CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 maggio 2022
801.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 24 maggio 2022.

Audizione informale, in videoconferenza, del Presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, e del Segretario della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCEO), Roberto Monaco, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3591, di conversione del decreto-legge n. 41 del 2022, recante Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione da tenersi nell'anno 2022, nonché per l'applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 12.30 alle 12.55.

Audizione informale, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Unione delle Province d'Italia, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3591, di conversione del decreto-legge n. 41 del 2022, recante Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione da tenersi nell'anno 2022, nonché per l'applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 13 alle 13.15.

Audizione informale, in videoconferenza, di rappresentanti di Rete voto sano da lontano, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3591, di conversione del decreto-legge n. 41 del 2022, recante Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione da tenersi nell'anno 2022, nonché per l'applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 14.25.

Audizione informale, in videoconferenza, di Michele Schiavone, Segretario generale del Consiglio generale degli italiani all'estero, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3591, di conversione del decreto-legge n. 41 del 2022, recante Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione da tenersi nell'anno 2022, nonché per l'applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.25 alle 14.45.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 24 maggio 2022. — Presidenza del vicepresidente Fausto RACITI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.45.

Delega al Governo in materia di contratti pubblici.
Emendamenti C. 3514-A Governo, approvato dal Senato, e abb.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  La Comitato inizia l'esame degli emendamenti riferiti al provvedimento.

  Fausto RACITI, presidente, rileva come il Comitato permanente per i pareri sia chiamato a esaminare, ai fini del parere all'Assemblea, il fascicolo n. 1 degli emendamenti presentati al disegno di legge C. 3514-A, approvato dal Senato, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici.

  Simona BORDONALI (LEGA), relatrice, rileva come gli emendamenti trasmessi non presentino profili problematici per quanto riguarda il riparto di competenze legislative tra Stato e Regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: propone pertanto di esprimere su di essi nulla osta.

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  Il Comitato approva la proposta di parere della relatrice.

Delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288.
Emendamenti C. 3475-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  La Comitato inizia l'esame degli emendamenti riferiti al provvedimento.

  Fausto RACITI, presidente, rileva come il Comitato permanente per i pareri sia chiamato a esaminare, ai fini del parere all'Assemblea, il fascicolo n. 1 degli emendamenti presentati al disegno di legge C. 3475-A, recante delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288.

  Marco DI MAIO (IV), relatore, rileva come gli emendamenti trasmessi non presentino profili problematici per quanto riguarda il riparto di competenze legislative tra Stato e Regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: propone pertanto di esprimere su di essi nulla osta.

  Il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE REFERENTE

  Martedì 24 maggio 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.50.

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Testo unificato C. 105 Boldrini, C. 194 Fitzgerald Nissoli, C. 221 La Marca, C. 222 La Marca, C. 717 Polverini, C. 920 Orfini, C. 2269 Siragusa, C. 2981 Sangregorio e C. 3511 Ungaro.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 18 maggio 2022.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che l'esame delle proposte emendative continuerà a partire dall'emendamento Bordonali 1.75.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), illustrando l'emendamento Bordonali 1.75, di cui è cofirmatario, rileva come esso sia volto ad aggiungere un ulteriore requisito per il riconoscimento della cittadinanza, vale a dire il conseguimento della licenza media e del diploma della scuola secondaria di secondo grado con il massimo dei voti.
  Sottolinea come tale proposta emendativa, al di là della sua formulazione letterale, che può essere suscettibile di modifiche, in particolare laddove fa riferimento al massimo dei voti, intenda costituire un'occasione di approfondimento e di discussione. Osserva, infatti, come il dibattito si sia finora concentrato sulle aspettative e sulle esigenze degli stranieri che aspirano ad ottenere la cittadinanza, trascurando il punto di vista della comunità di cui i predetti stranieri entrerebbero a far parte con il conseguimento della cittadinanza medesima. Ritiene al riguardo che la comunità nazionale abbia il diritto di scegliere coloro i quali siano destinati a farne parte come cittadini e come vada condotta una riflessione sulla necessità di garantire l'esercizio di tale diritto di scelta mediante la previsione di criteri ulteriori, in quanto non è accettabile che il riconoscimento della cittadinanza derivi da un mero automatismo.
  Sottolinea quindi come l'emendamento in esame sia volto, a tal fine, a prevedere il ricorso a un criterio meritocratico.
  Ribadisce inoltre il proprio stupore, già manifestato in precedenti occasioni, per il fatto che venga data priorità a un provvedimento, quello in esame, sul cosiddetto «ius scholae» rispetto ad altre questioni che, a suo avviso, rivestono una gravità e Pag. 15un'urgenza ben maggiori, e ribadisce, altresì, il giudizio fortemente negativo della propria parte politica sulla riforma in esame, in quanto si tratta di un intervento inutile, dannoso e pericoloso, che peraltro rischia di esacerbare ulteriormente i rapporti tra le forze politiche.
  Sottolinea nuovamente come la comunità nazionale abbia il diritto di esercitare una scelta e richiama, al riguardo, talune affermazioni dell'allora Arcivescovo di Bologna, cardinale Biffi, il quale sosteneva l'opportunità di accogliere in via preferenziale gli stranieri di religione cattolica.
  Richiama, inoltre, l'attenzione sull'esigenza, alla quale si ispirano talune ulteriori proposte emendative del suo gruppo che saranno esaminate successivamente, che sia accertata l'effettività della frequenza dei percorsi formativi, ricordando come, purtroppo, i percorsi scolastici non offrano di per sé adeguate garanzie di un'effettiva integrazione. Osserva, infatti, come, specialmente nelle realtà urbane, gli stranieri non frequentino di fatto cittadini italiani al di fuori dell'ambito scolastico.
  Alla luce di tali considerazioni raccomanda l'approvazione dell'emendamento in esame, ribadendo come esso sia volto a stimolare una riflessione sulla necessità di prevedere criteri più stringenti per il riconoscimento della cittadinanza.

