulle risorse disponibili stabilite a livello dell'Unione europea, quali tra l'altro il Fondo sociale per il clima, il dispositivo per la ripresa e la resilienza e i fondi della politica di coesione (articolo 15).
  Segnala che, tra l'altro, la proposta di rifusione si prefigge di irrobustire ulteriormente gli strumenti informativi sulla prestazione energetica degli edifici. Evidenzia, a tale proposito, che viene anzitutto modificata la disciplina degli attestati di prestazione energetica (articoli da 16 a 19), che dovranno specificare la classe di prestazione energetica dell'edificio su una scala chiusa che utilizzerà soltanto le lettere da A a G, dove la lettera A corrisponderà agli edifici a emissioni zero e la lettera G al 15 per cento degli edifici con le prestazioni peggiori del parco immobiliare nazionale al momento dell'introduzione della scala stessa. La validità massima dell'attestato verrà ridotta da dieci a cinque anni, salvo che per gli edifici con classe di prestazione energetica A, B o C, per i quali la validità massima dell'attestato resterà pari a dieci anni, come attualmente previsto. L'attestato di prestazione energetica verrà esteso agli edifici in fase di ristrutturazione importante, agli edifici per i quali si rinnova il contratto di locazione e a tutti gli edifici pubblici, oltre che agli edifici offerti in vendita o in affitto.Pag. 108
  Segnala che vengono, inoltre, introdotti i passaporti di ristrutturazione (articolo 10), al fine di consentire ai proprietari degli edifici di pianificare una ristrutturazione a tappe, sulla base di criteri che saranno sviluppati dalla Commissione europea entro la fine del 2023.
  Evidenzia che un altro obiettivo perseguito dalla proposta è quello di favorire il phase out dei combustibili fossili dagli edifici. A tale riguardo viene, anzitutto, introdotta una chiara base giuridica per i divieti nazionali relativi alle caldaie alimentate da combustibili fossili, consentendo agli Stati membri di stabilire requisiti per i generatori di calore relativi alle emissioni di gas a effetto serra o al tipo di combustibile utilizzato, a condizione, però, che tali requisiti non costituiscano un ostacolo ingiustificato al mercato (articolo 11). La proposta peraltro stabilisce che, al più tardi dal 1° gennaio 2027, gli Stati membri non potranno più offrire incentivi finanziari per l'installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili, ad eccezione di quelle selezionate per gli investimenti prima del 2027 (articolo 15).
  Fa poi presente che le modifiche apportate dall'articolo 12 sono finalizzate a promuovere ulteriormente la realizzazione di infrastrutture utili allo sviluppo della mobilità sostenibile, rafforzando i requisiti attualmente previsti. In sostanza, con riferimento sia agli edifici nuovi che a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, la proposta rafforza la diffusione di punti di ricarica e di posti bici, nonché l'installazione del pre-cablaggio per ogni posto auto, al fine di creare le condizioni per una rapida installazione di punti di ricarica, se e quando necessari.
  Rileva che ulteriori disposizioni sono volte a rafforzare il mercato dei servizi per l'edilizia intelligente (articoli 13 e 14), nonché a garantire la qualità e l'affidabilità delle ristrutturazioni o dei nuovi lavori di costruzione attraverso sistemi di ispezione o misure alternative (articoli 20, 22 e 24).
  Fa presente che varie disposizioni della direttiva attribuiscono alla Commissione europea il potere di adottare atti delegati per un periodo di tempo indeterminato a decorrere dalla sua entrata in vigore. Osserva che il conferimento di tale potere dovrebbe essere valutato alla luce delle disposizioni del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea che, per un verso, demandano agli atti delegati la modifica di determinati «elementi non essenziali» di un provvedimento legislativo e, per l'altro, rimettono agli atti legislativi deleganti la delimitazione esplicita anche della durata del conferimento della delega stessa.
  Segnala, infine, che il 18 maggio 2022 la Commissione europea ha presentato il piano REPowerEU come risposta alle difficoltà e alle perturbazioni del mercato mondiale dell'energia causate dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Tra le iniziative incluse nel piano rientra anche una proposta di modifica alla direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, che introduce ulteriori obblighi in capo agli Stati membri al fine di promuovere l'installazione di impianti fotovoltaici.
  Conclude evidenziando che la proposta di direttiva in esame introduce innovazioni di assoluta rilevanza, che dovranno essere attentamente valutate dalla X Commissione attività produttive nel corso dell'istruttoria, al fine di adottare un documento conclusivo nell'ambito del dialogo politico con le istituzioni dell'Unione europea. In tal senso riterrebbe opportuno svolgere un breve ciclo di audizioni, di cui si riserva di avanzare richiesta in sede di ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, per approfondire le problematiche della proposta all'esame.

