CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 11 aprile 2022
777.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 11

SEDE REFERENTE

  Lunedì 11 aprile 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 13.20.

Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.
C. 2681 Governo, C. 226 Ceccanti, C. 227 Ceccanti, C. 489 Zanettin, C. 976 Rossello, C. 989 Bartolozzi, C. 1156 Dadone, C. 1919 Colletti, C. 1977 Dadone, C. 2233 Pollastrini, C. 2517 Sisto, C. 2536 Zanettin, C. 2691 Costa e C. 3017 Costa.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 6 aprile 2022.

  Mario PERANTONI , presidente, preliminarmente constata che non vi sono obiezioni alla richiesta pervenuta per le vie brevi di attivazione dell'impianto a circuito chiuso, che quindi dispone.
  Dopo avere dato conto delle sostituzioni pervenute, avverte che prima della seduta: il rappresentante del gruppo Partito DemocraticoPag. 12 ha ritirato tutti gli emendamenti del gruppo riferiti agli articoli da 1 a 11 sui quali i relatori e il Governo hanno espresso parere contrario; l'onorevole Costa ha ritirato tutti gli emendamenti e i subemendamenti a sua prima firma ad eccezione del subemendamento 0.3.34.16 e dell'emendamento 9.1; il rappresentante del gruppo Lega ha ritirato proposte emendative e subemendative Turri 0.2.73.22, Potenti 0.2.73.23 e 0.2.73.24, Potenti 2.18 e 2.19, Morrone 2.21, Potenti 2.20, Bisa 0.3.34.23 e 0.3.34.24, Potenti 0.3.34.20, Potenti 0.4.13.31, Turri 0.4.13.27 e 0.4.13.28, Potenti 0.4.13.32, Paolini 0.7.5.2, Bisa 0.7.5.1, Paolini 0.8.1.4, Potenti 0.9.43.27, Potenti 9.26, Potenti 0.10.24.21, Morrone 10.4, Bisa 0.11.4.1 e 0.11.4.3; l'onorevole D'Orso ha ritirato gli emendamenti a sua prima firma 4.3, 5.2, 5.1, 6.02, 6.03, 7.4, 10.21, 10.22.
  Ricorda inoltre che nella seduta di mercoledì 6 aprile i relatori e il Governo hanno espresso i pareri sulle proposte emendative e subemendative riferite all'articolo 2 e che la Commissione ha esaminato fino all'emendamento Sarti 0.2.73.9, accantonando il subemendamento D'Ettore 0.2.73.61.

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, formula un'ulteriore nuova formulazione del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 (vedi allegato 1), rimasto accantonato nella seduta dello scorso 6 aprile, al fine di consentire al Governo un'ulteriore valutazione alla luce delle criticità rilevate nel corso del dibattito sulla riformulazione proposta dai relatori.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), intervenendo sull'ordine dei lavori, sollecita l'attivazione del circuito chiuso, che non le risulta ancora funzionante, in modo da consentire un'adeguata pubblicità dei lavori della Commissione. In relazione ai ritiri testé annunciati dal presidente, ricorda di aver sottoscritto tutte le proposte emendative segnalate che pertanto dovranno essere esaminate a prescindere dai ritiri.

  Mario PERANTONI, presidente, rileva, a tal proposito, che, secondo la prassi costante, la sottoscrizione fuori termine non conferisce al sottoscrittore le stesse facoltà procedurali della sottoscrizione tempestiva. Nel caso, quindi, di ritiro di una proposta emendativa o subemendativa sottoscritta successivamente da altri deputati, tale proposta potrà continuare ad essere oggetto di esame solo nel caso in cui gli articoli aggiuntivi, gli emendamenti o i subemendamenti siano ritirati nel corso della seduta e il sottoscrittore o altro deputato decida di farli propri e sottoporli alla votazione. Diversamente, nel caso di ritiro prima della seduta, nessun deputato, ivi compreso il sottoscrittore, ha la possibilità di far porre ai voti gli articoli aggiuntivi, gli emendamenti o i subemendamenti ritirati, anche se la sottoscrizione sia già intervenuta.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) fa presente che, proprio in virtù della prassi ricordata dal presidente, ha sottoscritto le proposte emendative segnalate già in occasione della prima seduta dedicata al loro esame. Ricorda a tale proposito che in quell'occasione le era stato consentito di discutere quattro proposte, da lei sottoscritte prima che il primo firmatario ne chiedesse il ritiro. Ritiene, pertanto, che, anche con riferimento alle proposte emendative il cui ritiro è stato testé comunicato dal presidente, la sua sottoscrizione, avvenuta prima della richiesta di ritiro, ne consentirà comunque l'esame e la votazione.

  Mario PERANTONI , presidente, specifica che gli emendamenti della prima seduta cui fa riferimento la deputata Bartolozzi erano stati posti in votazione in quanto ritirati dal presentatore nel corso della seduta e quindi fatti propri dalla stessa deputata. Al contrario, gli emendamenti di cui è stata data testé comunicazione sono stati ritirati prima della seduta dal presentatore e pertanto non possono essere fatti propri e messi in votazione da alcun deputato, ivi compreso il sottoscrittore tardivo. Precisa che, poiché la deputata Bartolozzi ha sottoscritto tutti gli emendamenti dopo che gli stessi erano già stati presentati e depositati, la sua è senza alcun Pag. 13dubbio una sottoscrizione tardiva. Ciò implica che, se i presentatori ritirano gli emendamenti prima che sia iniziata la seduta in cui verranno discussi, il sottoscrittore tardivo non può chiederne la votazione.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) sostiene che la sua sottoscrizione non sia tardiva, poiché intervenuta nella precedente seduta.

