CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 aprile 2022
775.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 243

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 6 aprile 2022. — Presidenza del presidente Luigi MARATTIN. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Maria Cecilia Guerra e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.

  La seduta comincia alle 13.45.

Delega al Governo per la riforma fiscale.
C. 3343 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'8 marzo scorso.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, avverte che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Avverte quindi che l'emendamento Molinari 1.70 è stato sottoscritto dai deputati Gusmeroli, Bitonci, Centemero, Cantalamessa, Cavandoli, Covolo, Gerardi, Alessandro Pagano, Ribolla, Zennaro e che il deputato Zanichelli ha sottoscritto gli emendamenti Martinciglio 2.2, 2.11, 2.107, 3.7 e 3.1.

  La sottosegretaria Maria Cecilia GUERRA comunica che il Governo non presenterà per ora le preannunciate proposte di riformulazione di alcuni emendamenti, non essendo ancora stato raggiunto al riguardo un accordo tra i gruppi di maggioranza.

  Marco OSNATO (FdI) ricorda la buona volontà dimostrata dal proprio gruppo nell'esame del provvedimento, finalizzata a migliorare un disegno di legge che giudica disastroso nei contenuti e contrario agli interessi degli italiani.
  Invita a questo punto la maggioranza, innanzi all'ennesima dimostrazione della sua inconsistenza, a ritirare il provvedimento, che non è evidentemente sostenuto da tutte le forze che la compongono.
  Ricorda poi come l'esame del provvedimento abbia avuto inizio con una prova di forza dell'Esecutivo, che ha costretto la Commissione ad avviare l'esame dall'articolo 6, relativo al catasto, senza sciogliere preventivamente i nodi che riguardavano l'impostazione complessiva della riforma. Pag. 244La forzatura operata ha determinato una spaccatura tra le forze politiche che appoggiano il Governo ed una situazione di stallo, della quale invita la maggioranza a prendere atto.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) sottolinea come il gruppo del Partito Democratico sostenga, a differenza di altri gruppi di maggioranza, il complesso delle riformulazioni che sono state informalmente presentate dal Governo. Rammenta quindi la necessità di procedere alla riforma del sistema fiscale come delineata nel provvedimento in esame, anche come misura di accompagnamento al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  Alla luce della situazione determinatasi, chiede infine un'immediata convocazione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Vita MARTINCIGLIO (M5S), associandosi alla richiesta di un'immediata convocazione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ricorda come il MoVimento 5 Stelle abbia sempre collaborato con la massima buona volontà per giungere all'approvazione del provvedimento e ringrazia il Governo per l'impegno profuso nel predisporre, mediante alcune ipotesi di riformulazione, un testo che possa essere ampiamente condiviso. Stigmatizza quindi il comportamento di alcuni gruppi di maggioranza che non intendono impegnarsi per il raggiungimento di un accordo.
  Segnala infine le perplessità del proprio gruppo in merito alla possibilità di inserire, tra i principi e criteri direttivi per l'esercizio della delega, il rispetto del principio di equità orizzontale, sul quale chiede una riflessione ai rappresentanti del Governo.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, onde consentire l'immediata convocazione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta termina alle 13.50.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 6 aprile 2022. — Presidenza del presidente Luigi MARATTIN, indi del vicepresidente Giovanni CURRÒ. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Maria Cecilia Guerra e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.

  La seduta comincia alle 19.

