CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 aprile 2022
782.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 12

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 20 aprile 2022. — Presidenza del vicepresidente Fausto RACITI.

  La seduta comincia alle 14.05.

Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.
Emendamenti C. 2681-A e abb.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti riferiti al provvedimento.

Pag. 13

  Fausto RACITI, presidente, rileva come il Comitato permanente per i pareri sia chiamato a esaminare, ai fini del parere all'Assemblea, il fascicolo n. 1 degli emendamenti, nonché l'emendamento 12.310 Vitiello, presentati al disegno di legge C. 2681-A e abb., recante deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.

  Valentina CORNELI (M5S), relatrice, rileva come gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1 degli emendamenti, nonché l'emendamento 12.310 Vitiello, non presentino profili problematici per quanto riguarda il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: pertanto propone di esprimere su di essi nulla osta.

  Il Comitato approva la proposta di parere.

Modifiche all'articolo 7 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di termini per la presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e del disegno di legge del bilancio dello Stato alle Camere.
C. 3437.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

  Fausto RACITI, presidente, rileva come il Comitato permanente per i pareri sia chiamato ad esaminare, ai fini del parere alla V Commissione Bilancio, la proposta di legge C. 3437 Melilli, recante modifiche all'articolo 7 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di termini per la presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e del disegno di legge del bilancio dello Stato alle Camere, come risultante dagli emendamenti approvati in sede referente.

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, illustra il contenuto del provvedimento, che si compone di due articoli, rilevando come esso modifichi la legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica), incidendo sulla tempistica del ciclo della programmazione di bilancio nazionale.
  L'articolo 1, comma 1, lettera a), modifica l'articolo 7, comma 2, della richiamata legge n. 196 del 2009, per anticipare i termini entro i quali il Governo deve presentare alle Camere la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) e il disegno di legge di bilancio. In dettaglio:

    la lettera a), n. 1, come modificata nel corso dell'esame in sede referente, prevede che la data entro la quale il Governo deve presentare la Nota di aggiornamento del DEF sia anticipata dal 27 al 25 settembre di ciascun anno (il testo originario del provvedimento prevedeva il 20 settembre);

    la lettera a), n. 2 – disposizione anch'essa modificata in sede referente – prevede che la data entro la quale il Governo deve presentare il disegno di legge di bilancio sia anticipata dal 20 al 15 ottobre di ciascun anno (il testo originario prevedeva il 10 ottobre).

