CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 26 aprile 2022
784.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 26 aprile 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il Sottosegretario di Stato per l'Interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.25.

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Testo unificato C. 105 Boldrini, C. 194 Fitzgerald Nissoli, C. 221 La Marca, C. 222 La Marca, C. 717 Polverini, C. 920 Orfini, C. 2269 Siragusa, C. 2981 Sangregorio e C. 3511 Ungaro.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 aprile 2022.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, ricorda che l'esame delle proposte emendative continuerà a partire dall'emendamento Meloni 1.18.
  Comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Augusta MONTARULI (FDI), illustra l'emendamento Meloni 1.18, che prevede la possibilità di acquisire la cittadinanza da parte del minore straniero nato in Italia o che vi abbia fatto ingresso nei primi anni di vita e comunque fino al dodicesimo anno.
  Sottolineando le differenze proposte dall'emendamento all'esame rispetto alla formulazione del testo base, rileva, in primo luogo, come l'emendamento definisca in termini più puntuali gli elementi per l'acquisizione della cittadinanza, richiedendo la frequenza regolare di almeno due cicli scolastici, oltre a qualificare in termini più specifici il requisito della frequenza scolastica.Pag. 7
  Inoltre, la proposta emendativa prevede che sia il minore a chiedere la cittadinanza mediante dichiarazione di volontà dinanzi all'Ufficiale dello stato civile al compimento del diciottesimo anno d'età, ritenendo che subordinare l'acquisizione della cittadinanza a una dichiarazione di volontà da parte del minore stesso possa aiutarlo a decidere di aderire alla comunità nazionale con la necessaria consapevolezza.
  Rammenta infatti come la consapevolezza richiesta per valutare questa scelta sia ancor più necessario laddove l'acquisto della cittadinanza italiana possa implicare – tra le varie conseguenze normative – anche la perdita della cittadinanza di origine.
  Infine, rileva come la proposta emendativa preveda espressamente l'esclusione dell'applicazione del requisito reddituale per chi volesse ottenere la cittadinanza valendosi delle norme che sarebbero introdotte dall'emendamento stesso.
  Fa quindi notare come tale emendamento sia coerente con l'esigenza di conferire la cittadinanza al compimento di percorso di integrazione e quindi si differenzi dal testo base che considera un tentativo di introdurre uno ius soli mascherato.
  Osserva pertanto, in conclusione, come l'emendamento Meloni 1.18 intervenga sul merito delle questioni in discussione, al pari di tutti gli altri emendamenti del suo gruppo, il quale non ha presentato emendamenti meramente ostruzionistici, e proponga una formulazione alternativa rispetto al testo base elaborato dal relatore, che risulta a suo giudizio più completa e precisa rispetto a quest'ultimo.
  Ritiene quindi fondamentale comprendere la posizione dei gruppi di maggioranza rispetto a tale proposta, anche al fine di capire quale siano la reale ratio dell'intervento legislativo e le prospettive di esame del provvedimento.

  Laura RAVETTO (LEGA), esprime il sostegno del suo gruppo all'emendamento Meloni 1.18 e ricorda che i deputati della Lega hanno proposto altri emendamenti simili sul tema dei cicli scolastici.
  Nel far presente come il Governo si sia rimesso alla Commissione sulla proposta emendativa in esame, diversamente dal parere contrario del Relatore, sottolinea come tale divergenza lasci intravedere la presenza di elementi di merito che dovrebbero essere valutati con attenzione da tutti i gruppi.
  Segnala quindi come l'emendamento presenti alcuni aspetti volti a introdurre fattori di garanzia per i minori. In particolare, rileva come, cambiando la disciplina sulla cittadinanza secondo quanto proposto dall'emendamento in esame, si possano aiutare i minori a conseguire un percorso di integrazione effettivo e si introduca, altresì, un incentivo per ridurre l'alto tasso di abbandono scolastico che interessa i minori privi della cittadinanza italiana.
  Ritiene al riguardo particolarmente rilevante – in qualità di responsabile per le pari opportunità del suo partito – che, introducendo l'obbligatorietà della frequenza dei due cicli scolastici tra i requisiti per l'acquisto della cittadinanza, si possa evitare che molte bambine di famiglie immigrate siano sottratte all'istruzione scolastica, a causa di interpretazioni di regole e tradizioni di derivazione religiosa diffuse tra alcune comunità di fede islamica. In tale contesto sottolinea come la frequenza dei cicli scolastici sia l'elemento cruciale del percorso di integrazione e possa in tal senso contrastare l'emergere delle condizioni che finora hanno condotto a casi di induzione al matrimonio e di violenza psicologica contro la libera scelta delle bambine e delle giovani donne immigrate che vogliano integrarsi nella cultura italiana.