Delega al Governo per la riforma fiscale.
C. 3343 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella precedente seduta odierna.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, avverte che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Laura CAVANDOLI (Lega), vista la convocazione della Commissione Finanze per le prossime sedute, intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede che per la giornata di domani la seduta in sede referente fissata a partire dalle ore 9 preveda un intervallo all'ora di pranzo, con la convocazione di una nuova seduta pomeridiana. Ciò anche al fine di facilitare le sostituzioni dei deputati impossibilitati ad essere presenti per l'intera giornata.
  Formula poi un'analoga richiesta per la seduta di lunedì 11 aprile 2022.
  Chiede infine se la composizione della Commissione Finanze, che, per effetto dell'integrazione disposta lo scorso 18 marzo, risulta composta da 47 commissari, sia compatibile con il disposto dell'articolo 19 del Regolamento della Camera.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, giudica senz'altro accoglibile la richiesta Pag. 245formulata dall'onorevole Cavandoli relativa all'organizzazione delle prossime sedute.
  Per quanto riguarda la composizione della Commissione, segnala che le designazioni dei deputati nelle Commissioni sono disposte dal Presidente della Camera sulla base delle proposte dei gruppi e sulla base di precisi criteri, nel pieno rispetto delle disposizioni regolamentari.
  Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 1, propone l'accantonamento degli emendamenti Comaroli 1.75, Ungaro 1.15, Albano 1.52, Giacometto 1.29, Fragomeli 1.47, Osnato 1.62, degli identici emendamenti Giacomoni 1.31, Bignami 1.58, Ungaro 1.22, Zanichelli 1.5 e Gagliardi 1.23, degli identici emendamenti Giacomoni 1.32, Bignami 1.59, Cavandoli 1.76, Pastorino 1.88, Gagliardi 1.24, Zanichelli 1.6 e Fragomeli 1.50, degli emendamenti Albano 1.54 e 1.53, Gusmeroli 1.72, degli identici Ungaro 1.20 e Trano 1.83, degli emendamenti Boccia 1.45, Porchietto 1.37, Pastorino 1.85 e 1.86, Centemero 1.69, Cavandoli 1.67, Gusmeroli 1.68, Bitonci 1.66, degli identici Ungaro 1.18, Topo 1.51 e Cattaneo 1.42, nonché degli emendamenti Trano 1.90, Porchietto 1.41, D'Orso 1.2, Mor 1.16, Martinciglio 1.9 e Porchietto 1.44. Invita i presentatori al ritiro delle restanti proposte emendative riferite all'articolo 1, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 2, propone l'accantonamento degli emendamenti Osnato 2.61, Martinciglio 2.3 e 2.4, Ungaro 2.20, Angiola 2.94, Fragomeli 2.50, Angiola 2.93, Martinciglio 2.2 e 2.11, degli identici emendamenti Ungaro 2.17 e Martinciglio 2.107, degli emendamenti Pastorino 2.100 e Ungaro 2.15, degli identici Cancelleri 2.12 e Osnato 2.62, degli emendamenti Giacomoni 2.43, Gusmeroli 2.78 e 2.79, Lucaselli 2.90, Gusmeroli 2.67, degli identici Ungaro 2.19 e Molinari 2.66, dell'emendamento Gusmeroli 2.68, degli identici Zanichelli 2.6, Gagliardi 2.27 e Bignami 2.55, degli emendamenti Martinciglio 2.106, Troiano 2.104, Martinciglio 2.10, Molinari 2.74 e Bitonci 2.75. Invita i presentatori al ritiro delle restanti proposte emendative riferite all'articolo 2, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 3, propone l'accantonamento degli emendamenti Albano 3.37, Ungaro 3.9 e Angiola 3.71. Invita i presentatori al ritiro delle restanti proposte emendative riferite all'articolo 3, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 4, propone l'accantonamento degli emendamenti Ciagà 4.33, Trano 4.58, Angiola 4.54, Zolezzi 4.8, Pastorino 4.56, Angiola 4.55, Trano 4.59, Zolezzi 4.7 e Chiazzese 4.9. Invita i presentatori al ritiro delle restanti proposte emendative riferite all'articolo 4, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 5, propone l'accantonamento degli emendamenti Ungaro 5.4, Gusmeroli 5.8, Giacomoni 5.6, Trano 5.9, Ungaro 5.3, Albano 5.7 e Pastorino 5.10. Invita i presentatori al ritiro delle restanti proposte emendative riferite all'articolo 5, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 6, invita al ritiro degli articoli aggiuntivi Vignaroli 6.01, Caon 6.02 e Pastorino 6.03, accantonati nella seduta del 3 marzo 2022, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 7, propone l'accantonamento degli emendamenti Boccia 7.10, Maraia 7.2, Comaroli 7.19, Ungaro 7.6, Pastorino 7.20, Covolo 7.17 e Sani 7.11. Invita i presentatori al ritiro delle restanti proposte emendative riferite all'articolo 7, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Invita quindi al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 8, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 9, propone l'accantonamento degli emendamenti Lucaselli 9.17, Angiola 9.19, Troiano 9.1, Angiola 9.20 e Martinciglio 9.2. Invita i presentatori al ritiro delle restanti proposte emendative riferite all'articolo 9, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 10, propone l'accantonamento dell'emendamento Porchietto Pag. 24610.1. Invita i presentatori al ritiro delle restanti proposte emendative riferite all'articolo 10, esprimendo altrimenti parere contrario.

  La sottosegretaria Maria Cecilia GUERRA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, dispone l'accantonamento degli emendamenti testé elencati.
  Dà quindi conto delle sostituzioni.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (Lega), sottolineando il mancato raggiungimento di un accordo all'interno della maggioranza, evidenzia come la decisione di proseguire comunque l'esame delle proposte emendative costituisca una forzatura della quale il centrosinistra e il MoVimento 5 Stelle si assumono la responsabilità.
  Segnala quindi che il proprio gruppo ha chiesto l'approvazione dell'emendamento Molinari 1.70, sottoscritto da tutti i capigruppo del centrodestra, con il quale si vorrebbe stabilire che il parere delle Commissioni parlamentari sugli schemi dei decreti legislativi attuativi della delega fiscale sia vincolante. Tale richiesta, perfettamente legittima, è giustificata dall'estrema genericità del presente disegno di legge, che riassume in poche pagine il vasto e complesso sistema fiscale italiano, con la sola eccezione della giustizia tributaria e della riscossione, non affrontati. Ritiene quindi che il Parlamento, in rappresentanza dei cittadini, dovrà essere messo nelle condizioni di vigilare per evitare l'aumento della pressione fiscale, così come ogni ulteriore complicazione della normativa tributaria.
  L'altra questione sulla quale non si è trovato un accordo nella maggioranza è la necessità di preservare i regimi cedolari esistenti, come previsto anche dal documento conclusivo dell'indagine conoscitiva approvato lo scorso 30 giugno. Cita quindi, tra i regimi cedolari esistenti, la cedolare secca sulle locazioni, in regime convenzionato o meno, e la tassazione dei titoli di Stato. Evidenzia che, sulla base di quanto previsto nel provvedimento, le aliquote che verranno applicate ai redditi attualmente soggetti a tassazione separata aumenteranno rispetto a quelle attuali. Raccomanda pertanto una più attenta valutazione dell'emendamento a sua prima firma 2.84, del quale auspica l'approvazione.
  L'aumento della pressione fiscale così determinato si sommerà a quello conseguente alla riforma del catasto, che sarà attuata sulla base dell'articolo 6, per il quale ricorda che si è già registrata una profonda spaccatura all'interno della maggioranza. Sottolinea infatti come un'equiparazione dei valori catastali a quelli di mercato comporterà un aumento delle imposte sulle transazioni immobiliari e dell'IMU sulle seconde case, senza parlare degli effetti di una possibile reintroduzione dell'IMU sull'abitazione principale, come chiesto dalla Commissione europea. Rammenta inoltre gli effetti di un aumento del valore degli immobili ai fini della determinazione dell'indice ISEE, che riveste una fondamentale importanza per l'accesso ai servizi sociali da parte delle fasce deboli. Sempre con riferimento a quanto previsto dall'articolo 6, ribadisce come la necessità di far emergere gli immobili non iscritti in catasto e di rivalutare le rendite degli immobili siti in zone di pregio possa essere già realizzata sulla base della legislazione vigente.
  Conclude sottolineando come i gruppi che si oppongono all'approvazione degli emendamenti Molinari 1.70 e 2.84 a sua prima firma si assumono una grave responsabilità politica.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, passando all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1, prende atto che l'onorevole Pastorino ritira il proprio emendamento 1.84.