  Mario PERANTONI , presidente, conferma che si tratta di sottoscrizione tardiva in quanto successiva al deposito degli emendamenti. Precisa quindi che la sottoscrizione sarebbe stata ugualmente tardiva anche qualora fosse intervenuta prima della seduta.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) ritiene che sulla base del ragionamento del presidente, vi potrebbero essere solo sottoscrizioni tardive, non ravvisando alcun caso in cui la sottoscrizione possa essere tempestiva. Fa notare che presso la Commissione bilancio viene considerata tardiva solo la sottoscrizione che avviene dopo il ritiro dell'emendamento da parte del presentatore. Aggiunge che, d'altra parte, la sottoscrizione può essere effettuata solo nel momento in cui si viene a conoscenza della presentazione di un emendamento attraverso la lettura del relativo fascicolo.

  Enrico COSTA (MISTO-A-+E-RI) chiede se il presentatore di un emendamento debba dare la propria autorizzazione per la sottoscrizione dello stesso da parte di un altro deputato.

  Mario PERANTONI , presidente, ricorda che chi ha interesse a depositare un emendamento ha l'onere di presentarlo tempestivamente e in prima persona entro un dato termine di scadenza. Qualora un altro deputato ritenga meritevole di attenzione il medesimo contenuto, dovrà aggiungere la propria firma entro la scadenza di presentazione degli emendamenti, in tal modo acquisendo la facoltà di incidere sulla gestione dell'emendamento medesimo. Diversamente, si introdurrebbe la possibilità di presentare emendamenti fuori termine senza alcun limite.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) ritiene importante chiarire tale profilo che potrebbe costituire un precedente. Ritiene infatti che è la prima volta che si reputa tardiva una sottoscrizione avvenuta successivamente alla presentazione dell'emendamento. La tardività, a suo avviso, è invece definita in esclusiva relazione al momento del ritiro dell'emendamento da parte del presentatore. Chiede pertanto di poter effettuare un approfondimento e quindi di sospendere la seduta.

  Mario PERANTONI , presidente, ritiene che non sia necessario sospendere stante che quella riportata è una prassi costante e consolidata. Ribadisce che solo in caso di ritiro in corso di seduta il sottoscrittore tardivo, così come qualunque altro componente della Commissione, possa far proprio l'emendamento e farlo mettere in votazione. Diversamente, se l'emendamento viene ritirato prima che abbia inizio la seduta, ciò non potrà avvenire.

  Gianluca VINCI (FDI) chiede di avere qualche precisazione aggiuntiva in merito alla prassi cui il presidente fa riferimento, in particolare attraverso l'indicazione di altri precedenti in merito.

  Mario PERANTONI , presidente, sospende quindi brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13.40, è ripresa alle 13.45.

  Mario PERANTONI , presidente, citando un precedente del 22 luglio 2019, fa notare come, durante la seduta in sede referente delle Commissioni riunite I e II per l'esame del decreto-legge n. 53 del 2019, il presidente della I Commissione avesse chiarito modalità ed effetti delle sottoscrizioni e dei ritiri di emendamenti in Commissione, ricordando che la sottoscrizione di un emendamento non conferisce al sottoscrittore tutte le facoltà riconosciute al primo firmatario del medesimo. In concreto, lo stesso Pag. 14presidente Brescia chiariva che, nel caso di ritiro di emendamenti e di sottoscrizione dell'emendamento da parte di altri deputati, la richiesta di fare proprio e di porre in votazione la proposta emendativa sottoscritta può riguardare soltanto gli emendamenti ritirati nel corso della seduta, mentre il nuovo sottoscrittore non ha la possibilità di porre ai voti emendamenti ritirati prima dell'avvio della seduta, anche se la sottoscrizione sia già intervenuta. Anche alla luce del precedente testé citato, conferma che, secondo la prassi costante, la sottoscrizione fuori termine non conferisce al sottoscrittore le stesse facoltà proprie della sottoscrizione tempestiva. Ribadisce quindi che, nel caso quindi di ritiro di una proposta emendativa o subemendativa sottoscritta successivamente da altri deputati, tale proposta potrà continuare ad essere oggetto di esame solo nel caso in cui gli articoli aggiuntivi, gli emendamenti o i subemendamenti siano ritirati nel corso della seduta e il sottoscrittore o altro deputato decida di farli propri e sottoporli alla votazione. Diversamente, nel caso di ritiro prima della seduta, nessun deputato, ivi compreso il sottoscrittore, ha la possibilità di far porre ai voti gli articoli aggiuntivi, gli emendamenti o i subemendamenti ritirati, anche se la sottoscrizione sia già intervenuta.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) comprende che le questioni sono due e ben distinte: la prima attiene al momento del ritiro degli emendamenti, ovvero se in seduta o fuori seduta. Altra questione è quella che attiene alla tardività della sottoscrizione, che conferisce un potere diverso a chi sottoscrive, rispetto al momento del ritiro. A suo avviso, quindi, il discrimine è il momento del ritiro dell'emendamento. Chiede, pertanto, al presidente che le faccia sapere se la sua sottoscrizione è avvenuta prima o dopo il ritiro degli emendamenti.

  Andrea COLLETTI (MISTO-A), ritiene che un solo precedente non possa costituire una prassi, che si configura solo quando ci sono più decisioni costanti nel tempo. Chiede pertanto se vi siano ulteriori precedenti oltre a quello citato.

  Catello VITIELLO (IV) ritiene che il presidente, mortificando il dibattito parlamentare in Commissione, avvalora un precedente che si appresta a diventare prassi proprio grazie alla sua decisione. Reputa ciò sorprendente considerato che il Presidente rappresenta un Movimento che faceva del dibattito parlamentare il proprio cavallo di battaglia. Fa quindi notare che il suo gruppo intenderebbe discutere gli emendamenti che la deputata Bartolozzi ha sottoscritto, riservandosi la possibilità di votare anche contro. A tale proposito fa notare che, quando si parla di ritiro prima della seduta, non si fa riferimento al ritiro «prima di ogni seduta», perché in tal modo si introdurrebbe un escamotage per superare la sottoscrizione dell'emendamento da parte di altri deputati, in violazione delle regole del diritto parlamentare.