  Il comma 1, lettera b), aggiunge, al medesimo all'articolo 7 della legge n. 196 del 2009, un nuovo comma 3-bis, al fine di introdurre l'obbligo per il Presidente del Consiglio dei ministri, in caso di mancata presentazione del disegno di legge del bilancio entro il 15 ottobre da parte del Governo, di riferire tempestivamente alle Camere sulle cause che hanno determinato il mancato rispetto del termine, fornendo al riguardo adeguate informazioni.
  L'articolo 2 prevede l'entrata in vigore del provvedimento il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  Richiamando quanto espresso nella relazione illustrativa della proposta di legge, Pag. 14sottolinea come dal 2016, in ragione del differimento del termine di presentazione del disegno di legge di bilancio e dei ritardi verificatisi nel suo rispetto, sia stato progressivamente eroso il tempo dedicato all'esame parlamentare del disegno di legge in seconda lettura. La proposta, quindi, intende ovviare a tale situazione anticipando al 25 settembre la data entro la quale il Governo deve presentare la Nota di aggiornamento del DEF e al 15 ottobre di ciascun anno il termine di presentazione del disegno di legge di bilancio.
  Per quanto riguarda il contesto normativo su cui incide l'intervento legislativo, ricorda che, prima dell'entrata in vigore della legge n. 196 del 2009, l'articolo 1-bis della legge 5 agosto 1978, n. 468, come modificato dalla legge 25 giugno 1999, n. 208, prevedeva la presentazione, da parte del Governo, entro il 30 settembre di ciascun anno sia del disegno di legge di bilancio che del disegno di legge finanziaria. Tale termine è stato fissato, dall'articolo 7 della predetta legge n. 196, al 15 ottobre di ciascun anno sia con riguardo al disegno di legge di bilancio sia con riguardo al disegno di legge di stabilità (che ha sostituito la legge finanziaria); il medesimo articolo 7 prevedeva la presentazione di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, entro il termine del 20 settembre di ciascun anno.
  La legge 5 agosto 2016, n. 163, nel prevedere l'accorpamento dei contenuti della legge di bilancio e della legge di stabilità in un unico provvedimento, costituito dalla nuova legge di bilancio, da un lato ha differito dal 20 al 27 settembre il termine per la presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, e, dall'altro, ha differito dal 15 al 20 ottobre il termine, tuttora vigente, per la presentazione del disegno di legge del bilancio dello Stato.
  Per quanto concerne il rispetto degli ambiti di competenza legislativa costituzionalmente definiti, segnala come il provvedimento sia riconducibile alla materia «sistema contabile dello Stato» che, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, è attribuita alla potestà esclusiva esercitata dallo Stato.
  Quanto al rispetto delle altre disposizioni costituzionali, ricorda che l'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, modificato dalla legge costituzionale n. 1 del 2012, prevede che le Camere approvino ogni anno, con legge, il bilancio presentato dal Governo.
  Evidenzia quindi come la Costituzione non indichi il termine di presentazione del relativo disegno di legge. Il sesto comma del medesimo articolo 81 invece rinvia ad una legge da approvarsi a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera la disciplina del contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l'equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni.
  Successivamente, la legge 24 dicembre 2012, n. 243, approvata a maggioranza assoluta da ciascuna Camera, ha dato attuazione al richiamato articolo 81, sesto comma, della Costituzione, ma non ha modificato l'articolo 7 della legge n. 196, né reca disposizioni circa i termini di presentazione della NADEF e del disegno di legge di bilancio; l'articolo 15, comma 10, della citata legge n. 243, rinvia infatti ad un successivo intervento legislativo la disciplina delle modalità di attuazione del contenuto della legge di bilancio.
  Rammenta come gli attuali termini previsti all'articolo 7 della citata legge di contabilità e finanza pubblica per la presentazione della NADEF e del disegno di legge di bilancio sono stati da ultimo modificati dalla legge n. 163 del 2016, recante modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell'articolo 15 della legge n. 243 del 2012.
  Sottolinea quindi come l'intento del provvedimento in esame sia quello di sottrarre la legge di bilancio alla logica del monocameralismo di fatto che si è imposta negli ultimi anni e ritiene pertanto che il provvedimento medesimo possa ottenere anche il consenso dell'opposizione.Pag. 15
  Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Augusta MONTARULI (FDI) condivide la considerazione espressa dal relatore, ma dichiara l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere da lui formulata.

  Il Comitato approva la proposta di parere formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.10.

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 20 aprile 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.10.

Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021.
Doc. CCLXIII, n. 1.
(Seguito esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 19 aprile 2022.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice, rileva come siano in corso interlocuzioni con il Governo al fine di pervenire a una riformulazione della risoluzione condivisa sia dal Governo sia dalla relatrice e come il Governo abbia rappresentato l'esigenza di disporre di un ulteriore lasso di tempo per i necessari approfondimenti.
  Chiede, pertanto, il rinvio del seguito dell'esame ad altra seduta, auspicando che l'esame possa concludersi già nella giornata di domani e rilevando come, qualora ciò non fosse possibile, esso potrebbe essere rinviato alla prossima settimana.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta che sarà convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 14.15.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 20 aprile 2022. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.15.