  Marco OSNATO (FdI) intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia come occorra, prima di procedere alle votazioni, mantenere una minima coerenza con il percorso sin qui svolto, che – lo ricorda – è iniziato a partire dall'articolo 6, a seguito di una forzatura da parte del Governo.
  Esprime quindi preoccupazione per la possibilità che una riforma fiscale, nella Pag. 247quale si sostanzia il rapporto tra Stato e cittadini, venga attuata con decreti legislativi adottati sulla base di una delega così poco dettagliata e senza che le competenti Commissioni parlamentari possano dare valore vincolante ai loro pareri.
  Segnala quindi che l'onorevole Fragomeli ha rilasciato nella giornata odierna una dichiarazione con la quale chiede a Lega e Forza Italia di non indebolire – mediante il mancato raggiungimento di un accordo di maggioranza – il Governo Draghi, in tal modo mettendo in evidenza come la posizione del suo gruppo rispetto al provvedimento in esame sia guidata principalmente dall'esigenza di mantenere in piedi l'attuale Esecutivo, più che da valutazioni puntuali sui suoi contenuti.
  Infine, ricordando come il Governo abbia insistito per avviare l'esame del provvedimento dall'articolo 6, chiede che la Commissione prosegua ora i propri lavori con l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 7.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, non essendovi obiezioni, avverte che la Commissione proseguirà i propri lavori con l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 7.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede se per il prosieguo della discussione siano previste limitazioni temporali agli interventi dei commissari.
  Quindi, in relazione a quanto segnalato dal collega Osnato, ribadisce l'appoggio del proprio gruppo al Governo in carica, guidato da una personalità dotata di rilevanti competenze in campo economico e che gode di ampio apprezzamento in sede internazionale. Ritiene che l'attuale Governo, anche in ragione delle indiscusse capacità del Premier, sarà in grado di adottare decreti legislativi che costituiranno un'adeguata attuazione della presente delega; e chiedere che i pareri parlamentari abbiano carattere vincolante significa implicitamente non riconoscere tali competenze e capacità.
  Proseguendo, segnala come il gruppo del Partito Democratico abbia accettato nei giorni scorsi, nell'ambito delle trattative interne alla maggioranza, molte proposte avanzate dai gruppi Lega e Forza Italia e come sia evidentemente scorretto considerare il suo gruppo responsabile per il mancato raggiungimento di un accordo complessivo. Ritiene invece che la responsabilità debba essere attribuita ai richiamati gruppi della Lega e di Forza Italia che evidentemente non si sono ritenuti soddisfatti delle proposte di mediazione sinora raggiunte.
  Rivendica poi con forza la costante attenzione del centrosinistra nei confronti delle esigenze dei meno abbienti, come dimostrato anche in occasione dell'approvazione dell'ultima legge di bilancio, ove il Partito Democratico si è battuto per la riduzione dell'IRPEF, mentre il centrodestra avrebbe preferito introdurre una più consistente riduzione dell'IRAP.
  Contesta quindi le previsioni pessimistiche formulate dai commissari che svolgono la professione di commercialisti e che, basandosi sulla loro esperienza professionale, prospettano gravi conseguenze in seguito all'introduzione delle misure recate dal presente provvedimento, così come hanno fatto più volte in passato, in occasione dell'introduzione di previsioni – come le limitazioni alle compensazioni o la fatturazione elettronica – che si sono invece rivelate avere effetti del tutto diversi da quelli da loro prospettati.
  Entrando nel merito delle questioni sollevate dall'onorevole Gusmeroli, si dichiara favorevole a mantenere il provvedimento in discussione più aderente, nei suoi contenuti, al documento conclusivo dell'indagine conoscitiva approvato dalla Commissione lo scorso 30 giugno: a tal fine si potrebbe confermare la volontà di escludere le disposizioni relative al sistema forfettario dal disegno di legge in esame.
  Rammenta infatti che il documento conclusivo è improntato all'adozione di un sistema tendenzialmente duale, mentre il proprio gruppo si è dichiarato disponibile al mantenimento del sistema forfettario per venire incontro alle richieste di una parte della maggioranza, senza lamentarsi con la stampa per il mancato integrale Pag. 248accoglimento delle proprie richieste. Nel dettaglio segnala come siano state accolte un maggior numero di richieste del centrodestra rispetto a quelle del centrosinistra. Il proprio schieramento infatti, convintamente europeista e consapevole dell'importanza della riforma del sistema fiscale nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, non tuttavia ha insistito ad ogni costo per ottenere l'approvazione delle proprie proposte emendative, proprio per non compromettere il raggiungimento di un accordo di maggioranza.
  Afferma quindi la volontà del gruppo del Partito Democratico di adoperarsi per giungere alla conclusione dell'esame referente entro il prossimo mercoledì 13 aprile, come stabilito in sede di ufficio di presidenza della Commissione, e chiede alle altre forze di maggioranza di esprimere chiaramente le proprie intenzioni al riguardo.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, dopo aver rammentato che la discussione in Commissione si è sempre svolta nel massimo rispetto delle procedure – come peraltro confermato dalla Presidenza della Camera in risposta alle contestazioni formulate dai deputati del gruppo della Lega rispetto alla gestione delle sedute di questa Commissione dedicate all'esame dell'articolo 6 del provvedimento – ritiene opportuno concedere nella seduta odierna un più ampio spazio allo svolgimento degli interventi.
  Resta ferma la necessità di garantire che l'esame in sede referente si concluda in tempo utile per l'avvio della discussione, il prossimo 19 aprile, del provvedimento in Assemblea, ciò che potrà comportare una riduzione dei tempi di durata degli interventi o anche la convocazione di sedute nel corso del fine settimana, diversamente dal calendario dei lavori stabilito nell'odierna riunione dell'ufficio di presidenza.