  Alfredo BAZOLI (PD), pur ritenendo legittima una verifica sui precedenti in materia, reputa opportuno non pregiudicare il proseguimento dei lavori accertando in contemporanea la sussistenza di precedenti sulla medesima questione.

  Mario PERANTONI , presidente, riferisce che lo stesso presidente della I Commissione, in occasione della seduta prima ricordata, aveva citato un ulteriore precedente occorso in una seduta del 30 luglio 2015.

  Cosimo Maria FERRI (IV) concorda con il collega Colletti sull'inopportunità di riferirsi a una prassi parlamentare richiamando invece solo un precedente. Rispetto comunque al precedente richiamato dal presidente, sottolinea in particolare la questione delle diverse facoltà procedurali del primo firmatario di un emendamento rispetto ai sottoscrittori tardivi. Ritiene che il tema vada chiarito, perché non può esserci una disparità di trattamento tra un parlamentare e l'altro solo sulla base del momento della sottoscrizione. A suo avvio, il buon senso vorrebbe che i sottoscrittori tardivi non siano soggetti alle decisioni dei primi firmatari. Nell'evidenziare che è in gioco una prassi parlamentari che potrebbe Pag. 15influenzare le regole procedimentali, sulle quali bisogna comunque essere molto garantisti, ritiene preoccupante assegnare esclusivamente al primo firmatario alcuni diritti. A suo avviso, quando un parlamentare chiede di sottoscrivere un emendamento, se ne appropria: quindi, se in seguito ad accordi politici il primo firmatario lo ritira, la sottoscrizione successiva non può essere irrilevante non potendosi disporre del diritto di un parlamentare a sottoscrivere un emendamento. Non condividendo l'orientamento esposto dal presidente, invita ad approfondire la questione mediante la ricerca di altri precedenti in tal senso. Invita quindi il presidente Perantoni a essere imparziale, come ha dichiarato che avrebbe fatto al momento della sua elezione, e a mantenere tutte le regole e le cautele che comunque dovrebbero sempre essere ispirate al buon senso.

  Mario PERANTONI , presidente, ritiene che la questione della sottoscrizione tardiva sia stata sufficientemente discussa ed esaminata. Invita quindi la Commissione a procedere all'esame nel merito degli emendamenti e dei subemendamenti, in particolare all'esame del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13, del quale i relatori hanno presentato un'ulteriore nuova formulazione.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) sottolinea, preliminarmente, di non prestare acquiescenza rispetto alla decisione assunta dal presidente sulla impossibilità di votare le proposte emendative da lei sottoscritte nel corso delle giornate precedenti di cui è stato annunciato il ritiro all'inizio della seduta in corso, preannunciando che continuerà a insistere con la richiesta di rivedere tale decisione. Chiede, quindi, chiarimenti in ordine alla portata della ulteriore nuova formulazione proposta in riferimento al proprio subemendamento 0.1.26.13.

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, precisa che con l'ulteriore nuova riformulazione proposta si estenderebbe l'oggetto della delega anche alla revisione della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati amministrativi e contabili.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) reputa troppo limitato il contenuto della ulteriore nuova formulazione proposta dai relatori, segnalando che occorre promuovere una maggiore uniformità delle giurisdizioni per quanto riguarda la progressione economica, i percorsi di carriera, la valutazione della professionalità e gli incarichi. È necessario, a suo avviso, allineare tutte le magistrature, evitando discriminazioni nei confronti di quella ordinaria. Invita a compiere uno sforzo per rivedere l'attuale impostazione. Sottolineando di non essere disponibile ad accettare una qualsiasi riformulazione pur di intestarsi l'approvazione di un emendamento, rileva che quella ulteriormente proposta appare mortificante per il ruolo che dovrebbe svolgere la politica e dimostra l'assenza di volontà del Governo su una questione delicata. Chiede, pertanto, che il proprio subemendamento sia posto in votazione nel testo originario.

  Andrea COLLETTI (MISTO-A) evidenzia un problema di tecnica legislativa, in quanto le disposizioni che si vogliono introdurre con il subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 andrebbero coordinate con i successivi articoli del provvedimento. Ricorda, infatti, che l'emendamento 4.13 del Governo reca disposizioni relative al collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, senza affrontare il tema di quelli contabili e amministrativi, segnalando, in proposito che il proprio subemendamento 0.4.13.12 reca una disciplina relativa al collocamento fuori ruolo proprio dei magistrati amministrativi. Chiede, pertanto, chiarimenti al riguardo, anche al fine di assumere una decisione sul voto da esprimere sul subemendamento presentato dalla collega Bartolozzi.

  Cosimo Maria FERRI (IV), nell'associarsi alle considerazioni svolte dal collega Colletti, segnala che il gruppo Italia Viva condivide la finalità di equiparare la disciplina dei magistrati ordinari e di quelli amministrativi e contabili. Rileva, però, che Pag. 16il subemendamento presentato dalla collega Bartolozzi ha come finalità principale quella di eliminare il cumulo dei compensi nel caso di collocamento fuori ruolo dei magistrati. Evidenzia che i magistrati che svolgono incarichi apicali di collaborazione diretta presso i ministeri giungono a guadagnare una cifra corrispondente al tetto delle retribuzioni per i dipendenti pubblici introdotto durante il Governo Renzi. In una fase delicata in cui molti esponenti politici, a partire dall'ex Presidente del Consiglio Conte, segnalano l'esigenza di tutelare le famiglie in condizione di difficoltà, ritiene importante dare un segnale nel senso di prevedere che i magistrati fuori ruolo continuino a percepire esclusivamente la retribuzione loro spettante. Osserva, inoltre, che occorre superare una disparità di trattamento all'interno della stessa categoria dei magistrati collocati fuori ruolo. Inoltre, rileva che l'impostazione data dal Governo al progetto di riforma denota la paura di affrontare i nodi più rilevanti. Ribadisce l'obiettivo di rivedere il sistema delle indennità attualmente previsto, segnalando che sarebbe possibile prevederne solo una di entità ridotta, al fine di assicurare parità di condizioni a coloro che si devono trasferire da un'altra regione per lavorare nelle sedi ministeriali, rilevando che in tal modo verrebbe dato maggior valore alla motivazione di singoli piuttosto che alle aspirazioni economiche. Auspica, pertanto, un voto favorevole unanime sul subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 che rappresenterebbe un importante segnale, seppure di natura simbolica, rispetto alla volontà di conseguire obiettivi di risparmio.