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Testo unificato C. 105 Boldrini, C. 194 Fitzgerald Nissoli, C. 221 La Marca, C. 222 La Marca, C. 717 Polverini, C. 920 Orfini, C. 2269 Siragusa, C. 2981 Sangregorio e C. 3511 Ungaro.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 19 aprile 2022.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che l'esame delle proposte emendative continuerà a partire dall'emendamento Siragusa 1.6.
  Alla luce della richiesta in tal senso avanzata dai presentatori, accantona gli emendamenti Siragusa 1.6, Ungaro 1.7, Magi 1.8, Marco Di Maio 1.9, La Marca 1.10 e Siragusa 1.11, mentre ricorda che sono già accantonati gli identici emendamenti Siragusa 1.12, Baldino 1.13, Marco Di Maio 1.14 e Ceccanti 1.15.

  Ketty FOGLIANI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede di sospendere la seduta fino alle 14.30, in considerazione del fatto che la convocazione della Commissione è stata anticipata dalle 14.30 alle 14, creando problemi organizzativi ai deputati del suo gruppo.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, rileva come la convocazione della Commissione sia stata anticipata in relazione all'andamento dei lavori dell'Assemblea e Pag. 16come, comunque, la deputata Fogliani possa procedere all'illustrazione del suo emendamento 1.16.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, dichiara di non ricordare casi in cui la convocazione della Commissione sia stata anticipata con un preavviso così breve. Osserva come la Commissione non fosse convocata al termine dei lavori antimeridiani dell'Assemblea, bensì alle 14.30, e come sulla base della convocazione originaria i deputati del suo gruppo abbiano organizzato i propri impegni parlamentari.
  Ritiene che l'anticipazione della convocazione costituisca un atto gravemente scorretto da parte della Presidenza, che non potrà che esasperare i toni della discussione su un argomento che già di per sé è fortemente divisivo. Constata con rammarico il fatto che i dubbi da lui avanzati sull'imparzialità della Presidenza, in relazione a talune dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Presidente Brescia, siano purtroppo confermati dalla decisione di anticipare la convocazione e ribadisce con forza di ritenere tale decisione gravemente scorretta.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, dopo aver rilevato come il deputato Iezzi si sia sfogato, si accinge a comunicare le proprie decisioni sull'organizzazione dei lavori.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) chiede nuovamente di intervenire sull'ordine dei lavori, giudicando inaccettabili le espressioni oltraggiose testé rivoltegli dal Presidente.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che concederà la parola al deputato Iezzi al termine delle comunicazioni che la Presidenza si accinge a rendere.
  Osserva, in primo luogo, come vi siano state numerosissime occasioni in cui l'orario di convocazione delle sedute della Commissione è stato anticipato in relazione all'andamento dei lavori dell'Assemblea, anche al fine di venire incontro alle esigenze organizzative dei deputati, e nega che vi sia stata da parte della Presidenza alcuna intenzione di compiere una scorrettezza.
  Ciò premesso, rileva comunque di non avere alcuna difficoltà ad accogliere la richiesta di sospendere la seduta fino alle 14.30.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) prende atto della decisione della Presidenza di accogliere la richiesta di sospensione della seduta.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, sospende la seduta fino alle 14.30.

  La seduta, sospesa alle 14.20, è ripresa alle 14.35.

  Ketty FOGLIANI (LEGA) illustrando il suo emendamento 1.16, esprime la netta contrarietà del suo gruppo al provvedimento, proponendo la soppressione di due disposizioni. Pur giudicando il provvedimento in esame inutile e ritenendo opportuno arrestarne l'iter, rileva in subordine la necessità quantomeno di modificarlo, ad esempio laddove si prevede l'età di 12 anni – da lei ritenuta inadeguata – in relazione all'ingresso nel Paese dei minori in vista della cittadinanza, o laddove si prevede un coinvolgimento dei genitori nella decisione della richiesta di cittadinanza, coinvolgimento ritenuto inopportuno dal momento che giudica giusto che la cittadinanza sia richiesta e riconosciuta una volta raggiunta la maggiore età.