  Laura CAVANDOLI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, esprime riserve sul contingentamento dei tempi, richiamando il rispetto delle norme regolamentari. Osservando che, in base a notizie pubblicate dalle agenzie di stampa, il Governo sta valutando l'ipotesi di porre la fiducia sul provvedimento, stigmatizza tale scelta, evidenziando che i parlamentari devono essere messi in condizione di esercitare pienamente il proprio ruolo di legislatori presentando, esaminando e votando le proposte emendative. Segnala che, in base ad un accordo di maggioranza, sul disegno di legge di delega per la riforma dell'ordinamento giudiziario, attualmente all'esame della Camera, si è deciso di porre la questione di fiducia, trattandosi di una riforma prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e, in quanto tale, da approvare in tempi stretti. Non si tratta certamente del caso della riforma fiscale, rispetto alla quale non emergono profili di urgenza tali da giustificare il ricorso alla questione di fiducia.
  Chiedendo chiarimenti al Governo sulle citate indiscrezioni di stampa, si dichiara contraria all'ipotesi di riprendere l'esame dalle proposte emendative riferite all'articolo 7, ritenendo che si opererebbe in tal modo una nuova forzatura, analoga a quella effettuata dal Governo quando ha imposto alla Commissione di avviare le votazioni sugli emendamenti riferiti all'articolo 6.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, ribadendo che all'odierna discussione non è stata applicata alcuna forma di contingentamento, precisa che la scelta di partire dagli emendamenti riferiti all'articolo 7 è stata proposta dai colleghi di Fratelli d'Italia e non essendovi stata alcuna obiezione da parte degli altri gruppi, ha ritenuto di accogliere tale richiesta. Auspica, comunque, che si possa raggiungere un orientamento condiviso sul punto.

  Marco OSNATO (FDI), intervenendo sull'ordine dei lavori, sottolinea che le dichiarazioni del Presidente Draghi sulla questione di fiducia modificano radicalmente la prospettiva dei lavori odierni: mentre le Commissioni sono ancora in fase di esame e votazione degli emendamenti, l'Esecutivo – che pure ha elaborato alcune proposte di riformulazione del testo – già preannuncia la possibilità di porre sul provvedimento la Pag. 249questione di fiducia. Si corre il rischio, per l'ennesima volta di una palese violazione delle prerogative parlamentari. Propone, quindi, di convocare una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di chiarire se l'Esecutivo intenda o meno presentare le citate riformulazioni.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, sottolinea che il fatto stesso che l'Esecutivo non abbia ancora depositato le proposte di riformulazione dimostra proprio, contrariamente a quanto appena dichiarato dal collega Osnato, la piena disponibilità del Governo a proseguire il confronto su tutte le questioni ancora aperte e non solo sugli emendamenti su cui è stato raggiunto un accordo politico in seno alla maggioranza. Quanto alla fiducia prospettata dal Presidente Draghi, evidenzia che il Premier, rispondendo ad una domanda di un giornalista, si è limitato a dire che tutte le opzioni sono ancora in corso di valutazione.

  Marco OSNATO (FDI) ribadisce la gravità di tali affermazioni, segnalando che nella medesima occasione il presidente del Consiglio ha invece chiaramente escluso l'ipotesi della fiducia sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, ribadisce che la decisione di accantonare taluni emendamenti conferma la disponibilità a tenere aperto il dialogo.

  Raffaele TRANO (MISTO-A), intervenendo sull'ordine di lavori, evidenzia che, contrariamente alla decisione maturata in ufficio di presidenza di procedere con la votazione degli emendamenti, la Commissione si trova a subire le conseguenze dell'ennesima spaccatura all'interno della maggioranza. Tale modo di procedere penalizza anche l'opposizione, che si vede privata della possibilità di svolgere la sua funzione critica. Sottolineando che porre la questione di fiducia su un disegno di legge delega costituisce di per sé un'assurdità, propone di sospendere i lavori per procedere ad un chiarimento definitivo in seno alla maggioranza.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, ribadendo che relatore e Governo hanno già provveduto ad illustrare i pareri su tutte le proposte emendative, sottolinea che ci sono tutte le condizioni per procedere alla votazione, restando solo da chiarire se tutte le forze politiche sono concordi nel voler riprendere l'esame degli emendamenti dalle proposte riferite all'articolo 7.

  Alessio Mattia VILLAROSA (MISTO), intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia le persistenti divisioni all'interno della maggioranza, che continuano ad ostacolare l'esame del provvedimento. Associandosi alla richiesta di una sospensione dei lavori, stigmatizza le anticipazioni del Governo circa la possibilità di sottoporre il disegno di legge all'ennesima fiducia.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, precisa che sussistono tutte le condizioni per procedere alla votazione degli emendamenti, indipendentemente dalle divisioni all'interno della maggioranza.

  Antonio MARTINO (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, sottolinea che, qualora lunedì prossimo, come anticipato da alcune agenzie di stampa, venisse posta la questione di fiducia sul decreto-legge n. 17 del 2022, attualmente all'esame delle Commissioni riunite VIII e X, la Commissione potrebbe trovarsi nell'impossibilità di convocarsi per le successive ventiquattro ore, mettendo a serio rischio la conclusione dell'esame del provvedimento in sede referente, prevista per la giornata di mercoledì.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, ricorda che la Conferenza dei capigruppo, in considerazione della calendarizzazione in Aula del provvedimento, potrà comunque autorizzare la Commissione, con un'apposita deroga, a proseguire i propri lavori, pur in pendenza di fiducia.

  Vita MARTINCIGLIO (M5S), associandosi alle considerazioni del presidente, stigmatizzaPag. 250 il comportamento dei colleghi della Lega, che appare infantile e sembra animato esclusivamente da fini ostruzionistici. Chiede che si proceda speditamente alle votazioni.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, invita i colleghi, come già fatto più volte in precedenza, a mantenere il silenzio, al fine di consentire alla collega Martinciglio di completare il proprio intervento.

  Vita MARTINCIGLIO (M5S) osserva che tale atteggiamento appare tipico dei colleghi del gruppo della Lega ed invita alla calma la collega Cavandoli.

  (Vive proteste da parte dei deputati del gruppo della Lega).