  Gianluca VINCI (FDI) ritiene utile chiarire se l'ulteriore nuova proposta di riformulazione del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 sia stata determinata da ragioni di tecnica legislativa o se vi sia una contrarietà all'eliminazione del cumulo dei compensi, precisando che, in tale ultimo caso, non comprenderebbe le motivazioni alla base di tale scelta.

  Roberto TURRI (LEGA) si dichiara d'accordo con il ragionamento svolto dal collega Ferri, segnalando, sulla base della propria esperienza personale, situazioni nelle quali vige il divieto di cumulo dei compensi, ad esempio per amministratori locali che contemporaneamente svolgono un ruolo nei consigli di amministrazione di società regionali. Ritiene quindi opportuno intervenire per superare questa difformità di trattamento che riguarda i magistrati.

  Walter VERINI (PD), relatore, anche a nome dell'altro relatore, il collega Saitta, conferma il parere contrario sul subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 nel testo originario.

  Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO esprime parere conforme a quello dei relatori sul subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 nel testo originario.

  Cosimo Maria FERRI (IV) chiede che si proceda alla votazione del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 con appello nominale.

  Mario PERANTONI , presidente, a seguito della richiesta di approfondimenti sul contenuto del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13, sospende brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 14.30, è ripresa alle 14.40.

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, anche a nome dell'altro relatore, onorevole Verini, chiede l'accantonamento dell'esame del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13.

  Cosimo Maria FERRI (IV) fa notare di aver sottoscritto il subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13.

  Mario PERANTONI , presidente, avverte che si intende accantonato l'esame del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13. Preso quindi atto della difficoltà di svolgere in maniera ordinata i lavori della Commissione, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta che sarà convocata all'esito della riunione dell'Ufficio di Presidenza, integratoPag. 17 dai rappresentanti dei gruppi, che convoca alle ore 15 della giornata odierna, al fine di individuare le modalità più opportune di prosieguo dei lavori.

  La seduta termina alle ore 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Lunedì 11 aprile 2022.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.20.

SEDE REFERENTE

  Lunedì 11 aprile 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 16.40.

Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.
C. 2681 Governo, C. 226 Ceccanti, C. 227 Ceccanti, C. 489 Zanettin, C. 976 Rossello, C. 989 Bartolozzi, C. 1156 Dadone, C. 1919 Colletti, C. 1977 Dadone, C. 2233 Pollastrini, C. 2517 Sisto, C. 2536 Zanettin, C. 2691 Costa e C. 3017 Costa.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Mario PERANTONI , presidente, dà conto delle sostituzioni pervenute. In assenza di obiezioni, dispone che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche attraverso la trasmissione mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Avverte che, a seguito della riunione odierna dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato convenuto di limitare, su ciascun emendamento o subemendamento da votare, il numero degli interventi in uno per gruppo e la loro durata ad un massimo di 3 minuti.
  Avverte altresì che il Gruppo PD prima della seduta ha indicato espressamente i propri emendamenti riferiti agli articoli da 1 a 11 che devono intendersi ritirati: 0.2.73.79 Miceli; 0.2.73.63 Bordo; 0.2.73.78 Miceli; 0.4.13.43 Bordo; 0.6.2.7 Bazoli.
  Avverte altresì che il Movimento5Stelle prima della seduta ha ritirato il subemendamento 0.4.13.13 D'Orso.
  Avverte inoltre che i relatori hanno presentato il subemendamento 0.1.26.15 (vedi allegato 2), che sarà immediatamente posto in votazione in quanto aggiunge le parole «amministrativi e contabili» alla lettera d) dell'emendamento del Governo 1.26, a differenza dell'emendamento Bartolozzi 0.1.26.13 che aggiunge un'ulteriore lettera a tale emendamento.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) fa presente che il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori riproduce esattamente il testo della proposta di riformulazione del subemendamento a sua firma 0.1.26.13, che non è stato ancora posto in votazione.

  Mario PERANTONI , presidente, ribadisce che il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori incide sulla lettera d) dell'emendamento 1.26 del Governo e, pertanto, verrà posto in votazione prima del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 che, nella sua versione originaria, aggiunge un'ulteriore lettera e) all'emendamento del Governo. Rammenta infatti che la collega Bartolozzi non ha accolto la proposta di riformulazione avanzata dai relatori.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) fa presente che il subemendamento a sua firma 0.1.26.13 non è stato posto in votazione in quanto accantonato, su proposta dei relatori, subito prima della conclusione della seduta precedente. Ritiene pertanto che si debba procedere prima alla votazione del suo subemendamento, eventualmente respingendolo, e solo successivamente alla votazione del subemendamento 0.1.26.15 dei relatori.

Pag. 18

  Mario PERANTONI , presidente, ribadisce che, ai fini dell'ordine di votazione delle proposte emendative, si fa riferimento alla partizione del testo cui esse sono riferite. Pertanto il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori, incidendo sulla lettera d) dell'emendamento 1.26 del Governo, verrà posto in votazione prima del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 che, nella sua versione originaria, aggiunge un'ulteriore lettera e) al medesimo emendamento del Governo.