  Andrea GIORGIS (PD), in riferimento alle affermazioni del deputato Iezzi, osserva come esse confermino che l'attuale maggioranza di Governo sia da considerarsi del tutto eccezionale e che tra il Partito democratico e la Lega non possa esservi alcun percorso politico comune, trattandosi di forze politiche che esprimono una visione antitetica della società e dei diritti. Sottolinea come ciò spieghi il momento di difficoltà che sta vivendo il Governo anche nell'adozione di provvedimenti del tutto ragionevoli, volti a introdurre elementi di equità in taluni settori e a contrastare le disuguaglianze.
  Dopo aver osservato come l'emendamento 1.75, qualora lo si consideri seriamente, dovrebbe portare a ritenere di dover revocare la cittadinanza italiana a coloro che non conseguono la licenza e il diploma con il massimo dei voti, rileva come non possa essere giustificata alcuna discriminazione nell'accesso ai diritti fondamentali nei confronti di chi risieda legalmente nel territorio nazionale, mentre altra cosa è la possibilità di prevedere requisiti per l'ammissione nel territorio medesimo, nel rispetto della Costituzione, e in particolare del diritto d'asilo riconosciuto dall'articolo 10, terzo comma, della Carta costituzionale, tenendo peraltro conto del fatto che, in molti casi, gli ingressi sul territorio nazionale derivano dalla necessità di manodopera.
  Giudica pertanto non congrua la citazione, fatta dal deputato Iezzi, delle affermazioni del cardinale Biffi, il quale per l'appunto si riferiva alla possibilità di regolare gli ingressi nel territorio nazionale, e ribadisce come, una volta che gli stranieri siano ammessi a risiedere nel Paese, non sia ammissibile alcuna discriminazione nei loro confronti.
  Rivendica quindi la battaglia politica nella quale si è impegnato il Partito democratico sui temi oggetto del provvedimento in esame, e sottolinea come tale impegno sia volto a far sì che il nostro Paese sia più vicino agli ordinamenti moderni che agli ordinamenti feudali. Ricorda, infatti, come un principio fondamentale degli ordinamenti moderni, affermato con la Rivoluzione francese, sia quello per cui tutti coloro che vivono in un determinato territorio, indipendentemente dalla loro condizione, siano soggetti alla stessa legge e titolari dei medesimi diritti e doveri, e come tale principio fondamentale rischi di essere messo in discussione dai fenomeni migratori.
  Osserva come l'attuazione concreta di tale principio risponda non soltanto a esigenze di giustizia, ma anche di coesione sociale e come, dunque, attuare tale principio con riferimento al riconoscimento della cittadinanza sia non soltanto giusto, ma anche utile, in quanto lo straniero al quale sia riconosciuta la cittadinanza è più probabile che sia portato a prendersi cura della comunità della quale è entrato a far parte.
  Rileva inoltre come il rispetto del principio pluralistico consenta di valorizzare le differenze,Pag. 16 facendo in modo che esse concorrano all'interesse generale, e dichiara di sentirsi personalmente ferito dall'idea opposta, di separazione e divisione, rilevando come tali politiche di separazione e divisione non soltanto non rispondano a un'idea di giustizia, ma neppure a un'esigenza pratica di sviluppo, coesione, crescita e sicurezza.