  Martina NARDI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 25 maggio 2022.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.55 alle 14.05.

Pag. 109

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 25 maggio 2022. — Presidenza della presidente Martina NARDI, indi del vicepresidente Andrea GIARRIZZO. – Interviene, in videoconferenza, la sottosegretaria per la transizione ecologica Vannia Gava.

  La seduta comincia alle 14.20.

  Martina NARDI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

5-08159 Chiazzese: Sull'erogazione dei contributi per l'installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici effettuata da professionisti.

  Giuseppe CHIAZZESE (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.

  La sottosegretaria Vannia GAVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Giuseppe CHIAZZESE (M5S), replicando, osserva come nella risposta del Governo non venga indicata in alcun modo una data certa per l'operatività della piattaforma tramite la quale presentare le istanze di cui all'interrogazione in titolo. Evidenzia che in tal modo si blocca tutto il settore industriale delle colonnine di ricarica che, rimarca, vengono prodotte in Italia da aziende italiane. È invece dell'avviso che questo sia un settore dell'automotive su cui si debba puntare con più decisione.
  Osserva, peraltro, che vi sono forze di Governo che sembrano lontane dall'avere sensibilità sulla tematica in questione; intende riferirsi, in particolare, alla Lega che pure ricopre, attraverso suoi esponenti, importanti incarichi in questi ambiti di competenze e che invece preferisce perseguire politiche di incentivazione dell'automotive in altri termini, non sempre efficaci. Sottolinea, al contrario, che recenti studi pongono in evidenza come il futuro dell'automotive e della mobilità sia costituito dal passaggio all'elettrico. Rimarca tuttavia che per raggiungere velocemente questi obiettivi è necessario che i consumatori possano fare affidamento su un sistema di ricarica delle auto elettriche accessibile ed efficiente, elemento che condiziona inevitabilmente la scelta di passare all'auto elettrica.
  Conclude osservando che al momento, purtroppo, il settore relativo alla produzione e all'installazione delle colonnine di ricarica non è messo in condizione di operare in un quadro di riferimento chiaro, ciò che blocca ogni sviluppo del settore.

5-08160 Squeri: Iniziative di competenza per consentire ai fornitori di gas di fronteggiare più equamente la volatilità dei prezzi di acquisto rispetto a quelli di vendita anche introducendo, in specie, una variabile legata alla volatilità dei prezzi nelle forniture del servizio energia alle Pubbliche Amministrazioni.

  Catia POLIDORI (FI) nella sua qualità di cofirmataria, rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

  La sottosegretaria Vannia GAVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Catia POLIDORI (FI), replicando, ringrazia la sottosegretaria per l'esaustiva risposta fornita. Ritiene peraltro opportuno raccomandare l'adozione di un indice di riferimento per il prezzo dell'energia a livello di Unione europea al fine di minimizzare, se non di eliminare, un problema che esiste e che attualmente rappresenta un peso non indifferente.

5-08161 De Toma: Sull'estensione delle procedute autorizzative semplificate a tutti gli impianti di rigassificazione esistenti e sul rafforzamento della capacità estrattiva di gas sul territorio nazionale.

  Massimiliano DE TOMA (FDI) illustra l'interrogazione in titolo osservando altresì che la tematica in questione dovrebbe unire le forze politiche e spingerle ad effettuare ogni sforzo al fine di trovare efficaci soluzioni a favore del Paese.

Pag. 110

  La sottosegretaria Vannia GAVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Massimiliano DE TOMA (FDI), replicando, prende atto della risposta del Governo ritenendo tuttavia opportuno che venga posta particolare attenzione su almeno due tra gli aspetti evocati.
  Il primo riguarda quanto in ultimo menzionato nella risposta della sottosegretaria e cioè che il GSE stipuli dei contratti di acquisto a lungo termine in quanto ciò è da considerare un bene per la stabilità del sistema produttivo italiano.
  Il secondo riguarda l'estensione delle semplificazioni autorizzative anche agli impianti di rigassificazione esistenti, il cui aumento di capacità di rigassificazione, secondo la risposta del Governo, recherebbe un contributo aggiuntivo minimo alle esigenze nazionali. In tal senso fa invece presente che le capacità del rigassificatore di Rovigo, per fare un esempio, potrebbero essere aumentata nel breve periodo per un volume di 2 miliardi di metri cubi di gas, con la possibilità di un ulteriore aumento di 2 miliardi e mezzo nel medio-lungo periodo, ciò che, è dell'avviso, rappresenterebbe un contributo di non poco momento. Osserva che valutazioni simili possono essere fatte anche relativamente al rigassificatore di Panigaglia e Livorno e che quindi i citati rigassificatori potrebbero fornire, in tale momento congiunturale, un importante apporto di gas nel breve e, soprattutto, nel medio-lungo periodo, contribuendo in modo decisivo ai fabbisogni energetici nazionali e, in particolare, rappresentare un fattore di stabilità.