  Andrea COLLETTI (MISTO-A), riproponendo una questione già avanzata nelle sedute precedenti, chiede quale sia l'orientamento dei relatori sull'emendamento 4.13 del Governo e sui relativi subemendamenti, che sono strettamente connessi al tema oggetto del dibattito. Nel rammentare che l'emendamento del Governo aggiunge al testo un nuovo articolo 4-bis relativo al solo collocamento fuori luogo dei magistrati ordinari, ritiene che l'approvazione del subemendamento dei relatori, senza un coerente intervento sul resto del provvedimento, comporti il rischio di un vizio di eccesso di delega. Rammenta infatti che il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori interviene sull'oggetto della delega recato dall'articolo 1, estendendo anche ai magistrati amministrativi e contabili la disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari. Ritenendo più logico che i pareri sulle proposte emendative e subemendative al provvedimento vengano espressi in un'unica soluzione, invece di procedere per singolo articolo, si augura che i relatori vogliano chiarire la problematica appena posta.

  Mario PERANTONI , presidente, constatato che i relatori non intendono intervenire, prima di procedere chiede il parere del rappresentante del Governo sul subemendamento 0.1.26.15 dei relatori.

  Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO esprime parere favorevole sul subemendamento 0.1.26.15 dei relatori.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) ribadisce che i relatori hanno scientemente riprodotto, con il subemendamento 0.26.1.15, la proposta di riformulazione del suo subemendamento 0.1.26.13, nonostante quest'ultimo fosse tuttora accantonato per una ulteriore valutazione. Rileva pertanto la necessità che anche il subemendamento dei relatori sia accantonato, in virtù dell'identità del contenuto, ritenendo che non sia possibile applicare regole diverse. Ritiene quindi che l'accantonamento del subemendamento a sua firma 0.1.26.13 precluda la votazione subemendamento 0.1.26.15 dei relatori.

  Mario PERANTONI , presidente, ricorda alla collega Bartolozzi che non aveva accolto la proposta di riformulazione del suo subemendamento avanzata dai relatori e ora riprodotta nel subemendamento presentato dagli stessi.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) fa notare che il relatore Saitta aveva chiesto l'accantonamento del subemendamento a sua firma 0.1.26.13.

  Mario PERANTONI , presidente ribadisce che la collega Bartolozzi non aveva accolto la proposta di riformulazione avanzata dai relatori.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) fa ripetutamente presente che il presidente sta dichiarando cose false.

  Mario PERANTONI , presidente, nell'invitare la collega Bartolozzi a rivolgersi alla presidenza in modo più rispettoso, fa presente che l'accantonamento ha riguardato il subemendamento a sua firma 0.1.26.13 nella versione originaria.

  Franco VAZIO (PD) precisa che tanto le affermazioni del Presidente quanto quelle della collega Bartolozzi sono rispondenti al vero. Rammenta quindi che la collega Bartolozzi non aveva accolto la proposta di riformulazione del suo subemendamento e che successivamente esso era stato accantonato. D'altra parte, il Presidente ha correttamente precisato che il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori deve essere Pag. 19posto in votazione prima di quello della collega Bartolozzi dal momento che interviene su una lettera dell'emendamento 1.26 del Governo precedente a quella presa in considerazione dal subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13. A tale proposito, fa presente che, una volta posto in votazione il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori, si potrà procedere all'esame e alla votazione del subemendamento della collega Bartolozzi nel testo originario, qualora i relatori ritengano di non mantenere la richiesta di accantonamento.

  Gianluca VINCI (FDI) interviene sull'ordine dei lavori per manifestare la contrarietà di Fratelli d'Italia alla riduzione dei tempi degli interventi, che sono stati limitati a tre minuti per gruppo su ciascuna proposta emendativa o subemendativa. Ritiene tale riduzione ancor più eccessiva nei confronti dell'opposizione, tanto più che si tratta di un provvedimento che si attende da mesi e al quale finora il Governo non ha dato la priorità. La contrarietà di Fratelli d'Italia è rafforzata dal fatto che il contingentamento dei tempi si è reso necessario in conseguenza di interventi di alcuni esponenti della maggioranza che hanno comportato un ritardo nei lavori della Commissione. Ciò premesso, chiede quindi che gli siano concessi i previsti 3 minuti per esprimere le proprie valutazioni sul subemendamento 0.1.26.15 dei relatori.

  Lucia ANNIBALI (IV) chiede se la votazione del subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 sia preclusa dall'eventuale approvazione del subemendamento 0.1.26.15 dei relatori.

  Mario PERANTONI , presidente, ribadisce che il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori incide sulla lettera d) dell'emendamento del Governo mentre il subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 introduce una nuova lettera. Tiene inoltre a precisare che, come evidenziato nel corso della riunione dell'Ufficio di Presidenza, nei confronti dei gruppi di opposizione la tempistica convenuta non sarà applicata rigidamente.

  Gianluca VINCI (FDI) interviene sul subemendamento 0.1.26.15 dei relatori, nel presupposto che il suo contenuto sia diverso da quello del subemendamento accantonato della collega Bartolozzi. Si domanda per quale motivo Governo e relatori propongano un subemendamento così stringente, al solo fine di introdurre nel testo del provvedimento due singole parole. Ritiene infatti che i cittadini italiani non siano in grado di capire per quale motivo, nel presentare il subemendamento 0.1.26.15, si sia deciso di sopprimere il riferimento al divieto di cumulo dei compensi, contenuto nell'originaria proposta della collega Bartolozzi. Nel sottolineare la delicatezza della questione, rilevando che evidentemente l'attuale maggioranza non concepisce il divieto di cumulo, ritiene che la mancanza di spiegazioni da parte del Governo non lasci ben pensare e dia adito a fin troppi dubbi.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), nel riservarsi di intervenire nelle sedi adeguate al fine di conoscere se sia corretto procedere all'esame del subemendamento 0.1.26.15 dei relatori permanendo l'accantonamento del subemendamento a sua firma 0.1.26.13 che interviene su analoga materia, ritiene che il subemendamento dei relatori in discussione rappresenti il minimo sindacale, in quanto afferma semplicemente che il collocamento fuori ruolo dei magistrati amministrativi e contabili è retto dai medesimi principi previsti per i giudici ordinari. A suo avviso, tale disposizione attribuisce al Governo una delega in bianco. Sottolinea come, invece, il tema che aveva posto con il subemendamento a sua firma fosse di più ampio respiro unificando la giurisdizione di tali magistrati anche con riferimento alla carriera giuridica e allo status indennitario. Stigmatizza pertanto il fatto che la maggioranza su una questione così importante si limiti a giocare al ribasso soltanto per mettere delle bandierine e condivide il giudizio espresso dal Consiglio nazionale forense in merito alla riforma in esame che, a detta di tale organo, non è adeguata al raggiungimento degli obiettivi che si pone.