  Simona BORDONALI (LEGA) fa notare come il suo gruppo ritenga necessario interrompere l'iter di discussione del provvedimento, sul quale, in alternativa, propone dei decisi interventi di modifica, anche in termini soppressivi.
  Ritiene infatti che il provvedimento sia inutile, dal momento che il minore straniero, a suo avviso, gode degli stessi diritti di quello italiano, osservando che sarebbe più ragionevole soffermarsi su un concetto di cittadinanza sociale e sull'effettiva integrazione degli immigrati. Ciò che differenzia il minore italiano da quello straniero, a suo avviso, non è certo il conseguimento di uno status giuridico,Pag. 17 quanto la sua reale capacità di esercitare i suoi diritti attraverso un'integrazione effettiva nella comunità, ad esempio nella scuola, ove si registrano grandi difficoltà nella conoscenza della lingua e frequenti abbandoni scolastici.
  Dopo aver richiamato l'esempio di altri Paesi, tra i quali cita la Francia, nei quali la maggiore possibilità di conseguire la cittadinanza non si traduce in una migliore integrazione degli stranieri, ritiene necessario dare agli stessi stranieri il segnale chiaro – come fece, a suo tempo, l'ex Ministro Salvini – che nel nostro Paese vi è piena disponibilità ad accogliere, purché si segua un percorso che prevede, oltre ai diritti, l'adempimento di certi doveri. Ritiene dunque giusto accogliere chi realmente ne ha bisogno, come donne e bambini in fuga da territori di guerra, e lavorare per rimuovere gli ostacoli ad una loro reale integrazione, mentre considera demagogico promettere a chiunque di entrare nel Paese e di conseguire facilmente la cittadinanza, in tal modo perseguendo trasversalmente l'obiettivo di una naturalizzazione generalizzata dei genitori dei minori.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), pur ringraziando la Presidenza per aver posticipato l'inizio della discussione sul provvedimento in titolo, stigmatizza l'atteggiamento del Presidente assunto prima della sospensione, facendo notare come lo stesso Presidente dovrebbe rallegrarsi del grado di partecipazione a tale dibattito piuttosto che usare espressioni di disprezzo, con spirito annoiato, verso chi semplicemente esprime il proprio dissenso con interventi legittimi.
  Riprendendo alcune considerazioni da lui svolte nella seduta di ieri, si chiede per quale ragione abbia suscitato tanto clamore e stupore tra alcuni gruppi la circostanza – richiamata dalla presidente dell'associazione «Mamme per la pelle», Gabriella Nobile – che soggetti esterni al Parlamento, tra cui l'avvocato di origini somale Hillary Sedu, avrebbero scritto il testo in esame. Rileva che tale stupore appare particolarmente strano, se si considera che alcuni dei soggetti chiamati in causa, ovvero Hillary Sadu e Gabriella Nobile, hanno di recente partecipato ad un convegno, al quale erano presenti sia il Presidente Brescia sia il deputato Bella.
  Svolgendo altre considerazioni di merito, fa notare come il suo gruppo ritenga inutile il provvedimento in esame, considerando necessario affrontare altre emergenze, come quelle economiche sociali connesse alla recente crisi internazionale, o quantomeno affrontare la questione in discussione in termini pragmatici, ovvero risolvendo le reali problematiche d'integrazione degli stranieri.
  Dopo aver ribadito che i minori stranieri hanno gli stessi diritti di quelli italiani e che l'Italia è tra i primi paesi in Europa per quanto il numero di cittadinanze riconosciute, reputa che il testo in esame celi la demagogia di alcuni gruppi che, con arroganza, mirano ad una estensione generalizzata della cittadinanza a favore dei genitori dei minori, i quali vengono richiamati strumentalmente.