  Il Sottosegretario Ivan SCALFAROTTO, intervenendo per chiarire la valutazione da lui espressa sull'emendamento in esame, segnala come, anche sull'emendamento Meloni 1.18, il Governo abbia ritenuto di esprimersi considerando esclusivamente i problemi tecnici posti dalla formulazione dell'emendamento stesso.
  Al riguardo, richiamando il significato delle nozioni normative relative al primo e al secondo ciclo scolastico, rileva come il primo si articoli in un corso di istruzione primaria, della durata di cinque anni, e in Pag. 8un corso di istruzione secondaria di primo grado, della durata di tre anni, per una durata complessiva di 8 anni, mentre il secondo ciclo sia costituito da un corso di istruzione secondaria di primo grado, della durata di cinque anni, ovvero da corsi di formazione professionale, di competenza regionale, della durata di tre o quatto anni.
  Fa quindi presente come la formulazione proposta dall'emendamento in esame creerebbe problemi applicativi, perché richiede, al contempo, che chi chiede la cittadinanza debba avere almeno raggiunto i diciotto anni, frequentato regolarmente due cicli scolastici e essere entrato in Italia entro il compimento del dodicesimo anno di età. Evidenzia come, stabilendo tali requisiti, la formulazione del testo non consentirebbe di rispettare la tempistica prevista dallo stesso provvedimento, risultando dunque quantomeno equivoca e fonte di dubbi interpretativi, con il concreto rischio di determinare notevole contenzioso in merito.
  Alla luce di tali considerazioni di carattere tecnico-normativo, muta dunque la valutazione espressa sulla proposta emendativa, sulla quale si era in precedenza rimesso alla Commissione, invitando al ritiro dell'emendamento 1.18.

  Laura RAVETTO (LEGA) intervenendo sull'ordine dei lavori, considera improprio l'intervento del Sottosegretario, segnalando come il gruppo della Lega conosca la definizione dei cicli scolastici da lui esposta e non abbia infatti indicato, nelle sue proposte emendative, il termine di diciotto anni per la presentazione della richiesta di cittadinanza.
  Osserva quindi come spetti al gruppo di Fratelli d'Italia valutare eventuali modifiche alla formulazione dell'emendamento volte a superare le problematiche segnalate dal Sottosegretario, ritenendo che, in tal caso, il Governo dovrebbe rimettersi alla Commissione.

  Matteo MAURI (PD), dopo aver ringraziato il rappresentante del Governo per i chiarimenti offerti alla Commissione, sottolinea i problemi posti dall'emendamento Meloni 1.18.
  In primo luogo, segnala come sussista un problema logico relativo all'applicazione della norma, facendo notare come l'approvazione dell'emendamento, richiedendo la frequenza scolastica per una durata fino a 13 tredici anni, renderebbe impossibile ottenere la cittadinanza per chiunque non sia nato in Italia o non sia arrivato prima del compimento del dodicesimo anno di età.
  In secondo luogo, a suo avviso, si pone un problema di merito politico, in quanto è necessario approvare una legge che migliori la disciplina vigente e non peggiori le norme già in vigore. Segnala, in particolare, come l'emendamento in esame renda impossibile l'acquisto della cittadinanza proprio per i minori che sarebbero invece i principali destinatari dell'intervento legislativo.
  Infine, pur condividendo le dichiarazioni della deputata Ravetto sulla necessità di risolvere i problemi attinenti alla questione di genere, osserva come dalla proposta emendativa in esame possano derivare effetti opposti rispetto a quelli auspicati dalla stessa deputata. Evidenzia, infatti, come le norme vigenti vincolino l'acquisto della cittadinanza, tra l'altro, ad un requisito reddituale e come solo l'approvazione della proposta di legge in esame potrebbe sottrarre le giovani donne dal condizionamento, anche sotto questo profilo, delle famiglie di origine, permettendo loro di richiedere la cittadinanza anche senza godere di alcun sostegno economico. Ritiene che, al contrario di quanto affermato dai deputati del gruppo della Lega e dai deputati di Fratelli d'Italia, il testo base vada nella direzione di favorire l'emancipazione delle giovani donne e l'integrazione dei minori, offrendo un'ulteriore opportunità a molti giovani che oggi sono privi della possibilità di acquisire la cittadinanza.
  Nel rilevare come le obiezioni espresse finora rispetto al testo non siano apprezzabili, ritiene che la regolare frequenza di uno o più cicli scolastici per cinque anni ponga le condizioni per acquisire la cittadinanza, mentre sarebbe improprio chiedere un determinato livello di rendimento Pag. 9scolastico, atteso che tale frequenza consente al minore di maturare un'esperienza adeguata rispetto all'attribuzione della cittadinanza.