  Cosimo Maria FERRI (IV) sottolinea come il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori,Pag. 20 sebbene allarghi positivamente l'ambito anche ai magistrati amministrativi e contabili, non interviene sul tema del cumulo dei loro compensi. Non comprende le ragioni per le quali l'Esecutivo abbia il timore di affrontare tale tema e sottolinea che la legge di bilancio per il 2022 ha innalzato il tetto per le doppie indennità dei magistrati apicali a 267 mila euro. Nell'evidenziare come sia corretto che tali magistrati percepiscano una indennità adeguata alla loro alta professionalità, sottolinea tuttavia come il cumulo delle indennità crei delle disparità, a scapito solo di alcune figure, determinando inoltre costi elevati per lo Stato. A suo avviso, la riforma in discussione non risolve quindi tale problematica e crea disparità, in quanto da un lato introduce dei sistemi punitivi per alcuni magistrati, e dall'altro tutela soltanto alcune figure.

  La Commissione approva il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori (vedi allegato 2).

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, anche a nome dell'altro relatore, onorevole Verini, esprime parere contrario sul subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 nel testo originario.

  Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) non si stupisce del fatto che una parte delle forze politiche di centrosinistra sia contraria al subemendamento a sua firma 0.1.26.13. Riferisce infatti che sono numerosi i magistrati amministrativi e contabili che collaborano con i ministeri avendo, anche soltanto come movimento culturale, una colorazione di sinistra. Non comprende invece per quali ragioni Forza Italia, Lega, Coraggio Italia e soprattutto Azione – che su tali temi ha dispensato sagge parole – non sostengano tale proposta subemendativa. Sottolineando inoltre come il tema oggetto del subemendamento in esame rientri «nel DNA» del Movimento 5 Stelle, precisa che si sarebbe aspettata che tale forza politica lo sostenesse. Fa presente, infine, che continuerà anche nel corso dell'esame in Assemblea a ribadire la bontà della proposta in discussione.

  Andrea COLLETTI (MISTO-A) ,nel rammentare di aver già sottoscritto nella seduta di mercoledì 6 aprile scorso il subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13, preannuncia il voto favorevole sullo stesso e fa presente di essersi astenuto nel corso della votazione sul subemendamento 0.1.26.15 dei relatori che a suo avviso ne rappresenta la brutta copia. Evidenzia che la proposta subemendativa della collega Bartolozzi ha il pregio di eliminare la possibilità di svolgere in simultanea le funzioni fuori ruolo e quelle all'interno della magistratura. Rammenta come a suo avviso sia particolarmente grave l'usanza che permea principalmente la magistratura amministrativa in base alla quale i giudici che collaborano con i Ministeri possono al contempo assumere decisioni in merito agli atti che gli stessi ministeri emanano. A suo avviso si tratta di un palese conflitto di interesse che coinvolge un organo che dovrebbe essere terzo e che vede un esiguo numero di magistrati esercitare funzioni all'interno del Governo con un immenso potere. Non comprende pertanto le ragioni in base alle quali il relatore Saitta abbia potuto formulare sulla proposta emendativa in esame parere contrario. Ritiene inoltre che la riforma in esame non raggiunga l'obiettivo prefissatosi di modernizzare il CSM, attribuendo invece ancora più potere alle correnti.

  Felice Maurizio D'ETTORE (CI), intervenendo a titolo personale, preannuncia la propria astensione sulla proposta subemendativa Bartolozzi 0.1.26.13. Ringraziando il sottosegretario Sisto per aver interloquito con tutte le forze di maggioranza prestando attenzione per tutte le proposte emendative e subemendative, sottolinea come, pur non condividendo nella quasi interezza la riforma in esame, per lealtà nei confronti dell'Esecutivo voterà secondo le indicazioni della maggioranza sulle restanti proposte Pag. 21emendative. Rileva quindi che la sua astensione sulla proposta subemendativa in esame, che investe un tema centrale nella dinamica della riforma sul funzionamento del CSM, non deve essere interpretata come una contrarietà al Governo. Ritiene tuttavia che le osservazioni della collega Bartolozzi sul cumulo dei compensi e sullo svolgimento in simultanea delle funzioni siano difficilmente contestabili e che su tali questioni sia molto difficile individuare una sintesi. Evidenziando inoltre come gli interventi svolti dai colleghi siano tutti interventi di merito, chiede alla presidenza, della quale sottolinea la correttezza nella conduzione dei lavori, di non limitare eccessivamente il dialogo con la maggioranza.

  Mario PERANTONI , presidente, sottolinea come, nel rispetto dei tempi che la Commissione si è posta, sarà possibile svolgere un dialogo costruttivo nel corso dell'esame.

  Gianluca VINCI (FDI), rammentando di aver sottoscritto il subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13, osserva come tale proposta subemendamentiva abbia un contenuto più ampio del subemendamento 0.1.26.15 dei relatori che la Commissione ha approvato e che attribuisce al Governo una delega in bianco. A suo avviso l'Esecutivo dovrebbe motivare, anche attraverso organi di stampa, le ragioni per le quali abbia ritenuto di non prevedere l'eliminazione dei compensi e dello svolgimento in simultanea delle funzioni. Preannunciando quindi il voto favorevole del suo gruppo sul subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13, ritiene incredibile il silenzio della maggioranza e del Governo.