  Cristian INVERNIZZI (LEGA) ribadisce con forza la contrarietà della Lega sul provvedimento in esame, e non certo per insensibilità nei confronti dei minori, né tantomeno per motivazioni di carattere razzista, ma in quanto la Lega ritiene fondamentale che sul tema della cittadinanza vi sia una visione chiara da parte dello Stato, a partire dalla considerazione che la cittadinanza non è un diritto naturale assoluto, bensì un istituto giuridico che non ha nulla a che vedere né con la psicologia né con l'integrazione.
  Osserva come ai minori stranieri non interessi la cittadinanza italiana, bensì la garanzia che abbiano nel nostro Paese gli stessi diritti e le stesse opportunità dei minori italiani. Sottolinea quindi come il tema della cittadinanza sia estraneo alla garanzia dei diritti naturali in favore di tutti i minori presenti nel nostro Paese e osserva come tali diritti siano già garantiti, indipendentemente dalla cittadinanza.
  Ritiene che la concessione della cittadinanza debba giungere all'esito di un percorso che porti un individuo a riconoscersi in una comunità diversa da quella di provenienza e come dunque sia estranea al riconoscimento della cittadinanza la finalità di garantire pari dignità, indipendentementePag. 18 dalla provenienza e dalle origini etniche, in quanto tale pari dignità è già assicurata indipendente dal riconoscimento o meno della cittadinanza.
  Sottolinea come un ostacolo all'integrazione dei minori stranieri che giungono in Italia sia costituito dal fatto che essi non hanno alcuna padronanza della lingua italiana e che, ciò nonostante, essi vengono inseriti in classi scolastiche non adeguate al loro livello di conoscenza linguistica. Ritiene pertanto al riguardo che una soluzione pragmatica possa essere costituita dalla previsione di «classi ponte», ma ricorda come a fronte di tale proposta vi sia stata una sorta di sollevazione mossa dall'accusa, infondata e strumentale, di mirare a una ghettizzazione.
  Rammenta quindi come nel nostro Paese l'integrazione non venga promossa e perseguita dal Governo centrale bensì dagli enti locali, e cita quale modello positivo di integrazione quello del Veneto, vale a dire una regione amministrata dal centrodestra, in particolare dalla Lega, nell'ambito del quale è stata data una risposta chiara, da parte degli enti locali, nonché del sistema produttivo, che è in grado di rispondere alla richiesta di lavoro proveniente dagli stranieri, assicurando ai medesimi la possibilità di soddisfare i loro bisogni e di mantenere le loro famiglie.
  Ribadisce come la concessione della cittadinanza debba essere considerata come l'esito di un percorso di integrazione e non come il suo inizio, preannunciando che la Lega continuerà ad opporsi fermamente al provvedimento in esame e stigmatizzando il fatto che tale contrarietà negli ambienti «mainstream» sia considerata la manifestazione di un atteggiamento xenofobo se non addirittura razzista. Osserva, peraltro, come molto difficilmente l'iter del provvedimento in esame si concluderà positivamente, e ricorda come nella precedente Legislatura la maggioranza di allora, pur disponendo sulla carta del necessario sostegno parlamentare, abbia rinunciato ad approvare un provvedimento analogo.
  Rileva come il problema dell'accoglienza dei minori non accompagnati non possa essere scaricato, anche dal punto di vista economico, soltanto sugli enti locali e sottolinea nuovamente come sia pregiudiziale rispetto a qualsiasi percorso di integrazione l'apprendimento della lingua italiana, anche in vista di un futuro percorso di cittadinanza, ribadendo al riguardo come una soluzione ragionevole possa essere rappresentata dalle «classi ponte», le quali consentirebbero di evitare che i minori stranieri siano inseriti in classi frequentate da bambini più piccoli, con i quali peraltro non sono in grado di comunicare, con conseguenti problemi di apprendimento.
  Ribadisce conclusivamente come il provvedimento in esame sia strumentale e inidoneo a risolvere i problemi che si propone di affrontare.