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, evidenzia come il parlare a voce alta sia particolarmente diffuso e non certo tipico di una parte politica; invita quindi la collega Martinciglio a mantenere la moderazione nei toni e a non rivolgersi direttamente ad altri colleghi.

  Laura CAVANDOLI (LEGA) invita il presidente a richiamare con maggiore decisione la collega Martinciglio, che ritiene abbia utilizzato toni offensivi nei riguardi del proprio gruppo politico, che si sta limitando ad esercitare i poteri ad esso attribuiti dalla Costituzione.

  Alberto RIBOLLA (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, sottolinea che il Presidente Draghi avrebbe dichiarato l'intenzione di approvare la delega fiscale indipendentemente dalle riserve avanzate dalla Lega. A suo avviso, si tratta di una scelta grave, che non tiene nella debita considerazione le obiezioni di merito del proprio gruppo sul progetto di riforma del Governo.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, osserva come le dichiarazioni del Premier, così come riportate dalle agenzie di stampa, non costituiscono in quanto tali un ostacolo alla discussione ed auspica che si proceda nell'esame delle proposte emendative.
  Avverte che dopo la conclusione delle proposte emendative riferite all'articolo 7, si riprenderà a partire da quelle riferite all'articolo 1.

  Galeazzo BIGNAMI (FDI), intervenendo sull'emendamento Gusmeroli 7.15, stigmatizza innanzitutto il comportamento del collega Fragomeli, che ha palesemente violato il contingentamento dei tempi parlando per quasi venti minuti. Esprime quindi profonde riserve sulle effettive capacità tecniche del Governo in carica, che per l'anno in corso aveva previsto una crescita del PIL del 4,2 per cento, sconfessata dalle previsioni del Fondo monetario internazionale, che già prima del conflitto in Ucraina la fissavano al 3,8 per cento. Ricorda che il gruppo Fratelli d'Italia aveva ampiamente previsto l'aggravio di costi sui titolari di partita IVA determinato dall'introduzione della fatturazione elettronica, così come, in questa fase, prevede gravi conseguenze derivanti dalla ridefinizione dei criteri ISEE per le fasce meno abbienti, alle cui sorti, evidentemente, il Partito Democratico non è particolarmente interessato.
  Segnalando che non solo la flat tax, ma anche la revisione del catasto non erano previsti nel documento di indirizzo, sottolinea che le forze di centrodestra che sostengono il Governo sono state le più penalizzate in sede di valutazione degli emendamenti: infatti, la Lega ha ricevuto settanta richieste di invito al ritiro e Forza Italia sessantuno, mentre il Partito democratico ne ha ricevute soltanto una decina. Ciò conferma che il testo della delega fiscale è stato elaborato tenendo conto prevalentemente delle istanze della sinistra. Del resto, l'emarginazione della Lega è confermata dalle scelte dell'Esecutivo in materia di politica estera, sanitaria e dell'immigrazione, ponendo un evidente interrogativo sulla utilità per la Lega di continuare a sostenere il Governo. Da ultimo, si associa alle severe critiche sulla eventuale scelta del Governo di porre la questione di fiducia, esercitando una sorta di ricatto nei riguardi del Parlamento, e ricorda che tale Pag. 251arroganza è già costata al Premier Draghi la Presidenza della Repubblica.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA), ricordando che l'articolo 2 del collegato fiscale del 2019 ha inflitto un grave danno alla crescita dell'Italia, togliendo liquidità per 5 miliardi di euro alle attività economiche, e che l'articolo 3 del medesimo provvedimento ha contribuito a portare il Paese al 128° posto nel mondo in tema di semplificazione fiscale, illustrando l'emendamento a sua prima firma 7.15, sottolinea che esso mira ad evitare un aggravio delle imposte locali. Peraltro, tali rischi sono inevitabili quando si affida una materia così complessa ad un disegno di legge delega composto da soli dieci articoli: al riguardo, ricorda che il proprio gruppo ha proposto di prevedere il parere vincolante del Parlamento sui decreti attuativi, per evitare, attraverso l'attività di controllo e indirizzo, che si producano effetti nefasti per i contribuenti.

  Raffaele TRANO (MISTO-A) chiede di sottoscrivere l'emendamento Gusmeroli 7.15. Ricorda che contro la riforma del catasto si sono schierati tutti gli operatori del campo immobiliare, per il quale essa corrisponde ad un sicuro aumento delle tasse sulla casa. Evidenzia come l'articolo 7, comma 1, preveda un passaggio da addizionali a sovraimposte, che risulterà sicuramente molto oneroso.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, dà conto di una ulteriore sostituzione.

  Laura CAVANDOLI (LEGA) chiede alla presidenza di indire la votazione dell'emendamento Gusmeroli 7.15, senza attendere il rientro in aula di deputati che si sono momentaneamente allontanati.

  (Vive proteste da parte dei deputati).

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) prende atto della volontà da parte di alcuni gruppi di sollevare obiezioni pretestuose di ordine procedurale, evidenziando come siano assai meno rigorosi quando si tratta di trarre vantaggio da una meno stringente applicazione delle regole. Chiede, ad esempio, se sia giustificabile una sostituzione di un deputato a seduta già iniziata, come testé avvenuto in favore di uno dei gruppi del centrodestra.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, evidenzia di non aver ritardato la votazione, non avendola ancora indetta. Osserva quindi come la sostituzione poco fa comunicata sia intervenuta rispetto ad un componente della Commissione che non aveva sino a quel momento partecipato ai lavori della Commissione, ed in ogni caso prima dello svolgimento di qualsiasi votazione. Ho pertanto ritenuto opportuno accogliere la richiesta avanzata.

  Laura CAVANDOLI (LEGA) stigmatizza l'atteggiamento scorretto della presidenza, che ha interrotto una votazione già indetta per accertare la presenza di tutti i commissari.