  Cosimo Maria FERRI (IV) ribadisce di aver sottoscritto il subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13, seppure per ragioni differenti da quelle del collega Colletti. Sottolineando come vada evidenziata la professionalità dei magistrati fuori ruolo, rileva come tuttavia, nel momento in cui la riforma in esame fissa un principio, questo debba valere per tutti. Rammenta che a suo avviso la doppia indennità costituisce un incentivo per il carrierismo e, sottolineando come il Governo Draghi si sia impegnato nella riduzione delle spese inutili, evidenzia che la previsione di una doppia indennità costituisce un aggravio per le spese dello Stato. Precisa quindi di aver sottoscritto la proposta subemendativa in discussione proprio per sottolineare come sia necessario evitare la creazione di disparità. In proposito ritiene che la previsione di una doppia indennità incentivi i magistrati ad uscire dalla giurisdizione, incrementi il carrierismo e non produca risparmio. Reputa pertanto che sarebbe un segnale positivo da parte del Parlamento – anche per le famiglie in sofferenza a seguito della crisi economica – approvare il subemendamento in esame. Reitera quindi la richiesta, già avanzata precedentemente, di votazione dello stesso mediante appello nominale.

  Mario PERANTONI, presidente, fa notare come non sia possibile proceder a tale modalità di votazione in sede referente.

  Cosimo Maria FERRI (IV) chiede se sia possibile ricorrere allora all'appello nominale per la verifica del voto.

  Mario PERANTONI, presidente, precisa che si valuterà il ricorso a tale modalità solo qualora l'esito del voto dovesse essere incerto.

  La Commissione respinge il subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13.

  Cosimo Maria FERRI (IV) chiede la controprova del voto.

  Mario PERANTONI, presidente, fa presente che non è necessario effettuare la controprova in quanto non vi è alcuna incertezza sull'esito della votazione testé svolta.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) ritiene che la maggioranza, approvando il subemendamento 0.1.26.15 dei relatori – che interviene sulla lettera d) del numero 2 della parte conseguenziale dell'emendamento 1.26 Pag. 22del Governo – abbia fatto un errore procedurale in quanto a suo avviso non è più chiaro su quale testo dell'emendamento del Governo la Commissione sia ora chiamata ad esprimersi.

  Mario PERANTONI, presidente, precisa che il testo dell'emendamento 1.26 del Governo sul quale la Commissione dovrà ora pronunciare è quello risultante dalla modifica apportata dal subemendamento 0.1.26.15 dei relatori approvato.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), nel riservarsi di verificare l'esattezza della risposta ricevuta, sottolinea di non potersi esprimere favorevolmente sull'emendamento 1.26 del Governo in quanto ritiene che lo stesso lasci all'Esecutivo una delega in bianco. Sottolinea infatti che tale proposta emendativa nella parte principale delega il Governo a rivedere il numero degli incarichi semidirettivi. Evidenzia come il termine «rivedere» non chiarisca se si tratti di una diminuzione o di un allargamento e, rammentando come nella seduta di mercoledì 6 aprile scorso, sia stato respinto un emendamento dell'onorevole Businarolo che prevedeva la riduzione di tali incarichi, ritiene che si debba dedurre che la volontà della maggioranza sia quella di aumentarli. Ritenendo quindi che l'emendamento in esame sia scritto in maniera non intellegibile, preannuncia che non voterà favorevolmente sullo stesso.

  La Commissione approva l'emendamento del Governo 1.26 (vedi allegato 2).

  Mario PERANTONI , presidente, ricorda che l'emendamento Varchi 1.11 è stato già esaminato e respinto, mentre l'emendamento Varchi 1.10 resta accantonato. Avverte, altresì, che l'articolo aggiuntivo Costa 1.02 è stato ritirato dal presentatore. Passando quindi all'esame delle proposte emendative e subemendative riferite all'articolo 2, segnala che il subemendamento D'Ettore 0.2.73.61 resta accantonato al pari del subemendamento Varchi 0.2.73.57 che incide sulla medesima partizione del testo.

  Giusi BARTOLOZZI segnala che sul subemendamento Varchi 0.2.73.57 i relatori avevano già espresso parere favorevole a condizione che fosse riformulato.

  Mario PERANTONI , presidente, ribadisce che il subemendamento Varchi 0.2.73.57 deve essere accantonato in quanto incidente sulla medesima partizione del testo presa in considerazione dal subemendamento D'Ettore 0.2.73.61.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) ricorda di avere sottoscritto il subemendamento Turri 0.2.73.21.

  Roberto TURRI (LEGA) fa presente di aver comunicato il ritiro del subemendamento a sua prima firma 0.2.73.21.

  Mario PERANTONI , presidente, comunica che non risulta alla presidenza il ritiro del subemendamento Turri 0.2.73.21.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), in qualità di sottoscrittrice del subemendamento in esame, ne illustra il contenuto, sottolineando che esso mira ad evitare che i magistrati possano fruire di corsie preferenziali nell'assunzione degli incarichi apicali. A titolo di esempio, segnala che il dottor Giuseppe Cascini – membro del Consiglio superiore della magistratura, peraltro coinvolto nel cosiddetto «Palamara Gate» –, qualora il subemendamento venisse approvato, non potrebbe assumere incarichi direttivi o semidirettivi.

  Andrea COLLETTI (MISTO-A), annunciando il voto favorevole della propria componente politica sul subemendamento Turri 0.2.73.21, si associa alle considerazioni della collega Bartolozzi, evidenziando che le stesse regole stringenti dovrebbero essere applicate anche ai politici eletti in Parlamento o nei Consigli regionali.