  Laura RAVETTO (LEGA) sottolinea come, per quanto concerne la tutela dei minori, nell'attuale momento dovrebbero essere considerati prioritari gli interventi in favore dei minori provenienti dall'Ucraina, in particolare nell'ottica di favorire il loro ricongiungimento alle famiglie e di evitare il rischio che si perseguano adozioni mascherate.
  Sottolinea inoltre come i dati emersi dalle varie indagini demoscopiche condotte negli ultimi anni evidenzino che il problema della concessione della cittadinanza agli stranieri è avvertito come prioritario esclusivamente dagli elettori del Partito democratico, ma non certo dalla maggioranza degli italiani.
  Osserva altresì come tale tema non sia una priorità neppure per gli stranieri, che già godono pienamente nel nostro Paese della cittadinanza sociale, e come finora non lo sia stato neppure per il gruppo del Movimento 5 Stelle. Ricorda, al riguardo, la posizione di astensione assunta in sede parlamentare dal gruppo del Movimento 5 Stelle sull'analogo provvedimento esaminato nella scorsa Legislatura, motivata proprio sulla base del carattere non prioritario del tema e della necessità di affrontare la questione a livello europeo, nonché le affermazioni rese da Luigi Di Maio nel settembre 2019, il quale dichiarò a sua volta di ritenere che il tema non fosse una priorità.Pag. 19
  Osserva come effettivamente l'Italia sia, dopo la Germania, il Paese europeo che concede il maggior numero di cittadinanze ma sottolinea anche come l'Italia e la Germania prevedano requisiti stringenti, richiedendo la permanenza rispettivamente per otto e dieci anni nel proprio territorio, mentre i Paesi che prevedono in linea teorica requisiti meno rigorosi praticano una sorta di ostruzionismo burocratico, in virtù del quale la cittadinanza venga concessa in numeri molto più limitati.
  Ritiene quindi che la decisione di portare avanti l'esame di un intervento legislativo così divisivo costituisca una forzatura, che viola il patto di responsabilità e di necessità sottoscritto dalle forze politiche della maggioranza di Governo, e che il provvedimento medesimo risponda essenzialmente a finalità elettorali e identitarie e strumentalizzi tristemente i minori stranieri a tale scopo.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, con riferimento a talune osservazioni della deputata Ravetto, sottolinea come la Commissione stia svolgendo un ciclo di audizioni sul tema, da lei richiamato quale prioritario, della tutela dei minori provenienti dall'Ucraina.

  Laura RAVETTO (LEGA) fa presente di essere a conoscenza di quanto riferito dal Presidente Brescia e osserva come comunque la Commissione si stia dedicando di fatto in modo prioritario all'esame del provvedimento sulla cittadinanza che, a suo avviso, non è meritevole di tale considerazione prioritaria.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, osserva come i provvedimenti da esaminare nell'ambito del calendario dei lavori parlamentari siano definiti dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, e, per quanto riguarda l'Assemblea, dalla Conferenza dei presidenti di Gruppo, con le procedure e le maggioranze stabilite dal Regolamento.

  Augusta MONTARULI (FDI) dopo aver constatato, con rammarico, che non vi è alcuna intenzione, da parte di alcuni gruppi di maggioranza, di confrontarsi con le proposte di modifica avanzata dal gruppo di FdI, invita i proponenti del provvedimento a documentarsi maggiormente, ad esempio recuperando l'interessante articolo di Karima Moual, pubblicato su «La Repubblica», nel quale, essendo richiamate le testimonianze di diversi soggetti immigrati presenti in Italia, emerge chiaramente il dato che la cittadinanza è vissuta come una rivendicazione e una reazione, rispetto ad una situazione di emarginazione sociale, e non certo come il risultato finale di un percorso di integrazione.
  Ritiene dunque sbagliato avviare il dibattito di tali importanti tematiche che riguardano l'integrazione degli immigrati, partendo dalla questione della cittadinanza, essendo più corretto, a suo avviso, affrontare previamente le altre questioni di disagio sociale e di discriminazione connesse all'immigrazione.

  Emanuele PRISCO (FDI) intervenendo sull'ordine dei lavori, si chiede se non sia il caso di convocare subito l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di organizzare meglio i lavori della Commissione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, avverte che la riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è già prevista, dopo che saranno conclusi tutti gli interventi degli iscritti a parlare e subito dopo aver votato l'emendamento Fogliani 1.16.