  Annagrazia CALABRIA (FI), rivolgendosi alla deputata Montaruli, ritiene necessario che essa chiarisca il significato lessicale di alcune espressioni recate dall'emendamento Meloni 1.18, laddove si fa riferimento alla frequentazione di almeno due cicli scolastici, tenuto conto che, così come formulata, una simile disposizione potrebbe risultare di fatto inapplicabile, considerato che l'ingresso in Italia potrebbe avvenire entro il dodicesimo anno di età.
  Dopo aver rilevato come il suo gruppo abbia presentato una proposta emendativa che richiede la conclusione positiva del primo ciclo di istruzione primaria, ritiene opportuno, anche alla luce dei chiarimenti offerti dal rappresentante del Governo, fare chiarezza su tale aspetto, al fine di elaborare un provvedimento che sia inequivocabilmente interpretabile.
  Nel rilevare come gli obiettivi della valorizzazione dei percorsi scolastici e dell'integrazione dei minori stranieri non possano che essere condivisi da tutti i gruppi, ritiene infatti necessario che si giunga a soluzioni normative il più possibile efficaci e condivise.
  In risposta a talune considerazioni svolte dal deputato Mauri, rispetto all'automaticità dell'acquisto della cittadinanza, osserva che il testo in esame, come attualmente formulato, non appare chiaro relativamente a tale aspetto, tanto che il suo gruppo ha presentato degli emendamenti che fanno riferimento a «possibilità e facoltà», proprio al fine di evitare forme di automatismo.

  Simona BORDONALI (LEGA), nel ringraziare il rappresentante del Governo per il suo intervento, osserva come le delucidazioni da lui fornite non siano risultate utili per il gruppo della Lega – che era già consapevole di tali questioni – ma allo stesso Esecutivo, al fine di maturare altri orientamenti, tanto che lo stesso Sottosegretario è infatti giunto, sulla base di tale nuova consapevolezza, a modificare il parere precedentemente espresso.
  Fa quindi presente di condividere pienamente le finalità dell'emendamento Meloni 1.18, a prescindere dalle eventuali problematiche di natura tecnica richiamate, in quanto esso subordina l'acquisto della cittadinanza al compimento di un percorso di effettiva integrazione. Dopo aver ricordato che i genitori dei minori dopo 10 anni di residenza ininterrotta in Italia possono richiedere la cittadinanza, facendola acquistare di conseguenza anche ai propri figli, fa notare, dunque, come anche oggi, in base alla normativa vigente, i minori stranieri possano diventare cittadini italiani prima del compimento dei 18 anni.
  Quanto alle questioni sollevate in relazione alle questioni di emancipazione delle minori straniere, osserva come il provvedimento in esame non recherebbe alcun beneficio, dal momento che l'acquisto della cittadinanza dipenderebbe sempre dalle decisioni dei genitori. Ribadisce inoltre come in Italia non esista alcuna emergenza in materia di cittadinanza, atteso che il nostro Paese è tra i primi a livello europeo a concederla e che nell'ordinamento italiano i minori stranieri godono degli stessi diritti fondamentali degli altri minori.
  Fa quindi notare come alcuni gruppi intendano evidentemente facilitare l'acquisto della cittadinanza per meri fini elettorali, avendo come obiettivo reale quello di riconoscere la cittadinanza ai genitori dei minori.
  Ritiene invece necessario soffermarsi sulle reali problematiche che incontrano i minori stranieri nei loro percorsi d'integrazione, eliminando tutti quegli ostacoli che ne rallentano la stessa integrazione, in relazione alla conoscenza della lingua e alla partecipazione nelle scuole.
  Dopo aver rilevato che appare giusto richiedere la verifica della sussistenza di effettivi elementi di integrazione, ad esempio richiedendo il completamento di un ciclo scolastico di 8 anni, preannuncia il voto a favore sull'emendamento Meloni 1.18.
  Fa notare, peraltro, come non necessariamente il completamento di due cicli scolastici corrisponderebbe al compimento della Pag. 10maggiore età, dal momento che la scelta di certi percorsi di istruzione di carattere tecnico, di durata triennale o quadriennale, comporterebbe la loro conclusione prima della maggiore età. Ritiene, in conclusione, che sia sbagliato riconoscere la cittadinanza nei termini previsti dal provvedimento, considerato che vi sono altre emergenze che il Governo dovrebbe affrontare.