  Marco OSNATO (FDI) evidenzia come il gruppo di Fratelli d'Italia, pur fortemente critico sul provvedimento in esame, ha comunque sempre mantenuto un atteggiamento propositivo e sereno. Posto che la maggioranza costringe l'opposizione ad un ritmo serrato dei lavori, ritiene che sarebbe suo prioritario dovere essere sempre presente in fase di votazione, adottando un atteggiamento di maggiore serietà e responsabilità.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, ribadisce di non aver interrotto la votazione, non avendola ancora indetta.

  Alessio Mattia VILLAROSA (MISTO) contesta la conduzione dei lavori operata dalla presidenza.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, indice la votazione sull'emendamento Gusmeroli 7.15.

  La Commissione respinge l'emendamento Gusmeroli 7.15.

Pag. 252

  Laura CAVANDOLI (LEGA) chiede alla presidenza di procedere alla verifica del voto.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, a seguito della verifica, conferma l'esito del voto sull'emendamento Gusmeroli 7.15, per un voto di differenza.

  Luca PASTORINO (LEU), intervenendo sul voto appena svoltosi, fa notare la responsabilità politica in cui è incorso il centrodestra, che ha votato contro la medesima sovraimposta alla quale è dedicato un capitolo del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione approvato anche dalle forze di maggioranza che oggi hanno votato a favore dell'emendamento 7.15, soppressivo del comma 1 dell'articolo 7.

  Marco OSNATO (FDI), intervenendo sull'emendamento Bitonci 7.16, afferma di giudicarne il disposto interessante, in quanto prevede una compartecipazione degli enti locali ai proventi dell'IRPEF. Tutto ciò risponde all'esigenza degli enti locali stessi di gestire la ricchezza prodotta dal proprio territorio: si tratta, in fondo, di un vero e proprio principio di federalismo fiscale. Ritiene opportuno approvare l'emendamento, o almeno accantonarlo. Ricorda le dichiarazioni in favore di questo principio anche da parte del presidente della regione Emilia-Romagna Bonaccini. Si tratta di una occasione storica, dichiara, che egli apprezza pur non essendo un sostenitore del federalismo.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, afferma che la compartecipazione è in realtà una misura opposta rispetto al federalismo, giacché prescrive dirigisticamente quale sia la quota di IRPEF di spettanza degli enti locali.

  Marco OSNATO (FDI) contesta quanto appena dichiarato dal Presidente: l'addizionale rappresenta una concessione, la compartecipazione è al contrario un riconoscimento per tabulas che una parte dell'IRPEF spetta all'ente locale. Si tratta, argomenta, di una differenza più ancora politica che tecnica.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) fa notare al collega Osnato che il Partito Democratico è stato l'unica forza politica ad aver presentato degli emendamenti che prevedessero risorse aggiuntive per gli enti locali. Il federalismo fiscale, conclude, è stato una battaglia anche per il Partito Democratico.

  Antonio ZENNARO (LEGA) dichiara di aver sottoscritto l'emendamento in oggetto, pur non essendo esperto di finanza locale, perché esso orienta la delega in una determinata direzione nel rapporto tra Stato e regioni. Ricorda che il collega Bitonci è stato più volte sindaco, quindi conosce bene il tema della finanza locale. Sottolinea che l'emendamento definisce quella che altrimenti sarebbe una delega in bianco, e che molto spesso in passato i decreti attuativi hanno di fatto tradito il disposto della delega che li aveva prodotti. Ribadisce infine che il testo attuale del provvedimento è di fatto centralista, e che è inutile fare dichiarazioni alle assemblee ANCI quando poi si operano scelte di questo genere. Invita tutti i colleghi ad una riflessione in proposito.

  Laura CAVANDOLI (LEGA) fa notare il paradosso per cui la Commissione ha già votato l'articolo 6 e sta votando l'articolo 7, i quali richiamano l'articolo 1 che viceversa non è stato ancora votato.

  Luca PASTORINO (LEU) ribadisce come l'aspetto tecnico sia centrale e come i commissari abbiano l'obbligo di riflettere sugli effetti delle scelte che stanno operando. Ricorda ancora come i comuni abbiano perso la loro fiscalità: a causa di una sorta di spending review al contrario, questi hanno avuto sempre meno possibilità di stabilire in autonomia le proprie imposte.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, avverte che il deputato Tarantino è entrato a far parte della Commissione.

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  La Commissione respinge l'emendamento Bitonci 7.16.

  Laura CAVANDOLI (LEGA) chiede alla presidenza di procedere alla verifica del voto.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, a seguito della verifica, conferma l'esito del voto sull'emendamento Bitonci 7.16, respinto a parità di voti.

  Laura CAVANDOLI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, ricorda alla Commissione e alla presidenza che il disposto dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, prevede che la votazione nominale in Commissione possa essere richiesta da quattro deputati o di un rappresentante di gruppo di pari consistenza e chiede alla presidenza, anche a nome dei colleghi presenti, di procedere in tal senso.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, avverte quindi che l'emendamento Boccia 7.10 è stato accantonato, e che il deputato Ungaro ritira il proprio emendamento 7.3. Avverte altresì che sono stati accantonati gli emendamenti Maraia 7.2, Comaroli 7.19 e Ungaro 7.6. Segnala poi che l'onorevole Ungaro ritira il proprio emendamento 7.4 e che gli emendamenti Pastorino 7.20 e Covolo 7.17 sono stati accantonati.
  Dà quindi conto di una nuova sostituzione riguardante il deputato appena entrato a far parte della Commissione. Precisa che si tratta di una sostituzione senz'altro consentita in quanto il collega Tarantino, appena entrato a far parte della Commissione, non avrebbe potuto essere sostituito in un momento precedente.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA), intervenendo sul proprio emendamento 7.18, afferma che esso risponde ad un principio che in qualsiasi Paese civile dovrebbe essere consolidato.