  Gianni TONELLI (LEGA) esprime il proprio rammarico per il fatto che il solo deputato Mauri sia intervenuto a difendere il contenuto del testo in esame, ritenendo che ciò sia la prova che gli stessi gruppi che sostengono il provvedimento non hanno argomenti per replicare alle critiche che gli vengono mosse.
  Ritiene che non vi sia necessità di intervenire su tale materia, considerato che in Italia è esorbitante il numero di naturalizzazioni conseguite dagli stranieri. Considera poi meramente ideologico intervenirePag. 20 nei termini proposti, al solo fine di conseguire un eventuale consenso elettorale, ovvero promettendo una cittadinanza generalizzata, senza alcuna reale verifica circa la sussistenza dei requisiti di integrazione, non preoccupandosi, peraltro, di affrontare le vere cause del disagio sociale degli immigrati.
  Reputa sia giusto riconoscere parità di diritti, ma solo in presenza di una reale volontà di accettare il patrimonio di valori di una comunità. Richiamando la sua esperienza professionale maturata tra le forze dell'ordine, fa presente di avere sperimentato personalmente, come operatore di polizia, il forte disagio sociale vissuto dagli immigrati, facendo notare che alcuni di quelli da lui incontrati in passato durante il suo servizio, pur avendo conseguito la cittadinanza, si trovano ancora nella medesima situazione di emarginazione. Giudica dunque necessario affrontare certe tematiche con spirito pragmatico, evitando interventi demagogici come quello in oggetto, che utilizza il tema dei minori per concedere la cittadinanza a chiunque.

  Edoardo ZIELLO (LEGA) non comprende come sia possibile non condividere alcune proposte emendative di buon senso presentate dal suo gruppo, che prevedono di elevare a dieci anni la durata dei cicli d'istruzione che i minori devono completare in vista della cittadinanza, osservando come i cinque anni previsti dal provvedimento in esame non siano sufficienti per verificare la reale integrazione di uno straniero i Italia.

  La Commissione respinge l'emendamento Fogliani 1.16.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani.

Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di circoscrizioni di decentramento comunale.
C. 1430 Bordonali e C. 2404 Topo.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 22 marzo 2022.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, informa che sono pervenute 7 proposte emendative (vedi allegato 2) alla proposta di legge C. 1430 Bordonali, adottata come testo base, cui è abbinata la proposta di legge C. 2404 Topo.
  Al riguardo ricorda che, con riferimento ai criteri di ammissibilità degli emendamenti riferiti a progetti di legge diversi dai disegni di legge di conversione dei decreti-legge, il Regolamento, con una norma di carattere generale, all'articolo 89 prevede che sono dichiarati inammissibili gli emendamenti relativi «ad argomenti affatto estranei» all'oggetto della discussione. Come precisato nel paragrafo 5.1 della lettera circolare del Presidente della Camera sull'istruttoria legislativa nelle Commissioni del 10 gennaio 1997, si tratta degli emendamenti che «non siano inerenti al contenuto del provvedimento in esame».
  Nel caso specifico, il perimetro dell'intervento legislativo risulta molto circoscritto, essendo definito dal contenuto della proposta di legge C. 1430 Bordonali e della proposta di legge C. 2404 Topo abbinata, le quali afferiscono esclusivamente alla disciplina relativa alla costituzione delle circoscrizioni di decentramento comunale, senza invece incidere su alcun altro aspetto della disciplina degli enti locali, dettata dal Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
  Fa quindi presente che la valutazione circa l'ammissibilità delle proposte emendative è stata svolta dalla Presidenza in coerenza con tale perimetro materiale, a garanzia dell'ordinato e coerente esame dei progetti di legge.
  Sulla scorta di tali criteri, deve pertanto considerarsi inammissibile per estraneità di materia l'emendamento Pastorino 1.6, in quanto riguarda la disciplina dei permessi riconosciuti ai sindaci e agli amministratori degli enti locali, di cui all'articolo 79 del predetto TUEL, materia affatto estranea a quella oggetto del provvedimento.
  Avverte che il termine per la presentazione del ricorso avverso il giudizio di Pag. 21inammissibilità testé pronunciato è fissato alle ore 10 di domani.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 20 aprile 2022.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16 alle 16.10 e dalle 18.20 alle 19.