  Gianni TONELLI (LEGA) rivolgendosi al deputato Mauri, non ritiene corretto confrontarsi con gli altri in un dibattito con lo spirito di chi si sente depositario della verità, in tal modo svilendo i ragionamenti svolti da altri interlocutori.
  Dichiara quindi di non condividere il provvedimento in esame, dal momento che non si richiede la sussistenza di validi requisiti che certifichino la reale integrazione nel Paese di un minore straniero. Fa infatti notare che il testo, così come formulato, rende eccessivamente agevole l'acquisto della cittadinanza, dal momento che qualsiasi minore, legalmente residente nel nostro Paese, dopo aver frequentato qualsiasi corso d'istruzione, anche di breve durata, ad esempio online o addirittura in un istituto penitenziario, nel caso estremo di un minore che sia addirittura risultato autore di atti criminali – circostanza che è avvenuta proprio recentemente e che è stata ripresa dagli organi di informazione – potrebbe acquistare tale cittadinanza.
  Ritiene inoltre che non vi sia alcuna urgenza di intervenire in questa materia, dal momento che il numero di naturalizzazioni negli ultimi 10 anni in Italia è stato pari a 1.800.000, risultando il nostro Paese tra i primi in Europa in tale ambito. Ritiene paradossale che siano proprio i gruppi di sinistra – all'interno dei quali vi sono anche alcuni intellettuali saccenti che, in occasione delle elezioni politiche del 2018, espressero seri dubbi sulla capacità di voto di alcuni elettori che sostennero il centrodestra – elaborino ora un provvedimento che non preveda serie forme di verifica prima di riconoscere il diritto al voto degli stranieri.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, pur comprendendo la passione politica che anima gli oratori, invita a svolgere gli interventi con toni più pacati.

  Laura BOLDRINI (PD) rileva preliminarmente come la legge sulla cittadinanza vigente nel nostro Paese sia da considerarsi superata e preveda requisiti particolarmente stringenti rispetto alla legislazione vigente negli altri Paesi membri dell'Unione europea.
  Osserva come l'intervento sulla legge sulla cittadinanza proposto con il provvedimento in esame sia di portata estremamente modesta, essendo circoscritto all'aspetto relativo al riconoscimento della cittadinanza ai minori stranieri.
  Dopo aver rilevato di ritenere necessario un intervento complessivo sull'intera legge attualmente vigente, sottolinea quindi come il provvedimento in esame si limiti a prevedere il riconoscimento della cittadinanza ai minori in presenza di requisiti ben precisi, quali l'ingresso nel territorio nazionale entro il compimento del dodicesimo anno di età, la residenza legale ininterrotta nel territorio nazionale e la frequenza di uno o più cicli scolastici per almeno cinque anni. Rileva inoltre come non sia previsto alcun automatismo, in quanto per l'acquisto della cittadinanza è richiesta un'esplicita dichiarazione di volontà.
  Segnala come la ratio del provvedimento in esame sia quella di offrire ai minori stranieri la prospettiva di far parte di una comunità e di favorire la loro partecipazione alla vita della comunità stessa, rimuovendo le disparità di trattamento attualmente esistenti rispetto ai minori cittadini italiani.
  Contesta, infatti, l'affermazione secondo la quale non esisterebbe alcuna disparità di trattamento rispetto ai minori italiani e cita, al riguardo, il fatto che, in occasione delle gite scolastiche, l'accesso gratuito ai musei è circoscritto ai soli minori comunitari, la partecipazione al programma «Erasmus», anch'esso possibile solo per i cittadini comunitari, e l'accesso ai concorsi pubblici, riservato attualmente esclusivamente ai cittadini di Stati membri dell'Unione europea.Pag. 11
  Ritiene quindi che affermare che non vi sia alcuna disparità di trattamento fra minori stranieri e minori cittadini italiani significhi non tenere conto della realtà e non cogliere l'occasione del dibattito sul provvedimento in esame per un arricchimento reciproco, al fine di individuare miglioramenti condivisi del testo.