  Raffaele TRANO (MISTO-A) manifesta stupore per il fatto che il Governo e la maggioranza abbiano espresso parere contrario su un emendamento come quello in oggetto, così palesemente di buon senso.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) rileva come il contenuto dell'emendamento Gusmeroli 7.18 risulti eccessivamente puntuale, e come tale poco consono allo strumento e allo spirito di un provvedimento di delega. Ritiene, altresì, che i numerosi interventi su di esso preannunziati da alcune forze politiche rivelino, in realtà, un intento pretestuoso e la sostanziale indisponibilità da parte dei gruppi della Lega e di Forza Italia di pervenire ad una ipotesi di compromesso su talune, circoscritte questioni di maggiore importanza. Rileva, infine, come ben altra crucialità rivesta il tema del regime impositivo degli immobili appartenenti al gruppo catastale D, il cui gettito ammonta a circa 4 miliardi di euro e che si ricollega anche alla problematica di una maggiore perequazione nel riparto delle risorse tra enti locali e Stato.

  Raffaele TRANO (MISTO-A), nel contestare l'interpretazione del deputato Fragomeli circa la presunta estraneità dell'emendamento Gusmeroli 7.18 al contenuto proprio della legge delega, considera un vero e proprio abominio il parere contrario su di esso in precedenza espresso, che rivela piuttosto l'intento punitivo della maggioranza di Governo nei confronti dei contribuenti, laddove l'approvazione di tale proposta emendativa consentirebbe viceversa di risolvere problematiche assai diffuse nel nostro Paese, quale quella, in particolare, dell'occupazione abusiva degli immobili, fonte di palesi ingiustizie a danno dei cittadini onesti.

  Vita MARTINCIGLIO (M5S) chiede in primo luogo rassicurazioni circa la possibilità per tutti gli iscritti a parlare di intervenire sull'emendamento in discussione, eventualmente rinviando il seguito del suo esame alla seduta di domani, giacché si approssima l'orario previamente concordato per la conclusione dei lavori odierni.
  Ritiene impropria la nozione di immobili abusivamente occupati richiamata dalla proposta emendativa Gusmeroli 7.18, che Pag. 254dovrebbe viceversa presupporre perlomeno l'esperimento di un procedimento di verifica circa l'effettiva condizione in cui versa l'immobile stesso. Concorda inoltre con l'onorevole Fragomeli circa la non riconducibilità del suo contenuto troppo dettagliato all'impianto di una legge delega, quale quella in esame.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA) precisa che l'orario concordato per la conclusione dei lavori odierni è stato stabilito alle ore 22.

  Marco OSNATO (FDI) sottoscrive a nome del gruppo di Fratelli d'Italia l'emendamento Gusmeroli 7.18, che reputa di assoluto buon senso e connotato da indubitabile logicità, dal momento che le circostanze esimenti dal pagamento dell'IMU da esso elencate presuppongono inequivocabilmente il mancato possesso dell'immobile da parte del soggetto interessato. Rammenta inoltre che, con specifico riferimento alla questione degli immobili abusivamente occupati sono state presentate diverse proposte di legge dai vari gruppi parlamentari, ivi inclusa quella a prima firma del collega Foti, segno evidente di una sostanziale convergenza di vedute all'interno del Parlamento su tale delicato problema. Dal punto di vista procedurale, ritiene infine che, essendo la Commissione di fatto già in una fase di dichiarazioni di voto, i lavori odierni debbano necessariamente concludersi con l'effettuazione del voto sull'emendamento Gusmeroli 7.18.

  Alessandro COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC) sottoscrive l'emendamento Gusmeroli 7.18, invitando tutti i colleghi di Commissione e i rappresentanti del Governo a valutarne attentamente il contenuto, vertendo esso su una questione di fondamentale equità e giustizia nei confronti dei cittadini e dei contribuenti. Alla luce di tali considerazioni, manifesta pertanto profonda sorpresa per il parere contrario su di esso espresso.

  Nunzio ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI) ritiene che l'emendamento Gusmeroli 7.18 non sia in alcun modo condivisibile per una pluralità di ragioni, che vanno dalla sua collocazione poco pertinente rispetto alla struttura dell'articolato al contenuto eccessivamente dettagliato e alla carenza di copertura finanziaria.

  Luca PASTORINO (LEU), associandosi alle considerazioni svolte dall'onorevole Fragomeli, reputa che l'emendamento Gusmeroli 7.18, stante il suo carattere estremamente puntuale, sembra collocarsi ben oltre il perimetro della legge di delega nonché risultare privo di adeguata copertura finanziaria, motivi per cui il Governo e il relatore hanno coerentemente espresso su di esso un parere contrario. Venendo quindi al merito della proposta emendativa in esame, pur ritenendone apprezzabili in linea di principio le finalità, osserva tuttavia come le cause esimenti dal pagamento dell'IMU non possano essere declinate in forma astratta, come esso invece fa, ma richiederebbero comunque un circostanziato apprezzamento, caso per caso, della effettiva sussistenza dei presupposti abilitanti l'esenzione dall'imposta. Tutto ciò considerato, ne propone tuttavia l'accantonamento al fine di consentire lo svolgimento di una riflessione supplementare sullo stesso.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) interviene sull'ordine dei lavori per contestare le troppe deroghe alle norme regolamentari a suo avviso reiteratamente consentite dalla presidenza della Commissione, a partire dalle sostituzioni permesse anche in corso di seduta fino ad arrivare alla mancata osservanza delle misure per il contingentamento dei tempi riservati a ciascun gruppo nella discussione. Auspica pertanto che tali deroghe non abbiano a costituire un pericoloso precedente parlamentare.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, tiene a precisare che le sostituzioni sono state effettuate nel rispetto delle procedure, avendo riguardato, da ultimo, un deputato che è entrato a far parte della Commissione in corso di seduta. Per quanto concerne invece la richiesta di procedere alla votazione per appello nominale, sollevata Pag. 255in precedenza dall'onorevole Cavandoli, rammenta che per prassi costante, corroborata da conformi pronunce della Presidenza della Camera, alle votazioni nelle Commissioni in sede referente si procede di norma per alzata di mano, essendo viceversa riservata la votazione qualificata per appello nominale alle sedi, quale quella legislativa, in cui le Commissioni medesime procedono a deliberazioni di carattere definitivo. Richiama sul punto la lettera della Presidente della Camera Boldrini al Presidente della Commissione Lavoro dell'8 maggio 2014, della quale cita alcuni passaggi.