5-08162 Vallascas: Ulteriori iniziative di competenza volte alla piena operatività della normativa UE in materia di fonti rinnovabili.

  Andrea VALLASCAS (MISTO-A) illustra l'interrogazione in titolo.

  La sottosegretaria Vannia GAVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Andrea VALLASCAS (MISTO-A), replicando, si ritiene insoddisfatto della risposta del Governo.
  Osserva preliminarmente come, nell'attuale contesto, l'individuazione preventiva delle aree idonee e non idonee all'installazione degli impianti delle rinnovabili acquisti un ruolo fondamentale. Ricorda che la Direttiva RED 2 aveva già fissato al 30 giugno dell'anno scorso il termine entro il quale gli Stati membri avrebbero dovuto fare una valutazione complessiva del potenziale dell'energia da fonti rinnovabili, compresa anche un'analisi spaziale con l'individuazione di queste aree, mentre il Governo, in sede di recepimento della direttiva, si è preso un ampio margine di tempo, 180 giorni, per individuare i criteri, a cui seguiranno altri 180 giorni, per consentire alle regioni di individuare le aree idonee e non idonee: evidenzia quindi che, considerata la data di entrata in vigore del decreto, la scadenza per la mappatura delle aree idonee è fissata, praticamente, a fine 2022. Ritiene che tale lasso di tempo sia troppo ampio e costituisca un ritardo che non fa bene né alla transizione energetica né allo sviluppo del settore, costretto ad operare in un clima di incertezza normativa che non favorisce gli ingenti investimenti necessari.
  Rileva, inoltre, che non c'è soltanto la necessità di definire le aree sulla terraferma e che l'Italia è inadempiente anche per quanto riguarda la direttiva 2014/89/CE che fissava al 31 marzo 2021 il termine per adottare i Piani di gestione dello spazio marittimo.
  Osserva poi che nelle more, in assenza di una regolamentazione complessiva, il Governo ha proceduto con criteri discutibili e attraverso decretazione d'urgenza a indicare alcune aree, peraltro in modo a volte confuso se non eccentrico. Ricorda in tal senso l'indicazione di siti dove sono già presenti impianti, di aree oggetto di bonifica, di miniere e cave abbandonate e, aspetto che ritiene del tutto incomprensibile e controverso, anche di aree delle Ferrovie dello Stato, con il possibile paradosso, osserva, che adesso, tra le aree idonee per legge, ci sono anche quelle libere della stazione San Pietro di Roma, dove si potrebbe piazzare Pag. 111una torre eolica più alta del «cupolone». Rammenta poi che nuove aeree sono individuate anche dal decreto aiuti.
  Conclude sottolineando che tale modo di operare è inaccettabile, anche perché ritiene sia accompagnato da un altro elemento negativo, ampiamente utilizzato da questo Governo: la semplificazione, interpretata, però, come deregolamentazione.

5-08163 Benamati: Sul sostegno del MITE ai programmi di ricerca e sviluppo sui sistemi di energia nucleare di nuova concezione e tecnologia.

  Gianluca BENAMATI (PD), intervenendo da remoto, illustra l'interrogazione in titolo ricordando, altresì, l'ingente volume di investimenti previsti nel prossimo futuro finalizzati a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e sottolineando come sia inevitabile che, per rispondere alle esigenze energetiche future, si dovrà ricorrere a diversi sistemi di produzione energetica tra loro concorrenti.

  La sottosegretaria Vannia GAVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Gianluca BENAMATI (PD), replicando da remoto, ringrazia la sottosegretaria per la lunga e articolata risposta che ritiene soddisfacente per come il Governo mostri di sapere – nonché di volere – distinguere i diversi ambiti di produzione energetica e per come, altresì, si interroghi circa le prospettive energetiche future e sulla necessità di ricorrere a diverse tecnologie di produzione tra loro anche concorrenti.
  Valuta favorevolmente, in particolare, quanto evidenziato relativamente al reattore DTT (Divertor Tokamak Test facility) che, ricorda, fu portato in Italia per iniziativa del Parlamento. Accoglie parimenti con favore quanto riferito sulla realizzazione del reattore ITER che ritiene importante anche se, per il momento, costituisce un esperimento volto a dimostrare la fattibilità e la convenienza della produzione di energia da fusione nucleare e quindi che ci sarà poi bisogno, eventualmente, di sviluppare la tecnologia idonea. Tuttavia è dell'avviso che ciò rappresenti un elemento molto importante per le prospettive e per il futuro del Paese.

  Andrea GIARRIZZO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.