  Flavio DI MURO (LEGA) dichiara il voto favorevole sull'emendamento Meloni 1.18 e osserva come l'originaria posizione del rappresentante del Governo, che si era rimesso alla Commissione avrebbe potuto costituire un'occasione di riflessione, per valutare eventuali modifiche condivise al testo.
  Ribadisce quindi la contrarietà del suo gruppo al provvedimento nel suo complesso, richiamando al riguardo le argomentazioni ampiamente svolte nel corso del dibattito, ed esprime rammarico per il fatto che il deputato Mauri abbia ritenuto che tali argomentazioni non siano state espresse in modo esaustivo e convincente. Preannuncia, dunque, che, a fronte di tali affermazioni del deputato Mauri, gli interventi dei deputati del suo gruppo verranno svolti in modo molto più ampio e frequente di quanto non fosse stato programmato.
  Venendo al contenuto dell'emendamento Meloni 1.18, sottolinea come esso sia volto a intervenire su una parte di essenziale rilevanza del provvedimento in esame e si associa all'intervento, a suo avviso moderato e di buon senso, del deputato Tonelli (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ricorda come il deputato Tonelli abbia rivestito un ruolo importante di rappresentanza sindacale delle forze di polizia e come, pertanto, le osservazioni da lui svolte circa il rischio di concedere la cittadinanza a minori stranieri che abbiano commesso gravi reati vadano attentamente considerate.
  Sottolinea come il provvedimento in esame non offra alcuna garanzia per quanto concerne i percorsi formativi richiesti per l'acquisto della cittadinanza, sia sotto il profilo dell'effettività di tali percorsi, sia sotto quello della verifica della conoscenza e della condivisione da parte dei richiedenti delle regole poste alla base della convivenza civile nel nostro Paese. Denuncia quindi il rischio che una politica di accoglienza che non sia accompagnata dalla rigorosa verifica della condivisione, da parte degli stranieri, dei valori fondanti della comunità nazionale, comporti gravi problemi sociali e di ordine pubblico e come sia pertanto necessario evitare l'adozione di provvedimenti che costituiscano un incentivo all'ingresso indiscriminato nel nostro Paese.
  Contesta inoltre le affermazioni della deputata Boldrini, rilevando come talune sue obiezioni possano essere risolte semplicemente modificando le normative che regolano l'accesso ai musei e la partecipazione al programma «Erasmus» e sottolineando come l'asserzione secondo la quale la vigente legge sulla cittadinanza preveda requisiti molto stringenti sia del tutto infondata. Osserva come qualsiasi forma di discriminazione non possa che essere condannata ma rileva come il provvedimento in esame non abbia alcuna attinenza con tale profilo.
  Esprime, quindi apprezzamento e rispetto per il modo in cui il Presidente Brescia svolge il suo ruolo, anche alla luce di talune dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Presidente medesimo sul provvedimento in esame.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, dichiara di nutrire nei confronti del deputato Di Muro il medesimo rispetto da lui manifestato nei suoi confronti.

  Edoardo ZIELLO (LEGA) giudica inaccettabili il tono ironico del Presidente e le modalità con le quali il Presidente medesimo conduce i lavori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, invita il deputato Ziello a svolgere l'intervento sull'emendamento Meloni 1.18.