  Simona BORDONALI (LEGA) condivide le considerazioni svolte dal deputato Giorgis solo a proposito della netta differenza tra le posizioni del Partito democratico e quelle della Lega, rivendicando la specifica visione del suo gruppo, il quale propone, infatti, orgogliosamente, di collegare il riconoscimento della cittadinanza ad un effettivo percorso di integrazione, piuttosto che proporre di regalarla o di riconoscerla in modo automatico, come vorrebbero invece i partiti di sinistra.
  Ricorda che l'attuale maggioranza si è formata in condizioni del tutto peculiari, per sostenere un Governo di emergenza nazionale, al fine di superare la crisi pandemica e affrontarne le conseguenze economiche, non essendo legata da alcun programma politico.
  Considera pertanto strumentale continuare a parlare dei diritti dei minori stranieri, che ritiene non siano messi in alcun modo in discussione nel territorio italiano, nei loro aspetti fondamentali, visto che il mancato riconoscimento della cittadinanza inciderebbe su limitate e specifiche prerogative, sulle quali basterebbe intervenire con provvedimenti mirati.
  Fa inoltre notare come la rilevante platea dei possibili beneficiari del provvedimento in esame – circa un milione di minori stranieri – dimostri in realtà che la questione della cittadinanza non è un'effettiva emergenza, sottolineando, inoltre, come, nonostante la legge vigente già consenta ai genitori dei minori stranieri di conseguirla dopo 10 anni di residenza, questi non la richiedano, non facendola conseguire anche ai propri figli, in quanto non interessati a tale status. Osserva, piuttosto, che l'approvazione del provvedimento in esame rischierebbe di determinare l'effetto paradossale per cui i minori stranieri conseguirebbero la cittadinanza a differenza dei propri genitori.
  Illustrando quindi il suo emendamento 1.75, ne raccomanda l'approvazione, facendo notare come esso miri a introdurre criteri premiali, in vista del riconoscimento di una cittadinanza, intesa come tappa finale di un percorso volto all'accettazione di valori condivisi.

  Francesco FORCINITI (MISTO-A) preannuncia il suo voto contrario sull'emendamento Bordonali 1.75, ritenendo che esso richieda requisiti eccessivi per il riconoscimento della cittadinanza. Dopo aver ricordato di aver proposto sul punto proposte di modifica più ragionevoli, che individuavano flessibili soluzioni di mediazione, ritiene che sia in corso un dibattito rigido e fittizio tra schieramenti radicati su motivazioni ideologiche contrapposte, che rischia di tenere il Parlamento in ostaggio, costretto ad esaminare provvedimenti propagandistici, senza alcuna speranza di approvarli, piuttosto che occuparsi di altre prioritarie questioni, come ad esempio la legge elettorale, resa necessaria a seguito della riforma costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari, o altri importanti provvedimenti, come quello sul conflitto d'interessi.
  Entrando più nel merito della questione in discussione, osserva, peraltro, come gli stessi gruppi che sostengono il provvedimento in esame manifestano un'eccessiva chiusura al confronto, non comprendendo come si possa negare le ragioni di chi propone che lo ius scholae sia riconosciuto, non automaticamente, ma in presenza di effettivi requisiti, quali il completamento con esito favorevole dei cicli scolastici – come da lui proposto – facendo notare che, altrimenti, tanto varrebbe prevedere l'introduzione dello ius soli, rispetto al quale, peraltro, non manifesterebbe contrarietà a priori.
  Ritiene pertanto che i gruppi di maggioranza – a suo avviso tenuti insieme soltanto dal Presidente del Consiglio Draghi, dal quale risultano sostanzialmente commissariati – dovrebbero recedere da tale falsa contrapposizione e liberare il Paese e il Parlamento, consentendo ai cittadini di tornare a votare.