  Alessio Mattia VILLAROSA (MISTO) ritiene che, essendosi ormai approssimato il termine delle ore 22 previsto per la conclusione dei lavori odierni, la Commissione dovrebbe a suo giudizio procedere alla votazione dell'emendamento Gusmeroli 7.18.

  Luca MIGLIORINO (M5S), associandosi alle considerazioni svolte sull'ordine dei lavori dal collega Fragomeli, contesta la gestione delle sostituzioni da parte della presidenza. Nel censurare la pretesa di alcuni gruppi parlamentari di giungere alla votazione dell'emendamento Gusmeroli 7.18 già nella seduta in corso, propone piuttosto di rinviare i lavori alla giornata di domani, onde consentire lo svolgimento degli interventi sulla citata proposta emendativa da parte dei colleghi che ancora intendessero farlo.

  Sestino GIACOMONI (FI) ritiene che, da un lato, la presidenza non sia stata in grado di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori, dall'altro, la Commissione stia offrendo uno spettacolo poco decoroso, rinunciando ad esaminare nel merito una proposta emendativa di assoluto buon senso, che sottoscrive e rispetto alla quale si sorprende del parere contrario espresso dal Governo e dal relatore. Auspica, in definitiva, che la notte possa perlomeno portare maggiore consiglio.

  La sottosegretaria Maria Cecilia GUERRA evidenzia che il Governo ha formulato i propri pareri nell'intento di raggiungere un accordo massimamente inclusivo che possa contemperare le diverse visioni in materia fiscale delle componenti della maggioranza. Si è inoltre evitato di inserire tra gli emendamenti passibili di riformulazione, e a tal fine accantonati, qualsiasi proposta avente un contenuto di dettaglio, anche sulla base della considerazione che una delega, per sua natura, deve recare indicazioni di carattere generale.
  Ribadisce inoltre la volontà del Governo di raggiungere, in alternativa all'approvazione del provvedimento nel testo originario, un accordo complessivo che comporti l'approvazione di tutte le proposte emendative accantonate in una nuova formulazione.
  Con specifico riferimento all'emendamento Gusmeroli 7.18, aggiunge che tale proposta, mirando a introdurre una previsione agevolativa rispetto al diritto vigente, pur se meritevole in astratto di considerazione, non si inserisce nel contesto del provvedimento anche per la sua necessità di copertura.
  In ogni caso dichiara che non intende opporsi a eventuali richieste di accantonamento che fossero ampiamente condivise dai gruppi.

  Alessandro COLUCCI (Misto-NcI-USEI-R-AC) osserva che se l'emendamento Gusmeroli 7.18 fosse stato carente di copertura non avrebbe dovuto essere giudicato ammissibile. Poiché è stato ammesso, si deve ritenere che non sia stata riscontrata tale carenza e che non ci siano pertanto ostacoli alla sua votazione ed eventuale approvazione.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, precisa che i criteri di ammissibilità relativi alla copertura finanziaria delle proposte emendative riferite a provvedimenti di delega sono diversi rispetto a quelli riferiti a provvedimenti che recano disposizioni di diretta applicazione. Nell'ambito di una delega sono considerati inammissibili per carenza di compensazione solo le proposte emendative per le quali è possibile quantificare con precisione l'onere e manchi un'adeguata copertura.

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  Alberto Luigi GUSMEROLI (Lega) insiste per la votazione dell'emendamento a sua prima firma 7.18.

  Vita MARTINCIGLIO (M5S), in considerazione dell'ora tarda e dei numerosi colleghi che risultano ancora iscritti a parlare sull'emendamento Gusmeroli 7.18, nonché tenuto conto del fatto che non sono stati fissati limiti alla durata degli interventi, propone di interrompere la discussione per riprenderla nella seduta di domani mattina.

  Antonio MARTINO (FI) propone di proseguire la seduta, consentendo ai colleghi che lo desiderino di intervenire, per procedere quindi alla votazione dell'emendamento in discussione.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) ricorda che si era stabilito di interrompere i lavori alle ore 22 e ritiene che vi sia un'eccessiva insistenza da parte del centrodestra, che rischia di far cadere il Governo su una questione quale quella degli immobili inagibili.

  Massimo UNGARO (IV) giudica populista l'emendamento Gusmeroli 7.18 e rammenta che si era convenuto di concludere la seduta odierna entro le ore 22.00.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, annuncia una sospensione della seduta.

  (Vive proteste e contestazioni da parte dei deputati dei gruppi della Lega, di Forza Italia, di Fratelli d'Italia e del gruppo Misto. Alcuni deputati si avvicinano al banco della presidenza. Seguono alterchi, nel corso dei quali, ad opera di deputati avvicinatisi al banco della presidenza, vengono scaraventati a terra degli oggetti, tra i quali la campanella e il microfono del presidente).

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, dispone l'immediata convocazione di una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta, sospesa alle 22.10, riprende alle 23.10.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, stigmatizza quanto avvenuto al momento della sospensione della seduta della Commissione e auspica che gli spiacevoli episodi che si sono verificati non si ripetano mai più, nel rispetto dell'Istituzione parlamentare e a tutela del decoro e della dignità di tutti colleghi deputati.
  Comunica quindi che né nell'ufficio di presidenza né nel corso delle interlocuzioni informali che si sono svolte durante la sospensione è stato raggiunto un accordo. In tale circostanza, prendendo atto della situazione politica che si è creata, sconvoca le sedute già fissate per il proseguimento dell'esame in sede referente del provvedimento, assumendo tutta la responsabilità di tale decisione. Segnala di aver avvertito il Governo della situazione determinatasi, che richiede a suo avviso un chiarimento politico, che potrà avere luogo già a partire dai prossimi giorni.
  Dichiara quindi conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 23.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 14.35, dalle 22.10 alle 22.30 e dalle 23.05 alle 23.10.