  Edoardo ZIELLO (LEGA) rileva come le sue precedenti affermazioni siano state rese a titolo di richiamo al regolamento.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, rileva come il deputato Ziello non Pag. 12abbia chiesto di intervenire per richiamo al regolamento.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), intervenendo sull'emendamento Meloni 1.18, osserva come esso sia volto a delineare un percorso premiale per la concessione della cittadinanza e rileva come non vi sia, a suo avviso, alcuna necessità di ampliare i requisiti per il riconoscimento della cittadinanza. Osserva come, contrariamente a quanto affermato dalla deputata Boldrini, a livello locale i cittadini di Paesi terzi possano partecipare ai concorsi pubblici e come, per quanto riguarda la partecipazione dei minori alle gite scolastiche in relazione alla gratuità dell'accesso ai musei, i contributi per le gite scolastiche siano erogati alla classe nel suo complesso e non ai singoli studenti.
  Sottolinea l'inopportunità di proseguire l'esame di provvedimenti così divisivi e osserva come l'esame in Assemblea sarà diretto dal Presidente e dai Vicepresidenti della Camera con imparzialità e rigore, e, dunque, con modalità ben diverse da quelle utilizzate dal Presidente Brescia.
  Ricorda quindi come l'Italia sia fra i Paesi dell'Unione europea che concedono il maggior numero di cittadinanze e come il provvedimento in esame rischi di inviare un messaggio inquietante e di favorire gli ingressi illegali, in particolare dall'Africa e dal Medio Oriente, determinando una situazione particolarmente pericolosa nell'attuale contesto geopolitico. Osserva infatti come l'incremento degli ingressi illegali ai livelli raggiunti nel 2016 e nel 2017 determinerebbe l'incapacità del sistema di integrazione di farvi fronte, favorendo la marginalità e la criminalità e determinando situazioni critiche in particolare nelle grandi città, molte delle quali sono peraltro amministrate dal Partito democratico, i cui rappresentanti parlamentari sembrano aver perso il contatto con la realtà.

  Emanuele PRISCO (FDI) rileva come l'intervento del deputato Mauri, seppure non condivisibile dal suo punto di vista, abbia avuto il merito, con la sua chiarezza, di palesare l'estrema rilevanza del provvedimento in esame.
  Ricorda quindi come l'Italia sia, a seconda degli anni presi a riferimento, il primo o il secondo Paese dell'Unione europea per numero di cittadinanze concesse e come ciò dimostri che la vigente legge sulla cittadinanza risponda in modo adeguato alle esigenze di riconoscimento della cittadinanza agli stranieri residenti in Italia.
  Ritiene inoltre che il riconoscimento della cittadinanza debba costituire non un punto di partenza bensì un punto di arrivo e che la cittadinanza debba essere meritata, a fronte della condivisione di un patrimonio di valori, tradizioni e identità. Reputa, ad esempio, inaccettabile che la cittadinanza possa essere riconosciuta a chi sia fautore della poligamia o della discriminazione nei confronti delle donne.
  Osserva quindi come l'emendamento 1.18 risponda allo scopo di richiedere lo svolgimento di percorsi formativi attraverso i quali possa essere effettivamente verificata l'integrazione del richiedente, in presenza della quale l'emendamento medesimo prevede peraltro una deroga al requisito reddituale.
  Contesta inoltre il fatto che i cittadini stranieri siano discriminati nell'accesso ai luoghi della cultura, osservando semmai come discriminazioni in tale ambito siano state previste per i cittadini italiani con l'introduzione dell'obbligo del green pass, e rileva come i requisiti di accesso al progetto «Erasmus» siano definiti non a livello nazionale bensì dalla normativa dell'Unione europea.
  Ribadisce infine la disponibilità del suo gruppo al confronto sul provvedimento in esame, giudicando tuttavia imprescindibile che la richiesta di cittadinanza sia avanzata esclusivamente dall'interessato maggiorenne e che si tenga conto della necessità che la cittadinanza sia meritata sulla base della condivisione dei valori fondanti della nostra comunità nazionale.

  La Commissione respinge l'emendamento Meloni 1.18.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, in considerazione dell'imminente avvioPag. 13 delle votazioni in Assemblea, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani.

  La seduta termina alle 16.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 26 aprile 2022. — Presidenza del presidente Alberto STEFANI.

  La seduta comincia alle 19.15.

Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale.
Emendamenti C. 1870 e abb.-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti riferiti al provvedimento.

  Alberto STEFANI, presidente, rileva come il Comitato permanente per i pareri sia chiamato a esaminare, ai fini del parere all'Assemblea, il fascicolo n. 3 degli emendamenti presentati alla proposta di legge C. 1870 e abb.-A, recante disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale.

  Simona BORDONALI (LEGA), relatrice, rileva come gli emendamenti trasmessi non presentino profili problematici per quanto riguarda il riparto di competenze legislative tra Stato e Regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: propone pertanto di esprimere su di essi nulla osta.

  Il Comitato approva la proposta di parere.

  La seduta termina alle 19.20.