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  Laura RAVETTO (LEGA) dichiara anzitutto di condividere molte delle considerazioni svolte dal deputato Forciniti, fatta eccezione per il riferimento da lui compiuto alla legge elettorale, che ritiene non possa essere considerata una priorità per il Paese, e sulle considerazioni da lui svolte in relazione alla natura del dibattito in corso, che ella ritiene, invece, sia utile e caratterizzato da un confronto vero sul merito delle questioni in gioco vero, come testimoniato dalla natura dell'intervento del deputato Giorgis.
  Ritiene che sia scorretto portare avanti proposte di legge – come quella in esame – a fini propagandistici, senza alcuna speranza di condurle a compimento, alimentando in tal modo divisioni inevitabili, considerati i motivi emergenziali che hanno tenuto unita l'attuale maggioranza di Governo. Fa notare, peraltro, come il suo gruppo, a differenza di altri, si astenga dal perseguire obiettivi politici particolarmente divisivi, come, ad esempio, potrebbero essere quelli connessi alla reintroduzione delle disposizioni recate dai decreti sicurezza elaborati dal precedente Ministro dell'interno.
  Ritiene quindi pretestuoso continuare a parlare di una presunta stretta correlazione tra la cittadinanza e i diritti fondamentali, che, invece, a suo avviso, non sono in alcun modo messi in discussione nel nostro ordinamento. Si dichiara fiera di far parte della Lega che – a differenza del Partito democratico, a suo avviso, sempre più distante dalle masse e chiuso in sterili elaborazioni intellettuali – si fa portavoce delle esigenze del popolo, rivendicando, con forza, la necessità di affrontare seriamente questioni come quella dell'immigrazione e dell'integrazione degli stranieri, attraverso la definizione di regole chiare, poste a tutela sia di un più equilibrato e sostenibile stato sociale, a garanzia di migliori servizi resi alla collettività – ad esempio nel settore del trasporto pubblico locale o della sanità – sia a tutela di una maggiore sicurezza.

  Emanuele PRISCO (FDI) osserva preliminarmente come, essendo finalmente cessato lo stato di emergenza derivante dal COVID-19, sia a questo punto da ritenersi prossima e auspicabile anche la conclusione dell'attuale esperienza di Governo, che in ogni caso non potrà protrarsi oltre le prossime elezioni politiche, le quali, stando al dettato della Costituzione, non potranno fortunatamente avere luogo oltre il 28 maggio 2023.
  Con riferimento al provvedimento in esame, nega l'assunto secondo il quale gli stranieri presenti nel nostro Paese siano vittime di discriminazioni, osservando come chiunque risieda regolarmente in Italia goda dello stesso trattamento dei cittadini italiani e come sia comunque riconosciuto a tutti coloro che si trovino nel territorio nazionale, come è doveroso che sia, l'accesso ai diritti fondamentali, fra cui l'istruzione, l'assistenza sanitaria e lo sport. Osserva come il provvedimento in esame si occupi di tutt'altro, vale a dire dell'introduzione di una deroga al principio generale, sancito dalla legge vigente, per il quale la concessione della cittadinanza ha luogo in presenza di determinati specifici requisiti, fra cui la residenza legale nel territorio nazionale per almeno dieci anni.
  Stigmatizza il fatto che il provvedimento, volto a introdurre il cosiddetto «ius culturae», o «ius soli» mascherato, sia considerato una priorità, nel momento in cui il Governo e la maggioranza danneggiano, con le norme contenute nel disegno di legge sulla concorrenza, le numerose imprese italiane che gestiscono gli stabilimenti balneari.
  Osserva quindi come l'intervento legislativo in esame delinei la concessione di una sorta di cittadinanza «ottriata», in un'ottica compatibile con una visione antecedente alla Rivoluzione francese, cui pure ha fatto riferimento il deputato Giorgis, mentre, al contrario, la cittadinanza dovrebbe essere riconosciuta a chi manifesti una chiara e determinata volontà in tal senso e dimostri di essersi integrato anche attraverso la proficua frequenza di un percorso scolastico.
  In tale ottica dichiara, a nome del suo gruppo, di condividere l'emendamento 1.75, indipendentemente dalla sua formulazione letterale che, nella parte in cui fa riferimento al conseguimento del titolo di studio Pag. 18con il massimo dei voti, potrebbe essere suscettibile di riconsiderazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Bordonali 1.75.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, in considerazione dell'imminente avvio delle votazioni in Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.45.