  Cosimo Maria FERRI (IV), preannunciando il voto favorevole del gruppo Italia Viva, sottolinea che la proposta emendativa in esame sana una grave anomalia presente nella magistratura, evitando che il ConsiglioPag. 23 superiore della magistratura diventi un trampolino di lancio per accedere a incarichi apicali. Al riguardo, ricorda che il legislatore aveva già provveduto a introdurre una incompatibilità per due anni, successivamente ridotta a un anno e poi definitivamente cancellata. Ribadendo il proprio sostegno al principio ispiratore del subemendamento, invita relatori e Governo a valutare un'ipotesi di riformulazione.

  La Commissione respinge il subemendamento Turri 0.2.73.21.

  Mario PERANTONI , presidente, avverte che il subemendamento Turri 0.2.73.22 è stato ritirato.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), intervenendo sul subemendamento Paolini 0.2.73.26, auspica che venga approvato per risolvere in via definitiva i problemi di organico delle sedi giudiziarie cosiddette «disagiate», introducendo meccanismi premiali. A suo avviso, la norma in esame risulterebbe assai più efficace di altre disposizioni introdotte in passato, che si sono rivelate del tutto inutili. Preannunciando il proprio voto favorevole, auspica che anche i colleghi del Movimento 5 Stelle si esprimano a favore, dal momento che hanno sempre sottolineato la necessità di implementare gli organici della magistratura e sostenere le sedi disagiate.

  Cosimo Maria FERRI (IV), preannunciando il voto favorevole del proprio gruppo, sottolinea che i meccanismi previsti dal subemendamento in esame consentirebbero di presidiare le sedi disagiate con magistrati esperti e capaci, non solo con giovani di prima nomina. Esprime, dunque, rammarico per la scarsa attenzione riservata dal Governo a questo tema, ancora più incomprensibile dal momento che il sottosegretario Sisto proviene dalla Puglia, regione dove esistono diverse sedi disagiate.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), ringraziando i colleghi che hanno pienamente compreso la motivazione funzionale del subemendamento a sua prima firma, sottolinea che esso mira a rispondere al grido di dolore lanciato da tanti magistrati – a Gela come a Crotone – che sono costantemente impegnati in prima linea e soffrono gravi carenze di organico. Osserva, peraltro, che il subemendamento lascia al Governo un margine di discrezionalità sufficiente per poter modulare la norma attuativa nella forma che riterrà più congrua, risolvendo un problema che persiste da decenni nella magistratura. Sollecitando il Governo a rivedere il proprio giudizio, ribadisce che la sede disagiata può costituire un parametro oggettivo per valutare, insieme ad altri titoli, l'opportunità che un magistrato acceda a incarichi direttivi e semidirettivi.

  Cosimo Maria FERRI (IV), sottolineando che il sistema in vigore ha funzionato solo nelle sedi disagiate del nord, che peraltro presentano problematiche assai inferiori a quelle del meridione, ribadisce l'invito a Governo e relatori a rivedere il parere, eventualmente avanzando una proposta di riformulazione.

  La Commissione respinge il subemendamento Paolini 0.2.73.26.

  Mario PERANTONI , presidente, avverte che il subemendamento Zanettin 0.2.73.66 resta accantonato.

  La Commissione respinge il subemendamento Ferri 0.2.73.69.

  Mario PERANTONI , presidente, comunica che il subemendamento Zanettin 0.2.73.64 resta accantonato e che il subemendamento Bordo 0.2.73.63 è stato ritirato; avverte, altresì, che risultano accantonanti il subemendamento Zanettin 0.2.73.68 e gli identici subemendamenti Sarti 0.2.73.13, Annibali 0.2.73.71, Vitiello 0.2.73.76 e Ferro 0.2.73.80.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), intervenendo sul subemendamento Varchi 0.2.73.55 ne illustra il contenuto, evidenziando l'opportunità che ai magistrati che hanno ricoperto incarichi fiduciari all'interno del Pag. 24sistema politico sia impedito di ricoprire, subito dopo aver terminato tale funzione, incarichi direttivi o semidirettivi. A titolo di esempio, giudica scandaloso che un magistrato, sia pure di altissima levatura, come Gianni Melillo, già Capo di gabinetto del Ministro Orlando, sia poi stato nominato Procuratore Capo a Napoli. A suo avviso, il Governo dovrebbe dare seguito alla propria intenzione di separare in maniera rigorosa il sistema politico da quello giudiziario, a cominciare proprio dagli staff ministeriali, dove è più alto il tasso di contaminazione con i politici di turno.
  Da ultimo, esprime sconcerto per il prevedibile voto contrario sul subemendamento in esame da parte dei colleghi di centrodestra e del Movimento 5 Stelle, che hanno sempre fatto della separazione tra politica e magistratura un caposaldo del proprio programma politico.

  Pierantonio ZANETTIN (FI) obietta alla collega Bartolozzi che il suo intervento contiene un'inesattezza. Gli incarichi fuori ruolo dei magistrati non sono infatti esclusivamente di indicazione politica: un magistrato fuori ruolo può anche divenire membro di una Corte internazionale, assistente di studio di un giudice della Corte costituzionale, oppure ancora membro dell'Ufficio studi del CSM. Ritiene che in questi casi il magistrato in questione non debba essere penalizzato. Ritiene che un emendamento come quello in discussione, se approvato, sottoporrebbe a una disciplina omogenea casi fra loro molto diversi.

  Gianluca VINCI (FDI), rispondendo al collega Zanettin, fa presente che molti degli incarichi da lui menzionati sono effettivamente di emanazione politica. Sottolinea comunque che la maggioranza e il Governo non hanno proposto una riformulazione dell'emendamento, bensì si sono limitati a formulare parere contrario. Afferma che quella in esame è una riforma che i cittadini aspettano da molti anni e che si sta invece via via trasformando in un intervento di facciata. Ritiene infine che i pochi aspetti oggetto di riforma vadano invece nella direzione sbagliata.

  Mario PERANTONI , presidente, fa presente che, avendo l'Assemblea ripreso i propri lavori, occorre interrompere i lavori. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta che sarà individuata all'esito delle decisioni della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta termina alle 18.05.